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squawks
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Chrissel
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NERO ED ARGENTO




Autore: La colpevole sono sempre io, Rogiari2001
Sommario: Sunnydale, inizio della 4 stagione di BTVS. Avete presente lo Spike innamorato, devoto ed innocuo della sesta stagione? Beh, scordatevelo! Questo Spike è ancora privo di chip, furioso con Buffy, ed estremamente pericoloso, in caccia della sua terza cacciatrice…e, un giorno, grazie alla gemma di Amara, la sua infinita lotta con Buffy raggiunge un inatteso punto di svolta…
Spoiler: Sino a “The Harsh light of day” (4^ stagione). Da quel momento, diventa un AU (universo alternato). Per ragioni narrative, si fa qui solo un implicito accenno all’Iniziativa, si alterano le modalità dell’abbandono di Willow da parte di Oz, e si modifica la tempistica dei primi incontri tra Willow e Tara.
Shipper: B/S, e W/T ai primordi
Rating: vietato ai minori di 18 anni. Babies stay away! Si parla di temi adulti e si usano brutte parole. Perciò, via!
Disclaimer: Tutto di Joss Whedon, ME, e quant’altri lo possiedono e NON lo trasmettono…
Feed – back: sempre super gradito a rogiari@fastwebnet.it





Nel nero della notte, già si intravede l’argento dell’alba.



PARTE PRIMA.
LA NOTTE PIU’ BUIA.


Prologo.


Di notte, i suoi capelli scintillavano come fili d’argento.
Ma di giorno, tutto nel suo apparire sbiadiva, si addolciva. “Concentrati, Buffy!” si disse la cacciatrice. Non poteva lasciarsi sviare dalle apparenze. La lotta era ancora più dura, ora: lui possedeva la gemma di Amara, che gli consentiva l’invulnerabilità e la resistenza al sole. Ed anche se, apparentemente, nel campus dell’università, sotto il sole, sembrava un ragazzo come molti altri, meno pericoloso di altri, lei sapeva che questo era un combattimento all’ultimo sangue.
Il suo.
Buffy cominciò ad avere paura. Conosceva bene la tecnica di Spike. Era forte, fortissimo…poca finezza, forse, ma un coraggio senza pari, e nessuna reticenza ad usare le mosse più astute, i colpi più audaci.
Doveva togliergli l’anello. Doveva riuscirci!
Ma le sue parole beffarde, quella sua innata capacità di colpirla al cuore con il suo sarcasmo, rovesciandole addosso insulti ed asprezze e verità su suoi fallimenti come donna, sulla sua sfortuna in amore, erano armi più affilate e potenti dei suoi calci e dei suoi pugni.
Lì, sotto il sole, Buffy e Spike combattevano per la loro vita, e non c’era arma proibita.
Compresa la verità.
Spike la fissò, asciugandosi con la mano il sangue che lei gli aveva provocato con un calcio sulla bocca. E poi sorrise.
“Scommetto che riuscirei a farti aprire le gambe anch’io. Cosa credi che ci vorrebbe? Qualche bella parola? Far finta di leggere Sartre? Con l’idiota ha funzionato…”
Buffy si gettò contro di lui, immobilizzandolo a terra, ansimando per lo sforzo. Ma lui continuava a ridere…
“Non verrei a letto con te neppure se ne andasse di mezzo la mia vita” disse lei, fissandolo con odio. “Per nessun motivo al mondo. Del resto, tra breve sarai cenere!”
Avvantaggiato dal suo furore, e dalla gemma che gli garantiva una forza sovrumana, Spike rovesciò le loro posizioni.
Quando fu comodamente su di lei, tra le sue gambe, in un’insostenibile, beffarda parodia dell’atto d’amore, la guardò con un’espressione che rasentava la tenerezza.
Buffy lo fissò, incapace di articolare parola. Non si era mai resa conto di quanto fossero azzurri, e letali, i suoi occhi.
Non conosceva nessuno che avesse occhi di quel colore. Lui la guardò, quasi con…rimpianto.
“Mi spiace, baby. Sai cosa dicono? A volte, è il momento che è sbagliato”
Lei chiuse gli occhi. Sapeva che l’avrebbe fatto. Probabilmente, le avrebbe spezzato il collo. Le aveva promesso una morte rapida. Dio, doveva essere così. Signore, fa che sia così.
Invece, Spike tuffò il volto verso il collo di lei.




Il dolore per la penetrazione dei suoi denti nella sua pelle candida era sordo, soffocato dal violento rumore del battito del suo cuore. La stava dissanguando. Il suo cuore batteva sempre più piano, sempre più lentamente, e lui stava bevendo la sua linfa vitale come aveva fatto Angel, pochi mesi prima…e come pochi mesi prima, una strana, ineffabile sensazione avvolse Buffy.
Sapeva che stava per morire. Ma in quel momento confuso, preda di quella inaudita violenza, era come se il suo corpo stesse per raggiungere un apice misterioso, lontano eppure raggiungibile, ineffabile eppure dolcissimo. Qualcosa che non avrebbe saputo nominare.
Quella sensazione si spense nel raggiungimento di un’emozione che altrimenti non avrebbe saputo definire se non estasi. E questo addolciva un po’, in quell’istante, l’acuta delusione per il suo fallimento definitivo, come donna e come cacciatrice. E quando quella sensazione fosse passata, beh…lei sarebbe stata morta. E non le sarebbe più importato nulla.
Spike sorrise, tornando alle sue sembianze normali e tenendola tra le sue braccia, completamente abbandonata a lui. Chiunque fosse passato di lì, non avrebbe potuto che pensare ad una coppia di giovani innamorati. Si asciugò con la mano le labbra ancora sporche di sangue. Il corpo di lei era esanime come quello di una bambola spezzata, ed il suo cuore aveva ormai quasi smesso di battere, ma lei non aveva perso conoscenza. E lei, lo sapeva, aveva conosciuto l’estasi.
Spike prese la gemma, e con quella si tagliò il polso destro. Appoggiò il suo polso alle labbra esangui di Buffy. Lei scosse lievemente il suo capo, nel suo estremo tentativo di fuga, e di rivolta. Ma Spike le tenne la testa ferma, e la costrinse a bere.
E Buffy bevve. E, Dio la perdonasse, conobbe nuovamente l’estasi.



1. Nella cripta.

Ancora intontita, Buffy si svegliò da quello che era sembrato il più lungo e più buio sonno della sua vita. Sbattendo gli occhi, non riconobbe il luogo. Una debolezza estrema le invase le membra, e nella bocca sentiva uno strano gusto metallico, che le dava i brividi.
Aveva fame.
“Shh” le disse Spike, alzandosi dalla poltrona in cui l’aveva osservata mentre il suo corpo completava misteriosamente la transizione ormai inevitabile tra la vita…e la non morte. “Non ti muovere. Sei ancora debole”
Buffy aprì la bocca per parlare, ma non vi riuscì. Ricadde sul cuscino, nel grande letto dalle lenzuola di seta viola, troppo esausta.
Era ancora vestita. Spike, sorridendo, si avvicinò a lei e le tolse i jeans.
Buffy lo guardò senza capire.
Doveva essere morta, no? Quello era ciò che ricordava. Il combattimento. Il suo lento, terribile dissanguamento.
Spike le tolse anche il pullover ormai sporco, e quindi la camicia. Quando le dita di lui si tesero verso la chiusura del reggiseno, Buffy ebbe un sobbalzo involontario.
“Ti chiederai cosa sto facendo” le disse il vampiro, di buon umore. “Semplice, ti sto spogliando”
Lo sguardo di Buffy lo seguì mentre lui faceva lo stesso con i suoi slip di cotone. E poi, rabbrividì sotto il suo sguardo avido.
“Ti starai chiedendo ‘perché’?” le disse ancora Spike, cominciando a spogliarsi a sua volta. Lei annuì, la bocca troppo stretta per parlare. “E’ presto detto” le rispose lui. “Perché ho voglia di tenerti tra le mie braccia. E siccome sono un tipo all’antica, voglio tenerti nuda. Voglio sentire il tuo corpo contro il mio, senza impedimenti, senza ostacoli. Lo vuoi, tu?”
L’orrore passò nello sguardo ancora confuso di Buffy. Eppure, quando lui fu a sua volta nudo e si stese contro di lei, lei non reagì. Il Cielo la perdonasse, ma non riusciva a trovare nemmeno un'oncia della forza necessaria a respingerlo.
”Buona” le disse lui. “Non ti voglio fare del male. Andiamo, non è come se tu non l’avessi fatto mai. E’ che dobbiamo celebrare il nostro legame….io sono il tuo sire, e la cosa più ovvia è che tu diventi il mio childe in tutto e per tutto…e quanto prima possibile”
Buffy scosse il capo, annichilita. Il suo sire? Allora, l’aveva vampirizzata?
“Su, forza. Vedrai che non sarà così male” le disse lui, sempre gioviale. Inorridita, Buffy sentì il suo corpo cedere, incapace di ribellarsi. Spike la guardò a lungo “Non è che tu non sia abbastanza bella per rendermi la cosa difficile…al contrario…”. Cominciò piano ad accarezzarle con le labbra il bel viso, mortalmente pallido, la linea netta del suo mento, il suo dolce collo ancora macchiato dalla ferita lasciata dai suoi denti, e poi, infine, la sua bocca. Il suo bacio, quando giunse, fu dolce e tenero, eppure sensuale come mai nulla prima. La sua lingua scivolò piano nei recessi della bocca di lei, accarezzandola. Buffy ebbe un gemito e rispose.
“Così, brava” le sussurrò lui, con quella voce profonda che le faceva sempre correre un brivido lungo la schiena. Non era quello il momento di ricordarle che lei, poche ore prima, aveva dichiarato che mai e poi mai avrebbe diviso un letto con lui: era abbastanza intelligente da capirlo. Non intendeva forzarla, non quando il suo istinto gli gridava che lei sarebbe presto venuta da lui di sua propria volontà.
Mentre continuava a baciarla, la mano sinistra del vampiro scivolò sul suo seno, e lo accarezzò sensualmente, strofinando tra due dita prima una, e poi l’altra punta. Buffy continuò a gemere. Era come se le sue carezze stessero riportando una qualche forma di vita nelle sue membra infreddolite. Era come se lei stesse lentamente tornando a vivere.
La mano destra di Spike lasciò il suo seno per tuffarsi sensualmente tra le sue cosce. Buffy ansimò. Ed ebbe il primo sconcertante pensiero della serata.
Quell’idiota di Parker l’aveva presa prima ancora che lei fosse debitamente eccitata, e le aveva fatto male.




“Si sta riprendendo” pensò Spike, come leggendole nel cervello. Non sapeva cosa aspettarsi: se la furia della cacciatrice, o la perversa dolcezza di una vampiressa. Sapeva che lei stava cambiando. La sua vecchia personalità, Buffy Anne Summers, stava per lasciare il posto a qualcosa di nuovo ed inatteso. Imprevedibile.
Beh, a lui piacevano i rischi. Altrimenti, non l’avrebbe mai presa tra le braccia ora. E senza Gemma di Amara al dito.
“Non fermarti” disse lei, ed erano le prime parole da che aveva ripreso conoscenza.
Lui stette al gioco. Se fosse stata solo una strategia per sorprenderlo, e ficcargli un paletto nel cuore, beh, l’avrebbe scoperto un istante troppo tardi. Beh, il giocoera più interessante quando le probabilità erano tutte a suo sfavore.
Ma Buffy allargò le gambe per consentirgli un miglior accesso, e lui la accontentò lasciandole scivolare dentro prima uno, poi due dita. Lei ansimò più forte, e si strinse a lui, schiacciando il suo morbido seno contro il suo petto duro, lasciando scivolare le mani sulla sua schiena, e più in giù, traendo sangue con le sue lunghe, curate unghie.
Mentre lui scopriva la perla della sua femminilità, indugiando con le dita dentro di lei per aprirla e prepararla, Buffy chinava il capo per raggiungere con la bocca le ferite che le sue stesse dita avevano lasciato.
Aveva bisogno del suo sangue.
Spike sorrise.
“Aspetta” le disse. “Prima il sesso, poi il sangue. Così, rafforzeremo il nostro legame”
Lei annuì. Ancora ebbra del sapore del suo sangue che le macchiava le labbra, spostò il capo appena e lasciò scivolare le labbra sul suo membro.
Spike sussultò. “Oh, Buffy…”sussurrò, incredibilmente eccitato dal tocco morbido eppure inesperto della sua bocca.
Lei fece tutto quello che le avevano raccontato le sue amiche, ed anche qualcosa che aveva letto nei libri che leggeva di nascosto a sua madre.
“E’ la prima volta che fai questo?” le chiese Spike, compiaciuto. Buffy annuì, strappandogli un gemito ed un sorriso.
Lui si chiese come mai lei non avesse sperimentato prima questo genere di intimità. Poi, si diede da solo la risposta. L’Idiota non aveva voluto né turbarla, né spaventarla, e quanto a quello stupido ragazzetto di Parker, c’era da stupirsi che fosse riuscito a centrare l’obiettivo minimo.
E poi, Spike non si chiese più nulla, perso nella sensazione setosa della sua bocca, e della sua intimità che si stringeva appassionatamente intorno alle sue dita.
Lei teneva le palpebre abbassate sugli occhi, ed il suo sguardo verde era più indecifrabile che mai. Incapace di resistere lontano da lei, Spike la prese tra le braccia e la fece distendere sotto di sé. Buffy lo guardò con quell’espressione lontana, da giocatrice di poker.
Davvero, il loro gioco era appena iniziato.
Entrò in lei, che era soffice e pieghevole come un giunco, con una sola lunga, prolungata spinta. Lei sollevò i fianchi per venirgli incontro, e Buffy si sentì come cera fusa, pronta a modellarsi per accoglierlo al meglio. I suoi pensieri, in quell’alba di tenebra, all’inizio di quella sua nuovissima non – vita, erano scuri e confusi come inchiostro. In quell’istante, sapeva solo che il suo corpo adorava quello che lui le stava facendo. E che qualunque tenebrosa passione l’avesse invaso, bene, si era impadronita anche di lei.
“Spike…” mormorò lei, con un’espressione improvvisamente sofferente.
Lui si fermò di colpo. Non intendeva farle del male. Non più.
“Io…sento che sto per morire”
Spike scoppiò a ridere, e le vibrazioni del suo corpo acuirono la sensazione che si stava raccogliendo nel ventre di Buffy, al punto di renderla quasi dolorosa.
“No, amore, non stai per morire. Stai per venire”
Mentre le sue spinte diventavano più lunghe e decise, Buffy ansimò, dimenticando quello che la ragione le stava dicendo, e cioè che lei non aveva più bisogno di respirare. Spike allungò una mano, facendola scivolare tra i loro corpi, ad accarezzare il centro del suo piacere.
E poi, lei morì.
Spike capì che era la prima volta che Buffy sperimentava un orgasmo, provocato dal sesso anziché dal morso di un vampiro. E ne fu assurdamente fiero.





“Lo sapevo che non eri molto esperta” disse dopo, accarezzandole i setosi capelli dorati mentre lei socchiudeva gli occhi. Erano mollemente distesi sul grande letto, dai cortinaggi color ametista, e nessuno dei due sembrasse avere fretta di muoversi. Buffy rifletté che Angelus aveva detto la stessa cosa, le sembrava secoli prima. Ma Spike intendeva questo come un complimento. “E’ stato bello proprio per questo. Sei ancora innocente. Malgrado Angelus, malgrado tutto. Sarà meraviglioso insegnarti tutto. Sei un’allieva fantastica”
Buffy non rispose. Ciò non le dava alcun calore. Il mondo era freddo, stranamente incolore. Era questo che voleva dire perdere l’anima?
Buffy se lo chiese, mentre lui continuava ad accarezzarla con sovrumana tenerezza. Non aveva mai avuto un amante così sensuale ed insieme così tenero. Angel aveva avuto paura di turbarla…e Parker era un imbecille.
Buffy non sentiva alcun desiderio di uscire nel mondo ed uccidere, cacciare. Non provava sentimenti d’odio per sua madre, per Giles, per i suoi amici.
A dire il vero, non riusciva proprio a provare sentimenti. Non sapeva se questo fosse un risultato dello choc subito, oppure, semplicemente, della sua vampirizzazione. Nella sua mente esisteva come una coperta tesa, come nel film “Accadde una notte”, tra il bene ed il male. Il bene andava perseguito, malgrado tutto. Il male era un buco nero dai difficili confini. Il male, in quel momento, aveva le sembianze di quel vampiro biondo che ora, la pelle nuda contro la sua, la teneva teneramente tra le braccia.
Ma anche questo, nonostante tutto, la lasciava singolarmente distaccata.
Gli occhi di Buffy cercarono di abituarsi al buio. Sorprendentemente, vedeva meglio di prima. Erano dunque questi i doni della vita oscura? Vedere meglio, sentire meglio….non soffrire?
Ma Buffy la cacciatrice sapeva sempre cosa doveva fare.
Lui non indossava l’anello. Dopo l’amore, od almeno quella parodia dell’atto d’amore che aveva appena avuto luogo tra di loro, lui era rilassato. Sembrava quasi contento.
Era vulnerabile.
Con uno scatto repentino, Buffy balzò dal letto, e si impadronì di uno dei suoi paletti, lasciati negligentemente dal vampiro accanto al letto.
Con un balzo, Buffy era a cavalcioni di Spike, la punta di legno premuta contro il suo cuore.

2. Il legame.


Spike respirò appena. Lei era su di lui, lo teneva prigioniero tra le sue cosce, bella e letale, gli occhi come smeraldi, ma sempre così freddi ed indecifrabili…
Le sarebbe bastato un gesto, e gli avrebbe reso pan per focaccia.
L’avrebbe polverizzato.
Spike scoppiò a ridere.
“Non puoi farlo” le disse piano, sollevando le mani ad accarezzarle sensualmente l’interno delle cosce. “Sono sicuro che non puoi farlo.”
“Ed io sono sicura che ti sbagli”
“E’ per questo che hai fatto l’amore con me?” le chiese, sbattendo le lunghe ciglia sui grandi occhi blu. “Per poi prendermi in un momento di rilassatezza postcoitale? Ti sbagli, mia cara. Hai sottovalutato l’entità del nostro legame”
“E tu hai sovrastimato le tua capacità amatorie” rispose lei, mentre il suo corpo traditore reagiva al tocco esperto delle sue lunghe dita.
“Non credo proprio” le rispose Spike, facendo scivolare la bocca sul suo seno, fino a catturare tra i denti uno dei suoi capezzoli, che subito si tese.
Bastò quello a far decidere Buffy. Non che prima avesse dei dubbi: il suo cervello, pur nella gran confusione che vi regnava, continuava a mandarle messaggi precisi circa ciò che andava fatto.
Perché è giusto.
Buffy posò il paletto sulla sua pelle, fino a scalfirla. Incurante della minaccia, Spike continuava a far l’amore con il suo seno, e con l’interno delle sue cosce.
“E’ finita” disse lei, imperturbabile.
Ma non ci riuscì. Il suo cervello non riusciva ad inviare il messaggio finale alla sua mano. Non riusciva a ficcare quel paletto nel cuore del vampiro.
Spike rise. Le tolse il paletto di mano, senza che lei riuscisse a costringersi a reagire, e la fece sdraiare a pancia in giù.
Le mise un cuscino sotto il bacino, e la coprì con il suo corpo. Buffy ansimò, mentre lui entrava in lei da dietro, con un’angolazione particolare che la tese e la riempì come mai prima. Mentre lui si muoveva, le sue mani si riempivano dei suoi seni morbidi. E lei non capì più niente.
Spike affondò i denti nel suo collo, e ne trasse il suo delizioso sangue. Poi, lasciò che lei girasse il capo, e facesse lo stesso con lui.
Buffy scivolò nella faccia della caccia senza neppure accorgersene. Il sangue di Spike era ancora più delizioso e corroborante di quanto ricordasse, e lui la lasciò bere fino a sentirsi girare la testa.
Sesso e sangue. Raggiunsero il piacere entrambi, un piacere tenebroso, scuro, per il quale Buffy non era mai stata preparata.





“Mi dispiace lasciarti” le disse Spike, allacciandosi la cintura dei Levi’s neri. “Ma devo cacciare. Sei troppo debole per cacciare anche tu. Ti nutrirò io”
Poi, si abbassò su di lei, e le baciò dolcemente le labbra. “Non è forse più piacevole, in questo modo?”
Buffy voltò il capo, di scatto. Era ancora piena di vergogna per il suo ennesimo fallimento. Aveva finalmente avuto l’opportunità di infilargli un paletto nel cuore, ed aveva fallito. Di più, non era fisicamente riuscita a sferrare il colpo. Era come se una forza misteriosa impedisse al suo cervello di fare del male a Spike.
Avrebbe voluto dire che lo odiava. Era di fatto il suo stupratore, nonché il suo assassino, anche se nel sesso, fino a quel momento, non c’era stata alcuna violenza.
Ma la verità era che non riusciva a provare nessun tipo di sentimento. Si sentiva spenta. Ed il piacere che lui le aveva donato era stata l’unica emozione vera sino ad allora provata.
“Ti porterò dei vestiti, Buffy” le disse lui, e poi si allontanò, con la sua solita camminata arrogante.
Era strano, ma Buffy non riusciva neppure a provare la solita rabbia.
Buffy si alzò dal letto, e si diresse verso un piccola, rudimentale doccia ricavata nel piano inferiore della cripta. Doveva togliere dal suo corpo i segni fisici del loro piacere. Dopo essersi lavata, si rivestì con le sue cose, scartò il maglione ormai inutilizzabile, e prese il paletto tra le mani. Avrebbe provato ancora ad infilarlo nel petto di quel bastardo, e ancora, e ancora…a qualunque costo. E prima o poi, lo giurò a se stessa, ci sarebbe riuscita.
Ma non ora. Prima, doveva recuperare le proprie forze e capire come avrebbe vissuto la sua vita d’ora in poi.
Poteva fuggire, chiedere rifugio a Giles. Era sicuramente un’opzione. Di cacciare, non se ne parlava neanche. Per ora, il forte sangue del suo sire aveva placato la sua sete, poi, si sarebbe rivolta al macellaio, così come faceva Angel.
Buffy si chiese se avesse ancora l’anima. Ma se lo chiese in modo teorico, astratto. Il pensiero non riusciva a comunicarle una grande emozione.
Era come se qualcosa si fosse spento in lei, e non solo il suo battito cardiaco ed il suo calore fisico.
Fino ad ora, aveva le seguenti prove del suo nuovo stato: scivolava facilmente nelle sembianze della caccia, non provava emozioni, adorava il sangue…
…ed adorava scopare.
Perché quello era scopare, e non fare l’amore. Lo sapeva. Sempre a livello teorico, naturalmente, perché anche quel pensiero non le comunicava alcuna emozione.
Stava ancora chiedendosi se era il caso di lasciare subito la cripta, oppure aspettare di aver ripreso le forze, quando qualcuno entrò nel livello superiore della cripta.
Né spaventata, né infastidita, Buffy salì la scaletta per andare in contro al nuovo venuto.




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