.:: Due Infelicità ::.

Autore: Silvia
E-mail: phoebes@tiscalinet.it
Spoiler: fino alla seconda puntata della settima stagione
Pairing: Spike e Willow
Rating: per tutti
Timeline: inizio settima stagione
Summary: Willow è appena tornata dall'Inghilterra, e si sente
tagliata fuori dalla sua vecchia vita. Spike invece, con la sua nuova
anima, è più fuori (di testa) che mai.
Disclaimer: i personaggi purtroppo non mi appartengono, ma
appartengono a Joss Whedon, David Greenwolt la WB, ME, la UPN e la
Fox. L'autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende
violare alcun copyright.
Note: Come detto, la storia è ambientata dopo 'Beneath you',
cambiando però un po' il finale della puntata.
Quando ho scritto questa fan fiction non sapevo come era conciato
Spike dopo essersi 'bruciacchiato' con la croce, né cosa era successo
dopo il ritorno di Willow, e com'era stata accolta. Avevo solo letto
qualche sporadico spoiler, per il resto ho inventato.
Le prima due puntate della settima stagione, comunque, non le ho
viste, ho solo letto i riassunti dettagliati.
Per quanto riguarda la mia storia, mi rendo conto che forse ho
tralasciato di approfondire alcune cose, tipo la reazione di Buffy, o
l'omosessualità di Willow, però la fan fiction mi è venuta così, e
insistendo troppo, mi sembrava di appesantire. Già non succedono
molte cose, è più che altro elucubrazione, quindi...

Ancora una piccola nota:
" " indicano i discorsi
< indicano i pensieri
* * indicano qualcosa detta con enfasi

Due infelicità


E a volte credo di star bene pensando a quello che mi conviene
Dimentico il mondo che respira per averti vicina
Anima, in questa vita c'è bisogno di più anima
Per sopportare quello che c'è intorno l'anima
Che io ho lasciato fra le tue mani
Per non avere tutti i giorni uguali
L'anima che troppe volte metti sotto i piedi
L'anima che tiro fuori quando non mi credi
L'anima che a volte ti fa ragionar
Anche se hai voglia di lasciarti andare
(Pino Daniele)

Sorrisi, abbracci, qualche pacca sulle spalle. E tanto, tanto
imbarazzo.
D'altronde, se l'aspettava.
Anzi, è anche meglio di molte delle ipotesi che si era fatta. Temeva
di trovare rabbia, e risentimento. O peggio: indifferenza.
Invece Xander è addirittura venuto a prenderla all'aeroporto in
macchina. E durante il viaggio da Los Angeles, ha chiacchierato
amabilmente di un'infinita quantità di argomenti. Non è rimasto zitto
nemmeno un secondo. Evidentemente anche a lui pesava, il silenzio.
E ora sono tutti lì, sorridenti e confusi, e nessuno sa cosa dire.
C'è tensione nell'aria. Niente sarà più come prima, di sicuro è a
questo che tutti stanno pensando. E non c'è bisogno di essere una
strega per saperlo.
È per questo che non voleva tornare. Ma Giles aveva insistito. E
aveva ragione.
L'Inghilterra le era servita, era stato un bel periodo, di calma. Ma
è giusto riprendere la sua vita.
A tutte queste cose pensa Willow, e contemporaneamente cerca qualcosa
da dire, vagando con gli occhi sulle facce dei suoi amici, non
riuscendo a soffermarsi su nessuno di quegli sguardi dolorosi.
Paradossalmente, solo Anya sembra davvero felice di vederla. Lei, con
cui non è mai andata veramente d'accordo, lei, che è un demone, le
sorride sinceramente contenta che sia tornata. Di sicuro è la meno
imbarazzata. E finalmente, si decide a rompere il silenzio:
"Allora, come sta Giles?"
"Be... bene... Sembra... un'altra persona, quando è in Inghilterra.
È... nel suo elemento."
"E... l'Inghilterra, com'era?", chiede Dawn.
"Molto... inglese. Proprio come uno se l'aspetta. Il tè delle 5, e
quelle cose lì."
"Che bella che dev'essere, l'Europa! Mi piacerebbe tanto andarci!",
esclama la ragazza con entusiasmo.
Il volto di Willow, invece, si rabbuia. Anche a Tara sarebbe piaciuto
tanto andare in Europa. Quante volte ne avevano palato, e
fantasticando, avevano progettato un viaggio...
Anche per questo non voleva tornare. Sapeva che a Sunnydale tutto le
avrebbe rammentato Tara. Non che in Inghilterra non pensasse a lei
ogni momento, ma qui ovunque si gira a guardare, c'è qualcosa che
gliela ricorda. E davanti alla scooby gang al completo, la sua
assenza si nota ancora di più.
Un momento, però. Manca anche qualcun altro. Il sole è calato da un
pezzo, strano non vederlo come sempre ronzare intorno a Buffy. Ah,
sì, Xander le ha detto di quello che è successo quel giorno. Presa
dal suo dolore, aveva dimenticato che anche gli altri non se l'erano
passata bene. Chissà che fine ha fatto Spike. Non è che in effetti ha
qualche motivo particolare per essere felice che lei sia tornata.
Però è strano che non ci sia, e un po' le dispiace. O forse cerca
solo un altro motivo per non pensare a Tara.
In ogni caso, qualunque cosa è meglio del silenzio che di nuovo si è
creato. Per cui, Willow azzarda a chiedere: "Dov'è Spike?"
Se possibile, l'imbarazzo aumenta.
"Quest'estate, è sparito, non si è fatto vedere per un bel po'",
spiega Buffy: "È tornato da un paio di settimane, ma... non è più lo
stesso"
"E ha detto dove è stato?"
Interessarsi agli altri, per non pensare al proprio dolore. <Visto
Willow? Non è poi così difficile.
"No, di preciso non lo sappiamo. Però sappiamo che è andato... a
farsi dare... un'anima."
"Un'anima? Vuoi dire che ora Spike ha l'anima?"
"Sì", risponde solo la cacciatrice. Non sembra voler aggiungere
altro. Ci pensa Anya a chiudere il quadro: "È piuttosto fuori di
testa. Sente le voci, parla da solo, un momento è tranquillo, il
momento dopo ti prende a pugni, ed è diventato parecchio
autolesionista."
"Spike? Autolesionista?"
Willow ripensa a una scena di due anni e mezzo prima, quando lei e
Xander avevano sorpreso il vampiro nel tentativo di impalettarsi da
solo. Aveva 'solamente' un chip, allora. Chissà cosa poteva combinare
con un'anima!
Anya guarda Buffy, per vedere se vuole aggiungere qualcosa, ma questa
non risponde, allora di nuovo prende lei la parola: "Di preciso non
so tutto quello che ha fatto, ma pare che qualche giorno fare abbia
abbracciato una grossa croce a torso nudo..."
<Possibile che c'è qualcuno che sta peggio di me?, pensa Willow. Poi
chiede: "E ora come sta?"
Nessuno risponde. Tutti guardano Buffy. Stavolta davvero solo lei può
dare una risposta. È l'unica ad avere rapporti col vampiro. La
cacciatrice comincia ad odiare Willow, era già piuttosto nervosa per
il suo ritorno, non ha dimenticato quello che è successo soltanto
pochi mesi prima. E ora, appena arrivata, già la mette in crisi
chiedendole cose a cui lei sta cercando con fatica di non pensare. Ma
tutti aspettano lei, non può continuare a stare zitta, deve
rispondere.
"Non lo so."
"Non lo sai? Ma, almeno fisicamente... voglio dire: le ferite che si
è fatto sono profonde, è già guarito, come..."
"Ho detto che NON LO SO!", grida Buffy, esasperata: "L'ho lasciato
abbracciato a quella croce, e da allora non l'ho visto più!"
Ecco, l'ha detto. Silenzio, nessuno parla. Poi Xander chiede: "Quindi
potrebbe essere anche.. morto?"
"No, non credo. Sono tornata nella chiesa, e non c'era cenere ai
piedi della croce."
"E tu l'hai lasciato lì a bruciare?" Dawn è scioccata. Non ha
perdonato Spike per quello che ha fatto a sua sorella, ma non ha
smesso di volergli bene. E sapere che sta soffrendo un sacco, e che
sarebbe potuto morire, le ha fatto un po' dimenticare quanto è
arrabbiata con lui.
"Cosa dovevo fare? È impazzito, forse perché soffre troppo, ma io...
non è mica colpa mia! Se vuole... punirsi, io..." Buffy tenta di
difendersi, ma è la prima ad accusarsi, anche se non lo ammetterebbe
mai. Anima o no, non è ancora pronta ad accettare i suoi sentimenti
per Spike. Anche perché non li ha ancora capiti nemmeno lei. Le sue
scuse, comunque, non reggono, lo capisce.
<Così avresti lasciato morire Spike per altruismo?la deride
sarcastica una voce dentro di lei: <Poverino, soffre... se vuole
uccidersi, chi sono io per fermarlo?, e la stessa cattiva vocina le
ricorda quell'alba di Natale di qualche anno prima, quando un altro
vampiro con l'anima aveva desiderato morire, e lei aveva fatto di
tutto per impedirglielo. Ma era diverso. Era Angel... <E in cosa era
diverso?
Per fortuna ci pensa Willow a zittire quella voce, distraendola dai
suoi pensieri: "Non sapete neanche dove potrebbe essere? Dove vive...
ancora nella sua cripta?"
"No, credo che... si fosse installato nei sotterranei del Liceo."
"Ah, già, il Liceo...". Willow aveva saputo che l'avevano
ricostruito, di nuovo sopra la bocca dell'inferno. Quasi quasi, la
cosa le fa un po' ridere. Propone di andare lì a vedere com'è la
situazione. Mentre la accompagnano, Xander le racconta vari aneddoti
sulla ricostruzione della scuola, come quando hanno trovato quel
'pezzo di sindaco', e sono venuti di professori da varie università
per cercare di capire che poteva essere, e ora si trova forse in
qualche museo o laboratorio.
Ed è bello sentirlo raccontare. Come una volta, quando lui era il suo
migliore amico.
<Eri sincero, Xander? Eri sincero quando con le tue parole sei
riuscito a farmi tornare in me? Ho ucciso un uomo, e avrei potuto
uccidere anche voi... Davvero mi vuoi ancora bene, Xander?
Entrano tutti di nascosto, come facevano un tempo, nelle lunghe
nottate passate in biblioteca... Ma ora è tutto diverso, dove c'era
la biblioteca, c'è l'ufficio del nuovo preside, che a quanto dicono è
un tipo simpatico, niente a che veder con Snyder.
Buffy li guida nel seminterrato. È tutto buio, la lampadina deve
essere fulminata. Non si sente nessun rumore. Anya prova a chiamare
il vampiro, nessuno risponde. Xander aveva una torcia in macchina, e
l'ha portata, ma non vuole accendersi. Finalmente, dopo averla
sbattuta un paio di volte contro il muro, si accende.
"ANDATE VIA!"
Il grido li prende tutti alla sprovvista. Dawn fa un salto
abbracciando Buffy, Xander fa cadere la torcia, che illumina sul
pavimento i pezzi della lampadina rotta.
Willow scruta l'oscurità nella direzione da cui proveniva la voce.
Raccoglie a terra la pila, e la punta verso il fondo della grande
stanza.
"Lasciami! Vattene! BRUCIA!!"
Spike è raggomitolato in un angolo, la testa fra le braccia, che
cerca di proteggersi dalla luce. Piange disperato, mentre continua a
gridare: "Brucia! Brucia!"
Willow sposta il fascio di luce, non ce la fa a continuare a
guardare, a sentire quelle urla. Appena la luce lo abbandona, Spike
si calma, ma non tace: "La scintilla... brucia... fa male.
Continua... non smette..." poi silenzio. Nessuno di loro ha il
coraggio di parlare.
Buffy sente un movimento, prende il braccio di Willow e riporta la
torcia verso Spike. Il vampiro non c'è più. Atterrita toglie la
lampada dalle mani dell'amica, contemporaneamente voltandosi verso
dove aveva percepito lo spostamento, e se lo ritrova davanti. Le
sfugge un urlo, perché lui le ha afferrato una mano. Il fascio di
luce è diretto verso l'alto, illumina bene il petto nudo, e
soprattutto il volto di Spike. Willow si ferma prima a guardare gli
orribili segni lasciati dal contatto con la croce, sul petto e sulle
braccia, la pelle carbonizzata, qualche lembo staccato, a mostrare la
carne, anch'essa bruciata. Poi guarda il viso del vampiro, i suoi
occhi spiritati, e la paura l'assale. Anche Buffy è spaventata. Spike
non ha su il volto della caccia, ma la sua espressione non potrebbe
esser più terrificante. E di certo non migliora quando le sue labbra
si piegano in un malvagio, isterico sorriso.
"Vuoi sentire anche tu come brucia?", chiede. È rivolto a Buffy, ma
Willow non crede che l'abbia riconosciuta. È pazzo, è completamente
fuori di testa.
Spike spinge indietro Buffy, la torcia cade di nuovo a terra, e si
spegne.
<Ma lui ci vede!, pensa Willow con sgomento. Subito pronuncia
sottovoce le parole dell'incantesimo, mentre forti colpi sordi
cominciano ad echeggiare nella stanza, e la voce irriconoscibile di
Spike sussurra: "Non smette, non smette, non smette mai..."
Dalla mano di Willow si irradia una luce bianca, di forma sferica,
dapprima tenue, poi si ingrossa, e dolcemente la strega la spinge
verso l'alto. Ora tutta la stanza è illuminata, e tutti possono
vedere Spike che con violenza sta dando testate al muro.
"Autolesionista, l'avevo detto", commenta Anya. Buffy non sa che
fare, vorrebbe scappare via di nuovo. Si volta verso Dawn, la ragazza
è spaventatissima, ha le lacrime agli occhi.
<Che idiota che sono, si rimprovera la cacciatrice: <Non avrei mai
dovuto farla venire...
"Credo sia meglio andare via..." propone Xander, e Buffy non è mai
stata più contenta di ascoltarlo. Anche Anya è d'accordo. Dawn si
lascia muovere docilmente, ancora scioccata, voltandosi continuamente
indietro verso il vampiro. Willow esita un momento, quando una risata
innaturale li blocca tutti. Spike non li guarda, parla, e non si
capisce se si rivolge a loro o no.
"Che altro volete d me, eh? Ancora sangue? Non vi siete stufati?
Stavo meglio prima, no? Ma ora lui è tornato, per tormentarmi. Non
ero già abbastanza tormentato?"
Ha smesso di picchiare con la testa, ora prende il muro a pugni, col
sangue che gli cola sul viso dalla ferita che si è fatto sulla
fronte. D'improvviso fa uno scatto indietro, e si volta verso il suo
pubblico, tutti fermi sulla porta, attoniti, e con lo sguardo sempre
più folle, recita urlando:
"William il poeta maledetto
scende giù per il viale...
Bravo ragazzo? Cattivo ragazzo? ..."
Si ferma, ride, poi fissa Buffy negli occhi: "Dimmi: c'è differenza?"
Abbassa lo sguardo e nota accanto a lui una sedia capovolta, senza
una gamba. Si accovaccia ad osservarla, come fosse qualcosa di
straordinario. Poi all'improvviso la afferra, e la lancia con forza
verso il globo luminoso creato da Willow, che si dissolve. Non appena
torna l'oscurità, gli altri sono già tutti fuori. Buffy ha tirato via
Dawn, e ha spinto Xander e Anya che si trovavano davanti a lei.
Willow li ha seguiti su per le scale, fuori dallo scantinato. Si
chiude la porta alle spalle, e tutti si fermano un momento. Le luci
della scuola sono spente, ma dalle finestre del corridoio entra la
luce della strada, e ci si vede abbastanza bene.
"Andiamo via", dice Buffy. Xander annuisce.
"Andate, io... resto qui", li sorprende Willow.
"Per fare cosa?", le chiede Anya. La pazzia di Spike ha spaventato
parecchio anche lei.
"Vorrei vedere se posso fare qualcosa per aiutarlo", spiega la
ragazza.
"Willow, l'hai viso, è fuori di sé... è pericoloso. Non... non so
neanche se in queste condizioni il chip funziona. Forse, se non si
rende conto di fare del male, non si attiva."
"Non preoccuparti, Buffy", la strega sorride: "Mi so difendere."
La cacciatrice esita, poco convinta: "Ok, ti aspettiamo fuori, se..."
"No. Andate a casa. Non vi preoccupate per me. Ci vediamo domani.", e
senza aspettare altri commenti, apre la porta e torna giù, lasciando
gli altri a leggere la scritta 'Scantinato: vietato l'accesso agli
studenti'


È quasi l'alba quando Willow esce dal 'nuovo' Sunnydale High, e trova
Buffy e Xander ad aspettarla.
"Non vi avevo detto di andare a casa?", chiede con un velato tono di
rimprovero, ma tutto sommato contenta ritrovarli lì.
"Ho messo Dawn a letto, poi sono tornata qui, e c'era già Xander ad
aspettare, quindi...", spiega Buffy, con tono di scusa. Willow
sorride, ma si chiede se la cacciatrice è lì più per lei o per Spike.
"Come sta... lui?", chiede subito dopo Buffy, quasi in risposta al
dubbio di Willow: "Si è... calmato?"
"Sì, sta meglio. Non è più così... fuori di testa, mi ha anche
riconosciuta. Ora sta dormendo."
"Hai..." Xander è titubante: "Hai usato un incantesimo?"
Willow lo guarda con una cera tristezza: <Tornerai mai a fidarti di
me?
Sospirando, risponde: "Sì, Xander. Ho usato un incantesimo, chiamato
'ascoltare, comprendere e consolare'. Un incantesimo che pare nessuno
sappia più fare..."
Ha risposto con durezza, ma in realtà si sente un po' in colpa.
Perché non è vero. Non ha solo ascoltato, compreso e consolato Spike.
Ha fatto anche un'altra cosa, una cosa assurda e incomprensibile, ma
che sul momento le era sembrata la più naturale del mondo. L'ha
baciato.
Si fa accompagnare al dormitorio dell'università. Non ha ancora
deciso se riprendere o no gli studi. Non sta seguendo nessuna
lezione, ma si è iscritta, se non altro per avere un posto dove
stare, visto che non poteva tornare dai suoi genitori, né tantomeno a
casa di Buffy. Per ora, comunque, non ha nessuna voglia di pensare al
futuro. Ora, ha solo voglia di dormire. Ma quando gli amici la
salutano, non può fare a meno di chiedersi ancora una volta quando
potranno tornare normali le cose tra loro. E a furia di domandarselo,
la cosa comincia quasi a perdere importanza.


Spike si è svegliato da un po'. Ha dormito davvero molto. Deve essere
pomeriggio inoltrato. È ancora intontito dal sonno, tanto che non è
sicuro se le cose che gli stanno tornando in mente appartengono a un
sogno, o a una cosa realmente accaduta. Buffy venuta a 'trovarlo'
insieme all'intera scooby gang, e lui che dava di matto davanti a
loro. Tutti che vanno via, poi Willow torna. La strega prova a
parlargli, lui non la ascolta, non la sente. Lui piange, si sfoga,
racconta tutto quello che ha dentro. Lei lo abbraccia, lo consola, lo
coccola, lo bacia. Questa parte è molto più chiara. È quasi sicuro
che sia accaduta davvero. Non gli sembra possibile, eppure lo ricorda
così bene, sente ancora il suo sapore.
Sì, ne è certo, perché proprio in quel momento ha riacquistato
lucidità. L'ha riconosciuta, e lei è arrossita. L'ha davvero baciato.
Da non credere.


Willow vorrebbe riaddormentarsi di nuovo. Ma sono le 6 passate, ha
dormito più di 12 ore. È proprio il caso di alzarsi, anche perché
tanto ormai non riuscirebbe più a dormire. La 'tregua' del sonno è
purtroppo finita, e il pensiero di Tara è già tornato, sempre troppo
prepotentemente presente. Come se non bastasse, ora si è aggiunto
anche il pensiero di Spike. Quello che ha fatto le sembra terribile,
crudele e scorretto. Verso Tara, verso Spike, e verso se stessa.
Eppure, sa che lo rifarebbe... Perché quando il vampiro farneticava,
non l'aveva riconosciuta, e parlava senza rivolgersi a nessuno in
particolare, le aveva espresso tutto il suo dolore e il suo tormento.
E lei aveva riconosciuto quella sofferenza: era identica alla sua. E
mentre lui le piangeva sulla spalla, come aveva fatto anche quattro
anni prima, lei aveva pensato a quello che era accaduto da quando lo
conosceva, a quanto è cambiato, e quanto invece per altri versi è
rimasto uguale.
Poi, un attimo: lui aveva alzato gli occhi, fissando su di lei uno
sguardo umido, triste e assente. I loro volti si erano trovati così
vicini, che per lei era stato facile seguire quell'impulso improvviso
senza avere tempo di ripensarci. Dopo un momento di smarrimento, lui
aveva risposto al suo bacio, dolcemente. Quando si erano separati,
lei l'aveva guardato di nuovo negli occhi, e stavolta aveva visto
confusione, ma lucidità.
"Willow...", aveva detto lui, piano, sorridendo debolmente: "Ciao."
E lei era diventata tutta rossa, già pentita di quello che era
successo. Ma era rimasta seduta vicino al vampiro, col braccio
attorno alla sua spalla. Erano stati così per un po', poi Spike si
era addormentato, e lei l'aveva lasciato accoccolato a terra come un
bambino.
E ora, seduta nella vasca da bagno, ripensando a quel bacio, Willow
decide che, giusto o non giusto, la cosa più importante a cui pensare
è un'altra: perché diavolo ha fato una cosa del genere?
Accende la radio, per distrarsi, mentre con calma si accinge ad
asciugarsi i capelli. Fare le cose lentamente è un'abitudine che ha
preso in Inghilterra. Se non hai molto da fare, ti rimane troppo
tempo per pensare. E se hai solo cose brutte per la testa, è meglio
pensare il meno possibile. Per cui, per ogni cosa, cerca di metterci
più tempo che può.
È il tramonto quando posa la spazzola, cercando disperatamente
qualche altra occupazione. Non ha voglia di disfare le valigie, con
tutto il disordine che ha dentro, mettere in ordine qualcosa le
sembra impossibile. Vorrebbe uscire ma... che fare? Telefonare a
Buffy? A Xander? Uscire da sola? Andare al Bronze? Andare a trovare
Tara.. al cimitero? Da quando è tornata, non c'è ancora andata.
Certo, ha avuto poco tempo, ma non è solo questo. Ha paura. Ha paura
che vedendo la sua tomba, l'idea che lei è morta, che non c'è più, e
non tornerà, sarà ancora più forte, e ancora più dolorosa. E ha paura
di non reggere tutto quel dolore.
Intanto si abbandona in un pianto disperato, inginocchiata accanto al
letto, un braccio a coprirle gli occhi. Fa ancora così male... Non lo
credeva, ma fa ancora troppo male.
Sta ancora singhiozzando, quando sente bussare alla porta. Si asciuga
le lacrime, e va ad aprire, dopo una breve occhiata allo specchio,
per vedere se si notano troppo i segni del pianto. Non immagina chi
può essere, non ci pensa nemmeno, in realtà. Però spalanca gli occhi
stupita quando si trova davanti Spike.


Appena ha fatto buio, anzi, anche un po' prima, per la verità, il
vampiro è uscito. Voleva andare da Willow, per parlarle, e per
ringraziarla. Glielo doveva. Però non aveva la più pallida idea di
dove trovarla. Dopo un po' di titubanza, aveva deciso di telefonare a
Buffy. Aveva trovato una cabina, aveva 'scassinato' il telefono, per
prendere qualche moneta, e aveva composto il numero, chiedendosi come
avrebbe fatto a parlare con Buffy. Con suo enorme sollievo, aveva
risposto Dawn. La ragazza era entusiasta di sentirlo, di sapere che
stava bene. Spike si era scusato per lo spettacolo poco piacevole a
cui l'aveva costretta ad assistere, e per averla fatta soffrire a
causa di sua sorella. Aveva tanta voglia di rivederla, e
riabbracciarla... la sua briciola... Che ora lo odiava. O forse no?,
visto che sembrava davvero preoccupata per lui. Spike le aveva
assicurato che ora era tornato definitivamente in sé, grazie a
Willow. Si era fatto spiegare dove poteva trovare la strega, e si era
precipitato da lei, anche se non aveva idea di cosa avrebbe potuto
dirle.
E ora è lì, a guardare i suoi occhi spalancati che lo fissano.
"Ciao. Io... ehm... posso entrare?"
"S-sì. Entra." la ragazza si fa da parte per farlo passare. <E adesso
che faccio? Perché è venuto qui? Oddio, che avrà pensato di quel
bacio? Come faccio a spiegarglielo?. È terribilmente a disagio, e di
certo non si calma quando nota che il vampiro è nelle sue stesse
condizioni.
"Io...", comincia Spike. Poi si schiarisce la voce: "Ero venuto
per... ringraziarti."
"Oh, bè... di... di niente"
"Sei stata... gentile a.. starmi ad ascoltare. Da quando ho
quest'anima.. te l'hanno detto, vero?, che ho un'anima..."
Willow annuisce. Spike sospira: "Da quando ho riavuto quest'anima, è
un vero inferno. Io.. non so come abbia fatto Angel a sopportarlo per
tutti quegli anni, io già non ce la faccio più. Però ora sto meglio,
grazie a te. Per questo sono voluto venire qui... a.. ringraziarti,
e... a dirti che.. mi dispiace. Davvero.. tanto."
"Per cosa?"
"Per te. Per quello che ti è successo. Ho capito che sei anche tu più
o meno nelle mie stesse condizioni, e mi dispiace molto. Tu... non te
lo meriti."
"Neanche tu"
Spike sorride: "Non me lo merito? Ti ricordo che ho cercato di
ammazzarvi tutti quanti, più di una volta, e se non fosse stato per
il chip, con te ci sarei riuscito! Senza contare tutte le persone che
ho ucciso davvero..."
Il vampiro abbassa lo sguardo. Willow nota di nuovo l'incredibile
sofferenza. <Ti prego, Spike, non impazzire di nuovo!
Ma come leggendole nel pensiero, Spike sorride nuovamente e le dice
con voce allegra: "Non preoccuparti, Will! Non impazzirò un'altra
volta! Sto bene, ora, grazie a te. Forse avevo solo bisogno di
qualcuno che si fermasse ad ascoltarmi, che mi capisse e... mi hai
anche baciato, vero?"
Willow sente la sua faccia avvampare. Balbettando, tenta di
giustificarsi: "Sì, è vero, io... sai... però.. spero che tu non
abbia frainteso, quel bacio non era niente..."
"Lo immaginavo, non preoccuparti. Ultimamente già non ho più tanta
fiducia nelle mie abilità seduttorie, conoscendo poi i tuoi gusti,
non mi sono fatto illusioni."
<Illusioni? Che vuol dire? Perché, a te sarebbe piaciuto che noi...
"Meno male... perché, sì, in effetti, io sono gay, e poi comunque mi
manca ancora troppo Tara, e.."
"Sì, non ti devi preoccupare, te l'ho detto. Anch'io del resto non ho
ancora dimenticato Buffy. Lo so, quel bacio non era niente! Non ci
sarà mai niente tra di noi. Tranquilla!"


Il mattino dopo, di buon'ora, Xander e Buffy, dopo aver accompagnato
Dawn a scuola, decidono di passare da Willow. Sono preoccupati: da
quando l'hanno lasciata al dormitorio la mattina precedente, non si è
fatta più sentire. E siccome si erano lasciati un po' freddamente,
hanno pensato di andarla a trovare nella sua stanza all'università.
Bussano parecchio, forse stava dormendo, ma ormai, l'avranno
svegliata, tanto vale insistere.
La ragazza in effetti dormiva. Si sveglia di soprassalto, e grida:
"Chi è?"
"Willow... siamo noi, Xander e Buffy. Scusa se ti abbiamo svegliata.
Volevamo solo salutarti!"
"Un attimo, arrivo!", e tira via il lenzuolo per avvolgerselo intorno
al corpo, lasciando Spike nudo sul letto, mentre lei cerca
velocemente qualcosa da mettersi: "Ma... come abbiamo fatto a fare...
una cosa del genere?", chiede sottovoce, più a se stessa che al
vampiro: "Non è possibile! Oddio, dobbiamo essere veramente
impazziti!"
"Non lo so", risponde Spike, sempre sottovoce, per non farsi sentire
dai due inopportuni visitatori: "Scusami."
"E di cosa? Eravamo in due, mi sembra"
Willow è riuscita a trovare la sua biancheria, dopo aver frugato
nelle valigie. Ha un attimo di esitazione: anche se hanno fatto
l'amore, si sente in imbarazzo a rivestirsi mentre lui la guarda.
Spike intuisce, e si volta da un'altra parte. Poi chiede: "Che cosa
devo fare, adesso?"
"In che senso?", chiede lei, prendendo dei panni a casaccio.
"È giorno, non posso andare fuori... devo... chiudermi nel bagno? Non
so..."
Willow lo guarda un po' stupita, mente finisce di abbottonarsi la
camicetta, e gli risponde: "Bè... vestiti, nel caso insistano per
entrare"
"Non hai paura di quello che possono pensare Buffy e Xander?"
"Che cosa possono pensare? A parte la verità.."
"Ma l'hai detto anche tu che è stata una pazzia."
"Sì, però l'ho fatta. E non è che mi sia poi così dispiaciuto.."
<Oddio, l'ho detto davvero?
Willow corre fuori, chiudendosi velocemente la porta alle spalle, e
non sente Spike mormorare: "Anche a me non è per niente
dispiaciuto..."
"Scusate!", esordisce la ragazza sorridendo agli amici: "Mi stavo..
vestendo, e ho ancora tutti gli abiti in valigia, non trovavo
nulla... Stavo ancora dormendo!"
Dall'aspetto dei suoi capelli, i due non faticano a credere che sta
dicendo la verità. Ma allora perché non li fa entrare?
"Scusate se non vi faccio entrare subito, ma... il fatto è che...
ecco.. io... io non sono sola."
<Ecco, diciamolo subito, 'via il dente, via il dolore'
Xander e Buffy la guardano a bocca aperta. "Noi... non ti abbiamo
vista ieri..." comincia il ragazzo: "...per tutto il giorno.. e la
notte... Volevamo solo sapere come stavi. Non..."
"Non avremmo mai immaginato una cosa del genere!", conclude Buffy.
"Sì, ecco...", prova a spiegare Willow: "Non è proprio come
pensate...". Nonostante la sicurezza ostentata con Spike, alla fine
si è accorta di temere davvero il giudizio dei suoi amici: "È stata
una cosa... casuale. Io... ero triste.. e sola. Lui era triste e
solo, e così..."
"Lui? Vuoi dire che è un ragazzo?" si stupisce Xander.
"S-sì, più o meno, insomma..."
"Insomma, possiamo entrare?", chiede secca Buffy.
Willow apre un poco la porta sbirciando dentro. Spike sta finendo di
abbottonarsi la camicia. Non porta più la sua attillata t-shirt, gli
fa troppo male sulle ferite.
Constatato che è presentabile, la ragazza fa un cenno di assenso agli
amici, e spalanca del tutto la porta, e, con un certo nervosismo, ma
sotto sotto anche con un po' di soddisfazione, si gode le facce di
Xander e Buffy alla vista di Spike.
"Ciao", dice solo il vampiro, e sorride, notando il divertimento di
Willow per tutta la situazione.
"Bè", fa Buffy, non appena riesce a riprendere l'uso della parola:
"Eravamo passati a vedere come stavi, e visto che stai *bene*", e qui
lancia un'occhiataccia a Spike: "possiamo anche andare", e si tira
via Xander.
Rimasti soli, i due neoamanti non sanno cosa dirsi. Spike, tanto per
cambiare, è rimasto ferito dallo sguardo accusatore di Buffy.
"Scusami", gli dice Willow: "Non avevo pensato a te e Buffy..."
"Non preoccuparti. Questo non peggiorerà ulteriormente la situazione.
Anzi, magari sono riuscito a farla ingelosire!"
"Oh, capisco". La strega sembra un po' dispiaciuta.
"Non fraintendermi!", si affretta ad aggiungere Spike: "Non l'ho mica
fatto per questo! A dire la verità, non ho proprio pensato a Buffy,
neanche un momento."
È vero. Spike si ritrova a pensare a Angel, a quando ha perso
l'anima. Doveva essere stato così anche per lui, dimenticare tutti i
dolori, almeno per un po', non pensare più a niente, se non a lei.
Sì, se avesse avuto anche lui la maledizione, avrebbe perso l'anima
quella notte con Willow. Non c'entra l'amore, solo dimenticare la
sofferenza. Se fosse stata un'altra, sarebbe stato uguale.
Questo pensiero, chissà perché, lo rende triste.
Anche Willow si è persa nelle sue riflessioni. Vorrebbe chiedergli se
le ferite gli fanno ancora male, ma si vergogna troppo, perché è così
che tutto è cominciato, la sera prima. ... Come vanno le ferite? ...
Ti fanno male? ... Fammi vedere se posso fare qualcosa ... Ti fa male
se tocco? ...
Willow scuote la testa per scacciare quei pensieri, poi con
entusiasmo esclama: "Ho fame! Tu?"
Spike la guarda come se fosse impazzita, e scuote la testa.
"Bè, meglio così! Non avrei proprio saputo dove trovarti da mangiare!
Ti va comunque di accompagnarmi a fare colazione? Possiamo andare
alla caffetteria del campus, ci si arriva senza dover uscire
dall'edificio, e se fai attenzione alle finestre..."
"D'accordo."


Willow sorseggia il suo caffè, dopo la scorpacciata di pan-cake con
sciroppo d'acero. Si sente euforica, e anche in colpa per questa
sensazione.
Spike era taciturno all'inizio, ma si è fatto contagiare, e anche lui
è contento di stare lì. Con Buffy non ha mai fatto cose del genere.
Con nessuna ragazza ha mai fatto cose del genere, per la verità. E la
compagnia di Willow, quella mattina, seduti ad un tavolo un po' in
ombra, nel locale affollato, gli fa davvero bene. Soprattutto, fa
bene alla sua neoacquisita anima.
Parlano del più e del meno, scoprendo un sacco di interessi comuni.
In effetti Spike si accorge con un certo sgomento che Willow è
proprio il genere di ragazza che avrebbe potuto far felice William.
Non è più tanto sicuro che con un'altra sarebbe stata la stessa cosa.
Questo pensiero un po' lo spaventa. Però un po' anche lo rasserena.
Willow continua a palare, le sembra di non essere stata mai più
loquace in tutta la sua vita. Il discorso le cade su Tara, e per la
prima volta, da quando è morta, riesce a pensare a lei senza soffrire
troppo. Ricorda tutte le cose belle, tutto quello che amava in lei,
come la faceva sentire. Ha rotto l'argine, e non riesce più a
smettere di parlare di lei. Spike sorride, annuisce: "Anch'io ho
sempre pensato che Tara fosse una persona meravigliosa. Sei stata
fortunata ad incontrarla, e a innamorarti di lei" e così dicendo le
prende la mano che Willow teneva appoggiata sul tavolo, ed incrocia
le dita con le sue, sorridendo. La ragazza rimane un po' colpita dal
gesto, ma non lo allontana.
"Tu, invece?"
"Io sono stato piuttosto sfortunato. Da vivo mi sono innamorato di
una donna che mi riteneva troppo inferiore anche solo per farle la
corte. Poi c'è stata Drusilla. Non credo di aver bisogno di
commentare. E poi c'è stata Buffy...
"C'è stata? Oppure c'è ancora?"
"Entrambe. Bè, direi che sia il caso di essere del tutto sinceri: io
amo ancora Buffy, disperatamente. Ma ormai mi sono messo l'anima in
pace, nel vero senso della parola."
"Davvero?" Willow è incredula.
"Sì, te l'assicuro. Vedi, io so di aver sbagliato, e di meritare
quello che sto passando. Però ora che sono lucido, e c'ho riflettuto,
penso che un po' lo stavo già scontando, anche senza anima. E nessuno
l'ha apprezzato, avete continuato tutti a trattarmi di merda.
Soprattutto Buffy. Se non fosse stata così crudele con me, io... non
avrei mai cercato di farle del male. Con questo non voglio
assolutamente giustificarmi, ma...", non riesce a trovare le parole
adatte per spiegarsi. Sospira, guarda Willow negli occhi, e quello
che vi legge lo spinge a continuare: "Quello che voglio dire è che
evidentemente mi sbagliavo: un'anima non cambierà le cose. Quando ero
completamente fuori di me, e volevo uccidermi abbracciando quella
croce, lei se n'è andata. E le avevo appena detto di avere un'anima.
E allora ho capito: non le importerà mai di me. Non mi amerà mai,
nemmeno ora che per lei mi sono fatto ridare l'anima. Per cui ho
deciso di smetterla di illudermi. Tanto, soffrirei comunque."
L'ultima frase l'ha detta sorridendo, ma con la voce un po'
incrinata. Willow gli stringe un po' più forte la mano, e sorride
anche lei: "Ok, come hai detto tu, siamo sinceri. Io amo Tara. E non
credo che la dimenticherò mai. Anche perché non voglio dimenticarla.
Ma lei è morta. E io ho ucciso il suo assassino. Non credo ci sia più
niente che posso fare, a parte cercare di stare meglio. E con te,
pare che mi riesca piuttosto bene"
"Anche io sono stato bene. Se devo essere sincero, ho sempre avuto un
debole per te, dalla prima volta che ti ho vista, quella sera al
Bronze. Sarà per questo che ti ho rapita quando ero disperato per via
di Dru. E anche quando volevo vampirizzarti... non che sia una cosa
di cui mi vanto, naturalmente, anzi, sono davvero felice che mi
abbiano messo quel chip appena in tempo."
"Io invece ti ho odiato fin dal primo momento", dice Willow, sempre
sorridendo.
"Bè, non posso certo biasimarti..."
"E avevo anche paura di te. Molta. Ma mi hai fatto tanta pena quando
piangevi per Drusilla, e sei stato tanto carino a consolarmi quando
pensavo che se non potevi mordermi era per colpa mia..."
Spike ride: "Già, visti dall'esterno, dovevamo essere proprio comici!"
Ridono entrambi, poi, tornata seria, Willow continua: "E poi, ho
visto come sei cambiato, in questi ultimi due anni. L'estate che
Buffy non c'era, non so come avremmo fatto, senza di te. E, hai
ragione, nessuno ti ha ringraziato. Mi dispiace. Poi l'altra sera,
quando ti ho visto così disperato... mi hai ricordato me. Ho capito
che soffrivi per il mio stesso dolore, solo... molto più grande.
Penso sia per questo che ti ho baciato. Perché in quel momento
sentivo che eravamo così uguali, così uniti..." Willow non arrossisce
più al ricordo del bacio, e lo guarda dritto negli occhi: "Forse mi
sbagliavo. Forse non era proprio 'niente', visto quello che è
successo stanotte"
"Sì, lo credo anch'io."
Rimangono per un po' a fissarsi in silenzio. Spike con il pollice le
accarezza il dorso della mano.
"Non so chi una volta ha detto che due infelicità, sommate, possono
fare una felicità. Io penso che è questo che ci sta succedendo.
Avevamo bisogno entrambi di qualcuno che potesse capirci, e
consolarci. Io credo che... se stare insieme ci fa stare così bene...
e non parlo solo del sesso, ma anche di come mi sento in questo
momento... Insomma, se stiamo bene, forse dovremmo continuare a stare
insieme. Che ne dici?"
"Io penso... a cosa diranno Buffy e Xander... e penso che per me è
importante. Sono i miei migliori amici, e ci tengo a loro. Ma non
possono decidere della mia vita. Se mi vogliono bene, capiranno."
Spike sorride felice. Temeva che gli proponesse un'altra relazione
clandestina, e lui non ne può più di nascondersi. Si sporge sul
tavolo e la bacia dolcemente sulle labbra. Poi le chiede: "Che
progetti hai per l'immediato futuro?"
"Non lo so, non ho ancora deciso."
"Ti andrebbe di andare a Los Angeles con me?"
"A Los Angeles?"
"Sì. Avrei bisogno di... chiarimenti, diciamo così, da qualcuno che
di anima e senso di colpa, ne sa parecchio."
"Hai intenzione di andare da Angel? Credevo che lo odiassi!"
"Sì, ma da quando ho l'anima non riesco ad odiare più nessuno. Tutta
colpa del vecchio William, era troppo buono!"
"Va bene, d'accordo. Quando partiamo?"
"Stasera, se per te va bene. Se è troppo presto, però, anche..."
"Stasera va benissimo. Tanto non ho ancora del tutto disfatto le
valigie. Devo solo sbrigare un paio di cose, e ho qualcuno da
salutare."
"Ah, sì, in effetti anch'io devo parlare con qualcuno. Anzi, dovresti
farmi un favore.."


A Willow sembra ancora strano che il Sunnydale High sia stato
ricostruito. Era abituata al fatto che non ci fosse più un liceo lì.
E invece l'hanno riedificato. Hanno ragione, bisogna andare avanti. E
lei è pronta a ricostruire sulle macerie della sua vita distrutta, un
nuovo futuro, se non proprio felice, quantomeno sereno. Con Spike.
Almeno per ora.
Suona la campanella per la fine delle lezioni, e i ragazzi cominciano
ad uscire. Willow cerca Dawn con lo sguardo. Eccola, le fa un cenno
per farsi notare, Dawn saluta gli amici e le va incontro.
"Ciao Will! È successo qualcosa? Come mai sei qui? Ti manda Buffy?"
"No. Per la verità vengo per conto di qualcun altro. Spike mi ha
chiesto di venirti a prendere, perché vuole parlarti e.. bè, è
giorno, lui non poteva venire..."
Willow si incammina, e Dawn la segue. La ragazzina è un po' stupita.
<Prima Willow aiuta Spike quando è completamente impazzito, e neanche
Buffy era riuscita a fare niente. Poi Spike mi telefona per chiedermi
dov'è Willow. E ora la usa anche come messaggera...Dawn non ci vede
chiaro: "E perché Spike vuole parlarmi? Ma... sta bene, ora, vero?
Non è mica impazzito di nuovo?"
"No, si è completamente ripreso, a parte le ustioni che ancora gli
fanno un po' male."
"E dove sta, adesso?"
"In questo momento, nella mia stanza all'università."
"Ah." Dawn non ne è troppo sorpresa "E.. come mai?"
"È venuto da me ieri sera, e si è.. trattenuto. Vedi, Dawn... io e
lui abbiamo deciso di... provare a stare insieme."
"Vuoi dire insieme *insieme*?"
Willow annuisce.
<Allora avevo ragione. C'era qualcosa che non andava!"Ma io credevo
che tu e Tara... e lui e Buffy..."
"Io e Spike non ci amiamo, se è questo che vuoi sapere. Ma io non
potrò mai più stare con Tara, e lui non potrà mai stare con Buffy, e
abbiamo visto che stando insieme ci.. aiutiamo a vicenda a superare
la solitudine e... il dolore. Non ci facciamo illusioni. Però, per
ora, stiamo bene, per cui..."
Willow sorride come se fosse la cosa più normale del mondo, ma in
effetti aveva un po' paura di come l'avrebbe presa Dawn. La ragazza
rimane silenziosa per tutto il resto del tragitto. Arrivate, Willow
la saluta.
"Dove vai?", le chiede Dawn.
"Penso che dovreste stare un po' da soli, avete un sacco di cose di
cui parlare. Sarò qui in giro, se mi cercate."
Dawn entra e rimane qualche momento sulla soglia, per abituare gli
occhi all'oscura penombra della stanza. Spike è in piedi, davanti al
letto. Deve essersi alzato appena l'ha vista, per andarle incontro,
ma qualcosa l'ha bloccato, ed è rimasto fermo lì, e le sorride, quasi
timoroso.
"Ciao, Dawn. Grazie di essere venuta."
"Willow ha detto che volevi parlarmi."
"Sì. Io... ecco............ Mi sei mancata, briciola"
E a lei è tanto mancato sentirsi chiamare così. Corre ad
abbracciarlo, e lui le accarezza i capelli. Quando Dawn si stacca per
guardarlo in faccia, Spike si passa veloce una mano sulla guancia, ma
lei ha notato lo stesso i suoi occhi lucidi.
"Credo di avere.. un sacco di cose da raccontarti, vero?", le dice
lui, serio, nonostante il sorriso che non riesce a togliersi dalla
faccia.
"Bè, tanto non ho nulla da fare!"

"Senti, non ho detto che staremo via un'eternità! E poi andiamo solo
a Los Angeles, non è mica tanto lontano! Devi portarti proprio tutta
questa roba?"
"Andiamo, che fastidio ti danno una o due valigie in più? Il fatto è
che non so a cosa andiamo incontro. Anche a Los Angeles lavorano le
forse del male. Bisogna essere pronti ad ogni evenienza, no?"
"Sì, certo. Tanto l'uomo di fatica lo faccio sempre io! Ok, ho
caricato tutto, mi sembra. Sei pronta?"
"Sì." Willow ha fatto tutto quello che doveva fare, anche la cosa più
importante: parlare con Xander e Buffy. È stato molto più facile di
quanto aveva immaginato. Alla fine, a modo loro, l'hanno capita, e
hanno accettato la sua decisione. Buffy le è parsa forse un po'
gelosa, ma cercava di nasconderlo. Xander le ha chiaramente detto di
non approvare la cosa, ma le ha detto anche che si fida di lei, e
delle sue decisioni.
Sono ancora i suoi migliori amici, questo almeno non è cambiato. Per
il resto, Willow ha rinunciato a sperare che tutto possa tornare a
essere come prima. Ha anche capito, però, che questo non significa
che non potranno comunque continuare a volersi bene. Si sono salutati
con affetto, e lei ha promesso di tornare presto. Ora è pronta a
partire. O quasi.
"Mi manca solo un'ultima persona da salutare."
Spike annuisce: "Ok, andiamo."
Camminano fianco a fianco lungo il viale del cimitero, Spike dando
sempre un'occhiata intorno per controllare che non ci siano vampiri.
Arrivati alla tomba, si ferma a qualche metro di distanza. Willow si
volta, lui le sorride: "Vai. Io aspetto qui."
La ragazza avanza lentamente, poi si inginocchia davanti alla tomba
di Tara, e inizia a parlarle sottovoce. Spike la osserva, pensando a
quante volte lui aveva fatto la stessa cosa sulla tomba di Buffy. Ad
un certo punto gli sembra che Willow sta parlando di lui. Non può
fare a meno di sorridere.
Dopo aver deposto un bacio sulla lapide, Willow si allontana e torna
da Spike. Lui le posa un braccio sulle spalle, e si incamminano
diretti alla deSoto colma dei bagagli della ragazza. Mentre stanno
salendo in macchina, Willow gli dice: "Sai una cosa, Spike? Se ti
avessi conosciuto come sei adesso prima di incontrare Oz, penso che
mi sarei innamorata subito di te. Sotto certi aspetti sei molto
simile a lui."
"Oz sarebbe il licantropo?"
"Sì."
"Mhm. Mi spiace, ma io non ci vedo proprio nessuna somiglianza."
Willow ride: "E invece c'è, fidati!"
Spike mette in moto, e partono insieme alla volta di Los Angeles.
"Sai cosa pensavo io invece stamattina?"
"Cosa?"
"Credo proprio che tu sia il tipo di ragazza che avrebbe fatto
innamorare follemente William."
"William? Vuoi dire tu quand'eri vivo?"
"Esattamente."
"Ma.. scusa: non è la sua anima quella che hai adesso?"
"Bè, sì. In effetti, è proprio così."

FINE