.:: Nozze a Las Vegas ::.


Autore: rogiari2001 (rogiari@inwind.it)

Dedicato a Raffa (Spikelady), perché per le mie fanfic è come “un cane da tartufo...” [N.d.Webmistress: Grazie, che onore!]

Sommario: E’ il seguito della fanfiction “Qualcosa di nuovo”. Novembre 2002 (inizio della settima
stagione) Buffy ed Angel tentano di sposarsi, ma si devono scontrare con i seguenti nn. 3
interrogativi: 1. Buffy ha davvero dimenticato Spike? 2. Spike potrebbe davvero innamorarsi di
Willow? e 3. L’ancoramento dell’anima di Angel ha davvero avuto successo?
Spoiler: Tutte e 6 le stagioni di BTVS, e tutte e 3 le stagioni di Angel.
Shipper: Diciamo che c’è un po’ di confusione…ce n’è per tutti!
Rating: vietato ai minori di 14 anni, direi
Disclaimer: Tutto di Joss Whedon, ME, e quant’altri lo possiedono e NON lo trasmettono…
Feed – back: sempre super gradito


BUFFY ANNE SUMMERS LIAM MAHONEY
La invitano a festeggiare le loro nozze presso la Cappella Nuziale del Casinò “Ring of
Fire”
Strip, Las Vegas
Venerdì 22 novembre 2002
Novembre 2002.
Prologo.

Ho i documenti!”
Angel buttò la busta bianco sul tavolo da cucina della casa di Revello Drive, e Buffy sollevò su di
lui i suoi grandissimi occhi verdi.
Poi, con dita reverenti, la cacciatrice aprì la busta e ne trasse alcuni fogli con i timbri della
Repubblica Irlandese.
Mr. Liam Mahoney, anni 34, nato a Dublino il 21 ottobre 1968. Carta verde, in regola. Licenza
matrimoniale, in regola. Esami del sangue, in regola.
Uau!!! gridò Buffy, lanciando in aria i preziosi documenti falsi che Lorne era riuscito a procurargli.
Angel la baciò, assaporando le sue labbra gustose di peperoni e pomodori dall’insalata che stava
preparando per cena, e la strinse a sé. “Ho anche i biglietti aerei. Suite presidenziale al “Ring of
Fire” Casinò sulla Strip. Tra tre giorni ci sposiamo!”
“Uhm” protestò Buffy, bocca contro bocca. “Lasciami stare, adesso, o non arriveremo mai alla
prima notte di nozze”
“Io sono un vampiro cattivo…e non do’ retta ai pareri delle mie vittime!” Angel sorrise, se la buttò
sulle spalle e la portò sulle scale fino alla sua camera. “Ed ora, tesoro mio , esercitiamoci!”
Un brivido scosse involontariamente Buffy, scaraventata sul letto ed ansimante. Qualcosa in lui, di
tanto in tanto, non poteva fare a meno di ricordarle Angelus.
Poi, Angel sorrise, e lei scordò di nuovo tutto.

Sai coniugare il verbo “allez”? Bene?” indagò Willow, con la solita, adorabile pedanteria.
Spike alzò gli occhi al cielo, e si affrettò a polverizzare il vampiro. Se solo lei non si fosse ostinata
ad usare la telepatia, e ad arrampicarsi – come al solito – sui tetti delle cripte, quella sarebbe stata
una serata tranquilla.
A parte la grammatica francese.
“Datti pace, Rossa” le disse, mentre si toglieva la polvere di dosso. “Il tuo francese, per quanto
scorretto, è delizioso. Magari non lo parli, ma lo fai bene…”
Willow fece la sua “faccia dura”. E poi, gli tese le braccia come un bimbo piccolo ansioso di farsi
abbracciare. Spike la tirò giù senza sforzo dal tetto della cappella funeraria del Pere Lachaise, e si
avviò con lei verso l’adorabile pensioncina dove abitavano da circa un mese.
“Vedi” le disse lui, e poi si chinò verso la sua bocca, invadendola con la sua lingua. “Francese
perfetto”
“Uhm” protestò Willow. “Non abbiamo ancora finito. Mi manca tutta la III coniugazione… ”
“Te la mostro io…”
“Tu, essere pervertito…andiamo!”
Corsero entrambi ridendo verso casa. Quel mese in Francia era trascorso come in un sogno. Willow
aiutava la sua caccia con le inesauribili risorse della sua magia, ed insieme trascorrevano notti da
favola. Per non parlare dei gusti intellettuali di lei, stranamente affini ai suoi. Scoprivano cibi, libri,
opere d’arte, e sesso.
E stavano bene, cercando di non pensare troppo al passato, ed ancor meno al futuro.
“Ho una sorpresa per te” gli disse Willow, quando furono nella loro deliziosa, piccola camera.
“Chiudi gli occhi”
“Attenta” rise lui, ubbidendo. “Sei fai la cattiva, piccola streghetta che non sei altro, ti prendo a
sculacciate”
“Ohhh…” esclamò lei. “Me lo prometti?”
Spike rise, sempre ad occhi chiusi.
Passò un istante, e nel mentre lui annusò del fumo che lo fece starnutire. Poi, la voce di lei giunse
come…camuffata.
“Riapri gli occhi”
Lui ubbidì.
E gelò.
Dinanzi a sé c’era Drusilla.

Non farlo mai più!” le disse, arrabbiato.
“Sono solo io…Willow. Mi sono trasformata in Drusilla. Ho assunto le sue sembianze. Non ti va di
fare l’amore con me, ora? Come ai vecchi tempi?”
Ma Spike non la stava più a sentire. Che razza di fantasia, era quella? Assumere le sembianze di una
vampira solo per …un giochetto sessuale? Non era nemmeno divertente.
Glielo disse.
“Non voleva esserlo, infatti” rispose Drusilla – Willow, ancora più bella di quanto ricordasse.
“Volevo darti la possibilità di realizzare una fantasia. La mia magia non è più cattiva…non credi?”
“Willow, questo è sbagliato! “ le disse lui, malgrado tutto intrigato dai strani meccanismi della sua
mente.
“Oh, chi mi ricordi” rise lei, e pouf, apparve qualcun altro.
Buffy.
Spike impallidì. “Questo gioco mi piace sempre meno” le disse infine, e raccolse il suo spolverino
ed uscì.
Willow tornò alle sue sembianze originali, e si sedette sul letto, sconsolata.
A quanto pareva, in amore non ne combinava una giusta.

Non puoi parlare sul serio” disse Anya, guardando desolata la campagna verdissima che si
stendeva di fronte a lei. “Non verrò mai a vivere qui!”
Giles cercò di farla ragionare.
“Anya, mi manca la mia Inghilterra. Dopo sei anni di California, voglio starmene tranquillo qui a
Bath, godermi la mia caccia, la mia pesca, i miei libri. Non ti ho mai ingannato, al riguardo. Sapevi
che il Magic Box, per me, era una situazione provvisoria”
“Sì” ragionò l’ex demone “Ma questo era prima che noi…insomma…che noi stessimo insieme.
Pensavo avessi cambiato idea. Pensavo che saremmo tornati a Sunnydale. E che questa, qui a Bath,
sarebbe stata solo una vacanza”
“Anya…è il momento di parlarci chiaro. Voglio stare con te, ma voglio anche sistemarmi in una
situazione che mi aggradi, possibilmente nel mio paese d’origine. Capirò se non dovessi accettarlo.
Ma non ho più vent’anni, e questo tipo di decisione non è purtroppo sindacabile”
Lei lo fissò. Giles sollevò una mano, e le accarezzò il volto. Lei sembrava giovanissima, e lì in
Europa più di una volta aveva sorpreso la gente a fissarli stupiti. In verità, Anya era estremamente
matura ed aveva vissuto in mezzo agli uomini per millenni.
“D’accordo. Per un po’, almeno. Vediamo come va. Aprirò un negozio anche qui, e se gli affari
vanno bene, se ne può parlare” si arrese lei, un po’ imbronciata.
“Bravissima” Rupert si chin ò, e la baciò. Anya si perse come sempre nel bacio, e per un po’
dimenticarono la loro lite.
Ancora sconsolata, ed ancora sola, Willow aprì il suo laptop e scorse la posta elettronica.
C’era un messaggio di Buffy.
“Oh, mio Dio” disse solo, quando lo ap rì. Era una partecipazione di matrimonio. Miss Buffy Anne
Summers e Mr. Liam Mahoney si sposavano venerdì, 21 novembre 2002 presso la Cappella Nuziale
del Casinò “Ring of Fire” di Las Vegas. Era gradita la partecipazione, ove possibile, della signora
Willow Rosenberg ed accompagnatore”
“Oh, mio Dio” ripeté Willow.
Buffy si sposava con Angel.
E lei e Spike erano invitati.
1. Welcome to Las Vegas.
Buffy non credeva ai suoi occhi.
File e file di luccicanti, imponenti casinò. Limousine grosse come il suo salotto. Prostitute belle e
chic come principesse. Portieri risplendenti nelle loro divise gallonate.
E lei, che non era mai stata fuori dalla California in vita sua, si sentì una piccola provinciale.
Ma per poco.
“Sei pronta?” le disse Angel, con il suo sorr iso più sexy. “Sei magnifica”
Buffy si tirò sulle cosce l’orlo del miniabito di Versace che lui le aveva regalato, e gettò indietro i
capelli. Era pronta per stenderli tutti.
“Andiamo” disse, mentre il suo fidanzato affidava la sua Porsche grigia ad un pos teggiatore nella
livrea scarlatta del casino “Ring of fire”.
Come lasciava intuire il suo nome, l’ambientazione country – western distingueva l’imponente
complesso, costituito dal casinò, due alberghi, e tre ristoranti, compresa una cappella nuziale, dagli
analoghi, e più pretenziosi, casinò attigui, come il Caesar’s Palace e le fittizie ricostruzioni
veneziane e parigine.
A Buffy non dispiaceva. In fondo, lei era una all american girl.
Voglio ballare tutta la sera, pensò Buffy mentre, al braccio di Angel, elegantissimo nel suo consueto
completo nero, entrava nel casinò, talmente illuminato da farle socchiudere gli occhi e ricordarle,
suo malgrado, una battuta di Spike sui demoni ai quali piacevano le luci fluorescenti.
No, Spike no, si disse Buffy. Il suo nome ed il suo ricordo appartenevano al file del suo cervello dal
nome “vietato l’accesso”. Soprattutto ora che lui stava con Willow.
Non li aveva invitati al matrimonio per sbattergli in faccia la solidità del suo legame con Angel...in
verità, non capiva neanche lei perché l’avesse fatto. Piuttosto, le sembrava che la sua scelta
matrimoniale non sarebbe stata pienamente giustificata, se prima non avesse in qualche modo
chiuso il suo rapporto con Spike.
“Andiamo nella nostra stanza?” le chiese Angel, dondo landole davanti agli occhi, come un qualche
simbolo fallico, la grossa chiave dorata della loro suite Texana. Buffy sorrise, tenendogli la mano, e
salirono su fino al ventiquattresimo piano baciandosi fino a rimanere, lei soprattutto, senza fiato.
Quando furono nel loro appartamento, Buffy fu esilarata nello scoprire che era l’ambiente più
assurdo, pacchiano ed eccessivo che avesse mai visto in vita sua. Metri e metri di velluto rosso e
finti broccati dorati, a ricostruire l’illusione di un bordello del Wes t. Per le signore, erano anche
stipati in uno degli armadi preziosi corsetti di pizzo bianco da indossare di notte, omaggio della
casa.
“Pensano a tutto, vedo” rise Buffy, mostrandone uno ad Angel.
“Deve essere un pensierino di Lorne” sorrise lui. “Deve av er saputo del recente ancoramento della
mia anima. Beh, è stato previdente. Credo proprio che lo gradirò...indosso a te”
“Uhm” fece lei, socchiudendo gli occhi “Non prima che lei sia mio marito, signore”
“Come vuoi. L’attesa rende più intensa la soddisfaz ione”
Buffy sorrise di nuovo, e si recò nel bagno, per esplodere in nuove risate estasiate. La vasca da
bagno era un’imponente manufatto di smalto bianco, con piedini dorati, e lei non aveva mai visto
tante boccette colorate in vita sua. Profumi, lozioni, smalti...c’era di che far girare la testa ad una
ragazza!
“Vieni” le disse Angel. “Lorne ci aspetta. Avremo tempo dopo per usare tutto questo...insieme, se lo
vorrai”
Lei annuì e lo seguì giù verso il casinò. Vicino alla sala del baccarat c’era un piccolo night club, il
regno di Lorne, che era stato recentemente nominato direttore artistico del casinò.
Con orrore, Buffy si avvide che anche qui c’era un karaoke.

Non canterò” disse Buffy, fermamente, gli occhi grandi ed impauriti che passavano da Angel a l
suo amico Lorne. L’aspetto inconsueto del demone sfuggiva del tutto ai turisti, più interessati alle
lap dancers ed alle slot machines, ma non certo agli occhi esperti di Buffy.
“Devi” le disse gentilmente quest’ultimo. “Non accetto rifiuti. Avete avuto la suite Texana...ora
dovete ricambiare. Ed i miei ospiti devono cantare”
“Sono stonata” si difese debolmente lei.
“Buffy...Lorne sta facendo molto per noi. I documenti, l’albergo, la cappella...ti prego,
accontentalo”
“Dopo di te!” replicò lei.
Angel la accontentò.

Are you lonesome, tonight?”
intonò Angel, con movenze da finto Elvis, ed una voce gradevole, roca al punto giusto, ma assai
poco intonata ed estesa. Buffy si mise le mani sulle orecchie ridendo, e qualcuno dalle retrovie
fischiò. Storpiare the King con un accento irlandese non era il massimo della genialità nella sua
città.
Lorne ascoltava il suo amico vampiro cantare, senza battere ciglio. Quello che il suo cervello
registrava non erano tanto le note, quanto le intenzioni del cuore, le uniche che davvero giungessero
fino a lui. Il vero motivo per cui aveva insistito per sentire cantare i due fidanzati era perché le sue
antenne captavano l’esistenza di problemi irrisolti tra i due.
Non che non ne avessero motivo. La loro storia era tra le più difficili immaginabili, e fino a pochi
mesi prima la maledizione di Angel ancora li aveva divisi. Lorne non sapeva molto di Buffy, e della
sua vita dopo Angel, ma sapeva che era già morta. Due volte.
Non voleva altri problemi per loro. Davvero non li voleva.
Purtroppo....
La folla applaudì moderatamente, le donne conquistate dalla sua bruna, misteriosa avvenenza, e gli
uomini placati dalle scuse sussurrate di Angel per aver massacrato la canzone del Re.
Ora toccava a Buffy.
La ragazza salì sul palco tremando, osservando con occhi sbarrati il video su cui scorrevano le
parole della canzone scelta. Quando le note di Billy Joel si diffusero per il piccolo locale, tutti
l’ascoltarono. La sua voce era modesta, e poco estesa, ma ben intonata e nell’insieme gradev ole.
“Don’t go changing
Non cambiare
To try to please me
Per piacermi
You have never let me down before...uhhh”
Non mi hai mai deluso, finora”
Lorne spalancò gli occhi. Questa sì che era una svolta inattesa.
Buffy precedette Angel nella loro suite, mentre il vampiro si accomiatava da Lorne.
“Allora, soddisfatto? Ci hai fatto cantare tutti e due. Qual’è il responso?”
Lorne fissò il suo amico. “Davvero vuoi saperlo?”
Angel annuì. “Ora o mai più. Visto che dopodomani ci sposiamo...quale momento migliore?”
“Angel...sono preoccupato per te”
“Perché?” Angel aggrottò le sopracciglia, stupito.
“Angelus sta lottando per venire alla luce. L’ancoramento non lo fermerà in eterno, anche se la tua
volontà è molto forte e tenace”
“Ne sei convinto?”
“Ciò è questo che di ce il tuo cuore. Ed il cuore, a differenza dell’anima, appartiene ad entrambi”
Angel scosse il capo. Fino a che lui sarebbe stato vitale, Angelus non avrebbe vinto.
“E Buffy? Se non sono indiscreto...”
Lorne sospirò.
“Non so se faccio bene a dirtelo”
“Ti p rego. Ti prometto che lo rivelerò anche a lei. Non sarà un segreto, non temere”
Lorne si fece coraggio. “Mi dispiace dovertelo dire, ma Buffy...Buffy ha ancora dei sentimenti
irrisolti per un altro uomo. Non dico che non ti ama...perché ti ama sinceramente, forse anche più
profondamente di quanto tu immagini. Ma c’è una storia non conclusa nel suo passato che la fa
soffrire”
Angel non disse nulla. Aveva il forte, strisciante sospetto che non si trattasse di Riley.
Senza parole, ma cupo in volto, si diresse verso la suite.
2. Are you lonesome, tonight?
Buffy stava togliendosi il miniabito nero, quando Angel entrò nella loro suite. Lei si voltò ancora
eccitata per aver cantato, e rossa in volto.
“Non me la sono cavata troppo male, vero?” gli chiese, sollevan do verso di lui occhi brillanti per
l’emozione. “Oh, lo so che sono un disastro come cantante, ma è stato più divertente di quel che
credessi...che c’è?” si interruppe, notando la sua espressione corrucciata. Beh, più corrucciata del
solito.
“Sì, hai canta to” disse Angel, con voce piatta, e si servì un whisky dal mobile bar. Lei si stupì,
perché non l’aveva mai visto bere. Non era certo Spike...Spike, a quel punto, si sarebbe attaccato al
collo della bottiglia ed avrebbe urlato, se qualcosa fosse andato per il verso storto.
Angel era invece molto più abituato ed incline a reprimere le proprie emozioni.
“C’è qualcosa che non va?” le chiese Angel, guardandola dalla penombra con quello sguardo freddo
che lui, a volte, improvvisamente assumeva e che tanto la metteva a disagio. I suoi denti bianchi
splendevano alla tenue luce proveniente dalla porta della stanza da bagno, lasciata aperta da Buffy.
“Con noi? Con me?”
Buffy gli si avvicinò, finendo di togliersi il vestito e restando in sottoveste. Era un’immagine
seducente, provocante...ma l’espressione tesa di lui non si sciolse.
“Non sono abbastanza uomo per te? Al nostro rapporto manca qualcosa? Non ti soddisfo, a letto?
Non come...”
“Basta!” lo fermò Buffy, arrossendo. “Hai bevuto, forse?”
“Io non bevo mai. Credo che tu mi stia confondendo con qualcun’altro”
“Angel” disse lei, chinandosi di fronte a lui, e prendendogli le mani fredde, più fredde del solito, tra
le proprie. “Io ti amo. Stiamo per sposarci. Non ti confronto e non ti ho mai confrontato con nulla e
con nessuno. Perché fai così?”
“Sei sicura, Buffy? Davvero sicura che non ci sia nessun altro nel tuo cuore?”
Lei impallidì. “Sei stato lontano da me cinque minuti, e torni così. Cosa diavolo è successo?”
“Lorne ha un peculiare talento, mia cara. Riesce a le ggere il cuore di coloro che cantano”
“E cosa avrebbe letto, nel mio? Sentiamo!” Furiosa, a braccia conserte, Buffy fissò il suo promesso
sposo.
Lo sguardo ambrato di Angel si perse nel bicchiere...che poi lui scagliò lontano, con un gesto
violento, che non gli apparteneva. Si alzò, elegante e letale come un grosso felino, e la spinse via da
sé.
“Tu pensi ancora a lui”
“Riley?” indagò Buffy, stupita.
“Spike” la corresse Angel. “Lo sapevo che sarebbe stato lui. Se esisteva qualcuno al mondo che
potesse rubarti a me...doveva essere quel bastardo. Povero Spikey...Drusilla lo ha lasciato. Per me.
Ed allora lui si è vendicato”
Buffy non credeva alle sue orecchie.
“Drusilla? Drusilla l’ha lasciato per Angelus...non per te!”
“Credi che sia molto diverso? Io, Ange lus...siamo la stessa cosa, Buffy. E prima lo accetterai,
meglio sarà per tutti”
“No” lei fissò, scuotendo il capo. “Ti amo con tutta me stessa, ma ti amo proprio perché amo
Angel...quel demone è il mio peggior nemico, ed ai miei occhi non sarai mai tu”
“Le cose cambiano, Buffy” le rispose lui. “Potrebbe vincere lui, lo sai. La mia anima è ancorata al
mio corpo con un filo sottile, un filo che si potrebbe spezzare da un momento all’altro...ed il
demone potrebbe risorgere. Ed in quel caso, quale sarebbe la tua soluzione? Un paletto nel cuore?
Od un chip nella testa, come con Spike? Magari, il mio demone ti piacerebbe più di me, come è
stato con lui...”
“Io non amo Spike, e non penso a lui” insistette Buffy, ferita dai suoi modi e dalle sue parole.
Angel la fissò. “Tu menti”
Buffy lo guardò per un interminabile istante, i verdi occhi luccicanti di rabbia. Poi, raccolse il
miniabito da terra e lo indossò nuovamente.
“Credo che, dopotutto, proverò qualche slot machines. Abbiamo bisogno di qualche ora di
riflessione. Io, almeno”
Angel non rispose. Non appena lei fu uscita, si servì un altro drink.
Furiosa, Buffy non si accorse di andare a sbattere contro una donna alta e bella, con corti capelli dai
riflessi dorati.
“Ehy, stai più attenta....Buffy! Oh, mio Dio ! La sposa promessa!”
Buffy mise lo sguardo a fuoco sul bel viso di Cordelia, elegantissima in un vestito di seta azzurra.
“Cordy...sei arrivata. Ne sono contenta”
“Pensavo di venire a salutarvi domani mattina...sai come si dice, “non disturbare”. Dov’è il mio
capo?”
“A letto” mentì Buffy, con un forzato sorriso. “Io non mi sentivo...di dormire. Sai, il solito
nervosismo della futura sposa...”
“Wes è sempre uccel di bosco, e Gunn e Fred stanno tenendo il campo a Los Angeles. La tua
famiglia, invece?”
“Vengo no Xander e Dawn.” Si affrettò a spiegare Buffy. “Oh, e Willow. E Sp...Spike. Anya e
Giles sono in Inghilterra, e quindi...”
“Deve essere stato un colpo per Xander” commentò Cordelia. “Chi se lo sarebbe immaginato. Il
signor Giles...e quella Anya! Beh, non che non se lo sia meritato...d’accordo, è successo secoli fa,
che mi lasciasse, ma un po’ mi brucia ancora. Sembra che capiti sempre a me”
Buffy arrossì.
“Scusami. Abitudine al lamento” sorrise Cordelia. “Andiamo, è tutto pronto. Ho comprato un
vestito favoloso per le tue nozze.”
“Ti ringrazio, Cordelia.”
“Ma ti pare”
Le due ragazze si salutarono, e Cordelia si affrettò a raggiungere la sua stanza.
Buffy voltò meccanicamente lo sguardo verso le telecamere, discretamente disposte negli angoli del
soffitto.
E poi si allontanò.

La bionda, quella piccolina, è la sposa” stava spiegando Lorne al suo capo. “L’altra, quella alta, è
Cordelia. Socia di Angel all’agenzia, sua ex....qualcosa. Abbandonata per Buffy”
“Davvero non capisco perché.” Osservò con il suo buffo accento Goran Kalder, direttore del
Casinò. “Roba di prima qualità”
“Uhm...Cordelia ha un certo temperamento. Non amerebbe sentirsi definire tale”
Negli occhi grigi del croato passò un lampo. Sapeva lui come trattare le donne di temperamento.
Erano le sue preferite.
Lorne si allontanò, e Goran continuò a fissare la piccola Buffy vagare come un’anima in pena per i
saloni illuminati.
A quanto pareva, le due colombelle avevano litigato.
Tutto secondo i piani.

Cielo, il servizio è di prim’ordine qua dentro” pensò Cordelia, quando trovò in attesa nella sua
lussuosa stanza dello champagne in fresco e rose rosse a profusione.
Prese il biglietto tra le dita, aspettandosi che fosse di Lorne, e si stupì quando lesse il messaggio.
“Un semplice omaggio, inde gno della tua bellezza. G.”
“Gunn?” si chiese la ragazza. “Non è possibile. Fred non gli toglie gli occhi di dosso. Ed allora,
chi?”
Poi, persa nelle mille delizie della sua sala da bagno, non ci pensò più.

Buffy?”
Angel si tirò a sedere di scatto, colpendo con un piede la bottiglia di Jack Daniel’s che aveva
lasciato in terra.
“Shhh.” Gli disse la ragazza. “Bevi ancora”
Ubbidendo all’ombra, Angel raccolse la bottiglia e bevve di nuovo.
Poco lontano da lui, nella stanza accanto, l’incantesimo aveva i nizio.

E’ l’ultima volta che viaggio in una cassa. Io non sono il dannato Lestat” si lamentò il vampiro
biondo ed inglese, nella notte illuminata a giorno di Las Vegas. La sua compagna, appena venuta a
riscattarlo nei dock dell’areoporto, lo fissava co n uno sguardo timido. “Mi dispiace...non c’era altro
modo. Non avevamo abbastanza tempo per fare un ordinario viaggio notturno in più tappe. Non
potevo mancare a questo matrimonio”
“Che io sia dannato!” esclamò Spike, cercando di sgranchirsi le membra. “Wi llow...ti pare il caso
che ci sia anch’io?”
Willow lo fissò. Avevano fatto la pace, come al solito, ma da quando lui aveva saputo delle
imminenti nozze di Buffy non era più stato lo stesso. Non riusciva a dargli torto. Non era passato
abbastanza tempo, e le cose tra loro non si erano chiuse bene. Che lui fosse imbarazzato al pensiero
di rivederla, e di rivederla all’altare con il suo peggiore nemico...beh, era comprensibile.
“Non lo so...ma questo è il desiderio di Buffy. E bisogna ubbidire ai desideri di u na promessa
sposa”
Spike inarcò un sopracciglio, e si accese una sigaretta. “E questo dove l’hai letto? Nel manuale delle
giovani marmotte?”
“Uhm” Willow fece la sua solita espressione imbarazzata, e lo guidò verso il taxi che aveva
chiamato. “Sarai...buon o?” gli chiese, fissandolo negli occhi.
Spike le sorrise, e le accarezzò il volto.
“Assolutamente no. Sai che sono grosso e cattivo”
Willow sospirò, sperando in bene, e si allontanò con lui verso la Strip.

L’incantesimo è pronto” sussurrò nell’antico dialetto Rom la donna dal viso antichissimo. Goran
sorrise. La sua gente sarebbe stata fiera di lui, finalmente. “E’ così ubriaco di quel whisky magico,
che non si accorgerà di nulla. Eppure, non è ubriaco per niente, e la sua ragazza non sentirà
nemmeno l’odore dell’alcool...e così...”
“...completerà l’opera per noi” concluse lui, entusiasta. “Cominciamo”
La vecchia Jara della tribù dei Calderash cercò di escludere dalla sua mente i rumori di sottofondo
della città dalle mille luci. E lì, nella sontuosa camera d’albergo in stile country, accese il suo
pentolone su di un fornellino da campeggio e riprese i suoi canti, come se fosse stata intorno al
fuoco, nei campi, al sicuro tra i suoi carrozzoni. Goran, soddisfatto, riassaporò le familiari parole
rom.
“ Il disancoramento è riuscito” lo avvisò Jara, dopo una lunga sequela di litanie. “Ha di nuovo
l’anima in sé...e può di nuovo perderla”
Soddisfatto, Goran strofinò le palme delle mani.
L’assassino di Jenny, sua cugina Jenny, avrebbe finalmente pagato. E per mano della sua stessa
promessa sposa.
Esausta, al punto di non ricordare quasi più il motivo della loro lite, Buffy ritornò nella sua suite.
Al buio, intravide la forma scura di Angel distesa sul letto, con i vestiti indosso.
Si chiese se avesse bevuto, ma il suo naso attento non le inviava alcun familiare odore alcolico. Si
spogliò sospirando, ed infilò il corsetto di pizzo che aveva trovato nell’armadio. Poi, si stese
accanto a lui. In cuor suo, l’aveva già perdonato per le sue parole aspre.
Angel aveva il sonno leggero, di notte. Si voltò verso di lei, al buio, e lasciò scivolare la sua mano
sul fianco di lei. Buffy trattenne il respiro. Non credeva che, dopo le cose che si erano detti, sarebbe
stato così dolce e consolante...fare la pace.
“Mi dispia ce” disse lui, con voce strascicata, come se avesse bevuto. “Io...non so cosa mi sia preso.
Gelosia...credo”
“Shhh” mormorò Buffy, appoggiandogli un dito sulle labbra. “Non dire nulla. E’ passato.”
Angel si mosse appena, ed anche lei si avvicinò. Con dolcezza, le loro labbra si sfiorarono.
“Vuoi dormire, vero?” sorrise Angel. “Domani...”
“No” sussurrò lei. “Voglio te”
Nel buio, con gran dolcezza, si strinsero.
E cominciarono piano a fare teneramente l’amore.
3. Come prima, meno di prima.
I
l direttore dell’albergo entrò deciso nella suite, e spalancò le tende scure.
La luce violenta del sole penetrò dalle finestre a specchio e colpì la forma addormentata del
vampiro, che balzò giù dal letto con un balzo, rifugiandosi nella parte in ombra della stanza.
Buffy si tirò su, i capelli in disordine, gli occhi socchiusi. “Cosa diav...signore, che ci fa nella nostra
stanza?!”
Goran sorrise, studiando Angel, ancora scosso per il brusco, spiacevole risveglio.
“Buffy Summers, immagino. Prenda i suoi paletti, e si metta all’opera. Qui c’è un pericoloso
vampiro da eliminare. Lo chiamano Angelus”
“Angelus...cosa?!” Buffy si strinse meglio il lenzuolo intorno al corpo. “Quello è il mio futuro
marito...e non conosco nessun Angelus!”
“Ah, sì? Lei mente!” Goran la fissò con disprezzo. “E’ riuscita a perdonarlo in fretta, vedo...a
quanto pare, nulla riesce a fermare il corso del vero amore. Nemmeno le più sgradevoli verità”
“Se ne vada” sibilò Angel. “Stasera ci sposiamo, io e Buffy. E non vogliamo nessun intruso, alle
nostre nozze”
“Sposarvi? Non credo proprio” Il direttore dell’Hotel avanzò nella stanza, sotto gli occhi attoniti dei
due fidanzati. “Non ora che sei di nuovo senz’anima...Angelus”
“La smetta di chiamarlo così...cosa ha detto?” esclamò Buffy, orripilata.
“Che è senz’anima. Di nuovo. Avete fatto l’amore, stanotte...immagino. E lui ha perso l’anima”
“No!” gridò Angel.
“Cosa diavolo dice?” replicò Buffy. “Di che sta parlando?”
Goran sorrise di nuovo. “Noi della tribù dei Calderash non dimentichiamo facilmente i tort i subiti.
Lei può aver dimenticato in fretta la morte di Jenny Calendar, ma non io. Era mia cugina, ed ho
giurato di vendicarla, non appena ne avessi avuto i mezzi. Sono riuscito a diventare direttore di
questo casinò, ed ho offerto quel lavoro a Lorne solo per attirarlo qui...Angelus.”
“La sua anima è ancorata” spiegò Buffy, lottando contro lacrime di tensione ed imbarazzo. Era
vero, aveva dimenticato Jenny. Da tanto tempo. Era stato più facile e conveniente così...
Angel non stava facendo nulla per difendersi da quelle accuse. Lo sguardo perso nel vuoto,
ripensava al suo passato demoniaco. Ed il peso della colpa, come sempre, lo sopraffaceva.
“No, che non lo è” Goran aprì la porta e fece entrare la vecchia Jara. “Questa notte, Jara ha
annullato l’incante simo dell’ancoramento. L’anima è tornata in Angel, e facendo l’amore lui l’ha di
nuovo persa...mi ascolti, Miss Summers. Faccia il suo bravo dovere di cacciatrice, e lo elimini
finché è ancora in tempo”
Lo sguardo di Buffy, pieno di dubbi, saettò verso Angel. Lui sollevò su di lei occhi pieni di
tormento.
Goran si allontanò, felice. Era questione di pochi attimi, ed Angelus sarebbe stato polvere.
“Buffy...” mormorò Angel “Ti prego...”
“Ti prego, cosa?” pianse lei . “Non ucciderti... di nuovo?”
Angel scosse il capo.
Quando parlò, fu con tutta la tristezza del mondo.
“Buffy...non ce ne sarà bisogno. Stavolta, non ho perso l’anima”
Nessuno dei due sapeva con esattezza come reagire.
Le cose non erano andate come si aspettavano. Come nessuno di loro, Goran incluso, si era
aspettato.
Avevano fatto l’amore, l’anima era stata disancorata...ed Angel non l’aveva persa.
L’amore con Buffy non significava più per lui un istante di pura felicità.
Cosa diavolo significava, allora?
Consuetudine? Il matrimonio come tomba dell’amore? Sesso senza significato? Buffy se lo
chiedeva, mentre si chiudeva in bagno per riflettere. Gli anni trascorsi avevano definitivamente
deteriorato il loro amore, l’avevano infine reso meno intenso e meno brillante? Gli amanti avuti,
Darla, Spike, Cordelia, Riley, Kate, avevano appannato l’assolutezza del loro sentimento iniziale?
Il sesso con lei non significava più nulla?
“ Io ti amo. Pensi che non abbia cercato di non amarti?”
Buffy scosse il capo. A tradimento, un paio di occhi blu apparvero alla sua memoria, tormentati,
pieni di ombre. Una creatura della notte, priva di anima, pronta a tutto pur di ricevere da lei quello
che lei era pronta a darle. Amore, sesso, odio, dolore.
Spike.
Spike l’avrebbe persa, la sua anima, lei ne era certa.
Buffy scivolò in terra, e si circondò le ginocchia con le braccia. Era sleale, da parte sua, pensare a
Spike ora, confrontare la forza del suo sentimento, mai interamente ricambiato, con quello,
evidentemente appannato, di Angel.
Angel, il suo promesso sposo.
Con indosso un jeans ed un top, i capelli raccolti all’indietro, ed il viso stanco, Buffy riemerse dal
bagno. Angel stava bevendo del sangue, ed osservava la città da dietro le spesse tende, ora
nuovamente tirate.
“Buffy....mi dispiace”
“Di che?” sorrise lei, il volto tirato. “E’ andato tutto nel migliore dei modi. Grazie a Dio, non hai
perso l’anima. Chiederemo a Willow di ancorarla di nuovo”
“Si, ma...”
Buffy scosse il capo. “Non sono in vena di sentire dei “ma”, stamattina. Perdonami, ma ho fame.
Vado giù a fare colazione. Vieni anche tu?”
Angel scosse il capo. “No. Vai pure. Ci vediamo di nuovo qui. Riposerò ancora un po’”
Buffy annuì. Per nulla al mondo, nessuno dei due avrebbe mai detto quello che stava pensando a
voce alta.
Che, forse, il loro amore non era più quello di un tempo.
Buffy uscì, il pensiero ancora rivolto a Spike, a tradimento. Si chiese quanto lui potesse amare, ora,
con l’anima, e se Willow fosse innamorata di lui.
Era talmente assorta in quel pensiero, che quando se lo vide davanti, pensò ad uno scherzo della sua
immaginazione.
“Ciao, dolcezza” sorrise lui, un braccio intorno alle spalle di Willow, che sorrideva soddisfatta.
Buffy si chiese perché diavolo li avesse invitati a quel disastro di matrimonio.
4. Chi si rivede.
A Spike ci volle meno di un nano – secondo per rendersi conto che Buffy, in quel preciso istante,
non era:
a) felice di vederlo
b) felice in senso lato.
Era talmente abituato a sintonizzare le proprie emozioni su di lei, così assuefatto a leggerle dentro,
da capire in un istante che le cose non filavano bene in Paradiso.
E, stranamente, non riusciva ad esserne perversamente contento, così come lo era stato quando il
suo patetico romanzetto con Riley aveva cominciato a scricchiolare.
“Come stai, Buffy?”
Lei ansimò rendendosi conto di quanto azzurri fossero i suoi occhi, ancora più di quanto ricordasse.
Ed era sempre stato così....bello? Non trovava un’altra definizione. E Willow! Willow, la lesbica, se
lo stava mangiando con gli occhi! Svergognata!
“Sto da Dio” avrebbe voluto ri spondere. “Io ed Angel abbiamo appena fatto l’amore, e lui non ha
perso l’anima, ma questo non significa nulla. Non come quella volta che io e te abbiamo distrutto
insieme una casa...”
“Sto bene” rispose invece, con il massimo decoro, ed un grande, falsis simo sorriso. “Angel..sta
riposando. Siete pronti per..stasera?”
“Direi” commentò Spike, osservandola con attenzione, il suo volto tirato, le borse sotto gli occhi…e
quell’aria delusa che le aleggiava intorno. Buffy arrossì, distogliendo lo sguardo. Quando Spike
inclinava il capo di lato, e la fissava in quel modo…
“Buffy?” intervenne Willow. “Stai bene?”
Bella domanda, soprattutto se proveniente da “Miss Equilibrio Mentale, ho appena tentato di
distruggere il mondo”. Buffy si stava rendendo conto di provar e ancora un bel po’ di rancore nei
confronti di Willow, e cominciava a temere che la sua improvvisa liason con Spike non fosse il
minore dei motivi.
“Sto benissimo. Anche se…Will, devo parlarti. Da sola”
“Mi hanno detto che il baccarat qui è di prim’ordine ” mentì Spike. “Ci vediamo più tardi, Rossa”
Si chinò, sollevò il mento di Willow con un dito e la baciò rapidamente, dolcemente sulle labbra.
Lei sorrise felice, ed a Buffy venne voglia di vomitare.

Non è così facile” ammise Willow, sola con Buffy ne lla saletta cocktail dell’hotel, tutte e due
davanti ad un White Russian. Inappropriato per l’ora, dato che erano le dieci del mattino, e quello
era un after dinner, ma avevano entrambe bisogno di qualcosa di forte, dopo le rivelazioni di Buffy.
“Posso farmi faxare da Giles le pagine con l’incantesimo in sumero…ma la situazione stavolta è
diversa. Sento che quegli zingari, stanotte, hanno fatto qualcosa di più e di diverso rispetto al
semplice disancoramento. Non è detto che l’anima che torni sia ancora la sua. La sua è in lui…se la
riancoriamo, potrebbe perdersi per sempre”
Buffy la fissò. “Scusa…ma come fai a sentirlo?”
“La mia connessione con la magia è sempre molto forte. Ho percepito il cambiamento appena me
ne hai parlato. Hanno riposseduto la vera anima di Angel. Quella che aveva prima…non so, forse
era una qualunque”
“E potrebbe…essere diverso?”
“Sì. Ed il demone potrebbe essere più forte di questa nuova anima…ed Angelus potrebbe tornare”
Buffy rifletté. Nella sua mente, Angel ed Angelus restavano due entità distinte. Invece, Spike era
sempre Spike: con anima o no.
Ed ora, Willow le diceva che il nuovo Angel poteva essere diverso dal vecchio. Poteva essere il
vero Liam: donnaiolo e scansafatiche.
Chi era l’uomo che, tra meno di dodici ore, avrebbe spo sato? Liam, un estraneo, il suo dolce Angel,
od Angelus, il demone? Cosa si sarebbe trovata nella scatola con il nastro rosa?
“Non è forse sempre così?” le disse allora Willow, intuendo il corso dei suoi pensieri. “Sappiamo
mai forse chi è l’uomo, o la don na, che ci sta accanto? Tu stai per sposare un uomo che non
conosci…ma non sarebbe forse la stessa cosa se si trattasse di Riley? O di…Spike?”
“E’ cambiato, da che ha l’anima?” sospirò Buffy.
“Sì, è cambiato” ammise Willow, ripensando all’infelice risultat o dei suoi incantesimi, di quando
l’aveva provocato trasformandosi prima in Drusilla e poi in Buffy.
“Ne sono lieta. Per voi. Dico davvero”
“Lo so. Buffy, non ti crucciare. Se il vostro è vero amore, sopravviverà a tutto. Anche al
matrimonio”
Malgrado tutto, le due amiche risero insieme.
“Non hai ancora detto cosa farai con l’ancoramento” le disse dopo Buffy. “Insomma...come intendi
procedere”
“Ho già un’idea” sussurrò Willow, concentrando la sua attenzione sull’uomo di media statura, ben
vestito, che stava parlando con... “Oh, Cielo!” esclamò Willow. “Ma quella è Cordelia!”
“Già, ho invitato anche lei al matrimonio” ammise Buffy. Evidentemente, amava farsi del male.
“Ma quello con cui sta parlando non è forse il direttore dell’albergo...il cugino di Jen ny?”
“Già”
“Allora, mia cara Buffy, è il caso di far due chiacchiere con la nostra amica Cordy”

Le sono piaciuti i miei fiori?”
Cordelia stava fissando l’uomo dall’alto in basso. In verità, avevano la stessa statura, ma lei si
sentiva più alta grazie ai tacchi dei suoi sandali italiani.
“Erano suoi? E perché mai? Ci conosciamo, forse?”
“E’ come se l’avessi sempre conosciuta” disse lui, con quel suo strano accento slavo.
“Non direi proprio” disse lei, guardandosi nervosamente in giro. “E poi, non sono s ola, qui. Aspetto
degli amici”
Goran rise. “Degli amici come il suo datore di lavoro? Quello che si sta per sposare con un’altra?”
Gli occhi di Cordy si strinsero infuriati. “Direi che la cosa non la riguarda. O sbaglio?”
“Tutto ciò che la fa soffrire mi r iguarda” disse lui, con una strana sincerità che la stupì.
“Andiamo, signor...signor...”
“Goran Kalder”
“Signor Kalder...noi siamo estranei. Non voglio fare amicizie. Non voglio ammiratori. Voglio solo
piangere in pace, e da sola. Può rispettare questo desiderio, sì?” sorrise Cordelia, con la consueta
autoironia.
Goran sorrise. Lei si accorse che aveva inconsueti occhi grigi, chiari e trasparenti come acqua.
“No”
Esasperata, Cordelia si allontanò, e lui rimase inebetito a fissare la sua andatura elegante.

Devo far finta... di cosa?!”
esclamò Cordelia pochi minuti più tardi, raggiunta nella sala dalle slot machines da Buffy e Willow.
“Eppure, dopo tutti questi anni di pratica, dovresti far bene l’esca”
“Willow..”l’ammonì Cordelia. “L’aver quasi distrutto il mondo non ti rende più interessante, ai miei
occhi, perciò, silenzio!”
“Non vuoi aiutare Angel?” implorò Buffy. “Lo so che gli vuoi bene. Lui ha bisogno di noi. Questa
gente sta giocando con la sua anima, con le nostre vite..”
“Mi dispiace, Buffy” ammis e Cordelia. “Voglio bene ad Angel, hai ragione...ma non posso più fare
nulla per lui. I suoi problemi risalgono a prima che le nostre nonne nascessero, e non credo che noi
possiamo...”
“Puoi fare amicizia con questo Goran...e vedere cosa ne ricaviamo. Lui sembra ben disposto, nei
tuoi confronti”
“Lui non vede l’ora di saltarmi addosso!” esclamò Cordelia. “Ed a me non piace neanche un po’.”
“Neanche un pizzico?” chiese Buffy, implorante.
“Umph!” replicò Cordelia. “La piantate, tutte e due? Vi siete prese Sou l Boy e Soul Boy Jr., due
bei vampiri sexy, ed a me cosa lasciate?”
Willow e Buffy continuarono a fissarla con aria implorante.
“Va bene, va bene.” ammise Cordelia. “Sia mai detto che Queen C. sia anche xenofoba. E poi,
ammetto...che è carino. D’accordo, ha dei begli occhi. D’accordo, assomiglia a Don Johnson. Oh
cielo....cosa devo fare?”

Non posso credere che lo stiamo facendo”
“Lo stiamo facendo” confermò Willow. Poi, di fronte allo sguardo stupefatto di Buffy, le sue dita
lanciarono scintille.
E la serratura non si mosse nemmeno di un centimetro. “Non so perché faccia così! Di solito, con la
magia, l’acciaio si scioglie come burro...” si lamentò Willow.
“Oh cielo” esclamò Buffy, sollevando lo sguardo al cielo. Poi, si allontanò di qualche passo, e con
un calcio ben assestato spalancò la porta. “Questo sistema, invece, non fallisce mai”
“Sei sicura che non ci siano telecamere nascoste?”
“Nei suoi alloggi privati? Nah...”
Nello stesso istante in cui Buffy e Willow entrarono negli appartamenti privati di Goran Kalder,
l’allarme antintrusione suonò.

E da quanto tempo è in America?” stava chiedendo Cordelia, gli occhi grandi e bruni a pochissimi
centimetri da quelli sorprendentemente chiari del Direttore del Casinò.
“Le sue amiche sono già entrate?” chiese lui, con un sorriso.
“Dove?”
“Nella mia suite” Goran le sfiorò una mano con la punta delle dita, e suo malgrado Cordy sentì un
brivido percorrerla. “Andiamo, non sono così ingenuo. Non sarei resistito cinque minuti, in questo
mondo, altrimenti. Chi crede che finanzi questi posti? Babbo Natale?”
“Ehy....”
“Cordelia. Io non sono suo nemico. E non sono nemmeno nemico delle sue amiche.”
“Amiche?” rispose Cordy. “ Non esageriamo”
“Eppure, le sta aiutando. Mi è venuta a cercare, mi ha convinto ad offrirle qualcosa da bere...quando
pochi minuti fa era pronta a respingermi. Perché?”
“Non vogliamo che faccia del male ad Angel. I miei sentimenti, al riguardo, possono essere
complicati...ma non voglio che soffra ancora. E’ cambiato, ed è da molto che fa del bene ”
“Non è molto che Jenny è morta” osservò il croato. “Era bella, vibrante, colta, intelligente. E la sua
vita è stata spezzata...in un istante, come il suo collo”
Cordy rabbrividì. Ricordava bene Angelus. E poteva capire il rancore dell’uomo.
“Non trovera nno nulla. L’incantesimo di Jara è più antico del tempo, e non è scritto su carta. Il mio
popolo tramanda ancora oralmente le tradizioni magiche.”
“Lei è proprio come Jenny” osservò Cordelia, fissandolo suo malgrado. “Intelligente, immagino...e
raffinato. Anche se dentro di sé è fiero di quello che è, delle sue radici. Mi piaceva, Jenny. Era una
donna di classe”
“Anche lei lo è”
“Non so più quella che sono” ammise Cordy. “Un tempo avevo le idee chiare su di me. Queen C,
mi chiamavano, ed ero proprio la reginetta della scuola. Ora, sono una donna...con molta fatica, alle
spalle, e non moltissime soddisfazioni”
“E’ ora che tutto ciò cambi. Per sempre”
“Lei mi sta minacciando?” chiese Cordelia, improvvisamente spaventata.
“Si può minacciare qualcuno di renderlo felice?”
“E’ matto?!” esclamò la ragazza, sollevandosi di scatto in piedi. “Non ci conosciamo affatto! Non
sono una facile preda, cosa crede....d’accordo, hanno preso il mio cuore più e più volte e ci hanno
camminato sopra, ma non per questo sono pronta a farmi consolare dal primo venuto!”
Goran la guardò allontanarsi per la seconda volta.
Decisamente, queste americane non riuscivano a credere all’esistenza dell’ amore a prima vista.

Oh – oh... grossi guai”, disse Willow, mentre sulla porta si stagliavano due figuri assai poco
rassicuranti, con tutta l’aria di due guardie del corpo armate fino ai denti.
Una voce li interruppe dalle scale.
“Le signorine sono mie ospiti. Jan, Nicolai...lasciatele andare”
Buffy sollevò il suo sguardo su Goran Kalder. “Cord elia non l’ha trattenuta a lungo” osservò, con
freddezza.
“E’ tutta colpa mia” rise il croato. “Lei era molto ben disposta nei miei confronti...senza dubbio per
consentirvi di frugare a vostro agio nelle mie cose. Ma io l’ho fatta subito arrabbiare”
“Non l e ha dato sempre ragione?” osservò Willow.
“Acuta osservazione. Miss Chase ha un carattere piuttosto pronunciato”
“Lo chiamano carattere, adesso?” sussurrò Willow. “Buffy, andiamocene”
“Trovato qualcosa di interessante?” esclamò l’uomo. “Come dicevo a Miss Chase poc’anzi, non
credo proprio”
“Mi dica qual’è il codice usato per l’incantesimo di disancoramento!” esclamò Willow. Buffy
osservò entrambi, sorpresa, mentre il croato sorrideva.
“Codice?” chiese Buffy. “In che senso?”
Willow la fissò. Possibile che in tutti quegli anni a stretto contatto con l’occulto, la sua amica
cacciatrice non avesse ancora imparato nulla delle basi della magia?
“Quando si disfa un incantesimo, come hanno fatto loro con quello dell’ancoramento eseguito da
Giles e da Anya, si usano dei codici. Sono antichissimi rituali. Ciascuna branca della natura è
decodificabile in virtù di una serie di codici. Se non si usa quello usato per disfare, non si può
rifare.”
“E chi ti assicura che lui ci direbbe il vero su questi codici? Lui odia Angel!”
“Davvero, chi le assicura che io voglia aiutarla?” sorrise il croato. “Se lo trovi da sola, il codice! Per
quel che mi riguarda, ho già perso abbastanza tempo con voi. Se volete scusarmi...mandare avanti
questo posto consuma tutte le mie energie”
“Eh , no!” esclamò Buffy, sbattendo facilmente Goran contro il muro. “E’ della mia felicità che si
sta parlando, qui”
“Ma non, evidentemente, della felicità del suo promesso sposo. Non sembra che Angel l’ami
abbastanza da perdere l’anima di nuovo”.
Buffy impallidì. Goran si staccò dalla sua presa, e se ne andò, lasciandole finalmente sole.
“Cosa intendi fare?” chiese Buffy a Willow, gli occhi velati di lacrime che non riusciva suo
malgrado a trattenere. Sembrava che non ci fosse pace per lei, per loro, e che ovunque andassero il
passato funesto di Angel li perseguitasse come un’ombra pesante. Che sciocca era stata, ad aver
pensato che bastasse lasciare la Bocca dell’inferno, e venire qui nella città delle mille luci, dove
nessuno faceva troppe domande, per poter coronare il suo sogno d’amore. Il loro passato non li
avrebbe mai abbandonati, mai...
“Proveremo senza codice”
“E...si può fare?” chiese Buffy.
“E’ rischioso...non ho mai rifatto un incantesimo senza codice, prima...ma si può tentare”
Le parole “rischioso ” e “incantesimo” in bocca a Willow, nella stessa frase, potevano significare
solo una cosa: Assoluto Disastro in Arrivo. Ma Buffy era troppo disperata per tirarsi indietro, a
poche ore dalle sue nozze.
“E allora” le disse la cacciatrice, fissandola fino i n fondo agli occhi. “Per tutto ciò che è
sacro...fallo!”
5. Amici e nemici.
I
l bello di Las Vegas era che un vampiro poteva girare in un casinò per ventiquattrore senza mai
incontrare la luce del sole, pensò Spike. Nella città delle paillettes e delle mille roulette, era
eternamente notte...una notte dissipata, divertente, decadente.
Proprio come piaceva a me, si disse il vampiro con l’anima. Il più giovane dei due, ovviamente.
Rivedere Angel non fu piacevole, ma nemmeno inatteso. Il promesso sposo era nella sala del poker,
appoggiato ad una colonna, lo sguardo cupo dei giorni peggiori. Siccome nemmeno Buffy era un
petalo di rosa, quel giorno, Spike ne dedusse che avessero litigato. Il pensiero non lo riempiva
affatto di gioia. Voleva che lei fosse felice, lo voleva davvero.
Dannazione, qualcosa doveva pur giustificare il suo sacrificio!
“Vuoi giocare?” gli disse, ed Angel lo fissò. L’istinto spingeva entrambi gli uomini, se di uomini
poteva parlarsi, a sfoderare le zanne ed a battersi fino alla morte. Ma l’anima, o forse un qualche
residuo della loro lontanissima educazione da gentiluomini, li fermò.
“No. Preferisco guardare” rispose Angel, mentre Spike si accomodava ad uno dei tavoli e prendeva
tra le mani uno dei mazzi sigillati, sempre nuovi, che il croupier metteva a disposizione dei clienti.
I compagni di giochi di Spike erano una donna di colore, un bianco grasso e di mezza età, ed un
reverendo.
“Via la croce, amico, o non gioco” mormorò Spike, ed il Reverendo nascose il piccolo crocifisso
d’argento sotto il clergyman.
Angel non disse nulla, seguendo con lo sguardo le mani eleganti del vampiro, le sue dita lunghe e
sottili, smazzare e quindi distribuire le carte. Sapeva bene cosa quelle dita aristocratiche sapessero
fare nei momenti dell’amore. Immag inarle addosso a Buffy, la sua Buffy, gli mandava il sangue al
cervello. Eppure, sapeva che era accaduto. Sicuro come era sicuro che il sole tramonti e poi risorga.
E, a quanto pareva, lei ancora le rimpiangeva.
Spike sollevò lo sguardo. E lo fissò su Angel.
E poi sorrise.

Hai finito?”
“Non ho neanche cominciato!” si lamentò Willow. “Ho bisogno di alcune cose, se voglio tentare
questa cosa pur non conoscendo il codice! Devo uscire, andare in città...aspettami qui”
“Non ci riesco” esclamò Buffy. “Ma ncano meno di dieci ore alle nozze...e l’ansia mi rode. Il mio
futuro marito dubita del mio amore, non mi ama abbastanza da perdere l’anima per me, e non
sappiamo bene come fare per riancorargli l’anima! Se non ti sbrighi, adios luna di miele!”
“Vai a dormire!” esclamò Willow, facendo la sua faccia risoluta, e puntando un dito verso
l’ascensore. “Te lo ordino!”
Buffy annuì. Forse, Angel era ancora in stanza, e – con un po’ di fortuna - avrebbero potuto fare la
pace...ma non in quel modo, era evidente, per non rischiare...
Distrutta dalla tensione, la cacciatrice si decise a seguire il consiglio di Willow. Cominciava ad
odiare quel posto con tutte le sue forze.
Willow sospirò, e decise di uscire. Se conosceva bene Spike, e lo conosceva benissimo, lui non
sapeva resistere ad un buon tavolo di poker. Si diresse versò la sala privé e trasalì nel vedere Angel
in piedi, alle spalle di Spike. La luce verde sul tavolo splendeva sui capelli platinati del vampiro, e
nel buio il suo netto profilo risultava ancora più inquietante, affascinante. Un sentimento strano
invase Willow. Aveva sempre evitato, nei mesi vissuti al suo fianco, di mettere un’etichetta al
sentimento che provava per lui. All’inizio, era stata soprattutto attrazione fisica. Sebbene sapesse di
essere quantomeno bisessuale, con lui Willow aveva riscoperto le gioie del sesso etero. Lui era
favoloso, a letto. Si chiedeva come avessero fatto Anya e Buffy a farne a meno.
Poi, erano diventati amici. Avevano in comune più cose di quel che credessero. Lui era stato – in
vita - un intellettuale, come lei, ed aveva ancora gusti letterari ed artistici, ora che non doveva più
mantenere, a tutti i costi, l’immagine del Big Bad.
Spike non le aveva mai detto di amarla. Ed a lei non era mai pesato. Era sempre stata convinta che
la parola amore fosse morta con Tara.
Ma ora, in questo istante, vedendolo concentrato nel gioco, bello e virile, pieno di mistero, qualcosa
di nuovo, e di insolito, si agitò in lei.
“E’ mio” pensò Willow, con la consueta possessività verso colo ro che amava. “E’ mio, e non lo sa
ancora.”
Se non era amore, dannazione, presto avrebbe dovuto scoprire cos’era.
“Spike” gli sussurrò nell’orecchio, osservando le sue carte. Stava per fare un colore, ed il piatto era
grosso. “Esco per un po’”
“Fai pure, p iccola. Come vedi, sono impegnato”
Willow lo baciò sulla bocca, velocemente, e sorrise ad Angel. L’altro vampiro, sempre più scuro in
volto, non rispose.
Uscendo, Willow non degnò nemmeno di un’occhiata il cartellone che annunciava l’attrazione della
serata.
Era un peccato, perché annunciava l’arrivo in città dei “Dingoes ate my baby”.
Angel aveva lasciato la sala da poker, incapace di sopportare oltre la vista di quello che oramai
considerava, a torto od a ragione, il suo rivale, ed aveva cercato Lorne. Il demone, peraltro, era
troppo impegnato a sedare i capricci di una pornostar ingaggiata per uno spogliarello in una delle
salette private per potergli dedicare del tempo. E così, Angel si ritrovò tutto solo, ed amareggiato.
Non era così che aveva sognato la vigilia delle sue nozze. Nel suo sogno, lui e Buffy avrebbero
trascorso quelle ore a letto, oppure in giro per il casinò, a divertirsi. Insieme.
Nella realtà, lui e la sua promessa sposa erano tenuti lontani da mille cose non dette.
Senza volerlo, finì nella sala concerto. Un gruppo di musicisti provava le attrezzature sul palco,
mentre camerieri indaffarati preparavano i tavoli per il concerto del pomeriggio. Una testa di capelli
color carota attrasse il suo sguardo.
Il musicista sollevò lo sguardo verso di lui, e non fece nemmeno finta di essere sorpreso.
“Qual buon vento, vecchio mio?” chiese Angel, tendendogli la mano con un mezzo sorriso. “Alle
ragazze verrà un infarto quando sapranno che sei qui”
“Le ragazze?” chiese Oz, stringendo la mano che i l vampiro gli tendeva. “Intendi...Willow e la sua
ragazza ? Tara?”
Angel scosse il capo. “E’ molto che non senti Willow, vero?”
“Secoli” rispose laconicamente Oz.
“Tara ...è morta lo scorso anno. E’ rimasta uccisa...in uno scontro a fuoco”
Gli occhi chiari di Oz si strinsero. “Tu non scherzi mai...perciò ne deduco che è vero.”
“E’ vero”
“E...Willow? Devastata, immagino”
“Uhm” Angel si sedette, ed Oz lo imitò. “All’inizio, sì. Diciamo che ora si è ripresa”
“E’...con qualcuna? Qui?” Oz fece finta che non gli importasse, ma era chiaro ad entrambi gli
uomini come non fosse così. Le labbra di Angel si strinsero in una linea dura. “Il suo qualcuno è di
là nel privé che gioca a poker. E lascia che te lo dica, amico: non è una donna”
“Willow...con un altro uomo?!”
Come immaginava Angel, questa verità feriva Oz ancora di più. Il musicista si era sempre voluto
illudere che, se Willow non fosse stata gay, avrebbe amato sempre e solo lui. L’idea che lei avesse
una relazione eterosessuale con un altro uomo lo feriva profondamente, più di quando avesse mai
creduto possibile.
“Se di uomo si può parlare” insistette Angel. “E’ meglio che ti avverta, prima che ti venga un
attacco. Del resto, anch’io ho i miei problemi ad accettarlo. Si tratta di Spike”
“Spike?” mormorò Oz. “I l tuo compare vampiro? L’ex di Drusilla?”
“Già. Che è passato con grande nonchalanche dal letto della mia Buffy a quello della tua Willow.
Riuscendo nel mentre a soffermarsi in quello di Anya, l’ex fidanzata di Xander. Come vedi,
abbiamo tutti qualcosa in comune” Con amarezza, Angel chiamò il cameriere. Era giunto per
entrambi il momento di bere qualcosa di forte.
“Ha tentato di ucciderla. Due volte. E l’ha rapita” osservò Oz.
“E adesso ha l’anima . Ma, credimi, in fondo in fondo è lo stesso bastardo di sempre.”
“Alla salute” esclamò Oz, buttando giù il primo bourbon della serata.

Sei pronta?” insistette Buffy. “Will...sei pronta?!”
“No. E non lo sarò mai se non la smetti!” sbuffò la strega. “Andiamo, calmati. Sono solo le cinque
del pomeriggio”
“E’ ta rdissimo, e tu sei stata via un’eternità.” Si lamentò Buffy. “Angel è sparito non so dove, ed ho
mangiato troppo al buffet del casinò. Non ci entrerò nemmeno nel mio vestito da sposa, di questo
passo”
“Shh. Mi distrai”
Nervosissima, Buffy si accoccolò nel piccolo salottino della sua suite, e si accese la televisione.
Annoiata, cambiava continuamente di canale mentre Willow si dava da fare intorno al suo
pentolone, provvisoriamente installato su di un fornelletto da campeggio acquistato in un discount,
e che Willow aveva portato di contrabbando su in camera.
“Ecco, ci siamo” esclamò Willow dopo una mezz’oretta. “Spegni la televisione, la luce, e vieni qui”
Buffy fece come ordinatole, e nella stanza, chiusa dalle pesanti tende scure, fu notte. Una notte
appena illuminata dal tenue fuoco azzurrino del fornelletto.
“Eyrisha, io ti invoco. Rifà ciò che è stato disfatto.” Cominciò Willow, proseguendo poi con una
serie di parole in sumero, non molto diverse da quelle impiegate da Giles ed Anya nel loro primo
incantesimo.
Dalla pentola si sollevò un’essenza mistica, che avvolse i volti delle due giovani donne in una luce
arancione, violentissima.
Buffy sentì l’eco di un’antichissima risata nelle orecchie, e poi svenne.
Angel si accasciò nella poltrona della sala concerto, mentre sul palco i “Dingoes ate my baby”
suonavano i pezzi del loro ultimo cd. Qualcosa in lui, l’espressione nei suoi occhi, richiamò
l’attenzione di una delle cameriere.
“Signore...si sente male?”
Angel rialzò il capo, e la fissò fino in fondo gli occhi. Qualcosa in lei gelò.
“Mai stato meglio, baby”.
6. La cerimonia.

Buffy...stai meglio?”
Willow si agitò intorno all’amica, riaccendendo la luce e facendole aria con una rivista. Buffy riaprì
gli occhi.
“Cosa è successo? Ricordo quella risata, e...”
“Risata?” esclamò Willow. “Quale risata?”
“Tu non l’hai sentita?”
“No” mormorò Willow, improvvisamente impallidita. Risate in un incantesimo potevano solo
significare che.. “Andiamo. E’ quasi ora. Buffy, le tue nozze!”
“Dio, ma quanto ho dormito?” es clamò Buffy, mentre la porta si apriva ed altre due persone
entravano.
“Dawn? Xander? Ma non dovevate arrivare alle otto?”
“Buffy, sono le otto” spiegò pazientemente Willow. “E’ dalle sei meno venti che sei in stato di
trance.”
“Oh, mio Dio!” esclamò Buffy . “Tra due ore mi sposo!”
Dawn e Xander abbracciarono la ragazza, mentre lei, smarrita, cercava lo sguardo di Willow. Aveva
la fortissima sensazione che qualcosa fosse andato storto. “Tutto bene, stai tranquilla” la calmò
Willow. “Mentre dormivi, Angel è v enuto. Ha detto che ha una sorpresa per te. Ti aspetta nella
cappella, alle dieci meno un quarto. Puntuale per la cerimonia”
“Gli hai detto dell’incantesimo?”
Il sorriso di Willow si allargò. “Certo! Ne era entusiasta!”
“Sei bellissima, Buffy!” le disse la sorella, stringendola. “E questo posto è favoloso! Dovresti
vedere le camere che Lorne ha riservato per me e Xander!”
“Come è andato il viaggio?” chiese Buffy, un po’ più tranquilla dopo aver saputo che Angel l’aveva
cercata.
“Faticoso. Xander non voleva mai fermarsi agli autogrill”
“E tu volevi fermarti sempre!” esclamò il ragazzo. “Un giorno qualcuno mi spiegherà il più grande
mistero della vita...e cioé perché a voi donne piaccia andare tanto spesso in bagno!”
Willow abbracciò Xander, ancora un po’ arr abbiato con lei per la faccenda di Spike, ma in fondo
pronto a comprenderla e perdonarla.
E poi, in allegria, fecero portare delle pizze in camera e si accinsero a prepararsi per la cerimonia.
Tutti meno Willow, che cominciava a sentire la mancanza di Spike.
Diretta verso la sala privé dove l’aveva lasciato molte ore prima, quasi non si accorse dell’uomo che
la fissava dall’altro lato dell’atrio principale. Ma quando le fu davanti, il suo cuore smise di battere.
Per un istante, almeno.
“Oz” disse solo, e po i fu nelle sue braccia.

Mi sei mancata. Dio, come mi sei mancata!” esclamò Oz, accarezzandole dolcemente il viso.
Willow si appoggiò istintivamente alla sua mano, cercando il suo calore, che tanto le era mancato.
Ecco, a volte, in Spike rimpiangeva questo meraviglioso calore corporeo.
“Anche tu a me. Tutto è andato a rotoli, dopo che te ne sei andato...” una lacrima scese lungo la
guancia di Willow. Una lacrima per se stessa, per Tara, per Buffy. Per quell’enorme pasticcio e
disastro che era stato la loro vita nell’ultimo anno.
“Shh...so tutto. Buffy, e poi Tara...” Oz accarezzò il volto di Willow. “Non piangere. Ora ci sono
qui io”
Poi, si chinò su di lei e sfiorò dolcemente le labbra di lei con le sue.
Spike, passando, vide il musicista che baciava la sua ragazza.
Indurendo la mascella, il vampiro si allontanò.

Ci siamo? E l’ora?” chiese nervosamente Buffy. Dawn, alle sue spalle di fronte al grande specchio
sorrise. “Sì. E’ l’ora”
Erano le 10 meno venti, e da lì a cinque minuti Angel li attendeva nella cappella del casinò. Dawn
aggiustò il velo di Buffy, osservando il suo bel corpo snello fasciato dalla seta color perla del bel
vestito dalla scollatura a corolla, con la vita stretta e la morbida gonna svasata, lunga fino ai piedi. I
bei capelli dorati della cacciatrice erano raccolti sul suo capo, nascosti appena dal morbido velo
bianco.
Buffy era la sposa che Angel aveva sempre sognato.
“Sei bellissima” le disse Dawn, baciandola. “Sono fiera di te. E molto felice”
Buffy si osservò, ripensando a quella notte in cui aveva incontrato Angel al karaoke...ed in cui, per
la prima volta dopo molti anni, si erano promessi un qualche futuro.
Le difficoltà erano ancora lì, più ardue che mai: il passato di lei, il suo stato di cacciatrice, gli orrori
delle vite trascorse da Angelus, la sua immortalità. Ma non avrebbe rinunciato a questo, a questo
momento, per nulla al mondo.
“Andiamo, allora” disse Buffy, e Dawn e Willow, entrambe vestite in un sobrio, elegante abito da
sera di seta granata, la seguirono. Buffy teneva tra le mani il bouquet appena pervenutole da Angel:
rose rosse, come una macchia di sangue sul morbido candore del suo vestito.
Xander diede il braccio a Cordelia, elegantissima in un abito di lamé argentato molto aderente, ed il
piccolo corteo si diresse verso la cappella. Era un posto tremendamente kitch, con l’apparenza di
una piccola chiesa, pur senza contenere alcun oggetto sacro. Non era infatti un luogo consacrato, e
lì si celebravano matrimoni civili, tra persone di diverse etnie e religioni.
Buffy fu enormemente sollevata quando vide la figura alta ed elegante di Angel in piedi vicino
all’altare. La fissava con un sorriso, e lei avanzò piano verso di lui, sentendosi bella ed amatissima.
Willow prese posto nei banchi sul retro, accanto a Spike. Il volto del vampiro era impenetrabile.
Non le sorrise affatto, ma si limitò a farle posto accanto a lui. Willow si chiese il perché del suo
strano atteggiamento, ma poi si distrasse quando entrò Oz, e si posizionò proprio dietro di loro. La
schiena di Spike sembrò irrigidirsi ulteriormente, e Willow ne diede la colpa alle imminenti nozze
della sua amata con un uomo che odiava e disprezzava.
Angel tese la mano a Buffy. Lei la prese, stupendosi più del solito di quanto fosse fredda. Angel
stava sorridendo in quei cinque minuti più di quanto avesse sorriso nell’intera giornata.
“Siamo qui riuniti...”cominciò il ministro.
Cordelia lanciò uno sguardo verso il suo datore di lavoro...e ricordò i suoi appassionati, disperati
baci la sera del balletto. Gli sembrava incredibile che fosse tutto finito...eppure, non c’era mai stata
davvero speranza per loro. Tra Darla e Buffy, Angel era stato inesorabilmente preso.
Xander osservava con sentimenti misti il matrimonio tra la donna da lui sempre venerata, e l’uomo
che mai aveva considerato degno di lei. Una parte di lui, ne era ben conscio, l’avrebbe sempre,
disperatamente, amata. Anche se aveva sempre saputo di non aver alcuna chance.
Spike non sapeva a cosa pensare. Lo strazio di vedere la sua donna all’altare con Angel era quasi
insopportabile. In fondo a sé, sapeva di non essersi sbagliato, e che una parte di lei gli sarebbe
sempre appartenuta. Malgrado loro, malgrado tutto. Persino in quel momento, avrebbe sfidato Buffy
a dichiarare che non era ancora, almeno in parte, sua.
Ma avevano avuto la loro occasione...e l’avevano sciupata. Si erano distrutti a vicenda, invece di
donarsi il meglio di sé. Stranamente, in quel momento lo feriva di più il ricordo delle labbra di Oz
sulla sua Willow.
Altolà. Da quando Willow era divenuta sua? Da quando aveva smesso di essere l’amante disinibita,
la potente alleata, l’amica interessante, per divenire sua?
Willow si girò in quel momento, e lo fissò. Qualcosa, negli occhi di lui, le arrivò fino al cuore.
Poi, Spike abbassò lo sguardo, e la cerimonia continuò.
E nessuno si accorse del Direttore del Casinò, Goran Kalder, disinvoltamente appoggiato ad una
colonna con un sorriso soddisfatto sul volto.

Buffy Anne Summers...vuoi prendere il qui presente Liam Mahoney come tuo sposo, per amarlo,
onorarlo, nella buona come nella cattiva sorte, finché morte non vi separi?”
Buffy sollevò lo sguardo su Angel. “Lo voglio” disse, sorridendo, una lacrima di felicità ad
impreziosirle lo sguardo.
“Liam Mahoney....vuoi tu....”
Le parole del giudice di pace vennero interrotte da una risata. La stessa risata da incubo, cinica e
perversa, che Buffy aveva udito nel momento dell’incantesimo.
Angel allungò una mano, ed accarezzò i capelli di Buffy. “Davvero credevi che volessi sposare una
sciacquetta come te? A quale scopo? Per vederti marcire tra pochi anni? O per vederti fare a pezzi
dal prossimo cattivone che intende causare un’apocalisse?”
Buffy ansimò. Con uno scatto, si ritrasse, come di fronte ad un serpente velenoso. Angel continuava
a ridere.
“Ti ringrazio, tesoro. Stavolta non mi hai fatto ritornare scopandomi...si vede che neanche più
quell’idiota di Angel ti ama abbastanza. Ma hai comunque aiutato la tua amichetta a fare questo bel
lavoretto...e per Dio, Angelus è tornato!”
Inebetita, Buffy lo fissò mentre si allontanava lungo la navata.
“Sono di nuovo libero...e di questo, amore mio, non ti sarò mai abbastanza grato”
La voce del vampiro risuonò per la piccola cappella, mentre quell’idiota del giudice di pace faceva
suonare il disco della marcia nuziale per coprire il frastuono.
“Devo parlare con lui” disse Buffy, trattenendo a stento le lacrime. Nello stupore generale, si
diresse verso Spike.
“Vieni. Devo parlarti” gli disse, con la voce rotta. Nessuno osò contrariarla, e lei ed il vampir o
biondo si chiusero nel piccolo studio del giudice di pace.
“Dimmi che non è successo quello che è successo” disse Buffy, le lacrime ormai sul suo viso.
“Buffy, io...”
La mancata sposa gli si buttò tra le braccia, con un gesto istintivo che gli fece insieme sia male che
bene. Se lo lusingava la sua inattesa fiducia, dopo il modo in cui si erano lasciati ormai mesi prima,
questa sua reazione emotiva lo atterriva anche. Non voleva più farsi illusioni sul loro conto. Il loro
tempo era finito, andato, passato. E non le avrebbe permesso di usarlo di nuovo. Anche se, in
questo momento, provava per lei una pietà molto umana.
“Buffy” le disse, accarezzandole i capelli, sempre fini e morbidi come ricordava. “Avete fatto
qualche pasticcio, tu e Willow? A cosa dobbiamo lo sgradito ritorno di Angelus?”
Buffy cominciò a singhiozzare. Sentirsi anche in colpa per la magia compiuta, in quel momento,
non l’aiutava di certo. “Angel ha dei nemici, qui, degli zingari...”spiegò a Spike tra i singhiozzi.
“Gli hanno di nuovo disan corato l’anima. Io e Willow...abbiamo tentato di rimettere le cose a posto.
Evidentemente, abbiamo liberato Angelus. Oh, mio Dio. Chi mi da la forza di ucciderlo di nuovo?”
Spike la spinse dolcemente via da sé.
“Perché hai voluto parlare con me, ora? Perché non Willow? O Xander?”
Buffy lo fissò, gli occhi pieni di lacrime.
“Perché nessuno mi capisce meglio di te....William”
“Buffy, io sono cambiato”
“Lo so” disse lei, asciugandosi il naso con un fazzolettino di carta che lui le stava porgendo. “Non
mi ami più”
“Ti vorrò sempre bene...ma non mi sento di essere di nuovo tutto per te. L’ultima volta, questo mi
ha quasi distrutto, lo sai. E stavo per fare del male anche a te”
“Mi dispiace” singhiozzò lei.
“Anche a me”
“Mi aiuterai...ad ucciderlo?”
Spike scosse il capo. “Proteggerò te e Dawn e Willow...e persino Xander da lui, ma forse, questa
volta, la soluzione non sarà così semplice. Non ti sei ancora chiesta perché Angelus abbia prevalso?
Non pensi che sia una parte di lui, dell’uomo che...insomma, di Angel, con la quale, prima o poi,
dovrai fare i conti?”
Buffy lo fissò di nuovo, in silenzio. Quello che Spike le stava dicendo, ancora una volta, aveva
stranamente senso. Non avrebbe risolto questo nuovo problema nel solito modo. “Hai ragione”
ammise, asciugandosi gli occhi. “Questa faccenda, questa volta, non la risolverò con un paletto”
Spike le sollevò il volto. “Come al solito, ce la farai, Buffy. Sei una donna straordinaria. Sono fiero
di aver condiviso qualche momento con te...i momenti migliori, naturalmente”
“E qualcuno ce n’è stato” ammise lei. “Non ti dimenticherò mai, William”
“Lo so. Nemmeno io”
Si chinò dolcemente e posò le sue labbra su quelle di lei. Condivisero quel bacio d’addio come
avevano condiviso tutto per così tanto tempo. Prima nemici, quindi alleati, ed infine amanti. Ed ora
si salutavano, per sempre, in pace.
“Cosa c’è?” gli chiese lei, quando si staccarono. Spike stava sorridendo.
“Sono proprio un’idiota. Ora capisco tutto!”
“Cosa?”
“Willow...ed Oz. Anche loro si sono detti addio, oggi!” Spike le prese una mano, la baciò, e con un
ultimo sguardo si accomiatò da lei.
Buffy lo fissò andare via, senza capire, ma in pace con lui e con se stessa, e poi si tolse il velo.
Era il momento di trattare il problema di Angelus una volta per tutte.
5. Soluzioni.

Sapevi che sarebbe accaduto?” chiese Buffy a Lorne. Il demone assunse uno strano colorito
verdognolo, che con la sua carnagione probabilmente stava ad indicare il suo imbarazzo.
“Lo temevo”
“Dimmi cosa hai capito dalla sua canzone”
“Angelus s tava per diventare sempre più forte, e per prevalere. Non credo sia stata solo la vostra
magia a provocare il suo ritorno”
Buffy lo fissò. Indossava ancora il suo abito da sposa, ma non si rendeva nemmeno conto delle
occhiate curiose degli avventori del casinò. Aveva cose ben più importanti a cui pensare.
“Devo abituarmi a non considerarli più due persone distinte” mormorò la ragazza. “Che mi piaccia
o no, Angel ed Angelus, nel profondo, sono la stessa persona. Oggi ero pronta a sposare Angel, ma
non ad accettare questo lato della sua personalità. Mi sono ingannata per troppo tempo. Ed ora ne
pago le conseguenze”
“Può darsi che questo stato di cose non sia permanente” cercò di consolarla Lorne. “Così come
Angelus ha prevalso ora, Angel è sempre molto forte, e potrebbe riuscire a riemergere”
“Dipende da me” disse Buffy, con forza. “E devo farlo prima che Angelus faccia uno spuntino...sai
dov’è?”
Lorne annuì. “Goran lo tiene d’occhio fin da quando ha lasciato la cappella. E’ in camera vostra.
Sembra che ti stia aspettando”
“Bene” sospirò Buffy. “Non bisogna fare aspettare lo sposo”
Lorne la fissò preoccupato, mentre lei si dirigeva verso l’ascensore, la lunga gonna dell’abito bianco
che strusciava sulla moquette del casinò.
Il demone si chiese dove diavolo lei tenesse il suo paletto tra tutti quei pizzi.
La stanza era in penombra. Le tende aperte sulla notte lasciavano penetrare il chiarore irreale delle
mille luci della Strip. Angelus era seduto in poltrona, la camicia bianca del vestito delle sue nozze
aperta sul petto, ed in mano un bicchiere di bourbon misto a sangue.
Buffy entrò con passo saldo nella stanza, e si appoggiò alla porta chiusa.
“Sei venuta in fretta. Credevo che ti ci volesse di più per riprenderti” sogghignò il vampiro.
“Posso dire che me l’aspettavo?” replicò lei, con voce fredda. “Non mi ha veramente stupito. Non
nel profondo”
“Tira fuori il tuo paletto, e facciamola finita.”
“Non sono armata” replicò lei, fermamente.
“Permettimi di dubitarne”.
“Non sono armata!” ribatté lei, muovendo u n passo verso di lui. “Non risolverò questo problema
mandandoti all’inferno, anche se sicuramente parte di te, la parte che ha ucciso Jenny, e tutti gli
altri, lo merita appieno” Buffy lo fissò, incantevole nel suo abito da sposa, eppure così forte...
“Ma la parte di te che ha deciso di sposarmi sa distinguere il male dal bene. E quella parte io l’amo
ancora, e l’amerò sempre. Perciò, sarai tu ad uccidermi, questa volta. La faremo finita, una volta per
tutte, e finalmente saremo uniti finché morte non ci separi. Come una vera coppia di sposi”
Angelus scoppiò a ridere.
“E’ questo quello che vuoi?” le chiese, sarcastico. “Vuoi vincere? Non me ne frega niente di te. Non
vali nemmeno una scopata. Voglio solo ucciderti, e farla finita.”
“Sarebbe comodo, vero?” so rrise lei. “Mettermi alle spalle, per sempre. Non credo sia così facile.
Né per te..né per me”
“Mi stai provocando, cacciatrice.”
Lei sorrise di nuovo, ed abbassò la spallina dell’abito, fino a scoprire l’inizio del suo morbido seno.
“E’ proprio quello ch e intendo fare”
La tensione erotica nella stanza salì vertiginosamente, fino a togliere loro il respiro. Nessuno dei
due l’avrebbe mai confessato, ma questa era stata per entrambi, a lungo, una segretissima fantasia.
Come sarebbe stato farlo...e non tra Angel e Buffy, bensì tra Angelus e la cacciatrice? Sarebbe
prevalsa la passione, se non la tenerezza, o l’odio?
“Non sai a cosa stai andando incontro, cacciatrice”
Lei rise. “Non sottovalutarmi, vampiro”
“Ti userò e poi ti butterò via, come un profilattico u sato.”
“Fallo, se ne sei capace” lo sfidò lei.
Quella era l’unica battaglia che nessuno dei due si era mai sentito pronto a combattere. Buffy si
avvicinò ancora, e gli porse le spalle.
“Sarebbe così facile...” mormorò lui, lasciando scorrere le mani sul s uo collo, e stringendolo quasi
con dolcezza. “Strangolarti, oppure spezzarti il collo, od infine berti fino alla morte...”
“Sciogli i bottoncini” ordinò lei, con voce roca.
Entrambi si immobilizzarono. Lei attese con il fiato in gola. Si stava letteralmente mettendo nelle
sue mani. Ed era la scommessa più azzardata che avesse mai giocato.
Dopo un lunghissimo, interminabile istante le mani di lui si mossero su di lei, sciogliendo
lentamente i bottoncini di madreperla dell’abito, uno dopo l’altro, senza treg ua. Buffy chiuse gli
occhi, insopportabilmente eccitata dalla sua vicinanza, ed intossicata dal pericolo che respirava
nell’aria della grande stanza dai cortinaggi color cremisi, pregna dell’odore del bourbon e del loro
desiderio. Ora che si era finalmente abbandonata a lui, si sentiva libera come non mai. Angel stava
per darle la suprema prova d’amore...
....oppure, il suo amore sarebbe finito come tutte le illusioni, e come la sua vita stessa, con la sua
vita stessa.
“Girati” disse lui, e la fece voltare dolcemente verso di lui. Buffy si avvicinò, e posò le labbra sul
suo petto nudo e liscio, assaporando il suo sapore.
“Non sai cosa stai facendo” ripeté lui, chiudendo gli occhi.
Buffy lasciò scivolare una mano dentro la sua cintura.
“Lo so benissimo, inve ce” disse, e poi chiuse gli occhi, preparandosi al peggio.
Sei matto?” si agitò Willow. “E l’hai lasciata andare? Alla sua mercé? E se lui...e se lui la
uccidesse?”
Spike la fissò. “In questa faccenda non possiamo entrarci, tesoro. E’ qualcosa di profon do, di
inerente alla natura stessa del loro rapporto. Se non si chiariscono, non hanno futuro”
“L’ultima volta che Angelus è riapparso delle persone sono morte! E se toccasse a Buffy?”
Spike attrasse a sé Willow, e le accarezzò i capelli con un gesto dolce che le portò le lacrime agli
occhi.
“Nessuno meglio di lei sa prendersi cura di sé. Non ne sei convinta?”
“Già” sorrise Willow tra le lacrime, tirando su con il naso “Ha tenuto testa persino a me”
“E’ vero” ammise Spike, con uno scintillio divertito negli occhi. “E’ nessuno è più pericoloso della
mia Willow quando usa il suo vero potere...”
A Willow si fermò il respiro in gola. “ ‘Mia’ ....sono tua?”
Spike la fissò fino in fondo agli occhi, e lei si perse in quello sguardo blu, trasparente ed insieme
insondabile.
“Mia e di nessun altro. Né quel musicista, né chiunque altro potrà portarti via da me. A meno che tu
non lo vorrai. Perché tu mi appartieni”
Willow gli buttò le braccia al collo. Dopo molto, moltissimo tempo, non si sentiva più sola. E la
piccola, timida Willow che aveva peccato per troppa ambizione, finalmente sapeva di essere di
nuovo amata.
“Spike?” gli chiese, dopo un po’, staccandosi dal suo tenero, possessivo bacio.
“Uhm?”
“Angelus la ucciderà. Dobbiamo fermarlo”
Quando Angelus tirò fuori da uno dei cassetti un lucente paio di manette, Buffy ansimò. Non
avevano mai usato quel genere di gingilli prima. Almeno, non insieme. Buffy le aveva più volte
usate con Spike, ma non era il genere di cose che si raccontano al fidanzato.
La loro passione era sempre stata semplice, pulita. Buffy si rendeva conto che nessuno dei due
aveva veramente affrontato, fino a stanotte, la realtà che nell’uomo che amava convivevano due
entità nemmeno troppo distinte, Angel ed Angelus. Lui aveva tentato, qualche volta, di farle capire
che parte della sua personalità di uomo risiedeva anche in Angelus, e parte del suo demone esisteva
anche in Angel, ma Buffy non ne aveva mai davvero voluto sentirne parlare. Ciò che desiderava era
dimenticare Angelus, Jenny Calendar, Kendra, e tutto l’orribile incubo che erano stati i mesi di
dominio di Angelus a Sunnydale.
Ora, aveva scelto di ricordare.
“Vuoi che mi metta ancora di più alla tua mercé di quanto già non sia?” gli chiese.
“Se credi che questo cambi qualcosa!” la derise Ang elus. “Non sperare di commuovermi. Spera
solo di non annoiarmi, ed avrai qualche chance di sopravvivere a questa notte”
”Tu, invece, non ne hai alcuna, perché Angel ti dominerà. Di nuovo” replicò Buffy, tendendogli i
polsi. Con un sorriso, Angel le strinse le manette d’acciaio attorno ai polsi, e poi le chiuse con uno
scatto secco. “Fossi in te, non ci conterei troppo. Non vuoi capirla che lui, io, siamo la stessa cosa?
E che io sono come lui veramente è?”
Lei lo fissò. Non era cambiato nulla. Alla fine, non le restava altro che se stessa.
Ed il suo amore.
“Non puoi umiliarmi” gli disse, mentre lui la incatenava alla testiera del letto. “Non puoi far nulla
che non sia...uccidermi. E lui, questo, non te lo permetterà”
Angel sorrise, e poi le mise un foulard di seta intorno alla bocca, per tacitarla.
“Scommettiamo?”

Buffy?” chiamò Dawn. Dalla stanza non proveniva alcun rumore. Si voltò, preoccupata, verso
Xander. “Se sono dentro, che facciamo? Hai un piano?”
“Io?” rise amaramente Xander. “Non sono mai sta to l’uomo dei piani. Rivolgiti altrove!”
Dawn non lo stava più a sentire. Era fuori di sé dall’apprensione. Voltò lo sguardo verso il corridoio
tappezzato di velluto rosso, e si concentrò su una di quelle teche antincendio in cui era contenuta
un’ascia. Pr ese la giacca blu che aveva indossato per il matrimonio, l’avvolse intorno al braccio, ed
infranse la teca. Subito un allarme sonoro e penetrante si diffuse per il corridoio.
“Dawn?!” si stupì Xander, che non l’aveva ancora mai vista passare all’attacco.
Dawn attaccò la serratura. Purtroppo, la maniglia d’acciaio non cedeva. Disperata, mollò l’ascia, e
cominciò a stringere il pomolo. Improvvisamente, l’acciaio si sciolse come burro fuso, e caldo al
tatto, sotto le sue dita.
“Lo sapevo, che ce la potevo fa re!” esclamò soddisfatta Willow, con Spike alle sue spalle. “Sono
solo un po’....arrugginita!”
Nessuno la stette a sentire. Fissavano tutti la serratura ormai fusa. Potevano entrare, se lo volevano.
Il pensiero di quello che avrebbe potuto essere lo spettacolo che si sarebbe presentato ai loro occhi
li fermò.
“Dawn...” disse Spike, avvicinandosi a lei. La ragazza scosse il capo, sottraendosi al suo tocco.
“Vado io” disse Xander, tirando fuori dalla giacca un paletto. “Sono sette anni che aspetto questo
momento. Non ho paura di lui. Se ha fatto del male alla mia Buff, io...”
Willow mise una mano sulla spalla, e si inoltrò nella stanza dietro di lui. Spike e Dawn rimasero
fuori, nel corridoio.
“Dawn, io....mi dispiace. Per tutto”
Gli occhi di Dawn si riempirono di lacrime. “Voi, maledetti...non finirete mai di farle del male? Ma
cosa vi ha fatto? Il suo crimine è stato solo di amarvi!”
Contraddicendo le sue stesse parole, Dawn si precipitò tra le sue braccia. Dio, quanto le era
mancato! Niente per lei era così consolante come rimanere stretta al suo corpo freddo e duro,
eppure pieno di forza.
“Spike...credi che l’abbia uccisa?” non riusciva a tacere la sua paura più profonda.

No, per Dio. No, briciola” disse Spike.
Entrambi sapevano che non ci sarebbe stato più un buco al mondo dove Angelus avrebbe potuto
sfuggire alla furia vendicatrice di Spike e della sua donna.
6. Scoperte.
Willow abituò gli occhi al buio assoluto della stanza. Xander non ebbe altrettanta pazienza: cercò a
tentoni l’interruttore della l uce e, finalmente trovatolo, lo accese.
Le figure sul letto erano immobili.
Buffy giaceva su di un lato del letto, a malapena coperta da un lenzuolo di candida seta bianca, un
braccio solo ancora legato alla testiera, pendente da una delle manette d’accia io di Angelus.
Il vampiro era disteso a sud di lei, la testa scura nascosta sotto un cuscino, ed una delle mani legata
con un pezzo di seta, un foulard, ad una delle mani di lei.
Per un istante, Willow e Xander pensarono che fossero morti entrambi.
Poi, Willow si accorse che Buffy respirava. E stava semplicemente dormendo.
Xander si precipitò sul vampiro, e gli mise il paletto sulla schiena, all’altezza del cuore.
“No!” urlò Buffy, svegliandosi di colpo, come se un misterioso istinto l’avesse avvisata di q uanto i
suoi amici intendevano fare. “Ti prego, Xan...no”
“E’ un mostro, Buffy” replicò Xander, gli occhi di ghiaccio. “Ti ha usata e tradita, ogni volta che
gli hai lasciato accesso al tuo cuore, l’ha preso e l’ha calpestato. E’ un orribile assassino. Qu ante
volte ancora ti deve deludere prima che tu lo capisca?”
“Xander” lo supplicò lei, i capelli sugli occhi, sull’unica mano libera il segno crudele lasciato dalla
manetta d’acciaio. “E’ la mia vita. Mia e di nessun altro. Ed ora, vi prego, andate. Angel ed io
dobbiamo parlare”
“Angel?” sussurrò Willow. Al sentirla, il vampiro si ridestò dal suo sonno profondo come morte.
Non appena aprì gli occhi, capirono tutto.

Buffy...mio Dio, stai bene?”
Lei annuì. Sotto lo sguardo imbarazzato di Willow e Xander, che si ritrasse leggermente, Angel si
strinse intorno alla vita il lenzuolo, e cercò sotto il letto le chiavi delle manette. Senza altre parole,
liberò la mano ancora legata di Buffy, e lei lo ringraziò sottovoce.
“Mi dispiace...io...non sai come mi dis piace”
“Non è colpa tua” rispose lei, con un sorriso triste. “Ho ottenuto dal nostro piccolo incantesimo,
Will, più di quel che avessi richiesto”
“Buffy...tu sai, vero, che ero io a fare....a fare quelle cose”
“Lo so. E lo accetto”
“Ehm, scusate....”interl oquì Xander “Con chi stiamo parlando, adesso? Con mister Anima...o con il
cattivone?”
Buffy sorprese tutti e tre con la sua risposta.
“Con entrambi, Xander. Con entrambi”
“L’ancoramento ha riportato alla luce Angelus, per un po’” ammise Angel. “Ma poi la f iducia di
Buffy, il suo abbandono...hanno fatto riemergere la parte migliore di me. L’uomo che posso
essere...anche se, purtroppo, non sempre ci riesco”
“Ma non smetterai mai di provare” gli disse Buffy, accarezzandogli una guancia. “Ed è per questo
che ti amo. E che, se mi vorrai, stavolta, vorrò essere tua moglie”
“Davvero vorresti? Nonostante quello che...quello che è successo stanotte?”
“Dici bene” sorrise lei. “Abbiamo. Non hai fatto nulla che io non volessi. Tranne quella
cosa...d’accordo, non ne parl iamo più”
“Non voglio sapere!” esclamò Xander. “Sei completamente impazzita! Credevo che avessi toccato
il fondo con Spike..ma questo, questo....”
“Xander!” sbottò Willow. “Buffy, non temere, lo porto subito via di qua, prima che faccia di nuovo
danni”
Buffy annuì. Dallo sguardo in tralice che la strega dai capelli rossi le lancio intuì che Willow
intendeva sapere quale fosse la cosa che Angelus le aveva imposto contro la sua volontà...e si
rassegnò alle sue domande. Ma non ora. Ora c’erano cose più importa nti da discutere.
Quando lei ed Angel rimasero soli, Buffy lo fissò, strofinandosi i polsi arrossati.
“Hai vinto tu, Buffy”
Lei scosse il capo, sorrise. “No, abbiamo vinto insieme”
Non avrebbero mai raccontato a nessuno cos’era davvero successo quella not te. E non avrebbero
mai dimenticato. Sopratutto, Buffy non avrebbe dimenticato quel momento, quando l’uomo che
amava era riemerso dalle tenebre, relegando al buio la parte più oscura di sé.
Anche se le era costato, moltissimo, non rimpiangeva nemmeno un istante.
Angel si inchinò davanti a lei, come il più devoto dei cavalieri, e l’aiutò ad alzarsi.
Nessuno dei suoi amici aveva potuto scorgere le macchie di sangue sul lenzuolo.

Gliela lasci passare liscia? Così?” urlò Xander, cercando intorno appoggio morale. Non lo ottenne
da Dawn, a cui non avevano rivelato lo stato in cui avevano ritrovato Buffy ed Angel, e –
sorprendentemente – non lo ottenne neppure da Spike. Eppure, nessuno doveva, poteva odiare
Angelus tanto quanto lui.
“Shhh” sussurrò Willow. “Dimentica, Xander”
Detto da qualcun altro, sarebbe stato un semplice modo di dire. Ma gli occhi di Willow si scurirono,
e Spike osservò incredulo la magia.
Un brivido lo scosse. E se lei avesse usato quel tipo di magia, quel tipo di controllo, su di lui?
L’a veva fatto con Tara. Lo stava facendo con Xander. Cosa le impediva di riprovarci con lui?
Willow voltò il suo sguardo improvvisamente nero su di lui .”No, Spike. Non lo farò mai con te”
“E’ sbagliato, Will” replicò lui, quasi con tristezza.
“Lo so. E’ per sua protezione. Non vivrebbe in pace sapendo Buffy vicina ad una simile minaccia.
Angelus è stato sconfitto, stanotte, dall’enorme amore che Angel prova per lei. Ma rimarrà sempre
vicino, vicino alla superficie...sarà una minaccia mai doma. Lei può accettarlo, Xander no”
Spike scosse il capo. “E’ comunque sbagliato. Willow, devi ripensare al tuo rapporto con la magia”
“E perché dovrei?” reagì lei, gli occhi di nuovo verdi, ma infuriati, occhi nei quali lui lesse il suo
infinito potere. “Perché tu possa tollerarmi fino a che Buffy non si stanchi del suo nuovo,
pericoloso giocattolo e torni da te?”
“No, Willow” Spike scosse il capo. “Ho capito stanotte cosa significhi per me. Non solo un’amica.
Più di un’amante. Certo, non soltanto una compagna. Willow, per qu el che conta, per me esisti solo
più tu. Ma non accetterò di vivere sotto il tuo incantesimo. Voglio un rapporto paritario. E non
voglio giochetti. Nella nostra casa, nel nostro letto, ci dobbiamo essere solo tu ed io”
Lei ansimò. Tara aveva tentato di farle capire la stessa, dannatissima, cosa. E lei aveva rovinato
tutto.
Senza aspettare la sua risposta, Spike li lasciò e si diresse verso la loro camera.
Senza capire, Xander riportò il suo sguardo su Willow. “E’ matto?” le chiese, con un sorriso.
Lei lo guardò. E poi sollevò lo sguardo al cielo. “Che noia! Disfà”
Xander scosse il capo, improvvisamente annebbiato. E poi ricordò. “Oh, mio Dio! Angelus!
Willow...dobbiamo impedire questo matrimonio”
7. Arrivederci.

Sei sicuro che non ci stiano seguendo?” ch iese Buffy, voltandosi istintivamente indietro. Angel
rise, e spinse più a fondo sul pedale del gas. Si lasciavano alle loro spalle il casinò Ring of Fire,
tutta la stramaledetta città di Las Vegas, e si dirigevano verso il deserto, in valigia le loro poche
cose, ed i documenti falsi procurati loro da Lorne.
“Mi sento un ladro che fugge nella notte” osservò Buffy, suo malgrado. “Mi dispiace solo per
Dawn. Immagino che gli altri se ne faranno una ragione, ma lei...l’ho di nuovo delusa.”
“Las Vegas non era il posto per noi” le disse Angel, con dolcezza, stringendole una mano, la stessa
ancora ferita dai suoi abusi. Non era l’unica parte dolorante di Buffy, e neanche quella che faceva
più male. Angel sperava di avere anni, molti, lunghi anni, per rimediare alla crudeltà della sua parte
oscura.
“No, davvero” replicò lei. “E poi, io non so cantare. E non gioco d’azzardo”
La Porsche si ritrovò improvvisamente nel deserto. Angel spense il motore, e lui e Buffy scesero, in
mezzo al deserto, sotto milioni di stelle.
Buffy allargò le braccia e girò su se stessa, cercando di focalizzare il pensiero sul lento ruotare
dell’asse terrestre sotto di sé. Era quasi finita la notte, e lei era ancora viva.
Aveva vinto la sua scommessa.
Poi, si voltò verso Angel.
“Motel?” gli di sse, sorridendo, e risalirono in macchina mentre l’alba ancora lontana tingeva il cielo
di rosa ad est.

Beh, qui le nostre strade si dividono” osservò casualmente Willow, mentre il sole piano sorgeva
sui falsi colonnati del Ceasar’s Palace. “Ti rivedr ò?”
“Da qualche parte, nel mondo” replicò Oz con un sorriso. “E tu sarai sempre sorridente, e felice.
Perché l’infelicità non ti si confà. Sei nata per essere felice, Willow”
“E pensi che lo sarò...con lui?” gli chiese lei, gli occhi enormi, spalancati sul suo volto, come era
sempre stato in un tempo lontano.
“Solo tu puoi rispondere a questa domanda”
Oz raccolse la sua roba, le fece un cenno con il capo, un sorriso, e si allontanò verso i ragazzi della
sua band.
Willow sospirò, e si voltò.
Appoggiato all’u scita del casinò, quella che dava sulla piscina coperta, Spike fumava una sigaretta.
Ancora un istante, e la luce sarebbe stata troppo forte per lui, e sarebbe dovuto tornare dentro.
Ancora un istante, e forse sarebbe stato troppo tardi...
Willow si affrettò, lo raggiunse, e gli buttò le braccia al collo.
“Puoi perdonarmi?” mormorò contro la sua guancia, aspirando felice il suo profumo di tabacco e
sapone. “Sono stata orribile. E non so mai quando fermarmi. Ma io...Spike, io...”
“Shh” sorrise lui, voltando il viso verso quello di lei . “Lo so quello che provi. Perché lo provo
anch’io”
“E Buffy?” chiese Willow. “Con lei...è finita?”
Spike annuì. “Stavolta è veramente finita. Andiamo, Willow. In questa città, abbiamo perso anche
troppo tempo. Ed io, oggi, intendo divertirmi”
Il vampiro si chinò, la prese tra le braccia, e si diresse con lei verso il ventre scuro del casinò. Nel
suo abbraccio, Willow rideva, ed era finalmente felice.

Xander! E’ tardissimo! Domani devo andare a scuola, e dobbiamo viaggiare tu tto il giorno!” gridò
Dawn, dall’altro lato della strada.
“Arrivo!” sospirò il ragazzo, mentre il suo sguardo indugiava sul volto stanco di Cordelia. Quella
lunga notte aveva lasciato il segno anche sulla sua clamorosa bellezza.
“Angelus...od Angel...il lo ro posto è sempre insieme” le disse, come per consolarla, ma non ce n’era
davvero bisogno. Cordelia aveva avuto alcuni mesi per mettersi il cuore in pace, e non aveva
rimpianti.
“Sembra che dove vado io, i matrimoni non si concludano” osservò mestamente Xa nder.
“Stavolta, almeno, tu non c’entri” sorrise Cordy. Gli diede un leggero bacio sulle labbra e gli
sorrise. “Stammi bene, Xander. Teniamoci su”
Xander si allontanò, rassegnato a sentire per tutta la strada fino a Sunnydale le lamentele di Dawn e
la sua orribile musica.
Cordelia si voltò, e quasi si scontrò con il Direttore del Casinò.
“Tutto risolto?” indagò Goran. “Avete avuto notizie dei mancati sposi?”
“Sembra che i suoi piani si siano rivelati un buco nell’acqua” gli rivelò Cordelia. “Angel ha riavut o
la sua anima: il suo amore per Buffy è troppo forte. Se non ci sono riusciti Darla e Spike, a
separarli, non ci riuscirà certo lei.”
“Sì, credo anch’io” ammise lui, stupendola. “Mi dispiace di averla conosciuta così. Non ho mai
incontrato prima una donna...una donna come lei. E quest’antica vendetta ha rovinato tutto”
Cordelia lo osservò con attenzione. La tristezza con cui l’uomo aveva pronunciato quella frase
l’aveva colpita, suo malgrado. Non aveva mai incontrato nessuno che fosse così...galante. Nel
senso più antiquato e gentile del termine.
E quel qualcuno era un nemico dell’uomo a cui, malgrado tutto, voleva ancora bene.
“Goran” gli disse lei. “Se lei dimenticherà quest’assurda vendetta, che non farà nulla per riportare
Jenny in vita, io...io potrei considerare l’idea di diventare sua..amica.”
“Davvero? Se venissi a Los Angeles...uscirebbe con me?”
Cordelia annuì. Goran sorrise, e le tese la mano.
“Allora, la chiamerò, Cordelia. Ci conto”
Lei sorrise. “Non ha il mio numero”
Goran rise. “Certo che ce l’ho. So tutto su Angel e sui suoi soci in affari...ricorda?”
Cordelia scoppiò a ridere.
Goran lasciò che si allontanasse da lui. Sapeva che si sarebbero visti ancora. Non se la sarebbe
lasciata scappare.
Cordelia camminò decisa, a testa alta.
Dopo tutto, lei era ancora Queen C.
Epilogo.
Sedona, Arizona.
La cerimonia si svolse al tramonto. Non appena il sole cadde dietro le colline dell’Arizona, Angel
uscì all’aperto, nel deserto, e tese una mano alla sua sposa. Buffy, vestita di una tunica bianca e con
dei fiori azzurri tra i capelli, gli sorrise.
Il ministro sorrise.
“Le vostre auree sono finalmente complete” disse loro, soddisfatto di quel che vedeva. “Dopo tanto
cercare, si sono finalmente trovate”
Sembrava ad entrambi un sogno, ma finalmente, in questo luogo dove il misticismo si respirava
nell’aria, la loro lunga storia finalmente raggiungeva un importante, definitivo epilogo. Dopo,
sarebbe seguito il “vissero felici e contenti”. Almeno, lo speravano, con tutto il cuore.
Si erano cercati a lunghi, per secoli, e nemmeno la morte li aveva davvero divisi.
E tra Liam Mahoney, nato nel 1725, e la sua sposa Buffy, nata nel 1981, finalmente c’erano due
anelli. Per sempre, vi era inciso sopra.
Due claddagh, naturalmente.
FINE.


Nota dell’Autrice:
Ho a lungo dibattuto con me stessa se descrivere o meno la notte trascorsa tra Buffy ed Angelus. Vi
ho rinunciato per due motivi:
a) per quello che immaginavo al riguardo, avrebbe sicuramente portato su il rating della storia
ad NC – 17, e non lo volevo;
b) non sarebbe stata una bella notte. A mio modo di vedere le cose, Angelus odia e disprezza
Buffy, e l’ha umiliata e ferita. Certe cose è meglio lasciarle presumere, anziché
descriverle...a meno che non si abbiano tendenze sadiche, e non è il mio caso. Farlo, avrebbe
reso questa storia eccessivamente dark, e non era il mio obiettivo, stavolta, anche se non
escludo, prossimamente, di narrarvi di Buffy ed Angelus in un altro, più appropriato,
contesto...