.:: Qualcosa di nuovo::.
Autore: rogiari2001
(rogiari@inwind.it)
Dedicato a : Buffy ed Angel, Spike e Willow. E c’è una
sorpresina per Giles...
Sommario: Inizio della settima stagione. L’amore a Sunnydale e
dintorni non è facile. Buffy ed
Angel ci riprovano, Spike si consola con Willow, Giles da’ finalmente
retta ai suoi ormoni, e
Cordelia torna giusto in tempo per complicare ancora di più le
cose...
Spoilers: per gli italiani, da “The Body” fino alla fine
della sesta stagione. Spoilers per il gran
finale della sesta stagione, e per l’inizio della settima, nonché
per tutte e tre le stagioni di ATS.
Disclaimer: non è mio. In nulla. Tutto di Joss, e della Mutant
Enemy. E del Berlusca, se l’ha
comprato…
Feedback: per favore, sì!!! M i piace avere risposte oneste.
Distribuzione: ovunque, basta chiedere.
Rating: Vietato ai minori di quattordici anni, per essere prudenti...
Nota: la canzone “Wild Horses”, dei Sundays, è naturalmente...suvvia,
lo dovreste sapere! Vi devo
spiegare tutto io?!
Dedicato a Stellina Blu e Mickey Mouse, per la parte relativa a B/A.
E’ invece il PREMIO per il concorso a suo tempo indetto per Buffyfaith
nella parte relativa a S/W.
(Vale, tieni duro, arriva anche il tuo premio....)
Come vedete, ho raccolto la sfida...
PROLOGO
“WILD HORSES”.
Buffy assaggiò la sua seconda diet coke, e si rilassò
contro lo schienale della sua sedia, assaporando
la voce esile ma intonata di Dawn in un’interpretazione di “I
will survive”. Aveva giurato con se
stessa che non avrebbe mai più cantato in pubblico, dopo le follie
del demone Sweet a
Sunnydale...ma le faceva piacere che Dawn si stesse divertendo.
Quella breve vacanza stava facendo bene ad entrambe. Era stata una buona
idea riallacciare i
rapporti con loro padre: Hank si era reso conto di essere un pessimo
padre, ma forse il loro rapporto
con lui era ancora recuperabile. Inoltre, stava aiutando Buffy finanziariamente,
e questo era di
grande aiuto per la ragazza, soprattutto ora che si stava ripromettendo
di riprendere gli studi.
Con la coda degli occhi, Buffy si accorse che un ragazzo la stava guardando.
Arrossì suo malgrado:
per lungo tempo, non aveva più fatto caso alle attenzioni maschili.
La sua freddezza profonda, la
sua ennui, si stavano finalmente sciogliendo, un anno dopo la sua resurrezione,
e dopo molte, troppe
lacrime versate...ma era la prima volta, questa sera, che si rendeva
conto di essere ancora
attraente...ancora donna.
Ed ancora sola.
Non le andava di pensare troppo al passato. Troppi errori, troppi orrori.
Si stava accontentando di
vivere...un respiro alla volta, la gratitudine riscoperta per un raggio
di sole, per un fiore
colorato...per il grido di un bambino udito dalla finestra.
Così, almeno una di loro stava vivendo.
Loro. I suoi amanti vampiri.
L’istinto la fece voltare. Cercò nella notte di quel bar
karaoke, dove lei e Dawn stavano
trascorrendo la loro ultima notte in città. Niente di strano.
Coppie, gruppi di amici. Umani,
solidi...reali.
Ritornò a posare l’attenzione su Dawn. Tutti stavano applaudendo:
la canzone era finita.
“Un vecchio successo, ora!” annunciò il presentatore
“The Sundays con...Wild Horses!”
Buffy impietrì. Wild Horses. Cavalli selvaggi.
Oh, mio Dio...
“Buffy?” le chiese la sorella, preoccupata. “Stai
bene? Sono andata bene?”
Buffy si riprese, mentre la chitarra dolcemente introduceva la strofa,
la voce di donna della cantante
improvvisata che scivolava con una certa perizia sulle note...
Innocenza. Lui le aveva rubato l’innocenza. Non aveva più
potuto amare, senza.
“Sto bene.” Le rispose. “E’ solo...un ricordo”
“Brutto?” indagò Dawn, che dei ricordi aveva una
pessima opinione...
“No...intenso. Bello. E doloroso”
Buffy sorrise. Il ballo di fine corso. L’ombrellino di “Protettore
della classe”. Giles in smoking.
Angel.
Oh, come le faceva male il cuore, se ci pensava... Angel. Bello da togliere
il fiato nel suo smoking,
pronto a donarle l’ultima, inesplicabile dolcezza, rubata alla
loro vita, al loro tempestoso
destino...per lei. Solo per lei. L’ultimo regalo. L’ultimo
insopportabile momento.
Va bene, si disse Buffy, soffri pure. Vuol dire che stai meglio. Se
il fuoco ti brucia, vuol dire che il
gelo della morte è finalmente sparito. Stai guarendo, Buffy.
Ora stai meglio.
“Vuoi stare ancora?” chiese alla sorella, con un sorriso.
“Perché no? Bella questa canzone...non ricordo di averla
mai sentita”
“Bella, sì” rispose Buffy, il ricordo perso al passato,
a quella sera di tre anni prima...al loro addio.
Quando se lo vide davanti, pensò ad uno scherzo della memoria.
La canzone l’aveva evocato.
“Ciao, Buffy” disse lui.
E lei capì di essere guarita. Lo capì dal rumore che faceva
il suo cuore.
“Angel?” esclamò Dawn, sorpresa. “Sei davvero
tu?”
Lui annuì. Rimase in piedi davanti al loro tavolo, indeciso se
sedersi o meno. Non voleva invadere
il suo spazio...a meno che lei non fosse d’accordo.
“Resta con noi...ti prego” gli disse lei, senza sorridere.
Lui annegò nei suoi occhi verdi. Lei era
sempre bellissima. E sempre speciale.
“E’ il locale di un mio amico...Lorne. Sono venuto qui per
chiedergli alcune informazioni...e vi ho
viste. Come mai a Los Angeles?”
“Siamo state qualche giorno da papà” gli spiegò
Dawn. Buffy non parlava: osservava Angel, i suoi
occhi scuri, tormentati. La sua bella bocca morbida. Era esattamente
come lo ricordava...ed il suo
cuore lo ricordava bene.
“Ti vedo bene...Buffy” disse lui. “Tutto...a posto?”
Lei annuì. “E tu...?”
Lui scosse il capo. “Ho avuto parecchi problemi, di recente”
“Ehy, ballano!” esclamò Dawn, imbarazzata. “Che
ne dite se io...mi butto in pista?”
“Ottima idea” le sorrise Buffy.
“Mi sei mancata” le disse Angel, non appena furono soli.
“Anche tu” ammise lei.
“Ti sei...ripresa?”
“Sì” sorrise Buffy “Ma non prima di aver commesso
una montagna di sciocchezze. Sono stati mesi
difficili...ma ora va meglio”
“I tuoi amici?”
“Zoppicanti anche loro. La fidanzata di Will, Tara, è stata
uccisa da un farabutto...e Willow si è
spinta un po’ troppo in là sulla strada della vendetta.
Xander ed Anya...beh, non stanno più insieme”
“E...il tuo ragazzo?”
Buffy lo fissò. Si chiese cosa Angel sapesse del suo recente
passato.
“Il soldato...Riley” continuò il vampiro.
“E’ tornato...con una moglie. Capolinea”
“Meglio così. Non vi vedevo insieme” Angel le prese
una mano. “Sei...stata sola? In questi mesi,
voglio dire?”
Buffy prese un gran respiro.
“Ho avuto una storia. Non è andata bene. E...tu?”
Angel la fissò a sua volta.
Dawn era tornata da loro.
“Ho un’idea grandiosa!” disse loro. “Riportatemi
a casa che muoio di sonno...così potete parlare un
po’ da soli. Scommetto che per entrambi la notte è ancora
giovane...”
Buffy arrossì.
“Io...se tu hai da fare...”
“No...sarebbe magnifico” commentò Angel. “Parlare.
Insieme. Come ai vecchi tempi”
“D’accordo”
Le due ragazze raccolsero le loro borsette e si diressero fuori.
Angel le fece salire sulla sua macchina, una Porsche grigia, e si diresse
nella notte verso
l’appartamento di Hank Summers.
“E così, siamo soli. Come ai vecchi tempi” ripeté
Angel. “Musica?”
“Sì, perché no” rise lei, cercando di ricordare
quale fosse stata l’ultima volta che era stata sola con
un uomo in macchina...oh, cielo. Spike, naturalmente. Che momento imbarazzante...
“Mi sono successe parecchie cose nell’ultimo anno...Buffy”
“Spara” disse lei, con un sorriso coraggioso.
“Io..Darla...abbiamo avuto un figlio”
Lei lo fissò. La sorpresa era palese....e faceva male.
“Mi è stato portato via. E’ stato allevato da un
uomo che mi odia in una dimensione parallela dove il
tempo trascorre ad una velocità diversa...ed è tornato
adulto, pronto ad uccidermi”
Lei sorrise. “Allora, mi batti”
“Senti questa. Mio figlio mi ha chiuso in una scatola e mi ha
gettato in fondo all’oceano”
“Sei ancora qui a raccontarlo”osservò lei, con un
sorriso.
“Diciamo che...siamo riusciti a spiegarci. Dopo”
“E...Darla?”
“Morta”
“Definitivamente?” ironizzò Buffy.
“Così parrebbe”
“In fondo, ce l’ha fatta” lei gli sorrise, con un
po’ di amarezza. Con la mano, gli accarezzò il suo bel
viso. “Ti ha dato un figlio. Ha dimostrato una volta per tutte
di essere lei la tua vera donna...”
“No, Buffy, io...”
“Shhh” gli disse lei. “Ammettilo. In fondo, io sono
stata solo un’avventura...”
“Va’ al diavolo” si infuriò Angel. “Io
per te ho perso la mia anima”
Buffy non fece in tempo a replicare. La bocca di lui si era impadronita
della sua...e lei non capì più
nulla.
Ecco, questi erano i suoi baci. Dolci, rapinosi. Insopportabili...perché
portavano con loro mille
promesse mai mantenute. Promesse di amore, dedizione...per sempre.
O forse mai.
Erano entrambe facce della stessa medaglia.
“No...”sussurrò lei, e lo respinse. Il suo cuore
si apriva, l’emozione fluiva, come in
un’inondazione...ne aveva una paura folle. Aveva già sofferto
troppo.
“Buffy, perdonami” le sussurrò lui. “Sei così
bella...e non riesco a non sentirti mia. Anche se non
ne ho alcun diritto. Quello che c’è stato con Darla non
aveva nulla a che fare con noi...Darla era la
compagna del mio lato oscuro, tu, quella della mia anima. Quando sono
rimasto solo, qualcosa in
lei mi ha richiamato...ma non è stato come con te. Non è
mai stato come con te”
“Chi sono io, per giudicare” ammise lei. “Se tu solo
sapessi...”
“Cosa?”
“Oltre a Darla, c’è stata qualcun’altra...?”
Angel abbassò lo sguardo.
“Buffy...vorrei mentirti, ma non posso. Ho provato dei sentimenti
molto forti per Cordelia. Ma ora
lei è scomparsa...ed è per questo che sono venuto da Lorne,
stasera. Per avere informazioni su di lei,
per cercarla.”
“Come vedi, la vita ci ha portati lontani”
“Buffy...quanto lontani?”
“Forse troppo” ammise lei. “Angel...io ho avuto una
relazione con Spike”
Angel strinse i denti.
“Non posso crederci”
Buffy ebbe un sorriso amaro. “Devi. E’ la verità.”
“Cielo, come hai potuto! Lui...lui è un essere malvagio,
crudele...”
“:..che mi ha amato con devozione” ammise Buffy. “Mi
ha amato davvero. Ed io l’ho
usato...probabilmente, come tu hai usato Darla. Credimi, non ero certo
io quella da compiangere, in
quella relazione”
“E’ durata...a lungo?”
“Più di quanto avrebbe dovuto. Alcuni mesi”
“Ed è finita...male? Della serie...voglio ucciderti?”
“Peggio ancora. Lui ha perso il rispetto di sé...ed io
il mio. Ci siamo fatti male a vicenda...oltre il
punto di non ritorno”
“Mi dispiace, Buffy!”
Qualcosa, in lei, insorse a quelle parole. Faceva bene a dispiacersi!
Era tutta colpa sua! Sua, per
averle spezzato il cuore. Sua, per averla costretta a cercare un simulacro
di emozione tra le braccia
goffe ed inesperte di Parker. Sua, per averla spinta ad illudersi di
aver trovato l’amore in Riley e
nelle sue insicurezze.
Sua, per averla indotta a pensare che il sesso da solo potesse sostituire
il sentimento, e che i freddi
baci di un vampiro potessero surrogare quelli di un altro, perduto per
sempre...
Invece, non disse nulla.
Non c’era niente da dire.
“Ti prego, portami a casa...Angel”
Lui annuì, e rimise in moto.
Non c’era proprio altro da dire.
Sola nella sua stanza, Buffy prese una cassetta, che aveva lasciato
lì l’ultima estate che aveva
trascorso da suo padre, prima dell’inizio dell’università.
Era stata la sua prima estate senza Angel.
Il nastro era quasi consumato. Quante notti aveva pianto sulle note
di Wild Horses....
La ascoltò al buio, senza lacrime. Dimenticò tutto...se
non il sapore della sua bocca, come l’aveva
assaporata quella sera, nella sua macchina, con la radio che suonava
piano una canzone di qualche
anno prima...
Cercò di metabolizzare anche quello. L’ennesimo incontro.
L’ennesima barriera.
Domani, sarebbe tornata a Sunnydale. Si sarebbe iscritta all’università,
e si sarebbe cercata un
nuovo lavoro. Willow sarebbe presto tornata dall’Inghilterra,
e se tutto andava bene, forse anche
Giles...
Piano piano, la vita avrebbe riaffermato se stessa.
Non si può avere tutto.
Cielo, ma fa male.
Angel rimase fermo a lungo nella sua Porsche, davanti all’Hotel
Hyperion.
Non riusciva a dimenticare gli occhi, le labbra, le lacrime non versate
di Buffy.
Si convinse che doveva pensare a Connor. E doveva ritrovare Cordelia.
Questa notte sarebbe stata l’ennesima occasione sprecata. L’ennesimo
falso incrocio. Dimenticare
ed andare avanti.
Come nel giorno mai accaduto.
Al diavolo!
Buffy fermò il nastro. Adesso doveva dormire. Adesso doveva dormire!
Qualcuno suonò il campanello.
Andò ad aprire.
“Ho trovato solo tulipani” le disse Angel, guardandola con
un mezzo sorriso, e tre tulipani rossi in
mano, avvolti in un pezzo di carta di giornale “Non sono un granché,
io veramente pensavo a delle
rose rosse, ma se sei d’accordo...”
“Sì?” rispose lei, imbarazzata per il pigiamino infantile
che indossava, ma incredibilmente felice di
vederlo. E già timorosa che una nuova speranza potesse infrangersi
sui soliti scogli...
Lui sorrise.
“Il nostro futuro insieme può cominciare da qui”.
PRIMA PARTE.
“INCONTRI”.
Londra, Settembre 2002
“Sesso, sesso...non c’è sesso” pensò
Willow, in mezzo alla pioggia, stretta tra la folla del tardo
pomeriggio in un autobus rosso a due piani, da cartolina. “Non
c’è sesso nella vita della gente. Solo
in pubblicità, nelle soap – operas, nei libri. Ma non più
nella vita. La gente non mangia nemmeno
più. Figuriamoci fare l’amore”.
Non sapeva perché la sua mente vivace, errabonda stesse coltivando
quel pensiero. Non che
cercasse un’amante: le altre donne le parevano insipide, indigeste.
Al confronto di Tara...ma Tara
era stata l’amore...quello che viene una volta nella vita. Donna,
uomo...l’avrebbe amata in
qualunque incarnazione. Se solo fosse tornata ...da lei.
“Ho perso il biglietto alla lotteria della felicità”
si disse Willow, in un momento di raggelante onestà
“E non può certo dirsi che non sia colpa mia. Ho fatto
tutto da sola. Ero una ragazzina, e già
giocavo a ridare l’anima ai vampiri...da lì in poi, è
stata tutta una discesa...”
L’autobus si fermò di fronte al ristorante indiano dove
le piaceva, a volte, trascorrere le serate con
Giles. Scese, ancora immersa in quel pensiero dolce amaro. Tara. La
sua sconfitta. Due realtà
talmente connesse da averla portata ad un passo dalla distruzione finale.
Sua e del mondo intero.
Si affrettò lungo i marciapiedi. Sebbene metereologicamente fosse
ancora estate, l’aria era fredda.
Sognava la California, come in quella tristissima canzone degli anni
’60. Per raggiungere il suo
appartamento ammobiliato, doveva attraversare un piccolo parco. Lo faceva
tutte le sere, e non ne
aveva paura. Sapeva che c’erano dei vampiri, anche lì,
a Londra...ma, cielo, Darth Willow sapeva
bene come difendersi...
“Abracadabra” pensò Willow, con un sorriso. “E
tutto si risolve” il suo sorriso si allargò “In
disastro”
L’impiegato di banca in bombetta e bastone che le si parò
davanti aveva lo sguardo troppo affamato
per aver trascorso le ultime otto ore in un polveroso ufficio. Willow
sorrise di nuovo.
“Torna nella tua tana...e cerca pascoli migliori” gli disse.
“Ragazzina” ringhiò il vampiro “Non sai di
cosa stai parlando”
“Amico” replicò lei, annoiata. “Sei tu che
non sai di cosa stai parlando”
Radunò con un sospiro l’energia necessaria per polverizzarlo
con il pensiero. Ma doveva essere
distratta, quella sera...perché il vampiro si polverizzò
da solo...un istante prima del previsto.
Stupita, Willow indietreggiò di un passo. La polvere si depositò
in terra, rivelando la figura snella e
forte di un uomo, con in mano un paletto appuntito.
Lui sorrise.
“Ciao..Rossa”.
Los Angeles.
Buffy ed Angel trascorsero le loro prime ore della loro nuova vita insieme
mangiando gelato alla
crema ed al cioccolato. Chiusi in cucina, i tulipani in un vasetto con
dell’acqua, restarono a lungo a
fissarsi, come a riconoscersi dopo il lungo tempo trascorso. C’era
un’unica, imbarazzante certezza:
non potevano finire insieme nel caldo letto di Buffy, e ritrovare così
il sapore della loro pelle, il loro
odore, la sensazione del loro incontro. Quella era l’unica cosa
certa tra di loro.
Quella, e la voglia di ricominciare.
Buffy non osava parlare. Cosa poteva dirgli? Raccontargli di lei e Spike...forse?
Di come era stato
tra di loro...del sesso sublimato a passione? Del suo cuore freddo?
Della sua crudeltà? Della follia di
lui?
Angel risentiva i baci di Cordelia, il suo breve abbandono, la certezza
che aveva provato allora che
lei fosse importante per lui.
Ma di questo non poteva parlare a Buffy.
Se solo avessero potuto essere amanti, e lasciare parlare i loro corpi...
Ma questo, lo sapevano entrambi, non era possibile. Non subito. Già
così, la gioia primitiva per
averla ritrovata minacciava di soffocarlo, di soggiogare la parte migliore
di sé...e fare emergere il
demone.
“Cosa intendi fare?”
“ E tu?” rilanciò lei, alle sette di quel mattino
piovoso.
“Tornerai a Sunnydale...oggi?”
Buffy annuì. “Devo mettere a posto un po’ di cose.
Fare un po’ di progetti. Forse...potremmo
cominciare con calma”
“C’è qualcosa che dobbiamo risolvere, prima”
ammise lui.
“Lo so” disse Buffy, pensando alla maledizione che ancora
li teneva lontani, dopo tutti quegli anni...
“Intendevo Cordelia” Angel la fissò a lungo, con
i suoi grandi occhi scuri, che sembravano leggerle
fin dentro l’anima. “Non intendo abbandonarla a se stessa.
Intendo ritrovarla, e portarla qui. Lei
deve essere al sicuro prima che io...”
“Capisco” disse Buffy.
“Ti prego...”
“Capisco davvero” lo rassicurò lei, con l’ombra
di un sorriso.
Angel si alzò, la attrasse a sé. La baciò con dolcezza,
una dolcezza venata di tristezza, di
rimpianto...eppure, non erano mai stati così sicuri che ci fosse,
finalmente, un futuro anche per loro.
“Stavolta dico sul serio...Buffy” le mormorò, labbra
sulle labbra. “Non intendo perderti. Metteremo
tutto a posto. Lo prometto”
Lei annuì.
Mentre tornavano a baciarsi, l’alba tingeva il cielo improvvisamente
limpido di rosa.
Londra.
“Spike?” esclamò Willow.
“Parrebbe” commentò lui, asciutto. “Come mai
nella vecchia, cara Inghilterra? Ti stavi annoiando, a
Sunnyhell?”
Willow rise, amaramente. “Tu non sai”
“Cosa?” Spike impallidì, se mai si potesse dir ciò
di un vampiro. “Buffy....”
Willow scosse il capo. “Sta bene. Tutto a posto. E’ che....dopo
che te ne sei andato....sono successe
cose terribili.”
Spike la fissò.
“Avanti”
“Tara” rispose Willow, incapace di sollevare lo sguardo.
Quando finalmente i suoi occhi
incontrarono quelli blu del vampiro, lei lesse...pietà, nel suo
sguardo. Dolore. E comprensione.
“Io...mi dispiace. So quanto...beh, l’amavamo tutti. Questo
lo sai, vero?” Spike giocherellò con le
sue sigarette, tirando fuori il pacchetto di Marlboro dallo spolverino
nero ed accendendone una.
Lei rimase colpita dalla sua inattesa gentilezza. Spike non era privo
di mordente...ma era una
creatura insolita, tanto umano quanto qualsiasi altro...umano. Sicuramente,
più umano di lei.
“Ed io...ho perso la testa”
Spike la fissò.
“Rossa...nessuno capisce queste cose meglio di me”
Lei annuì. E ripensò a quanto era accaduto con Anya. Una
follia. Insensata. Per non parlare di
quanto era avvenuto nella stanza da bagno di Buffy...la boccaccia di
Xander si era naturalmente
messa in moto anche con lei.
“Come mai, a Londra?” chiese a sua volta, passandosi una
mano sul volto per cancellare quella
lacrima. Tara...
“Sto cercando di rendermi utile al prossimo” rise lui. “Ho
dei contatti con il Consiglio degli
Osservatori”
“Davvero?” gli chiese lei. “E cosa possono volere..da
te?”
“Consigli. Informazioni. Aiuto”
“Lontano dalla bocca dell’inferno?”
Spike strinse la mascella. “Non è un altro modo per tornare
nelle grazie di Buffy...se è quello che
pensi”
“Non provi più niente per lei?” lo sfidò Willow.
“Non provi più niente per Tara?” replicò lui.
Era un colpo basso, e faceva male.
“Mi dispiace” disse Spike. “Non avevo diritto...”
“Nemmeno io” sospirò Willow. “Soprattutto,
non dopo quello che ho combinato...”
“Tramutato il tuo professore d’inglese in topo?”
“Ben di peggio” Willow ebbe un mezzo sorriso, e Spike ripensò
improvvisamente a lei, molti anni
prima, timida e fresca e pulita come una mela...dentro la vecchia fabbrica,
con quel golfino rosa, ed
i capelli lisci da brava bambina...eppure, anche allora la piccola Willow
dagli ottimi voti e dai
grandi sorrisi sinceri aveva avuto i suoi segretucci. Xander. La magia.
Il potere.
Era quello la chiave di tutto. Willow era uno degli esseri più
potenti che ci fossero al mondo...ed era
abbastanza intelligente da saperlo.
Ciò la rendeva....beh, intrigante. E non era la prima volta che
lo pensava. Ricordava bene
quell’umiliante incidente nel suo dormitorio, lei che gli offriva
la sua simpatia per la mancata
penetrazione...dei suoi denti.
Spike sorrise, ben consapevole dell’ironia della situazione.
“Cosa c’è?” chiese lei.
“La vita è buffa” le rispose il vampiro. “A
volte....le cose appaiono esattamente come sono”
“E sarebbe?”
Lui sollevò le spalle. “Continuiamo questa rimpatriata
al calduccio? Sta ricominciando a piovere”
Lei lo seguì nella notte londinese.
“Lista delle cose da fare per Buffy Summers. Settembre 2002.”
1. Tornare a Sunnydale
2. Accompagnare Dawn a scuola il primo giorno di lezioni
3. Licenziarsi dal Doublemeat Palace. Definitivamente.
4. Cercarsi nuovo lavoro...più adeguato.
5. Reiscriversi in tempo all’università.
6. Pagare i conti. Dopo aver riscosso l’assegno mensile di papà.
7. Non pensare a Spike.
Buffy mordicchiò l’asticella della matita. Fino al punto
6, tutto regolare. Era con il punto 7 che
le cose si complicavano, per non parlare del punto 8:
8 . Trovare un modo per eliminare la maledizione di Angel.
“Conosci Londra davvero bene!” si stupì Willow, mentre
infilavano una viuzza dietro l’altra,
fino ad arrivare ad una casa in mattoni in rossi a tre piani.
Spike sollevò lo sguardo al cielo. “Solo da 130 anni!”
le rispose con sarcasmo.
Willow arrossì. Insieme, entrarono nel piccolo edificio, e salirono
le scale fino ad un
appartamento mansardato, non molto diverso da quello che lei stessa
occupava non lontano
dalla sede del Consiglio.
“Ti sei sistemato bene” ammise lei. “Bei dischi”
“Li ho dovuti ricomprare. Capitan America ha distrutto tutta la
mia collezione, nella sua ultima
visita”
“Dici?” Willow sorrise. “Sicuramente, non c’erano
motivazioni personali”
“Niente di personale? Dopo avermi trovato a letto con la sua ragazza?”
“La sua ex – ragazza” lo corresse Willow.
Spike la fissò, molto da vicino. Lei si stupì di quanto
azzurri fossero i suoi occhi. Era come se
non se ne fosse mai accorta prima.
“Le donne come Buffy non sono mai delle ex” le sussurrò
Spike, con quella voce roca che le
faceva correre dei brividi per la schiena. “Per quante mogli od
amanti uno possa trovarsi in giro
per il mondo”
Willow quasi se la prese. Nessuno provava più per lei quello
che Spike provava per Buffy. La
cosa, ad un livello molto elementare, le dava fastidio.
Spike percepì il suo lieve risentimento, la sua naturale insicurezza.
Non era poi cambiata molto,
la piccola Willow...decise di stuzzicarla un po’. Così,
per divertirsi...
“E tu? Hai fatto conquiste, qui a Londra? Ammesso che la cosa
ti interessi...”
“La cosa non mi interessa” disse lei, sedendosi sul piccolo
divano consunto. “Come potrebbe...”
“Andiamo” sorrise Spike. “Non sto parlando di un altro
amore eterno” Prese una bottiglia di
whisky e ne servì un bicchierino a Willow. “Che siano maledetti
gli amori eterni. Eterna
sofferenza”
Bevvero insieme, guardandosi al di sopra del liquido ambrato.
“Non mi interessa...”Willow si fermò, appena in tempo
prima di dire un’altra banalità. Quella
stessa mattina, aveva pensato alla mancanza di sesso nella vita su...della
gente. “Toglimi una
curiosità” gli chiese, invece. “Com’è...il
sesso senza amore?”
Spike la fissò inarcando un sopracciglio.
“Lo chiedi alla persona sbagliata, tesoro”
“E Harmony?” insistette Willow.
Spike sbuffò. “Hai ragione. Sesso senza amore...meglio
che niente. A volte. A volte, no”
”Ma...a volte, sì?”
“Sì...a volte, sì. Quando sei stanco...di fare tutto
da te”
Willow arrossì. E lui rise. Per essere una lesbica, aveva un
sacco di pudori.
Anche su quello, Spike aveva qualcosa da dire.
“Se vuoi la mia opinione, tu ne avresti proprio bisogno”
Willow sorrise. “Adesso arriva il solito discorso maschilista,
scommetto. Sei lesbica perché hai
paura degli uomini, temi il loro rifiuto...ma non hai mai conosciuto
un vero maschio. Che ti
farebbe cambiare idea”
“Veramente pensavo ad altro” ammise lui.
“E cioé? Sorprendimi!”
“Che non sei lesbica per niente. Non lo sei mai stata, e non lo
sarai mai”
Willow lo fissò a bocca aperta.
“Andiamo, sono a questo mondo da parecchio tempo...certe cose
le conosco. Le vere lesbiche
esistono, eccome: ed amano e desiderano SOLO altre donne. Non sanno
cosa farsene
dell’uccello, per dirla tutta. Non interessa nel modo più
assoluto. Non ti ho mai visto guardare
altre donne...come le guardo io. Come le guarderebbe una vera lesbica”
“Non è vero!” replicò Willow, balbettando
“Io le guardo sempre! Le guardo continuamente!”
“Sì, per vedere se sono vestite e truccate meglio di te.
Il tuo corpo grida “eterosessuale” da dieci
chilometri di distanza!” Spike le sorrise, accoccolandosi per
terra, accanto a lei. “Tu amavi Tara
come essere umano...non come lesbica. Il vostro era vero amore”
Le sorrise.
“Ma per il sesso, vorresti un uomo”
Willow lasciò cadere la sua mano sulla sua guancia. Non troppo
forte.
“Hai preso lezioni da Buffy, vedo” replicò il vampiro
senza scomporsi. “Picchia
Spike...soprattutto quando dice la verità”.
“Tu non sai niente di me” replicò Willow. “Tu
sei solo una cosa malvagia e senz’an...”
Spike le prese i polsi. La fissò fino in fondo con i suoi lucenti
occhi azzurri.
“E no, dolcezza. Senz’anima, proprio no”
Era solo l’anima, che faceva la differenza?
Buffy se lo chiese, sola nella sua vasca da bagno. Se Spike avesse avuto
l’anima, lei lo avrebbe
amato? Come aveva amato Angel? Di più? Di meno?
Si sarebbe sentita in colpa, dopo tutto quel sesso? O ne avrebbe goduto...nello
stesso modo?
Con la stessa intensità?
Buffy chiuse gli occhi, ripensando alla loro prima volta, in quella
casa in rovina, senza parole.
Sapeva che quella notte il suo sguardo aveva lanciato messaggi ambigui
a Spike, messaggi di
intensità, di passione non limitata all’erotico sfregarsi
dei corpi.
Bene, aveva mentito.
C’era solo stato l’erotismo, per lei, il sesso.
Ma quello, almeno, c’era stato.
Ripensando ad Angel, alla straziante intensità delle loro emozioni,
ed alla frustrante amarezza
della loro eterna lontananza fisica, Buffy lasciò scivolare una
mano tra le cosce.
E poi, pensò a Spike.
“Hai...ritrovato la tua anima?”
Spike rise di fronte all’espressione stupita di Willow. “Non
all’ufficio oggetti smarriti”
“Dove? Voglio dire...come?”
“Non ho mangiato la zingarella sbagliata” sorrise il vampiro.
“Sono andato in cerca di un
demone, in Africa, ed ho superato dei test. E l’ho riavuta. Senza
clausole né condizioni...per la
gioia delle signore, oserei dire”
“Perché?” replicò lei, tralasciando di commentare
la sua consueta, sensuale arroganza.
“Tu cosa dici?”
“Per Buffy” rispose lei. “Eppure le stai lontano...perché?”
“Beh, questa mia nuova anima ha qualche effetto collaterale”
“Tipo?”
”Il rimorso, per dirne uno. Il senso di colpa. Il desiderio di
non farle dell’altro male...se posso
evitarlo. Non mi sento ancora pronto per starle vicino. Forse, non lo
sarò mai.”
Willow si alzò, e passeggiò per il piccolo appartamento.
“Lei ti ha perdonato”
“Ma non mi ama” replicò il vampiro. “E, scusami,
il perdono non mi basta. Altro effetto
collaterale.”
“Anche Riley diceva così”
“Sembra che lo diciamo tutti...gli uomini di Buffy. Tranne...”
”Angel”
“Già. Quell’idiota.”
Spike riprese a bere.
Willow, a sorpresa, gli mise una mano sul braccio.
“Non sei l’unico a sentirli. Rimorso, colpa...”
“Hai anche tu un caso di cattiva coscienza?”
Willow rispose solo dopo un istante. “Nessuno ha mai fatto per
me quello che tu hai fatto per
Buffy. Nessuno, tranne Tara. E lei non c’è più...anche
e soprattutto per colpa mia”
Spike si voltò, e le strinse le spalle con le mani.
“Convivere con il rimorso è come trovarsi un coinquilino
rumoroso. Il rumore di fondo non
smette mai...” Si fissarono. Willow annuì. “Mai,
mai...”
Spike socchiuse gli occhi.
“Tranne qualche volta, Rossa.”
Lei sollevò lo sguardo verso di lui.
“Di tanto in tanto” sussurrò lui.
Nessuno dei due seppe chi aveva cominciato per prima. Ma il fuoco ardeva
alto.
Annoiata, Buffy cambiava un canale dietro l’altro. Come poteva
convivere con il ricordo di
Spike, ora che tra lei ed Angel si era riaperto uno spiraglio d’azzurro?
Era una contraddizione in
termini. Amava Angel. Ma il suo corpo bruciava ancora per un altro uomo...ed
Angel non
poteva far nulla per aiutarla a dimenticarlo.
Il suo era un ricordo puramente fisico. Nei suoi momenti di maggiore
onestà, lo riconosceva con
se stessa. Non amava Spike, non si era mai permessa di amarlo. Fin dall’inizio,
aveva percepito
la corrente che li univa...la silenziosa attrazione che serpeggiava
anche nelle loro lotte, nei loro
bisticci. Ma non era amore.
Lui si era ingannato, pensando che lo fosse. E lei, dopo, era stata
troppo confusa per
contraddirlo. Si era limitata a vivere quell’attrazione. Se fossero
stati persone normali...beh, la
loro relazione avrebbe anche potuto funzionare. Un buon rapporto a letto
è meglio di quello che
molti hanno, Buffy ne era conscia. In ogni caso, era stato più
soddisfacente che con Riley, meno
frustrante.
Perché Spike era più forte.
Malgrado tutto, malgrado il suo essere brutalmente onesto, aperto, circa
i propri sentimenti, o
forse proprio a causa di quello, Spike era più forte. Ed infatti,
era sopravvissuto. Per ben due
volte: quando lei era morta, e quando tutto era finito tra di loro.
Buffy, in questo momento, non si sentiva affatto forte.
E, dannazione, si sentiva terribilmente insoddisfatta.
“No, no..”mormorò Spike sulle sue labbra. Si ritrasse,
fissandola, sconvolto. Gli occhi di
Willow erano pericolosamente scuri, intensi...non per la magia, lo intuiva,
ma per una forza
altrettanto antica, altrettanto potente...il desiderio.
Puro desiderio. Niente a che vedere con l’amore. Né con
la solitudine, con il bisogno di
consolare il proprio dolore.
“Hai paura?” gli chiese lei, le labbra gonfie per i suoi
baci.
“Non voglio fare gli stessi errori di sempre, maledizione”
commentò il vampiro. “Buffy,
Anya...ora tu. Non sono il maledetto stallone della Scoobie Gang”
“Nessuno lo saprà”
Spike rise. “Hai controllato che non ci siano videocamere? Andiamo,
Rossa. Siamo entrambi
troppo saggi per commettere un simile errore.”
“Parla per te” rispose lei.
“Sei lesbica...me lo stavi dicendo mezz’ora fa”
“E tu dicevi che non lo ero.”
“Forse mi sbagliavo” gli occhi di Spike si restrinsero.
Dannazione, forse lei era lesbica, ma non
per questo meno eccitante...e disponibile. Willow scosse il capo. Era
bella. L’aveva pensato
sempre, fin da quando lei era la timida, insicura ragazza di Oz. Molto
bella. Pelle di panna,
capelli color tiziano, corpo snello e morbido, occhi profondi come l’inferno,
la bocca sorridente.
Pericolosa come un paletto di legno appuntito, ed ancora più
letale.
Sapeva che anche Angelus la trovava di suo gusto. Stuprare Willow era
sempre stato il preferito
dei suoi malati piani di vendetta ai danni di Buffy.
“Non stiamo tradendo nessuno. Tara è morta. Buffy...”
“...non mi ama” commentò lui amaramente.
“Già” Willow lasciò scivolare una mano sul
suo braccio. Si era sempre chiesta come sarebbe
stato...con un vampiro.
Spike capì che non c’era nulla di romantico in quanto stava
per succedere. Non era come con
Anya. Si erano rispettati, lui ed il demone vendicatore. Si erano consolati
a vicenda, anche se
poi tutto era diventato ancora più difficile...
Questo, invece, era solo scopare.
E lui non doveva nemmeno far finta di amarla.
La prese per la vita, la tirò a sé.
“Poi, non ti lamentare, Rossa”
E poi, abbassò le labbra sul suo collo, sulla sua pelle di latte
e crema.
Il telefono squillò. Spike allungò una mano, ma Willow
lo precedette. Era il suo cellulare a
suonare, e lei era stata abbastanza lucida per riconoscerne la suoneria.
Nonostante tutto.
“Pronto?” sussurrò, la bocca impastata e gli occhi
ancora socchiusi. Dalle tende ben tirate
filtrava appena la luce livida del mattino.
“Will?” chiamò una voce, dall’altra parte dell’Oceano.
“Sono Buffy. Ho bisogno di parlarti”
Willow si tirò su di scatto. Il lenzuolo le scoprì il
seno bianco, perfetto. Spike sorrise, disteso
accanto a lei, osservandola a suo agio. Nessuno aveva la pelle bianca
come la Rossa. Nemmeno
lui. La piccola ebrea aveva avuto una nonna irlandese, cattolica...e
questo spiegava tutto.
“Buffy?” la voce di Willow risuonò stridula persino
alle sue orecchie. “Cosa...cosa c’è?”
Spike inarcò un sopracciglio. Buffy? ADESSO? Dio, l’ironia
della vita! Mettendosi una mano
sugli occhi, ripiombò con la testa sul cuscino, e sollevò
una mano fino a toccare i capelli rossi
della sua amante di quella notte. Cominciò ad accarezzarli con
le sue lunghe dita.
Buffy si chiese perché Willow sembrasse così strana, così
nervosa, così sorpresa di sentirla.
Intuì, che forse, non era sola.
“Oh...Willow, scusami, dev’essere mattino presto. Non volevo
disturbarti. Ma ho assolutamente
bisogno di te...”
“Dimmi” sussurrò Willow, stringendosi il lenzuolo
intorno al corpo, imbarazzata come se Buffy
fosse stata lì...in quella stanza. La risata di Spike in sottofondo
la innervosì ulteriormente.
“Willow” disse Buffy, ignara di tutto, ingoiando il suo
residuo orgoglio. “Si tratta di Angel”
“Sì?”
“Dobbiamo trovare un modo. Per spezzare la sua maledizione. Siamo
tornati insieme, ed
io....io...”
Willow rimase senza parole. Si voltò verso Spike, e lo fissò.
PARTE TERZA.
“E’ MAGIA, TI DICO!”
“Fammi capire”
Spike si infilò i jeans, senza far nulla per coprirsi di fronte
ai grandissimi occhi di Willow,
ancora spalancati per lo stupore provocatole dalla conversazione con
Buffy.
“Il grande idiota è tornato con Buffy. Evviva. Peccato
che non possano finire a letto insieme. E
tu dovresti intervenire...in pronto servizio”
Willow sollevò le sopracciglia. Spike stava avanzando verso di
lei, con grazia felina, i capelli
bagnati dalla breve doccia che aveva fatto mentre lei finiva la sua
telefonata, ed il petto
scoperto, perfettamente scolpito. Lei era senza fiato.
“La stai prendendo piuttosto bene” osservò poi, stupita
suo malgrado.
“Tesoro” sorrise Spike “Puoi fargli tutti i contro
– incantesimi che vuoi. Quello che Buffy cerca,
non è nel letto di Angel che lo troverà”.
La sicura arroganza di Spike la colpì. Willow cambiò umore.
“Non impari mai?” lo provocò, suo malgrado ferita.
Buffy, Buffy...era sempre lei in primo
piano. Come con Xander, un millennio prima... “Lei non ti ama”
Spike la prese per un braccio. L’aveva ferita. Lo capiva dai suoi
occhi.
“Non fare così con me. Avevamo detto solo sesso”
“E solo sesso è stato” disse lei, guardandolo freddamente.
“E neanche dei migliori”
“Bugiarda” le mormorò Spike, torreggiando su di lei.
“Lasciami”
“Oh, cielo!” esclamò Spike. “E’ il copione
più vecchio del mondo! Almeno tu, Willow, sii un
po’ originale”
Lei trasalì. Era la prima volta che la chiamava con il suo nome.
Quella notte, aveva mormorato,
sussurrato, gridato mille vezzeggiativi. Ma mai “Willow”.
Improvvisamente, tutto quanto era
successo le sembrò più reale. Era veramente accaduto.
Era finita a letto con Spike. Un uomo. Ed
un vampiro.
E le era piaciuto come mai nulla in vita sua.
“Scusami” gli sorrise, improvvisamente placata. Malgrado
la sua naturale arroganza, la notizia
ricevuta doveva essere difficile da digerire. Buffy ed Angel...di nuovo
insieme. Buffy che
desiderava essere interamente di Angel...il suo unico, vero amore.
La scorgeva nell’azzurro dei suoi occhi, la verità. La
sua profonda insicurezza. Spike non era
diverso da lei. Per un demone, era piuttosto umano. Beh, questa non
era una novità, già da prima
dell’anima.
Willow scosse il capo, cercando di prendere la vita dal verso giusto,
per una volta.
“Ho mentito quando ho detto che non mi è piaciuto”
gli disse, onesta. “E’ stato bello. Io...erano
molti anni che non lo facevo...con un uomo. E ho avuto solo Oz, prima.
Beh...mi mancava. Non
so se questo fa di me una bisessuale, una eterosessuale, o cosa...ma
sono stata bene, con te”
Spike le sorrise.
“Anch’io”
Willow annuì. Lo sapeva, lo sentiva che gli era piaciuta.
Bene, tutto a posto. Ne erano usciti civilmente, educatamente. Da persone
adulte, consapevoli,
matur...
Spike la prese per la vita e la scaraventò sul letto, tra le
lenzuola disfatte.
“E allora” le disse, inclinando il capo. “Mi sembra
il caso di replicare”
Lei rise, soddisfatta, mentre lui le strappava il lenzuolo di dosso.
Abbastanza contenta per come era andata la telefonata con Willow, Buffy
si accinse ad una cena
tranquilla, in quella piovosa serata di settembre, nel suo primo giorno
a Sunnydale. Dawn era
fuori casa, da alcune amiche, e lei aveva avuto una giornata produttiva...aveva
preso i moduli
per l’iscrizione all’università, aveva ritirato la
liquidazione al Palace, pagato alcuni conti, e
persino fatto la spesa.
E, se Dio voleva, presto Angel sarebbe stato nel suo letto...e tutto
sarebbe andato bene. Se lo
sentiva nel midollo.
Quando suonò il campanello, aprì senza alcun timore. Doveva
essere Xander, od Anya.
Invece, era una donna. Alta, snella, bionda. Fradicia di pioggia.
Quando la visitatrice sollevò lo sguardo, Buffy impallidì.
Avrebbe riconosciuto quel viso
perfetto, quei grandi occhi scuri ovunque.
“Buffy...” tremò la donna. “Ho bisogno di te”
“Oh, cielo” mormorò la cacciatrice. “Cordelia.”
Willow e Spike uscirono di casa solo verso sera, e si diressero verso
l’appartamento di lei. Lui
le teneva un braccio intorno alle spalle, e lei sorrise, sentendosi
bene, confortevolmente stretta al
suo corpo.
“Vai da Rupert? Portagli i miei saluti”
“Vuoi unirti a noi?” gli chiese lei, sollevando lo sguardo
fino a fissarlo negli occhi. Cielo, che
occhi che aveva! Come aveva fatto a non accorgersene prima?
“Magari un’altra volta” rispose lui, sorridendole.
“Willow”
Assaporò il suo nome, e poi la sua bocca, indugiando con le sue
labbra su quelle di lei,
strofinandole sensualmente, lentamente...
“Willow!”
La ragazza si staccò in un istante dal vampiro, voltandosi verso
la voce. E Spike vide Willow
diventare più rossa dei suoi capelli.
“Jackie” disse lei, riconoscendo la sua vicina di casa.
Avevano cenato insieme, una sera...e non
c’era voluto molto a capire che la giovane londinese cercava una
storia. Willow aveva
dichiarato la propria omosessualità, senza pudori, ma le aveva
anche detto che “era troppo
presto” per avere un’amante. Ora, l’imbarazzo la faceva
bruciare. Cielo, cosa avrebbe pensato
Jackie? Che lei era una miserabile bugiarda, tanto per cominciare.
Infatti, il suo sguardo ferito la fece sentire in colpa.
Spike sollevò gli occhi al cielo, esasperato. Per un motivo o
per l’altro, le sue donne si
vergognavano sempre di lui.
“Io, ecco...”
“Vedo che hai avuto ospiti” commentò l’altra,
acida.
“Spike è un amico” rispose Willow, senza molta fantasia.
“Corri, Rossa” le rispose lui, freddamente. “Rupie
ti aspetta”
Willow lo fissò. E capì in un istante cosa doveva aver
provato lui in tutti quei mesi in cui Buffy
l’aveva tenuto al margine della sua vita, come l’amante
segreto che era...
Non sapeva se fosse solo la comprensione, la pietà, o qualcos’altro...ma
davanti agli occhi
stupefatti di Jackie gli buttò le braccia al collo, e divorò
la sua bocca con la propria, senza
pudori, perdendosi nel bacio.
Le braccia di Spike si sollevarono a cingerle la schiena, una mano affondò
nei suoi capelli
ramati come le foglie che cominciavano a cadere nei viali di Londra
in quell’inizio di autunno.
E Jackie capì che Willow non era affatto omosessuale.
“Cordelia...”ripeté Buffy, non osando credere ai
suoi occhi. “Ora sei bionda” commentò solo,
come se quello potesse spiegare tutto.
“Posso entrare?” chiese la giovane donna, grondando pioggia
sullo zerbino.
“Certo...naturalmente. Scusami”
Buffy fece strada a Cordelia fin nella sua ampia cucina. Le preparò
meccanicamente una tazza
di tè caldo, dopo averle sporto un asciugamano. Cordy si asciugò
i corti capelli dai riflessi
dorati, e le sorrise. Era bellissima.
Cielo, si era dimenticata quanto fosse bella Cordelia Chase!
“Eh no, non vale” si disse Buffy. “Non me la potete
riportare qui ADESSO. Non così bella, ed
in forma, ed ALTA! Non ora! Non bastava Missis Finn ed il suo metro
e ottanta, per umiliarmi
completamente? Oh, cielo! Mi ero dimenticata quanto fosse bella! E’
un miracolo che Angel
non ci abbia di nuovo rimesso l’anima!”
“Ti vedo bene” le disse Cordy, giovialmente. “Scusa
se ho fatto irruzione in casa tua, tutta
bagnata...ma non credevo di atterrare qui a Sunnydale...di tutti i postacci
che esistono.
Rivolgermi a te mi è sembrata la cosa più naturale da
fare.”
Buffy scosse il capo, cercando di concentrarsi. “Atterrare?”
“Già...è una lunga storia”
“Adoro le storie lunghe e complicate” mormorò Buffy,
sentendosi ai minimi storici.
“Diciamo che sono ascesa ad una dimensione superiore...il concetto
ti è familiare?”
“Più di quel che credi” commentò la cacciatrice,
con una smorfia.
“Ed ora sono finalmente tornata. Ma non a casa mia, a Los Angeles...bensì
nella vecchia
Sunnyhell. Chi è che la chiamava così, già?”
Buffy gemette. Le cose stavano andando di male in peggio.
“Ah, sì...Spike!” sorrise Cordelia. “L’hai
di nuovo visto, quel perdente?”
Il campanello dell’ingresso salvò Buffy dal rispondere.
“Buff, non indovinerai mai chi...Ciao, Cordelia” commentò
Xander, tranquillamente, portando
in casa il videoregistratore di Buffy, appena aggiustato.
Per poi immobilizzarsi.
“Cordelia?!?!”
Cordy sorrise. “Parrebbe. Xander...”
Buffy osservò senza parole l’incontro tra i due antichi
innamorati.
“Beh, sei in forma” commentò lui, dopo un po’.
Gli si stringeva il cuore nel vedere come
fosse....cordeliesca. In tutta la sua gloria.
“Ho saputo tante cose di te” rispose lei, con negli occhi
un’ombra di commozione.
“Tutte orribili, immagino” rispose lui.
“Qualcuna” ammise lei. “Ma ho anche saputo che hai
salvato il mondo. Del resto” continuò la
ragazza, con una certa amarezza “Nessuno poteva arrivare a Willow...se
non tu. Certe cose non
cambiano mai”
“Immagino di no” disse lui, sentendo finalmente che lei
gli era mancata. Moltissimo.
“Campanello!” esclamò Buffy, cercando di spezzare
la commozione di quel momento. Ci
mancava solo che Xander e Cordelia si rimettessero a litigare per Willow...
Dalla porta, nella sera di fine estate, le sorrideva un angelo.
Più bello che mai. E con un enorme mazzo di rose rosse in mano.
“Non potevo più aspettare” le disse lui. “Due
giorni..sono stati interminabili”
Buffy si sentì un nodo in gola. Angel. Era lì per lei.
Gli sorrise.
Qualcuno attraversò di corsa il corridoio, per finire tra le
braccia del vampiro. Sconvolto, Angel
strinse a sé la ritrovata Cordelia.
“Sei venuto! Come hai fatto a sapere che ero qui?” gli chiese
lei, tra lacrime di commozione. “E
questi fiori? Mio Dio, sono bellissimi!”
Buffy, sentendosi miserabile, arretrò fino al suo salotto.
Willow raggiunse Rupert Giles nel suo tavolo preferito, all’angolo
del piccolo ristorante
indiano. L’atmosfera, lì dentro, era deliziosamente coloniale.
Rupert le sorrise, cercando per
l’ennesima volta di dimenticare la Willow che l’aveva inchiodato
al soffitto con la forza della
magia.
“Sei...risplendente” le disse, osservando la sua pelle di
panna coprirsi di un caldo, diffuso
rossore.
Willow prese coraggio.
“Signor Giles...si stupirebbe moltissimo se le dicessi...che ho
trovato un’amicizia?”
“Ne sarei lieto. Non mi piace vederti sola e triste. Deve essere
senz’altro una ragazza
simpatica.”
Willow ingoiò troppo in fretta un sorso di tè nero.
“E’ un uomo”
“Ah” fece solo Giles, e si pulì gli occhiali.
“E’...Spike”
“Ah” ripeté Giles. “Così, hai saputo
del suo nuovo status”
“Allora...è vero?”
“Parrebbe” commentò Giles, fissandola a lungo. “Che
tipo di amicizia vi lega, se posso
permettermi di chiederti? Un’amicizia che potrebbe...ferire Buffy?”
Willow diventò di tutti i colori. Ma, per una volta, era decisa
ad assumersi ogni responsabilità:
anche se questa avventura fosse durata un solo istante, bene, l’avrebbe
vissuta alla luce del sole.
“Decisamente”
“Ah” ripeté Giles.
“Lei non lo ama” si difese Willow.
“Però è stata la sua...”
“Amante? Beh, anche Anya!”
“Non una buona ragione per aggiungere il tuo nome alla lista,
direi”
Willow strinse le labbra, e chinò lo sguardo. “Ha ragione.
Ma ormai è tardi...per questo tipo di
rimorsi”
Lo stupore attraversò lo sguardo azzurro di Rupert Giles, e quindi
venne soffocato dalla sua
innata educazione, in un tempo record.
“Intendi...proseguire questa liason?”
“Sì...se lui me lo permetterà”.
“Ti sembra una buona idea?” le disse solo Rupert. “E
non parlo della sua natura
vampirica...questo sarebbe il meno. Anima o non anima, conosciamo abbastanza
bene William
the Bloody da sapere che è quanto meno...imprevedibile. E che
ama ferocemente Buffy”
“Lo so” ammise lei. “Sto di nuovo sbagliando, eh?
Come con Xander...” Willow sorrise. “Però,
prometto che stavolta non tenterò di distruggere il mondo, se
le cose non funzionano. So bene
che Spike la ama con tutto se stesso...come io amavo Tara. Ma Buffy
ed Angel si stanno
riavvicinando, e forse...”
“Cosa?” Rupert perse la sua compostezza. “Angel? E
Buffy?”
“Sì, perché? Mi ha telefonato Buffy stamattina,
e...”
Rupert non la stava più ascoltando. L’aveva lasciata sola!
Incredula, Willow pagò il conto con
la Visa platinum di sua madre. E si chiese cosa diavolo fosse passato
per la testa del compassato
osservatore a quella notizia.
“Era qui, da qualche parte...” mormorò Rupert, sfogliando
i suoi volumi per l’ennesima volta.
“Oh, accidenti, non l’avrò lasciato a Sunnydale!
Anya!”
Sì, doveva essere stata lei. Quando avevano litigato per la spartizione
dei talismani e dei feticci,
lei si doveva essere tenuta qualche volume antico, per ripicca. E, in
particolare, quello su cui
ardeva mettere le mani in quel momento...
Rupert telefonò all’areoporto. Un’ora più
tardi, era già su di un taxi diretto a Heathrow.
Le braccia di Angel non lasciarono la forma tremante di Cordelia, ma
i suoi occhi cercavano
Buffy.
Lei si stava tranquillamente rassegnando a vedersi sorpassare dalla
ritrovata Cordelia, quando il
vampiro parlò.
“Sono felice che tu sia sana, salva, e di nuovo tra di noi”
disse alla ragazza. “Ma non sapevo
nulla del tuo ritorno. Ti ho molto cercata, credimi...senza esito.”
“Perché sei qui, allora?” chiese Cordy, con un brutto,
strisciante presentimento.
“Sono venuto per Buffy” disse Angel, semplicemente, e le
due donne capirono tutto quello che
c’era da capire.
Cordelia si allontanò di qualche passo, ancora stordita.
Buffy si avvicinò.
“Avremo tempo per parlare” continuò Angel, con calma
risolutezza. “Ma questa sera io e Buffy
abbiamo un appuntamento”
Gli occhi di Buffy si riempirono di lacrime.
“Questa sera, sono venuto per Buffy. Perché io e lei usciamo
insieme”
Cordelia non disse nulla. Si sedette sulla poltrona consunta, nel brutto
salotto della sua rivale, e
si sentì esattamente come molti anni prima, in fondo ad una fabbrica
in rovina, il corpo
trapassato da un ferro arrugginito, ed il cuore a pezzi.
“Pronta?”
le disse Spike, aprendole la portiera. Willow ridacchiò, sentendosi
molto speciale. Spike era
vestito di scuro, un semplice completo giacca e pantaloni, con un pullover
nero, ed
era...stupefacente. Willow si accomodò nella berlina presa a
nolo, e si sentì molto chic nel suo
semplice abito da sera nero, che esaltava la sua pelle candida ed i
suoi capelli naturalmente
rossi.
“L’anima ti ha reso più...mondano”
“Sì. Devo dire che a parte rodermi per i sensi di colpa...apprezzo
di nuovo le cose belle della
vita. Come una cena in un bel ristorante, con una bella donna accanto...”
Willow arrossì.
“Mi dispiace che Buffy non abbia potuto approfittare di questo
tuo lato...inatteso”
“Peggio per lei” rispose Spike con un’alzata di spalle.
“Questa sera siamo io e te...signorina
Rosenberg”
Willow tornò a ridacchiare.
Era sorprendentemente di buon umore. Per una volta, non intendeva preoccuparsi
delle
conseguenze. Spike non l’amava, e lei non amava lui. Ma potevano
farsi un po’ di compagnia,
nel frattempo.
E fare dello strepitoso sesso!
“Perché ridi?” le chiese il vampiro, guardandola
da sotto le sue lunghe ciglia.
“Sto pensando a quanto mi sto divertendo. Stasera, poi, mi sento
euforica: sono in una delle più
belle città del mondo, con un uomo affascinante, sto per andare
a cena in un posto molto
elegante e, come direbbe Anya, avrò anche degli orgasmi!”
Scoppiarono a ridere entrambi. Spike la guardò, serenamente.
Era un rinfrescante cambio di
tono rispetto alla tristezza, alla solitudine che aveva provato tra
le braccia di Buffy...quante volte
lei gli aveva spezzato il cuore?
Alzò una mano, le accarezzò una guancia. Lei abbassò
lo sguardo, e poi gli sorrise. E, Dio,
come sembrava innocente...
“Ti ringrazio per questi giorni, Willow”
“Ed io ringrazio te”
“Bene” commentò quindi Spike “Il Maitre ci
attende”
“Il Maitre ci attende” disse Angel, e Buffy scese dalla
sua Porsche sentendosi una regina.
Indossava un tubino color grigio argento, con una sciarpa di pashmina
color polvere. Lui era
vestito semplicemente di nero, ed era meraviglioso. Le tese una mano,
e lei la prese. Si fissarono
negli occhi, e non riuscirono a lasciarsi. Angel la prese tra le braccia.
“Non riesco a non baciarti” le disse, facendola salire su
di un gradino per averla più vicino.
“Mi rovinerai il rossetto” si lamentò lei, con un
dolce sorriso sulle labbra.
“Mi dispiace” sussurrò lui, e la baciò come
se non esistesse domani.
“Hai fatto il tuo compitino?” chiese Spike, alla seconda
portata, servendole del vino rosso.
Barolo Annata 1987.
“Eh?” chiese Willow, troppo impegnata ad assaggiare le mille
delizie proposte dal cuoco
italiano.
“La maledizione. Hai trovato il modo di ...eliminarla?”
Lui faceva finta di non curarsene. Bene, mentiva orribilmente.
Willow arrossì, rendendosi conto di essersene dimenticata. La
maledizione di Angel! Quel
qualcosa che, una volta eliminato, avrebbe presumibilmente tenuto lontani
Buffy e Spike...per
sempre.
“Uhm, sto facendo delle ricerche” mentì a bocca piena.
Spike si accese una sigaretta. Ad un cenno del Maitre, sollevò
gli occhi al cielo, e la spense.
“E...ci sono speranze?”
Willow cominciò a balbettare, come sempre quando mentiva...
“Sì...io, credo...può darsi. Spike...non me ne sono
ancora occupata”
Lui non disse nulla.
“Vuoi...che non lo faccia?”
Spike la fissò, improvvisamente contrariato.
“Credi che ricorrerei ad un simile sotterfugio...per tenerli lontani?”
Willow fece una strana faccia.
“Sì, beh, forse lo farei” ammise Spike. “Ma
non ora. Ora...diavolo, le cose vanno bene. Il
Consiglio mi paga, lotto per il bene, ho di nuovo un’anima...e
sto bene con te. Pensare a Buffy
mi porta solo dolore, e delusioni. Credimi, non ne ho più tanta
voglia”
Willow non disse nulla. Lo fissò mentre giocherellava con il
cibo.
“Vieni, andiamo a ballare” le disse infine Spike, e lei
lo seguì sollevata.
“Sei stato molto duro con Cordelia” disse Buffy, mentre
il cameriere portava via il dolce. Era
stata una serata meravigliosa, ma gli eventi del pomeriggio incombevano
su di loro come una
nuvola minacciosa.
“Non c’eravamo promessi nulla” le confermò
Angel. “Ciò non toglie che sia stato un colpo,
ritrovarmela davanti così, dopo tutti questi mesi, a casa tua...ed
una serata con te era tutto quello
che avevo in mente.”
“Mi dispiace” disse Buffy.
“Lo so. Deve essere così anche per te...ti manca, Spike?”
Buffy lo fissò.
“Non è la stessa cosa”
“Io e Cordy non eravamo amanti”
“Ed io e Spike non eravamo...innamorati”
Angel strinse le labbra. “Come vuoi. Fatto sta che quello che
poteva darti lui....io non posso
dartelo, ancora. Lo sai.”
“Willow ci sta lavorando sopra”
“Potrebbe peggiorare le cose. Non sarebbe la prima volta che...”
“Che combina pasticci? Oh, quella fase è passata!”
“Ne sei sicura?”
“Di Willow?”
“No” sorrise Angel “Di Spike.”
Buffy non rispose. Non subito.
Una musica dolce si diffuse intorno a loro.
“Vieni” le disse Angel. “Andiamo a ballare”
Mentre ballavano, Willow sentì la mano di Spike scivolare dietro
la sua nuca. Senza parole,
socchiuse le labbra, e accolse il suo bacio, intimo, profondo. Le sue
spalle sotto le sue dita erano
ampie e forti, e lui la sorreggeva, il fuoco che scorreva nelle sue
vene reso più impetuoso dal
suo tocco esperto.
Willow aprì un istante gli occhi, e vide in quelli di lui un
riflesso dorato...l’inesorabile richiamo
del suo sangue stava risvegliando il suo demone.
Come in un cattivo film dell’orrore, le sue gambe minacciarono
di cedere e lei decise nel suo
cuore che il vampiro avrebbe avuto da lei ciò che cercava.
La mano di Angel si insinuò tra le cosce di Buffy e lei, stretta
a lui nella sua macchina, gemette.
“Ti prego...concedimi di darti almeno questo”
Buffy scosse il capo.
“Ti prego...”
Lei lo fissò. Le sembrava orribile ricevere da lui del piacere
senza dare nulla in cambio.
Spaventoso non poterlo portare sull’orlo dell’abisso.
Indecente.
E triste.
“Accidenti” esclamò Angel, e si ritrasse.
Buffy si morse le labbra. Sarebbe mai finita questa tortura?
E fu allora che Angel la prese tra le braccia, e calmò con i
suoi baci il suo tormento.
Anya si sollevò dal letto al suonare del campanello. Non riusciva
a pensare a nessuno che
potesse cercarla a quell’ora...a meno che non stesse per scoppiare
un’altra apocalisse.
Aprì la porta in vestaglia, i capelli sugli occhi, e l’aria
distrutta dalla stanchezza di una lunga
giornata di lavoro.
Di fronte a lei, un uomo la fissava con un paio di furiosi occhi azzurri.
“Giles...” disse Anya.
« I miei libri » ringhiò lui. “Dove sono i
miei libri?!”
Anya ricordò di averli venduti su E – Bay. Ne aveva ricavata
una bella sommetta, a suo modo di
vedere le cose, adeguato risarcimento per i suoi talismani ed i suoi
feticci...
Detta consapevolezza doveva essere evidente sul suo volto, perché
Giles la prese per le spalle,
sul punto di scuoterla.
Lei lo fissò a bocca aperta.
Indeciso se schiaffeggiarla o meno, Giles la strinse a sé e la
baciò.
PARTE QUARTA.
DOPO I BACI.
Spike e Willow si rifugiarono nell’appartamento di lei. Sazia
di cibo, di vino, dei suoi occhi,
Willow si spogliò senza alcun pudore, sentendosi come Kim Basinger
in quel film degli anni
’80 dove lei faceva lo spogliarello sulle note di Joe Cocker.
E quello, detto di Willow
Rosenberg, era qualcosa.
“Ora capisco perché sei sempre tu a beccarti le ragazze”
disse a Spike, mettendogli i collant
dietro il collo per attirarlo a sé. “Drusilla, Harmony,
Buffy, Anya...ed ora me. Hai tutto. Come
in quella canzone di Shania Tawn. Hai lo sguardo, le movenze, l’aspetto,
il tocco, la voce, lo
spirito...sei il sesso fatto persona...ops, vampiro”
“Hai bevuto troppo” le disse Spike, sorridendo.
“Sì, può darsi” ammise lei. “Vuol dire
che darà alla testa anche a te”
“Che cosa?” chiese il vampiro, intrigato.
Lei lo fissò, imbronciata.
“Ma il mio sangue, no?”
“Willow. Non berrò il tuo sangue” le disse lui, calmo
all’apparenza. In realtà, l’offerta di lei lo
stava sconvolgendo nel profondo. Era un’offerta...vero?
“Oh, sì che lo berrai” Willow scoppiò a ridere.
“Spikey”
“Sì?”
Lei lo fissò, mordendosi le labbra.
“Ho il ciclo”
Angel riportò Buffy a casa.
Lei lo fissò con un sospiro.
“Vieni su”
“Non so se è il caso”
“Sì.”
La seguì fin nella sua camera.
“Perché mi torturi?” disse solo Angel.
“Perché stasera non me ne importa niente. Anche se tu...perdessi
l’anima”
“Deve importarti” le disse lui, severamente. “Buffy,
non roviniamo tutto”
Lei annuì, improvvisamente rinsavita. Per un minuscolo istante,
quasi si era augurata che lui
accettasse, e che tornasse Angelus...avrebbe assaporato il suo demone
così come aveva gustato
quello di Spike e, forse, alla fine anche Angelus l’avrebbe amata,
così come aveva fatto Spike...
“Ti stai illudendo” le disse Angel, come leggendole nella
mente “Io non sono Spike.”
“Tu?”
“Chi altri credi che sia...Angelus? Sono sempre io”
Lei scosse il capo. No, non poteva crederlo, accettarlo...
Si baciarono di nuovo. Lei, però, continuava a chiederselo. Se
Spike era riuscito ad amarla
senz’anima...perché Angel non poteva riuscirci?
Anya e Giles si separarono dopo un lunghissimo istante. Un eterno istante.
Lui non aveva
occhiali da pulire, in quel momento, e lei non aveva libri da spolverare.
L’enormità di quanto era accaduto li sovrastò. Proprio
come quella volta. Quella volta durante
quello stupido incantesimo di Willow, che pure, in qualche modo, aveva
lasciato qualcosa
aleggiare su di loro...proprio come era successo a Buffy e Spike, dopo
l’incantesimo
matrimoniale.
“Non intendevo....”
“....non volevo...”
Giles la fissò.
« Basta. Andiamo a letto, e facciamola finita »
Anya annuì, sollevata, e chiuse la porta dietro di loro con un
calcio.
Cordelia e Xander fecero l’alba in un bar per camionisti poco
distante da Sunnydale. Lei affogò
tutte le sue lacrime in litri di caffè con panna, e parecchie
focaccine allo sciroppo d’acero.
“A che serve tenere la linea, del resto?” si lamentò.
“Tu mi hai lasciato per Willow. Angel mi ha
lasciato per Buffy. Ed a me chi mi prende...”
Per essere un mezzo demone appena disceso da una dimensione superiore,
Cordy stava
dimostrando una certa emotività. Xander le asciugò le
lacrime con la punta delle dita.
“Vorrei non aver sempre ragione” sospirò il ragazzo.
“Ma te lo dissi...quanti anni fa? Non
stavamo neanche ancora insieme”
“Preistoria, allora”
“Già, e tu anche allora sbavavi per Angel. E ti dissi che
per lui esisteva solo Buffy”
“ E viceversa” puntualizzò lei piccata.
“E viceversa”
“Altre ciambelle” sospirò Cordy.
“Perfetto” batté le mani Xander.
Le cose non sembravano poi cambiate molto, negli ultimi sei anni.
“Bene” esclamò Giles, concedendosi una sigaretta.
“E’ fatto. Sei uscita dal mio sistema...voglio
dire, com’è quella frase che voi usate sempre? E’
finita. Non c’è più ragione per pensarci”
Anya scoppiò a ridere, prendendogli la sigaretta dalle dita ed
aspirandone una boccata.
“Dissi la stessa cosa a Xander. La prima volta”
Giles la guardò, ed ebbe la decenza di arrossire.
“Mio caro, non funziona mai così. Mai”
“Sì, lo so” ammise Giles. “Allora...cosa facciamo?”
Lei sorrise.
“Cominciamo con il non prometterci nulla. Mi pare un buon inizio”
Giles annuì, e le accarezzò una guancia.
“Oh, Cielo” disse dopo
“Cosa?”
“Buffy. Ed Angel...dove dannazione hai messo quei libri?!”
Spike osservava Willow che dormiva accanto a lui, dopo l’amore,
i capelli rossi sparsi sul
cuscino. La sua apparenza tranquilla, innocente, non lo ingannava affatto.
Sapeva bene di cosa
fosse capace...di quali abissi di crudeltà e di potere fosse
a conoscenza.
Eppure, una parte di lei era rimasta intatta. Era stata molto amata,
prima da Oz, e poi da Tara, e
non conosceva le disillusioni del cuore. La sua passione giovanile per
Xander si era sublimata in
amicizia, e pur nelle sue sofferenze, non aveva mai conosciuto lo squallore
emotivo che deriva
dall’amare senza essere amati.
Il vampiro si alzò, e si accese una sigaretta. Buffy. Ed Angel.
Era come un dolore sordo. Una parte di lui aveva sperato, anche contro
l’evidenza, anche
quando era stato chiaro che non ci sarebbero state speranze. Di più,
una parte di lui aveva
creduto che Buffy provasse davvero qualcosa per lui. E che la sua nuova,
scintillante anima
avrebbe portato questi sentimenti alla luce, ed avrebbe cacciato le
ombre. Il suo tentativo di
violenza. L’indifferenza di lei. Il sesso vuoto...senz’anima
che lei gli aveva donato, umiliandolo
ed umiliandosi.
Ma ora sapeva che non era così. Era lontana da lei anni luce.
Un cenno, ed Angel era rientrato
prepotentemente nella sua vita. E Spike conosceva il vero motivo. Perché
nessuno l’aveva mai
fatta soffrire tanto. E Buffy Summers era una masochista di prima grandezza.
O forse si stava solo illudendo, ingannando?
Al diavolo!
Willow aprì gli occhi: lo studiò, nudo contro la finestra
illuminata dai neon della notte
londinese. Una creatura dell’oscurità.
Tornando da lei, verso il letto, Spike lasciò, pur con mille
rimpianti, una parte di sé nell’ombra.
Quella parte che amava senza speranza un’altra donna.
Anya e Giles rovistarono nel retro del Magic Box. “Forse quello
non l’ho venduto” ammise la
ragazza. “Aveva la copertina rovinata”
Giles la fulminò con lo sguardo, ma poi si ricordò di
qualcosa. Il terzo scaffale a sinistra...ecco,
era lì!
“Ma è in sumero!” si lamentò Anya.
“Perché, ti disturba?”
“Sì. E’ una lingua antipatica”
Giles sorrise, e si chinò per baciarla. “E questa come
ti pare?”
“Oh, Rupert Giles! Se avessi saputo che eri così...“
“Sì?”
“Mi sarei fatta lasciare da Xander sull’altare prima”
disse lei, non senza una nota di malinconia
nella voce.
Giles la strinse tra le braccia. “Mi dispiace”
“Non è colpa di nessuno. Solo nostra...mia e di Xander”
“Ci pensi...ancora?”
Anya annuì.
Giles si schiarì la voce. “Andiamo, devo farti vedere qualcosa”
le disse. “Vedi questa formula?”
“Sì. Cioè, vedo la pagina, l’inchiostro rosso...oddio,
cos’è, sangue rappreso?!”
“Andiamo” rise Giles. “Hai visto troppi film dell’orrore.
I libri di magia non si scrivevano con il
sangue, ma con bacche di mo...” Giles osservò meglio il
libro “Già, parrebbe proprio sangue”
“Ewww” commentò Anya.
“Comunque sia, qui c’è un potente incantesimo. All’epoca,
ero troppo sconvolto per la morte di
Jenny per provarlo, ma...”
“Cosa?” chiese Anya. “Io non c’ero, allora,
ricordi? Spiegati bene! Senza divagare...come fai di
solito”
“Già...uhm” Giles si raddrizzò gli occhiali
sul naso. “Si tratta dell’anima di Angel. Alcuni
antichi vampiri, molto potenti, elaborarono con l’aiuto di un
dio infernale un rituale per tenere
l’anima ancorata al demone...non per essere migliori, sia ben
chiaro, ma per essere più potenti”
“E...i rimorsi?”
“Anime veramente malvagie non hanno rimorsi...hai presente?”
“E tu vorresti usare questo rituale per ancorare l’anima...ad
Angel?”
“Già”
”Perché non ci hai mai provato prima?”
Giles non rispose. Anya lesse tutte le ragioni nei suoi occhi. Inconfessabile
risentimento nei
confronti di Angel per le torture da lui subite, e l’assassinio
di Jenny. Desiderio inconscio di
tenere Buffy lontana da una simile fonte di problemi. L’onesta
convinzione che lei stesse meglio
senza di lui.
“Perché...ora?”
“Perché forse è davvero destino...non credi?”
Anya annuì. Immaginava di sì, visto che Buffy ed Angel,
ancora una volta, e malgrado tutto e
tutti, erano tornati insieme.
“Potrebbero esserci conseguenze” disse Giles. “Ancorare
l’anima, per quel che ne capisco, non
è proprio come “possederla”. Ora, Angel possiede
la sua anima, e così Spike...almeno credo.
L’accoramento creerebbe invece uno scostamento tra anima e demone.
Come entità distinte, si
contenderebbero in eterno Angel e la sua personalità.”
“Cioè, avrebbe più mordente” sintetizzò
Anya.
“In estrema, ed in accurata, sintesi” le rispose Giles.
“Non al punto da renderlo
pericoloso...almeno, mi auguro”
“Ma, potrebbe...ahem...il loro problema...”
“Potrebbe”
“Credo che Buffy non avrà esitazioni. Facciamolo”
“Beh, non senza il suo consenso” commentò Giles.
“Peccato” sospirò il demone. “Sarebbe stato
un magnifico regale di nozze”
“Ne parliamo dopo” commentò Giles, con un sorriso
malvagio. “Dopo...dopo. Capito?”
Willow prese il cellulare e sospirò. Spike stava facendo la doccia
nel suo piccolo bagno...e lei
stava raccogliendo il coraggio per chiamare Buffy.
“Ah, ciao, Buffy, come stai? Niente letto, eh? Con Angel, intendo.
Perché io e Spike, invece...”
Willow si diede il telefono in testa, per la frustrazione E poi cominciò
a comporre il numero, sul
serio.
“Pronto?” rispose Buffy, con una voce così tranquilla,
che Willow t’emette fosse tornata alla sua
vecchia depressione.
“Ciao, sono Will”
“Willow! Hai provato a cercare qualcosa per quel prole....voglio
dire, come stai?” si corresse
Buffy, rammentando vagamente le più semplici regole di buona
educazione insegnatele da sua
madre.
“Sto bene” rispose Willow, con un sospirone. (Non hai idea
quanto, si disse tra sé e sé).
“Quanto al tuo problema...è appunto per questo che ti chiamo.
Io...non ho avuto molto tempo. E
poi...la magia...cerco di non usarla più molto...se non è
necessario...ma in questo caso lo è, lo so,
però...”
“Dimmi quello che devi dirmi. In cinque parole, massimo”
commentò Buffy, mossa a pietà dal
consueto imbarazzo di Willow e dalla sua evidente incapacità
genetica di spiattellare le verità
sgradevoli. Tranne che durante la sua breve parentesi come Darth Willow,
naturalmente.
“Vado a letto con Spike” fu la risposta sussurrata.
Buffy tacque.
“Voglio dire...” riprese Willow “Sono cinque parole,
vero? Anche se “a” e “con” sono
preposizioni, e perciò non so se valgono...”
Silenzio.
“Voglio dire....non è come con te, non lo sarebbe mai,
lui non lo dice, però, anche se...”
“E’ tutto a posto, Will” disse Buffy, dopo un altro
lunghissimo istante. “Non ti devi giustificare.
E neanche lui. Siete entrambi liberi”
“Si, lo so, ma...”
“Hai fatto bene a dirmelo. Per una volta, qualcuno di noi è
stato sincero. E’ un bene...non
credi?”
Oh, rose e fiori, si disse Willow.
“Sì...credo di sì” ammise al telefono.
“Sono...contenta per voi. Se, cioé, anche voi siete...contenti”
“Io sì...lui non so” rispose sinceramente Willow.
“C’è un’altra cosa che devi sapere”
Che bello, si disse Buffy. Non vedeva l’ora.
“Spike ha riavuto la sua...anima”
“La sua...cosa?!”
“Anima”
Oh, cielo. Buffy si sedette, la cornetta del telefono ancora in mano.
“Buffy?”
Buffy scosse il capo. “Ed è...diverso?”
Willow sorrise suo malgrado. “E’ sempre...Spike. Se capisci
cosa intendo”
Buffy capiva benissimo.
“Io...spero che tu sia più saggia di quanto lo sia stata
io. E che tra voi duri”
“Buffy” sussurrò la sua amica. “Non è
una cosa seria. Non ancora, almeno.”
“Non fargli del male” mormorò Buffy. “E lui
non te ne farà. Lo conosco abbastanza per sapere
che è così”
“Sì...lo so”
“Bene. Chiamami presto. Will...”
“Sì?”
“Mi manchi” le disse Buffy, e senza volerlo, le scendevano
delle lacrime sul volto. Perché anche
lui le mancava, anche se era sempre più lontano.
“Come ai vecchi tempi” disse Buffy, cercando di scacciare
la malinconia, ed abituando gli occhi
alla penombra della stanza d’hotel in cui Angel si era rifugiato
per trascorrere le ore di luce. “Io
che vengo a trovarti...di mattina”
“Come stai? Hai dormito bene?” le chiese lui, con i suoi
profondi occhi scuri che riuscivano a
scrutarla fino in fondo all’anima. Lei gli era sempre appartenuta,
anima e corpo, e questo non
poteva cambiare.
Tutti coloro che li avevano amati se ne erano resi amaramente conto.
“Stanotte torni a Los Angeles? E ...porti Cordelia con te?”
“Lei vive lì...le dò solo un passaggio. Veramente,
pensavo di fermarmi ancora un paio di giorni.
Non riesco a lasciarti neanche per un istante...Buffy”
Lei si sedette sul letto.
“Angel...ho sentito Willow, questa mattina. Mi ha detto qualcosa
di sconvolgente.”
“E sarebbe?”
“Spike ha l’anima”
Sul volto di Angel passarono mille emozioni, tutte difficili da nominare.
“E come...l’ha ottenuta?”
“Non lo so. Io...non abbiamo parlato molto”
La voce di Buffy, i suoi occhi verdi, non sapevano mentire.
“Lui e Willow...”
Angel la strinse tra le braccia. “Mi dispiace”
Lei lo guardò, serenamente. “A me, no. Sono contenta per
loro...spero solo che duri. Meritano
entrambi un po’ di amore”.
“Anche noi ce lo meritiamo, Buffy.”
Lei nascose il capo contro il suo petto. Non c’era bisogno di
parole. La comprensione fluiva
dall’uno all’altro, come una corrente di energia. Era più
del sesso, e persino più dell’amore.
Il cellulare di Buffy squillò.
“Signor Giles...Sì? Da Angel. Il Motel sull’autostrada
per Carmel. Sì...d’accordo”
“Cosa c’è?” le chiese Angel.
“Giles ed Anya. Stanno venendo qui.”
“E perché?”
Buffy aprì le mani. “Dicono che hanno una sorpresa per
te!”
“Devi andare via? E quando?”
“Molto presto” le disse Spike, sorridendole. “A Parigi
si sta riunendo una convention molto
particolare”
“E sarebbe?”
“Quella dei non – morti. Nosferatu”
“Beh...è durato poco” commentò Willow, cercando
di contenere l’amarezza. “Ti auguro buon
viaggio. E buona eliminazione”
Spike le sorrise, e le sembrò più malvagio che mai.
“Tieni il passaporto pronto, Rossa” le sussurrò.
“Perché a combattere i non – morti ci andiamo
insieme”
“Spike!” ansimò Willow, stretta tra le sue braccia.
Le mancava il respiro. “Noi...Buffy...”
“Non mi importa un accidente” mormorò lui, le labbra
sul collo di lei, ad accarezzare il punto
dove quella stessa notte, brevemente, i suoi denti si erano immersi....
La fissò, tirando il capo indietro. I suoi occhi blu, indecifrabili,
scivolarono con uno sguardo
d'apprezzamento sul corpo di lei, sulla sua vita snella, sul suo morbido
seno, sul suo viso
delizioso, sui suoi grandi occhi, sulla sua bocca dalla piega sottilmente
sensuale...
E poi, il vampiro affondò il capo nel suo seno.
“Al diavolo il mondo intero! Io voglio solo Willow!”
Willow, esultando, lo strinse a sé, ripromettendosi di rispolverare
il proprio francese...
“Beh, grazie” disse Cordelia. “Lamentopoli finisce
qui. E’ ora di tornare ad essere forte. Come
diceva quel film? “Piangerò domani”...che ne dici?”
Xander le accarezzò una guancia. “A dire il vero, hai già
pianto anche oggi...voglio dire, va
bene. Sono contento di essere stato di nuovo un po’ con te”
“Anch’io. Non so cosa avrei fatto da sola” ammise
lei, nel suo annuale momento di sincerità.
“Stammi bene, Xander. E non fare più pasticci”
“Te lo prometto” disse lui. “Vai a Los Angeles con
Angel?”
“Nah” rispose lei. “Un bell’autobus Greyhound.
Cosa c’è di meglio per ricominciare la vita in
America? Del resto, ho ancora una casa, una specie, ed un lavoro, almeno
spero...come vedi, la
vita mi sorride!”
Lui annuì.
Cordelia si buttò sulle spalle il piccolo zaino che Xander le
aveva prestato, dove aveva stipato i
pochi oggetti di uso personale che si era comprata in quei due giorni,
e si diresse verso l’autobus
argentato.
Cielo, lei sì che sapeva andare incontro al tramonto con un certo
stile, si disse Xander,
ammirandola senza limiti.
“Tutto qua?” disse Buffy, arricciando il naso (che propriamente
dritto non era). “Anni ed anni di
sofferenza? Di rinunce eroiche? Di scelte sbagliate? E bastava dire
“Adacadabra” perché
l’anima di Angel si ancorasse e non scappasse più via...modello
palloncino?”
“Già...ahem...peraltro...”cominciò imbarazzato
il suo osservatore.
“Signor Giles!” tuonò Buffy.
“Sì?” chiese lui, certo che ora lei l’avrebbe
distrutto a parole per il suo lungo silenzio...
Ma Buffy stava pensando a tutt’altro.
“Cosa diavolo è quel segno di rossetto che ha sul colletto?!?”
Anya sorrise, con una piccola smorfia, e Buffy impallidì, come
quella volta che aveva udito i
pensieri di sua madre...
“Oh, cielo, lei....Anya...oh, mio Dio...”
“Buffy” le disse Angel. “E’ tutto a posto”
Buffy fissò il suo osservatore con un’espressione affine
all’odio.
“Facciamo subito questo incantesimo. E non se ne parli più.”
Imbarazzati, Giles ed Anya prepararono l’occorrente.
“Sei sicura?” le chiese Angel. “La lotta interiore
sarà ancora più forte. Il demone potrebbe
sopraffarmi.”
“Angel” gli disse lei. “Non posso importi nulla. Ma
se vogliamo avere un futuro...è un passo che
dobbiamo fare”
Lui annuì.
Due giorni soli, ed erano già due relitti. Lottare contro il
mondo intero, e non poter trovare l’uno
nell’altro neppure un minimo di conforto, era un inferno.
Fu tutto molto semplice. Giles fece cadere Angel in una specie di trance,
e lui ed Anya
cominciarono a recitare una lunga litania in sumero. Buffy si tenne
ai margini del cerchio
magico, le mani strette a pugno, il suo solito paletto ben nascosto
nella cintura dei pantaloni.
Se lui fosse tornato sbagliato, lei avrebbe dovuto occuparsene.
Immediatamente.
Quando Angel aprì gli occhi, gli ci volle un istante per mettere
a fuoco ciò che lo circondava. Il
suo demone vide subito un succulento umano, un demone vendicatore...e
la Cacciatrice.
Buffy riconobbe quello sguardo, e si sentì tremare. Angelus.
Lo sapeva. Lo sentiva. Il suo stesso
sangue vibrava dalla voglia di eliminarlo.
Ma Angel riconobbe il suo amore.
E la sua anima scacciò il demone, lo costrinse a vivere nei meandri
della sua più intima persona,
libero di riemergere solo nell’inconscio, per sempre relegato
alle tenebre dei sogni.
Sentendo la sua umanità, Buffy gli corse incontro e lo strinse
a sé.
Si erano finalmente ritrovati.
EPILOGO
Alcune settimane dopo, Buffy ed Angel pattugliavano come al solito i
cimiteri. Avevano avuto
modo di parlare a lungo del futuro, ed ora dovevano solo stabilire i
dettagli. Lui avrebbe
continuato ad occuparsi dei suoi casi, ed avrebbe aperto una filiale
a Sunnydale, dove Buffy
sarebbe temporaneamente rimasta, in attesa che Dawn finisse la scuola
superiore.
Entrambi desideravano potersi sposare: a Las Vegas e, con l’aiuto
di documenti falsi forniti da
Lorne, sarebbe stato possibile. Pensavano di approfittare del week –
end del Ringraziamento per
sgattaiolare fino alla città del Nevada.
Tutto, ora, sembrava possibile.
Willow aveva spedito una cartolina dalla Francia, dove stava attivamente
combattendo il male al
fianco di Spike, e Giles ed Anya avevano riaperto il Magic Box. Stavano
insieme, nonostante
l’incredulità di tutti...e di Xander in particolar modo.
Cordelia stava facendo un grande lavoro a Los Angeles, all’Agenzia,
ed aveva apparentemente
messo da parte ogni risentimento. Di tanto in tanto, si sentiva con
Xander, e parlavano anche di
incontrarsi in qualche città intermedia.
“C’è solo una cosa che non capisco” disse Buffy,
stringendosi al suo amante, al suo amato,
all’uomo del suo destino. Tutti questi titoli potevano sembrare
altisonanti, ma rispondevano al
vero. Semplicemente.
“Spara” le disse Angel, accarezzandole il collo, dove la
notte prima, su richiesta di lei, aveva
brevemente affondato i denti, mentre per l’annesima volta la portava
al piacere, immerso
profondamente dentro di lei.
Lei lo fissò con i suoi grandi occhi verdi.
“L’ancoramento dell’anima è stato fenomenale...niente
da dire...ma”
“Sì?”
Lei sorrise.
“Perché diavolo hai ripreso a vestirti di pelle nera?!?”
Nota dei Protagonisti.
Sì, avete letto bene. Dei “Protagonisti”, non dell’Autrice.
Perché hanno strepitato! Si sono
lamentati! Aiuto, mi hanno legata e mi stanno imbavaglian....
GILES
Innanzitutto, tengo a precisare che non è vero che non mi becco
mai la ragazza. Questa,
consentitemi, è un’interpretazione falsa e tendenziosa,
nonché infedele alle fonti. Qualche volta
ho fatto del sesso anch’io, in questi sei anni!
Anya può dirvi qualcosa al riguardo...
ANYA
Io lo sapevo che, tra me e Rupie, era solo questione di tempo! Era da
“Tabula Rasa” che ci
speravo e – credetemi – non mi ha delusa...quanto a quel
fallito del mio ex – fidanzato, invece,
tenetevelo pure, o voi lettrici. La sottoscritta non sa più che
farsene. Rupie mi da’ un sacco di
orgasmi!
CORDELIA
...a prescindere che quel fallito del tuo ex – fidanzato, era
già quel fallito del mio ex – fidanzato,
io mi domando: ma siete impazziti?! Io sono CORDELIA CHASE! L’unica!
Inimitabile!
L’unico scampolo di classe e bellezza tra qui e Los Angeles....e
voi mi trattate così?! Mi fate
discendere dal cielo come un pacco postale via UPS per farmi mollare
da Sua Animità e
quell’insipida dal naso storto del suo eterno amore? Sì,
storto...che c’è?! Non si può mai dire la
propria, da queste parti?!?
ANGEL
Ho ancorato la mia anima, e cos’è tutto quello che ho ottenuto?
I malvagi pantaloni della
Malvagità? Una t – shirt di Marilyn Manson? Oi, almeno
in questa fanfic guido una Porsche, e
non si parla nemmeno una volta dei miei capelli...Dio, come sono infelice!
WILLOW
Joss!!!! Marty!!! Dove siete? Vi devo dare la purga!!!! Joss! Marty!
Tesoriiiii!!!!
(ghigno alla Jack Nicholson di “Shining”, mentre Willow
brandisce un’accetta con contorno di
sguardo allucinato)
Lo volete capire una buona volta che NON SONO LESBICA?!?! Cazzzzzzo!!!!
BUFFY E SPIKE
B: Com’è che in questa fanfic non facciamo nemmeno una
delle cose che di solito facciamo
insieme nelle fanfic?
S: E sarebbero?
B: Beh, sai, lottiamo, tu insinui, io nego, tu insinui ancora un po’,
io ti bacio, tu insinui, io ti
salto addosso, e poi lo facciamo, e ci insultiamo, e via con il sesso,
il bondage, il sado maso, il
blood – play, e non ti amo, e sei tutto ciò che mi resta,
e però preferivo Angel, e tu sei come un
padre per Dawn, e voglio che esci dalla mia vita, e quindi lo rifacciamo...
S: Beh, non so. Bisognerebbe chiederlo all’Autrice. Se si riprenderà
mai. Dolcezza, le hai
assegnato un destro...tra l’altro, hai voglia di fare del sesso?
B: Sei il solito maiale, Spike! Voglio dire, sì, ma dopo. Ora,
rispondimi: perché in questa fanfic
non ci incontriamo nemmeno?!
Spike si volta, e sorride ai lettori. E’ il suo sorriso più
sexy. Depositato all’Ufficio Brevetti di
Ginevra. Assicurato ai Lloyds di Londra.
S: Baby, cosa vuoi che ti dica. Sarà per la prossima volta.
FINE
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