Through the Eyes of Love

Autrice: Saki dal sito Dreamfield

Una bambina apparentemente innocente. Un passato nascosto e rinnegato. Un amore che ha superato la morte. Le vite di Buffy e Spike non saranno mai più le stesse.
Disegni e parole vi guideranno in questo universo alternativo... ma attenti... tornare alla realtà non sarà così facile...
Rating: VM14

In order for the light to shine so brightly, the darkness must be present.
Francis Bacon

* * *

 

La ragazza si stropicciò gli occhi ancora assonnati rigirandosi tra le lenzuola. La luce filtrava tra le tende. Con un sospiro si allungò stirando i muscoli intorpiditi dal sonno. Lo spazio che la circondava le sembrava ovattato, irreale.
Era davvero casa sua quella? Da quando era tornata le sembrava tutto così diverso...o forse era solo lei ad essere diversa.

Si alzò di scatto con la precisa sensazione che qualcosa...qualcuno la stesse aspettando. Lentamene cominciò ad aggirarsi per la casa a piedi nudi. Il rumore dell'acqua che scorreva nella doccia la attirò. Doveva essere lui.
Improvvisamente si sentì invadere da una sicurezza nuova. Qualunque cosa fosse successa lui sarebbe stato al suo fianco. Non doveva più avere paura.

Eppure, per quanto si sforzasse, non riusciva a ricordare il suo viso.

Scosse la testa tentando di svegliarsi definitivamente. Lentamente seguì il suono della voce profonda che sussurava le note di una vecchia canzone. L'acqua continuava a scorrere accompagnandone la melodia.

La ragazza si strinse nella camicia da notte. I piedi nudi sul pavimento freddo la facevano rabbrividire. Lentamente aprì la porta che la divideva da quel suono dolce e rassicurante come la ninna nanna di una madre. Una nuvola di vapore la avvolse inumidendole la pelle. Oltre la sottile tenda della doccia riusciva a intravedere la sua sagoma di spalle. L'acqua scorreva sinuosa sul suo corpo nudo, accarezzandolo.

Un desiderio profondo la travolse, togliendole il respiro. Voleva vedere il suo viso, i suoi occhi. Voleva essere di nuovo al sicuro tra quelle braccia. Voleva perdersi nel suo corpo, di nuovo. Con decisione si avvicinò e scostò la tenda della doccia. Lui si voltò di scatto, sorpreso, ma in un attimo il suo sguardo si addolcì.

-Buon giorno tesoro-

-Spike?!-

Buffy si svegliò di soprassalto, inzuppata di sudore. Si guardò intorno ansimando. Era di nuovo nella sua camera, al buio. L'alba doveva essere ancora lontana. Con fatica si passò una mano sugli occhi, quasi ad accertarsi di essere veramente sveglia.

Perché continuava a fare quel sogno? Da quando era tornata dal mondo dei morti viveva in un continuo stato confusionale, quasi stentava a riconoscersi.
Eppure la situazione era chiara, addirittura cristallina. Come l'aveva riassunta Xander? Lei era la Cacciatrice, il suo compito era polverizzare i vampiri e proteggere gli innocenti. Punto. Lui era solo un vampiro senz'anima, un sanguinario, un mostro. Altro punto. Avrebbe dovuto conficcargli un paletto dritto nel cuore e liberare Sunnydale da quella piaga. Fine della storia.

Era tutto così semplice visto attraverso gli occhi di Xander. Il mondo era perfettamente diviso in due zone, bianco e nero, luce e ombra, giusto e sbagliato. Niente vie di mezzo e nessuna confusione. Ai suoi occhi lei era ancora la paladina della luce, senza macchia e senza paura come gli eroi delle favole. Chissà come avrebbe reagito...come avrebbero reagito tutti sapendo quello che aveva fatto, fino a che punto si era lasciata contaminare dall'oscurità.

Aveva permesso che ombra e luce si confondessero e ora tutto appariva inesorabilmente grigio.

-Tu appartieni all'oscurità, con me-

Quella voce, profonda come la notte da cui veniva, continuava a danzare instancabile nella sua testa.

Buffy scosse il capo infastidita. La verità era che dava troppa importanza a quella storia. Non c'era stato niente tra loro. Insomma, niente di davvero importante. Solo attrazione fisica. Lei aveva momentaneamente perso il controllo, lui era a portata di mano...molto conveniente. Tutto qui. Non aveva mai mancato di pecisarlo. A lui...e a se stessa. Fino a quando non aveva deciso di dirgli addio. Per sempre.

-Non posso amarti. Sono attratta da te, ma ti sto solo usando. E mi comporto da debole e da egoista...-

Ricordava ancora il sorriso sarcastico con cui aveva accolto quella rivelazione. Come se non si fosse mai aspettato niente di più da lei.

-Non mi sembra di essermi mai lamentato...-

Non l'aveva neppure lasciato finire di parlare.

-E questo mi fa stare male-

In un attimo il sorriso era morto sulle labbra del vampiro. Il suo sguardo cristallino le era sembrato quello di un bambino messo di fronte a una verità troppo dolorosa da accettare. Per un attimo aveva vacillato, ma era stato solo un attimo. Quella notte iniziava la sua nuova vita nel sole, lontana dall'oscurità in cui si stava perdendo.

-Non posso cedere a questo punto. Mi dispiace. William-

Quando aveva pronunciato quelle parole le erano sembrate così giuste, così vere....ma allora perché continuava a pensarci? Perché lui continuava a tormentarla ogni notte prendendo possesso dei suoi sogni?

-William-

Pronunciare il suo nome...il suo vero nome...le aveva fatto uno strano effetto. Come se stesse parlando con un'altra persona, qualcuno che non era sicura di conoscere.

Credeva che chiudere con quella storia assurda l'avrebbe fatta sentire meglio, l'avrebbe fatta tornare la Buffy di un tempo...senza macchia e senza paura. A volte si scopriva a chiedersi se era mai esistita la Cacciatrice pura e indomita che tutti si ostinavano a vedere in lei.

Lui era tutto quello che odiava. Tutto quello che era destinata a combattere. Eppure riusciva a provare qualcosa solo quando era con lui.

La stanza le sembrò all'improvviso minuscola e opprimente. Doveva andarsene, uscire all'aria aperta, per respirare di nuovo.

 

 

* * *

I can't go on. I'll go on.
Samuel Beckett

* * *

 

 

L'ultima sigaretta si stava consumando tra le sue dita. La lasciò cadere a terra distrattamente.

-Non posso amarti-

E chi le aveva mai chiesto niente. Si era mai lamentato dei loro incontri? E di certo almeno due o tre volte avrebbe potuto citarla per danni...la sua cripta ne era uscita distrutta. E invece non aveva mai detto niente, si era accontentato delle briciole di tempo che lei gli dedicava. Dannazione forse non aveva un'anima, ma di certo aveva più cuore di lei.

Soffocando un sospiro lasciò gli occhi azzurri vagare nell'oscurità della notte che avvolgeva Sunnydale. Stupida piccola cittadina di provincia. Fin dal primo giorno aveva avuto la sensazione che rimanere non gli avrebbe portato niente di buono. In effetti era stata Drusilla a volersi trasferire in quell'orribile buco, aveva accettato solo per compiacerla.

E poi l'aveva vista, quella prima notte al Bronze, i capelli biondi che danzavano intorno a lei seguendo i movimenti del suo corpo. In quel preciso istante aveva capito che quella creatura avrebbe segnato il suo destino, ma allora credeva si trattasse semplicemente di uccidere o essere ucciso.

Ancora non riusciva a capire come quella realtà chiara e definita avesse potuto aggrovigliarsi e complicarsi fino a fargli perdere ogni orientamento. Un vampiro innamorato della sua cacciatrice. Era ridicolo solo il pensiero. Un mostro. Ecco cosa sarebbe sempre rimasto ai suoi occhi, qualunque cosa avesse fatto niente avrebbe cambiato questa realtà. Eppure non riusciva a impedirsi di amarla. Sentiva ancora il suo sapore sulle labbra, il profumo dei suoi capelli sparsi su di lui quando facevano l'amore. La sua bocca ricordava il contatto intimo con quella pelle fresca e profumata di sole. Stringerla tra le braccia e sentire fino a che punto lei lo desiderasse, non c'era droga più inebriante di quella.

La amava. Anche se lei rifiutava di accettarlo. Perché si può amare anche senza essere ricambiati. Anche se è più doloroso della morte.

Il vampiro si passò stancamente una mano tra i capelli biondi. Doveva andarsene per sempre da Sunnydale...Sunnyhell come l'aveva chiamata fin dal primo giorno. Era davvero quello l'inferno. Averla così vicino e non poterla raggiungere era troppo, anche per uno votato alla sofferenza come lui.

Non posso andare avanti. Andrò avanti.

Non riusciva a ricordare chi l'avesse detto. Aveva "assaggiato" un commediografo una volta. Forse i suoi versi scorrevano in lui come il suo sangue. Rise all'idea.

-Aiuto! Aiuto, vi prego aiutatemi!-

Sembrava la voce di una bambina...

Mi dispiace piccola ma il servizio di salvataggio Spike & co. ha chiuso i battenti da un pezzo.

Il vampiro dagli occhi azzurri continuò a camminare, incurante delle grida, inoltrandosi nel bosco che circondava il cimitero di Sunnydale.

-Abbiate pietà! Ahhhhhh!-

Sì, era decisamente una bambina...

-E va bene e va bene ho capito! Basta che la smetti con questa lagna!-

In pochi secondi raggiunse il luogo da cui provenivano le grida che laceravano la notte senza stelle di Sunnydale. Il suo sguardo era abituato alla devastazione e alla paura. Lui stesso aveva reciso migliaia di vite e ucciso più di una cacciatrice, devastato interi villaggi e lasciato dietro le sue spalle solo terra bruciata. Eppure, quando quello stesso sguardo disincantato incontrò quello dell'innocente che aveva interrotto il suo girovagare notturno, non poté impedirsi di rabbrividire. La scena che si disegnava davanti ai suoi occhi aveva lo stesso sapore acre di persecuzioni lontane e il colore oscuro di riti che si perdevano nella notte dei tempi.

Al centro di un cerchio di fuoco una bambina, coperta solo di laceri pezzi di quello che un tempo doveva essere stato un vestito, urlava con quanto fiato aveva in gola. La sua pelle nivea era orribilmente sfigurata da lividi e lacerazioni. Attorno a lei un gruppo di esseri dal volto nascosto dietro maschere deformi pronunciava in coro litanie sconosciute alimentando a turno il fuoco che le si avvicinava affamato. Le tuniche bianche rifulgevano di una luce sinistra al chiarore delle fiamme.

-Allontanatevi da lei-

Non c'era traccia della sua abituale ironia in quelle parole. Solo disprezzo.

Soltanto uno dei celebranti si voltò verso di lui.

-Non sai di cosa parli. Vattene e dimentica ciò che hai visto perché i tuoi occhi ti ingannano-

Spike fece alcuni passi in direzione del cerchio di fuoco.

-Vedo che voi siete più numerosi e più grossi di lei. Adesso fate i bravi e lasciate che porti via la bambina prima che qualcuno si faccia del male sul serio-

L'essere deforme si limitò a fare un segno in direzione dei compagni. Tre di loro accerchiarono il vampiro.

Un sorriso ironico increspò le labbra di Spike mentre l'azzurro intenso del suo sguardo scintillava colpito dal riverbero delle fiamme.

-Mi piacerebbe restare a giocare con voi, ma la mamma mi ha detto di non dare confidenza ai mostri che cantano canzoncine in cerchio e bruciano i bambini-

Con uno scatto improvviso il vampiro eluse la sorveglianza dei tre che lo circondavano e attraversò il cerchio di fuoco che ormai lambiva le gambe della bambina. Incurante delle grida di stupore che serpeggiarono tra i celebranti, raccolse tra le sue braccia quel corpicino tremante e con l'agilità di un felino saltò al di sopra del muro di fiamme.

Di nuovo fu il celebrante che aveva cercato di allontanarlo a reagire per primo.

-A morte la stirpe delle tenebre!-

Con un sospiro Spike adagiò la bambina sul prato.

-Aspettami qui pulce. Faccio un pò di pulizia e torno-

Con passo deciso il vampiro si avventò sul primo celebrante che incontrò sulla sua strada. Il suo pugno impietoso lo fece volare al centro delle lingue di fuoco scatenando le sue urla di dolore. Ma ancora più lacerante fu il dolore che invase la testa di Spike non appena ebbe sferrato il suo attacco. Il chip si era attivato.

-Uomini?!-

Approfittando del disorientamento dei suoi avversari, impegnati a sottrarre alle fiamme il compagno, Spike corse di nuovo verso la bambina.

-Cambio di programma pulce. Una fuga strategica è sempre meglio di una morte da eroi-

Con decisione riprese tra le braccia la sua protetta e si inoltrò nel folto del bosco.

 

 

* * *

Ever tried. Ever failed. No matter. Try Again. Fail again. Fail better.
Samuel Beckett

* * *

 

 

-Arrivo! Un momento di pazienza!-

La porta di ingresso vibrava sotto l'incessante cascata di pugni.

Dawn si strinse nella camicia da notte rabbrividendo. Se Buffy si era dimenticata di nuovo le chiavi l'avrebbe fatta dormire sulla veranda. Possibile che dovesse sempre svegliarla nel cuore della notte?

-Buffy?-

-Apri briciola non c'è tempo!-

Spike...

-Spike non credo che sia una buona idea presentarsi qui alle...ehm 4 di notte e comunque Buffy non c'è...-

Senza contare che l'avrebbe uccisa se avesse permesso al vampiro di entrare in casa dopo che aveva inserito il suo nome tra quelli degli indesiderati...

-Dawn non è il momento di fare conversazione apri questa maledetta porta e fammi entrare!-

Dawn si morse un labbro. La voce di Spike sembrava tradire una reale preoccupazione...forse poteva semplicemente aprire la porta e vedere cosa era successo. Senza il suo permesso non sarebbe comunque potuto entrare...

Non le ci vollero che pochi istanti per rinnovare quell'invito dopo che ebbe spalancato la porta di casa Summers. Il vampiro era coperto di sangue e bruciature e stringeva tra le braccia il corpo esanime di una bambina dai lunghi capelli biondi.

* * *

Ha lasciato di nuovo la porta aperta. Come glielo devo dire che non sono i vampiri l'unico pericolo a Sunnydale?

Con un gesto stanco Buffy chiuse dietro di sé la porta di ingresso. La sua passeggiata notturna era servita solo a toglierle le poche forze che le erano rimaste, mentre la sua mente confusa continuava a tormentarla. Perché non poteva semplicemente smettere di pensare? Sarebbe stato tutto più facile...

Possibile che continuasse a sentire il suo profumo in quella casa? Ormai era passato più di un mese dall'ultima volta che l'aveva visto precipitarsi nella sua cucina in pieno giorno, avvolto in quella ridicola coperta, con la scusa ancora più ridicola di riprendersi l'accendino che aveva dimenticato dopo che...la ragazza scosse la testa infastidita. Ormai quella storia era chiusa. Spike non sarebbe più rientrato nella sua casa...nella sua vita. Lei stessa l'aveva scacciato da entrambe. Si avviò stancamente verso il salotto massaggiandosi il collo intorpidito.

-Buf...-

La voce calda e profonda le ferì le orecchie costringendola a spalancare gli occhi su di lui. Stretto nella giacca di pelle nera che seguiva morbida il disegno del suo corpo, la scrutava in attesa di una reazione. Il suo sguardo scintillava con la stessa intensità di uno zaffiro, illuminato dal chiarore lunare.

Buffy chiuse e riaprì gli occhi più volte per assicurarsi che quello che aveva davanti fosse un essere reale e non uno dei fantasmi che popolavano i suoi sogni. Sentì il corpo teso allo spasimo quasi fosse un unico nervo. Le sue labbra si schiusero ma non riuscì ad emettere alcun suono.

-Ti prego Buffy non ti arrabbiare...si trattava di un'emergenza...i-io ho DOVUTO farlo entrare!-

La voce di Dawn la riportò definitivamente alla realtà, con tutto ciò che questo comportava.

-Come hai potuto usare Dawn per arrivare a me? Sei un vigliacco!-

Gli occhi azzurri di Spike avvamparono per l'offesa.

-E' meglio che non ti monti la testa Cacciatrice. Non sono certo venuto qui per vederti...anzi ne avrei fatto volentieri a meno!-

-Oh certo! Fammi indovinare...-

Buffy lasciò vagare lo sguardo nella stanza come alla ricerca di un indizio. Simulando un'improvvisa ispirazione tornò a fissare gli occhi in quelli di lui.

-Ma certo! Sei venuto a cercare il tuo accendino!-

Spike reclinò la testa con fare accondiscendente. I suoi occhi, ora di un azzurro metallico gli conferivano un espressione fredda, la piega delle labbra sottili davano al suo volto il carattere ironico che Buffy ricordava così bene.

-L'ultima volta l'ho trovato nella tasca dei tuoi jeans. Chissà cosa ci troverei questa volta...-

Quanto odiava quel suo sarcasmo sottile, ogni volta la colpiva dritta allo stomaco con più forza di un pugno ben assestato.

-Non sono in vena di giochetti Spike. Voglio che stai lontano da me e da Dawn, questo significa niente pedinamenti mentre faccio il mio giro di ronda e niente visite nel mezzo della notte. E ora vattene-

La ragazza aveva un'espressione di sfida, forse di collera, indubbiamente colma di orgoglio.

Spike serrò la mascella. Almeno un centinaio di risposte altrettanto glaciali gli bruciavano sulle labbra, ma prima che potesse pronunciarne una qualsiasi una voce sottile riempì l'aria tesa della stanza.

-E' ora di andare-

In un attimo l'attenzione generale si concentrò su una bambina dai capelli biondi, immobile al centro della stanza.

-E questa qui da dove salta fuori?-

Spike fissò per un attimo i grandi occhi verdi di Buffy. Sul suo viso era disegnata l'espressione impaziente di quando si trovava in una situazione su cui non aveva il completo controllo.

-E' appunto questo che cercavo di dirti prima che ti lanciassi in uno dei tuoi deliri. Ho bisogno del tuo aiuto. Per lei. Io non posso proteggerla-

Buffy spostò lo sguardo sul viso della bambina. Gli occhi trasparenti la fissavano come se volessero penetrarle l'anima. Istintivamente rabbrividì.

-Io non...-

Spike strinse i pugni con frustrazione.

-Fantastico!-

Alzando le braccia in segno di resa fece per andarsene, ma quando fu sulla porta tornò sui suoi passi con decisione. Gli occhi azzurri si erano fatti scuri come le acque di un mare inquieto.

-Ho mai rifiutato di aiutarti? No! Ho mai chiesto qualcosa in cambio?-

Buffy incrociò le braccia guardando il vampiro con aria sarcastica. Spike ammutolì per qualche secondo.

-E va bene forse a volte ho chiesto un piccolo compenso, ma si è sempre trattato di cifre ragionevoli, questo non puoi negarlo!-

-Cosa vuoi? Che ti ringrazi per non aver tentatato di speculare "troppo" sulla vita degli innocenti che sono disgraziatamente capitati sulla tua strada?! Sei patetico-

-No tu sei patetica! Ma guardati. Fingi di essere la solita irreprensibile Buffy, la paladina degli innocenti e poi ti rifiuti di rispondere a una semplice richiesta d'aiuto. Cos'è hai finito la scorta di paletti?-

Buffy sentì una rabbia sorda attraversarle il corpo. Non aveva chiesto lei di diventare una cacciatrice eppure aveva impegnato tutta se stessa in quella missione. Sempre. Aveva protetto quegli "innocenti" a costo della sua stessa vita e proprio quando finalmente tutto il dolore sembrava finito le si chiedeva di ricominciare da capo. Di nuovo.

-A volte è doloroso sopravvivere-

Buffy si voltò verso la voce metallica che aveva rotto il silenzio teso della stanza e vide la bambina dagli occhi vitrei avvicinarsi con passi leggeri. Dal volto di Spike era d'un tratto scomparsa ogni traccia di ironia.

Con un gesto elegante come una danza, la bambina sfiorò la fronte del vampiro.

La stanza si trovò improvvisamente immersa nell'oscurità. Tutto sembrava essere stato ingoiato da quel buio nero come la pece.

Spike cercò di ritrovare l'orientamento. I suoi occhi erano abituati all'oscurità, eppure, per quanto si sforzasse, non riusciva a distinguere forme o contorni attorna a sé. Era come essere immersi dalla testa ai piedi in un liquido scuro e melmoso. Più spalancava gli occhi, più quel liquido gli penetrava le pupille rendendole cieche. Anche respirare cominciava a costargli una certa fatica e ogni volta che tentava di muovere un passo in una qualunque direzione sentiva centinaia di aghi conficcarsi, uno dopo l'altro, nel suo corpo spossato.

Da principio sentì solo un sussurro.

Rimase perfettamente immobile, soffocando ogni respiro, attento a non fare il minimo rumore. Dopo un tempo che sembrò interminabile il silenzio fu di nuovo spezzato. Il sussurro si era trasformato in un grido.

Come in un sogno sentì il suo corpo proiettarsi verso quel richiamo e in un attimo la voce risuonò vicinissima al suo orecchio. Ciò che ripeteva incessantemente era un nome, poche lettere dimenticate in un vicolo buio.

-William-

Il vampiro socchiuse gli occhi tentando inutilmente di mettere a fuoco la sagoma scura che si stagliava di fronte a lui. Tutto ciò che riusciva a percepire era che non si trovava di fronte a qualcosa di umano.

-Devo ammettere che il tono di nero con cui hai dipinto questo posto non è male, ma adesso sarà meglio che mi dici chi sei e cosa vuoi. Sai come si dice, il gioco è bello se dura poco-

Nell'oscurità Spike vide brillare una lacrima. Quella creatura, qualunque cosa fosse, stava piangendo.

-Io non ho dimenticato-

La voce suonò all'improvviso familiare alle sue orecchie, quasi che per tutta la sua vita non avesse ascoltato altro che quella.

-Ora tu...ricorda-

Spike non si mosse mentre la creatura sfiorava le sue labbra con un bacio. Improvvisamente sentì le forze abbandonarlo e le gambe cedere sotto il peso di una rivelazione inattesa, violenta.

Una miriade di immagini dimenticate invasero il suo cuore immobile, travolgendolo.
Occhi trasparenti e profondi come un lago di montagna.

Occhi pieni di lui.

Capelli neri come le ali di un corvo.

Capelli in cui tante volte aveva affondato il viso stanco.

E corse su prati assolati e infiniti balli in cui perdersi dimenticando il resto del mondo.

Anche se le immagini erano confuse il loro colore non era mai sbiadito e gli parlava di lei, di un passato rinnegato e infine perduto.

Di fronte a lui, illuminata dalla luce della sua ritrovata memoria, stava la compagna della sua vita umana. Una compagna che credeva dimenticata. Una compagna che avrebbe dovuto essere morta da almeno un centinaio d'anni.

-Non è possibile-

Non è possibile fecero eco le parole nella sua testa confusa.

-Non ho mai smesso di cercarti, dopo quella notte-

Spike sollevò lo sguardo su di lei e lasciò che quegli occhi cristallini lo catturassero come avevano fatto tante altre volte in passato.

-Elizabeth-

Un vampiro è una creatura senz'anima, un mostro. Ogni sentimento umano gli è precluso nel momento in cui sceglie di vivere nella morte. Questo dicevano i libri. Un vampiro può piangere una, forse due volte nell'arco di un'esistenza che può durare secoli. Così era stato scritto.

Spike sentì gli occhi riempirsi di lacrime calde come la vita che aveva rifiutato in una notte di inverno, stretto nell'abbraccio mortale di un'altra donna.

Dischiuse le labbra fredde, ma prima che potesse pronunciare una qualsiasi parola sentì lo stomaco contorcersi in una serie di spasmi.

Le tenebre improvvisamente si ritirarono, lasciando il posto a un bagliore accecante. Il vampiro sentì gli occhi e la pelle bruciare. Sapeva che la cosa più logica da fare era cercare al più presto un rifugio oscuro, eppure c'era qualcosa, qualcosa che lo attirava inesorabilmente verso la fonte di quella luce. E poi improvvisamente, come era apparsa, la luce svanì.

-Ti prego Buffy non ti arrabbiare...si trattava di un'emergenza...i-io ho DOVUTO farlo entrare!-

La voce di Dawn lo riportò definitivamente alla realtà. Ma quale realtà?

-Come hai potuto usare Dawn per arrivare a me? Sei un vigliacco!-

Con fatica il vampiro sollevò le palpebre. Era di nuovo nell'ingresso di casa Summers e aveva la certezza di aver già sentito quelle parole. Si guardò intorno lentamente cercando nella penombra della stanza una risposta alla sua inquietudine.

Dietro le spalle di Buffy la bambina dagli occhi verdi lo osservava con un'espressione di scherno.

Spike si prese la testa tra le mani con un urlo soffocato. Una serie di immagini confuse esplosero nella sua mente con violenza. L'incontro con la bambina, il viaggio nell'universo oscuro, il suo passato che tornava alla luce dopo tutto quel tempo...

-Non sono in vena di giochetti Spike. Voglio che stai lontano da me e da Dawn, questo significa niente pedinamenti mentre faccio il mio giro di ronda e niente visite nel mezzo della notte. E ora vattene-

La voce di Buffy non distolse il suo sguardo dal viso sorridente della bambina. Gli occhi azzurri del vampiro si erano fatti cupi, il volto contratto sotto la pressione di una rabbia trattenuta.

Buffy rabbrividì, sul suo viso leggeva la stessa fredda determinazione con cui molto tempo prima le aveva annunciato che l'avrebbe uccisa. I suoi occhi di cobalto la trapassarono, l'ipnotizzarono e lei fu incapace di staccare lo sguardo dall'espressione di odio puro che sprigionavano. Sembrava che tutta l'umanità e la tenerezza si fossero esaurite per lasciare il posto a un'amarezza indicibile. Sentiva che quella bambina, quell'innocente, era in pericolo, ma era come se il suo cervello non volesse accettarlo. Prima che potesse convincere il proprio corpo a muoversi vide Spike raggiungerla e afferrarla per le spalle.

-Dov'è lei, dimmelo!-

La bambina rimase in silenzio, mentre Spike la scuoteva con violenza.

-Parla o giuro che ti uccido-

Il tono del vampiro non lasciava dubbi sulle sue intenzioni, il suo volto era quello della caccia.

Buffy sentì l'istinto della cacciatrice prendere possesso del proprio corpo. Con decisione si avventò su Spike e lo colpì una, due, tre volte. La violenza dei colpi ripetuti scaraventò il corpo spossato del vampiro lontano da quello della bambina. Lentamente Spike si rialzò da terra, gli occhi fissi in quelli rabbiosi della cacciatrice. La sua voce risuonò atona nell'aria, mentre il suo viso si allargava in una delle sue abituali espressioni sarcastiche.

-Ti consiglio di non intrometterti-

Spike serrò i pugni, poi fissò la ragazza con sconcertante intensità.

Buffy fece un cenno veloce a Dawn che, dopo qualche esitazione, prese tra le braccia la bambina e cominciò lentamente a salire le scale dell'ingresso.

Gli occhi di Spike furono attraversati da un lampo di preoccupazione.

-Fermati Dawn!-

Buffy si parò di fronte al vampiro. Si affrontarono faccia a faccia, in un'esplosione di collera repressa, mentre sentimenti misconosciuti riaffioravano prepotenti. Le mani di Spike si serrarono a pugno. I due si fissarono sconvolti e sorpresi, quasi fossero tutt'a un tratto nudi e senza alcuna maschera esteriore.

-Vattene-

Spike serrò la mascella con rabbia.

-Non hai la minima idea di quello che stai facendo-

La ragazza lo guardò con freddezza prima di estrarre un paletto affilato e puntarglielo al petto.

-So esattamente quello che sto facendo ed è qualcosa che avrei dovuto fare molto tempo fà-

Con un colpo violento e preciso Buffy affondò il paletto nel centro del petto del vampiro. Gli occhi azzurri la fissarono increduli prima di tramutarsi in polvere.

Era quello che doveva fare, non avrebbe avuto esitazioni, tutto ciò che doveva fare era ripetere la scena che si era appena disegnata davanti ai suoi occhi. Buffy guardò il vampiro immobile di fronte a lei e alzò il paletto sopra la sua testa, preparandosi a colpire.

Spike studiò gli occhi della ragazza. Non c'era traccia nel suo sguardo della Buffy che conosceva, i suoi occhi verdi sembravano vuoti.

-Mi spiace baby ma oggi non è un bel giorno per morire-

Con un calcio il vampiro allontanò il paletto di legno e mentre la ragazza si girava per raccoglierlo sparì nella notte.

Buffy osservò la porta di ingresso spalancata per alcuni secondi. Un dolore lancinante le intorpidì le tempie. Stava per ucciderlo, ma per quale motivo? L'avrebbe ucciso, se lui non l'avesse fermata...eppure non riusciva a ricordare cosa avesse scatenato la sua collera. Lasciò cadere a terra il paletto, attonita.

 

 

* * *

Il destino vi troverà. Ovunque voi siate
Proverbio Cinese

* * *

 

Prenderai la mia mano
prenderò la tua vita
insieme dimentichiamo
la paura è finita
voglio solo cullare la tua anima
voglio solo cullare la tua anima

La voce cantilenante la guidò lungo il corridoio e poi, un gradino dopo l'altro, verso la camera di Dawn.

Buffy aprì lentamente la porta. Impiegò qualche secondo per abituare gli occhi affaticati all'oscurità che riempiva la stanza. Dawn era distesa in un angolo, sembrava profondamente addormentata. Buffy corse verso di lei raccogliendola tra le sue braccia.

-Dawnie, piccola rispondi-

Dawn non si mosse, ma Buffy poteva sentire il suo respiro regolare. Se non altro era viva. Provò a scuoterla con dolcezza, ma la ragazza sembrava imprigionata nel suo stesso sogno.

-E' in un regno dove non esiste dolore. Lei stessa l'ha scelto, perché vuoi richiamarla a te?-

Accanto alla finestra spalancata sulla notte, se ne stava accoccolata una bambina dai capelli biondi.

-Come sei entrata qui?-

La bambina rimase a fissarla in silenzio. Buffy la osservò con più attenzione. Indossava i vestiti di Dawn, ma la sua pelle bianca risplendeva di un chiarore innaturale.

Tutto in lei appariva artificioso e gli occhi verdi erano troppo freddi e consapevoli per essere quelli di una bambina così piccola. L'aria riprese a risuonare del suo canto sottile, le dita nivee giocavano con una ciocca di capelli biondi.

-Chi sei? E ti prego salta la parte "sono solo una bambina innocente bisognosa di aiuto"-

La bambina non interruppe il suo gioco, ma il canto cessò lasciando la stanza piena di silenzio.

-Dal nostro primo incontro, ho letto nel tuo sguardo che avevi intuito la verità, ma come tutti gli umani hai preferito credere ai tuoi occhi e assopire il tuo istinto-

Buffy si avvicinò di qualche passo.

-Parli come se ti avessi già incontrata altre volte...-

Una risata cristallina tintinnò nell'aria.

-Quando il tempo sarà giunto ricorderai facilmente-

Buffy fissò gli occhi verdi e ambrati della creatura per qualche istante. Un brivido di disagio le percorse la schiena.

-Questo non è il tuo vero aspetto...-

La bambina sorrise compiaciuta.

-Questa è solo una forma possibile, tra le tante-

-Una scelta intelligente. Sapevi che ti avremmo protetta se ti avessimo creduta un'innocente in pericolo-

-Sbagli-

Gli occhi trasparenti si fissarono sul volto teso di Buffy.

-Non sono io a scegliere la mia forma. Io sono ciò che il mio protetto vuole vedere, una proiezione dei suoi desideri-

-Non ti capisco-

La bambina sgranò gli occhi verdi e liquidi.

-Mi deludi. Eppure la somiglianza è evidente. Una bambina dai lunghi capelli biondi e dagli occhi verdi, innocente e pura. Ho compreso la sua scelta solo dopo averti incontrata-

Buffy indietreggiò barcollando. Tutte quelle parole la stavano ubriacando.

-Tu sei...me. Ma perché qualcuno avrebbe dovuto...-

-Sopra ogni cosa lui desidera proteggerti e salvarti. Riesce a intravedere l'insicurezza e la paura che lacerano la tua anima, per questo ai suoi occhi appari indifesa come una bambina-

Sei terrorizzata, ti vergogni di cio` che provi
e non puoi dirlo a chi ami,
sai che non saprebbero affrontarlo.

Buffy sentì le parole di Spike rimbombarle nella testa. Una nausea dolorosa le invase le viscere. Era lui che riusciva a vedere la paura che lei stessa rinnegava.

Vorrei farti sapere che ti ho salvata. Non quando contava ovviamente, ma…dopo la tua morte. Ogni notte dopo quel giorno. Rivivo tutto …e faccio sempre qualcosa di diverso. Qualcosa di più veloce e più furbo, capisci? Decine di volte, in tanti modi diversi …ogni notte, io ti salvo.

Era lui che voleva salvarla. Spike. Quell'essere stava parlando di Spike. Era lui il suo protetto, lui aveva scelto la sua forma.

Colpita dal nuovo scenario che si disegnava lentamente davanti ai suoi occhi, Buffy indietreggiò attonita. Per l'ennesima volta ripeté la sua domanda. La sua voce tremò impercettibilmente mentre pronunciava quelle scarne sillabe.

-Cosa sei tu?-

La bambina si alzò dalla sedia con uno scatto felino e come un lampo fu alle sue spalle. La cacciatrice si voltò pronta a colpire, ma prima che potesse tendere un solo muscolo la bambina aveva già ripreso il suo posto.

-Io sono ciò che lui desidera-

Buffy alzò il viso. Gli occhi pieni di domande irrisolte.

-Cosa vuoi da noi?-

Sentiva che aveva perso il controllo della situazione. Le forze la abbandonavano lentamente.

Il volto infantile della creatura si indurì.

-Tu stai interferendo con il destino del mio protetto-

Buffy si lasciò andare a una risata nervosa.

-Il destino è per i deboli, ho già cambiato una volta il mio-

La bambina chiuse gli occhi assentendo.

-Tu sei tornata dal regno dei morti perché questo era scritto, ma ricorda le mie parole il destino vi troverà ovunque voi siate-

-Adesso mi hai stancata!-

Buffy serrò i pugni pronta a colpire, ma prima che potesse sfiorarla la creatura svanì in una nuvola di vapore.

 

* * *

 

Spike avanzava a grandi passi tra le lapidi bianche. Doveva trovare un modo per raggiungere di nuovo quella bambina. Doveva scoprire come diavolo faceva a conoscere Elizabeth. Con un sospiro frustrato si passò una mano tra i capelli biondi. Era ovvio che andare a riprenderla a casa Summers era fuori discussione, Buffy sembrava completamente soggiogata da lei. Non avrebbe cercato di ucciderlo altrimenti...o forse non aveva mai voluto altro. Serrò la mascella cercando di allontanare quel pensiero. All'improvviso sentì una presenza alle sue spalle. Da quanto era seguito? Continuò a camminare come se niente fosse. Ci mancava un demone per concludere quella perfetta serata. Si bloccò di colpo voltandosi di scatto.

-Si può sapere che diavolo vuoi? Vai a tormentare i vivi!-

Le parole gli morirono in gola.

-William-

La ragazza accarezzò il suo viso con la stessa tenerezza di una madre.

Rimasero immobili a fissarsi mentre le loro ombre si fondevano sul terreno. Spike le sfiorò con la punta delle dita le labbra socchiuse. I loro sguardi rimasero intrecciati per un tempo che sembrò eterno e al contempo brevissimo.

Con uno scatto il vampiro ritrasse la mano.

-Molto bravo. Complimenti. Una replica praticamente perfetta, stavo quasi per caderci-

Un sorriso sprezzante si diffuse sulle sue labbra.

-Ti do due possibilità. Uno, mi dici subito chi sei in realtà e chi ti manda e prometto che ti darò una morte veloce indolore. Due...in effetti non c'è nessun due quindi...parla!-

La ragazza si avvicinò senza mostrare la minima paura.

-Sono io...Elizabeth. Ti prego credi ai tuoi occhi perché ciò che vedi è reale!-

Spike afferrò il polso della ragazza e lo strinse con violenza.

-Hai fatto male i tuoi calcoli, Elizabeth è morta da almeno un secolo...e adesso parla!-

La ragazza scosse i capelli corvini con forza.

-Il conforto non lo troverai da nessuna parte. Non venire da me in cerca di salvezza, di sicurezza, perché io non posso offrirtela. Ti amo troppo-

Spike guardò la ragazza come se la vedesse per la prima volta.

-Cosa hai detto?-

-Sono parole tue...me le dicesti quel giorno...ricordi?-

Gli occhi trasparenti lo fissavano ansiosi.

Il vampiro sentì che le poche forze che gli erano rimaste lo abbandonavano. Mentre si accasciava al suolo riuscì soltanto a pronunciare un'ultima parola.

-Elizabeth-

 

 

* * *

It is impossible to love and to be wise.
Francis Bacon

* * *

 

La situazione stava precipitando. Dawn sembrava incapace di risvegliarsi dal sonno innaturale in cui era caduta. Gli incantesimi di Tara e Willow si erano rivelati inutili e per quanto avesse tentato non era riuscita a contattare Giles in Inghilterra. Anya non aveva la minima idea di che tipo di demone potesse proteggere un vampiro e Xander non faceva altro che sfogliare nervosamente i libri del Magic Shop. A questo punto non le restava che lui.

Buffy si strinse nel cappotto bianco. Le mancava la sua capacità di mantenere la calma anche nelle situazioni più disperate. Le mancava sentirlo nell'ombra dietro di lei. Le mancava.

Quasi senza accorgersene si ritrovò davanti alla porta della sua cripta. All'improvviso si sentì insicura. Come poteva chiedergli di aiutarla dopo che lo aveva allontanato dalla sua casa, dopo che aveva dubitato di lui per l'ennesima volta, dopo che aveva tentato di ucciderlo...

Buffy sentì gli occhi bruciare per le lacrime trattenute, il suo corpo era pesante come il piombo. Pensò a Dawn e vide il suo corpo addormentato, le sue labbra esangui e il suo respiro sempre più affaticato. Non poteva lasciarla morire, non così.

Spalancò la porta della cripta con un gesto deciso.

-Spike!-

Il suo grido risuonò nel silenzio dello spazio vuoto.

-Arrivi tardi cacciatrice-

La voce cristallina attirò la sua attenzione. Sulla soglia stava una ragazza dai lunghi capelli corvini avvolta in una leggera vestaglia di seta. Buffy fu colpita dalla trasparenza dei suoi occhi, aveva visto quel colore solo nello sguardo di Spike prima di allora.

-Dov'è lui?-

La ragazza sorrise compiacente scuotendo il capo.

-Ormai è tardi-

Buffy sospirò esasperata.

-Sai cara sei un pò monotona te lo ha mai detto nessuno? Ma forse per quello che fai con lui non ti servono lunghi discorsi vero? Ora dimmi dov'è o sarò costretta a polverizzarti-

Alzò il braccio destro nell'atto di colpirla con il paletto che teneva stretto nel pugno, ma incredibilmente la ragazza fu più veloce di lei. In una frazione di secondo e mostrando una forza inaspettata la scaraventò lontano da sé, contro il muro della cripta.

-Ti conviene andartene-

Buffy si rialzò con fatica asciugando con il dorso della mano un rigolo di sangue che le scendeva dalle labbra. Era evidente che non si trovava di fronte a un essere umano.

-E pensare che avevo deciso di risparmiarti se mi avessi detto dov'era Spike-

Si avvicinò lentamente alla ragazza dai capelli corvini, la bocca allargata in un sorriso di scherno.

-Vorrà dire che dovrà cercarsi un'altra sgualdrina con cui dividere la bara-

In silenzio la ragazza sollevò la destra e la colpì sulla guancia, lasciandole sul viso i segni rossi e dolorosi delle dita. Buffy sentì la sua rabbia crescere insieme al dolore, ma quando cercò di reagire si ritrovò immobile. Il suo corpo era stranamente intorpidito e le palpebre le sembravano terribilmente pesanti.

-Chi diavolo sei?-

La ragazza sorrise rivelando una fila di denti candidi tra le labbra carnose e sensuali. Troppo perfetti per essere reali.

-Ora sei tu a essere monotona non credi?-

Buffy la guardò senza capire. Gli occhi trasparenti della ragazza brillarono nella penombra della cripta.

-Sai all'inizio ero piuttosto preoccupata. Tu e la tua famiglia avevate instaurato con il mio protetto un legame più profondo di quanto avessi previsto, pensavo quasi di averlo perso definitivamente. La morte di tua madre è stata provvidenziale e tua sorella...bé tra poche ore non sarà più un problema-

Buffy serrò i pugni cercando di reagire, ma il suo corpo continuava a rimanere paralizzato. La creatura le si avvicinò lentamente.

-Naturalmente quella che più mi preoccupava eri tu-

Con un gesto sinuoso le accarezzò il volto contratto.

-Se non fosse stato per la tua ostinazione nel negare e svilire i suoi sentimenti...Il ricordo di Elizabeth non si sarebbe mai risvegliato in lui, non è divertente? Come si dice "chi è causa del suo mal pianga se stesso"-

Così dicendo scoppiò in una risata gorgogliante. Buffy sollevò faticosamente lo sguardo su di lei.

-Elizabeth?-

La ragazza la fissò per qualche istante apparentemente indecisa sul da farsi. Con grazia misurata si portò un dito alle labbra.

-Che sbadata, tu non ne sai niente vero? Bè vediamo come posso chiarirti la situazione-

Per qualche secondo tamburellò con le dita sulle labbra carnose, gli occhi azzurri rivolti al soffitto in cerca di ispirazione. Poi si rivolse di nuovo a lei.

-Sei solo un ripiego. Lo capisci questo vero? Quando ti guarda lui vede Elizabeth. Quando ti tocca è la sua pelle che sta sfiorando. Quando ti dice di amarti non fa altro che ripeterti frasi che lei ha già ascoltato molto tempo fà-

Buffy serrò le labbra a disagio. La ragazza la fissava con occhi ridotti a fredde punte di metallo, penetranti e crudeli.

-Vedo che non ti ho impressionata. Bene, avvicinati...voglio mostrarti qualcosa, cacciatrice-

Istintivamente Buffy indietreggiò.

-Ma che paura ha la nostra coraggiosa guerriera, su non ti farò del male...croce sul cuore!-

Le parole risuonarono sprezzanti nell'aria immobile e tesa.

Con decisione la cacciatrice afferrò la mano che l'altra le porgeva. Una notte profonda la avvolse con la sua oscurità e il suo silenzio. La sua mente prese a galleggiare in quel clima ovattato staccandosi dal suo corpo e lei non cercò di richiamarla indietro, ma lasciò che acquistasse una vita propria. Di nuovo sentì una scossa attraversarle il corpo e in un attimo si ritrovò in un salone lucido di marmi e drappeggiato di pesanti cortine di velluto.

Nulla sembrava reale...o forse quella era la vera realtà e tutto quello che era venuto in precedenza era stato un sogno.

Al centro della sala sedeva una ragazza intenta a leggere un libro. Buffy la osservò più attentamente, ma già al primo sguardo non aveva avuto dubbi sulla sua identità.

La pelle pallida e vellutata, gli occhi enormi, i fiori chermisi intrecciati nelle lucente capigliatura bruna, la brillantezza dell'abito sulla sua grazia minuta. La ragazza che aveva incontrato nella cripta risplendeva in tutta la sua bellezza umana davanti ai suoi occhi attoniti.

Il rumore della porta che si spalancava attirò l'attenzione di entrambe.

-Elizabeth!-

Dunque era lei! Ma allora perché parlarne come se si fosse trattato di un'altra?

-William!-

Buffy sentì sul suo corpo tutte le sensazioni che accendevano le gote delicate di Elizabeth. Sorpresa, paura, indecisione...e desiderio.

Il ragazzo dai lunghi capelli castani si avvicinò con passo deciso alla sedia dove Elizabeth era rimasta seduta, incapace di reagire alle sensazioni violente che la invadevano contro la sua stessa volontà.

-Ho letto tutte le poesie che siano mai state composte e sono piene di storie di persone che si lasciano sfuggire la felicità...Io vi amo Elizabeth e so che questo è amore. E non chiedetemi di essere saggio è impossibile amare ed essere saggi, e non proverò neppure a reprimere questo sentimento, quelli che reprimono i loro sentimenti riescono a farlo solo perchè il loro desiderio è abbastanza debole da poter essere represso. Ho tentato Liz, Dio mi è testimone, ho corteggiato altre donne, ho scritto versi insulsi per solleticare la loro stupida vanità, ho declamato la loro bellezza fredda e vuota, ma niente riesce ad allontanare il mio cuore dal tuo...al diavolo questo legame che ci unisce e allo stesso tempo ci divide! Sono pronto a rinunciare al mio nome, alla mia casa, alla mia vita, alla mia stessa anima per te!-

Buffy fu investita in pieno da quella rivelazione. Quei sentimenti troppo a lungo repressi erano esplosi all'improvviso inondando la stanza con tutta la loro forza dirompente. Elizabeth aveva distolto lo sguardo dall'intensità sconcertante di quegli occhi ardenti che la penetravano. William era rimasto immobile, a pochi passi da lei, quasi sconvolto dalle sue stesse parole.

-Liz guardami-

Elizabeth si voltò e lo stesso fece Buffy. Nei grandi occhi azzurri di William lesse un'espressione di paura...una paura simile a quella che lei stessa provava. Lo vide avanzare esitante, quasi prigioniero di un sogno in cui i movimenti si compiono con una lentezza esasperante. Sentì nei suoi stessi muscoli la pesantezza e l'intorpidimento che avevano colpito il corpo del ragazzo. Percepì lo sforzo di volontà con cui sollevò le mani appoggiandole delicatamente sulle spalle di Elizabeth. Sulla sala calò un silenzio totale, carico di una tensione palpabile. Poi William abbassò lo sguardo e i suoi occhi azzurri incontrarono quelli risoluti di Elizabeth. Buffy sentì i pensieri della ragazza dai lunghi riccioli corvini risuonare nella sua mente, quasi fossero i suoi. Se quello fosse stato un errore, loro non avrebbero più potuto tornare indietro e fingere che nulla fosse accaduto. Ma le braccia di William stavano già cingendole la vita e lei si sporse verso di lui finché le loro labbra non si toccarono.

Buffy continuò ad osservare quella scena, incapace anche solo di respirare. All'improvviso Elizabeth voltò il capo verso di lei sorridendole, mentre William acquistava lentamente i connotati di Spike. Elizabeth lasciò che il vampiro si adagiasse su di lei, intrecciando le mani con le sue.

Il suo sguardo gelido colpì Buffy come uno schiaffo in pieno viso.

-Tu hai avuto il suo corpo, ma io avrò sempre la sua anima-

All'improvviso non vide più nulla, forse aveva chiuso gli occhi, o forse le lacrime le impedivano di aprirli. Buffy sentì che il buio la avvogeva di nuovo con il suo torpore, ma prima che potesse lasciarsi andare la luce artificiale della cripta le ferì gli occhi riportandola violentemente alla realtà. Di fronte a lei Elizabeth la fissava con un'espressione di scherno sul volto.

-Dimmi la situazione ti è più chiara adesso?-

-Com'è possibile che tu sia ancora...-

-Viva?-

Elizabeth la guardò con sufficienza.

-In effetti il mio corpo umano è stato divorato dai vermi, ma il mio spirito è più vivo che mai. L'unico inconveniente, come ti ho già spiegato è che non posso mantenere una sembianza stabile, io assumo la forma che lui desidera...e mia cara a quanto pare non sei più tu a essere al centro dei suoi pensieri-

-Tu...sei quella bambina...sei il mostro che sta uccidendo Dawn...-

Buffy guardò incredula la ragazza che si abbandonava a una risata scomposta.

-Finalmente! Credevo che una cacciatrice dovesse essere dotata di un intuito piuttosto sviluppato, ma a quanto pare non è il tuo caso-

Buffy sentì il sangue ribollire di rabbia.

-Non c'è mai stata nessuna Elizabeth...-

La creatura la fissò soffocando a stento una risata.

-Mi deludi di nuovo. Non c'è mai stata nessuna bambina-

Gli occhi freddi come il metallo scintillarono nell'oscurità della cripta.

Buffy, finalmente libera nei movimenti, recuperò il paletto di legno e con uno scatto si avventò sulla ragazza.

-Ti consiglio di risvegliare Dawn o penserò personalmente a ricongiungerti con il tuo corpo mortale-

-Ferma!-

Di fronte a lei si era materializzato Spike. Buffy fissò gli occhi trasparenti del vampiro e provò la netta sensazione di vederli per la prima volta.

Con un gesto deciso Spike sollevò il braccio destro in un chiaro invito a mantenere le distanze.

-Ho paura William, sento che vuole farmi del male-

Rannicchiata dietro le spalle del vampiro la ragazza lanciò a Buffy uno sguardo di sfida.

-Dawn sta morendo ed è colpa della tua amichetta perciò levati di mezzo Spike-

Il vampiro non si mosse, ma abbassò il braccio che aveva frapposto tra sé e Buffy.

-La cosa non mi riguarda. Vattene-

La ragazza osservò incredula il volto duro del vampiro.

-Da quando hai ricominciato a proteggere i mostri Spike? Sai ci terrei a conoscere in anticipo certi cambiamenti di programma. Avrei portato un paletto anche per te...-

Spike sostenne il suo sguardo per un lungo momento prima di parlare.

-Non so di cosa tu stia parlando, ma so per certo che se non te ne vai immediatamente sarò costretto ad ucciderti-

Dietro di lui la ragazza sorrise e inclinò il capo sollevando una mano in un saluto ironico, Buffy fu colta alla sprovvista.

-Spike...hai sentito cosa ti ho detto? Dawn sta morendo! Lo capisci?!-

Il vampiro sollevò le spalle con indifferenza.

-Hai sbagliato persona dolcezza, non conosco nessuna Dawn e neanche mi interessa conoscerla perciò condoglianze e addio-

Con un gesto deciso spalancò la porta della cripta e le fece cenno di uscire.

Ferita, arrabbiata, incredula. Buffy si accorse di non riuscire più a controllare le proprie emozioni.

-Spike...-

Il vampiro sembrò colto da un'improvvisa illuminazione.

-Ah già un'altra cosa...chi diavolo è questo Spike?-

Elizabeth poggiò una mano candida sulla spalla del vampiro.

-Non è nessuno William. Nessuno di importante. E ora lascia che accompagni fuori questa ragazzina-

William alzò le braccia in segno di resa ritirandosi nella parte più profonda della cripta.

Buffy si vide costretta a seguire la ragazza dai capelli corvini. Voleva delle risposte e lei sembrava l'unica a potergliele dare.

Quando furono al centro del cimitero Elizabeth si voltò verso di lei.

-Spike è morto. Non era quello che volevi? Non esiste più memoria di lui, tutto ciò che rimane è William e lui è mio-

Buffy serrò i pugni.

-Non mi importa di che fine ha fatto Spike, ma devi risvegliare mia sorella-

La ragazza rise a lungo.

-Come sai mentire bene! Credi che non abbia notato i tuoi occhi disperati poco fà? "Spike aiutami ti prego!" Sei una cacciatrice piuttosto patetica lo sai?-

Buffy strinse il paletto tra le dita. Non le interessavano le conseguenze, voleva che smettesse di sputare le sue stupide sentenze. Con un gesto preciso la colpì.

La risata cristallina tintinnò nell'aria fredda della notte.

Buffy osservò con orrore il corpo perfettamente integro della ragazza che aveva appena colpito in pieno petto.

-Non sarà così facile sbarazzarsi di me cacciatrice. Io non sono uno dei tuoi soliti vampiri...solo il mio protetto può distruggermi, ma come hai visto anche tu non ha la minima intenzione di farlo-

Con un gesto studiato Elizabeth scostò un ricciolo scuro dalla fronte candida mentre le sue labbra rosate si allargavano in un sorriso compiaciuto.

-Buonanotte cacciatrice-

Buffy non poté fare altro che restare a guardare la ragazza che attraversava il cimitero con passo leggero.

 

 

* * *

Happiness is good health and a bad memory.
Ingrid Bergman

* * *

 

-Sei sicura di volerlo fare?-

Buffy fissò Willow con gli occhi verdi lucenti di determinazione.

-Se qualcuno può far luce su questa storia quella è Drusilla. Lei è l'unica che ha conosciuto William...l'unica che potrebbe sapere qualcosa del suo passato...e di Elizabeth-

Willow alzò le spalle con un sospiro. Poi prese le mani di Tara tra le sue e iniziò a pronunciare la formula che avrebbe riportato Drusilla a Sunnydale. Di nuovo.

Con un lampo di luce azzurra il vampiro dagli occhi neri come la notte si materilizzò di fronte a loro.

-Che diavoleria è questa?-

Drusilla si guardò intorno fino a inquadrare Buffy.

-La cacciatrice. Mia cara se volevi morire bastava che mi chiamassi, mi sarei precipitata qui senza bisogno di alcun incantesimo-

Buffy estrasse un paletto affilato e glielo puntò al petto prima che potesse reagire.

-Saltiamo i convenevoli Drusilla. Chi diavolo è Elizabeth?-

Lo sguardo crudele di Drusilla ebbe un tremito. Dunque Liz era riuscita a intromettersi anche tra loro. Sorridendo si morse il labbro inferiore con i denti candidi. Tutto sommato non le dispiaceva troppo vedere la cacciatrice soffrire le sue stesse pene.

-La cara Elizabeth. Scommetto che William non ti ha mai parlato della sua ingombrante famiglia-

Buffy la guardò infastidita.

-Elizabeth era la sposa del conte di Nottingale. Il padre di William-

-Vuoi dire che quella ragazzina è sua...madre?-

Drusilla rise divertita.

-La sua matrigna per la precisione. Il letto della madre di William era ancora caldo e suo padre già vi giaceva con la sua nuova sposa. Una ragazza così giovane da poter essere sua figlia-

-E' orribile...-

Gli occhi di Drusilla scintillarono come carboni ardenti, mentre la sua voce vibrante continuava a raccontare quella storia di perdizione.

-Provi quasi compassione per lei vero? Povera piccola ragazzina innocente. Ma non devi avere pietà di lei perché la sua felicità fu completa quando incontrò per la prima volta il suo figliastro. Amore a prima vista...e che amore. L'ingenuo William che aveva sempre obbedito a suo padre e alle regole austere della società inglese ne fu travolto. Il desiderio di possedere quella ragazza lo lasciava sconcertato e sconvolto. Lui che aveva sempre preferito scrivere, piuttosto che vivere le sue passioni-

-Non ti ho chiesto di psicanalizzare il comportamento di Spike...William o quello che è. Ti ho solo chiesto chi è Elizabeth-

Drusilla scoppiò in una risata amara.

-Bé ti sto dicendo quello che mi ha raccontato William prima che lo vampirizzassi...non mi prendo nessuna responsabilità sul contenuto del racconto-

Buffy strinse le braccia al petto rabbrividendo. Drusilla la guardò rapita, come preda di una rivelazione inaspettata.

-Tu lo ami...è così vero? Sapevo...sapevo che lo amavi...ancora prima che tu stessa te ne rendessi conto-

Gli occhi scuri della creatura della notte brillarono estasiati di fronte alla conferma dei suoi sospetti.

-Ti consiglio di smetterla di tergiversare. Ti assicuro che non aspetto altro che una buona scusa per piantarti questo paletto nel cuore, se mai ne hai avuto uno-

Lo sguardo di Buffy era tornato duro e sprezzante. Drusilla alzò le spalle con sufficienza.

-In breve decisero di scappare insieme. William non aveva mai tentato niente di più audace in tutta la sua esistenza. La attese per tutta la notte nel luogo in cui si erano dati appuntamento. Ma lei non arrivò mai. Quando tornò a casa trovò una lettera. "Caro William ho capito di aver commesso un errore bla bla me ne vado per sempre bla bla bla dimenticami, rispettosamente tua Elizabeth". Umani, non vi capirò mai. Arrivate a rinunciare a una felicità sicura pur di rispettare le vostre stupide regole. Naturalmente William non si riprese mai da quella delusione, le sue poesie diventarono sterili, i suoi amori condannati a non realizzarsi mai...finché non incontrò me. Sai dicono che il segreto della felicità sia la buona salute e la cattiva memoria. Con il mio morso quella notte gliele donai entrambe-

Sotto gli occhi inorriditi della cacciatrice Drusilla scoppiò in una risata profonda. Buffy si avventò su di lei, ma quando la raggiunse era troppo tardi. L'incantesimo di Willow era svanito.

-Mi dispiace Buffy...i miei poteri non sono ancora così forti-

Willow lasciò che Tara la stringesse in un abbraccio consolatorio.

-Non importa Willow. Non credo che Drusilla avesse altro da dire. Anche se...-

Buffy strinse le braccia al petto.

-...Ho come l'impressione che le cose non siano andate esattamente come ci ha raccontato-

 

 

* * *

Truth is so hard to tell, it sometimes needs fiction to make it plausible.
Francis Bacon

* * *

 

 

Cercava disperatamente di dare corpo ai pensieri che gli rimbombavano nella testa, ma non riusciva a distinguerli l'uno dall'altro. Era come scoprire all'improvviso di non conoscersi affatto, ritrovarsi da un giorno all'altro nel corpo di un estraneo. Ricordava Elizabeth certo. In effetti era l'unica cosa che riusciva a ricordare. Eppure c'era qualcos'altro. Lo sentiva. Qualcosa di terribilmente importante. Ogni volta che tentava di arrivare vicino a scoprirlo gli sembrava che la sua testa rischiasse di scoppiare. E ogni volta l'immagine di quella ragazza dagli occhi verdi gli danzava davanti, come se fosse rimasta impressa indelebilmente sulla sua retina.

-Pensi a quella ragazzina?-

William sussultò. La osservò avvicinarsi lentamente. I lunghi riccioli corvini le incorniciavano il viso di porcellana. Era così bella, al punto da non sembrare vera. Un sogno ad occhi aperti...

-Penso che sei più bella di un sogno-

Elizabeth sorrise.

-I sogni non sono altro che l'ombra del vero-

William nascose il viso tra le sue braccia accoglienti.

-E' tempo di compiere il tuo destino. La Cacciatrice deve essere uccisa-

Il vampiro respirò il profumo della sua pelle.

-Non possiamo semplicemente restare così...per sempre?-

La ragazza accarezzò a lungo i suoi capelli biondi sussurrando una canzone senza parole.

-Lo sai che gli anziani non mi lasceranno libera fino a quando la Cacciatrice e la sua stirpe non saranno cenere-

Con un sospiro William si alzò scuotendo via la polvere della cripta dai vestiti.

-Allora non ho scelta-

Sorridendole un'ultima volta uscì nella notte.

 

* * *

 

-Trovato!-

La voce di Willow risuonò squillante nella biblioteca.

-Credi che funzionerà?-

Buffy le rivolse uno sguardo dubbioso. La strega bianca sembrò offesa.

-Ma come! Ho portato qui Drusilla da chissà dove e ancora dubiti delle mie capacità?-

Xander diede una pacca sulla spalla all'amica.

-Non è che non ci fidiamo è che l'altra volta c'era Tara con te e...con questo non voglio dire che Tara sia più brava di te...sì insomma...Anya spiegaglielo tu!-

-Tutti gli incantesimi che hai fatto da sola sono stati un disastro-

Anya sorrise comprensiva verso Willow. Xander la fissò sconcertato.

-Grazie tante dell'aiuto...sono sicuro che adesso Willow si sente molto meglio-

-Ah non c'è di che!-

Come sempre il sorriso e le parole di Anya erano anche troppo sinceri.

Buffy sospirò, poi si diresse verso Willow posandole le mani sulle spalle con dolcezza.

-Scusa Wil non volevo offenderti. Mi fido di te e poi Tara adesso è più utile vicino a Dawn-

Willow sorrise all'amica riconoscente prima di cominciare a pronunciare l'incantesimo.

-Maya solleva il tuo velo

rivelaci il vero

ciò che è stato in passato

ora sarà svelato-

Anya diede una gomitata a Xander per attirare la sua attenzione.

-Non ti sembra un pò stupida come filastrocca?-

-Anya non è il momento!-

Il ragazzo le fece segno di tacere con un sorrisetto imbarazzato.

-Bé dico solo che poteva trovare delle rime più originali! Velo, vero...-

-Anya!-

-D'accordo, d'accordo sto zitta!-

All'improvviso sulla sala calò l'oscurità. Buffy rabbrividì. Forse avrebbe avuto una visione, come quella che le aveva provocato Elizabeth...chiuse gli occhi e attese.

Dopo qualche minuto Anya tossicchiò nervosamente.

-Per quanto dovremo rimanere fermi così?-

Xander la fissò con un'espressione di rimprovero.

-Bé la luce è tornata e qui non succede niente! Te l'avevo detto che quella filastrocca era troppo stupida per funzionare!-

Willow abbassò il capo contrita, mentre Buffy riapriva gli occhi. La biblioteca era intatta, nulla sembrava cambiato.

-Su Willow non facciamone un dramma...era giusto tentare-

Buffy scompigliò i capelli rossi della strega, ma nel suo cuore stava cominciando a perdere ogni speranza. Dawn sarebbe morta e lei non poteva fare niente per impedirlo. Non era abituata a sentirsi così impotente, lei era una combattente, una che agiva...ma in quella situazione non sapeva cosa fare. Se almeno Giles fosse stato al suo fianco...

-Aspettate! Cos'è quello?-

Willow si diresse a passi decisi verso quella che era stata per molto tempo la scrivania di Giles e sollevò trionfante un piccolo volumetto di pelle nera.

-Bé si chiama libro, sai è il formato standard più comune...-

Anya la osservava con sufficienza.

-Intendevo dire che questo libro è apparso dopo che ho pronunciato il mio incantesimo! E' la risposta che aspettavamo!-

Buffy si avvicinò alla strega dai capelli fulvi e prese il libro tra le mani. Lo aprì e ne sfogliò qualche pagina.

-A me sembra soltanto una bibbia...-

Mentre scorreva le pagine un foglio scivolò sul pavimento. Anya lo raccolse speranzosa, ma dopo averlo osservato per qualche istante lo passò a Xander disgustata.

-E' solo un foglio bianco e per di più puzza di limone!-

Xander le strappò il foglio di mano e si precipitò vicino al candelabro acceso. Con attenzione avvicinò la pagina alla fiamma.

-Non è un foglio...è una lettera! Guardate!-

Il calore riportava lentamente alla luce le parole nascoste sotto la superficie bianca.

-Inchiostro simpatico! Come ti è venuto in mente Xander?-

Willow osservava il ragazzo con stupita ammirazione.

-Bé...da piccolo non mi perdevo neanche una puntata della Signora in Giallo...sai Jessica Fletcher era il mio idolo...-

Buffy scosse la testa rassegnata, poi prese tra le mani la lettera.

1 Novembre 1881

So di non meritare il sollievo di una confessione, la mia colpa è troppo grande perché qualcuno possa avere pietà di me. Lascio queste parole a coloro che verranno non per mondare la mia coscienza, ma nella speranza che quest'ultimo gesto possa acquietare lo spirito tormentato della mia adorata sposa. Anche ora lo sento aleggiare minaccioso in questa stessa stanza, mi sfiora il collo freddo come il ghiaccio e mi sussurra all'orecchio che la mia ora è vicina.

Dio abbia pietà di me perché quando la morte arriverà a mettere fine alle mie pene, a Lui dovrò rendere conto del mio peccato più spregevole. Con le mie stesse mani ho reciso la tenera vita della mia Elizabeth, come Otello ho circondato il suo bianco collo e ho stretto finché la vita non è sfuggita dalle sue labbra. Che Dio mi perdoni perché l'ho preferita morta piuttosto che tra le giovani braccia del mio unico figlio. Vedevo il loro amore reciproco crescere di ora in ora eppure mi sono illuso di poterlo soffocare, di salvare il mio William da quell'insana passione.

Mia dolce Elizabeth, ora vedo che neppure la morte ti ha potuta allontanare da lui e a volte ho la sensazione di intravederti al suo fianco. Che io sia dannato perché ho condannato il mio unico figlio ad essere perseguitato dal tuo ricordo in eterno.

Adorato William, sei scomparso solo pochi giorni dopo la mia Elizabeth. Forse ti sei alfine ricongiunto con colei che il destino, per mano di tuo padre, ti ha voluto negare. Se mai leggerai queste parole perdonami almeno la pietosa menzogna con cui ti ho celato il mio orrendo misfatto. A volte la verità ha bisogno della menzogna per essere resa plausibile. Di mio pugno ho vergato la lettera di addio di Elizabeth che trovasti sul tuo scrittoio la sciagurata notte della sua scomparsa. Credetti di salvarti e invece ti persi.

E ora addio. Sento il dolce e crudele richiamo della mia sposa.

In fede

Conte Henry J. Lacey di Nottingale

 

-Conte di Nottingale...è il padre di William!-

Buffy si portò una mano alla bocca, lo stomaco chiuso in una morsa.

-Povera Elizabeth...che fine orrenda-

-Bé ma allora è tutto chiaro no?-

Anya fissò sorridendo i ragazzi che la guardavano attoniti.

-Elizabeth è una Wili!-

Buffy e Xander guardarono l'ex demone vendicatore con occhi vacui. Willow intrecciò le braccia sul petto storcendo le labbra rosa in una smorfia di riflessione.

-Le Wilis non sono gli spiriti delle fidanzate abbandonate dai loro innamorati prima di aver potuto come dire...consumare il loro amore?-

Anya assentì.

-Sono spiriti innocui di solito. Si limitano a condurre alla morte il proprio innamorato e a congiungersi poi con il suo spirito ritrovando la pace-

-Carino...e com'è che il nostro Spike...cioè William è sfuggito a questo roseo destino? Di certo ci avrebbe risparmiato un sacco di lavoro!-

Buffy fulminò Xander con lo sguardo, poi fece cenno ad Anya di continuare.

-Bè non ha potuto. La notte in cui avrebbe dovuto prendere l'anima di William lui l'ha ceduta a Drusilla in cambio dell'immortalità! Così Elizabeth ha continuato a vagare tra la vita e la morte incapace di trovare la pace-

-Che storia romantica!-

Willow fissò il soffitto con occhi sognanti rapita nelle sue fantasie prima di accorgersi che Buffy la stava squadrando in modo poco amichevole.

-Voglio dire...sarebbe una storia romantica da leggere in un romanzo, ma nella realtà no, no assolutamente, non è romantica per niente, una storia orribile...già già-

Buffy si lasciò cadere su una sedia stancamente.

-Quello che non capisco è perché non si sia manifestata prima. Voglio dire sono passati centoventi anni dalla morte di William...perché adesso?-

 

 

* * *

La traccia più oscura può essere il segno del destino più luminoso.
Sthendal

* * *


Prendi la mia mano
prenderò la tua vita
insieme, dimentichiamo
la paura è finita
voglio solo cullare la tua anima
voglio solo cullare la tua anima

Le ultime note della canzone indugiarono nell'aria mentre le dita della ragazza giocavano con un ricciolo scuro.

-Splendida melodia-

Elizabeth si voltò di scatto. Un soffio di vento freddo investì la cripta e dalla profondità dell'ombra emerse una figura avvolta in un lungo mantello purpureo. La ragazza si inginocchiò ai suoi piedi.

-Si dice che gli umani non possano cogliere la bellezza delle canzoni delle fate. Un vero peccato-

La ragazza rimase immobile, i riccioli neri le coprivano il volto niveo celando la sua espressione.

-Credi che il tuo protetto riuscirà ad uccidere la cacciatrice?-

-Non ho dubbi-

La creatura delle tenebre si ergeva in tutta la sua maestosa potenza di fronte a Elizabeth. Il suo volto era nascosto da una maschera di metallo. Con passo misurato le si avvicinò.

-Se tutto andrà come deve il tuo desiderio sarà esaudito-

-Abbiate fiducia nel mio operato. Non vi deluderò-

La creatura la osservò dalle fessure della sua maschera.

-Ti rendi conto che questo significherà la fine per gli esseri umani? Un tempo anche tu hai fatto parte della loro stirpe...sei sicura che non avrai rimpianti?-

Elizabeth alzò le spalle con indifferenza.

-Tutto ciò che desidero è riavere William...e comunque la mia parte umana è morta da troppo tempo perché possa sentirne la nostalgia o provare pietà per quelli che in passato ho chiamato miei simili-

La risata metallica della creatura risuonò tra le mura della cripta.

-Sai gli anziani erano perplessi riguardo il tuo utilizzo, ma dopo averti osservata in azione sono rimasti compiaciuti della mia scelta. Al contrario di loro io ho sempre saputo quanto possa diventare cinica e priva di scrupoli una donna innamorata, tanto più quando di lei rimane solo lo spirito insoddisfatto. Confesso però che non avrei mai immaginato che ti saresti servita del tuo protetto in modo così disinvolto. Non credi che potrebbe sentirsi usato quando ritroverà la memoria che hai offuscato con la tua magia?-

Elizabeth sollevò il capo scostando i riccioli scuri dalla fronte candida.

-Usato?-

La ragazza scoppiò in una risata scomposta. Poi, come attraversato da un'ombra funesta, il suo volto si contrasse in un'espressione dura.

-Pochi di noi nascono felici e tutti moriamo soli. Nel frattempo...ognuno cerca di stappare una briciola di felicità dov'é possibile, perché non ce n'é a sufficienza per tutti. Non credete che più che mai in questo caso il fine giustifichi i mezzi?-

Il volto di Elizabeth si era acceso di una luce sinistra.

-Forse è così-

Avvolgendosi nei drappi pesanti del suo mantello la creatura attraversò la cripta fino a fermarsi sulla soglia di ingresso.

-Ricorda che hai soddisfatto solo una delle condizioni del patto. Per quanto gli anziani siano rimasti deliziati nel vedere con quale facilità hai imprigionato l'erede della Cacciatrice nel regno dei sogni senza risveglio, non avrai la tua ricompensa fintanto che la Cacciatrice stessa non sarà stata eliminata-

E con quelle parole scomparve nell'ombra da cui era emerso.

Con un sospiro leggero Elizabeth riprese a cantare la sua canzone dondolando la testa minuta al ritmo della melodia.

Appena fuori della cripta un mozzicone di sigaretta cadde lentamente al suolo spegnendosi con un ultimo riverbero di luce rossastra.

 

 

* * *

Once I know who I'm not then I'll know who I am.
Alanis Morisette

* * *

 

 

Buffy sentì le labbra tremare mentre accarezzava la fronte fredda della sorella.

-Ti riporterò indietro Dawn, te lo prometto-

-Sarebbe quella la Dawn che mi hai implorato di salvare?-

La voce del vampiro la fece sussultare.

William se ne stava sulla soglia della camera, le mani nelle tasche della giacca di pelle, come se nulla fosse.

-Come sei entrato?-

Il vampiro sorrise sornione.

-Non lo so. Qualcuno deve avermi invitato. Tu che ne pensi?-

Buffy si alzò di scatto parandoglisi di fronte, i pugni alzati.

-Calma dolcezza, non ti agitare. Sono solo venuto ad ascoltare la tua storia-

La ragazza lo osservò con circospezione, ma nei suoi occhi non lesse alcuna minaccia. Lentamente abbassò le braccia.

-Da dove dovrei cominciare?-

-Dal principio-

 

* * *

 

-Vorresti farmi credere che io, il vampiro più potente e crudele dell'universo, io che ho ucciso ben due cacciatrici sarei andato a letto con la terza invece di eliminarla?!-

Buffy si prese il capo tra le mani sospirando con frustrazione.

-Spike!...William...non è questo il punto importante della questione!-

Il vampiro sollevò le braccia come a chiedere spiegazioni.

-Non è questo il punto importante? Non è questo il punto importante?!-

Con un gesto nervoso si passò una mano tra i capelli biondi.

-Dannazione! Questo è il punto fondamentale! Tu mi stai dicendo che avrei tradito il grande amore della mia vita, la donna per cui ho rinnegato perfino mio padre per...per una...cacciatrice?!-

Il vampiro sembrò riflettere per qualche secondo sulla questione.

-E come è stato? Dico su una scala da uno a dieci...-

-Non ci credo! Siamo nel mezzo di una crisi che probabilmente minaccia la stessa esistenza del genere umano e tutto quello a cui riesci a pensare è quanto sei stato bravo a letto?!-

La pazienza di Buffy, di per sé piuttosto limitata, si stava rapidamente esaurendo.

-Senti, non mi interessa cosa ti ha spinto a venire qui o se mai il tuo cervello atrofizzato tornerà a funzionare, ma mia sorella sta morendo e a quanto pare non sarà l'unica perciò quello che voglio sapere adesso è se intendi aiutarmi o se devo semplicemente piantarti un paletto nel cuore-

-Cos'è da piccola ti hanno insegnato che la via più veloce per arrivare al cuore di un uomo è attraverso il suo petto? Sai non credo che potrei mai innamorarmi di te, sei un pò troppo violenta per i miei gusti-

Buffy fece per replicare, ma si accorse che il vampiro non le prestava più attenzione. Lo vide accucciarsi ai piedi del letto di Dawn e scrutarne il viso.

D'un tratto le parve che i suoi lineamenti si fossero addolciti. Nel suo sguardo vide la stessa tenerezza che un tempo aveva rivolto a lei e non riuscì a impedirsi di provare una velata nostalgia. Per la prima volta dopo l'arrivo di Elizabeth le sembrò di trovarsi di nuovo davanti a Spike.

Se non fosse stato per la tua ostinazione nel negare e svilire i suoi sentimenti...Il ricordo di Elizabeth non si sarebbe mai risvegliato in lui

Buffy sentì le parole della Wili riempirle la mente confusa.

Aveva messo tutto il suo impegno nel ridicolizzare i sentimenti di Spike...evitando di affrontare i propri. Prendere tutte le paure che la tormentavano e scaricarle su di lui, con violenza, aveva reso tutto più semplice. Ma il suo nemico naturale, il mostro senz'anima che non avrebbe mai potuto amare, aveva curato il suo cuore senza che lei stessa se ne rendesse conto. Di fronte a lui aveva potuto per la prima volta mostrare le sue debolezze, perché lui non ne aveva paura.

Nell'oscurità studiò il suo viso disegnato dai raggi tenui della luna. I lineamenti decisi e il mento volitivo le ricordavano la sua determinazione incrollabile. La fronte spaziosa e le labbra morbide, aperte in un sorriso leggero, lasciavano intravedere la sua tenerezza. E i suoi occhi si illuminavano di mille diverse sfumature di blu seguendo il flusso delle sue emozioni.

Da quando non riusciva più a considerarlo un nemico?

Con fatica scacciò quei pensieri. Ora il problema era Dawn e non la sua insana attrazione per un vampiro morto da più di un secolo che continuava a ossigenarsi i capelli.

Dawn. Vedeva l'alito della vita abbandonarla lentamente, eppure il suo volto non era mai stato così rilassato.

-Sembra così serena. Forse è davvero in un luogo migliore di questo e se voglio riportarla indietro è solo per egoismo. Dio...mi vergogno di me stessa-

Buffy si accorse che la voce le tremava.

Il vampiro si alzò lentamente e la raggiunse. Con delicatezza le prese il mento tra le dita e le sollevò il viso.

-Quello che sei stata, ogni cosa che hai fatto, si riflette sul tuo viso...e credo dovresti esserne orgogliosa-

Buffy distolse gli occhi dal suo sguardo penetrante.

-Non voglio che passi il suo tempo a rimpiangere quello che ha perso...come sto facendo io-

Il vampiro le scostò i capelli dalla fronte.

-A volte il pensiero di quello che abbiamo perso ci inganna, perché ci fa dimenticare di vivere quello che abbiamo-

I suoi occhi trasparenti la fissavano con la stessa tenerezza con cui avevano osservato il volto di Dawn.

-Dovunque sia sono sicuro che sta cercando di tornare da te. Con tutte le sue forze-

Buffy sentì una lacrima che le rigava il viso, bruciante come una goccia di limone.

-Sai ho mentito-

Il vampiro inclinò il capo come a voler guardare la situazione da una diversa prospettiva.

-Credo che potrei innamorarmi di nuovo di te-

Ma il fatto è che non so se voglio farlo, non so se avrò ancora la forza di affrontare tutta quella sofferenza. Perché so già che sarebbe un amore a senso unico.

Nei suoi occhi risplendeva lo sguardo consapevole di Spike.

-Di nuovo?-

Buffy lo guardò per qualche secondo prima di realizzare con un tuffo al cuore che, almeno lui, era tornato.

-Spike...-

Come un vecchio intonaco che si stacca dalle pareti di una casa fatiscente, sentì le sue difese crollare una dopo l'altra. La corazza bella e lucente che le permetteva di affrontare ogni battaglia era improvvisamente scomparsa lasciandola nuda di fronte a lui. Nei suoi occhi cristallini si rifletteva l'immagine di una ragazza preda delle sue paure e delle sue insicurezze, incapace di sfuggire alla gabbia che lei stessa aveva costruito intorno a sé.

Il vampiro affondò il viso nell'incavo del suo collo e la strinse, la cullò, mentre lei gli bagnava i capelli di lacrime.

 

* * *

Don't hate me, cause I'm just that good.
The Calling

* * *

 

Prenderai la mia mano
prenderò la tua vita
insieme dimentichiamo
la paura è finita
voglio solo cullare la tua anima
voglio solo cullare la tua anima

Elizabeth lasciò che le ultime note della sua canzone si mescolassero con il rumore cigolante della porta della cripta che si apriva dietro di lei.

-Non era necessario che la portassi qui. Dovevi soltanto ucciderla-

Lentamente la Wili si alzò e uscì dall'ombra. Il suo corpo era avvolto in un mantello scuro e il volto era nascosto da un pesante velo che non ne lasciava intravedere i lineamenti. Solo i suoi freddi erano visibili tra i drappeggi delle vesti.

-Ascoltami Elizabeth-

Spike avanzò verso di lei.

-Non so esattamente che patto tu abbia stretto con quella specie di confraternita di pazzi, ma non c'è bisogno di uccidere nessuno...io sono già qui... con te...-

-Così mi hai spiata-

Elizabeth gli rivolse uno sguardo sprezzante.

-Vedi, qui non si tratta di patti o altro...qui si tratta di destino-

Il vampiro fu colpito dall'indifferenza impietosa con cui gli occhi che aveva amato lo squadravano.

-E' un destino che non posso accettare. Insieme noi...possiamo cambiarlo-

La risata della Wili riecheggiò stridula nella cripta.

-Si certo...sono quello che salverà il mondo grazie a un intervento divino!-

-Non divino-

Spike lanciò uno sguardo in direzione della cacciatrice che era rimasta dietro di lui.

-Umano-

La Wili si alzò di scatto e lo colpì con la mano aperta, in pieno viso.

-La tua ribellione non solo mette in pericolo me, ma nega lo stesso principio che ha sempre regolato la vita su questo pianeta. La selezione naturale-

Il vampiro serrò i pugni con decisione.

-Non rimarrò con le mani in mano a guardare l'estinzione dell'umanità-

Elizabeth lo guardò con durezza.

-Non puoi opporti alla volontà del destino. Se l'umanità è destinata a sopravvivere sopravviverà-

-E' una follia!-

Buffy era uscita dall'ombra del vampiro e fronteggiava la Wili apertamente, sul viso un'espressione di disgusto.

Elizabeth rivolse di nuovo il suo sguardo a Spike.

-Cosa ti spinge a voler salvare una razza inferiore come quella umana? Esseri che si usano a vicenda, si infliggono dolore l'un l'altro e distruggono lentamente tutto ciò con cui entrano in contatto, il mondo potrà finalmente prosperare senza il peso di questa razza di parassiti-

Il vampiroprese la mano della Wili tra le sue. Lei sollevò lo sguardo cristallino sul suo viso.

-Io ho visto l'amore, da vicino. E sono riuscito a toccarlo anche se solo per un istante. L'amore che fa mancare le parole e il fiato, e ti brucia le carni con il desiderio e ti accoglie e ti culla con la tenerezza di una madre. L'amore incondizionato che solo gli umani possono provare...l'amore che è il loro orgoglio e la loro gioia, il loro sogno di bambini, il giardino segreto in cui rifugiarsi. E' questo che innalza la razza umana al di sopra di ogni altra e per questo vale la pena dilottare per salvarla-

Elizabeth sembrò soppesare per qualche secondo le parole del vampiro.

-Tu non lo fai per l'umanità o per chissà quale nobile motivo-

Ritirò la mano da quelle del vampiro come se ne fosse rimasta scottata.

-Lo fai per lei-

Spike socchiuse gli occhi azzurri.

-Comunque vada a finire questa storia io rimarrò al tuo fianco e ti proteggerò da loro, perciò ora ti prego...mettiamo fine a questa catena di morte-

Buffy sentì il suo cuore mancare un battito mentre le parole del vampiro si conficcavano una a una nella sua mente.

La risata di Elizabeth riecheggiò nell'aria come una minaccia.

-Come posso crederti, quando il volto che mi hai dato...è questo-

Così dicendo la Wili lasciò cadere a terra il velo che le nascondeva il viso. Buffy soffocò un grido di stupore. Elizabeth aveva il suo volto, i suoi capelli biondi, le sue labbra sottili. L'unica cosa che era rimasta di lei erano gli occhi cristallini.

Io sono ciò che lui desidera.

Buffy si voltò lentamente verso Spike. Il suo viso era contratto in un'espressione attonita.

-Che significa...-

Elizabeth fissò i suoi occhi freddi come una punta di metallo in quelli sofferenti del vampiro.

-Non appena il mio aspetto ha cominciato a mutare ho capito che il vampiro stava lentamente soffocando la parte umana che era rimasta in lui. Ma vedi Spike...è questo il tuo nome di battaglia vero? Il fatto è che non mi importa niente di quello che farai tu. Sei solo un guscio vuoto, un mostro. Io desidero soltanto ricongiungermi con William e portarlo con me nel regno dei morti-

Spike la guardò come se la vedesse per la prima volta.

-A causa della tua stupidità sono stata costretta a vagare senza riposo per più di cento anni. Tuo padre mi ha ucciso e tu invece di vendicare la mia morte o di raggiungermi ti sei abbandonato tra le braccia di un'altra. E hai fatto di me un mostro. Avevi giurato che avresti rinunciato alla tua stessa anima per me e invece l'hai venduta al miglior offerente in cambio dell'immortalità, negandomi l'unica possibilità che mi era rimasta per raggiungere la pace-

Sul volto del vampiro si disegnò un'espressione allucinata.

-Mio padre...la lettera di addio...io credevo che tu...-

Ma le parole morirono sulle sue labbra soffocate da un dolore lancinante.

-Gli anziani sono stati molto generosi con me. Mi hanno liberato dalla prigione in cui tu mi avevi rinchiuso e mi hanno dato il potere di incarnare le tue fantasie. Devo dire che in principio sono rimasta piuttosto delusa. Il nostro primo incontro dopo centoventi anni e tu riuscivi a vedermi solo come la tua cacciatrice in versione infantile-

Il vampiro raccolse la testa tra le mani. Il dolore era interminabile, e così pure l'annebbiamento della ragione, i pensieri sembravano allucinazioni. Vide un volto e si tirò indietro credendo che fosse quello di un nemico. Si lasciò prendere dal panico e cominciò a gridare.

Buffy, che si era avvicinata al vampiro, si ritrasse istintivamente di fronte alla sua reazione violenta. Con rabbia rivolse lo sguardo al demone.

-Tu l'hai solo usato, non sei mai stata innamorata di lui!-

-Oh...che creatura noiosa-

Con un rapido gesto della mano lo spirito scaraventò la cacciatrice lontano dal corpo del vampiro che continuava a contorcersi negli spasmi di dolore. Poi con estrema lentezza si avvicinò al suo protetto e gli prese il viso tra le mani sottili.

-Devo ammettere però che se non fosse stato per quella conveniente metamorfosi non sarei mai riuscita a raggiungere la piccola Dawn. Povera piccola ragazzina sciocca. Ha lottato fino alla fine, mentre sarebbe stato tanto meno doloroso abbandonarsi a me con dolcezza. Sai, prima che le donassi l'eterno riposo ha persino gridato il tuo nome. Era sicura che l'avresti salvata dai cattivi. Spike, salvami Spike!-

Buffy fece per avventarsi sulla Wili, ma il suo corpo rimase immobile e rigido come il marmo.

-Vedi, nonostante la mia fine ingloriosa non ho niente contro il genere umano in generale. E non è che la vita sulla terra sparirà con una grande esplosione o verrà risucchiata da un vortice luminoso. Semplicemente, con la scomparsa della cacciatrice e della sua erede, le forze delle tenebre prenderranno lentamente il sopravvento fino a che della stirpe umana non rimarrà più traccia. Come ti ho già detto si tratta soltanto di selezione naturale-

Il vampiro aprì gli occhi azzurri su di lei e nel suo sguardo la Wili credette per un attimo di riconoscere William.

-Perché fai tutto questo?-

Elizabeth lo guardò con malcelata ironia.

-Il fatto è che gli anziani mi hanno proposto uno scambio che proprio non ho potuto rifiutare. La vita della cacciatrice e della sua erede in cambio dell'anima di William-

Elizabeth puntò i suoi occhi vitrei su Buffy e con un gesto secco attirò tra le sue mani uno dei paletti che la ragazza teneva nascosti sotto la giacca.

-A questo punto, come vedi, la tua presenza è superflua-

Il vampiro osservò come ipnotizzato il colpo mortale diretto al suo petto. Le sue labbra si piegarono in un sorriso amaro. Come da copione, sarebbe stato il braccio della cacciatrice a ricacciarlo negli abissi infernali, sarebbe stato il volto di Buffy a guardarlo con odio un attimo prima della fine. Il fatto che dentro quell'involucro respirasse lo spirito di un'altra gli sembrò all'improvviso avere poca importanza. Chiuse gli occhi aspettando che la morte lo prendesse, di nuovo.

-Vade retro!-

Le voci intrecciate di Willow e Tara risuonarono con forza mentre la Wili veniva scaraventata contro le mura della cripta con un tonfo sordo.

-Bé come si dice...arrivano i nostri!-

Xander aveva un'espressione compiaciuta disegnata sul viso.

Con gesti veloci le due streghe disposero dei pezzi di ferro attorno a Spike e Buffy formando un cerchio, intanto Xander aveva estratto una piccola campana di ottone dalla giacca e la suonava con insistenza.

Spike sentì il dolore che aveva invaso il suo corpo scomparire lentamente.

Buffy osservava i movimenti degli amici con aria perplessa incerta se sentirsi sollevata o meno.

-Non per rovinare la vostra entrata a effetto ma...che diavolo state facendo?!-

Le sue parole furono coperte dalle urla della Wili che aveva cominciato a contorcersi sul pavimento cercando di tapparsi le orecchie. Il suo corpo ritornava lentamente ad assumere le sembianze di Elizabeth.

Willow e Xander rivolsero a Buffy uno sguardo trionfante mentre Tara aveva cominciato a ripetere lentamente le parole di un incantesimo.

Lentamente le membra di Elizabeth iniziarono a dissolversi nell'aria tra rantoli soffocati.

A quella vista Spike ruppe il cerchio che lo proteggeva.

-Fermatevi! La state uccidendo!-

Xander lo squadrò con sufficienza continuando imperterrito a suonare la campana.

-Forse la cosa ti sconvolgerà ma è esattamente lo scopo che volevamo raggiungere-

Spike si avventò sul ragazzo e gli strappò la campana dalle mani scaraventandola lontana. Soffocando il dolore che il chip attivato gli aveva provocato si avvicinò a Elizabeth e la raccolse tra le braccia.

-...basta-

La voce di Buffy suonò chiara e decisa. Tara cessò di pronunciare l'incantesimo e lo spirito di Elizabeth sembrò trarne un momentaneo sollievo.

-Ehi un momento! Noi veniamo a sconfiggere il cattivo di turno e invece di ringraziarci...-

Willow posò una mano sul braccio di Xander trattenendolo dal continuare.

Il corpo di Elizabeth continuava lentamente a dissolversi sotto gli occhi attoniti di Spike.

-Liz...Liz!-

Il vampiro lasciò che le lacrime gli scorressero sul viso contratto in una smorfia dolorosa.

La ragazza sollevò faticosamente il capo verso di lui, nei suoi occhi trasparenti non c'era più traccia di odio. Le sue labbra morbide si allargarono in un sorriso raggiante.

-William...il mio William-

Spike strinse la mano che lei le porgeva tremante.

-Da quanto tempo mi cercavi?-

Una luce diffusa iniziava ad avvolgere il corpo di Elizabeth. Il vampiro accostò il viso a quello della ragazza.

-Da sempre-

Elizabeth chiuse gli occhi mentre il suo respiro si faceva sempre più flebile.

-Io volevo solo...volevo solo cullare la tua anima William-

La ragazza circondò con le braccia il corpo di Spike. Con un ultimo sforzo si sollevò fino ad accostare le labbra all'orecchio del vampiro e sussurrò alcune parole. Poi, con un ultimo bagliore, scomparve.

Il grido del vampiro lacerò l'aria mentre stringeva al petto le braccia ormai vuote. Non riusciva a smettere di tremare.

Buffy sentì che William H. Lacey era morto per la seconda volta, in quella notte senza stelle. Gli occhi verdi le bruciarono mentre con dolcezza si accostava a Spike e lo accoglieva tra le sue braccia.

Voglio solo cullare la tua anima...cullare la tua anima.

 

* * *

 

La creatura mascherata fece il suo ingresso con passo esitante. Il mantello purpureo nascondeva con le sue pieghe pesanti il tremito delle sue carni. Sapeva di avere fallito. Si guardò attorno con circospezione, un baldacchino avvolto in drappi di velluto troneggiava al centro della sala di marmo nero.

-Dimmi Morlock, perché pensi che quella wili abbia esitato? In fondo non le mancavano che pochi passi per raggiungere ciò che aveva sempre desiderato-

La voce metallica ruppe il silenzio ovattato della stanza. Morlock sussultò, avrebbe giurato di non aver percepito alcuna presenza dietro i tendaggi del baldacchino. Si strinse nel mantello cercando di soffocare la tensione che lo attanagliava.

-La forza dei sentimenti che la legavano al prescelto le ha impedito di agire con lucidità-

Dal baldacchino scaturì una risata gorgogliante e profonda.

-Capisco. Dunque è stata questa la causa della sua esitazione. L'amore-

Morlock si inginocchiò con contrizione. Era il momento di giocare la sua ultima carta.

-Credo che la cosa migliore sarebbe mandare un osservatore. Potrebbe infiltrarsi nella cerchia della Cacciatrice e una volta conquistata la sua fiducia colpirla dall'interno. Ho notato che gli umani mostrano grosse difficoltà a colpire i membri della loro cerchia. Il caso del prescelto mi sembra esemplare-

Un silenzio profondo accolse la constatazione di Morlock.

-Come sempre i tuoi piani sono brillanti, me ne compiaccio-

Morlock abbassò il capo riconoscente.

-Peccato che questa volta non potrai vedere i frutti del tuo ingegno-

Una mano ossuta scostò i drappeggi del baldacchino e fece segno a Morlock di avvicinarsi.

-Il tuo tempo è giunto. Vieni ad affrontare il tuo destino-

Morlock si alzò lentamente. Sapeva che ogni passo non faceva che avvicinarlo alla sua fine.

-Il destino vi troverà ovunque voi siate-

Mentre le parole riecheggiavano beffarde nello spazio vuoto della sala, Morlock sparì tra i drappeggi purpurei per non riemergerne mai più.

 

 

* * *

Qualche volta anche quando due persone sembrano fatte l'una per l'altra, le loro vite prendono direzioni diverse.
Joyce Summers

* * *

 

-Sei davvero sicuro di volertene andare?-

Spike continuò a raccogliere le poche cose che non voleva lasciare nella cripta. Clem lo osservava con perplessità.

-Non ti capisco...proprio adesso che le cose si erano aggiustate...-

Il vampiro scoppiò in una risata amara.

-Aggiustate?...a volte hai un senso dell'umorismo troppo macabro anche per uno come me-

Clem alzò le spalle.

-Credo solo che sia stupido rinunciare a quello che hai ottenuto con tanta fatica per qualcosa che è morto da più di un secolo-

Spike serrò la mascella.

-Non è questo Clem...-

Con un gesto nervoso scostò alcune ciocche di capelli biondi che gli ricadevano sulla fronte. Le ultime parole di Elzabeth continuavano a riecheggiare nella sua mente tormentata.

Nella mia fine è il tuo principio.

Forse aveva semplicemente voluto dirgli di andare avanti, lasciandosi alle spalle il passato. Un passato che comprendeva anche una cacciatrice dagli occhi verdi.

-Per tutta la mia vita...non ho fatto altro che combattere, una battaglia dopo l'altra, ma ho sempre evitato di affrontare me stesso. Non ho fatto altro che nascondermi dietro a delle maschere e ho finito per dimenticare chi sono veramente. Troppo umano per essere un vampiro...troppo mostruoso per essere un uomo. Qual'è il mio posto? Uno come me si sente morto nei luoghi in cui gli altri si sentono liberi. Continuo a sentire che mi manca qualcosa di reale, di vero. Ho bisogno di qualcuno che mi veda davvero. E voglio amare, ma seguendo le mie regole. Niente più favole d'amore. Ne ho avute abbastanza-

Clem lo aveva seguito con lo sguardo misurare a grandi passi la cripta lasciando che le parole scorressero senza filtri sulle sue labbra.

-Cosa ti fa pensare che lei non possa darti quello che cerchi?-

Spike rise, ma i suoi occhi azzurri rimasero spenti.

-Sono io che non posso darle quello che cerca-

 

* * *

 

Buffy spalancò la porta della cripta. Sembrava non esserci nessuno. Cominciò a guardarsi intorno con aria non curante. C'erano dei mobili nuovi, un divano e una nuova televisione.

-La Cacciatrice!-

Buffy si voltò di scatto.

-Clem! Ma cosa ci fai qui?-

-Spike non c'è-

-Ah ma io...non è che stessi cercando Spike! Ecco ero venuta...ero venuta per...-

Buffy si guardò intorno cercando disperatamente un oggetto qualsiasi.

-Per riprendere questo!-

Clem la fissò dubbioso.

-Una guida TV?-

-Beh una guida TV è un oggetto utile quando si vuole...stare in casa a guardare la TV e...Dawn non esce stasera così...guarderemo la TV, ma non sapevamo cosa guardare perché la nostra guida TV è finita per sbaglio nella spazzatura e ormai era troppo tardi per comprarla e allora...-

-Buffy!-

-Sì?-

-E' della settimana scorsa-

Buffy strinse il fascicolo tra le mani sentendosi un'idiota. Clem la guardava con un'espressione incoraggiante. Dopo qualche secondo di silenzio la ragazza si lasciò cadere sulla poltrona.

-Lui dov'è?-

Clem sorrise soddisfatto. Le cose cominciavano a seguire il loro corso.

-Mi ha detto di darti questa quando fossi venuta...ma Buffy...puoi ancora raggiungerlo, se ne è appena andato-

Buffy strappò la lettera dalle mani di Clem e la infilò nella tasca del cappotto prima di precipitarsi fuori dalla cripta.

 

* * *

 

-Te ne stai andando...-

Buffy ansimava ancora per la corsa che l'aveva portata da lui.

Spike non si voltò verso di lei limitandosi a caricare le ultime cose nell'auto nera.

-Sì-

La ragazza si lasciò andare a una risatina nervosa che suonò stridula e terribilmente falsa.

-E senza dire niente? Dawn ti odierà per questo...-

Il vampiro la guardò accondiscendente.

-Ti ho lasciato una lettera-

-Una lettera...-

Buffy strinse il pezzo di carta nascosto nella sua tasca.

-Naturalmente non sei obbligata a leggerla, anzi tutto sommato preferirei che la strappassi-

Spike si diresse con passo deciso verso il posto di guida e salì in macchina.

-Addio Buffy, saluta Dawn da parte mia-

Si fissarono per un lungo istante, incapaci di muoversi. Sapevano che qualsiasi cosa avessero fatto in quel momento avrebbe segnato l'inizio della fine.

Spike chiuse gli occhi, ma l'immagine della ragazza continuò a riempirgli lo sguardo e la mente. Con un respiro profondo strinse il volante tra le dita e inserì le chiavi nel cruscotto.

Il rumore del motore che carburava riempì il silenzio della notte. Come se si fosse improvvisamente risvegliata da un lungo sogno, Buffy si precipitò su di lui e lo trattenne per il bavero della giacca di pelle, sfilando le chiavi. L'auto si spense con un sussulto.

Spike si divincolò dalla stretta con un sospiro esasperato.

-Cosa vuoi ancora?-

Il suo tono suonò più freddo di quanto avesse previsto. Vide la ragazza impallidire sotto il suo sguardo.

Con uno scatto deciso spalancò la portiera dell'auto e si allontanò di qualche passo. La giacca di pelle nera riempita dal vento lo circondava voluttuosa.

-Se è per le tue cose ho lasciato a Clem la chiave del cassetto. Puoi andare a riprenderle quando vuoi-

Le parole uscivano a fatica dalle sue labbra. Serrò la mascella. Lo faceva sempre quando era nervoso.

Buffy si riscosse dal suo stato di torpore.

-Quale cassetto?-

Spike indietreggiò di un passo. Con mani incerte estrasse il pacchetto di sigarette dalla tasca della giacca. Quello stupido accendino non voleva saperne di funzionare. Quando riprese a parlare lo fece con evidente fatica, come se misurasse le parole. Lui che aveva sempre la risposta pronta...

-Il cassetto dove ho raccolto le cose che hai lasciato quando te ne sei andata l'ultima volta...sai...vestiti dimenticati, spille, paletti...quelle cose lì-

La ragazza si scoprì a sorridere divertita.

-Hai un cassetto di Buffy?-

Spike sembrava sulle spine.

-Te le avrei anche ridate quelle cose...figurati! Ma dopo tutti quei discorsi su non dobbiamo più vederci, è finita, ti sto usando e via dicendo...e poi Elizabeth e il resto...non si è mai presentata l'occasione ecco-

Buffy distolse lo sguardo infastidita.

Spike lasciò che il suo sguardo vagasse su di lei. I capelli biondi le incorniciavano il viso dai lineamenti morbidi e risplendevano come fili d'oro sotto i raggi della luna crescente. Le ciglia socchiuse lasciavano intravedere gli occhi verdi e ambrati persi in pensieri lontani. Le labbra carnose e sensuali avevano preso una piega corrucciata. Sembrava una bambina a cui era stato tolto il giocattolo preferito. Istintivamente il vampiro sorrise. Seguì con gli occhi cristallini la linea flessuosa del suo collo e il suo sguardo fu inevitabilmente attirato dall'abito sottile che lasciava intravedere le forme sinuose del corpo che aveva stretto tra le braccia più di una volta nell'illusione che gli appartenesse. All'improvviso quella ragazza dallo sguardo volitivo gli sembrò tutto fuorché una bambina. Sapeva meglio di lei quello che era venuta a cercare, ma sapeva anche che quello che lei gli offriva in cambio non gli sarebbe più bastato.

-Non funzionerebbe Buf-

La voce del vampiro la avvolse come una carezza.

Buffy lo guardò incerta. Cosa avrebbe dovuto fare a questo punto? Cosa si aspettava che dicesse?

-Non capisco cosa vuoi dire-

Naturalmente stava mentendo, ma la sua menzogna era così spudorata da sembrare vera.

Spike la fissò a lungo prima di distogliere lo sguardo. Lei continuava a guardare un punto lontano oltre l'orizzonte. Con un gesto nervoso il vampiro gettò la sigaretta a terra. Era tutto inutile avrebbe dovuto capirlo molto tempo prima.

-Allora devo essermi immaginato tutto...come sempre-

Lentamente si avvicinò e le sfilò le chiavi di mano. Buffy tremò leggermente a quel contatto. Gli lanciò un'occhiata fuggevole, ma lui se ne stava già andando.

-Spike!-

Il vampiro salì sull'auto e chiuse la portiera con rabbia.

-William fermati!-

Spike strinse tra le mani il volante. Dopo un tempo che sembrò interminabile si voltò verso di lei e le rivolse la domanda a cui sapeva non ci sarebbe stata mai risposta.

-Perché?-

Buffy sentì il suo cuore smettere di battere per un istante. Sentiva gli occhi cristallini del vampiro su di lei, ma non riusciva a ricambiare il suo sguardo. Sapeva che le parole che le rimbombavano nella testa avrebbero cambiato tutto. Per sempre. E non era sicura di volerlo.

Aprì la bocca più volte per parlare, ma non riusciva a emettere nessun suono. Perché era tutto così difficile?

Senza aggiungere altro Spike mise in moto l'auto nera e sparì nella notte da cui era emerso.

Mentre lo vedeva allontanarsi dalla sua vita Buffy pronunciò lentamente le parole che il suo orgoglio e la sua paura le avevano impedito di dirgli.

-Perché ti amo...razza di idiota-

 

 

* * *

We have only this moment, sparkling like a star in our hand
and melting like a snowflake.
Francis Bacon

* * *

 

La sua notte era insonne, come molte altre prima di quella. Non faceva che ripensare a quella lettera e a rigirarsi nel letto maledicendosi per avere lasciato che lui se ne andasse. Non erano che poche parole vergate con una calligrafia nervosa e minuta. Non era neanche una lettera...in effetti era una poesia.

Abbiamo ballato
il tuo ritmo ha riempito il mio sangue
sapevo che eri troppo per me
ma il tuo profumo era già nella mia bocca

Semplice e crudele e bello
è il primo e l'ultimo battito
sii quello che sei
io sono quello che vedi

Sto perdendo la testa
sto cadendo a pezzi
Più penso e meno vedo
qui nel buio, ho bisogno della tua luce

Prendi tutto quello che vuoi
la parte di me di cui hai bisogno
e sarà fuoco e sarà amore
oppure non sarà

 

Il corso dei suoi pensieri fu interrotto di colpo. La finestra della stanza aveva ceduto sotto le raffiche del vento notturno spalancandosi con un rumore sordo. Le tende bianche iniziarono a volteggiare, come ballerine impazzite. Buffy rabbrividì mentre gocce di sudore ormai fredde le colavano lungo il collo. Un profumo intenso avvolse la stanza, mentre petali leggeri si spargevano tutt'intorno cullati dall'aria della notte. Sul davanzale della finestra era mollemente adagiato un mazzo di camelie rosa che si disfacevano al vento.

Con il cuore in subbuglio scostò le coperte che sembravano volerla soffocare. Fissò a lungo i fiori che giacevano immobili sul limitare della finestra. Era tornato.

Non sapeva se essere felice o furiosa. Incapace di aspettare ancora attraversò di corsa la casa, fino a raggiungere la porta di ingresso, ma un attimo prima di girare la maniglia si bloccò di colpo. Inspirò ed espirò profondamente per calmare il battito del suo cuore, non voleva che pensasse che era pronta a gettarglisi tra le braccia senza chiedere spiegazioni...anche se era esattamente quello che desiderava fare. Lentamente scese i gradini del portico. Gli occhi verdi esplorarono ogni angolo del giardino addormentato nella notte. Ma alle sue orecchie giunse soltanto il fruscio del vento che filtrava tra i rami degli alberi e spazzava la strada deserta.

Forse era tornato alla sua cripta dopo averle lasciato quei fiori, forse non aveva tutto quel desiderio di rivederla...o forse quei fiori non erano neanche suoi. Ora che ci pensava a mente fredda non era affatto da lui regalarle dei fiori. Doveva essere stato il ragazzino dei giornali, l'aveva scoperto più di una volta a fissarla in modo inequivocabile.

Si sedette stancamente sui gradini del portico e lasciò che il suo sguardo seguisse i contorni degli alberi disegnati dalla luna sul terreno fino ad arrivare a un punto in cui il fogliame si diradava, proprio sotto la finestra della sua camera da letto. Si scoprì a cercare dei resti di sigarette fumate a metà, residui di un passato che non sarebbe tornato.

-Ti ho osservato per così tanto tempo da quella radura...dovrei addebitarti tutti i pacchetti di sigaretti che ho consumato...-

Buffy sussultò. Il vampiro era comparso silenzioso alle sue spalle come una risposta ai suoi desideri inespressi. Si sforzò di trattenere le lacrime che sentiva bruciare negli occhi.

-Se avessi tutti quei soldi mi sarei già trasferita alle Hawaii-

Spike sorrise divertito mentre si sedeva accanto a lei.

-Credevo di conoscere tutto di te...ma in realtà non sapevo niente-

La voce profonda del vampiro riempì il silenzio della notte senza stelle.

-Ho sempre desiderato quello che non potevo avere. Tutto quello che volevo da te era l'unica cosa che non potevi darmi. Patetico vero?-

Buffy non rispose. Continuava a fissare un punto lontano nel cielo buio.

Spike si passò una mano fra i capelli biondi socchiudendo gli occhi. Si girò verso la ragazza e aspettò che lei ricambiasse il suo sguardo prima di continuare.

-Come si trova la forza di andare avanti...quando si rimane soli?-

Aveva tentato, ma sembrava non riuscire a pensare ad altro che a lei. Il suo respiro sulla sua pelle, i suoi baci caldi ed esigenti. Sulle sue labbra aveva assaggiato la verità e non riusciva più a farne a meno.

-Sappiamo entrambi perché sono venuto. Non ti chiederò nient'altro, non pretenderò nient'altro...voglio solo stare con te, anche se è solo per una notte...-

Buffy si strinse nella morbida camicia da notte. Non desiderava altro che provare di nuovo quelle sensazioni. Voleva essere lei l'unica ad essere tra le sue braccia, a stringerlo a sé...voleva essere sua. Non c'era nient'altro da dire.

Spike socchiuse gli occhi azzurri. Ma cosa gli era venuta in mente? Presentarsi così da lei...dopo tutto quello che era successo...dopo il modo in cui se ne era andato. Tutti i suoi virtuosi propositi non erano serviti a nient'altro che a renderlo ancora più ridicolo. Serrò la mascella e si alzò in un moto di frustrazione. Quando si voltò di nuovo verso la ragazza si accorse che anche lei si era alzata e se ne stava in piedi, sul limitare dell'ingresso. La vide farsi da parte lentamente lasciando vuoto lo specchio della porta. Era il suo invito ad entrare.

Spike le si avvicinò fino a quando i loro respiri non si confusero l'uno con l'altro. Lasciò che la sua fronte sfiorasse quella della ragazza, come nel preludio di un bacio.

Lasciò che ogni emozione che quel contatto gli provocava si imprimesse indelebilmente nel suo corpo, nel suo cuore, nella sua mente. Poi la strinse a sé come avrebbe fatto se l'avesse potuta possedere per sempre

-Dì il mio nome-

La sua voce le accarezzò il viso facendola sorridere. Lasciò che il suo sguardo si perdesse in quegli occhi blu come la notte che li circondava, quegli occhi in cui era riflessa lei e lei soltanto.

-William...-

Ogni fibra del suo corpo desiderava possederlo. Non poteva più negarlo. Una sola notte...sì per una sola notte non poteva essere così sbagliato dargli il suo cuore...il suo amore. Solo per una notte gli avrebbe donato il suo corpo...e la sua anima.

Sapeva che quando il mattino l'avrebbe risvegliata lui non sarebbe stato accanto a lei, ma non le importava. Non si era mai sentita così viva.

 

* * *

Please don’t let this feeling end
It’s everything I am
Everything I want to be
I can see what’s mine now
Finding out what’s true
Since I found you
Looking through the eyes of love
Melissa Manchester

* * *

 

Buffy lo sentì muoversi accanto a lei. Finse di dormire. Sapeva che quel momento sarebbe arrivato, era preparata. Solo non aveva previsto che sarebbe stato così doloroso.

Spike si alzò silenziosamente. La guardava dormire nel letto dove per la prima volta avevano fatto l'amore. Non era stato sesso questa volta, ma amore. Ne aveva la certezza perché solo l'amore faceva così male. Quella notte, per la terza volta, aveva pianto.

Buffy lo sentì avvicinarsi e scostarle i capelli dal viso. Assaporò il contatto delle sue labbra morbide sulla schiena e capì che quello era un addio.

Strinse le labbra sentendosi improvvisamente debole. Con un'ultima carezza si allontanò.

Il suo ultimo bacio le bruciava sulla schiena nuda. Affondò il viso nel cuscino per soffocare il singhiozzo che le saliva alla gola. Sapeva che sarebbe uscito per sempre dalla sua vita, era preparata. Ascoltò i suoi passi allontanarsi nel silenzio della stanza. Aveva sempre saputo che sarebbe finita così. Non erano destinati a stare insieme. Troppo diversi...o forse troppo simili.

Spike scese le scale lentamente lasciando che il suo sguardo si posasse su ogni particolare di quella casa. Sfiorò i mobili della cucina in cui tante volte aveva condiviso i suoi pensieri più nascosti con Joyce. Aveva amato Joyce con lo stesso trasporto di un orfano che si trova per la prima volta a contatto con una madre. E lei non lo aveva mai trattato come un mostro. Entrò nel salotto e accarezzò il divano su cui aveva trascorso un'infinità di sere insieme a Dawn. La sua briciola...forse l'avrebbe odiato, ma con il tempo avrebbe dimenticato il vampiro che le raccontava il suo terrificante passato alla flebile luce di una candela. Lui invece non avrebbe mai dimenticato quella ragazzina dagli occhi sgranati che lo ascoltava come se le stesse svelando il segreto della vita.

Buffy sentì la porta di ingresso che sbatteva. Era finita. Cos'altro sarebbe potuto succedere? Non c'era altra strada che quella. Non c'erano altri esiti previsti. Era come un gioco a somma zero. Per quanto si cambiasse configurazione il risultato rimaneva sempre lo stesso. Del resto lei era preparata.

Con uno scatto improvviso scostò le coperte, si infilò in fretta la camicia da notte e si precipitò giù per le scale. Corse a piedi nudi sul prato del giardino, incurante dei sassi che la ferivano.

-Spike!-

Il vampiro si girò sorpreso. Buffy se ne stava in piedi di fronte a lui, nuda e fragile come una bambina. I capelli scomposti, gli occhi lucidi di lacrime, il corpo scosso da un fremito trattenuto. Non l'aveva mai vista così indifesa...né così bella.

Sarebbe bastato un piccolo gesto, una semplice carezza, per vederla abbandonata tra le sue braccia. Aveva aspettato quel momento dal giorno stesso in cui l'aveva incontrata per la prima volta. Aveva giurato che sarebbe caduta ai suoi piedi. Ed ora era lì, pronta a darsi a lui completamente, a un suo cenno.

Con un sospiro il vampiro si sfilò la giacca di pelle nera. Lei fece qualche passo verso di lui, esitante.

-Prenderai una polmonite. Sai solo nei telefilm scadenti la protagonista si avventura nella notte coperta solo di una succinta sottoveste di seta. Anche se sono sicuro che il ragazzino della casa accanto sta apprezzando la tua sfilata notturna-

Buffy arrossì violentemente stringendosi le braccia attorno al corpo. Spike le si avvicinò e con una dolcezza che smentiva il suo tono ironico le fece indossare la sua giacca.

Da una cacciatrice all'altra. Quella giacca era stata il suo trofeo, l'aveva strappata alla sua seconda cacciatrice. Dopo averla uccisa. E ora la stava dando alla sua terza cacciatrice. Dopo averla amata. Chi governava il mondo doveva avere uno strano senso dell'umorismo.

-Spike...io...-

-No Buffy ti prego...non dire niente-

Il vampiro si passò una mano tra i capelli, nervosamente.

-Sei confusa e...te ne pentiresti-

-So di non essere il tuo primo amore-

La voce di Buffy risuonò calma e sicura. Ancora una volta Spike si stupì della sua incredibile forza. Solo un attimo prima gli era apparsa come una bambina indifesa e ora lo fronteggiava con la consapevolezza e il disincanto di una donna che aveva superato le sue paure.

-So bene che Elizabeth sarà sempre nel tuo cuore e che continuerai ad amarla...nonostante tutto-

Spike fece per replicare, ma la ragazza gli posò una mano sulle labbra invitandolo ad aspettare.

-Lo so perché anche il mio primo amore è sempre nel mio cuore-

Spike reclinò la testa di lato mentre un sorriso sarcastico si disegnava sulle sue labbra.

-Bene...perfetto allora...mi sembra che sia tutto chiaro, auguri e figli maschi...possibilmente umani-

Con uno scatto il vampiro si girò cominciando ad allontanarsi da lei.

-Eppure, nonostante Angel...e nonostante Elizabeth, mi sono innamorata di te-

La frase riecheggiò nel silenzio della notte che li circondava. Spike si era già fuso con le ombre dell'oscurità, ma si girò a guardarla, attonito. Nonostante avesse sentito perfettamente le sue parole era come se il suo cervello non riuscisse a comprenderle. Non riusciva a convincersi di averle ascoltate.

-E sono pronta ad amarti...e con te ad amare Elizabeth che è nel tuo cuore-

Spike serrò i pugni, come ad accertarsi che quella fosse la realtà. La vide avvicinarsi decisa, nei suoi occhi brillava di nuovo lo sguardo della cacciatrice, nei suoi gesti non c'era più traccia di fragilità.

Buffy si fermò solo quando non fu che a pochi centimetri dal viso del vampiro. Il suo sguardo si perse per qualche istante in quegli occhi chiari e luminosi. Poi si alzò in punta di piedi e lo baciò. Lo baciò come se fosse stata la prima volta, trasmettendo con le sue labbra tutta la passione e il desiderio che non aveva mai osato mostrargli. Lasciò che quel bacio gli parlasse di lei e gli svelasse tutte le emozioni che i pregiudizi e le paure avevano represso nel profondo del suo cuore.

E lui ascoltò. Si aprì a lei completamente, respirò il suo profumo e assaporò il suo bacio finchè non sentì che la sua stessa essenza gli scorreva nel sangue.

Si baciarono a lungo, sempre più intimamente. Quando alla fine si separarono sentirono di conoscersi come mai prima di quel momento.

Buffy accarezzò il viso sereno del vampiro e sussurrò alcune parole al suo orecchio.

-Ti ho baciato l'anima-

Spike la strinse a sé guardandola nel profondo dei suoi occhi verdi come una foresta lussureggiante.

-Sei tu la mia anima-

Le sfiorò le labbra morbide e gonfie dei suoi baci. Poi, come colto da un pensiero improvviso, si separò da lei fissandola con circospezione.

-Sia chiaro che non dirò mai, nemmeno sotto tortura, che amo l'Angel che è nel tuo cuore-

Buffy rise, finalmente rilassata.

-Per il momento mi basta che ami me-

Intorno a loro la notte cominciava a schiarirsi. L'alba si avvicinava inesorabilmente.

Con dolcezza Buffy prese la mano del vampiro attirandolo a sé.

-Vieni...torniamo a casa-

Spike guardò un'ultima volta la sua giacca di pelle che giaceva a terra, testimone involontario delle loro effusioni.

-Ah già...la tua giacca. Sarà meglio che la porti dentro se non vuoi che qualcuno te la rubi-

Il vampiro strinse la mano della ragazza che stava al suo fianco e si incamminò lungo il viale di ingresso. Buffy fece per trattenerlo.

-Ma come la lasci lì? Non era il tuo portafortuna o qualcosa del genere?-

-Fa parte del passato ormai...lasciamo che porti fortuna a qualcun altro-

Mentre camminavano verso l'ingresso, Spike scorse l'immagine di Dawn che li osservava rapita dietro le tende della finestra. I loro sguardi si incontrarono e la ragazzina fece un segno di vittoria con la mano destra. Il vampiro soffocò una risata.

-Cos'hai da ridere?-

Buffy lo guardava con un espressione corrucciata. Spike la sollevò tra le braccia.

-Tutto Buffy...tutto-

Buffy lo abbracciò intrecciando lo sguardo con il suo.

Entrambi sentivano la vita scorrere nel loro corpo. Di nuovo.

 

THE END (?)


Elizabeth e gli altri personaggi che non compaiono nella serie tv sono © di Saki. Si prega di non riutilizzare Elizabeth.