NOTA: si svolge dopo la fine di Chosen, perciò è letteralmente PIENO di spoilers sulla settima stagione!
PERSONAGGI:(in ordine di apparizione)Buffy, Anya, Xander, Willow, Tara, Dawn, Giles, Spike(comunque importantissimo!!), Tara (non è un errore di stampa!)
* * * *
147 giorni, 6 ore, 48 minuti, 12 secondi… sembrava passato così tanto tempo dalla sua morte, da quando non aveva neanche potuto vedere il suo corpo, che l’inferno s’era portato via. Per quale motivo poi? Si ripeteva in continuazione, perché non era riuscita a salvarlo? Spike era morto da più di quattro mesi, e Buffy ancora aveva questi sensi di colpa nei suoi confronti. Perché non gli aveva strappato quel maledetto medaglione? Avrebbe potuto salvarlo con un solo gesto, ed era stata così stupida da non farlo! E solo perché… solo perché le era parso di leggere nei suoi occhi che lui non voleva essere salvato, le sembrava che lui le stesse urlando “Va, corri! Scappa!”, donandole, così, la libertà. “E chi se ne frega della libertà?!” pensò Buffy: avrebbe preferito essere ancora ‘l’unica’ e avere lui con sé, che essere una ragazza normale, senza di lui. E nonostante lui le avesse donato la libertà, lei ancora andava in giro per i cimiteri. “Di pattuglia” diceva lei, ma in realtà la sua unica speranza era quella di rivedere, in un momento di totale perdita dei sensi, magari, quell’amato nemico.
Era di pattuglia quella sera, quella sera in cui, dietro ad una tomba, scorse dei capelli biondi molto chiari. Non poteva essere vero, lui…non poteva essere tornato! Sarebbe stato troppo bello! Ed infatti non era vero, quei capelli erano di un demone, che Buffy conosceva molto bene. Era ancora vestita allo stesso modo, la stessa giacca nera, gli stessi pantaloni, la spada ancora stretta in pugno, come una giovane amazzone; era uguale a quando era morta, 147 giorni, 6 ore, 54 minuti e 19 secondi prima.
“Anya” sospirò Buffy “come fai ad essere qui? Tu non puoi essere qui ! Tu sei morta!” disse la cacciatrice, con uno sforzo incredibile: le tornò in mente l’espressione di Xander, quando Andrew gliel’aveva detto: un dolore che andava oltre le lacrime.
“Anche tu lo sei” rispose tranquillamente Anya.
“Qualcuno ti ha riportata in vita?” chiese Buffy, con una nota di speranza.
“No…io non ho nessuno che desideri così ardentemente riportarmi su questo mondo…” disse Anya, solo leggermente turbata.
“Ma questo non è vero! Xander ti vuole ancora bene…” disse Buffy.
“Buffy, non sono qui per parlare di questo” le disse Anya in risposta.
“Anya, mi dispiace, davvero, sapevo ciò che sarebbe successo, e nonostante tutto ho permesso…” continuò Buffy, amareggiata e triste per la colpa che le ricadeva addosso.
“Buffy, non sono qui per parlare di questo” ripeté Anya con la massima calma.
“E di cosa, allora?”
“Sono qui perché ho un messaggio da parte sua…” iniziò Anya. Non c’era bisogno di chiedere da parte di chi: era ovvio, naturale, lo sentiva nel suo cuore.
“Ma com’è possibile?” chiese Buffy.
“Buffy, noi siamo un dannati: un demone ed un vampiro. Viviamo nell’inferno più oscuro e più tetro, un inferno che gli umani non possono immaginare” rispose Anya. Buffy la guardava, mentre un lacrima amara le rigava il viso. “Anche lui?”, chiese. “Anche lui”.
“Oh cielo, Anya, no! No! Dovrei esserci io ora, a soffrire al posto suo! Io! È colpa mia se è morto!” disse Buffy, iniziando a piangere.
“No, Buffy, non farlo!” urlò Anya.
“Che cosa?”
“Non piangere, Buffy, non piangere!” le chiese Anya “lui si sente morire un’altra volta quando ti vede piangere, non farlo!”
“Lui… lui può vedermi?” domandò Buffy.
“Si, noi possiamo vedere il futuro ed il passato, ma non il presente. Lui ti ha visto, tempo fa, piangere. È questa la sua pena: lui ti vede soffrire a causa sua, e…e non può sopportarlo” disse Anya, con le lacrime agli occhi “Buffy, non piangere più, ti prego”.
“No, no, va bene” disse Buffy, leggermente arrabbiata: perché era Anya a dirle queste cose, perché non era venuto lui?
“Non può” aggiunse Anya, leggendole nel pensiero.
“Noi possiamo tornare sulla Terra, ma non da chi amavamo di più quand’eravamo in vita” Anya sorrise “io e lui abbiamo fatto un patto: io porto il suo messaggio a te e lui porta il mio a Xander”.
“E allora…qual è il suo messaggio?” chiese rassegnata Buffy.
“Mi ha detto di dirti che ti ama, che tu non devi piangere per lui, e che lui, anche se non lo vedi, è vicino a te” disse Anya.
“Già, è vicino a me!” dubitava Buffy, che cercava con tutte le sue forze di trattenere le lacrime.
“Si, Buffy, più di quanto tu creda” disse Anya dissolvendosi in aria.
* * * *
“Anya!”si ritrovò ad urlare Buffy, vedendo a poco a poco scomparire l’amica davanti a sé, in una polvere bianca.”Anya!”.
Si rendeva conto di ciò che era successo, aveva visto un fantasma, ma non era come tutti li descrivevano, era l’ex demone, morta solo cinque mesi prima, davanti agli occhi impietriti di Andrew .
Buffy si avviò all’estremo nord del cimitero, diretta, di nuovo, nella sua casa, da Dawn, ma proprio mentre stava varcando i confini del camposanto, si sentì chiamare da una voce familiare: “Buffy!”, Xander stava correndo verso di lei, aveva qualcosa in mano, ma da quella distanza non riusciva a distinguere che cosa fosse.
Quando Xander le arrivò davanti riuscì finalmente a capirlo: era un biglietto.
“Buffy” disse il ragazzo, senza fiato “ è successo anche a te?”. Non aveva bisogno di chiedergli di che cosa stesse parlando: era vero, Spike era andato da lui.
“Che cosa ti ha detto?” si affrettò a chiedere Buffy.
“Mi ha parlato di Anya” rispose Xander.
“Certamente” pensò Buffy, rassegnata: che cosa s’aspettava? Lei aveva parlato con Anya.
“E mi ha chiesto di darti questo” aggiunse Xander, porgendole il biglietto.
“Che cos’è ?” chiese Buffy, con le lacrime agli occhi, al ricordo di Spike: le aveva mandato il suo ultimo dono.
“E’ un regalo” disse Xander “da parte sua…”, poi vedendo le sue lacrime le disse, “Buffy, ti ha regalato un desiderio, puoi chiedere qualunque cosa tu voglia, anche…”, non c’era bisogno di aggiungere altro: sapeva che cosa chiedere…
Poi vide Xander, i suoi occhi erano quasi imploranti, sperava che lei chiedesse indietro Anya, ma se l’avesse fatto, Willow non gliel’avrebbe mai perdonato: Willow, avrebbe rivoluto indietro Tara.
“ Ti ha detto qualcosa di me?” chiese, Xander.
“No…cioè, sì, mi ha detto che sei la persona che ama di più al mondo” rispose Buffy, con un sorriso.
“Buffy, non devi sentirti obbligata a…”
“No, Xander, io voglio farlo,ma non voglio che né tu, né Willow soffriate, perciò…” si preparò Buffy “rivoglio indietro Tara ed Anya!” disse. Quanto le costava pronunciare quelle parole! Ma non poteva riaverli tutti indietro, e doveva rinunciare a ciò che più desiderava.
“Spike, non me ne volere” pensò Buffy “Ma sto troppo male”, e subito dopo scoppiò in un pianto disperato.
* * * *
“Buffy, Buffy, stai bene?” chiese Xander, vedendo la sua amica distrutta dai singhiozzi e dal dolore.
“No, Xander…no! Ho chiesto una cosa che… che… che non volevo davvero! Io vorrei solo, vorrei solo che Spike tornasse qui!” urlò Buffy.
“E allora, perché non l’hai chiesto?” chiese Xander.
“Perché sapevo che non mi sarebbe stato concesso! Lui è due persone diverse, e di certo, a quel punto, non avrei più ottenuto Tara ed Anya! Xander…la cosa più difficile del mondo è viverci. Sii felice con la tua Anya!”
“Oh, Buffy” esclamò il ragazzo, abbracciandola “grazie, grazie mille!”.
A Buffy ormai sembrava di avere esaurito le lacrime, così decise di riprendere in mano le redini della sua vita, che avrebbe dovuto trascorrere senza di lui al suo fianco.
“Allora?” chiese “ come si realizzerà il desiderio?”
“Non ne sono sicuro, ma credo che tra qualche minuto, ognuno di noi vedrà chi è ritornato indietro…” le rispose Xander, ancora pieno di gratitudine, poi aggiunse “che cosa intendevi, dicendo che Spike è due persone diverse?”.
“In lui ci sono l’uomo ed il vampiro, il buono ed il cattivo, il santo e l’assassino” rispose lei.
“Continuo a non capire…”
“Spike ha lasciato qualcosa di se su questa terra, e perciò avrebbero pensato che fosse ancora qui, e non me l’avrebbero ridato indietro” aggiunse la bionda cacciatrice.
“Ma questo significa che tu lo.. tu lo… ami?” domandò il ragazzo, sorpreso.
Inizialmente Buffy non rispose, ma poi, ripensando a tutto ciò che gli doveva, si decise ad ammettere la verità: lui si era sacrificato per lei. “Si”.
“E’ per questo che lo rivuoi indietro?”
“Ma certo che è per questo!”
“Buffy!” la ragazza sentì il grido lontano di una voce familiare: Willow.
“Buffy, non crederai mai a ciò che è successo!” continuò la strega, e dietro la seguiva una persona che non si riusciva a distinguere in quella luce fioca, ma Buffy e Xander sapevano già che era.
Quando la persona riavvicinò, Willow esplose: “Tara! Tara! È tornata! È tornata! Quando sono arrivata a casa l’ho vista seduta in camera mia! Temevo fosse un sogno! Poi mi ha spiegato tutto: tu l’hai riportata qua! Grazie, Buffy, grazie!” disse all’amica, gettandole le braccia al collo e stringendola forte. Buffy le sorrise, poi osservò Tara: era uguale a sempre.
La bionda strega si voltò verso la sua salvatrice, guardandola negli occhi: Buffy fu scossa da un brivido, e subito dopo svenne, come sconvolta da ciò che aveva visto: “Il suo sguardo….” Pensò, cadendo.
* * * *
“Buffy, Buffy, sveglia!” disse Dawn, posandole una mano sulla fronte.
“Come ti senti?” aggiunse Giles, molto preoccupato.
“Male, scombussolata, come se avessi preso una botta in testa” rispose Buffy, massaggiandosi il capo, poi si ricordò che cos’era successo la sera prima: “Dov’è Tara?”.
“E’ di sotto, in salotto, con Wilow e Xander” replicò Dawn.
“Devo andare da lei!” disse Buffy, alzandosi per andare al piano di sotto.
“No, sorellina, è meglio se non ti alzi. Se vuoi vado io a chiamarla e la faccio venire qua, tu sei troppo malata.”
“Ok, Dawn, grazie.”
Dawn uscì dalla stanza e Buffy si rivolse a Giles “come mai sto male? Io non ricordo nulla..”
“Stando a quanto ha raccontato Xander, sei improvvisamente svenuta quando eravate al cimitero, loro ti hanno portato qui e ti è subito venuto una gran febbrone.”
“Buon giorno Buffy, come stai?” chiese Tara, da poco entrata nella stanza.
“Non sto molto bene, anzi, per nulla, ma vorrei chiederti una cosa” continuò Buffy “Anya?”
“Lei” iniziò Xander “ lei non è tornata…non è potuta tornare”, il ragazzo si stava rattristando, così Buffy si sporse ad abbracciarlo: “Oh Xander, mi dispiace tanto, ho fallito!”
“No, tu non hai nessuna colpa, e soprattutto non avevi alcun obbligo, verso nessuno” aggiunse Xander, alludendo chiaramente a Willow.
“Lo so, ma mi sento comunque in colpa” disse la ragazza stringendolo, poi vedendo la strega, aggiunse “Ragazzi, dovrei parlare con Xander, potreste lasciarci soli cinque minuti, per favore?”
“Certamente Buffy, cerca di rimetterti presto, e grazie ancora” rispose Tara, che subito dopo uscì dalla stanza, accompagnata da Giles e Dawn. Quando se ne furono andati, Buffy si rivolse a Xander: “come mai è tornata solo Tara?”
“Non ne sono certo, ma credo che sia dovuto tutto ad un fatto di ordine: tu al cimitero hai chiesto ‘Tara e Anya’, ma ti era stato concesso un solo desiderio, e perciò e stato scelto il primo che hai pronunciato” disse, buio, Xander.
“Oh no! ma come ho potuto essere così stupida!?” si rimproverò la cacciatrice”Se solo avessi…”, ma Xander non la lasciò finire: “Non devi neanche pensare una cosa del genere! Tu hai ridato la vita a Tara, hai salvato un essere umano! Sei stata così incredibile da non pensare neanche per un attimo a te stessa ed hai fatto a Willow un dono inimmaginabile! Avresti benissimo potuto chiedere Spike…”a queste parole, a Buffy vennero le lacrime agli occhi, e Xander aggiunse dolcemente “ e non hai voluto. Hai regalato a Willow la felicità. Tu sei straordinaria, Buffy!”.
Quando Xander ebbe terminato il suo discorso, Buffy lo abbracciò stretto, dicendogli, tra le lacrime che s’imponeva di trattenere “Ti voglio bene, Xander. Dio, come mi manca!”. Xander strinse forte l’amica e le sussurrò “Lui ti amava. Lo sai questo, e vivendo tu gli faresti il più grande piacere del mondo. Buffy, vivi, per lui, conserva il suo ricordo nel tuo cuore e vedrai che ti sarà sempre vicino”.
La ragazza guardò l’amico sorridendo teneramente, poi, dandogli un bacio sulla guancia, aggiunse “Anche Anya ti amava. Mi dispiace davvero tanto!”.
* * * *
La spada in pugno, le gambe che percorrevano una strada già percorsa migliaia di volte, lo sguardo determinato, Anya si dirigeva di nuovo nel suo inferno, quello da cui non poteva scappare. Scese la scalinata di lava rappresa e si diresse verso il ponte dei dannati, dove decine di assassini stavano, percorrendo con la mente le strade del futuro, più o meno roseo, dei loro amati.
Prima di tornare al suo posto, Anya andò verso il fondo del ponte, dove solitamente stava, incatenato Spike. Si voltò parecchie volte, guardandosi davanti e dietro, alla ricerca del vampiro. Finalmente giunse alla sua solita prigione, ma vide vuote le catene.
La giovane amazzone guardò allora all’imboccatura del ponte e sorrise: “Sempre il solito William!” disse.
* * * *
Una mano calda le si posò sulla fronte, accarezzando la pelle liscia. La ragazza si rigirò tra le coperte, sospirando nel sonno ciò che più le mancava, senza avere il minimo sospetto di quel palmo, ancora impresso sulla sua fronte, che subito dopo, lasciò spazio ad un tenero bacio su quella stessa superficie.
Una figura scura si allontanò lentamente dal letto di buffy, con passi pesanti, ma silenziosi; dolenti, ma necessari, verso lo specchio della stanza della ragazza. Il suo compito era stato portato a termine. Eppure avrebbe voluto…
L’uomo si ‘guardò’ per un attimo nello specchio e poi scomparve, con un soffio di vento, che fece sbattere le imposte della finestra.
A questo rumore Buffy si svegliò di soprassalto con il viso imperlato dal sudore freddo, dopo aver nuovamente vissuto la scena che da mesi la tormentava in sogno. Spostò le coperte da sopra di sé, si mise a sedere sul letto ed osservò le foto dei suoi amici, pensando che di lui non aveva neppure un’immagine.
Scese le scale, varcò la soglia della cucina e si versò un bicchiere d’acqua. Mentre questa le bagnava la gola, ricordò che quella mattina era arrivato un pacco anonimo. Andò al tavolo, sollevò la busta e strappò la carta che la teneva chiusa: le scivolò in mano un medaglione, lo stesso che Spike indossava il giorno in cui…
“Si Spike” disse “ tu sei un campione”.
* * * *
“Joyce, sei sicura che sia stata la scelta giusta rimandarglielo indietro?” chiese Jenny, alla madre della cacciatrice che tante e tante volte aveva salvato il mondo.
“So che è stato un pericolo, ma per mia figlia non lo è, lei sa cosa fare: prima o poi tornerà tutto a posto e penso che solo mia figlia sappia quale sarà il momento giusto”.
* * * *
Tenne stretto il medaglione, scaldandosi con tutto il suo calore, e si diresse verso la sua camera. Mise sul comodino l’unico ricordo di Spike che aveva e si rimise a letto, addormentandosi quasi subito.
La mattina dopo, svegliandosi, vide il viso di sua sorella, e si rese conto che era già giorno da un bel po’, così domandò che ore fossero.
“Sono le 11.30” rispose Dawn, poi, tornando seria, aggiunse “come ti senti oggi?”.
“Bene” replicò Buffy “Stranamente… sto bene…e non per modo di dire, mi sento come nei miei giorni migliori! È incredibile!”.
“Ottimo!” disse Dawn, abbracciando la sorella “ Ottimo, fantastico! Quando lo sapranno gli altri!!” Dawn era davvero felicissima di vedere sua sorella sentirsi bene: non glielo aveva detto per non spaventarla, ma la notte prima la febbre era arrivata ad una temperatura altissima, tanto che aveva temuto per la sua vita. Ma ora stava bene!
Dawn corse al piano di sotto ad avvertire gli altri, e con ‘gli altri’ si intende Tara, poiché la ragazza era rimasta lì tutta la notte, pronta ad accorrere in aiuto di Buffy se fosse accaduto qualcosa. Xander, Willow e Giles erano invece dovuti andare via, ma avevano promesso di tornare nel pomeriggio: dovevano sbrigare alcune commissioni che Dawn, troppo preoccupata per la salute della sorella, non avrebbe potuto portare a termine.
“Come stai, Buffy?” chiese Tara, preoccupata, entrando nella stanza.
“Oh, bene” rispose la cacciatrice quasi senza farci caso.
“Bene, sono contenta!”.
“Ti ringrazio. Dawn, per favore, potresti lasciarci sole per un po’?” chiese Buffy.
“Certamente! Vado a fare i compiti… ma tu riposati!” rispose la ragazza, uscendo dalla stanza. Tara, allora, si sedette di fronte a Buffy.
“Sai esattamente cos’è successo dopo la tua morte?” la interpellò la cacciatrice.
“Si, Willow me l’ha raccontato ieri sera. Mi ha detto anche che… che Spike…si è sacrificato… per salvare il mondo” concluse Tara.
“Lo hai saputo ieri questo?”
“Si, come ti ho detto, Willow mi ha…. “
“Perciò tu non l’hai visto laggiù dove… dove stavi?”
“No, mi dispiace” disse la strega, chinando il capo.
“Tara, mi maledico per ciò che sto per dirti, ma penso che tu debba saperlo…” incominciò Buffy, senza guardare l’amica negli occhi “io ho chiesto sia te che Anya, ma io, in realtà, più di tutto ciò, desideravo che tornasse indietro Spike” quanto le costava confessarle la verità! Ma doveva.
“Così, tu lo amavi, Buffy?” chiese Tara sorridendo amaramente.
“Si, e non posso credere di aver buttato via tutto quel tempo! L’ho trattato male, gli ho ripetuto per anni che lo detestavo, e quando mi sono resa conto dei miei veri sentimenti, era troppo tardi! Quando gli ho detto che l’amavo, lui non mi ha creduto, ha pensato che stessi mentendo. Tara, aiutami!” chiese, disperata, la cacciatrice.
“Vedi Buffy, io non so granché di queste cose…” iniziò Tara, sorridendo “ma di una cosa sono più che certa: lui ti voleva bene e di certo dicendogli che l’amavi, gli hai dato la più grande gioia di tutta la sua esistenza. Io credo che se ti sforzerai un po’, potrai nuovamente sentirlo vicino a te.”
“Grazie tara, grazie di tutto!” disse Buffy, abbracciandola.
“Figurati, a questo servono gli amici!” rispose la strega.
Poi, tutto ad un tratto, una forza più grande di lei, prese Buffy: guardò negli occhi di Tara e vide qualcosa di diverso: voleva perdervisi. Le due ragazze avvicinarono i loro visi e le loro labbra si toccarono. Fu un bacio breve ma intenso.
Quando Buffy riaprì gli occhi, rivide i capelli biondi e gli occhi azzurri.
“Spike!?” disse, sorpresa come non mai.
* * * *
“Dobbiamo parlare!” disse Xander entrando in fretta e furia nella stanza di Willow, senza neanche notare che non c’era Tara.
“Di che cosa?” chiese la strega, alzandosi dal letto.
“Scusami se sono entrato con un po’ troppa irruenza, ma devo chiederti se è vero ciò che ho appena saputo!” Xander era furibondo, e per poco , a Willow non venne un colpo!
“Ti sembrerà impossibile, ma questa notte, in sogno, ho visto Anya, e mi ha rivelato che tu hai fatto un incantesimo, per impedire che lei tornasse indietro.”
“Ora capisco” disse, sorridendo, la strega “Anya ti ha detto questo… aveva ragione, io le ho impedito di tornare qui…”.
“Willow, ma come hai potuto… come hai potuto fare questo a me?!” chiese il ragazzo, sentendosi tradito dalla sua migliore amica.
“Lasciami spiegare, ti prego” lo implorò Willow “Vedi, due notti fa ero al cimitero, perché stavo cercando delle erbe magiche. Non appena ho sentito Buffy parlare, mi sono diretta dove pensavo che la voce provenisse ed ho visto… ho visto… Anya. Le ho ascoltate ed ho avuto la conferma di ciò che da tempo supponevo: Buffy è innamorata di Spike, almeno quanto lui lo è di lei, e mi sono sentita davvero sopraffare dalla tristezza. Poi sei arrivato tu, con in mano il desiderio e Buffy ha chiesto indietro Anya e Tara…” ma Xander la interruppe “No, Willow, ha chiesto ‘TARA ed ANYA’, lo sai bene chi sarebbe tornata, altrimenti!” ma Willow riprese il suo discorso “…ma io ho capito che non era ciò che lei desiderava veramente, così ho chiesto agli dei degli inferi di non riportare indietro né Anya… né Tara” continuò la strega, tristemente “ho chiesto che le fosse concesso ciò che voleva davvero e poi, subito dopo, è spuntata Tara, da dietro un albero. Quando è venuta verso di me ho capito che il mio incantesimo aveva funzionato, così l’ho portata da te e Buffy e …beh, il resto lo sai.” concluse Willow.
“No che non ha funzionato!” disse Xander, anche se commosso dal cuore dell’amica.
“Willow, è stata Tara a tornare!”
“Ma quella non è Tara, Xander. Ha assunto le sue sembianze per tornare su questo mondo, ma vedrai che, non appena Buffy vedrà in Tara ciò che c’è di Spike, lui tornerà qui.”
“Ma allora… con Buffy adesso c’è…”
* * * *
Buffy accarezzò dolcemente il volto del vampiro che le sedeva davanti, tenendole l’altra mano; al suo tocco egli sorrise, incredulo, come se per anni avesse aspettato il suo gesto.
“Sei tu?” chiese incredula, la cacciatrice “sei davvero tu?”.
“Si, e sembra proprio che non riuscirai mai a liberarti di me!” rispose Spike, guardandola negli occhi: sorrideva, ma dietro il sorriso era serio.
Per tutta risposta, Buffy si strinse ad abbracciarlo, più stretto che poteva: “Anche se tu volessi andartene, non te lo permetterei mai!”
Il vampiro si godette il momento finché durò, poi sentì il bisogno di chiedere: “E’ vero?”
“Che cosa?” chiese la cacciatrice, tra le lacrime che le scendevano a dirotto sul volto, per la felicità. Passandole le mani sul viso, Spike le asciugò le guance, poi aggiunse “Ciò che hai detto prima che morissi…che tu…”
“Ti amo? Si, è vero. Se tu sapessi quante volte ho rimpianto di non avertelo detto prima, ma ero troppo stupida, o forse solo terrorizzata… ti ho trattato male, ed invece l’unica cosa che volevo era stare tra le tue braccia per l’eternità. Sono stata così cattiva con te che non mi stupisce che, quando ti ho confessato la verità, tu non mi abbia creduto, sono…” Buffy fu interrotta da Spike che le posava un dito sulle labbra: “Dimentichiamo il passato, ok? Sentirti dire che tu mi ami mi ripaga di ogni sofferenza subita” disse il vampiro, sorridendo, guardandola con ancora più amore di quanto non l’avesse mai guardata. Poi i suoi occhi si chiusero ed appoggiò le sue labbra su quelle della SUA cacciatrice, quella che aveva finalmente scelto di amarlo, di aprirgli il suo cuore e di guardarlo per quello che era: un uomo innamorato…di lei.
Quando i due si staccarono l’uno dall’altra, avrebbero voluto restare così vicini per sempre, ma si resero conto che non potevano…c’era gente!
Infatti una Dawn stupitissima li guardava dalla soglia della camera, sorridendo entusiasta.
“Beh, sembra che tu ti sia ripresa completamente!”
Per tutta risposta Buffy le lanciò un cuscino che Dawn schivò abilmente, avvicinandosi al letto della sorella, dove era ancora seduto Spike. Si sporse verso di lui per abbracciarlo “E’ bellissimo rivederti!”. “Però” disse scherzosamente Spike “prima minacci di uccidermi nel sonno con qualche bella fiaccolata, e adesso non vedi l’ora che io torni qua! Adolescenti!”.
Tutti e tre scoppiarono a ridere, apparentemente per la battuta di Spike, ma in realtà Dawn era contenta che sua sorella potesse nuovamente essere felice, Buffy di avere ritrovato l’uomo che amava e Spike che Buffy avesse finalmente compreso i suoi sentimenti.
“Allora vi lascio ai vostri ‘affari’, io intanto me ne vado in cantina, anzi, meglio, esco con Andrew, così non vi disturberò fino a domani mattina” disse Dawn, uscendo dalla camera.
“CHE COSA?!” urlò Buffy “non ti azzardare a stare fuori TUTTA LA NOTTE con quel tipo!”
“Va bene, va bene! Dormirò da Janice!” disse la ragazza, chiudendosi la porta alle spalle. Poi, sottovoce, aggiunse “Contaci!”.
“Ehi, mi sono perso qualcosa?!” chiese Spike, leggermente sconcertato.
“Beh, si… Dawn esce da tre mesi con Andrew” rispose la cacciatrice.
“Andrew, Andrew?”
“Si, proprio lui!” aggiunse, un po’ contrariata.
“Ammetto che quel tipo non è proprio il massimo, ma tu non dovresti impedirle di uscire con lui”, poi, avvicinandosi, aggiunse” Dopo tutto, tu te ne stai seduta tranquilla, in camera tua con un terribile vampiro!”.
“Si, lo so… e non vedo l’ora di provarlo!”.
* * * *
Si svegliarono la mattina dopo, l’una tra le braccia dell’altro, sorridendosi a vicenda e guardandosi negli occhi, felici come non mai d’essersi ritrovati.
“Buon giorno” sussurrò Spike, e fu allora che Buffy ebbe la certezza che non era stato tutto
un bellissimo sogno.
“Buon giorno, dormito bene, amore?” chiese lei in risposta.
“Mai dormito meglio!” replicò il vampiro, stampandole un bacio sulla fronte, al che la cacciatrice sorrise beata.
“Che ci fai col mio talismano sul comodino?” chiese Spike, poi scherzosamente aggiunse “non vorrai di nuovo uccidermi?! Accidenti, uno crede di essere tornato in pace e non appena torna scopre un piano segreto per farlo fuori!”.
“Non lo crederai sul serio?!” disse la ragazza, spaventata.
“Ma certo che no!” rispose lui, prendendo il medaglione e mettendoselo di nuovo al collo. Invano Buffy tentò di fermarlo, e vedendo che l’incantesimo si era ormai spento e che Spike non correva più alcun rischio, gli sussurrò nell’orecchio “sei il mio campione!”.
Circa un’ora dopo, Buffy scese al piano di sotto, dove trovò Xander, Willow, Dawn e Giles, seduti tutti assieme a discutere: “Andiamo Willow” stava dicendo Giles “Non puoi usare…”, poi, notando che la ragazza gli era arrivata alle spalle e gli aveva tappato gli occhi, chiedendogli di indovinare chi fosse, aggiunse “Buffy! Vedo che stai bene!”
“Benone, ed uscirei molto volentieri, se non piovesse così forte!”. Fuori, infatti, era talmente buio che bisognava tenere le luci di casa accese.
“Com’è andata?” domando Dawn, ridendo.
“Com’è andato cosa?” chiese Buffy.
“Beh, per esempio…la nottata?” rideva ancora sotto i baffi, ma Giles se ne accorse “che cosa dovrebbe essere successo?”.
Non ebbe bisogno di attendere per la risposta, visto che qualche secondo dopo, Spike scese le scale, col sorriso stampato in faccia, ed andò dietro Buffy, abbracciandola ai fianchi.
Quale sarebbe stata la risposta che ora Buffy avrebbe dato a Giles? Come spiegare ogni cosa? Ricapitolare tre anni? Ripetere tutto ciò che lui le aveva detto quella notte? Spiegare che lui l’aveva guarita quando stava male? Dire che lui era tornato sotto le sembianze di Tara perché con le sue non poteva? Dire che per molti mesi aveva vegliato su di lei perché fosse al sicuro?
Nell’indecisione optò per tre sole parole che riassumevano ogni cosa:”Spike è tornato!”.
* * * *
“Ok, so che non è proprio corretto, ma datemi una chance!” chiese, disperata, la ragazza, la spada in pugno, pronta a colpire.
“E va bene, va bene!” Rispose Joyce, non potendone più dei suoi lamenti, “ma dovrai essere riconosciuta entro mezzanotte, altrimenti dovrai tornare qui!”
* * * *
Xander e Willow erano l’uno accanto all’altra, sorridenti; Giles era seduto in poltrona e Dawn se ne stava sdraiata sul tappeto, reggendosi sui gomiti. E poi c’erano loro: Buffy e Spike, seduti sul divano. In quel momento Spike stava parlando: “E così ho scoperto di essere stato richiamato qui da Buffy e da…”si voltò verso la strega, pieno di gratitudine “…Willow”.
Willow gli sorrise, poi aggiunse “E’ stato un piacere!”.
“Ma dicci” iniziò Giles, più interessato ad altri argomenti, “Come hai fatto ad ottenere il desiderio che hai regalato a Buffy?”.
“Oh, è stato semplicissimo. Vede, quando si muore si riceve la possibilità di un desiderio, da esprimere nel corso dell’eternità. Naturalmente, più il desiderio è grosso, più è difficile che si realizzi. Io ho chiesto che Buffy fosse felice per sempre e gli dei degli inferi l’hanno esaudito, anche se in modo un po’ complesso!” Spike sorrideva felice, ed altrettanto Buffy: se darle la felicità eterna significava riportare indietro Spike, significava che nulla li avrebbe mai più divisi.
“Spike” chiese Xander “tu sai qual è stato il desiderio di Anya?”.
“No, purtroppo. Lei deve ancora esprim…” ma non terminò mai la frase, perché improvvisamente cadde il buio sulla stanza.
Quando, infine, la luce si riaccese, tutto era sotto-sopra ed era comparsa una scritta sul muro ‘L’inferno t’ha seguito’.
* * * *
Andò avanti così per tutto il giorno, ogni poco la casa piombava nel buio ed ogni volta che questo avveniva, apparivano scritte minacciose sui muri, la casa che prima era stata riordinata, tornava a soqquadro e tutti coloro che vi si trovavano, diventavano sempre più inquieti.
Quando calò la notte su Sunnydale, non potendo più contare su quei pochi raggi di sole che ogni tanto le nuvole lasciavano filtrare, Buffy suggerì di accendere delle candele e pregò Willow di fare un incantesimo per scacciare lo spirito che si era evidentemente impossessato di quella casa.
La strega tentò tutto il possibile, ma ogni volta quel fantasma sconosciuto riusciva a vincerla, finché lei stessa si rese conto che tentare era ormai inutile ed abbandonò.
Quanto ancora sarebbe andata avanti quella storia? Dawn era l’unica ad averne una vaga idea, ma preferiva non parlare, perché il ricordo di quella notte in cui sua madre era tornata a farle visita, portandosi dietro uno spirito infernale, era ancora troppo fresco nella sua memoria.
Nessuno si sentiva in vena di andare a letto, ma dopo un po’ tutti si resero conto che restare svegli a rimuginare sulla situazione non sarebbe servito a niente, così si recarono ognuno nelle rispettive stanze: Giles, Xander, Willow e Spike dormivano in soggiorno o nelle stanze degli ospiti.
Salendo le scale, Buffy ripensò a sua madre e le venne in mente ciò che Anya aveva detto qualche tempo prima, quando lei era stata riportata in vita: “Se un demone vuole viaggiare da una dimensione ad un’altra, ti si attacca e viene con te…”
Fu come un lampo! Capì tutto. “Ma allora…” pensò “è stato…”
Quando Spike varcò la soglia della stanza degli ospiti, notò che era l’unica non sotto-sopra, nonostante nessuno di loro si fosse preoccupato di rimetterla in ordine durante la giornata. Superando la soglia, la porta gli sfuggì di mano, chiudendosi da sola; le pareti presero ad oscillargli intorno.
“Ma che diavolo…?!”
“Spike…” sentì bisbigliare una voce minacciosa.
“Ah… sei tu!”
* * * *
“Qua non c’è!” urlò Dawn alla sorella, aprendo per l’ennesima volta la porta della stanza degli ospiti, guardandoci dentro un attimo per vedere che era vuota e richiudendola, per dirigersi verso la stanza di Buffy.
“Ma non è possibile!” urlò quest’ultima in risposta “non può essere uscito! Deve essere da qualche parte!”
Era ormai più di mezz’ora che stavano cercando Spike per tutta la casa, in tutte le stanze, e lui non era ancora ricomparso, così, sfinite, Buffy, Dawn e Willow se ne tornarono in soggiorno, dove Giles e Xander stavano facendo delle ricerche su come scacciare lo spirito. Buffy era così triste che sarebbe volentieri scoppiata a piangere: non poteva averlo perduto, non di nuovo!
Proprio mentre Xander stava iniziando a parlare, Spike scese le scale, dirigendosi in soggiorno. Vedendolo, Buffy gli andò incontro: “Dobbiamo andare via da questa casa, Spike! Non possiamo più stare qui! Lo sai!” il suo sguardo gli perforò gli occhi e capì che dietro quelle parole c’era ben altro.
“Si, si… hai ragione...dobbiamo andar via!”
Tutto il gruppo si diresse alla porta, la oltrepassarono e corsero velocemente fino al prato di fronte alla casa. Solo allora si resero conto che…
“Xander!” gridò Dawn “Dov’è Xander?!”
“E’ rimasto dentro” disse Spike, che sembrava concentrato sulla casa di fronte a lui.
“Dobbiamo andare a prenderlo!” Dawn iniziò a correre verso la casa, ma Spike la fermò: “Andrà tutto bene”.
* * * *
“Xander…” sentì bisbigliare la casa. Che cosa? La casa stava dicendo il suo nome? Stava sognando, o meglio, non era un sogno, ma un incubo!
“Va bene, ora ce la vediamo tra di noi! Allora, signor spiritello, perché diavolo sei venuto a rompere le scatole a noi? Non potevi startene nel tuo al-di-là e lasciare in pace noi dell’al-di-qua?!” aveva recuperato tutto quel coraggio, non sapeva neanche lui da dove.
“Xander..”
“Non vuoi rispondermi? Ok, facciamo così: un colpo per si, due per no. Ci stai?”
Un colpo.
23.57
“Sei tornato dall’inferno?”
Un colpo.
23.57
“Sei stato qui prima?”
Un colpo.
23.58
“Sei qui per un motivo?”
Un colpo.
23.58
“Per farci un bel po’ male, immagino!”
Due colpi.
23.59
“No, eh…? Meglio così… e dimmi un po’, ci conosci?”
Un colpo.
23.59
“Xander…” bisbigliò nuovamente la voce “Visto che non mi hai riconosciuta dovrò andarmene, ma prima sappi che… ti amo”.
24.00
Fu proprio nell’istante in cui la voce si spegneva, che Xander urlò “Anya”. Poco a poco una figura prese a comporsi davanti a lui, fino ad assumere le sembianze di Anya.
Aprendo gli occhi, la ragazza sorrise e corse ad abbracciare colui che l’aveva salvata.
* * * *
La luce si era spenta, la casa era tornata immacolata, tutto era andato bene, Buffy e Spike lo sapevano, così, mentre tutti gli altri tornavano alla casa, capirono che era giunto un nuovo giorno. Spike prese la mano della cacciatrice, intrecciando le dita con le sue e la guardò negli occhi, serio.
“Come facevi a sapere che lo spirito non era un pericolo?” le chiese.
“Perché tu non avresti mai lasciato Xander chiuso là dentro da solo con qualcosa di pericoloso. So che vi siete fatti la guerra per anni, ma avete anche combattuto fianco a fianco…”, ma senza lasciarle finire il discorso, Spike l’abbracciò.
“Mi sa che mi sono davvero fatto incastrare! Ed è per questo che ti chiedo…” disse staccandosi da lei, ma sempre col viso vicino a quello della donna che amava “Mi vuoi sposare?”.
“…” Non impiegò poi molto per rispondergli.
* * * *
QUATTRO ANNI DOPO
Nervoso. Scombussolato. Agitato. Ecco come si sentiva. Ma era del tutto normale, no? Che cosa avrebbero fatto gli altri in una situazione del genere? Doveva stare calmo.
Sarebbe andato tutto bene, continuava a ripetersi, guardando Buffy al di là del vetro; non ci sarebbe stato alcun problema.
“Spike!” sentì Willow urlare dal fondo del corridoio, accompagnata da Xander.
“Come sta andando?” chiese la ragazza, preoccupata per la sua migliore amica.
“Per ora tutto bene…. Spero!” replicò Spike, troppo nervoso per dire altro.
“Come ti senti?” chiese Xander: dopo anni di odio erano, finalmente, diventati amici: Xander aveva capito ciò che Spike aveva fatto per lui. Dopo aver parlato con Anya era riuscito a fare in modo che lui rimanesse chiuso là dentro: lei glielo aveva chiesto e lui, di sicuro, l’avrebbe riconosciuta.
“Bene” disse Spike di scatto, poi aggiunse “Nervoso, immagino, ma i medici hanno detto che non c’è da preoccuparsi e… spero sia così!”
“Ma ancora non capisco come sia potuto accadere” disse Willow, sempre più sorpresa.
“Willow, mi sembri parecchio cresciuta: credevo che tu sapessi come vanno queste cose!” insinuò Spike, guardandola come se avesse due teste, in parte anche per la tensione.
“No!” replicò Willow, quasi ridendo “Voglio dire… tu sei un vampiro! Com’è successo?”
“Quando Buffy mi ha riportato in vita lo ha… lo ha fatto… in tutti i sensi.” rispose Spike, orgoglioso per quello che sua moglie gli aveva regalato.
“E’ per questo che vi siete sposati nel parco?” aggiunse Xander “ho sempre creduto che tu fossi stato per tutta la cerimonia all’ombra!”.
“In parte avevi ragione”.
“Oh spike!” disse la strega, buttandogli le braccia al collo: lo conosceva da dieci anni, da tre era sposato con la sua migliore amica e non l’aveva mai abbracciato sino ad allora.
“Adesso si spiega tutto!” disse Willow tra le lacrime.
“Che fai, piangi?!” chiese Xander all’amica.
Poi, d’un tratto accadde: Spike lo sentì: un pianto, ma non quello di Willow. Guardò la ragazza a mo’ di scusa e vide che il suo sguardo lo stava incoraggiando a correre da sua moglie.
Dopo sedici ore passate in quell’ospedale, Spike non esitò oltre.
Quando entrò, la prima cosa che notò fu Buffy, sfinita, ma con ancora abbastanza forza da tenere in mano un fagottino rosa, che gli mise tra le braccia, non appena le si avvicinò. Sua figlia. Da circa tre minuti era diventato padre. Osservò attentamente la bambina e si sentì sopraffare da un amore che non aveva neanche mai immaginato di poter provare per qualcuno. La guardò negli occhi e gli sembrò di guardarsi allo specchio: capelli biondi come sua madre ed occhi azzurri come suo padre: bellissima.
Buffy, vedendolo, fu investita dalla tenerezza, e quando suo marito le porse di nuovo la piccola, gli domandò: “Allora, William, come vorresti chiamare questo piccolo miracolo?”
Non aveva bisogno di pensarci.
“Tara” rispose.
THE END
Dedicato ai miei due amiconi Camilla e Alessandro, che con il loro amore mi fanno sperare che ci sia ancora un pò di luce alla fine del tunnel.