- Cosa?! - Giles si sfilò gli
occhiali con un gesto esasperato. - Hai lasciato che un vampiro ti
mordesse? -
Eudial annuì, tranquilla,
continuando a disporre nell'armadio i vestiti che aveva acquistato al
centro commerciale.
- Ma non ti è bastato rischiare
di morire la prima volta? Sei impazzita del tutto?! -
- Ti sembro morta? -
- Eudial! -
- Sai una cosa, Giles? Ho bevuto il suo
sangue. -
- Stai scherzando vero? -
- Dovevo farlo. Dovevo sapere se il
morso di Mikorsot mi aveva resa simile a lui. -
Giles la guardò preoccupato,
come temendo la risposta.
- E? -
- Mi è piaciuto, questo devo
ammetterlo. E' una sensazione che non avevo mai provato prima e che
mi ha dato una forte emozione... - Arrossì leggermente e
sorrise all'Osservatore. - ...ma non sono un vampiro. E' stato bello.
Ma non è necessario. Ora lo so. -
- Ne sei certa? -
Eudial si sentì in colpa nel
vedere l'espressione dell'Osservatore: era angosciato all'idea che
lei potesse diventare un vampiro, un nemico da eliminare.
D'impulso corse verso di lui e lo
abbracciò.
- Mi dispiace, ti faccio sempre
preoccupare! Ma non sono un vampiro, te lo assicuro. E' come mi
avevi detto: quello che mi ha fatto Mikorsot mi ha cambiata, ma sono
sempre io. E non voglio farti soffrire ancora. Bere il sangue non
conta nulla. Dovevo farlo per esserne certa. -
- Era questo che ti tormentava da quel
giorno, vero? -
Eudial annuì.
- La prima volta che ho bevuto il
sangue di Mikorsot ero svenuta, non lo ricordo, ma quando lo abbiamo
affrontato l'ultima volta, ero come incantata. Mi attraeva
irresistibilmente e quella sensazione mi ha angosciata da allora.
Continuavo a chiedermi se sarebbe stato così col sangue di
chiunque, avevo paura che prima o poi avrei fatto male a qualcuno...-
- E hai provato sul primo vampiro che
hai incontrato. Poteva essere pericoloso. Cosa avresti fatto se fosse
stato come temevi? -
- Avresti dovuto uccidermi. Ma se fosse
stato così prima o poi sarebbe successo in ogni caso. Non
potevo restare col dubbio. -
- Invece col vampiro di ieri è
stato diverso. - Continuò Eudial – Era eccitante, ma non ha
minacciato di annullare la mia volontà come è successo
con Mikorsot. Forse con lui avevo un legame più forte
perchè
era stato lui a cambiarmi. Ti ricordi? Riuscivo a percepire la sua
presenza. Coi vampiri normali non ci riesco. -
Giles la tenne stretta, la sentiva
tremare fra le sue braccia.
- Sono contento di non essere costretto
a ucciderti. -
Eudial sorrise.
-Anche io. -
L'essere si agitò, facendo
risuonare l'antro oscuro degli echi della sua rabbia. Il primo dei
generali che aveva accuratamente scelto tra i suoi seguaci, il
vampiro che aveva ammirato per la perfidia con cui perseguitava gli
umani, era morto nel modo più stupido che si potesse
immaginare.
Capitolo 1
Si
era lasciato ingannare dalla sua stessa vittima.
Con un ringhio annientò il demone minore che gli aveva riferito
la notizia e, per un breve istante godette del suo terrore e della
sua morte.
Poi scrutò le ombre che lo avvolgevano e riconobbe la sagoma del
suo secondo generale: il demone Offis.
Eudial depose il paletto e la croce sulla sabbia, accanto alla borsa
con le armi e slacciò i bottoni del vestito, lasciandoselo
scivolare addosso. Fece un passo verso il mare e saggiò la
temperatura dell'acqua con un piede prima di tuffarsi. Ultimamente
aveva preso l'abitudine di indossare il costume sotto gli abiti e di
fermarsi nel piccolo tratto di spiaggia dietro casa dopo aver cacciato
i vampiri. L'acqua fresca del mare la rilassava dopo una battaglia, la
aiutava a distogliere la mente da mostri e vampiri.
A volte Giles la accompagnava e restava seduto su uno scoglio a
guardarla nuotare. Quelle volte, dopo aver nuotato per un po', lei si
avvolgeva in un asciugamano, si sedeva accanto all'Osservatore e
parlavano a lungo osservando il cielo stellato e i riflessi della luna
sulle onde.
Quella sera Giles non era venuto, doveva mostrare un antico trattato di
demonologia a Sailor Pluto.
Eudial si rilassò stendendosi nell'acqua bassa e ascoltando il
fruscio delle chiome degli alberi che si agitavano lentamente nella
calda brezza notturna. Si sentiva bene: i muscoli del suo corpo erano
leggermente indolenziti per la lotta di quella sera, ma Eudial sapeva
di essere in grado di controllarli con precisione e potenza. E poi era
serena. Dopo un periodo di forte stress, era riuscita a trovare un
equilibrio, accettando i cambiamenti avvenuti in lei dopo il morso di
Mikorsot. Il vampiro biondo che l'aveva aggredita nel vicolo l'aveva
aiutata a rendersi conto che in lei erano presenti alcune
caratteristiche dei vampiri, ma che fondamentalmente erano diversi
come il giorno e la notte.
Arrossì leggermente ripensando alle sensazioni che aveva provato
in quell'occasione.
Improvvisamente si rese conto di non essere più sola e con uno
scatto si alzò in piedi nell'acqua bassa, voltandosi verso
la riva. Scrutò le ombre che la circondavano, ma non vide
nessuno. E poi c'era un silenzio assoluto, spezzato solo dal rumore
delle onde. Troppo silenzio. Era innaturale.
Lentamente si mosse verso la riva, avvicinandosi al paletto e alla
croce. Sentiva le gocce di acqua salata che le si asciugavano
addosso, facendola rabbrividire leggermente e il tempo sembrava essersi
fermato.
Un fruscio alla sua sinistra la fece scattare verso la croce, ma il
vampiro la precedette, spingendola via e facendola ricadere in acqua.
Eudial tossì tirando la testa fuori dall'acqua e si mise carponi
cercando di rialzarsi prima che arrivasse il secondo colpo. Le pietre
del fondo la fecero scivolare graffiandole le mani e le gambe.
Alzò il viso e guardò verso la riva per cercare di
individuare il nemico e sobbalzò per la sorpresa nel trovarsi a
fissare il viso del vampiro biondo che l'aveva morsa qualche tempo
prima.
Spike osservò la Cacciatrice affascinato: i capelli della
ragazza, rossi come il sangue, le ricadevano sulla schiena in ciocche
bagnate e il corpo agile e pronto al combattimento era costellato di
goccioline che brillavano alla luce della luna. Ma la cosa che lo
attraeva di più erano gli occhi: di un rosso più scuro
dei capelli, erano illuminati da una forza e da uno spirito combattivo
che non gli capitava di vedere da molto tempo. Eudial si trovava in una
posizione di svantaggio, ma Spike sapeva che era pronta a combattere e
ben lungi dall'arrendersi.
Con una mano le afferrò i capelli, tirandola verso di sè
e la colpì al viso col dorso dell'altra mano, gettandola sulla
sabbia della riva.
Eudial rotolò sulla schiena e si rialzò fulmineamente,
reagendo all'attacco: colpì Spike con un calcio al viso,
costringendolo ad arretrare.
Il vampiro sentì il sapore del proprio sangue in bocca e vide
che anche la Cacciatrice sanguinava da un taglio sul labbro inferiore.
Si avventò su di lei per attaccarla, ma si stupì lui
stesso della sua mossa successiva: la afferrò per le braccia, ma
invece di addentarla a morte, la attirò a sè posando le
proprie labbra su quelle della ragazza.
La baciò con passione, assaporando il gusto del sangue di Eudial
per la seconda volta e si rese conto che lei stava facendo lo stesso.
Spike si tirò indietro con uno scatto, allontanandola da
sè.
Ma cosa stava facendo? Baciare una Cacciatrice? Doveva essere
impazzito, si disse. Avrebbe dovuto ucciderla subito, ma qualcosa
glielo aveva impedito. Quella ragazza lo confondeva: era pronta ad
annientarlo, ma sembrava anche essere attratta da lui.
E aveva bevuto il suo sangue. Due volte.
Eudial approfittò dell'esitazione del vampiro per afferrare il
paletto e la croce, tendendo quest'ultima verso Spike.
Il vampiro arretrò verso la vegetazione del pendio, poi si
voltò e fuggì, scomparendo fra i cespugli. Eudial lo
lasciò andare senza inseguirlo e si chinò a raccogliere
il vestito da terra, indossandolo sulla pelle bagnata, poi si
avviò verso casa senza fretta.