Capitolo
18: A Dream from Another Life
Capitolo 1
La
stanza era in penombra e il silenzio era spezzato solo dal monotono
pulsare del monitor. La linea verde chiaro si interrompeva in picchi
acuti a intervalli regolari e un numero nell'angolo dello schermo
segnalava la frequenza cardiaca.
Eudial sfiorò la fronte dell'Osservatore con un bacio delicato e
tornò a sedere sulla sedia accanto al letto. Finalmente erano
soli; le sailor senshi erano andate via e Eudial permise alle lacrime
di scendere lungo il suo volto. Avevano lottato per sgorgare da quando
gli infermieri dell'ambulanza avevano portato via Giles, ma lei le
aveva trattenute, non voleva piangere davanti ad altre persone.
Prese una mano dell'Osservatore tra le sue, con delicatezza e
guardò il suo viso: la ferita alla testa era nascosta da una
medicazione, così come i graffi sul collo, ma il viso era
segnato dai lividi e da un pallore innaturale.
Quel demone lo aveva quasi ucciso. I medici avevano fatto il possibile,
ma avevano detto che ora dipendeva tutto dalla forza e dalla
voglia di vivere di Giles: se fosse uscito dal coma si sarebbe ripreso,
ma avrebbe potuto anche restare in quelle condizioni per sempre. Oppure
morire, ma lei non voleva nemmeno prendere in considerazione quella
possibilità.
Le sailor erano venute a trovarlo nel pomeriggio, ma al termine
dell'orario delle visite erano dovute andare via. Setsuna l'aveva
guardata con un'espressione indecifrabile, forse di rimprovero.
Eudial era rimasta. "E' mio padre." aveva detto ai medici e in fondo
non sentiva di aver detto una bugia tanto grande.
Giles era immerso nel buio. Ed era solo.
Ricordava il demone che lo afferrava e gli stringeva il collo
soffocandolo. Aveva sentito la vista che si offuscava e poco dopo un
colpo violento gli aveva fatto vedere un bagliore colorato mentre un
dolore rovente come piombo fuso gli aveva invaso la testa. Poi era
arrivato il buio che lo aveva avvolto nel suo silenzio e lo aveva
allontanato dal dolore.
Da una parte poteva intuire una debole luminosità, ma ogni passo
in quella direzione lo avvicinava a quel dolore insopportabile e
pulsante che minacciava di spaccargli in due la testa.
Si era allontanato da quella fonte di luce e improvvisamente si accorse
che il buio stava dissolvendosi e mutava in un ambiente debolmente
illuminato.
Ci mise un po' a riconoscerlo, ma, quando lo fece, la realtà lo
colpì come una mazzata: quella era la cripta dove era morta
Buffy!
Ora la stanza era deserta, ma le pareti e il pavimento erano ancora
macchiate del sangue della cacciatrice come l'ultima volta che le aveva
viste.
Giles si mosse verso il centro della stanza e il sangue iniziò a
svanire come se il tempo si stesse muovendo a ritroso, in compenso
la stanza risuonava delle grida di Buffy, esattamente come era successo
quando il demone l'aveva uccisa.
L'Osservatore fuggì da quel posto coprendosi le orecchie con le
mani e serrando le palpebre per non vedere più quel luogo
orribile.
L'infermiera medicò i tagli sul viso di Eudial e le altre ferite
più piccole che la ragazza aveva un po' ovunque. Quando era
arrivata in ospedale al fianco di Giles, sanguinava ancora, ma aveva
rifiutato le cure dei medici per restargli accanto. Ora che la
situazione si era stabilizzata un po', l'infermiera era riuscita a
convincerla a lasciarsi almeno curare le ferite più brutte. Per
fortuna avevano smesso di sanguinare. La donna le coprì con una
garza e fissò quest'ultima con un cerotto, poi uscì dalla
stanza dopo aver rivolto a Eudial un sorriso di incoraggiamento.
La ragazza tornò a sedere accanto a Giles.
L'Osservatore non si era mosso. Ogni tanto un medico passava a
visitarlo, ma non c'erano stati cambiamenti.
Giles si guardò intorno: l'ambiente che lo circondava era
cambiato. Ora era in quello che gli sembrava un prato illuminato
da una luce fortissima. Era come essere immersi nella luce, ma non era
il sole.
Giles scorse una ragazza di spalle in lontananza. Era Eudial? No, aveva
i capelli chiari... Un'idea si fece lentamente strada nella sua mente,
ma la respinse, era impossibile... Eppure...
- Buffy? - Chiamò sottovoce, come temendo la risposta.
La ragazza si girò e un'espressione stupita apparve sul suo
volto.
-Signor Giles! - Esclamò - Cosa ci fa qui? Non sarà morto
anche lei?! -
Un bussare insistente al vetro della finestra svegliò Eudial dal
sonno inquieto in cui era sprofondata. Lanciò un'occhiata a
Giles, ma non c'erano cambiamenti, e andò a vedere cosa stesse
accadendo.
Spike continuava a bussare sul vetro con un'espressione contrariata.
Eudial aprì la finestra.
- Che ci fai qui? -
- Aspettavo te. Sono ore che ti cerco, ti sei dimenticata che dobbiamo
parlare? -
Eudial ripensò alla notte precedente: i ricordi erano confusi,
ma le tornarono in mente le parole del vampiro. Era vero, ora erano
alleati. La preoccupazione per Giles le aveva fatto dimenticare tutto
il resto.
- Hai ragione. Ma forse è meglio se scendi da quella finestra,
ti farai notare da tutta Tokyo se resti lì. -
Spike la guardò stizzito.
- Se non mi inviti non posso entrare. -
- Ah, già, dimenticavo i limiti che avete voi vampiri. Se ti
lascio entrare non farai del male a Giles, vero? -
- Non posso più far del male agli esseri umani purtroppo. -
Sbottò esasperato.- Ora ti decidi a farmi entrare?! -
- Va bene, vieni. -
Eudial si scostò dalla finestra per lasciarlo passare. Il
vampiro entrò nella stanza.
Giles guardò la ragazza incredulo, poi la abbracciò
impulsivamente.
- Buffy! Allora sei viva! Mi sembra incredibile! -
Buffy si scostò da lui e lo fissò con uno sguardo triste
negli occhi, come se lo stesse commiserando.
- Signor Giles... - Disse seria. - Io sono morta. E' lei che non
dovrebbe essere qui. -
L'Osservatore impiegò qualche secondo a realizzare il
significato di quelle parole.
- Vuoi dire che sono morto? Quel demone mi ha ucciso? -
Spike si stese sul letto vuoto incrociando le braccia dietro la testa.
- Ho esaminato il corpo di quel demone. E' diverso da tutti quelli che
ho incontrato in passato. Sembra un essere creato per uccidere. -
- Questo non ci aiuta molto, non hai trovato nulla di più utile?
E tira i piedi giù dal letto. -
- Piantala di darmi ordini! - Scattò Spike. - E tu allora? Te ne
sei stata qui tutto il giorno senza combinare nulla! -
- Giles ha bisogno di me! -
- A guardarlo sembra che abbia più bisogno di un funerale. -
- Sei un mostro! -
Eudial si avvicinò al vampiro furiosa e Spike alzò un
braccio per parare il colpo che era sicuro che sarebbe arrivato dopo
quelle parole. Non si aspettava la reazione di Eudial: la ragazza si
strinse a lui e scoppiò in lacrime.
L'Osservatore sedette su quello strano prato, accanto a Buffy, e chiuse
gli occhi, godendo del calore emanato dalla luce che li circondava.
- E' così bello rivederti, Buffy. Non puoi immaginare quanto ho
desiderato questo momento da quando... - Si interruppe, incapace di
pronunciare il resto della frase.
- Da quando sono morta? - Terminò Buffy con un sorriso.
Giles annuì.
- Non sono mai riuscito a perdonarmelo. -
- Non è colpa sua, signor Giles. Non avrebbe potuto fare nulla. -
- Avrei dovuto essere lì. Non importa se avrei potuto fare la
differenza oppure no, avrei dovuto essere al tuo fianco. E non
c'ero. -
Spike tenne stretta Eudial, indeciso su cosa fare; era la prima volta
che qualcuno veniva a cercare conforto da lui.
Il buon senso gli diceva di tenerla a distanza, ma in fondo non gli
dispiaceva il contatto con il corpo della ragazza. Aveva un buon
profumo che si mescolava con l'odore del sangue delle ferite ancora
fresche.
Rimase in silenzio senza muoversi finchè i singhiozzi non si
placarono fino a smettere del tutto.
- Perchè ti importa così tanto di lui? - Chiese. -E' solo
un umano. -
Eudial si stupì del tono del vampiro: era la prima volta che non
si rivolgeva a lei in modo aggressivo.
- Gli voglio bene. E' l'unica persona che abbia mai avuto fiducia in
me. -
- Sciocchezze. Probabilmente gli servivi. -
- Se non fosse stato per Giles ora sarei una persona malvagia.
Probabilmente le sailor mi avrebbero già uccisa. -
Spike non rispose. Non riusciva a capire del tutto quella ragazza: a
volte dimostrava la ferocia di un vampiro, ma allo stesso tempo
sembrava così pateticamente umana.
- Se ci tieni tanto che sopravviva, potrei fare di lui un vampiro. -
Propose, accennando a Giles.
Eudial gli rivolse uno sguardo atterrito.
- Sei impazzito? -
- Se sta per morire il mio sangue potrebbe salvarlo. -
- Ma cambierebbe. Diventerebbe un vampiro crudele. Non vorrebbe mai
sopravvivere a questo prezzo. -
- La scelta sta a te. -
Eudial guardò Giles: non sopportava il pensiero che potesse
morire. Ma farlo diventare un vampiro... Lui non avrebbe mai approvato.
E lei? Lei sarebbe stata disposta a renderlo un essere crudele
assetato di sangue pur di non restare sola? Sarebbe stata capace
di andare a caccia di esseri umani insieme a lui, notte dopo
notte, nella speranza di cogliere deboli tracce del vecchio Giles sotto
l'aspetto del vampiro?
Capì cosa dovesse aver provato l'Osservatore quando lei era
stata morsa da Mikorsot. Lui sarebbe stato capace di ucciderla se lei
fosse diventata realmente un vampiro?
- Giles ce la farà. Non dovrò scegliere. - Disse a Spike,
sperando con tutto il cuore di aver ragione.
- Come è successo? Perchè è morto? -
- Non ricordo bene. Eudial aveva appena ucciso un vampiro e... -
- Eudial? E' la nuova Cacciatrice? -
Giles sorrise.
- Non ufficialmente. Per me lo è, ma tecnicamente io non sono
più un Osservatore. E lei non è nemmeno un essere umano,
figurati.-
- Vampira? -
- Solo parzialmente. Viene da un altro pianeta. -
Scoppiò a ridere nel vedere l'espressione stupita di Buffy, poi
continuò a raccontare.
- In ogni caso lei aveva appena ucciso un vampiro quando mi sono
sentito afferrare per il collo da dietro. Stavo soffocando, poi ho
sentito un colpo molto forte e mi sono trovato immerso nel buio. Non
ricordo altro. -
- Almeno non ha sofferto. -
Giles la guardò, dispiaciuto perchè lei doveva aver
sofferto molto.
Buffy sorrise.
- Ora sto bene. Sono in pace. Il dolore è scomparso
immediatamente quando sono morta. -
- Davvero? Quando ero solo nel buio soffrivo molto. Il dolore è
diminuito solo quando mi sono allontanato dalla luce che intravedevo in
lontananza. -
Buffy lo guardò preoccupata.
- Signor Giles, ma lei è sicuro di essere davvero morto? -
Spike scrutò il cielo dalla finestra dell'ospedale: un chiarore
tenue si stava facendo strada all'orizzonte. Presto sarebbe sorto
il sole, era ora di andare via, di rifugiarsi nelle tenebre sicure del
suo appartamento, ma per qualche strana ragione si sentiva riluttante
ad allontanarsi da Eudial.
Non riusciva a capire perchè quella strana Cacciatrice riuscisse
a penetrare in quel modo nei suoi pensieri e non era nemmeno certo di
sapere se ciò lo disturbasse oppure gli facesse piacere.
Eudial lo raggiunse alla finestra.
- Devi andare. Tra poco sarà l'alba. -
Il vampiro annuì.
- Tornerò al tramonto. -
- Grazie Spike. - Sussurrò Eudial.
Spike esitò per qualche istante. Perchè lo ringraziava? E
poi doveva proprio fissarlo con quello sguardo sperduto?
D'impulso la strinse tra le braccia e la baciò delicatamente
sulle labbra.
Poi si chiese perchè mai avesse fatto una cosa del genere e
saltò giù dalla finestra.
Mentre correva verso il suo rifugio per sfuggire ai raggi del sole si
rese conto che quella era la prima volta che la baciava senza sentire
il sapore del sangue sulle labbra.
Giles guardò Buffy dubbioso.
- Perchè me lo chiedi? Pensi che possa essere ancora vivo? -
- Se può ancora sentire dolore si. Forse può ancora
salvarsi se torna indietro. Però deve fare in fretta, più
tempo resta qui e più sarà difficile tornare. -
Giles esitò: la luce che li circondava era così calda e
avvolgente che avrebbe voluto solo stendersi su quel prato e lasciarsi
cullare dal tepore. E poi c'era Buffy.
Il pensiero di affrontare nuovamente quel dolore lacerante lo atterriva
e poi si sentiva così stanco: sarebbe stato tanto
più semplice arrendersi.
Buffy notò la sua espressione.
- Signor Giles! - La voce della ragazza aveva un tono di rimprovero.
-Non vorrà restare qui?! -
- Perchè no? -
- Non è da lei rinunciare così! Se ha la
possibilità di vivere deve farlo a tutti i costi! Io non volevo
morire. E non ho avuto nessuna scelta. Lei ce l'ha e si arrende? Mi sta
deludendo signor Giles. -
L'Osservatore si strinse il viso tra le mani per nascondere la sua pena
agli occhi della ragazza.
- Perdonami Buffy. E' che da quando sei morta non c'era giorno che non
mi sentissi in colpa e non desiderassi di poterti rivedere. E ora sei
qui, non mi sembra vero. Come posso abbandonarti di nuovo? -
Buffy era stupita, era la prima volta che vedeva Giles tanto sconvolto.
Non immaginava che tenesse così tanto a lei.
- Ma io non voglio che lei muoia prima del tempo per restare con me.
Non pensa alla sua nuova Cacciatrice? Non crede che soffrirebbe se lei
morisse?-
Con rimorso l'Osservatore si rese conto di non aver pensato a Eudial
nè a nessun altro oltre che a se stesso. Quella luce calda gli
faceva sembrare il resto del mondo tanto lontano. Si rese conto di non
sapere nemmeno se Eudial stava bene dopo aver affrontato l'essere che
lo aveva colpito.
- Buffy? Se Eudial fosse morta sarebbe qui vero? Esiste un modo per
sapere se sta bene? -
- Non le dirò nulla, signor Giles. Lei deve decidere cosa fare
da solo. Se le importa di Eudial torni da lei. -
- Ma così dovrei lasciare da sola te...-
Buffy sorrise.
- Io sto bene, signor Giles. Sono stata molto felice di rivederla, ma
ora deve andare. -
L'Osservatore la abbracciò per l'ultima volta.
- Hai ragione Buffy. Non sono ancora pronto a morire. La mia
Cacciatrice ha bisogno di me. -
-Ehi, non si dimentichi che anche io sono la sua Cacciatrice! -
Scherzò Buffy - Ci rivedremo prima o poi, ma ora è troppo
presto. -
Giles annuì.
- Addio Buffy. E grazie. -
- Io e Eudial siamo fortunate: lei è il miglior Osservatore che
una Cacciatrice possa avere. -
Giles si guardò intorno: ora era di nuovo solo nella luce.
Tornò nella direzione da cui era venuto, deciso ad affrontare il
dolore.
Eudial sistemò meglio il cuscino di Giles, preoccupata. Non
c'era ancora nessun miglioramento. Anzi, l'Osservatore sembrava essere
più debole.
Si asciugò le lacrime che continuavano a scenderle sul viso
quasi automaticamente e si chinò sul letto continuando a
chiamare Giles e a parlargli. Era esausta dopo due notti in cui non
aveva praticamente dormito, ma non si sarebbe arresa finchè
Giles non avesse riaperto gli occhi. Poco prima erano passate
Usagi e Setsuna per portarle un po' di vestiti puliti e dei fiori, ma
si scoprì a desiderare il ritorno di Spike. Non sapeva
perchè, ma la presenza del vampiro le era stata di conforto la
notte precedente.
Giles camminò finchè la luce non scomparve e
l'oscurità tornò ad avvolgerlo.
Ancora non poteva scorgere il chiarore che aveva visto poco prima e
credette di essersi perso: non sapeva in che direzione proseguire.
Forse era troppo tardi, pensò con rammarico, forse era davvero
morto.
Poi improvvisamente gli sembrò di sentire l'eco di una voce
lontana, di una voce che lo chiamava.
Si mosse in quella direzione e la voce divenne più forte, ora
poteva distinguere chiaramente la voce di Eudial. La ragazza continuava
a chiamarlo e a parlare con lui; lo supplicava di svegliarsi e gli
diceva quanto fosse importante per lei.
Giles si sentì terribilmente in colpa ad aver pensato di restare
con Buffy: ora capiva che se lui fosse morto, Eudial avrebbe sofferto
come aveva sofferto lui per per la morte di Buffy.
Iniziò a correre verso la voce e poco dopo scorse la luce.
Insieme al chiarore arrivò anche il dolore e Giles dovette
rallentare, ma questa volta era deciso a sopportarlo e proseguì.
Eudial guardò preoccupata il monitor che mostrava i segni vitali
di Giles: qualcosa stava cambiando, ma lei non sapeva se in meglio o in
peggio. Un medico era accorso e aveva visitato Giles con
un'espressione seria sul volto.
Eudial guardò ansiosamente il medico.
- Cosa sta succedendo? Sta soffrendo? -
L'uomo sembrò soppesare le proprie parole per qualche istante.
- Sta lottando. Noi abbiamo fatto tutto il possibile, ma le ferite lo
hanno indebolito molto. Potrebbe non farcela. -
- Mi sta dicendo che sta morendo?! -
- Dipende tutto da lui, ora. -
- Non potete fare qualcosa?! - Gridò angosciata.
- L'unica che può fare qualcosa è lei. Gli resti vicina,
gli parli, cerchi di svegliarlo. Mi chiami se ci sono altri
cambiamenti. -
Il dottore uscì dalla stanza, lasciandola sola con Giles.
Gli prese una mano, desiderando di sentirne la stretta intorno alla
sua; il battito cardiaco era debole e veloce.
Ripensò alla proposta di Spike. Forse adesso era il momento in
cui avrebbe dovuto scegliere, ma il sole era ancora alto e in ogni caso
il vampiro non sarebbe potuto venire. Si chiese se anche il suo sangue
avrebbe potuto funzionare, ma respinse l'idea: non poteva fargli una
cosa del genere.
Scoppiò di nuovo a piangere.
- Giles! Non puoi morire! - Singhiozzò. - Non lasciarmi sola, ti
prego! -
Eudial appoggiò il viso alla mano di Giles, restando
inginocchiata accanto al letto.
Un leggero movimento della mano dell'Osservatore la fece alzare di
scatto e il suo sguardo incontrò quello di Giles: era sveglio.
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