Titolo:
Anne

Autore:
Kit


Disclaimer: i personaggi che appaiono qui sono di proprietà di J.Whedon e WB e sono usati a mio piacimento senza scopo di lucro.
 

I vampiri sembravano sciogliersi come neve al sole una volta a contatto con il paletto che la Cacciatrice brandiva con estrema maestria. Buffy Summers, 20 anni, combatteva le creature della notte già da molto tempo, ormai, e non ne pareva affatto stanca.
"Wow, 24!Che affluenza, stasera!" esclamò la ragazza dirigendosi verso il motorino con soddisfazione: aveva appena battuto il record stagionale e si aspettava una lode da parte del suo Osservatore. Con disappunto notò che a benzina le sarebbe bastata appena ad arrivare a casa di Giles, ma si accontentò di pensare che lui le avrebbe dato un passaggio fino al campus con la sua vecchia carretta scalcinata.
Quando Buffy imboccò la nota strada stretta ed alberata si accorse di una finestra accesa al terzo piano dell'edificio in cui abitava il suo mentore e di una nota sagoma dietro i vetri: non poteva dormire sapendola a caccia e voleva essere sempre informato dei risultati...
più pignolo della prof. di Lettere...

Rupert Giles aprì la porta sorridendo, con una tazza di the in mano e un'espressione un po' assonnata sul viso.
"Come è andata? Noto con piacere che sei ancora tutta intera .Bene."
"Niente male, pensi ho battuto il record stagionale! Allora, merito qualche stelletta sul maglione oppure un semplice <<sei stata eccellente>>?"
"Hai svolto il tuo lavoro molto bene, Buffy. Vuoi un po' di the?E' sempre caldo." Chiese facendo finta di non aver sentito bene le ultime parole di lei.
"Grazie. Già che si dimostra così ben disposto nei miei confronti dovrei chiederle di accompagnarmi al College, per favore. Il mio motorino è a secco..."
Giles tentò di spostare la sua attenzione sulla tazza che aveva appena preparato, versandosi del the su un dito e ululando dal dolore per i successivi 5 minuti. Buffy lo guardò come se fosse idiota.
"Le dispiace così tanto?Ah, il dito...Allora?"
"Purtroppo la macchina è dal meccanico e non sarà pronta che domani. Il tuo dormitorio è troppo lontano da qui perché tu ci vada a piedi... mmh, credo che stanotte dovrai dormire qui. S-se n-non ti crea problemi, naturalmente."
La Cacciatrice sorrise e replicò che non aveva il pigiama, ma che fortunatamente si era lavata i denti prima di uscire dal College e non doveva farlo di nuovo. Buffy era perfettamente cosciente che il più imbarazzato dei due era il padrone di casa, ma fece finta di non accorgersene e ringraziò con falsa timidezza. Si offrì perfino di dormire sul divano per non creare ulteriore scompiglio nella notte del sufficientemente turbato Giles e l'uomo, dopo alcune proteste iniziali sembrò darle ragione.
"Bevi il tuo the,adesso. Vado a prenderti delle coperte." Disse scomparendo e lasciando la ragazza sorbire la bevanda leggermente raffreddata. La Prescelta sprofondò nel divano stringendo tra le mani la tazza di porcellana e stando ben attenta a non versarne il contenuto sulla stoffa del mobile e bevendo con sorprendente avidità il liquido arancione.
Giles tornò, fermandosi però sulla porte del soggiorno ad osservare Buffy intenta a bere, con gli occhi parzialmente chiusi, come in estasi.
"E' abbastanza dolce?Ho messo lo zucchero a caso. Ecco, qui ho delle coperte. Ti ho portato anche una vecchia camicia da notte...è un po' spiegazzata e non troppo alla moda, ma apparteneva ad una mia conoscente di...tanto tempo fa. In effetti odora molto di naftalina."
"Non importa.E' molto bella. E' sicuro che posso metterla? Grazie." La ragazza gli rivolse uno sfavillante sorriso e si diresse verso il bagno per il cambio d'abito: non avrebbe mai pensato di trovarsi in una situazione del genere e doveva ammettere di sentirsi stranamente scossa da quello che stava accadendo. Se Willow avesse saputo...cosa avrebbe detto?Mah, forse le avrebbe consigliato di leggere un buon libro e di non pensare affatto. A nulla. Buffy si spogliò in fretta, ficcando il vestiario eccedente nello zaino che si era tirata dietro fin là e si guardò allo specchio.
L'immagine che ne risultava la lasciava un po' perplessa ed estasiata allo stesso tempo: la camicia era lunga fino ai piedi, che ricopriva graziosamente, ed aveva una scollatura abbastanza pronunciata e ricamata con dei minuscoli gigli, che le lasciava scoperto un bel po' di seno.
'Veramente vuole farmi dormire così?'-pensò-'Gli prenderà un infarto...'
Mentre ogni sorta di pensieri le si affacciava alla mente in costante tensione, si decise ad uscire dal bagno e ad apparire di fronte al suo Osservatore affaccendato a disporre plaid sul divano.
"M-mi sta bene?"Chiese perdendo di colpo tutta la sicurezza.
Giles assunse di colpo un'espressione molto malinconica e disse semplicemente sì.
"Non si sforzi di essere cortese, Sig. Giles. C'è qualcosa che non va?"
"No, Buffy, ti sta benissimo, sul serio. Solo che tu... tu mi ricordi qualcuno che non è più con me da tempo. Comunque non mi va l'idea di farti dormire in questo divano polveroso. Insisto perché tu dorma di sopra. Io devo lavorare ancora un po' per le dispense della lezione di storia del primo anno e quindi dormirò volentieri qua. Non far storie e va' di sopra per favore,sono già le una."
"Ma... non erano questi i patti."
Giles la strinse a sé per baciarle la fronte ed augurarle la buonanotte, ma il movimento improvviso del volto di lei fece scivolare quel casto bacio sulle labbra rosse della Cacciatrice. Esse risposero istintivamente alla sollecitazione, senza che la proprietaria si rendesse effettivamente conto della gravità di quel gesto, fino a che le mani di Giles non si serrarono sulle sue spalle allontanandola da lui.
"Va' su!Immediatamente! esclamò come fuori di sé, spingendola violentemente su per le scale: Buffy si allontanò senza una parola e si buttò su di un letto rifatto che ancora conservava il profumo dell'uomo,addormentandosi all'istante con il cuore impazzito per i tanti battiti.
Cosa,Come,Perché era successo?Il suo cervello non sapeva dare risposte e l'Osservatore, dabbasso, tentò di concentrarsi sulla dispensa di Storia Contemporanea da dare alla copisteria la mattina seguente.


La sveglia suonò verso le 7.30 ed una sonnacchiosa Buffy aprì gli occhi scotendo la testa per svegliarsi e rendersi conto di dove si trovava: dormitorio?No, non c'erano lenzuola così soffici né tanto meno che odoravano di dopobarba! Casa?Di chi?
Quando riuscì a capire chi fosse il proprietario della casa sobbalzò sul letto, percependo qualcosa di pesante sul suo fianco e realizzando che si trattava di un braccio con attaccata una mano e che sembrava appartenere ad un uomo decisamente vivo e non ad un vampiro. Si voltò lentamente trovando Giles abbandonato pesantemente sul cucino,con l'altro braccio sospeso fuori dal letto e completamente perso nel mondo dei sogni: doveva essersi completamente dimenticato che lei si trovava lì.
'Che cosa ha fatto questo qui?E IO ora che faccio?Lo sveglio o lo lascio dormire?Arriverà tardi a lezione ed io non farò Geografia. Wow, che bello, geografia mi sta così sullo stomaco... anche questo braccio a dire il vero...'
Buffy si decise a tentare l'impresa e scosse delicatamente il suo Osservatore, liberandosi dal braccio che la soffocava un po'.
"Ehi, Giles, farà tardi a lezione, mi sente?"
"Lasciami dormire ancora un po',amore, ti prego... dopo parliamo..."
Buffy lo guardò allibita mentre le voltava le spalle e sbatteva le palpebre chiuse, tornando a respirare placidamente.
'Amore?E' pazzo?Forse stava sognando. Adesso ci riprovo. '
Lo scosse ancora, ma non ottenne risposta e pensò che forse doveva cambiare strategia. Gli accarezzò dolcemente il viso, infilando successivamente le dita nel bicchiere dell'acqua sul comodino e disegnando piccole spirali con il liquido fresco sul viso dell'uomo, che stavolta parve reagire.
"Mmh, no... ti prego...basta... ma che?!"-disse sbattendo violentemente gli occhi e voltandosi verso Buffy, che se la rideva maligna con le dita ancora gocciolanti.
"Che cosa è?Perché lo fai...? Oddio...Bu- Buffy?! Perché sei nel mio l-letto?C- che succede?"
"Me lo ha detto lei di salire qua. Ieri sera, dopo la pattuglia...ricorda?La sveglia è suonata e credo che lei si debba svegliare. E' acqua, non veleno. Cosa credeva che le stessi facendo ,scusi?"
"Beh...a dire la verità...lasciamo perdere che è meglio.
D-dunque credo che dovresti coprire quella scollatura, sei oscena. Che lezioni hai, oggi?"
Buffy si coprì con le mani."Geografia e Analisi di un testo scientifico. Cose orrende."
Giles le sorrise e la guardò ,mentre, trepidante, aspettava una risposta da lui, ma non disse una parola. La prese per la vita, attirandola a sé ed accarezzando il viso di colei che non riusciva ad opporre la benché minima resistenza. Si fermò, fissandola negli occhi, vedendola per la prima volta così bella, così dolce ed ipnotica da pensare di annullarsi in lei in un secondo.
Buffy avvertì il suo respiro mutare velocità e farsi più fitto, mentre il suo cuore sembrava scoppiare per la vicinanza improvvisa. Cos'era quel dolce dolore che sentiva nel petto?Quel crampo indefinibile allo stomaco?Qualunque cosa fosse accaduta in seguito sapeva che non si sarebbe pentita dei suoi gesti. Ne era più che certa. Sentì la presa allentarsi e l'urgenza che questo non accadesse.
Le sue labbra si aprirono e si chiusero quasi nel medesimo istante, mentre l'Osservatore le intimava il silenzio posandole un dito sulle labbra.
"Mmh, credo che sia l'ora di alzarsi."
"mah..."
"Shh,va bene così, credimi. La Geografia ti aspetta ed io non posso deludere gli appassionati della Storia. I tuoi vestiti sono sulla seggiola là in fondo. Ti aspetto di sotto."
Buffy lo osservò scendere le scale con ancora in dosso il vestito della sera prima e si chiese come mai si fosse fermato; chiunque non l'avrebbe fatto, ma lei sapeva che quell'uomo non era come tutti gli altri: troppo inglese, troppo corretto. Già, Mr.-Bon-Ton non si sarebbe mai permesso di trasgredire il codice d'onore...
Si precipitò ancora in camicia al piano inferiore, facendo capolino dalla porta della cucina e sbirciando il cuoco all'opera.
"Ehi, già qui?"-chiese Giles stupito di vederla apparire così presto. "Truffatrice, non sei vestita!"
"Non sono nemmeno nuda,se è per questo."
Giles si bruciò di nuovo con dell'olio bollente e Buffy espresse la sua opinione in merito,dicendo che se continuava in quel modo avrebbe perso l'uso degli arti superiori.La ragazza spense il fornello ed esaminò l'ennesima scottatura.
"Niente paura, sembra curabile."
"Mi fa un male bestia.Fa' in fretta per favore."
"Ehi, Sig. Giles, da quando parla la nostra lingua?"disse la Cacciatrice in tono canzonatorio, applicandogli un po' di acqua fresca sulla mano e massaggiando delicatamente la pelle arrossata.
L'Osservatore produsse una smorfia di dolore nello stoico tentativo di sopportare la tortura, mentre Buffy scuoteva la testa.
"La lezione comincia tra un po' . Prendo l'autobus. Ho promesso a Willow che ci saremmo trovate davanti all'università fra circa 40 minuti e quindi farò giusto in tempo.Grazie per il letto, molto...accogliente."
Giles rimase allibito e frastornato: allora aveva bluffato,non le importava nulla di stare con lui?Speranza vana...
Buffy riapparve poco dopo in jeans e camicetta e si avviò alla porta per poi tornare indietro e stampare un bacio sulla guancia dell'intontito uomo.
"Ci vediamo alle tre del pomeriggio, va bene?Chiederò a Willow qualche rimedio magico contro le scottature, ma cerchi di conservare gli arti per stasera."
Quando glielo avrebbe detto?Quando le avrebbe detto che fra poco sarebbe partito per Oxford? Aveva accettato la Cattedra di Storia e doveva andarci, anche per sistemare quella vecchia faccenda: era chiaro che non c'era nulla che lo trattenesse e Buffy non aveva più bisogno di un Osservatore ,ormai. Non sapeva esattamente come l'avrebbe presa, ma intendeva dimostrarsi risoluto. E se lo avesse implorato di restare?Non voleva pensarci.

Buffy arrivò al luogo dell'appuntamento giusto in tempo per vedere Willow salutare un bel ragazzo.
"Wow, Miss Rosemberg, a quando le nozze?"
"Smettila, Buffy! Era solo Richard Yudmon, il presidente del Club di chimica che mi spiegava la reazione di fotosintesi alternativa di una pianta carnivora.Che è successo?Ti vedo strana. Problemi con gli gna-gna?"
"Niente vampiri, Will, si tratta di Giles: è molto strano da un po' di tempo a questa parte e credo che mi nasconda qualcosa. Anche ieri notte e stato strano."
"In che senso?Sai, dopo la parentesi lupesca con Oz, niente mi sembra più così strano...A proposito, che vuoi dire con 'ieri notte'?"
"Ho dormito con lui. Quando mi sono svegliata avevo il suo braccio su un fianco. Non fare quella faccia, non è successo nulla di preoccupante a parte che ci siamo baciati."
"Tu dormi con un feroce osservatore accanto e dici che non è successo niente: quella strana sei tu, parola!Allora, che ti ha detto?"
"Niente. Mi ha ordinato di salire le scale e di non dormire sul divano, niente altro. Però sento che c'è qualcosa che mi tace.E' un sesto senso. Non vorrei che fosse qualcosa di brutto. Aveva una faccia strana..."
Le due ragazze continuarono a parlare ancora un po' quando la campana d'inizio corsi suonò e furono costrette a salutarsi. Buffy non ascoltò nulla della<< Vecchia Europa>>, come diceva il professor Green, né le importava di sentire ancora parlare di sviluppo della popolazione e prodotto interno lordo dei Paesi. Pensava a Giles, alla faccia contrita che aveva fatto quando le aveva visto la camicia da notte addosso, alla forza con cui l'aveva stretta e a come non le avesse fatto null'altro che una carezza sul viso.Per un attimo lo aveva sentito così vicino che poteva sentire il suo respiro sfiorarla e poi era finito improvvisamente tutto... Tutto cosa? Cosa c'era? Cosa lei non sapeva definire? Avrebbero dovuto parlare e la ragazza pensava di approfittare dell'incontro fissato nel pomeriggio per chiarire tutto. Il tempo sembrava non passare mai, ma mentre il docente spiegava la poesia di Shakespeare nello scrivere Romeo e Giulietta Buffy si rese conto che le tre erano già passate da 5 minuti: orrore, perché quel pazzo si dilungava sui Montecchi ed i Capuleti? Sgattaiolò verso l'uscita saltando più di mezza spiegazione e ringraziando il cielo di essersi seduta negli ultimi posti.
Quando uscì dall'edificio vide Giles seduto sul muretto vicino al cancello con in mano i soliti libri di testo.
"Sono in ritardo, ma è tutta colpa di Shakespeare e dato che è un suo connazionale deve per forza perdonarmi!" disse ansando per la corsa.
"Non c'è problema, sono arrivato adesso. Comunque oggi niente calci e pugni, dobbiamo parlare."
"Allora c'è davvero qualcosa che non va.E' strano in questi ultimi tempi, sig. Giles."
"N-non sono cattive notizie. Si tratta di me, in effetti, ma non è così grave come credi. Io...me ne andrò per un po' di tempo. Buffy..."-respirò profondamente-"Ecco, ho accettato una cattedra di storia all'università di Oxford."
Tacque e osservò la reazione di Buffy, che divenne improvvisamente molto pallida, ma chiese solamente quando sarebbe partito.
"Appena la burocrazia avrà dato il suo benestare, probabilmente domani."
"Ah. E... quando pensava di dirmelo?Voleva forse mandarmi una cartolina direttamente da laggiù?Oxford è lontano!Perché va così lontano?"
"Dobbiamo vivere la nostra vita, le missioni non devono entrare troppo nel personale: lo hai detto tu, ricordi? Ho deciso che è la cosa migliore per me. "
La Cacciatrice cercò di trattenere le lacrime e la rabbia: davvero non gli importava niente di lasciarla in pasto ai demoni?
"Devo tornare a lezione prima che quello si accorga che me la sono filata: ho un esame su quella roba e non posso perdere molto tempo: se non ci alleniamo torno al dovere. Io... posso cavarmela. Non si preoccupi per me. Ci vediamo."
Scappò da quei discorsi che non voleva sentire per rifugiarsi tra le pagine dei celebri Sonetti di Shakespeare e non pensare ad altro che alla metrica dell'antico inglese.
Il giorno passò lentamente tra quartine e terzine e la pattuglia serale sembrò dare sollievo alla ragazza che si impegnò come non mai a trafiggere una compagnia di vampiri capitati in un giorno poco allegro tra le sue mani.
Willow le aveva detto che non avrebbe dovuto scappare in quel modo e che forse avrebbe fatto meglio a passare la giornata con lui, invece che con le opere della letteratura, che tra l'altro non le si addicevano più di tanto.
Buffy si diresse a casa di Giles e si apprestò a suonare il campanello quando, dalla finestra aperta e nel silenzio del quartiere, lo udì parlare al telefono.
<<Sì, certo che le ho detto quasi tutto, naturalmente, ma temo che non l'abbia presa troppo bene. No, non è vero, Quentin, sai benissimo che non è viziata.Forse ho fatto male ad accettare così, ma d'altra parte stare qui non aiutava molto...>>
'Non aiuta?Cosa?con chi parla?Di che parla?'pensava Buffy. Suonò il campanello senza quasi accorgersene.
S'immaginò che abbassasse il ricevitore e appena aprì la porta fu davvero sorpreso di trovarsela di fronte.
"Buffy?Prego, entra, vuoi del the?"
"No.Troppo zucchero, mi fa ingrassare."
"Perché sei qui?"
"Non lo so.Volevo solo vederla. Ha detto che domani potrebbe non essere qui a Sunnydale e così sono venuta ad augurarle buon viaggio. Ah,-disse porgendogli un oggetto appuntito- questo è un souvenir della Bocca dell' inferno: originale autentico dente di vampiro. Sa, la zampa di coniglio portafortuna non si usa da queste parti."
Giles sorrise e l'afferrò per la vita, stringendola a sé con forza: la baciò sulla bocca senza alcun pudore, lasciandola scioccata e senza parole. Buffy lo guardava, adesso così vicino, come la sera prima, ma molto più risoluto, sapendo solo ora che non sarebbe partito se solo lo avesse implorato: sarebbe stata una vigliaccata da parte sua e anche se desiderava urlargli in faccia di non partire, in fondo sapeva di non averne il diritto.
"Parto domani. La segreteria ha completato i documenti per il trasferimento, mi hanno avvertito oggi pomeriggio alle cinque. Buffy...i-io..."disse, mentre il battito cardiaco aumentava. La ragazza gli pose un dito sulle labbra, inducendolo al silenzio.
"Shh.Non c'è niente da dire, lo sa meglio di me."sussurrò baciandogli la bocca maliziosamente.
Rispose al bacio di lei e a molto altro. Consolò le sue lacrime stringendola al petto e promettendo cose che si promettono soltanto in attimi di follia, la pregò di rimanere, di resistergli, di non essere così bella.
La Cacciatrice, che aveva intrapreso le storie più disparate e ne era sempre riuscita più o meno indenne, ora sapeva che sarebbe stato difficile separarsi da quell'uomo: lui costituiva una parte importante della sua vita e in quel momento riusciva a credere che anche per lui fosse così, ma non poteva biasimarlo per il fatto di scappare da Sunnydale. Da quando Rupert Giles era diventato un Osservatore aveva visto svanire gran parte dei suoi sogni e almeno la speranza di insegnare in una prestigiosa università doveva essergli concesso.
La ragazza sapeva quanto dolore aveva comportato per lui l'essere il suo Osservatore: aveva perso prima la sua adolescenza, passata forzatamente sui libri, poi la donna che amava e quasi la vita quando era stato torturato da Angel... pensandoci bene lei era stata la fonte maggiore di grane.
"A cosa stai pensando?Hai una faccia! Tu...credi che io non debba partire, vero?"
"Niente affatto, razza di noiosissimo ed immorale Osservatore in tweed, sarò ben felice di non averti più fra i piedi, da domani." disse sorridendo con una punta di perfidia.
"I-io...sono stato davvero molto scorretto nei tuoi confronti, me ne rendo perfettamente conto. Non avrei dovuto..."
Buffy si alzò dal letto, osservandosi nello specchio dell'armadio, vedendo il riflesso di una donna seminuda e terribilmente triste a causa della perdita dell'uomo che amava; poi si voltò verso di lui,mentre le lacrime le scorrevano copiose sul viso, continuando subdolamente a cadere sul petto.
Giles l'abbracciò, usando ogni formula di scuse che conosceva, in tutte le lingue possibili. Non era ben chiaro di cosa si stesse scusando, se per il fatto di averla posseduta senza pensarci poi tanto o perché partiva, ma Buffy decise che per qualunque cosa quelle parole andavano bene, anche perché lei non avrebbe saputo cosa altro dire dopo quanto era successo.
Rimasero in silenzio, stretti, guardandosi negli occhi nella speranza di leggervi qualcosa di intelligente da dirsi, ma sembrava che le loro pupille non avessero testo, riempite delle lacrime che adesso scorrevano sulle loro facce stravolte dagli ultimi eventi.
"Tu dici che devo partire, ma io non so perdonarmi di averti fatto piangere."
"No- disse lei asciugandosi gli occhi con il dorso della mano- va tutto bene e andrà bene, ma se mi baci di nuovo forse andrà meglio."
"Comincio a pensare che tu ti stia approfittando della situazione."
"Ho avuto un eccellente insegnante a quanto sembra."

******
Nel bel mezzo di uno strano sogno riguardante un altrettanto strano demone, Buffy fu svegliata da un caldo raggio di sole che le pizzicava delicatamente le guance e d'un tratto si accorse di essere sola. Sola, in un grande letto freddo e scomposto, nel quale lenzuola e coperte ancora battagliavano in un'ideale guerra punica iniziata molto tempo prima. Il silenzio e la desolazione sembravano far da padroni all'interno dell'appartamento, mentre la sveglia segnava ormai mezzogiorno ed un foglietto giaceva abbandonato sul comodino. Buffy lo aveva riletto un centinaio di volte, ma non si stancava mai di farlo ancora e perciò rilesse:

<< 12 0ttobre
Buongiorno, Buffy.
Sono le sette e io sto ormai per partire, ma tu stai ancora dormendo. So che nessuna parola potrà mai riparare al mio comportamento del giorno 11, ma con somma vergogna ti confesso di averlo desiderato molto. Dal momento che non ci rivedremo per circa sei mesi, credo che avremo modo di riflettere su questo e mettere ordine a tutto quanto. L'unica cosa di cui sono realmente certo è che ti amo. Ti amo come non ho mai amato nessuna, anche se non ho il diritto di chiederti di aspettarmi e quindi adesso ti rendo la tua vita, come tu hai reso la mia.
Con affetto.
Rupert Giles.>>

Buffy si alzò,lasciando il letto così com'era e abbandonando la stanza per sciacquarsi un po' il viso.
"Mi ama."-disse allo specchio guardandosi gli occhi rossi di pianto-"...ma adesso è andato via. Cattivo, cattivo cattivo!La prossima volta ti dò un morso, invece di baciarti!" disse all'asciugamano di Giles, come se questo potesse riferirlo al suo proprietario. Dopo essersi lavata il viso la sua attenzione cadde sul collo, dove un eclatante impronta rossa testimoniava in maniera alquanto diretta gli eventi della notte precedente. Buffy si massaggiò la parte lesa con evidente soddisfazione, scoprendo tracce di quell'improvvisa passione anche sulla spalla destra e pensando alla forza con cui l'aveva stretta, consolata... amata. S'immaginò la città di Oxford, con tanti ometti vestiti in tweed che camminavano beati su e giù per le strade, con le loro valigette da intellettuali e gli occhialetti sul naso di vari colori.
'Che idiozia!'-pensò ridendo e battendo le palme della mani sul lavandino- ' che cosa cretina sto pensando!però sarebbero carini, tutti uguali come i giapponesi...'
Il cellulare che suonava la riportò alla realtà molto più violentemente di quanto non avesse voluto.
"Pronto?"
"Ciao, Buffy, Sono Willow.Vieni a lezione oggi?"
"Non credo, prendi tu gli appunti, per favore.Sono ancora a casa di Giles, ma lui è partito stamattina presto per Oxford. Mi ha scritto che mi ama.Tu che ne pensi?"
"Congratulazioni! lo si vedeva da lontano un miglio, ecco cosa penso.Sono molto contenta che ce l'abbia fatta. Devo dedurre che la tua persona sia ancora troppo scossa per venire al Bronze, stasera, dico bene?Peccato però, Spike ha detto che sarebbe venuto a fare un saluto e a portare qualche informazione utile per te."
"Non ho l'umore adatto per parlare di lavoro, tanto meno con lui...digli che ci vedremo un'altra volta, per favore. Ciao."
"D'accordo. Non buttarti troppo giù, non c'è così tanto come ti sembra alla fine del primo semestre, solo altri 5 mesi..."
La Cacciatrice passò il mese successivo fra casa di Giles e pattuglie notturne, ignorando volutamente College e amici.

Un giorno, presa dalla nostalgia del suo amore tornato in Inghilterra, si diede all'esplorazione della casa, ben sapendo che il suo proprietario non ne sarebbe stato molto felice. Salì in soffitta e si mise a rovistare tra le vecchie scartoffie di Giles con la tipica curiosità dei bambini, vergognandosi un po' per quello che stava facendo e allo stesso tempo essendone assai attratta.
'Vediamo un po' quali segreti si celano dietro quel compassato playboy...' pensò Buffy sorridendo maliziosamente.
Trovò una vecchia scatola aperta e decise di darci un'occhiata dentro, dal momento che non doveva scassinarla e che sarebbe stato facile rimetterla al suo posto: sul fondo giaceva, coperta di polvere, una cornice contenente una vecchia foto. La Cacciatrice di misteri l'afferrò meravigliata e la pulì dalla polvere: era la foto di una donna che indossava la stessa camicia da notte che aveva indossato lei due giorni prima e sembrava veramente molto bella.
"Che bella donna!Chissà chi è..."
La ragazza girò la cornice e l'aprì: sul retro della foto c'erano scritte delle date e qualche riga della donna e qualche annotazione di Giles, così Buffy lesse:
<<Addio, Rupert. Tu vivi per quell'assurdo lavoro ed io sono stanca di aspettare. Ti amo, ma non posso correre il rischio di distoglierti troppo da quello che tu consideri il tuo destino e quindi tra noi è finita.
Mi dispiace, davvero, mi dispiace.
Anne Francine Gramont.
Annotazione postuma: 1955-1975... Non riuscirò mai a perdonarmi di averti lasciata morire in quel modo, così giovane... Non avresti dovuto correre per avvertirmi ... amore, perdono...>>
Buffy rimase di stucco: quella donna le somigliava molto e adesso cominciava a capire perché il suo Osservatore aveva fatto quella faccia strana quando l'aveva vista con quella camicia indosso. Indubbiamente doveva averla amata molto e chissà perché quella donna doveva avvertirlo, chissà che cosa doveva dirgli... qualunque cosa fosse stata non aveva potuto dirla, questo era certo.
"Povero Giles...forse non avrei dovuto...sarà meglio rimettere tutto a posto,prima che torni. Anzi, subito. Credo che Willow avrà qualcosa da fare questo pomeriggio, oltre che darmi gli appunti di Letteratura Americana."

Willow Rosemberg s'impaurì non poco, vedendo una sagoma arrampicarsi sull'albero vicino alla finestra della sua stanza, ma quando scoprì che si trattava della sua amica mise giù la mazza da baseball per la difesa e l'accolse nella camera.
"Buffy!Sei matta?Vuoi farmi morire di spavento, confessa!"
"non essere sciocca, Will. Piuttosto...avrei bisogno di un favore: potresti cercare questa persona su internet?Voglio sapere qualcosa su di lei."
"Anne-Francine Gramont?Chi è?Beh, comunque sia ci vorrà un attimo, sono già connessa. Vediamo....ecco, sì, ho trovato qualcosa.E' un articolo di giornale. Dunque, ecco cosa dice:<<1975-CORRIERE LOCALE
Giovane ventenne muore in un incidente: come al solito l'alta velocità provoca danni.
Anna Francine Gramont, , questo il nome della vittima, studentessa dell' Oxford College, è morta sul colpo a causa della folle velocità del conducente della macchina che la ha investita.>> Posso sapere perché t'interessa tanto questa storia? Non era un vampiro né un demone per quanto ne sappiamo e dunque...Buffy?"
La ragazza era diventata pensierosa.
"E' un segreto.Prometti di non dirlo a nessuno, nemmeno a Xander?E' una cosa veramente importante Willow. Vedi, quella donna... Giles l'amava. Ho rovistato nella sua soffitta e...Ehi, smetti di contorcere la bocca, lo so che non sta bene, ma ero un po' depressa e così lo ho fatto."
"Brava!Ti sembrano cose degne della Cacciatrice, queste?Comunque sia penso che non dovresti parlarne con lui. Non è bello che qualcuno metta il naso in cose che vuoi dimenticare e di conseguenza non devi assolutamente fargli sapere che in realtà lo hai fatto: se vuole, te ne parlerà lui...però credo che lo farà fra un bel po', Buffy.Comunque sta' tranquilla, domani non ricorderò neanche che mi hai parlato. Passami quella boccetta e versamela sulla fronte: 2 gocce e sarai sicura che non verrò a turbare i tuoi sonni."
Buffy compì il rituale e se ne andò, contenta che la ragazza fosse un'abile strega e ringraziando il cielo che non fosse sua nemica. Fece un piccolo giro di ricognizione in tarda serata, uccidendo qualche vampiro e poi tornando verso casa di Giles: era preoccupata per quella vecchia storia e non le andava troppo a genio il fatto che il suo uomo fosse andato di nuovo sul luogo del delitto. E se l'avesse amata solo per il fatto che somigliava a quella donna?Se fosse stato solo un momento di follia? Era tornato là per vendicare quella donna, altro che sogni, come lei aveva pensato! Perché non le aveva detto la verità?Perché aveva scritto che l'amava se non sapeva nemmeno cosa stava facendo?
Era passato solo un mese e già le mancava...
Si sdraiò sul letto ancora sfatto e si addormentò abbracciando il cuscino e dormì, dormì come non aveva mai dormito, presa da un improvviso senso di spossatezza.
Il telefono suonò, ma nessuno rispose e il cellulare continuò a segnalare la sua rumorosa presenza per un bel po' prima di smettere definitivamente, mentre qualcosa d'indefinito la afferrava, privandola della capacità di capire cosa stava succedendo.
Nessuno vide la Cacciatrice per le due settimane successive. Nessuno vide Buffy all'università: né i professori né gli amici...né i vampiri.

*****
L'università di Oxford, con il suo contenuto di menti brillanti e professori preparatissimi, sembrava a Rupert Giles la stessa prigione che aveva lasciato con insofferenza in gioventù e mentre si avviava, un po' scoraggiato, per la strada che vi conduceva pensava a Buffy: la sua dolce e meravigliosa Cacciatrice che aveva abbandonato come un codardo per risolvere un'antica faccenda, per sistemare il suo conto in sospeso con il passato prima di tornare definitivamente tra le sue braccia. Il pensiero di lei che si muoveva fra le lenzuola, forse sognandolo, gli provocò una piccola accelerazione nel passo e nel battito cardiaco, coinvolgendo il suo cervello in piacevolissime congetture.
Buffy Anne Summers... già! anche LEI, quel piccolo fiore insanguinato del suo passato, si chiamava Anne e lui si era ripromesso di scovare i suoi assassini e di punirli in modo tale che si ricordassero di tutto il dolore che avevano causato.
Il professor Giles varcò la soglia e cominciò la lezione nella classe H del corso di Storia Moderna. Sapeva che gli assassini di Anne si trovavano tra i vecchi docenti del college, che un tempo appartenevano ad un'antica setta, che avevano tentato di ucciderlo e che avevano deciso di prendere la vita della ragazza al posto della sua.
"Dunque, signori, avete le vostre dispense?Avevo espressamente chiesto di portarle se non mi sbaglio. Bene, oggi dedicheremo queste 2 ore a nostra disposizione alle vostre domande riguardo ai miei scritti: se ci sono dubbi o domande di qualunque genere sarò ben felice di soddisfare la vostra curiosità, purché si tratti di cose inerenti alla mia materia. Posso dirvi fin da adesso che non conosco le procedure d'esame per quest'anno e quindi non so rispondere a questo proposito. Detto questo, possiamo cominciare."
Rispose a moltissime domande, ma la sua mente era visibilmente altrove e la classe fu mandata a casa una buona mezz'ora prima, con somma felicità di tutti; dopodiché si recò ad ispezionare l'edificio in cerca di indizi.
Una presenza alle sue spalle lo fece sobbalzare: era il rettore Beckham , colui che lo aveva sorprendentemente accettato ancora là.
"Oh, quale gradita sorpresa, Sig. Giles. Una pecora nera torna a far scompiglio qui dentro approfittando dei suoi titoli di studio, vero?Pensavo che i fatti del '75 l'avessero messa in guardia dal ficcanasare dove non si deve, ma evidentemente ha bisogno di un altro invito...Le dispiacerebbe seguirmi?C'è qualcosa che vale la pena di vedere oltre questo corridoio, qualcosa che lei deve ASSOLUTAMENTE vedere, credo."
Giles lo seguì, ignorando cosa lo aspettasse oltre il famoso corridoio e quando la porta della stanza in fondo ad esso si aprì l'uomo rimase impietrito di fronte alla scena che gli si prospettava davanti agli occhi: Buffy, la sua Buffy, ridotta all'impotenza più assoluta e legata a croce ad una tavola di legno sospesa su di una lastra di metallo cosparsa di aculei più o meno lunghi.
"Buffy!Oh, cielo...bastardi!"
La ragazza lo guardava con l'espressione di chi chiede perdono, anche se lui non sapeva esattamente perché.
"Sta' tranquilla, ti tirerò fuori da questo pasticcio..."promise Giles.
La Cacciatrice scosse la testa, per quanto le fosse possibile e cercò di sorridere.
"Fa' quello che devi fare e poi ne riparliamo.C'è qualcosa di più importante che devi fare qui, prima di pensare a salvare me. O sbaglio?"
Giles la guardò come se stesse farneticando: se solo avesse provato ad uccidere l'assassino della Anne del passato, la Buffy-Anne del presente sarebbe stata uccisa da quella specie di boia che le stava accanto, ma se avesse fatto il contrario quel dannato bastardo sarebbe scappato e lui avrebbe rotto la promessa fatta ad una moribonda e oltretutto avrebbero anche potuto ucciderlo...
Buffy dal canto suo, cercava ogni mezzo possibile per liberarsi, strattonando corde apparentemente troppo strette per essere sciolte.
'waah, pensa, Buffy, pensa, come diavolo faceva Houdini in quel dannato spettacolino?' -disse a se stessa- 'Dunque, se provassi a trattenere il respiro la corda che lega vita e mani si allenterebbe...bah, provare non costa nulla.'
L'Osservatore si risolse a prendere a pugni il rettore: dopotutto era colpa sua se Anne era morta, lui aveva pagato quell'essere perché la investisse, perché non gli dicesse qualcosa riguardo a quell'uomo, non sapendo che lui già sapeva...
Buffy riuscì a liberare le mani.
"Ehi, ammasso di lardo, potresti darmi una grattatina alla pancia?Dai, ultimo desiderio di un condannato a morte...per favore?"
L'ebete boia emise un grugnito di approvazione: si avvicinò alla ragazza ignorando i suoi veri scopi e ricevette un tale colpo sulla schiena, che cadde disteso sugli aculei producendo un orrendo spettacolo.
"Buffy,- urlò Giles continuando a picchiare il malcapitato rettore- "tutto bene?"
"Beh, io sto bene, ma quello un po' meno. A dire a verità mi sembra un po' morto, comunque devo proprio ritenere questo signore un pessimo gentiluomo." Disse calciando con forza il fondoschiena di Beckham e mandandolo a gambe all'aria.
"Adesso sono knock out tutti e due. Chiamiamo la polizia?"
"Sei matta?Come spieghiamo un omicidio ed un pestaggio?"
"Mai sentito parlare di telefonate anonime dalle cabine telefoniche?Poi però voglio sapere tutto. So che forse non è il momento migliore per parlare, ma io vorrei sapere per cosa esattamente ho rischiato di finire allo spiedo."-chiese la Cacciatrice aggrottando le sopracciglia e assumendo un'aria minacciosa- "Altrimenti prendo a calci nel sedere anche te, mio caro Osservatore."
Giles sapeva che a questo punto mentire sarebbe stato inutile, oltre che stupido, ma aveva paura di perderla, se le avesse detto la verità. La sua faccia si rabbuiò mentre pensava alle parole giuste per affrontare il discorso. e Buffy si accorse di essere stata un po' troppo aggressiva nei confronti del povero ex-bibliotecario.La ragazza gli appoggiò una mano sulla spalla e diede inizio alla penosa conversazione.
"Scusami, non è vero che voglio picchiarti. Non potrei mai alzare un dito sulla persona che amo, tranne il caso in cui questa tenti di conquistare il mondo o roba simile, naturalmente"-aggiunse sorridendo.
Giles non aveva ancora il coraggio di guardarla negli occhi e quindi rimase in silenzio, mentre la ragazza appoggiava l'orecchio al suo cuore e ne sentiva lo smarrimento. Buffy gli accarezzò la guancia destra, tentando di farlo tornare sulla terra e di allontanare tutti i suoi timori.
"Buffy... io... ho commesso una serie di imperdonabili errori nella mia vita e molte persone ne hanno pagato le conseguenze. A quanto pare anche tu. Sono io quello che deve scusarsi, mi sembra. Comunque sia i miei sentimenti nei tuoi confronti non hanno niente a che vedere con il mio passato e..."
La Prescelta sorrise, piazzando il dito indice sulle labbra di Giles come per intimargli il silenzio.
"Basta così.Non voglio sapere cose che non sai spiegare, esimio docente di storia Moderna,hai appena detto tutto quello che volevo sentir dire e posso considerarmi soddisfatta anzi, molto fortunata ad essere amata da un uomo meraviglioso come te. "
"TU lo sei, Buffy, e io non sono più così sicuro di meritare tanto."
La ragazza lo baciò, riducendolo definitivamente al silenzio ed impedendogli di concentrare la sua attenzione su qualunque altra cosa che non fosse lei. L'incanto fu spezzato dalle sirene della polizia che stava arrivando e i due scapparono di soppiatto tenendosi per mano come bambini.
Come i bambini che non erano più da un pezzo.
fine