LE LACRIME DEL VAMPIRO

 

venus_diablo@tin.it

 

 

Disclaimer : Tutti i personaggi della serie televisiva “Buffy the vampire slayer” sono di proprietà di J.Whedon, e della Warner bros,; vengono qui da me  utilizzati senza la loro autorizzazione ma non a scopo di lucro.

Spoilers :  Dalla seconda alla sesta stagione, ma solo riferimenti abbastanza vaghi.

Timeline : Questo episodio si collocherebbe dopo l’incontro la discussione tra Buffy e Riley in “As you were” ( Sesta stagione ).

Ringraziamenti : A Spuffy e Littledru74 per aver riacceso il mio interesse perle fanfic.

 

 

 

 

Era una notte tranquilla come se ne vedevano poche a Sunnydale, con la luna alta nel cielo, che seminascosta dietro l’arazzo disegnato dai rami degli alberi spogliati dall’autunno, sembrava spiare la città avvolta nelle silenziose tenebre notturne .. le case immerse nel sonno, le strade desolate ed ogni cosa avvolta in quella quiete morente, tanto insolita da risultare inquietante.

Ma anche in quella notte tranquilla il cuore di qualcuno non riusciva a quietarsi.

Nella sua cripta Spike stava in piedi davanti al frigorifero cercando di decidere se stappare una birra o scolarsi una tazza di sangue di maiale mentre la TV accesa trasmetteva una televendita di attrezzi per la cucina .. quando la porta si spalancò improvvisamente facendo sussultare il vampiro.

Si voltò con la bottiglia di birra in mano e se la ritrovò davanti.

“Buffy..” ormai si era quasi abituato a vedersela piombare in casa in cerca di qualcuno che l’aiutasse a smaltire i suoi bollori.

“Questa storia non può continuare” esordì lei, con il volto teso.

Spike alzò gli occhi verso il soffitto voltandole le spalle per poi lasciarsi cadere esausto sulla poltrona, come se trovasse la televendita più interessante di quello che stava per sentirsi dire.

“Non ho voglia di sorbirmi per l’ennesima volta questa lagna cacciatrice – la interruppe – fammi un fischio quando arrivi alla parte in cui ti togli i vestiti .. in genere lì la cosa inizia a farsi più interessante”.

“Sto dicendo sul serio .. non possiamo continuare” gli disse.

Fin lì nulla di nuovo pensò lui, a parte la sua voce .. risoluta.

“Buffy che c’è che non va? Hai avuto una brutta giornata? Qualche nuova apocalisse in vista?” le chiese lui affacciandosi dallo schienale della poltrona.

“Io e te apparteniamo a mondi diversi .. è così difficile da capire?  Tu sei un vampiro ed io una cacciatrice, io sono umana e tu immortale .. dove vuoi che ci possa portare tutto questo? Tu forse non hai niente da perdere, ma io ho una vita davanti e voglio viverla .. nel modo più normale possibile”.

Il vampiro si alzò quasi barcollando e fece per avvicinarsi a lei con aria incredula.

Centinaia di volte le aveva sentito fare quei discorsi su quanto fosse sbagliato stare insieme, su quanto lui le sembrasse mostruoso e repellente, forse anche grottesco; e centinaia di volte l’aveva vista comunque aggrapparsi al suo corpo .. ma stavolta c’era qualcosa di diverso e spaventoso nella sua voce atona, nei suoi occhi già lontani  .. era come se .. come se non stesse solo cercando di convincere se stessa come al solito ma fosse invece fermamente convinta di quello che diceva.

“Ma cosa dici? Tu .. tu non pensi questo ..” furono le uniche, stupide ed inutili parole in cui confluirono tutti i suoi pensieri in quel momento.

“Credi che se non la pensassi davvero così non sarei rimasta insieme ad Angel? Questa cosa tra noi non ha senso, perché non vuoi rendertene conto?”.

“Ci saresti rimasta si – disse lui avvicinandosi ancora di più per concludere sussurrandole all’orecchio – se non fosse stato lui per primo a non credere nella vostra storia”.

“Che diavolo ne sai tu di Angel? Ti prego .. non rendere tutto più difficile .. tornatene da Drusilla e magari trovate qualcuno che ti disattivi quel chip, così riuscirai ad accettare quello che sei e la smetterai con questa ridicola fissa dei sentimenti” fece lei, ed era stanca di ragionare su quali spiegazioni dargli .. voleva solo vederlo sparire.

“Non c’è niente di difficile Buffy .. sei tu che lo rendi impossibile .. non fai altro che disprezzarmi, ti vergogni dell’attrazione che provi per me, eppure quando hai bisogno di me o quando hai voglia, non fai mai molti complimenti .. o sbaglio? Chi è che non ha sentimenti tra noi?”.

“Adesso vorresti forse farmi credere che ti sei preoccupato di come potessi sentirmi io quando venivo da te? La tua è soltanto una fissa : vuoi scopare con la cacciatrice che non sei riuscito ad uccidere perché così per un attimo puoi almeno illuderti di dominarla .. ma io non sono la tua puttana”.

Sentì una rabbia impotente propagarsi calda attraverso il suo cervello e scuotere il suo corpo. “Maledizione! – sbottò – sei tu che non hai mai voluto essere più di questo!” urlò spaccando la bottiglia che gli era rimasta in mano contro il muro “Io avrei dato la vita per te! Mi chiedi se ho mai pensato a come ti sentivi?? Io non ho mai pensato ad altro ..” ma lei lo interruppe ancora : “Il solo motivo per cui ti sei alleato con noi è che tu hai bisogno di uccidere .. è questa la tua natura che ti piaccia o no .. e demoni e vampiri sono gli unici esseri che il chip ti permette di attaccare. Ma tu non appartieni al bene, e non appartieni al male .. tu non sei niente”.

Il vampiro sentì di non poter più reggere quella conversazione, e con i lineamenti del volto improvvisamente mutati dalla collera in quelli del demone la colpì con il collo della bottiglia rotta sul petto urlandole di andarsene via.

Buffy guardò incredula il sangue che iniziava a stillare dalla ferita che il vetro le aveva procurato sulla pelle lasciata scoperta dal top che indossava, e sollevando lo sguardo disgustato su di lui gli urlò contro a sua volta  : “Tu sei pazzo .. sei tu che devi andartene perché la prossima volta che ti vedo ti ammazzo!” , e con quelle parole uscì dalla cripta per sparire in quella strana notte tranquilla di Sunnydale.

Crollò a terra con la sensazione di andare in pezzi ( era così che aveva sempre immaginato che ci si sentisse quando qualcuno ti conficca un paletto nel cuore ), vinto dal pianto .. un pianto molto simile al verso straziato di un animale ferito a morte; e le lacrime gli bruciavano sul viso di nuovo limpido dell’essere umano che nessuno voleva vedere in lui, più dell’odiosa luce del sole.

Rimase così sul pavimento della cripta, annientato.

“Com’è possibile tanta sofferenza per un essere privo di anima?” sussurrò una voce dietro di lui che non riuscì a definire esattamente come maschile o femminile.

Si voltò di scatto.

“Chi sei?” chiese.

“Il mio nome è stato inghiottito dal tempo .. sorgo dalle tue lacrime vampiro” fu la risposta.

Scrutò la figura che aveva davanti a se : una creatura esile, dalla pelle diafana come la sua, con lunghissimi capelli bianchi e grandi occhi a mandorla velati da una nebbia che sembrava sfuggire ai contorni delle orbite incastonate in un viso corto ed appuntito come quello di un gatto.

“Le mie lacrime ..” ripeté rendendosi conto di sentirsi nuovamente fragile e vulnerabile come lo era stato quella notte di secoli prima in cui Drusilla aveva cambiato per sempre la sua esistenza e provando disgusto nei confronti di se stesso per questo.

“Io vivo delle emozioni che fremono in ogni angolo di questo mondo .. pulsano tutte dentro di me .. continuamente .. e mi consumano e mi nutrono allo stesso tempo” . La creatura protese le lunghe dita affusolate verso il suo viso “è puro dolore quello che cola adesso dai tuoi occhi vampiro .. ed io posso sentirlo”.

Sfiorandogli delicatamente le guance fece fluire nell’aria le lacrime del vampiro, raccogliendole tra le sue mani come in un piccolo globo di vetro pieno d’acqua.

“Io voglio tornare com’ero” disse lui con voce tremante.

“Tu vuoi un posto al mondo .. un posto accanto a colei che desideri tanto disperatamente .. e redimerti attraverso l’amore che provi per lei”.

Non poté fare a meno d’interrompere : “ e questo è possibile?”

“Le tue lacrime dimostrano che il tuo demone non è riuscito a vincerti del tutto … ha potuto prendere il sopravvento perché ti eri arreso, ma la tua anima è ancora lì .. posso sentirla .. è rifulgente .. e lotta per tornare in superficie”.

“Ma io non ho mai sentito di vampiri che tornano ad essere umani ..” stavolta fu la creatura ad interromperlo : “Il non averlo mai sentito non significa che non sia possibile, ma soltanto che si tratta di un evento molto raro .. perché sono in pochi tra voi a riuscire a resistere come stai facendo tu”.

Spike continuava a fare domande cercando di rendere il tutto plausibile perché aveva un disperato bisogno di crederci . “ Anche quando Buffy è morta ho pianto .. perché non è successo allora?”

La voce della creatura sembrava sorridere con affetto, anche se la forma della sua bocca non gli permetteva di farlo visibilmente. “Perché allora non eri disperato come lo sei adesso .. perché sapevi che era morta apprezzando quello che avevi fatto per lei. Eravate in pace e tu non potevi comunque cambiare le cose; ma adesso il dolore è troppo grande .. è il suo disprezzo che non puoi sopportare”.

A quel punto il vampiro pensò che tanto valeva crederci, in fondo non gli era rimasto altro. “Cosa devo fare?” chiese ancora ansioso.

“Sta attento vampiro, il prezzo sarà alto – esordì – ma da chi ti ha condotto alla dannazione versando il tuo sangue nuovo sangue dovrà essere versato, così che il sangue e le lacrime possano indicarti la via del ritorno” e con queste parole gli porse il globo che racchiudeva le sue lacrime.

“Detto così non è che sia molto chiaro ..” disse lui, rivolgendo a se stesso quel sorriso beffardo che tanto faceva infuriare Buffy.

“Tornerò quando sarà necessario, perché la strada passi attraverso me” gli rispose dissolvendosi così come era apparsa.

“Ma cosa significa ..” non fece in tempo a chiederglielo.

Doveva versare del sangue ..il sangue di chi? Di chi lo aveva gettato in quella disperazione .. di Buffy? No, non era così .. il sangue di chi lo aveva portato alla dannazione ..Drusilla.

Certo era lei che aveva versato il suo sangue quando lui era ancora umano.

Doveva uccidere Drusilla dunque .. non con un paletto .. doveva versare il sangue .. il sangue e le lacrime .. forse andavano mescolati insieme .. o doveva bere da lei e poi piangere di nuovo? E poi?

Tutto troppo confuso.

 

 

 

10 giorni dopo ..

 

 

 

“Spike? Spikeeee? Sei qui?” La voce di Dawn risuonava tra le pareti della cripta senza ottenere risposta. Erano giorni che il vampiro non si faceva vedere a casa Summers e questo le era sembrato strano così quel giorno aveva deciso di passare da lui dopo la scuola.

“Spike ci sei? Sono io, Dawn ..” chiese ancora a voce più alta .. era giorno, forse dormiva.

Ma lui non era lì .. e dato che era giorno la ragazza non riuscì ad immaginare dove potesse essere.

Era molto affezionata a lui ed iniziò a temere che gli fosse successo qualcosa di brutto.

Tornò a casa.

“Buffy?  Sono tornata .. dove sei?”

“Qui, in cucina”

La raggiunse mentre armeggiava con il forno.

“Ma dove è finito Spike? È 1 po’ che non si vede in giro .. o sbaglio?” le chiese cercando di nascondere la sua preoccupazione .. e sperando che la sorella non intuisse che era stata da lui.

“Non lo so Dawn, forse avrà anche lui una dignità .. magari finalmente ci avrà rinunciato”.

La ragazzina si chiese perché doveva sempre trattarlo con tanta indifferenza .. non lo sopportava.

Lui era l’unico che fosse riuscito a farla sentire a suo agio quando aveva scoperto di essere la chiave .. ed anche quando era morta sua madre, soltanto lui sembrava comprendere il suo dolore .. persino a Buffy era stato vicino quando i suoi amici l’avevano tirata giù dal paradiso .. perché tanta freddezza?

“Secondo me gli è successo qualcosa .. è pieno giorno e nella cripta non c’era” . Non le importava più se l’avesse sgridata un’altra volta.

Si girò stizzita con le mani sui fianchi. “Sei stata da lui? Non ti avevo detto che non devi farlo?”

“Ecco che parte” pensò Dawn, anche se con il grembiule da cucina e le presine non aveva l’aria minacciosa .. ma a parte questo la sua reazione non fu quella che si aspettava.

“Non c’era?” le chiese.

“No”

“Forse l’hanno ammazzato” fece lei pensierosa.

“Ma come puoi essere così indifferente? Il pensiero che possano averlo ammazzato non ti tocca minimamente? Dopo quello che ha fatto per noi?”

“Dawn – adesso ricorreva a quel tono da predica che lei detestava – quello che ha fatto per noi non lo ha fatto per noi .. lo ha fatto per se stesso. Perché sperava di avere una possibilità con me,

perché aveva bisogno di combattere contro qualcuno e non poteva più farlo contro gli umani. Non devi lasciarti incantare da lui .. è un  vampiro, non può provare sentimenti come te e me, lo vuoi capire?”

“A me sembra che i sentimenti lui li capisse meglio di tutti voi .. te compresa! E poi perché hai subito pensato che fosse morto? ..bè di nuovo .. insomma hai capito cosa voglio dire. Lui sa difendersi .. tranne che contro gli umani .. ma .. oddio – l’espressione della ragazza si tinse improvvisamente di disgusto – Buffy non sei stata tu , vero? Non lo hai ucciso tu … VERO?”

Gli occhi le si erano riempiti di lacrime.

“Dawn ..” cercò di esordire ancora con quel tono pacato la cacciatrice, ma la sorella non le permise di parlare.

“Buffy come hai potuto? Lui .. lui era Spike .. non poteva fare del male a nessuno ..ci ha aiutate .. e .. e .. lui ti amava .. Buffy sei un mostro .. come ..”

Buffy l’afferrò per le spalle ed iniziò a scuoterla per farla tornare in se.

“Io non l’ho ucciso .. hai capito? Non l’ho ucciso! Gli ho solo detto di andarsene e che se non lo avesse fatto l’avrei ucciso. Forse si è spaventato ed è andato via”.

Dawn si calmò, ma era ancora visibilmente arrabbiata. “Perché devi essere sempre così dura con lui? Vorrei che si fosse innamorato di me!”

“Tesoro lui non può amare ..”

La ragazzina si voltò e corse su per le scale senza dire una parola. Non poteva più stare a sentirla parlare in quel modo .. non capiva come poteva non vedere quello che per lei era tanto evidente.

E così se ne era andato davvero, pensò Buffy. Non credeva che lo avrebbe fatto sul serio .. non ora che si era accorto che da quando l’avevano richiamata poteva colpirla. Si sarebbe difeso, e sapeva che lo avrebbe fatto bene .. ma per qualche motivo non aveva voluto rischiare di trovarsi in quella situazione.

Per un attimo valutò l’ipotesi che avesse davvero trovato qualcuno in grado di aiutarlo con quel suo dannato chip e un brivido le corse lungo la schiena.

Cosa sarebbe successo se fosse riuscito a farsi rimettere a posto? Temeva che la rabbia per i suoi continui rifiuti potesse renderlo ancora più pericoloso.

Ma perché era sparito anziché attaccarla? Forse avrebbe preferito giocare un po’ con lei ed i suoi amici .. come aveva già fatto Angelus tempo prima.

 

 

Intanto a Los Angeles ..

 

 

La città era grande, ma non era stato difficile trovare il suo covo .. l’aveva fiutata nell’aria, vagando per giorni e giorni alla fine era arrivato da lei.

Provò ad immaginare come avrebbe reagito quando l’avesse visto .. per un attimo gli era tornato in mente che tempo addietro era tornata a Sunnydale per cercare di portarlo via con se ed aveva pensato di farle credere di aver cambiato idea; ma non era riuscito a mentirle allora e non ci sarebbe riuscito neanche adesso : non si poteva mentire a Drusilla, era più anziana e sapeva leggere nella mente .. e in più, molto probabilmente Darla era con lei.

Entrò nel salone con passi lenti ed eleganti .. lei, la compagna che gli era stata a fianco in secoli di sanguinose scorribande, era seduta su una poltrona d’ebano foderata di velluto rosso e pettinava la sua adorata bambola. Alzò gli occhi su di lui e sibilò il suo nome : “Spike .. sei tornato .. ”

“Si tesoro – annuì lui studiando quel suo sguardo spiritato  – sono tornato a riprendere quello che è mio”.

“Non è carino chiedere indietro quello che hai regalato Spike .. non te l’hanno insegnato?”.

“Che vuoi che ti dica piccola? Non ho mai avuto il tempo di imparare le buone maniere” le rispose mutando i lineamenti del suo viso in quelli di demone, ed afferrandola per un braccio la tirò via dalla sedia.

“Ma cosa stai cercando di fare? Lei non ti amerà mai!”

“Sta zitta!” la mise a tacere assestandole un pugno in pieno volto.

“Povero piccolo – bisbigliò lei – ha sempre bisogno di un padrone .. tu non sei capace di accettarti per quello che sei .. ora come 100 anni fa, quando io ti ho salvato da quegli umani da cui adesso vorresti tornare .. io ti ho riscattato .. sei un ingrato Spike!” e con una ginocchiata al basso ventre dell’ex amante si liberò dalla sua stretta.

“Non sai quello che dici! Dovete smetterla voi donne di dirmi come devo o non devo sentirmi! – si scagliò su di lei sbattendola contro il muro e continuò – Chi ti ha salvato la vita a Praga? E a Sunnydale chi si è dato da fare per farti guarire? Bè credo che quanto ad ingratitudine siamo pari .. .. che ne dici tesoro?” concluse sferrandole un altro pugno.

“La colpa è soltanto tua – gli graffiò il viso con le unghie e Spike urlò contrariato indietreggiando di qualche passo  – ti sei lasciato portare via da lei –  gli scaraventò addosso la sedia su cui era seduta quando era arrivato – cosa avrei dovuto fare io? Strisciare al tuo seguito piangendomi addosso come fai tu dietro la cacciatrice?”.

La lotta andò avanti per tutta la notte, frenetica ed estenuante .. era come se ballassero .. come quella notte sulla metropolitana a New York negli anni 70 con la sua seconda cacciatrice.

Alla fine l’aveva immobilizzata sotto di sé .. e non poteva smettere di guardarla, l’incarnazione delle aberrazioni che l’avevano accompagnato in quelli che erano stati gli anni migliori della sua esistenza .. e nella sua bellezza ipnotica e malata  lo implorava di scoparsela, di tornare ad essere il Sanguinario di un tempo : “Ragiona, deve esserci un modo per liberarti da quello stupido aggeggio che ti tortura il cervello .. Spike amami, amami come una volta .. risolveremo tutto vedrai, tu tornerai ad essere un assassino e uccideremo quella maledetta cacciatrice .. la uccideremo insieme .. Spike .. no ..” .

Fu implacabile .. implacabile di fronte a lei ed ai ricordi di ciò che lui stesso era stato : estrasse un paletto dal cappotto di pelle come un prestigiatore e glielo conficcò prima nella gola. Appena il sangue nero di Drusilla iniziò a colare dalla ferita, il globo di vetro nella sua tasca iniziò a fremere ed a riscaldarsi, come se smaniasse. Lo tirò fuori e lo appoggiò tra i seni di lei .. era come se il globo attirasse a se il sangue che iniziò a fluire verso di esso come era accaduto con le sue lacrime tra le mani della creatura che glielo aveva dato qualche giorno prima .. e quando il fenomeno si fu esaurito, Spike sentì che anche il tempo della sua ex era giunto al termine : le affondò il paletto nel cuore sussurrandole dolcemente “Buonanotte piccola”.

 

 

 

 

Successivamente ..

 

 

Il suono del campanello di casa strappò a forza Rupert Giles dal palco su cui in sogno si stava esibendo in una versione spagnoleggiante di Anarchy in the U.K. accompagnato da un’orchestrina di coniglietti rosa in tenuta messicana ( forse si portava ancora gli strascichi del contatto continuo con Anya al Magic Box ? ). L’orologio segnava le 3:00 .. chi diavolo poteva essere a quell’ora? Da quando aveva lasciato Sunnydale aveva perso l’abitudine agli allarmi improvvisi.

Si trascinò alla porta inforcando gli occhiali mentre lo scampanellio continuava insistente.

Aprì la porta e ci trovò dietro Spike.

“Ho bisogno d’aiuto” esordì senza troppi convenevoli.

“No Spike, non mi disturbi affatto figurati .. stavo solo dormendo, niente d’importante” disse l’ex osservatore in tono sarcastico.

“Servono le sue sconfinate conoscenze ..” continuò il vampiro senza rendersi conto del disappunto del suo interlocutore.

Giles gli voltò le spalle senza dare importanza al fatto che Spike si fosse spostato da Sunnydale a Londra per consultarlo; solo in un secondo momento si ricordò il legame con Buffy : “è successo qualcosa a Buffy?” gli chiese.

“No .. si tratta di me”.

“Oh .. d’accordo, sentiamo ..” disse l’uomo dirigendosi verso il divano, ma il vampiro era rimasto sulla porta e lo guardava come se aspettasse qualcosa.

“Oh .. scusami .. entra pure Spike”.

Si precipitò dentro chiudendo la porta dietro di se. “Deve aiutarmi con questo” si frugò nella tasca del cappotto e tirò fuori una sfera che sembrava contenere dell’acqua con delle venature nere meno fluide.

“Cos’è?” gli chiese prendendolo tra le mani.

“Dovrebbe servire a farmi tornare umano, ma non so come si usa .. non sapevo a chi altri rivolgermi” si giustificò lui.

“Umano? L’espressione di Giles si fece interrogativa.

“Si .. dentro c’è il sangue di Drusilla e ..” s’interruppe visibilmente imbarazzato “ .. e le tue lacrime” concluse incredulo l’uomo.

“Esatto” fece lui, vergognandosi all’idea che l’altro stesse immaginando la scena del Sanguinario in lacrime; ma non era a quello che Giles stava pensando : “Hai incontrato l’entità sensibile ..” sembrava esterrefatto, probabilmente stava per pulirsi gli occhiali.

“Non so cosa sia .. ha detto di non avere nome .. lei sa cosa devo fare?”

“è un’antica leggenda dei popoli dell’estremo nord Europa .. non credevo ci fosse qualcosa di reale” disse pulendosi gli occhiali.

“Di cosa si tratta?”

“Sembra che fosse uno dei primi membri della vostra razza .. la chiamano la stirpe fredda da quelle parti .. e che sia stato tramutato dal dolore incommensurabile provato nel momento in cui scoprì d’aver perso la vita, la vita da mortale intendo, in un’entità in grado di canalizzare le emozioni degli esseri viventi .. o qualcosa del genere .. dovrei avere un libro sulle antiche leggende nordiche che potrebbe trattare l’argomento .. nessuno dava credito a questa storia, dal momento che è convinzione comune che nel passaggio dall’essere umano al vampiro l’anima vada perduta ..e  con essa la possibilità di provare dolore emotivo”. Si alzò ed iniziò a scorrere con lo sguardo i volumi allineati sugli scaffali della sua ampia libreria.

“Credo ci debba essere un modo per invocarlo .. ha detto che sarebbe tornato quando necessario”.

“Se non ricordo male – annuì l’uomo – si tratta di un rituale con il sangue come simbolo della vita corporea e le lacrime come simbolo della vita dell’anima .. ecco il libro!”

Rimase in silenzio per qualche minuto a sfogliare le pagine.

“Allora?” Spike cercò di riportarlo alla realtà.

“Ecco è come pensavo .. occorre il sangue di chi ha tolto la vita e le lacrime del vampiro per aprire un portale che consenta all’entità di raggiungerti .. lo fa perché in totale assenza di emozioni proprie ha bisogno di essere attraversata da quelle degli altri per sopravvivere – fece una pausa – qui dice anche che è proprio questa condizione emotiva asettica a permetterle di vedere con chiarezza nelle emozioni altrui .. questo spiegherebbe perché ha visto in te quello che nessuno di noi credeva tu potessi avere: non ha emozioni proprie che possano distrarla dalla realtà oggettiva a differenza degli umani”.

“Che cosa bisogna fare?” chiese ancora il vampiro.

“Bisogna usare il sangue come simbolo della vita corporea e le lacrime come simbolo della vita dell’anima e della sensibilità per aprire un portale attraverso cui l’entità possa raggiungerti e restituirti l’anima e la vita che anche ad essa furono tolte” in cuor suo sperava che non gli chiedesse di farlo.

“è in grado di farlo?” . L’ennesima speranza delusa.

“Spike ascolta, io non credo ..” cercò di spiegargli l’uomo, ma il vampiro lo fece desistere alzando la voce “ Non crede .. non può .. non vuole!” il suo viso assunse i lineamenti demoniaci “E io sono maledettamente stanco .. ho lavorato insieme a voi .. senza riserve .. e in cambio non ho ricevuto che insulti ed umiliazioni .. e sono stanco della vostra diffidenza, adesso voglio quello che merito”.

“Credi di poter portare a termine un rituale del genere senza doverne pagare il prezzo? Tornando umano tornerai ad essere vulnerabile come un umano .. e risveglierai la tua coscienza da umano .. ricordi Angel? Avere un’anima era la sua maledizione! E credi anche che le forze del male accetteranno la defezione senza problemi? Ti daranno la caccia per fartela pagare .. e ti troveranno vulnerabile. Dovresti valutare le conseguenze.”

“Per l’inferno! – imprecò lui,e con un calcio mandò all’aria il tavolino del salotto frantumandone il ripiano di vetro – Questo non sta  a lei.” Si alzò minaccioso, come se in preda alla rabbia si fosse dimenticato che con il chip in testa non faceva paura a nessuno.

“E invece si. Sappiamo tutti e due perché lo fai .. e sappiamo tutti e due quale sarà la prima cosa che farai se dovessi riuscirci. Vuoi che te la dica? Tornerai da lei .. a Sunnydale. Non capisci che potresti metterla in pericolo?” anche Giles aveva alzato la voce, nessuno degli Scoobies probabilmente immaginava che potesse arrabbiarsi tanto.

“D’accordo Giles – disse con tono forzatamente pacato ed irritante mentre si avvicinava alla libreria – lo sa che la vecchia carta brucia in fretta?” e completata la frase tirò fuori l’accendino.

“Che diavolo credi di fare?” l’uomo sembrava indignato.

“Mi dica la verità Giles .. qual è il problema? A voi servo così come sono, giusto? Uno schiavo compiacente dotato di superpoteri che corra immancabilmente in suo aiuto ogni volta che ne ha bisogno .. manovrato dalla speranza di guadagnarsi la sua stima come un innocuo e ridicolo pupazzo,è così? Proprio lei ha il coraggio di dirmi che potrei metterla in pericolo? Lei che l’ha abbandonata quando aveva più bisogno di una guida .. e dov’erano i vostri preziosi Angel e Riley quando c’era bisogno di loro? DOVE?” gli sferrò un pugno ed urlò per il dolore alla testa ma non gli importava.

“Ha visto? Posso essere ancora cattivo se lo voglio davvero … posso essere più forte del dolore che provo per quel dannato chip perché tanto non ho più niente da perdere.” Altro pugno, ancora grida di dolore. “Posso continuare finchè non mi scoppia la testa se non mi da quello che voglio”.

E nei suoi occhi la disperazione era così profonda, così assoluta da mettere paura all’ex osservatore.

“E sia .. se è questo che vuoi – cedette alla fine – ma ricorda le mie parole : se quello che stai facendo metterà in pericolo Buffy o la farà soffrire in qualsiasi modo io ti ucciderò con le mie mani”.

I lineamenti del vampiro si allentarono nuovamente nella loro forma umana. “Affare fatto,cominci pure”.

Aveva il potere di far perdere la pazienza  a chiunque, persino a Giles. “Spike, sono le 4:00 del mattino .. non potremmo pensarci domani? Il rituale deve compiersi nel luogo esatto in cui ti trovavi quando Drusilla ha bevuto da te .. e non credo che saresti in grado di individuarlo nella Londra attuale .. bisognerà fare una ricerca .. comparare delle cartine topografiche della città dall’ 800 ad oggi. Quindi aspetteremo domani per andare a cercarle all’archivio.”

“Ey sono un vampiro non sottovaluti le mie capacità sensoriali” disse lui imbronciato.

“Buonanotte Spike – tagliò corto – puoi stare sul divano se vuoi” gli voltò le spalle e tornò a letto senza lasciargli possibilità di replica.

 

 

4 giorni dopo …

 

 

Dopo lunghe ricerche, complicate anche dalla scarsa compatibilità di carattere tra i due, il luogo in questione fu individuato approssimativamente nei pressi di un’area di servizio.

La macchina di Giles si fermò davanti alle pompe per la benzina.

“Guardi si è riscaldato .. e vibra – disse il vampiro all’ex osservatore porgendogli il globo di vetro – faceva così anche quando era vicino a Drusilla .. sembra che sappia cosa deve fare”.

“Avverti qualcosa in questo posto?” gli chiese lui

“Uhmm .. non so – scesero dalla macchina – crede che ci sarà qualcuno di servizio?”

“Molto probabilmente dentro” gli rispose indicandogli un piccolo store sulla destra.

Spike iniziò a guardarsi intorno come in cerca della giusta frequenza su cui sintonizzarsi .. nella sua mano sinistra il globo adesso sembrava luccicare. Ad occhi chiusi fece alcuni passi verso il retro dello store .. “Io credo che sia qui”.

“Faremo meglio a sbrigarci prima che arrivi qualcuno” disse Giles agitato, e si allontanò di qualche passo voltando le spalle alla luna crescente, particolarmente propizia per le pratiche di magia bianca, che avrebbe vegliato sul loro rituale.

Spike sedette a terra a gambe incrociate e posò delicatamente il globo sull’asfalto, quindi Giles pronunciò per tre volte la formula “Quod per sanguinem avexum est per lacrimae redditor”, ed il globo compì una rivoluzione attorno a Spike liquefacendosi.

“Allora? Non succede niente?” fece lui impaziente, ma subito il cerchio che il globo aveva tracciato intorno a lui si illuminò e Giles vide la figura della creatura sovrapporsi a quella di Spike come se non avesse consistenza.

Fu la creatura stessa a completare la formula con le parole “per me” prima di scomporsi in innumerevoli bolle di luce che il corpo di Spike assorbì per poi cadere a terra sul fianco sinistro.

L’aria gli invase immediatamente i polmoni facendogli girare la testa, e qualcosa prese a martellare ritmicamente dalla profondità del suo torace. Sentiva pulsare le vene sulle tempie, il calore si propagò inondando il suo corpo .. gli sembrava di bruciare.

Giles si abbassò accanto a lui. “Come ti senti?”

“Debole” rispose il ragazzo con un filo di voce.

“Sta tranquillo – lo rassicurò Giles – è il tuo corpo che si deve riabituare alla vita .. sai l’ossigeno, la pressione del sangue e tutto il resto .. non agitarti”.

 

2 mesi dopo.

 

Spalancò gli occhi con uno scatto nell’oscurità della stanza, risucchiato improvvisamente nella coscienza della veglia.

Il senso di agitazione che gli rimaneva puntualmente addosso al risveglio nelle ultime due settimane gli lasciava presagire che stesse succedendo qualcosa nei suoi sogni, ma per quanto si sforzasse di mettere a fuoco non riusciva a ricordare di cosa si trattasse.

Si alzò e vide nel timer del videoregistratore di Giles (un regalo di Xander se non ricordava male, ma chissà se quel vecchio topo da biblioteca era capace di usarlo) che erano le 4:00 del mattino, faceva freddo ma era una sensazione piacevole, la trovava tonificante.

Uscì nel balcone notando compiaciuto che ormai non strascicava più i passi anche se aveva ancora dolori muscolari, e rimase lì ad aspettare l’alba respirando l’aria del mattino.

Da quando era tornato umano i suoi sensi si erano fatti notevolmente meno acuti, ma gli sembrava di poterne sentire l’odore .. non l’odore di qualcosa o qualcuno, semplicemente l’odore dell’aria.

Pensò che probabilmente gli altri umani non ci facevano caso perché per loro respirare era una cosa scontata .. o forse era lui ad inventarsi quell’odore perché troppo preso dall’entusiasmo per le ritrovate funzioni vitali.

Quello era il genere di spiegazioni con cui Buffy era solita smontare i suoi sentimenti .. e gli scappò un sorriso misto di tenerezza ed autocommiserazione all’idea di come i suoi pensieri seguissero i percorsi più strani per arrivare sempre alla cacciatrice.

Provò ad immaginarla .. chissà cosa stava facendo, dov’era, se c’era qualcuno accanto a lei, se ancora qualche volta le capitava di pensare a lui .. chissà come l’avrebbe presa quando lo avrebbe visto tornare .. la sua mente scivolò lungo i fianchi di lei e si chiese se fosse stato ancora in grado di soddisfarla ora che era solo un umano, ma il tempo aveva corso veloce quanto i suoi pensieri ed i riflessi caldi dell’alba nel cielo lo richiamarono alla realtà .. era meravigliosa.

“Da quanto tempo non ne vedevi una?” fece la voce di Giles alle sue spalle.

“Non ricordo neanche se ne avevo mai vista una prima di questa” gli rispose con aria assorta.

L’ex-osservatore lo aveva accolto in casa sua, lo aveva aiutato a riabituarsi alla condizione umana, si era occupato di lui e questo gli dava una strana sensazione .. come se fosse finito in una di quelle realtà distorte in cui nutriva un sentimento paterno per lui, come nel sogno di Xander all’indomani della sconfitta di Adam o quando Willow aveva pasticciato con la magia e tutti loro avevano perso la memoria.

“Come ti senti?”

“Non ho avuto la nausea ieri sera e ormai ho acquistato una discreta autorità sui miei muscoli quando gli dico di fare una cosa, per cui direi che non c’è da lamentarsi”.

“Bene .. il tuo organismo fa rapidi progressi con il metabolismo ed il movimento” disse Giles togliendosi gli occhiali per pulire le lenti con un lembo del pigiama “ma non mi riferivo a quello”.

Spike sbuffò irritato, intuendo che alludeva ai suoi ipotetici rimorsi di coscienza per via dell’anima che l’essere tornato umano comportava, ed alla possibilità che si sentisse impotente ora che non aveva più le facoltà di un vampiro.

“Senti, ho detto che sto bene. Io non sono mai stato come Angel, non c’è alcun motivo per cui io debba prenderla allo stesso modo”.

“Infatti” lo incalzò l’altro “Tu non sei come Angel, tu fai tutto facile, ti lasci trasportare dalle tue emozioni e dal tuo entusiasmo e non ti rendi conto che quello che fai potrebbe avere un prezzo”.

Giles continuava a preoccuparsi per Buffy.

“Beh, se anche ci fosse sarei io e soltanto io a pagarlo” disse Spike facendo per tornare dentro “può darsi che a me l’anima faccia un effetto diverso perché l’ho riavuta in modo diverso, di mia volontà”.

“Spike questo non toglie che le forze del male potrebbero venire a cercarti per fartela pagare” ribatté Giles spostando l’argomento su una questione che lo preoccupava ancora di più “e non deve andarci nessun altro di mezzo .. ricordati quello che ti ho detto”.

“Non sarà necessario che tu venga ad uccidermi per salvarla Rupert, non farei mai nulla che possa metterla in pericolo” tagliò corto il ragazzo “E per favore, chiamami William”.

Nei giorni seguenti i due non ripresero più l’argomento, le condizioni di William continuarono a migliorare finché un giorno annunciò che si sentiva pronto ad andare via.

“E se lei non ti volesse comunque? Che farai? Ci hai pensato?” gli disse Giles manifestando per l’ennesima volta la sua preoccupazione.

“Io non pretendo nulla da lei. Quello che ho fatto l’ho fatto perché spero che forse in questo modo mi crederà quando le dico che non sono più quello di una volta, e se non sarà così ..” abbassò lo sguardo consapevole del fatto che quello che stava per dire era solo una stupidaggine per tranquillizzarlo “..potrò voltare le spalle sapendo di aver fatto tutto il possibile per farmi accettare da lei”.

In realtà se quello che aveva fatto non fosse servito, sapeva che sarebbe stato impossibile per lui andare avanti, ma questo non lo avrebbe certamente detto a Giles, né tanto meno alla stessa Buffy.

“Grazie di tutto” aggiunse senza troppe cerimonie e si voltò per andarsene.

“William!” lo fermò l’altro con la voce “Se dovessi avere problemi chiamami”.

Era visibilmente imbarazzato nell’offrire ancora il suo aiuto a colui che aveva combattuto e poi disprezzato per tanti anni, ma aveva paura di essere stato irresponsabile almeno quanto lui nel desiderio di avere ancora un ruolo importante ora che Buffy se la cavava da sola.

Per un istante William fu sul punto di dirgli dei suoi incubi, e del fatto che pensava avessero a che fare con la sua anima visto che nelle ultime notti era riuscito a ricordare di aver visto i volti di alcune delle sue vittime durante il sonno, ma chissà cosa sarebbe stato capace di ricamarci sopra un osservatore se lo avesse fatto, e allora si limitò ad annuire e a dire a sé stesso che se la sarebbe cavata da solo.

 

3 giorni dopo a Sunnydale.

 

“Dawn che stai combinando lì dentro? Farai tardi a scuola!” disse Buffy alla sorellina da dietro la porta del bagno addentando una frittella.

“Solo un attimo .. lo sai che con l’umidità i miei capelli diventano un disastro, dopo la pioggia di ieri pomeriggio lo shampoo era obbligatorio” Rispose Dawn da dentro il bagno.

“Sbrigati, Xander sarà qui a momenti” insistè Buffy, e il suono del campanello sembrò voler confermare la sua previsione.

“Visto? Farai tardi come al solito” sentenziò rassegnata dirigendosi verso la porta, ma quando l’aprì dietro di essa non trovò Xander.

“Spike .. che ci fai qui?” disse con quel poco di fiato che la sorpresa le lasciò.

Solo un istante dopo si rese conto che era già mattina. “In pieno giorno ..” aggiunse con gli occhi spalancati per la meraviglia. Poi pensò che forse era riuscito a recuperare chissà come la gemma di Amarra che già una volta era riuscita a sottrargli e gli prese le mani per controllare, ma non c’era traccia dell’anello tra le sue dita e lei dimenticò immediatamente quell’ipotesi quando si rese conto che le sue mani erano calde.

Lui le sorrise dolcemente senza dire nulla, gustandosi lo stupore che si era dipinto sul suo viso, e si portò la mano di lei sul petto per farle sentire la piccola meraviglia che si agitava dentro il suo torace.

“Come hai fatto?” gli chiese sempre più incredula.

“è una storia un po’ lunga tesoro .. e non credo che abbia importanza. L’importante è che l’ho fatto per te”.

“Ma ..” cercò d’interromperlo, ma lui la zittì sfiorandole delicatamente le labbra con l’indice.

“Shh! L’ho fatto perché tu meriti un uomo vero”.

“Xander la tua macchina ha il turboreattore nucleare di serie,vero?” li interruppe la voce di Dawn proveniente dall’interno. “perché se no mi sa che stamattina arriverò mooooolto in ritardo” concluse la ragazzina sbucando fuori da dietro la sorella.

“Spike! Sei tornato!” urlò dalla gioia gettandogli subito le braccia al collo.

“Hai fatto la brava briciola?” le disse lui scherzosamente posandole un bacio affettuoso sulla guancia.

Solo in quel momento anche Dawn si accorse della stranezza di quella situazione.

“Spike che ti è successo?” gli chiese anche lei meravigliata “è giorno!”

“Ho incontrato la fata turchina piccola, e mi ha fatto diventare un ragazzo vero” rispose ironicamente per evitare di rispondere sul serio, non gli andava di raccontare loro della disperazione in cui lo aveva gettato l’ultima conversazione con Buffy, delle lacrime, della morte di Dru di cui non andava comunque orgoglioso, di aver dovuto coinvolgere Giles e delle difficoltà che aveva avuto inizialmente con la nuova versione del suo corpo.

“Ma stai dicendo che adesso sei umano??” Dawn era su di giri, mentre Buffy era rimasta ammutolita e pensierosa.

“Qualcosa del genere passerotto”.

William non aveva staccato i suoi occhi azzurri da Buffy neanche per un attimo, sperando di riuscire a captare che reazioni avesse suscitato dentro di lei il suo ritorno, ma era difficile capire se in cuor suo si stava chiedendo chi dannazione si fosse creduto di essere per pensare che così adesso lei lo avrebbe amato o se semplicemente non riusciva ancora a fare mente locale dell’accaduto.

“Ragazze scusate per il ritardo ma .. “ disse a gran voce Xander scendendo dalla macchina appena parcheggiata nel vialetto a Buffy e Dawn che erano davanti la porta con quello che in un primo momento aveva pensato fosse un venditore porta a porta “.. che diavolo ci fa lui qui?” chiese poi vedendo che si trattava di Spike “In pieno giorno poi!?”.

Spike si voltò scocciato dall’altra parte, Buffy abbassò lo sguardo imbarazzata e confusa, mentre Dawn era in preda all’eccitazione “Lui è umano adesso Xand!”

“Cosa??!” il ragazzo sembrava il più stupito di tutti.

“Xander siete tremendamente in ritardo, accompagnala a scuola” disse Buffy chiudendo bruscamente la conversazione prima che degenerasse “ne parliamo più tardi”.

Dawn sbuffò, voleva bene a Spike ed aveva pensato che non lo avrebbe più rivisto, ma ora lui era lì e probabilmente era felice per quello che gli era successo .. e lei si sentiva troppo eccitata per andare a scuola, ma alla fine seguì Xander in macchina.

“Non chiedermi niente perché non so niente” lo anticipò subito una volta saliti in macchina, temendo che l’avrebbe tempestata di domande per tutto il tragitto verso la scuola “è solo a Buffy che deve spiegarlo”.

 

 

 

 

 

Quando i due se ne furono andati William trovò il coraggio di guardarla di nuovo negli occhi.

“Non mi dici niente?” le chiese pentendosi immediatamente di averlo detto, per paura che se avesse continuato ad incalzarla avrebbe finito con lo spingerla a ritrarsi ulteriormente.

“Beh ecco .. i-io .. vedi .. mi sento .. confusa .. vuoi .. vuoi venire dentro?” balbettò la cacciatrice.

“Credo sia meglio che io vada” le rispose lui accennando appena un sorriso malinconico.

“Dove?”

“Pensavo di andare a cercare Clem, sarà contento di rivedermi. Non preoccuparti” e fece per voltarsi, ma lei lo afferrò per un braccio dicendogli “No aspetta .. credevo che volessi parlare”.

Quel piccolo contatto gli diede un brivido.

“Buffy ascolta .. non devi sentirti in imbarazzo, io non mi aspettavo niente, volevo solo che tu lo sapessi”.

“Clem si è trasferito nella cripta dove abitavi tu, lo sapevi?” disse lei nell’intento di riempire il silenzio per non lasciare a nessuno dei due il tempo di chiedersi cosa stesse pensando l’altro.

“Le cripte sono per i demoni” aggiunse quindi distogliendo lo sguardo prima ancora di rendersi conto di dove l’avrebbero portata quelle parole “puoi stare qui se vuoi”.

William scosse la testa istintivamente, quella proposta lo aveva colto di sorpresa .. la risposta che si sarebbe aspettato era piuttosto che lei non era certo un premio che lui era in diritto di riscuotere per la sua impresa, invece quello che gli aveva detto lasciava intendere che non lo considerava più una cosa cattiva e disgustosa .. e forse persino che si preoccupava per lui.

“è meglio che vada” ripeté accennando un gesto di saluto e voltandole le spalle.

In quella frazione di secondo mille pensieri inondarono la mente di Buffy .. le sembrava incredibile che lui avesse rinunciato a tutte le certezze di più di un secolo di esistenza barattandole con la sola possibilità di essere accettato da lei, ripensava a tutte le volte che si era sentita irrimediabilmente sbagliata a causa della piega che i suoi rapporti con gli uomini sembravano puntualmente prendere, ed ora che per la prima volta qualcuno era stato disposto a rischiare tutto pur di avvicinarsi a lei anziché colpevolizzarla per il suo modo di essere come aveva fatto Riley, o scappare come Angel,

fingendo di volerla proteggere quando era più che palese che quel distacco l’avrebbe distrutta; realizzò che forse non era incapace di amare perché era la cacciatrice ma si era convinta di questo perché aveva dato il suo amore alle persone sbagliate .. e per questo motivo non poteva lasciarlo andare.

“William!” lo chiamò mentre lo guardava allontanarsi “Davvero, resta .. per favore”.

L’ex vampiro non credeva alle sue orecchie : lo aveva chiamato William e gli aveva persino chiesto di rimanere “per favore” invece di prendersi quello che voleva e sbatterlo fuori a calci come al solito.

“Perché mi hai chiamato così?” ricordava bene di non averglielo chiesto lui.

“è il tuo nome, no?” fece di nuovo imbarazzata .. aveva sperato che capisse da solo che quello era il suo modo di sospendere le ostilità.

Alla fine il ragazzo acconsentì ad entrare e i due si sedettero in salotto, l’uno di fronte all’altra, senza dire nulla. Qualche minuto dopo fu William a fare il primo passo.

“Allora cacciatrice, cosa avevi di tanto importante da dirmi?”.

“A dire la verità pensavo fossi tu quello che ha delle importanti novità da raccontare” gli disse con un tono ironicamente solenne per spezzare la tensione.

“Beh, non c’è molto da dire .. ho incontrato qualcuno che ha capito che il mio dannato posto non era tra i demoni .. c’è stato un rituale, ci sono stati dei postumi da superare e ora sono qui. Fine della storia” era evidente che non aveva voglia di parlarne “ora tocca a te tesoro” concluse con un tono che non lasciava possibilità d’appello e Buffy notò come anche da umano non avesse perso la sua rinomata capacità di irritare la gente, ma in fondo aveva ragione lui, c’erano delle cose che voleva dirgli e allora decise di non andare per le lunghe.

“Ascolta” esordì ad occhi bassi “io so di essermi comportata in un modo mostruoso con te .. non credo ci sia bisogno di fare l’elenco”.

“E invece temo di si tesoro .. sai, da quando sono tornato umano sono diventato più lento a capire le cose, è meglio che tu sia più specifica .. per evitare malintesi”. Se quello doveva essere il giorno in cui lei finalmente avrebbe ammesso di essersi sbagliata su di lui, se lo sarebbe goduto fino in fondo.

Buffy deglutì visibilmente a disagio.

“è proprio il tuo momento,eh?” sospirò alzando gli occhi verso il soffitto.

“Ok .. ti ho usato come un’arma che era vantaggioso tenere dalla parte del manico .. ti ho usato come un secchio dentro cui vomitare quello che non potevo esternare con le persone che amo, i miei amici, perché temevo che non l’avrebbero retto e non volevo farle soffrire .. e ti ho usato come un bambolotto di carne quando fare sesso con te è stata una via di fuga dal senso di vuoto che sentivo dentro .. persino quando Riley è tornato qui a sbattermi in faccia la sua vita perfetta ti ho usato per non ammettere con me stessa che se la mia vita andava a rotoli la colpa era solo mia .. ti ho usato in ogni modo possibile senza darti mai nulla in cambio e senza chiedermi se soffrivi .. ma quello che non sai è che ti ho usato anche perché riversare su di te l’odio che provavo per me stessa era l’unico modo che conoscevo per andare avanti .. perché trattarti come ti ho trattato era giustificabile con il fatto che tu eri un mostro e non dovevo sentirmi in colpa perché non sono capace di rapportarmi agli altri .. perché non  potevo sopportare di essere amata così incondizionatamente quando l’opinione che avevo di me stessa era ancora peggiore di quella che avevo di te e non ero neanche abbastanza onesta da ammetterlo .. ma quando stamattina ti ho rivisto e mi hai detto quello che avevi fatto per me ..” a quel punto scoppiò in lacrime come una bambina, con la testa bassa e le mani strette tra le ginocchia, e lui biasimò se stesso per quel rigurgito d’orgoglio che lo aveva spinto a metterla in difficoltà .. che diavolo doveva essergli passato per quella dannata testa?

Si avvicinò a lei e la strinse tra le braccia, “Piccola va tutto bene, non importa” le sussurrò accarezzandole dolcemente la testa “Non importa più”.

“Tu hai rinunciato all’immortalità, alla forza del demone, a tutto quello che sei stato per oltre 100 anni” continuò tra i singhiozzi senza staccare il viso dal suo petto “nessuno aveva mai rischiato tanto per far funzionare le cose con me .. e io pensavo che era il mio comportamento a farli scappare, ma tu sei quello con cui mi sono comportata peggio e sei ancora qui .. e io non so più cosa pensare”.

“Buffy guardami” le disse prendendola per le spalle e scostandola da se in modo da poterla guardare negli occhi “io sono stato quello che sono stato, non posso cambiarlo e non voglio rinnegarlo perché in fondo è servito a portarmi dove sono adesso .. quando sono stato umano per la prima volta ero un patetico idiota, sempre alla ricerca dell’approvazione degli altri, e quando sono stato un vampiro m’importava soltanto di prendermi con la forza quello che non mi era stato dato, il rispetto, e non faceva differenza se lo ottenevo seminando terrore .. ma adesso è cambiato tutto, adesso sono un uomo migliore perché tu mi hai reso tale .. amare te mi ha reso un uomo migliore .. ed ora non vado più in cerca di approvazione, vado in cerca di quello che sono realmente per dimostrare che me lo merito il rispetto”. S’interruppe, respirò profondamente e si preparò a sciogliere l’ultimo nodo.

“Non pensare che dipenda dal dannato chip che il tuo ex e i suoi amichetti mi hanno messo nel cervello .. già quando Angelus cercò di risvegliare Acathla, io mi sono schierato dalla tua parte perché era la cosa giusta da fare; ma allora era ancora troppo difficile per me ammettere quello che provavo per te .. nello stesso modo in cui è stato difficile finora per te ammettere il vero motivo per cui ti accanivi tanto contro di me .. perché l’amore è un po’ come un uragano che ti sbatte nei posti più impensati e tu non puoi farci niente .. così l’ho giustificato come un compromesso vantaggioso ed un modo per vendicarmi del legame tra lui e Dru e riprendermi quello che era mio”.

“Ma poi sei scappato con lei prima della fine della battaglia”

“Già” le sorrise con amarezza “ma lei aveva scoperto il vero motivo per cui l’avevo fatto prima ancora che ne fossi consapevole io stesso .. lei leggeva la mente, soprattutto la mia visto che è stata lei a generarmi .. e me la fece pagare”.

“Leggeva?”

A quel punto pensò che se lei aveva rotto gli argini doveva farlo anche lui.

“è morta. L’ho fatta fuori”.

“Cosa? Credevo che un vampiro fosse legato alla volontà del suo sire”

“Credevi anche che non si potesse amare non avendo anima .. e che non fosse possibile per un vampiro tornare umano .. ma la vita è piena di sorprese cacciatrice. Dovevo uccidere colei che mi ha generato per spezzare il legame con le tenebre .. sarà che la disperazione è più forte della volontà”.

“è questo che hai fatto? Basta uccidere il proprio sire per tornare indietro?”

“Ey vacci piano .. non è una cosa che tutti possono fare” rispose stizzito a quella domanda che sembrava presagire una svalutazione del suo cambiamento.

“Ok, ok. Non ti scaldare”.

“Andiamo, quanti vampiri hai fatto fuori nella tua vita che erano soltanto delle bestie in cerca di sangue? Il pensiero di fare una cosa del genere non avrebbe sfiorato neanche da lontano la mente di uno solo di loro .. bisogna che ci sia ancora un briciolo di umanità dentro quella dannata carcassa demoniaca, e la mia era legata a quello che provo per te”.

La ragazza lo guardò con aria interrogativa.

“Quando te ne sei andata .. la sera della nostra ultima conversazione .. io ero a pezzi .. poi è saltata fuori questa specie di entità che canalizza le emozioni .. e ha detto che se ero ancora in grado di piangere in quel modo la mia anima non era stata del tutto vinta dal demone e avrei potuto tornare com’ero .. l’uccisione di Dru faceva parte del rituale” fece una breve pausa per accendersi una sigaretta “l’ultima vittima della mia dannata esistenza .. è un po’ un cerchio che si chiude,no?”.

“E adesso che progetti hai?”

“Qualcosa m’inventerò”

“Rimarrai?”

Chiuse gli occhi e aspirò dalla sigaretta come per pensarci un attimo.

“Sei sicura che è quello che vuoi?”

Buffy non gli rispose. Si avvicinò a lui, gli tolse la sigaretta dalla bocca e lo baciò con dolcezza.

 

 

 

                                                                           Fine (per ora..ma ho quasi finito il seguito)

 

                                                              Venus diablo.