Charade

Autore: Pandora 79

Naturalmente SPUFFY

Purtroppo non mi appartiene nulla...è tutto di quell'animale di Joss...sigh...

che dirvi? buona lettura, si comincia!


PROLOGO

Nonostante i suoi sforzi non era ancora riuscita a scoprire il nascondiglio del maestro della città.
Lui le mandava solo i suoi emissari per cercare di farla fuori, convinto che bastassero ad eliminare la cacciatrice.
Lui la sottovalutava…o si divertiva soltanto.
Buffy Summers giocava da sola alla guerra della notte.
Lei era la cacciatrice, e quelle come lei combattono sole.
Aveva due vite: durante il giorno faceva la cameriera in un bar dove si era creata un folto gruppo di amici; dopo il lavoro però…la musica cambiava e lei cominciava a ballare con i vampiri.
Aveva 23 anni.

Naturalmente nessuno a Sunnydale sospettava dell’esistenza di una cacciatrice e di conseguenza di quell’oscuro e sotterraneo mondo che apparteneva ai non-morti.
I non-morti, i vampiri, le creature che rivendicavano Sunnydale come loro territorio di caccia, non avrebbero mai permesso ad una ragazzina di eliminarli

Era poco più di un anno che Buffy si era stabilita in quella cittadina, tranquilla in apparenza; viveva sola, nella casa che sua madre aveva lasciato per lei dopo essersi trasferita in Europa col nuovo marito e la sorella Down.

Lei era arrivata sola a Sunnydale, pronta a ricominciare una nuova vita.
Nuova si fa per dire.
Credeva che arrivando lì si sarebbe lasciata alle spalle il suo passato ed insieme il fardello del suo destino.

Bhè…si sbagliava.


1.

Il Theatre Cafè era affollato anche quella sera: aveva finito il suo turno lì alle 19, ora le sarebbe bastato prendere qualcosa con gli amici per sentirsi meglio e abbastanza carica da affrontare una nuova ronda.
Stare con loro, anche solo qualche minuto prima di tuffarsi nel suo oscuro mondo le alleggeriva l’animo e il compito.
Si sistemò la giacca, le armi erano nella borsa, il trucco impeccabile, i lunghi capelli biondi in ordine, raccolti in una morbida coda di cavallo.
< Pronta per entrare Buffy? > si chiese < Al solito, come se non stessi per andare a far strage di vampiri, sporcandoti la giacca nuova di cenere! >
Entrò al bar: l’atmosfera era calda in quel posto, un ambiente fine ispirato al mondo di celluloide del cinema.
Rideva ogni volta che il suo sguardo cadeva sulla locandina di “Nosferatu”.
Dopo averle dato l’ennesima occhiata ironica, raggiunse il bancone e ordinò un cappuccino, poi andò al tavolo dai suoi amici: Xander e Anya, la coppietta felice, Willow e Tara, le inseparabili amiche, Andrew, il suo migliore amico ed infine lui, Paul.
Avevano avuto una breve e tormentata relazione, al termine della quale lui naturalmente l’aveva scaricata.
Lui l’aveva usata, lo stronzo.
Buffy si sentiva a disagio, ogni volta che lui era presente non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi.
Da non credersi!

Avvertì lo sguardo di Andrew su di se: tra tutti i suoi amici, lui era l’unico a conoscenza del suo segreto; gli occhi azzurri del ragazzo la scrutarono, cercando di carpire i suoi pensieri.
Buffy se ne accorse ed arrossì.
- Va tutto bene? – le domandò lui.
La cacciatrice annuì – Devo andare… - fece per alzarsi ma la mano di Andrew la bloccò, costringendola a fermarsi; era una parola esagerata naturalmente, se lei avesse voluto lo avrebbe scaraventato contro il muro.
Alzò gli occhi al cielo, poi lo guardò – Che c’è Andrew? Sai che non ho tempo per fermarmi qui… -
L’amico la fulminò con lo sguardo – Bugiarda…di solito resti fino a dopo mezzanotte! – le mostrò l’orologio – Ti informo che non sono nemmeno le undici! –
Buffy spostò la sedia, mettendosi al suo fianco – Non riesco a stare qui dentro! – gli sussurrò in un orecchio, conscia che Anya carpiva ogni segreto…di chiunque!
Andrew volse lo sguardo verso Paul – Per quell’idiota? Dio Buffy sei il terrore di tutti i vampiri e ti riduci così per lui? Potresti ribaltarlo con un dito! – le rispose a bassa voce.
Lei sospirò – Dammi tempo Andrew, vedrai che guarirò! Mi basta sfogarmi sui miei demoni succhiasangue per rilassarmi un po’! –
- Allora se le cose stanno così… - terminò l’amico - …vai e fagli il culo! -
La cacciatrice rise – Si…e mentre gli do calci a più non posso penserò che abbiano tutti la stessa faccia di cazzo! – e con quelle parole si alzò, salutando quasi tutti ed uscendo dal locale.
La danza aveva inizio…


2.

Eccola nei pressi del cimitero, il più grande di Sunnydale. Non ci entrava spesso, di solito gironzolava qua e la ed i vampiri la trovavano sempre.
Quel dannato maestro credeva che prima o poi sarebbe riuscito a farla eliminare da uno dei suoi servi.
Ma con chi credeva di avere a che fare? Buffy non era una cacciatrice comune, lei era forte, più delle altre, perché quel dannato e sconosciuto vampiro non si mostrava e l’affrontava faccia a faccia?
Per mesi lo aveva sfidato, uccidendo i suoi tirapiedi, mandandogli dei poveri relitti come superstiti.
Voleva che lui tremasse all’idea di Buffy Summers…ma nulla.
Tutto questo la mandava in bestia, non lo aveva mai visto in volto ed aveva l’estremo bisogno di spaccargli quella faccia rugosa che sicuramente si ritrovava!
I vampiri mancavano completamente di fascino!

Entrò scavalcando facilmente il cancello, ritrovandosi nel suo mondo notturno: arietta fresca, silenzio e il suo inseparabile paletto nella mano.
Saltellò tra le lapidi, come se fosse una bambina in un parco giochi, incurante dei pericoli che potevano coglierla di sorpresa; raggiunse il centro del cimitero e si fermò, respirando a pieni polmoni l’aria della notte.
I suoi sensi non erano mai in pausa caffè.
Appoggiandosi ad un vecchio albero controllò l’ambiente intorno a lei: niente di nuovo, evidentemente era ancora troppo presto perché i signorini uscissero dalle loro tane.

Quella sera avrebbe cercato di carpire informazioni sul maestro, torturando qualsiasi vampiro le fosse capitato sottomano: era ora di trovare un po’ di pace in quella città.
Sospirò, cominciando ad annoiarsi, poi sentì un lieve rumore di foglie calpestate, poco distante da lei.
I suoi sensi sembrarono impazzire, mettendola in allarme su qualcosa che non vedeva…ma che percepiva.
Strizzò gli occhi per cercare qualcosa, strinse il paletto nella mano destra e avanzò di qualche passo verso il punto oscuro.
Altri rumori di foglie e rami che si spezzavano.
Questa volta la luna piena illuminò una figura a lei sconosciuta.
Si era mostrato finalmente…
Allontanò distrattamente una ciocca di capelli dagli occhi e mise a fuoco la vista: scrutando da capo a piedi quell’uomo…
Non lo aveva mai visto, ne era sicura ora che la luce lo mostrava appieno: i capelli corti erano ingellati e disgustosamente ossigenati mentre gli occhi blu profondo la scrutavano con curiosità, incorniciati da un viso dai lineamenti spigolosi ma molto sexy.
Vestiva di nero, con dei jeans e una maglia a maniche corte.
La fissava con un sorriso strafottente ma Buffy non poté fare a meno di notare quanto le sue labbra fossero morbide e seducenti.
< Dio Buffy ma cosa ti salta in mente? Credi che quelle labbra sexy siano il lasciapassare per il paradiso? > scosse il capo infuriata con se stessa < ma che razza di domande mi faccio? >
Si concentrò di nuovo, tornando a scrutare lo sconosciuto che in quel momento aveva ridotto la loro distanza.
- Non ti sembra un posto poco indicato per una ragazza questo? – domandò lui tranquillo, la voce profonda e morbida.
< …e che voce… > continuò Buffy con i pensieri che vagavano troppo verso le nuvolette del sesso.
Arrossì, agitandosi – Potrei fare la stessa domanda a te… - ribatté lei secca, e quel tono di voce era più rivolto a se stessa che allo sconosciuto.
- Io dico che tu sei qui in cerca di guai… - continuò lui, accendendosi una sigaretta.
Buffy appoggiò il peso sulla gamba destra, rilassandosi: il senso di pericolo che aveva avvertito prima stava svanendo, stranamente.
- E che guai starei cercando? -
Lui sorrise mentre soffiava fuori il fumo – Ci saranno delle rivoluzioni in questa città prossimamente…cacciatrice… - aspirò nuovamente - …credi di essere pronta a tutto? –
Buffy strabuzzò gli occhi incredula: chi era quel tipo? E come sapeva chi era lei?
- Sei un vampiro… - sibilò lei mettendosi in posizione di difesa – Avrei dovuto capirlo subito! Solo una sciocca non ci sarebbe arrivata! Ormai non capitano più mortali nei cimiteri di notte! – sorrise sfidandolo con lo sguardo.
Il vampiro ossigenato continuò a fumare, camminando lentamente verso di lei – Abbassa le tue armi mortali raggio di sole…non voglio combattere con te… - si fermò un istante per spegnere la sigaretta - …almeno non questa notte… -

La distanza tra loro si era ridotta a poco più di un metro.
Buffy non smetteva di scrutarlo negli occhi, perdendosi in quel blu e maledicendosi per la sua leggerezza.
- Sei qui da un anno e non hai ancora trovato il maestro… -
- Mi stai prendendo in giro forse? – sbraitò lei animandosi ed arrossendo in volto.
Quasi come un fulmine lui la prese per le spalle, cogliendo la temibile cacciatrice alla sprovvista, spingendola con violenza contro un albero e lì inchiodandola con la sua stretta.
- Hai visto come ti lasci distrarre facilmente raggio di sole? – le chiese lui, assumendo per un istante il volto della caccia – Credi di poter fronteggiare il maestro con questi riflessi? – schioccò la lingua con l’aria di chi la sa lunga.

< Io mi sono distratta per colpa tua… > pensò Buffy inviperita, ma mai glielo avrebbe detto, gli avrebbe dimostrato che era superficiale e questo sentiva di non doverlo fare.
Ma si era accorta di quanto fossero vicini i loro visi? Poteva sentire il respiro gelido del vampiro.
- Vuoi uccidermi? – chiese lei senza esitare. Pur non sentendo pericolo, doveva ammettere di essere in netto svantaggio in quella posizione; lui era molto forte e le bloccava le braccia con una stretta di ferro.
- Cacciatrice… - sospirò lui, avvicinandosi al suo collo ma senza mutare volto; strusciò il viso sulla guancia della ragazza e la morse senza però ferirla.
Le procurò “solo” dei brividi in tutto il corpo.
< Ma cosa fa… > si chiese lei, faticando a comporre un pensiero.
La vocina nella sua testa le diceva con insistenza prendi il paletto e uccidilo… ma chissà perché non ci riusciva.
Lui scoppiò a ridere, allontanandosi da lei, liberandola e indietreggiando di qualche passo – Hai un buon sapore… - le disse, passandosi la lingua sulle labbra – Buffy… -
< Ma chi ti ha dato il mio nome zotico? > si chiese lei, ancora paralizzata.
- Io so tutto di te… - le rispose il biondo, come se le avesse letto nel pensiero – Ricordati il mio nome cacciatrice…Spike…non scordarlo… -
Lei si scosse nel sentire quel nome, sciogliendosi da quello stato di torpore – Ma cosa diavolo vuoi da me? –
Ma lui non rispose, facendo spallucce e voltandosi per tornare nell’oscurità da dove era venuto.

*****

La vide agitarsi, cominciando a calciare l’albero e inveendo contro di lui: sapeva di averla messa in difficoltà con il suo gesto, era a conoscenza del fascino che aveva esercitato su di lei.
Ma anche lei non scherzava…
Aveva realmente un buon sapore. L’avrebbe morsa se non si fosse imposto di non farle male, almeno quella notte.
Quei capelli biondi erano così morbidi che ci avrebbe immerso il viso, sentire la pressione dei suoi seni mentre la bloccava all’albero avevano risvegliato i suoi istinti più animaleschi.
Quella ragazza era un fuoco! E aveva già capito che l’orgoglio era il suo punto debole. Sapeva già come farla infuriare…si sarebbe divertito alla grande con lei, prima di finirla.
La cacciatrice…a Sunnydale durava da troppo tempo!

*****

Ma chi diavolo credeva di essere quel maledetto vampiro ossigenato? Due minuti con lui e già lo detestava immensamente!
< Come si è permesso di sbavare sul mio collo? > si chiese, fissando l’erba mentre raggiungeva l’uscita del cimitero; in quell’istante un vampiro novello uscì dalla bara, ringhiando e guardandola con i suoi gialli occhi famelici.
Buffy continuò a camminare e con un rapido movimento impalettò il nuovo nato senza nemmeno degnarlo dell’attenzione che si sarebbe meritato in un altro momento.
Mentre la cenere che era stato quel vampiro si spandeva nell’aria, la cacciatrice ci passò in mezzo scostandola con un gesto rapido dalla sua giacca e continuando ad avanzare in preda alla rabbia.
< Zotico vampiro…la prossima volta ti farò vedere chi sono io! > continuò ringhiando e scavalcando il muro.
Ma mentre l’aria della notte le agitava i capelli, dall’alto del muro del cimitero, ripensò alla sensazione che le aveva dato quel leggero morso, dato con denti normali e la sensazione della pelle calda con quella gelida di Spike.
< Stupida cacciatrice volubile! > si disse e saltò giù, correndo verso casa.
Per quella notte basta ronda, che i vampiri facessero un po’ di vacanza.


.

- Hey Buffy! Che ti prende oggi? – la voce di Andrew la distolse da un pensiero fisso che aveva nella testa dalla notte precedente, identificabile come una figura nera con i capelli giallo lampione; le piaceva deriderlo in quella maniera tra se e se.
La ragazza sbatté le palpebre più volte, come per tornare sul pianeta, poi focalizzò l’amico – Ciao Andrew…scusa ero soprappensiero… -
Lui sorrise come se avesse capito quale fosse la causa – È il lavoro? Cioè…quell’altro? – domandò.
Buffy sospirò annuendo – Cosa ti do? –
Lui ordinò un analcolico alla frutta come aperitivo – Non ti ho mai vista così…è successo qualcosa? –
Lei scosse il capo – Niente di particolare stai tranquillo… - disse un po’ tesa, indicando con lo sguardo Anya che si stava avvicinando al bancone.
Quello era il segnale per chiudere il becco su qualsiasi argomento volesse rimanere tra loro due: quella ragazza aveva la bocca come una ciabatta, non riusciva a tenere stretto niente.
- Ciao ragazzi che si dice? – esordì, chiedendo una birra e un succo di frutta per lei e Xander.
Andrew fece spallucce e Buffy lo imitò – Al solito Anya – rispose la bionda – Non c’è niente di nuovo… -
Il ragazzo fissò Anya e sorrise – Fammi pensare…adesso però mi è venuta in mente una cosa! Stanotte c’è una maratona di star trek in tv! –
Anya si appoggiò al bancone dondolandosi un po’ con aria sorniona, facendo finta che il ragazzo non avesse detto nulla – Oh andiamo…lo so che mi nascondente qualcosa…lo vedo dai vostri sguardi…dai su…a me potete dirlo…quale scabrosa relazione tenete nascosta al gruppo? –
Ci mancò poco che l’analcolico non andasse di traverso ad Andrew per quelle parole – Anya! – esclamò rimproverandola – Non credi di doverla smettere ormai con questa storia? –
La ragazza arricciò il naso e si allontanò con le sue ordinazioni, raggiungendo il tavolo.
Buffy rise mentre affettava un’arancia per spremerla – Quella lì cerca ogni volta di estorcerci una relazione tra noi che non esiste…non può concepire che io e te siamo solo amici! –
Andrew sorrise, tossendo per riprendere il controllo delle sue funzioni vitali – È curiosa e impicciona…e forse un giorno dovremmo darle la lezione che si merita! – rise ancora con più gusto – Qui credono che io e te si vada a letto di nascosto da quando ci conosciamo! –
- Si – rispose Buffy dolce – Ma non hanno capito proprio niente! Ma si, lasciamogli credere questa cosa…in fondo ci siamo sempre divertiti a farli morire… -
L’amico la guardò sospettoso – Hey bimba…non sarà che ora ti fa comodo questo sospetto nel gruppo per far ingelosire una certa persona? –
Buffy arrossì – Naaa… - guardò l’ingresso del bar: Paul non era ancora arrivato quella sera, chissà dov’era…
Lo sguardo vagava sempre verso la porta quando lui non c’era, sempre con la speranza che lui entrasse e andasse verso di lei.
- Mi conosci troppo bene ok, non posso mentire…si forse questa cosa mi fa piacere…ma non è con questi mezzi che puoi riavere l’amore di una persona se non ti ha mai amato soprattutto… -
Lui le diede un buffetto sul naso – Hey…via i musi lunghi cacciatrice! –
Buffy sgranò gli occhi: al sentirsi chiamare in quel modo ripensò alla voce di Spike.
< Via via…cattivi pensieri! >
L’amico la interrogò con lo sguardo – Ti stavi estraniando ancora…su dai…non parleremo più di quell’idiota ok? –
- Quell’idiota è tuo amico fino a prova contraria… - ribatté lei.
- Si, ma tu sei la mia migliore amica!! – le rispose pronto – E non ho dubbi su chi viene prima nella scala gerarchica dell’amicizia… - dopo una breve pausa Andrew decise di cambiare argomento – Allora…quanti ne hai fatti fuori ieri? – domandò, dopo essersi assicurato che Anya fosse lontana dal raggio della sua voce.
Buffy si girò per prendere un bicchiere – Uno…mormorò timidamente –
Andrew strinse gli occhi non capendo – Uno? –
- Si… - sbottò lei – C’è stato un contrattempo… -
- E cioè? – chiese lui. Detestava interrogarla, ma detestava ancora di più quando lei era così evasiva.
Buffy scosse il capo aggrottando le sopracciglia – È che ho avuto dei problemi con un vampiro che mi…mi ha messa in difficoltà – si portò istintivamente una mano al collo, sentendo calore.
- Wow…uno è riuscito a tenerti testa? E chi era, il maestro? -
La ragazza lo fissò negli occhi – No…o almeno, non lo credo possibile! Il maestro non si presenterebbe mai a me in quel modo…e non mi lascerebbe mai andare via…viva… -
- Vuoi dire che lui ti ha battuta? – chiese lui incredulo.
Buffy annuì – Diciamo in un certo senso di si…ha avuto la meglio su di me perché mi ha colta di…sorpresa… - rispose.
< Ma perché non gli dico quello che è successo veramente? Te ne vergogni così tanto Buffy? > non riusciva a dire al suo migliore amico che il vampiro si era strusciato al suo corpo facendola rabbrividire di…desiderio?
< Diavolo! > imprecò mentalmente.
- Wow… - reagì lui – Il terrore del mondo oscuro messo in difficoltà? Quasi non ci credo… -
- Non scherzare Andrew! – grugnì lei, pulendo il bancone, spinta dal suo orgoglio ferito – Non c’è niente di ridere…io rischio la pelle la notte… -
L’amico indietreggiò, alzando le mani in segno di resa e sorridendo lievemente – Ok ok…scusa Buffy, non volevo scherzare così…so quello che fai e lo apprezzo, sicuramente più di tutti visto che sono l’unico a saperlo…ma ogni tanto mi piace sdrammatizzare per alleggerirti lo spirito… -
Con quelle parole il sorriso tornò sul volto della cacciatrice: solo lui poteva farlo!
Buffy guardò l’orologio appeso al muro di fronte a lei: erano le sette, tra meno di un’ora avrebbe finito il turno.
< Finito un lavoro inizia quello vero… > pensò sbuffando. Dentro di se però quasi desiderava tornare al cimitero per cercare di incontrare di nuovo Spike.
- Pensi di scovare quel vampiro? – domandò Andrew facendola rabbrividire.
Lo guardò torvo – Ma sono così cristallina? – domandò spostandosi in un altro angolo del bancone e lasciando l’amico perplesso ma divertito.
Solo lui poteva trovare un’amica così…unica.

*****

< Stanotte si evita un certo cimitero… > si ordinò mentalmente la cacciatrice passeggiando in una stradina poco illuminata mentre raggiungeva il bar per il solito caffè pre-caccia < Stasera si gironzola camminando allegramente in mezzo al pericolo di un assalto da parte di qualche vampiro affamato…e niente lapidi e prati verdi bagnati dalla rugiada! >
Sbucando dalla via vide l’insegna del Theatre Café e allungò il passo.
Voleva assolutamente una dose doppia di caffeina per poter affrontare la notte: a volte si chiedeva come facesse a dormire così poche ore solo al mattino e riuscire ad affrontare una giornata di lavoro diurno…ma probabilmente la risposta stava nei suoi poteri di cacciatrice.
Vide Paul in lontananza, fuori dal bar che fumava una sigaretta in solitudine.
Presa da una stretta allo stomaco, Buffy iniziò a camminare nervosamente, con passi piccoli e rapidi.
Lui la vide e le sorrise, salutandola.
< Come diavolo fa questo idiota a salutarmi come se niente fosse? Dopo quello che mi ha fatto…potessi prenderlo a calci… > supplicò lei ricambiando il saluto fredda.
- Non hai paura a venire qui a piedi la sera? – le chiese lui.
< Ma non hai nient’altro da chiedere? > pensò lei.
- No…sono i cattivi a dover avere paura di me… - puntualizzò lei con un sorriso a trentadue denti.
Improvvisamente il gelo la colse lungo la schiena.
Perché?
Dall’ingresso del bar vide una figura di spalle: poteva essere chiunque? No.
< Spolverino nero…jeans neri…capelli ossigenati? > Buffy si agitò mentre Paul accanto a lei le parlava, sicuramente di qualche idiozia sui suoi videogiochi infantili.
< Spike? > Buffy continuava il suo ragionamento mentale < Qui? Perché? >
Mosse i primi passi verso quella figura.
- Lo conosci? – le chiese Paul, ma la ragazza non lo sentì affatto, forse di proposito, forse perché era stata catturata da qualcun altro…
Andrew arrivò alle spalle del ragazzo – Ma dove va Buffy? – chiese.
Paul scosse il capo – Ha visto uno…e lo sta seguendo… - rispose vago. Andrew sorrise, comprendendo cosa forse poteva essere successo: allarme vampirico al bar!

Buffy raggiunse il presunto Spike e lo bloccò con una mano sulla spalla – Hey tu! – esclamò – Perché sei qui? – lo costrinse a voltarsi, ma quando questi si voltò, la ragazza ebbe un’amara sorpresa: non era Spike.
- Dici a me? – domandò brusco lo sconosciuto.
Estremamente in imbarazzo la cacciatrice si scusò col ragazzo.
< Ma ossigenarsi i capelli è tornato di moda? > si chiese dubbiosa: fortunatamente era abbastanza distante dal bar da non essersi fatta notare dagli amici. Chissà cosa avrebbero pensato.
Girò i tacchi ma la risata di un uomo la fece voltare di nuovo.
- Che c’è…ora mi vedi ovunque? – come la sera prima, dal buio sbucò fuori…Spike; stringeva per il cappotto il tizio che Buffy aveva scambiato per lui. Evidentemente era morto.
La cacciatrice lo guardò esterrefatta – L’hai ucciso… -
Spike annuì, lasciando cadere a terra il cadavere e prendendo lo spolverino di pelle del tizio – Questo era mio – disse, indicando il capo d’abbigliamento – Ho pagato io questo qui per portarti lontana dal tuo posto di lavoro… -
< E questo qui sa anche dove lavoro? Ma dove ha preso tutte queste informazioni? > pensò allibita.
- Stai tranquilla…era uno da niente questo qui… - disse dando un colpetto con la scarpa al torace dell’uomo.
- Non potevi usare altri mezzi per parlarmi o aggredirmi? Tra poco sarei comunque andata via da qui… - sbottò lei raggiungendolo. Non lo temeva? Da morire…
- Non sono un tipo paziente raggio di sole…e poi mi sembrava che la compagnia del tuo damerino ti stufasse… - rispose lui con un sorriso strafottente ma molto…molto sexy.
Buffy arrossì – Non sono affari tuoi! E poi…dannazione tu sei un vampiro, è la legge della natura, io ti devo combattere, tu devi morire…perché siamo qui a parlare? –
Spike rise e si accese una sigaretta, offrendone una alla ragazza – Non fumo – rispose lei secca.
Lui fece spallucce e s’infilò il pacchetto in tasca – Noi stiamo parlando piccola…ma non abbiamo concluso ancora nulla… -
Buffy si sentì avvampare e temette per un istante che il rossore fosse evidente al viso.
Le parve di no perché Spike non la degnò di attenzioni…particolari.
- Concluso? – cercò di domandare lei con voce ferma – Io non capisco le tue intenzioni…vampiro… - rimarcò lei l’ultima parola.
Lui scosse il capo – Non pensare male…raggio di sole ti scandalizzi troppo in fretta…chissà perché quel tipo ti avrà mai scaricata! –
- Noi non siamo qui per parlare di me! – sbraitò lei, poi si pentì di aver usato quel tono di voce, più che altro perché non voleva attirare attenzione.
- A no? – Spike inarcò un sopracciglio – Vuoi proporre altro raggio di sole? Io sono disposto ad ogni esperienza… - proseguì, abbassando la voce e toccando il cuore di Buffy, facendola quasi sobbalzare.
< Ma che fa? Deve essere impazzito…e io con lui se non gli ho ancora infilato un paletto nel cuore… >
Buffy si voltò – Sono stufa di questi discorsi idioti…idiota! – sbottò – Vattene Spike… -
Ma lui la colse ancora di sorpresa, bloccandola con una mano – Aspetta cacciatrice… - l’attirò a se.
Lei andò a sbattere contro il suo torace e poté appurare quanto fosse sodo quel corpo gelido: il calore le salì ancora al volto, ma era solo rabbia?
Lui la bloccò, stringendola in una morsa che era più un abbraccio.
Spike annusò i suoi capelli, poi le sfiorò il collo con le labbra – Potrei ucciderti lo sai…cacciatrice? – le disse in un sussurro – È già la seconda volta che ne ho l’occasione e non lo faccio…non ti sei chiesta perché? –
Buffy deglutì a fatica e in un momento di pazzia girò il viso per incontrare quello del vampiro. Erano occhi negli occhi, le labbra a millimetri di distanza.
- Non…non lo so… - rispose lei a fatica.
- Ho bisogno del tuo aiuto… - le sussurrò lui, sfiorando più volte le sue labbra mentre parlava.
Buffy si sentì cedere ma la stretta del vampiro era salda e non sarebbe caduta.
- Aiuto? Da me? – domandò con voce roca – Cosa…cosa può volere un vampiro dalla cacciatrice? -

Spike la lasciò andare e Buffy quasi cadde a terra.
Fece qualche passo confuso in avanti cercando di recuperare equilibrio, poi si voltò – Aiuto da me? – chiese ancora – Cosa diavolo vuoi? –
- Ti sei ripresa… - constatò lui – Mi rendo conto di averti scossa troppo…col mio gesto – ridacchiò lui – Vai al tuo bar per riprendere possesso delle tue facoltà mentali raggio di sole…io ti aspetterò al cimitero tra due ore…in fondo la notte è giovane… -
Senza darle possibilità di ribattere, Spike si voltò e tornò come la sera prima dall’oscurità dalla quale era venuto.

4.

Andrew la aspettava all’esterno del bar, ancora in compagnia di Paul – Sembra scossa… - notò quest’ultimo.
Il biondo aggrottò la fronte guardando l’amico: da quando notava il malessere in un’altra persona che non fosse lui?
Scosse il capo ancora incredulo e andò incontro a Buffy: aveva lo sguardo sconvolto, le guance arrossate, gli occhi distanti.
- Tutto bene Buffy? – le chiese.
Lei annuì distrattamente.
- Era quello che penso io? – proseguì.
- Peggio… - rispose lei; stava per raccontargli tutto, poi si accorse finalmente di Paul e si zittì – Te lo dirò in un altro momento… - tagliò corto.
- Hey raggio di sole…stai bene? – le domandò Paul.
< Raggio di sole? > il modo in cui l’aveva chiamata le fece accapponare la pelle.
- Non chiamarmi mai più in quel modo! – sbottò rivolgendosi acida all’ex.
Paul si meravigliò della reazione di Buffy mentre Andrew quasi scoppiò a ridere, ma si trattenne.
Buffy si passò nervosa la mano tra i capelli: due ore…doveva aspettare due lunghe ed interminabili ore prima di vedere Spike?
Perché voleva il suo aiuto? Diamine, lei era così curiosa…
- Vado dentro a bere qualcosa… - disse, rivolgendosi però soltanto ad Andrew.
- Ti raggiungo tra un attimo… -
una volta rimasti soli, Paul offrì ad Andrew una sigaretta – ma perché mi ha trattato in quella maniera poco fa? – domandò stranito.
L’amico arricciò il naso disgustato.
Alzò gli occhi al cielo ed entrò al bar senza dargli risposta…in fondo non la meritava!

*****

< Perché sto andando al cimitero? Avevo detto che questa notte non ci sarei andata… > si rimproverò Buffy uscendo dal bar e guarda caso, incamminandosi verso il luogo dove Spike le aveva dato appuntamento.
Andrew non le aveva chiesto nulla, non voleva sapere mai dove andava e lei apprezzava il suo comportamento.
Paul invece le dava i nervi anche solo con la sua presenza: era un verme, senza rimorsi! Come poteva cercare di fare l’amico…quando non lo era affatto? Buffy lo detestava, non c’erano dubbi.
A volte odiava anche le amiche perché facevano le superiori, difendendolo e intimandola di far finta di niente.
Come fai a far finta di niente?
Scosse il capo allontanando il pensiero, ora stava lavorando, non poteva deconcentrasi…
Qualche minuto e sarebbe arrivata: sperava solo di non far tardi…
< Tardi? Aspetterà se necessario quello lì…dopo tutto è immortale, può benissimo aspettarmi degli anni! > ma chissà perché la sua andatura non rallentava.
Il cancello del cimitero era chiuso come sempre, Buffy però scavalcò il muro di fianco con facilità: avevano appuntamento tra più di trenta minuti e lei era già arrivata.
Buffy pensò che nel caso avrebbe ridotto qualcuno in polvere…per ammazzare il tempo.
Raggiunse il punto dove si erano incontrati la notte prima: osservò il grande albero dove lui l’aveva inchiodata e quasi “aggredita”, decidendo di salirci sopra.
Si arrampicò con agilità e osservò l’ambiente intorno a se.
Aspettò.

Allo scoccare delle due ore di attesa, Buffy sentì dei passi venirle incontro: era Spike.
Camminava tranquillamente, con la sigaretta tra le labbra, l’andatura sexy, gli occhi blu intensi e magnetici.
< Oh… > pensò Buffy rapita, poi tornò alla realtà.
Lui ora era sotto di lei, appoggiato alla corteccia dell’albero, continuando ad assaporare la nicotina.
Buffy decise di fare il suo ingresso trionfale e saltò a piè pari dall’alto del ramo dove si era appollaiata.
Spike non fece una piega, limitandosi a fissarla col suo sorrisetto strafottente sulle labbra.
< Bhè? Perché non fa una piega? > credeva di stupirlo ma evidentemente si sbagliava.
- Ciao raggio di sole…aspettavo che tu volteggiassi giù dall’albero… -
Buffy strabuzzò gli occhi.
- Non fare quel musetto… - si portò un dito al naso - …riconoscerei il tuo odore anche in mezzo a cento persone! -
Lei sbuffò.
- Vieni qui! – la invitò il vampiro allungando la mano verso di lei – Sediamoci sul prato, abbiamo molte cose da dirci… -
Buffy lo interrogò con lo sguardo – Io non ho nulla da dirti…semmai sei tu che mi devi delle spiegazioni…vampiro! Cosa può volere da me uno come te? –
Un leggero vento primaverile le mosse i capelli e il profumo di vaniglia arrivò intenso alle narici del vampiro.
- Siediti raggio di sole…non ti mordo…va bene, ti dirò tutto… - terminò serio.
Ancora riluttante, Buffy ignorò la mano del vampiro e incrociò le gambe sul prato, guardandolo ancora in piedi con aria impaziente.
Lui capì al volo quell’espressione e si accomodò, molto vicino a lei: sembrava stupido, ma le loro ginocchia si sfioravano e questo metteva in imbarazzo la cacciatrice.
Si mosse nervosa, ottenendo un leggero distacco.
Spike se ne accorse perché trattenne a stento un ghigno.
- Allora…Spike…cosa vuoi da me? – domandò lei.
- Ho bisogno del tuo aiuto cacciatrice – rispose serio – Ma l’aiuto che tu dai a me…servirà anche a te credimi… -
Lei lo fissò dubbiosa – Cosa intendi? Non parlare per enigmi Spike, non ho tempo da perdere con delle stupide parole senza senso… - sbuffò spazientita alla fine.
Forse era stata una cattiva idea andare a quell’appuntamento.
Il vampiro socchiuse gli occhi e prese qualche istante prima di ricominciare a parlare – Conosci la Lancia di Longino? – domandò.
Buffy, che in quel momento stava decidendo se restare, si bloccò.
< La lancia di che? > pensò. Voleva dirlo ad alta voce ma chissà perché non voleva apparire così ignorante agli occhi del vampiro.
Spike attese una risposta e lei fu costretta ad ammettere la sua mancanza – Poco male raggio di sole, te lo dirò io…la Lancia di Longino, o Lancia Sacra non è altro che l’arma che colpì il costato di Gesù in croce; la credenza cristiana racconta che Gaio Cassio Longino, un centurione romano, oltraggiò il corpo senza vita del Figlio di Dio con una lancia. Da quella ferita ne uscirono sangue ed acqua che, a contatto con la lama la resero ricca di mistici poteri –
Buffy lo ascoltava attentamente, chiedendosi dove volesse arrivare con questa storia.
- Nel corso dei secoli, quest’arma miracolosa, è passata dalle mani più potenti ed illustri della storia della razza umana…si narra che chiunque la possieda può vincere su qualsiasi nemico. Carlo Magno e Costantino il Grande sono solo due dei nomi più famosi che l’hanno posseduta…l’ultimo suo possessore è stato niente meno che Adolf Hitler… -
La cacciatrice spalancò la bocca incredula.
- Ti stupisce? Chissà come ha fatto a perdere la Guerra allora quel pazzo…ebbene…poche ore prima che lui si suicidasse, si racconta che gli inglesi trovarono il nascondiglio della Lancia e la portarono via dalle mani tedesche…ecco il perché della sua sconfitta… -
- Il destino di una nazione nelle mani di una Lancia… - sussurrò Buffy.
Spike annuì.
- Perché mi stai dicendo tutto questo? – gli chiese poi lei.
Il vampiro prese una mano della ragazza tra le sue – Ricordati che faccio tutto questo solo perché ti accorgerai che i nostri interessi sono gli stessi…cacciatrice – mise in chiaro lui – Non lo faccio per te…ma ho bisogno del tuo aiuto! –
Buffy lo guardò impaziente – Va bene…vampiro, allora vuoi dirmi dove vuoi arrivare? –
Ogni volta che lui la chiamava “cacciatrice” lei lo chiamava “vampiro”.
- Il maestro – e a sentire quella parole le orecchie di Buffy si drizzarono – l’ha trovata! Non so dove l’abbia recuperata, nessuno era a conoscenza del suo vero nascondiglio. La Lancia in esposizione all’Hofburg di Vienna è solo un’imitazione, quella vera era scomparsa dopo il ritrovamento in Germania… -
- E quindi? Cosa se ne vuole fare con quella lancia? – domandò la ragazza, cercando invano di sciogliere la stretta sulla sua mano.
- Vuole ottenere la vera immortalità… -
- La vera immortalità? – ripeté Buffy.
- Per l’inferno maledetto cacciatrice, non hai un osservatore che t’istruisca? – sbottò Spike spazientito – Ogni vampiro maestro ambisce a questo…come puoi non esserne a conoscenza? -
Buffy si fece piccola piccola a quel rimprovero: lo avrebbe preso volentieri a calci, ma non ne aveva la volontà.
- Io non ho un osservatore…è morto… - rispose lei laconica – Nessuno mi ha mai istruita…io ho lottato…e ho imparato sulla mia pelle ad essere una cacciatrice – rispose aumentando il tono di voce – Non ho bisogno di un vampiro come te che mi dica che mi mancano l’istruzione e la conoscenza! Io agisco e queste è sufficiente! – con uno strattone si liberò da Spike e si alzò ma lui fu rapido nel raggiungerla e bloccarla per un braccio.
- Aspetta! – urlò lui – Non volevo offendere il tuo orgoglio di cacciatrice… - le disse sarcastico – Ma non è il momento per stupidaggini come questa! Non dimostrare di essere una bambina! Renditi conto ragazzina che il maestro è molto più potente di te…e se attuerà il suo piano ti schiaccerà definitivamente! -
Buffy chiuse gli occhi per non incontrare quelli blu di Spike – Cosa vuole fare con quella lancia? – ripeté la domanda di prima.
Spike mollò la presa su di lei dopo essersi reso conto che non opponeva più resistenza – C’è un rituale… - ricominciò - …ancora non so bene di cosa si tratti…però attraverso la lancia potrà diventare immortale in maniera definitiva…e per la razza umana sarebbe la fine… -
- Per immortale intendi… -
- Immune alle croci, ai paletti, al sole…a qualsiasi cosa…immune persino alla forza della cacciatrice… -
Buffy sentì il sangue gelare nelle vene e si irrigidì: Spike sosteneva che lei non fosse abbastanza forte per il maestro…e se lui avesse ottenuto quell’immunità sarebbe stata la fine, non solo per lei… -
- Tu combatti i suoi servi ogni notte, ma a lui non costa fatica crearne altri…lui si sta divertendo con te, vuole vedere fino a dove arriverai…vuole vederti cedere… -
- È per questo che non si è mai mostrato? -
Spike annuì – Lui sostiene di essere più forte di te e di poterti schiacciare quando vuole…ma ama divertirsi… -
- E tu perché mi dici questo? Perché mi metti al corrente di tutto? – chiese. Dopo tutto, a lui cosa veniva in tasca se lei sapeva?
- Io lo odio… - rispose secco – Se c’è una creatura sulla terra e all’inferno che io odio è lui…e voglio fare qualsiasi cosa per eliminarlo… -
- E non sei in grado di farlo da solo? -
Il vampiro la avvicinò a se, quasi abbracciandola – Non capisci? Ingaggiare una lotta da solo con lui sarebbe troppo rischioso per me…ho bisogno di un alleato…e chi meglio della cacciatrice che lo vuole eliminare almeno quasi quanto me? Io voglio ridurlo in miseria, voglio mandare a monte il suo piano di gloria…e voglio che sia tu ad ucciderlo…perché essere sconfitto dalla cacciatrice che ha sempre sottovalutato…sarà lo smacco finale… -
Buffy cercò di divincolarsi – Hai detto che non sono pronta… -
Spike aumentò la presa – Io ti aiuterò… - rispose lui con voce roca, guardandole ossessivamente le labbra.
- Lasciami andare… - lo supplicò la cacciatrice con un tono di voce poco convincente.
- Mi chiedo ancora come quel cazzone ti abbia scaricata… - le sussurrò lui a fior di labbra, prima di appoggiare le sue per un casto bacio.
< Mi sta baciando! > gridò Buffy nella sua testa < Liberati Buffy! > si ordinò, ma il suo corpo gridava tutto il contrario.
Ma non dovette far fatica a pensare sul da farsi perché fu lui ad allontanarsi.
- Non mi toccare mai più! – gridò lei passandosi una mano sulla bocca – Nessun vampiro deve toccarmi chiaro? -
Spike alzò le mani in segno di resa – Vuoi picchiarmi? Ricordati che senza di me…non hai speranze cacciatrice… -
Lei lo fissò, senza reagire, poi lui si voltò cominciando ad allontanarsi.
- Dove vai? – gli urlò Buffy.
Spike si voltò – Me ne vado…sbollisci la rabbia e la repulsione per me raggio di sole…se vuoi sopravvivere per qualche mese in più della media delle cacciatrici, dovrai vivere a stretto contatto con me piccola…abbiamo molto lavoro da fare… -
Buffy strinse i pugni – Cosa devo fare? – chiese stizzita.
- Presentati all’ingresso del cimitero domani notte…ti verrò a prendere io per andare in un posto… - le rispose lui, poi sparì nell’oscurità, lasciando Buffy come sempre, furiosa.

*****

< Maledetto vampiro! > imprecò tra se Buffy mentre camminava verso la casa di Andrew. Erano da poco passate le quattro del mattino ma sapeva che lo avrebbe trovato sveglio.
Suonò il citofono e dopo qualche istante una voce amica rispose, anche se un po’ assonnata.
- Chi è? -
- Andrew sono io…fammi salire! – sussurrò attaccata alla griglia di metallo dell’apparecchio.
- Buffy? – bofonchiò lui incredulo, ma non attese oltre e subito dopo si sentì il gracchiare dell’interruttore del cancello.

- Mi dici che ci fai qui a quest’ora? – le domandò con fare militaresco non appena la ragazza fu dentro l’appartamento.
Naturalmente Andrew viveva solo.
- Puoi mettere in onda del caffè? – gli chiese Buffy abbandonandosi su una sedia in cucina.
Andrew rimase allibito – Non ti sembra di dovermi chiedere scusa per avermi disturbato nel bel mezzo di una maratona di star trek? L’Enterprise era nel bel mezzo di una tempesta spaz… -
Buffy non lo lasciò finire – Andrew…ti eri addormentato non fare il gradasso! L’ho capito dalla tua voce al citofono! – l’amico non replicò – So che non avresti rifiutato di farmi salire da te… -
- Infatti… - mugugnò lui a denti stretti - …la cacciatrice è la mia migliore amica…e me la devo tenere così… -
Buffy sorrise compatendolo – Poverino…come sei dispiaciuto… -
Il ragazzo si voltò per preparare il caffè – Allora…suppongo che tu venga da…mmm…vediamo…il cimitero? –
Buffy fece un verso per confermare – Esatto… - accolse con un largo sorriso la tazza di caffè fumante che l’amico le porse qualche minuto dopo.
- E perché ti sei fiondata da me nel cuore della notte? – domandò lui.
Fece un piccolo assaggio dalla sua tazza rossa, quella che Andrew teneva sempre pronta per lei – Ho bisogno che tu faccia una verifica…diciamo parallela… -
- Parallela? – domandò lui confuso.
- Per il momento ti chiedo di non fare domande, ti spiegherò appena potrò…sono abbastanza confusa, devo cercare di capire… -
Andrew sapeva rispettare la sua privacy e ancora di più non faceva domande quando non doveva; annuì all’amica – Cosa devo cercare? –

5.

- Sono qui… - la voce di Spike spezzò il silenzio del cimitero.
Buffy si voltò di scatto: era ancora sotto il solito albero, sempre in anticipo : perché non arrivava lei per una volta in ritardo?
- Sei sempre in anticipo raggio di sole… - osservò lui, come se le avesse letto nel pensiero.
Buffy si sentì in imbarazzo ed arrossì vistosamente in volto.
Il vampiro si avvicinò a lei e le accarezzò il viso.
La cacciatrice si scostò goffamente da lui ma perse l’equilibrio, costringendo così Spike a salvarla da una spiacevole botta al fondoschiena.
L’afferrò per un braccio e le circondò la vita con l’altro, di modo che i loro sguardi si incontrassero in un lungo ed intenso momento carico di tensione.
- Spike…lasciami… - lo intimò lei con voce tremante.
- E se non lo facessi? – domandò lui in un sussurro, avvicinando le labbra a quelle di lei.
- Ti ucciderò… - mormorò Buffy con poca, anzi, pochissima convinzione.
- No…non lo farai… - proseguì lui, appoggiando le labbra alle sue, questa volta per restarci incollato molto più della notte prima.
Buffy cercò inizialmente di opporre resistenza, divincolandosi senza troppa forza e serrando le labbra, ma lui chiedeva, anzi, pretendeva di entrare e il muro alla fine cedette; si abbandonò al bacio, aggrappandosi a lui non per paura di cadere, al contrario per portarlo sul prato con se.
Il vampiro, senza scollarsi da lei l’adagiò sull’erba e si distese sul corpo caldo della ragazza, senza mai smettere di baciarla.
Piccoli baci gelidi si posavano sul suo collo, nell’incavo dei seni, attraverso la maglia: le mani di lui scavavano tra gli indumenti per cercare il contatto con la sua pelle, accarezzandola con possessione.
- Spike… - lo supplicò lei – Devi lasciarmi andare… - ma in fondo non credeva di volerlo veramente.
Il vampiro tornò a baciarle il viso, poi si fermò.
Buffy riaprì gli occhi e si perse nei suoi.
- Cacciatrice… - sussurrò lui, baciandole la vena pulsante del collo e facendola rabbrividire.
Buffy lo fissò per un istante che sembrò durare un’eternità: le parole cercavano di farsi strada, le conosceva, desiderava pronunciarle dal momento in cui lo aveva visto, eppure faticava ad aprire bocca per dar loro un suono - Mordimi Spike… -
Il vampiro emise un basso, dolce e sensualissimo ringhio.
Buffy Sentì il dolore dei denti acuminati sulla sua pelle e fu l’oblio…

Buffy aprì gli occhi, madida di sudore e sconvolta: era stato un sogno!
Le lenzuola erano appallottolate nel limite estremo del letto, stropicciate come se avessero passato la terza guerra mondiale.
Si affrettò a sistemarle e si coprì.
La casa era avvolta nel silenzio più totale: ma che ore erano?
Appoggiò i gomiti alle ginocchia e si portò le mani al viso, immergendole nei capelli spettinati; cercò la radiosveglia che non si era ancora attivata: erano le dieci di mattina, dannazione, aveva ancora un’ora di sonno di cui godere.
< Qualche neurone della mia testa vuole spiegarmi cosa diavolo ho sognato? > si chiese quasi strappandosi una ciocca di capelli < Tra tutti…proprio Spike? E cavolo mi ha morso in sogno? E sono stata io a chiederlo! >
Sconvolse di nuovo le lenzuola calciandole e si ributtò sul materasso, fissando il soffitto con le stelline che si illuminavano al buio: dormire ancora? Poteva riposare ancora un po’ ma appena chiudeva gli occhi rivedeva il dannato vampiro che si avvicinava per baciarla.
Con una sonora ed irripetibile imprecazione rivolta al biondo si mise a sedere di nuovo sul letto, optando per un’abbondante colazione e una lunga e calda doccia.
Chissà perché però il suo inconscio la portava sempre a quel sogno.
< Ma i sogni non si dimenticano subito al risveglio? > si chiese mentre un getto d’acqua bollente la investiva.

6.

Il turno del giovedì al Theatre cominciava a diventare pesante come quelli del fine settimana. Ma la gente non aveva niente di meglio che andare a fare l’aperitivo? Non avevano delle famiglie?
In quei momenti Buffy tollerava solo ed esclusivamente i suoi amici, Anya compresa.

Dopo aver gettato la borsa col cambio nell’ingresso di casa si era tuffata in cucina per prepararsi qualcosa di sostanzioso da mangiare: voleva pasticciare con la cucina italiana, pasta e sughetti vari, prima di preparasi alla nuova notte di caccia e al tête-a-tête con Spike.
Era quasi terrorizzata dal pensiero di doverlo incontrare: come avrebbe reagito?
< Semplice Buffy…naturale! Era solo un sogno, tieni per te le tue smanie e follie verso quel vampiro, sono solo elucubrazioni di una mente stressata! > si disse accendendo il fornello e mettendo una capiente pentola piena d’acqua.
Il cellulare squillò proprio mentre metteva gli spaghetti in cottura: il sugo non doveva essere preparato, aveva dell’ottimo pesto comprato al supermercato pochi minuti prima!
- Pronto? -
Dall’altro capo del ricevitore risuonò la voce sempre simpatica di Andrew.
- Hey dolcezza! – le fece lui sdolcinato – Scusa se non sono passato all’aperitivo, mi hanno trattenuto… -
Buffy storse il naso – Chi…da una banda di wookie impazziti? –
Andrew rise dall’altra parte – No…era lavoro giuro! –
- Mmm… - fece Buffy – non sarà tutto riconducibile ad una morettina nuova, carina e di nome Cordelia? -
- Eh? No, ti sbagli Buffy… - balbettò lui, ma l’amica già s’immaginava la sua faccia paonazza e rise a bocca chiusa.
Dopo un attimo di imbarazzante silenzio e uno scoppio di risa della ragazza, Andrew si riprese – Buffy…piantala di sfottermi! Ti ho fatto quella ricerca sulla Lancia di Longino! –
Lei smise di ridere – Hai trovato qualcosa? –
- Oddio amica mia…su internet ci sono migliaia di siti e articoli dedicati a questa reliquia…ti ho stampato le fonti più autorevoli, ma ti accorgerai che dicono sempre le stesse cose…e cioè quelle che già mi hai detto tu! Te le porterò questa sera al bar… -
Buffy mugugnò qualche suono senza senso – Ok, darò un’occhiata durante il caffè…oh caz… - imprecò improvvisamente.
L’acqua bolliva ed era uscita dalla pentola.
- Andrew…ci vediamo stasera…cerco di salvare la cena!! – gridò chiudendo la comunicazione.

*****

Willow si appoggiò alla spalla di Andrew, sbadigliando – Che hai Will…sei stanca? –
La ragazza annuì svogliatamente - Sono due notti che continuo a studiare…credo di avere il disco fisso pieno… - rispose.
- Tu…il disco fisso pieno? Hey genio, ma chi stai prendendo in giro? – la derise lui.
- Era una finta lo ammetto… - aguzzò la vista verso l’inizio della via – Quella è Buffy! – esclamò animandosi.
La bionda raggiunse gli amici: oltre a Andrew e Willow, anche Xander, Anya e Paul erano fuori dal bar: chi si fumava una sigaretta e chi stava per solidarietà con i tabagisti.
- Hey Buffy! Come sei elegante questa sera! – notò Anya con una punta di invidia.
In effetti la ragazza era più in tiro del solito: i soliti jeans erano stati sostituiti da un paio di pantaloni di pelle nera, la maglietta pratica da caccia era stata eliminata prediligendone una più aderente e scollata.
- Ma dove vuoi andare dark lady? – domandò Xander fischiando d’approvazione e ricevendo una gomitata dalla fidanzata.
- È vero Buffy… - attaccò lei verde d’invidia per le attenzioni che il suo ragazzo e gli altri le dedicavano – Non esci quasi mai con noi…vieni sempre e solo per poche ore poi…svanisci…ma sei sicura di andare a casa? E non mi dire che questa sera vai a letto presto perché vestita così non ti crederebbe nessuno… -
La ragazza sorrise con un certo imbarazzo – No Anya…questa sera ho un impegno… - il suo sguardo non poté fare a meno di cadere su Paul che la fissava inespressivo.
- Un impegno piccante direi… - commentò maliziosa.
- Anya! – la rimproverò Xander strattonandola.
Tutti erano a conoscenza del periodo che Buffy aveva passato dopo che Paul l’aveva usata e scaricata, dovevano essere solo felici per lei se ora usciva con qualcun altro e questo, Xander lo aveva capito…evidentemente Anya non molto.
Aveva la bocca senza freni…se poi si parlava di soldi e sesso…senza ritegno!

Buffy abbassò il capo e sorrise imbarazzata: naturalmente fingeva, anche perché il suo impegno non era galante.
< E allora perché ti sei vestita così? > si chiese < Vuoi fare corredo con lo spolverino di Spike? No…meglio, potrei impalettarlo e rubarglielo! > quel pensiero la fece sorridere sul serio.
- Bhè, non vuoi dirci dove ti porta il tuo accompagnatore segreto? – non mollò Anya.
Buffy tossì: e adesso? Reggeva il gioco oppure negava tutto? Sarebbe stato bello far morire Paul inventando un ammiratore segreto ma…Spike?
- Ragazzi state tranquilli…non ho nessun appuntamento piccante… - cercò di rispondere lei, ma una voce spezzò le sue intenzioni, gelandole il sangue.
- E io raggio di sole? Chi sono? –

Buffy avrebbe girato la testa di trecentosessanta gradi in pieno stile “L’Esorcista” se avesse potuto ma si limitò a girarla fino a farsi quasi male.
- S…S… - non riusciva a pronunciare il suo nome.
Tra l’altro i presenti erano ammutoliti all’arrivo dell’affascinante sconosciuto.
- Spike? – riuscì a bofonchiare la bionda dopo aver mandato giù a fatica la saliva.
Il vampiro la raggiunse col suo più raggiante sorrise, avvolgendola nel suo abbraccio e baciandola dolcemente sulle labbra.
Buffy rimase impietrita e si irrigidì ma nessuno sembrò accorgersene.
Anya mugolò, rosa dall’invidia, Paul continuò a spostare il peso da una gamba all’altra, Andrew guardava senza commenti: lui sapeva che c’era qualcosa di più.
- E così è lui il tuo appuntamento! – esclamò Willow sinceramente contenta per l’amica: allungò la mano e si presentò a Spike.
- Da quanto tempo Buffy ti teneva nascosto? – chiese Xander gioviale.
Spike prese la mano di Buffy nella sua e la strinse: la cacciatrice sentì che quel gesto le donava stranamente una certa sicurezza.
- Sono stato relegato secoli in una cripta per colpa di questa ragazza! – scherzò lui – Ma questa sera avevo voglia di mettermi in mostra! – i presenti risero alla battuta, tutti tranne Buffy che vi lesse un altro significato.
< Dove vuole arrivare? > si domandò isterica.
Spike la guardò negli occhi e lei quasi si perse, avendo un rapido flashback del sogno.
Si sentì quasi cedere.
- Ti stavo aspettando ma… - le sussurrò lui all’orecchio, sfiorandolo coi denti - … non ho avuto pazienza e ti ho cercata…sapevo di trovarti qui…raggio di sole sei splendida… -
Buffy rabbrividì, sia per il contatto che per le parole: l’imbarazzo era troppo, doveva togliersi dall’impiccio e prenderlo a calci subito dopo essere uscita dal raggio d’azione degli amici.
- Dobbiamo andare… - sussurrò lei.
Spike inclinò il capo – Ma se vuoi restare ancora un po’…io posso aspettare… - le rispose lui con un lampo di strana lussuria negli occhi.
Buffy sapeva che agiva così solo per metterla in difficoltà con gli amici: gli avrebbe assestato un gancio di fronte a tutti, ma voleva che il suo segreto restasse tale per molto…molto tempo!
- No…io voglio andare… - sibilò irritata atteggiando la bocca in una smorfia indefinita.
Il biondo fece spallucce – E va bene piccola…come posso non esaudire ogni tuo desiderio? – rispose aumentando il tono di voce e guardando Paul dritto negli occhi.
< Oddio! Che brutta situazione > pensò Buffy. Incontrò gli occhi esterrefatti di Andrew e gli rispose con un’espressione del tipo “Ti spiego poi”, in seguito osservò Paul, occhi negli occhi con Spike: sembrava che dovessero partire saette da ognuno di loro.
Tirò il vampiro per la giacca – Andiamo? – lo supplicò con occhi imploranti.
Spike interruppe il contatto visivo col “rivale” per concentrarsi sulla cacciatrice – Mmm…quegli occhi imploranti…raggio di sole sai già come convincermi? Adoro vederti implorare… -
Altro flashback del sogno, Buffy stava per impazzire.
Prese Spike per mano, salutò di fretta gli amici e lo trascinò lontano: se solo lui avesse opposto resistenza lei avrebbe definitivamente perso la sua copertura perché non si sarebbe più fatta scrupoli nell’impalettarlo!

7.

Il gancio che partì dalla mano di Buffy mandò Spike diretto sull’asfalto.
Improvviso, rapido, efficace.
Si sentiva indubbiamente meglio.
- Questo è per la figuraccia che mi hai fatto fare con i miei amici! E per l’imbarazzo procurato! – urlò.
Naturalmente erano lontani dal bar.
- Non osare mai più presentarti al bar, sono stata chiara? – ordinò poi. Loro dovevano starne fuori, ignorare la sua vera identità fungeva da protezione per l’incolumità dei suoi amici, almeno un po’. Non sapere che lei era la cacciatrice permetteva loro di stare fuori dai guai, nei limiti e ad evitare a lei stupide seccature in stile Anya.
Spike si leccò l’angolo della bocca dove lei lo aveva ferito.
- Brava raggio di sole… - le disse rialzandosi – …sei stata magnifica con quel cazzotto…non me lo aspettavo – le sue parole erano sincere, aveva sottovalutato la cacciatrice – Mi hai colto di sorpresa perché non ti credevo così veloce! -
- Ci sono molte cose di me che ancora non sai… - rispose lei vantandosi.
E Spike si maledì perché lei aveva ragione: non sapeva proprio tutto di Buffy Summers, ed era un male.
- Non ti aspettare delle maledette scuse però! – esclamò lui secco – Mi sono divertito troppo a mostrarmi ai tuoi amici come il tuo ragazzo! -
Buffy sorrise suo malgrado: avrebbe dovuto ammettere che a lei invece aveva fatto piacere pavoneggiarsi per quel bel esemplare di non-morto, molto seducente…e provocante. Ma era meglio non dirlo ad alta voce, il sogno continuava a riaffiorare e questo non era bene!
Si fece professionale – Dobbiamo andare no? –
Spike annuì e le fece cenno di seguirla – La mia macchina è qui dietro… -
Gli camminò affianco, raggiungendo una Desoto con i vetri anneriti da qualche strano trucco da imbianchino maldestro.
- Questa è la tua macchina? – domandò un po’ schifata.
Spike fece una smorfia voltandosi verso di lei – C’è forse qualche problema? Non è di tuo gradimento? –
Buffy scosse il capo poco convinta – No no…non sia mai…l’importante è che cammini! –
Il vampiro ringhiò e lei lo minacciò di nuovo mostrando la mano chiusa a pugno.
- Tregua raggio di sole…non dobbiamo litigare noi due anzi… -
< E quell’anzi…cosa vuol dire? > si domandò allarmata, poi scrollò la testa e seguì il vampiro che le stava galantemente aprendo la portiera.

La macchina proseguiva a velocità sostenuta raggiungendo la periferia di Sunnydale: negli ultimi due minuti nessuno dei due aveva spiccicato parola.
Buffy era imbarazzata ma soprattutto concentrata sulla strada: nonostante tutto non si fidava di quell’ossigenato, nonostante le cose strane che aveva provato con lui.
Spike, dal canto suo, sembrava serio e pensieroso: la stava studiando, con la coda dell’occhio ogni tanto la scrutava, chiusa nel suo silenzio; si chiedeva a cosa stesse pensando e se sarebbe riuscito nel suo intento.
- Spike… - spezzò lei il silenzio – dove stiamo andando? Vuoi dirmelo? -
- Ora vedrai…- le disse lui - …siamo arrivati! -
La Desoto si fermò nei pressi di un bosco.
< Cosa pensa di fare, portarmi in camporella? Ma ho scritto Gioconda sulla faccia? > si domandò Buffy, cominciando ad alterarsi.
- Non pensare male… - attaccò lui, come sempre precedendo le sue parole – il posto è nascosto bene…non ti sto portando nel viale degli innamorati raggio di sole! – terminò, allungandosi verso di lei e schioccandole un fugace bacio sulla bocca.
- Spike! – urlò lei allontanandolo – La mia bocca non è alla tua mercé…devi smetterla di prenderti tutte queste libertà o la prossima volta giuro che ti impaletto! -
Lui rise e scese dalla macchina.
Si stavano inoltrando pericolosamente nel bosco, la tranquillità della cacciatrice veniva sempre meno.
Nella tasca della giacca aveva un paletto.
< Quale giacca? > Buffy si portò una mano alla fronte: diavolo, era uscita senza giacca…senza armi…come aveva potuto essere così superficiale?
Spike non se ne era accorto fortunatamente.
- Eccolo… - Spike indicò un punto indistinto nella vegetazione.
Ripresasi dallo spavento per causa sua, Buffy cercò di scorgere qualcosa, ma nulla.
- Dimenticavo… - proseguì lui, prendendola per mano e trascinandola verso un albero.
- Dove… - aprì bocca Buffy, ma una volta arrivata all’albero si zittì: Spike si era inginocchiato e, dopo aver trafficato con dei rovi e averli leggermente spostati, aveva aperto una sorta di passaggio.
- Cosa c’è qui sotto? – domandò allora.
Spike saltò giù – Abbi fiducia in me e vedrai… - le rispose, la voce resa cavernosa dalla profondità del buco.
- È questo il problema Spike…non ho fiducia in te… - fu la sua risposta, ma il vampiro fece finta di niente.
< Non posso certo restare qui perché non mi fido di lui…in fondo so difendermi…si, dai suoi colpi…ma se fosse altro? > si chiese mentre saltava nel buio.
Una volta sottoterra, Buffy vide che alcune torce illuminavano un corridoio con una porta in fondo – Che diavolo di posto è questo? – chiese.
Spike le indicò la direzione da prendere, proprio verso quella porta – Questa…è la biblioteca del precedente maestro di Sunnydale… -
Buffy rimase con la bocca spalancata, incredula dalle parole di Spike – Cosa? Tu mi hai portata…come fai a… -
- Tranquillizzati raggio di sole… - le sussurrò conducendola alla porta – L’ho trovata io, nessuno sa della sua esistenza e non è tutto…è fornita di libri di occulto almeno come la biblioteca del consiglio degli osservatori! -
Buffy restò in silenzio mentre la porta si faceva più vicina: la sua vocina continuava con insistenza a dirle di non fidarsi, ma il pensiero di avere le armi per distruggere il maestro era troppo forte.
- Sei stato al consiglio degli osservatori? – chiese poi.
Spike sogghignò – Sono di Londra piccola…vuoi che non abbia sbirciato dai signori che comandano il tuo destino? –
- Nessuno mi comanda! – sbottò lei secca.
Spike non replicò, limitandosi ad aprire la pesante porta e richiudendola alle loro spalle con un forte rumore.
Buffy sussultò: erano chiusi dentro.
< Mammina… >
- Avanti raggio di sole…abbiamo tutta la notte per cercare…mettiamoci al lavoro! -
La cacciatrice spaziò con lo sguardo: la stanza non era di certo con il soffitto alto, in compenso però si estendeva in lunghezza, con vecchi scaffali di legno colmi di libri antichi ed un grande tavolo massiccio al centro
Da dove partire?
- Dividiamoci – propose lui – Io a sinistra, tu a destra! -

Le parole si confondevano nella sua testa: entrambi stavano cercando da un tempo infinito in mezzo a quei volumi puzzolenti.
Buffy non amava molto leggere, era Andrew che faceva il lavoro di testa per lei.
Sedevano uno di fronte all’altro sul tavolo, in assoluto silenzio.
Buffy chiuse l’ultimo libro che aveva tolto dagli scaffali: ne mancavano ancora almeno mille da guardare tra quegli scaffali; si alzò dalla sedia, notando che Spike, non alzava gli occhi dal libro.
- Trovato qualcosa? – gli chiese.
Spike mugolò distrattamente un forse, senza però degnare nemmeno di uno sguardo Buffy.
< Meglio così > pensò lei un po’ irritata.
Pochi minuti dopo tornò con altri libri da sbirciare, sedendosi però di fianco al vampiro.
Non ne poteva più, era stanca, le bruciavano gli occhi: la stanza era illuminata scarsamente e le parole scritte talmente piccole le avevano fatto venire mal di testa.
< Non piagnucolare Buffy, guarda lui, non fa una piega! Vuoi passare per una fannullona? Concentrati! > si ordinò mentre sospirava dando un’occhiata fugace al vampiro accanto a lei.
Anche Spike dal canto suo si stava deconcentrando via via che passava il tempo: avrebbe preferito tormentare la cacciatrice oppure addirittura fare altro con lei, ma quel pensiero doveva farselo passare, stava lavorando, niente distrazioni.
Chiuse il libro con violenza, ringhiando infuriato a facendo sussultare Buffy.
- Scusa! – brontolò.
Lei scosse il capo e tornò sulle pagine: c’era un’illustrazione molto dettagliata di un’arma, precisamente una lancia, impugnata da un guerriero…sulla sinistra una croce, no, un uomo sulla croce…
- Forse ci siamo! – esclamò entusiasta – Guarda! – strattonò il vampiro per attirare la sua attenzione.
Spike si stropicciò gli occhi e osservò attentamente – È un’illustrazione di Cassio Longino che colpisce Gesù… -
Buffy voltò pagina: la fine scrittura in inglese antico titolava “La Lancia del Destino”, iniziando una consistente sezione sulla sua storia e sui suoi usi.
- Va avanti! – le disse Spike.
Buffy fece scorrere i titoli ed i rituali legati all’arma miracolosa: si poteva ottenere qualsiasi cosa, la lancia poteva tornare utile a chiunque, dal demone più basso all’imperatore più potente.
- Non si parla di vampiri Spike… - sbuffò la ragazza continuando a sfogliare.
- Ci deve essere qualcosa! – esclamò Spike togliendole il libro e cercando lui stesso, sfogliando con frenesia le fragili e antiche pagine, finché non si fermò.
- Spike? – Buffy lo chiamò, cercando di capire cosa stesse leggendo, ma non ottenne risposta: gli mise una mano sulla spalla, costringendolo con la sua forza a spostarsi per farla leggere.
- La Lancia e la Cacciatrice… - era il titolo del capitolo, Buffy lo lesse ad alta voce – Rituale per l’ottenimento dell’anima della Cacciatrice tramite la Lancia del Destino per eliminare ogni punto debole di un vampiro… - Buffy si stoppò un attimo, realizzando – La lancia e la cacciatrice? Io cosa c’entro? -
Spike scorse con le dita le righe di parole – La cacciatrice dovrà volontariamente donare il proprio sangue al vampiro maestro, sangue che scaturirà da una ferità che lei stessa si procurerà con la Sacra Lancia…e a quella parola si fermò – Il resto delle cose sono preparativi e oggetti necessari al rito… - chiuse il volume ed i suoi occhi si posarono dopo tempo sulla ragazza che fissava il libro chiuso.
Non era il caso di proseguire nella lettura.
- Buffy… - sussurrò lui.
Lei tornò alla realtà – Dunque gli servo io…ma…perché non mi mandano a prendere ? –
Spike scosse il capo – Posso solo supporre che abbiano la lancia ma non sappiano come usarla! Forse il rituale è scritto solo in questo libro e il maestro lo sta cercando! –
- Allora finché non troverà questo posto io sarò al sicuro! – rispose lei guardando il vampiro un po’ spaventata.
- Buffy sono solo supposizioni! -
Lei annuì – Hai ragione, mi sono lasciata prendere dallo spavento iniziale! Devo approfittare di questo, io so una cosa che lui non sa… -
- Devi eliminarlo prima che lui arrivi a questo! – ed indicò il libro.
Buffy annuì e si passò una mano tra i capelli, stanca morta.
- Non siamo abituati a stare sui libri raggio di sole? – avrebbe voluto rispondergli a tono ma in quel momento non poté fare a meno di annuire e scoppiare a ridere.
Si lasciò cadere sulla sedia, occhi negli occhi con il vampiro, occhi in cui per un lungo istante di silenzio, entrambi si tuffarono reciprocamente.
Spike allungò la mano e le accarezzò il viso, per la prima volta con lentezza e dolcezza, senza malizia; Buffy non si allontanò, anzi, inclinò il capo come per godere meglio di quel contatto.
Il momento era magico, dopo aver ottenuto quel risultato, entrambi volevano solo riposare – Spike…- sussurrò Buffy chiudendo gli occhi.
Il biondo la vide così arrendevole che non poté fare a meno di desiderare di baciarla per la prima volta senza sfidarla o metterla in imbarazzo.
Si avvicinò alla sua bocca, pronto a quel contatto: ormai le labbra si sfioravano, Buffy non aspettava altro che quello.

La porta venne buttata giù con un sonoro botto.


8.

Dei ringhi si susseguirono alla caduta della porta di legno massiccio; Buffy si destò all’istante, osservando prima i nuovi arrivati, in seguito Spike.
- Hey! – gli fece con disapprovazione – Non avevi detto che il posto era sconosciuto a chiunque? -
Il biondo le si affiancò – Bloody Hell! L’ho detto solo per tranquillizzarti in realtà! –
Buffy alzò gli occhi al cielo.
La situazione era la seguente: cinque vampiri famelici e rugosi contro una cacciatrice senza armi ed un vampiro dalla dubbia forza.
< Andiamo bene! > pensò Buffy, prima di sollevare la sua sedia e fracassarla contro il tavolo, ricavandone dei paletti.
Ne lanciò uno a Spike che lo afferrò saldo.
- Te la senti di polverizzare i tuoi simile? – chi chiese lei.
Spike annuì – Non chiedo di meglio raggio di sole! –
Due contro cinque si poteva anche fare.

In quella biblioteca antica e segreta venne ingaggiata una dura lotta.
Buffy si prese galantemente tre vampiri mentre Spike i restanti due; lei salì sul tavolo, riuscendo così a gestirsene uno per volta e non ci mise molto a polverizzarli.
Avrebbe voluto vantarsene con Spike ma non appena si voltò lo vide cadere a terra ferito.
Buffy corse da lui, saltando a piè pari dal tavolo – Spike! – gridò allarmata: si accorse subito che il paletto che gli aveva dato era conficcato profondamente nel suo fianco sinistro – Oh mio Dio! – esclamò.
Lui aprì gli occhi e trovò la forza per sorridere – No… - rispose con ironia - …qui Dio proprio non c’entra… - rise suo malgrado e mugolò di dolore subito dopo.
- Non fare il cretino! – lo rimproverò lei.
- Non è mortale raggio di sole… - la tranquillizzò – il cuore è lontano… -
Buffy annuì – Si, ma è meglio andare via da qui… - fece per spostarlo ma lui la bloccò.
- Devo dirti una cosa prima… - ricominciò lui, e Buffy attese - …quei due hanno preso il libro…è stato mentre cercavo di riprenderlo che mi hanno colpito! -
Lei gli accarezzò il viso – Non importa… - sospirò e lo guardò negli occhi sorridendo per rassicurarlo - Ora ti porto a casa mia, devo estrarre il paletto e medicare la ferita…anche se non è mortale per te stai perdendo molto sangue…dammi le chiavi! – tese la mano.
Spike strabuzzò gli occhi – Cosa? Casa tua? Chiavi? Di cosa? –
Buffy si atteggiò ad angelo soccorritore – Si! A casa mia…e non credo tu possa guidare con quel coso nel fianco! Vuoi ammazzarci entrambi? – il suo tono non ammetteva repliche.
Spike sospirò in gesto di resa e con uno sforzo tirò fuori le chiavi della Desoto dalla tasca dello spolverino.

*****

Mancava poco al sorgere del sole quando Buffy spalancò la porta di casa: mentre entrava però, qualcosa oppose resistenza.
- Devi invitarmi… - mormorò Spike, aggrappato a lei.
- Che sciocca! – si rimproverò – Entra Spike... – la barriera cadde e Buffy entrò col suo fardello di carne e sangue.
Chiuse la porta con un calcio e accompagnò Spike su dalle scale.
Era debole, aveva perso molto sangue durante il viaggio di ritorno.
La ferita doveva fargli molto male perché continuava a gemere di dolore.
Buffy lo portò nella camera degli ospiti e lo aiutò a stendersi sul morbido materasso, poi corse in bagno a prendere degli asciugamani ed il necessario per la medicazione.
Si preparò all’estrazione.
- Cosa credi di fare? – le chiese Spike allarmato.
Buffy si bloccò ai piedi del letto e lo guardò torva in viso picchiettando un piede sul pavimento – Pensi di far diventare la gamba di una sedia parte integrante del tuo corpo? –
- No…no…è che pensavo di farlo io… - fu la sua risposta titubante.
- Oh certo, che stupida sono! – fece lei – Accomodati! – e con un gesto lo invitò a togliersi il paletto da se.
Spike fece una smorfia e afferrò il paletto con una mano, ma dopo due tentativi falliti si accasciò sul letto ringhiando di disappunto e a denti stretti ammise di non farcela.
- Ma tu pensa… - commentò Buffy con sarcasmo e si mise a cavalcioni su di lui.
- Hey raggio di sole…potrei pensare che tu voglia approfittarti di me! -
Buffy corrugò la fronte ma non rispose alla provocazione, si limitò a sospirare senza speranza.
Spike rimase in silenzio, fissandola.
La bionda non rispose al suo sguardo: in effetti la sua posizione poteva apparire equivoca ed imbarazzante, ma non era quello il momento di pensarci.
Si scostò i capelli dal viso e afferrò il paletto con una mano mentre l’altra l’appoggiò sul petto del vampiro per fare forza, poi tirò.
Il pezzo di legno era conficcato con profondità nel fianco, ma con la sua forza non trovò eccessive difficoltà.
Spike emise un lamento strozzato in quel momento, poi più nulla; chiuse gli occhi.
< Forse è svenuto > pensò Buffy.
Una volta medicata, la ferita si sarebbe rimarginata nel giro di un giorno o due.
Un vantaggio di essere vampiri!
Tolto il paletto, Buffy aprì la camicia e tamponò la ferita con un asciugamano, premendo forte per fermare l’emorragia.
Il vampiro era molto debole.
Lo guardò: indossava ancora la giacca, ma era aperta insieme alla camicia, mostrando finalmente agli occhi della cacciatrice il suo fisico tonico di immortale.
Con la mano libera disegnò i suoi muscoli, saggiando la sericità e la freddezza della pelle.
In quel momento Spike riaprì gli occhi e catturò i suoi.
Buffy non tolse la mano.
- Ho perso molto sangue… - le sussurrò lui con voce roca e, senza interrompere il contatto visivo, le prese la mano, avvicinandosi il polso alla bocca.
< Ma che fa? > pensò lei, senza però reagire, nemmeno quando lui mostrò il suo demone per fissarla con occhi gialli.
- Posso? – domandò – Solo un assaggio… -
Attese risposta, ma lei si limitò a chiudere gli occhi.
La trafittura fu un dolore da niente se paragonata all’estasi successiva.
Buffy si lasciò sfuggire un gemito di piacere, ma si morse subito le labbra per non far più sentire quanto le piacesse.
Non si accorse dello strano sorriso che si dipinse sul volto di Spike non appena ebbe riassunto il suo volto sexy e si staccò da lei.
Buffy riaprì gli occhi solo quando avvertì la lingua di Spike che leccava il suo polso.
Arrossì e lo staccò bruscamente da lui, massaggiandoselo.
- Grazie… - mormorò lui languido – Ora sto meglio… -
< Ma cosa… > la mente della cacciatrice tornò a lavorare alacremente < crede di aver attinto al rubinetto? >
Si sentì avvampare di rabbia e si alzò indignata dal letto.
- Dove vai? – le domandò Spike, visibilmente divertito.
- A prendere le garze…le ho dimenticate! – rispose lei frettolosa, correndo via.

*****

Era corsa in cucina, al piano di sotto: mentre si fasciava il polso, brontolava infuriata ad alta voce – Come ha osato…assaggiarmi…come ho potuto lasciarlo fare… - fermò la benda con un gancio e si mise a sedere su uno sgabello alto, appoggiando i gomiti al tavolo.
Sospirò – Se Merrick fosse ancora vivo…non sarebbe successo nulla di tutto questo, non mi sarei mai affidata ad un vampiro… - scoppiò a piangere - …sono una cacciatrice volubile e superficiale! –
- Non è vero… -
Alzò lo sguardo: Spike la osservava, appoggiato al muro: era a torso nudo, la ferita si era quasi del tutto rimarginata.
- La…la tua ferita… - balbettò lei asciugandosi rapidamente le lacrime con mani tremanti.
Spike si mosse nella sua direzione – Deve essere stato il tuo sangue… - l’aveva raggiunta – È miracoloso… - continuò lui prendendole la mano e portandosela alla bocca per posarvi un lieve bacio – Non hai fatto nulla di superficiale Buffy, mi hai salvato! – non le lasciò la mano, anzi la strinse tra le sue.
- Io…io… - Buffy era confusa, il calore le salì al viso: quante volte l’aveva chiamata per nome? Che strano effetto sentirlo uscire da quella bocca.
- Sccc… - le fece lui, zittendola con un dito sulla sua bocca – Ti devi fidare di me…Buffy, stiamo dalla stessa parte… -
Le accarezzò il viso, avvicinandosi a lei per baciarla.
- Spike… - ma lei non riuscì a proseguire perché le labbra del vampiro erano già sulle sue.
Rispose al bacio, dapprima titubante, poi si azzardò a mettergli le braccia intorno al collo.
Il suo bacio era freddo e aveva il sapore del sangue, ma a Buffy non dispiaceva affatto.
Spike era il primo uomo che baciava dopo Paul.
< Paul chi? >

Si staccò da lei solo per lasciarla respirare: le accarezzò il viso e le sorrise.
Buffy, ansimante per il bacio si mordicchiò il labbro inferiore.
< È il sogno… > si disse guardando Spike < Come posso lasciarmi andare così a lui…come posso essere attratta da lui…è un vampiro… >
I suoi pensieri ebbero vita breve perché Spike le stava succhiando il labbro inferiore, facendo vagare le sue mani sulla sua schiena.
- Spike… - mugolò lei allontanandolo.
- Che c’è? – si lamentò lui cercando nuovamente il contatto con le sue labbra.
- Perché lo stai facendo? -
Lui si fermò, guardandola sorpreso: allargò le braccia e sfoggiò un sorriso disarmante – Io ti desidero Buffy…perché, vuoi forse dirmi che non è lo stesso per te? -
Buffy non rispose.
Con una spinta allontanò Spike da se e si alzò dallo sgabello, dirigendosi alle scale – È quasi giorno, tu devi andare in un posto buio, io devo dormire…tra poche ore inizio il turno al bar… -
- Non hai risposto alla mia domanda… -
Buffy si fermò a metà scala – Spike…è venerdì, mi aspetta una dura giornata di lavoro e… -
- Non hai risposto alla mia domanda… - ripeté lui.
Lei si voltò per affrontarlo – Spike… - sospirò – Smettila! È contro natura! Io sono la cacciatrice, tu un vampiro! Quelli come te io li uccido! –
- Ti correggo piccola…tu mi baci…tu mi desideri raggio di sole… -
- Ma non è naturale! Ci deve essere qualcosa di sbagliato! Io e te stiamo semplicemente collaborando! Appena avremo ucciso il maestro torneremo ad essere nemici! -
Spike salì il primo gradino verso lei – Dicendo questo ti rendi conto di ammettere che mi desideri? E poi…avresti realmente il coraggio di conficcarmi un paletto nel cuore…dopo avermi salvato poco fa? Non ti credo capace… -
Buffy, presa in castagna non rispose; gli diede le spalle e continuò a salire le scale, poi si fermò di nuovo, voltandosi di tre quarti – Assicurati di aver oscurato bene la stanza, non vorrei spazzar via le tue ceneri al mio risveglio! – poi, si chiuse nella sua stanza, non permettendo a Spike di ribattere.

*****

Si appoggiò alla porta, scivolando fino al pavimento: rimase lì, rannicchiata in silenzio.
Sentì i passi di Spike che raggiungeva la camera degli ospiti e chiudeva la porta sbattendola.
Sospirò confusa, gli occhi lucidi: ci era andata molto vicino, vicina a cedere a lui, vicina ad abbandonarsi tra le sue braccia.
E Dio solo sapeva quanto voleva lasciarsi andare.
Con le lacrime agli occhi raggiunse il letto gattonando e abbandonandosi sul materasso, completamente vestita.
Si addormentò all’istante in un sonno senza sogni.

*****

Spike dormiva nella camera degli ospiti.
La camera era salva da qualsiasi spiraglio di luce solare, fuori ormai albeggiava.
La porta venne il più silenziosamente possibile aperta: Buffy entrò e lo vide disteso, inerme sul letto.
Dormiva come un angelo, innocuo, bellissimo.
Fece più piano che poteva mentre si stendeva su di lui.
Il vampiro aprì gli occhi, rimanendo sorpreso nel trovarsi faccia a faccia con lei.
- Hai cambiato idea raggio di sole? – le sussurrò.
Buffy non rispose: gli accarezzò il viso, strusciandosi contro il suo corpo.
Era nuda sopra di lui.
Spike ammiccò malizioso – Cattiva Buffy… -
- Cattivo Spike… - gli fece eco lei, accarezzandolo possessivamente ed inginocchiandosi sul letto.
- Cosa fai? – domandò lui, osservandola sbalordito mentre si toglieva la fasciatura al polso.
- Cosa vuoi? – chiese ancora.
Buffy sorrise e lo tirò su per le braccia, incollandosi alla sua bocca per un bacio famelico.
Sollevò una gamba, mettendosi a cavalcioni su di lui.
- Cattivissima… - commentò il biondo con un ghigno – Cosa desideri che faccia il tuo vampiro per te? -
Buffy gli porse il polso – Assaggiami ancora Spike…ti prego… - lo supplicò col sorriso sulle labbra.
- Mmm…adoro quando mi supplichi… - e mutò i lineamenti per morderla di nuovo.
Buffy questa volta non si tappò le ali ma si lasciò andare a lunghi sospiri e gemiti di piacere mentre lui beveva.
Spike ringhiò compiaciuto, staccandosi dalla ferita e spingendola sotto di lui; lei cercò di nuovo la sua bocca mentre il vampiro esplorava il suo corpo, raggiungendo il suo punto più intimo e facendola gridare.

Spalancò gli occhi; piccole gocce di sudore le imperlavano il viso.
Sudore freddo, nonostante il suo corpo fosse in fiamme.
La radiosveglia suonava le dieci di mattina.
Si mise a sedere sul letto, nuovamente sconvolta.
< Un altro sogno… > meditò < Come posso continuare a stargli vicino se non riesco a resistergli? >
Si alzò dal letto e scostò le tende per far entrare il sole; appoggiò la fronte al vetro e si lasciò scaldare: doveva andare a lavorare, dopo aver messo qualcosa sotto i denti, ma la bocca del suo stomaco la pensava diversamente!
< Come posso sconfiggere il maestro da sola? >



9.

- Allora…com’è andata ieri sera? – Willow era entrata al Theatre insieme a Tara e subito aveva raggiunto Buffy al bancone.
A quella domanda Paul alzò lo sguardo per ascoltare la risposta.
Buffy servì il solito analcolico alle due amiche.
- Allora non rispondi? – replicò la rossa.
Buffy fece spallucce – Al solito… - rispose vaga.
- Solito? -
- Lasciala stare… - la pregò Tara ma Willow non le diede retta.
- Oh andiamo Buffy…non puoi dirci che con quel sexy biondino sia andata come al solito…cos’è il vostro solito? E dimmi almeno da quanto vi frequentate! -
La bionda sospirò arrendendosi – Da circa una settimana –
- E siete già così intimi? Ieri sera sembrava che ti conoscesse da sempre! Ti mangiava con gli occhi! – Anya sbucò dal nulla – Com’è a letto? -

*****

Buffy uscì dal bar esausta: il turno era finalmente finito! Gli unici a non aver ancora raggiunto casa per cenare erano Paul ed Andrew, impegnati in una viva discussione sulla Play Station2!
Aspettava che l’amico uscisse per subire il vero terzo grado!
A confronto, le domande delle amiche erano nulla!
E con lui, sapeva di non poter mentire…non più di tanto almeno!
Fissò il cielo che lentamente si oscurava e non si accorse dell’arrivo di Paul; lo salutò con un cenno del capo e tornò a guardare in alto.
- A quanto pare sei sulla bocca di tutti qui… - incominciò lui.
Buffy sbuffò – Già – rispose senza degnarlo di uno sguardo – È una seccatura –
- Se volevi evitare seccature dovevi evitare di portar qui il tuo amichetto! -
Lei lo guardò, fronteggiandolo – Lui non è il mio amichetto chiaro? – puntualizzò stizzita.
Paul arricciò il naso – Scusa – disse con un tono di voce urtante – volevo dire il tuo fidanzato… -
Buffy puntò le mani sui fianchi – E anche se lo fosse? Non credo che siano affari tuoi! –
- Quello non è il tipo giusto per te! .
- E chi sei tu per stabilirlo? Che diritti hai? – fece un passo verso di lui – Tu hai perso ogni diritto su di me! -
Paul indietreggiò, sbalordito da tanta determinazione – Lo dico solo per il tuo bene…Buffy sono tuo amico… - continuò mortificato.
- Fai così carino…tu pensa al tuo bene, al mio ci penso io! E ricordati che io e te non siamo amici! – mentre pronunciava quelle parole, Andrew usciva dal bar.
Buffy lo guardò nera di rabbia – Ciao! – gli disse telegrafica.
L’amico ricambiò il saluto.
- Puoi accompagnarmi per un pezzo di strada? – gli domandò.
Andrew annuì e la prese per mano, trascinandola verso la sua macchina.
Paul rimase lì, osservandola mentre si allontanava.

*****

L’auto di Andrew si fermò pochi isolati prima di casa Summers: per tutto il viaggio i due amici non avevano spiccicato una parola, ma ora era tempo di chiarire.
- Perché non posso lasciarti davanti a casa? – cominciò lui serio.
Buffy si passò nervosamente una mano nei capelli, scompigliandoli – Lui è sveglio ormai… -
- Lui? Lui chi… -
- Spike… -
- È a casa tua? – domandò Andrew esterrefatto – Quello è un vampiro, vero? -
Buffy annuì, sorridendo lievemente – Hai occhio… -
Anche Andrew sorrise suo malgrado – Certo! Vivere a stretto contatto con la cacciatrice servirà pur a qualcosa…ma ora raccontami tutto! –
La bionda si mise di tre quarti sul sedile ed iniziò il suo racconto.

- Oh cazzo! – esordì Andrew non appena lei ebbe terminato – Sta dalla tua parte… -
- Per il momento… - fece Buffy, sentendosi colpevole per aver omesso certe parti dalla storia.
Andrew si accese una sigaretta – Diamine…Lancia di Longino, vampiri, cacciatrice…rito di sangue… - gli occhi si illuminarono per un istante – Ci si potrebbe fare una serie televisiva! E poi… - sembrò riaversi dal momento di gloria – Diamine Buffy quello lì è in casa tua! Come puoi fidarti? –
Buffy sospirò massaggiandosi gli occhi stanchi e fu così che Andrew notò la fasciatura al polso.
- Buffy…cosa ti sei fatta? Non è quello che la mia mente crede vero? -
Lei si guardò la benda – No! – si affrettò a rispondere – È una slogatura, mi sono fatta male combattendo contro quei tre vampiri nella biblioteca! –
Andrew la guardò attentamente: mentiva? Non poteva dirlo con certezza.
Gli occhi verdi della ragazza indugiarono in direzione di casa sua – Ora devo andare –
L’amico annuì poco convinto – Passerai più tardi? –
Buffy scosse il capo – Sono stanca morta, ho dormito troppo poco. Credo che farò una breve ronda e mi infilerò sotto le lenzuola… - aprì la portiera e scese per metà.
- Buffy… - la fermò lui per un braccio – Butta fuori di casa quel vampiro! Promettimelo! -
Lei sorrise – Non vedo l’ora! –
- Un’ultima cosa… - proseguì – Fai attenzione, ora sei più che mai in pericolo…sii prudente! – La guardò serio – Posso aiutarti in qualche modo? Non mi piace che tu viva sola in quella casa… -
Buffy risalì in auto per un istante – Stai lontano dai guai sovrannaturali, è l’ideale Andrew! Lavoro meglio se tu e gli altri non correte rischi inutili…nei limiti del possibile! E non preoccuparti, in quella casa io sono al sicuro! –
Lui annuì e la bionda scese dalla macchina, dopo averlo baciato su una guancia; mise in moto e sospirò mentre la vedeva correre via.
Non era per nulla tranquillo.


Continua...

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