WIE IM EIN TRAUM...? Seconda parte

Autore
: Anneliz
Web: Without Passion We'd Be Truly Dead
 
Disclaimer: I personaggi appartengono a Joss Whedon, David Greenwolt la WB, ME, la UPN e la Fox. L'autore scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.

 

 
12. TRE ANNI DOPO…
 
 
 
Buffy era seduta su una lapide già da dieci minuti, aspettando che il nuovo vampiro risorgesse.
-Senti, maledetto vampiro, potrei restare qui anche tutta la notte! Il problema è che il mio ragazzo mi sta aspettando, e non puoi immaginare che partacce mi fa ogni qual volta faccio tardi…-
Un fruscio alle sue spalle.
La Cacciatrice si fermò, tutti i sensi in attesa delle mosse dello sconosciuto.
Eccolo, si stava avvicinando.
Un attimo prima di girarsi, esclamò, rivolta alla lapide: -Stasera abbiamo compagnia!-
Poi si voltò, tendendo il fedele paletto verso la gola dell’aggressore.
E le uscì una specie di grido soffocato dalla bocca.
-…Spike…?-
Il vampiro la guardava divertito.
Aveva un ghigno sul viso, e sembrava apparentemente innocuo.
-Cacciatrice, Cacciatrice… ma non cambi proprio mai? Non dovresti stressarti in questo modo con i vampiri! Sai, lo stress alimenta le rughe!-
In quel momento una mano emerse dalla terra.
Buffy, ancora molto meravigliata, non vi fece caso.
Il neovampiro la prese per le spalle, facendola volare per qualche metro.
La ragazza cadde nella tomba ormai vuota.
Intanto Spike iniziò a combattere col demone.
In breve tempo, riuscì a farlo cadere nella tomba con Buffy, che immediatamente lo finì col suo paletto.
Il sanguinario le porse una mano e la fece alzare.
Stringendole ancora la mano, le disse: -Allora, tesoro, ti sono mancato?-
La ragazza lo scansò, e cominciò a camminare nella direzione opposta.
Il biondo le andò dietro.
-Bellezza, è maleducazione non rispondere quando si è interrogati… Maledizione, sono passati tre anni dall’ultima volta che sono venuto qui, eppure tu mi tratti allo stesso modo…-
La Cacciatrice si girò, apparentemente calma, cercando di trattenere tutto il suo rancore.
L’aveva abbandonata per tre lunghi, dannatissimi, anni!
Ora cosa pretendeva, che lei lo accogliesse a braccia aperte?
-Appunto, sono passati tre anni… mi auguravo di non vederti più, ad ogni modo… il discorso che ho fatto con quello…- indicò il mucchietto di polvere presso la tomba- vale anche con te! Sono in mostruoso ritardo, e se tarderò ancor di più, saprò con chi prendermela…-
La ragazza si voltò nuovamente e ricominciò a camminare.
Il vampiro la seguiva, standole affianco.
-Stai andando da Angel? Il mio vecchio sire… sono tre anni che non lo vedo… non che siano molti, ma comunque…-
-Spike, non sto andando da Angel!- sbottò lei.
-Ah no?- rispose il sanguinario, poi, scimmiottando la voce della ragazza, disse: -“Il problema è che il mio ragazzo mi sta aspettando, e non puoi immaginare che partacce mi fa ogni qual volta faccio tardi!” Non era così?-
Buffy gli rivolse un’occhiata di fuoco.
Lentamente rispose: -Sì, era così, ma… chi ti ha detto che parlavo di Angel? Io e lui, beh… ci siamo lasciati due anni fa…-
Spike stava quasi per cadere dalla sorpresa.
-Cosa?- esclamò stupito. –Forse non ho sentito bene… cos’è che hai detto?-
Seccata, la ragazza sbottò: -Sei sordo o cosa? Ho detto che io e Angel non stiamo più insieme!-
Il vampiro la guardò, poi scoppiò in una risata.
-Ah ah ah! Complimenti, Cacciatrice… pffff… questa è la tua trovata più riuscita! Pensa, per un momento stavo per crederci…-
Buffy si fermò.
Era paonazza in viso, e aveva uno sguardo omicida negli occhi.
-Ti fa tanto ridere, vero? Peccato che sia la verità!-
Questa volta Spike la fissò negli occhi per accertarsi che fosse realmente così.
E si rese conto che aveva detto la verità.
Buffy e Angel non stavano più insieme!
Chi l’avrebbe mai detto!
E pensare… che quando l’aveva lasciata, tre anni prima, si era sentito così convinto, come mai prima d’allora, che formassero una coppia ideale insieme!
E senza volerlo, una speranza balenò nel suo cuore.
“Ma allora… allora potrei ancora…”.
Poi scorse un velo di tristezza negli occhi della ragazza.
Abbassò lo sguardo, e disse: -Mi dispiace… scommetto che è stato lui, vero? Se l’avessi adesso sotto tiro…-
-Beh, la sua è stata un’ottima decisione… disse che, voleva che io avessi un futuro, e con lui, un vampiro con l’anima che appena raggiunge la felicità diventa il più spietato degli assassini, di certo non lo avrei avuto… e anche se all’inizio, lo odiai per questo, ora… sono sicura che abbia fatto la cosa migliore! Per entrambi!-
Spike le passò un braccio intorno alle spalle, per tranquillizzarla.
E di nuovo, quella scarica elettrica che Buffy sentiva ogni volta che la toccava…
Lo allontanò violentemente.
Piena di ira, mormorò: -Stai. Lontano. Da. Me- e si allontanò da lui correndo via.
 
Fu una settimana stranamente tranquilla.
Qualsiasi cosa facesse, Buffy temeva di poter incontrare Spike.
Il loro ultimo incontro l’aveva lasciata molto perplessa.
Perché Spike era tornato a Sunnydayle, se detestava tanto questa cittadina?
E perché mai i giornali o le televisioni non riportavano ancora le notizie di numerosi cadaveri, trovati con un segno sul collo?
Tutta la faccenda era davvero molto misteriosa!
Ma quello che di più l’aveva meravigliata, era non aver visto Drusilla.
Tre anni prima erano partiti insieme, scappati per chissà dove, per dimenticare tutto ciò che Sunnydayle rappresentava.
Molte volte la Cacciatrice aveva provato ad immaginarseli.
A Las Vegas, dove probabilmente Spike, con la sua fortuna, aveva vinto un mucchio di soldi.
Forse in Europa, a ricordare con ammirazione vecchie stragi.
O forse nell’America del Sud, sì, magari Argentina, Brasile…
Da quella notte di tre anni prima non aveva avuto più notizie di nessuno dei due, cosa che la stupì.
Pensava che insieme si darebbero dati allo sterminio di qualche città, o roba del genere.
Invece… erano stati forse gli anni più tranquilli della sua vita.
E da tutti i punti di vista!
Dopo che Angel aveva riacquistato la sua anima, per un po’ di tempo le cose erano filate come in passato, e Buffy pensava di aver riottenuto quella felicità che se ne era andata con…
Ma si sbagliava.
Anche se non voleva ammetterlo, dentro di sé non riusciva più ad amare veramente Angel.
Provava… solo un grande affetto per lui.
E anche Angel, dopo un anno passato a mentire a sé stesso, dovette riconoscere che sarebbe stato inutile continuare a stare insieme.
Così, inventarono una storia: la Cacciatrice non avrebbe mai potuto stare con un vampiro con l’anima, almeno non QUEL vampiro.
Quindi, subito dopo aver eliminato il Sindaco, nuovo pericoloso nemico della Scooby Gang, Angel si trasferì a Los Angeles.
Buffy e Angel continuavano a tenersi in contatto.
La ragazza gli aveva raccontato dell’evoluzione di Willow come strega, di Tara, e della coppia Xander-Anya.
Il vampiro le raccontava di come avesse incontrato Cordelia, Wesley, Doyle e Gunn a L.A., e di come ormai la sua agenzia investigativa andasse a gonfie vele.
E le aveva accennato anche di Kate.
-Allora, come vanno le cose con Kate?- la ragazza gli domandava ogni volta.
E lui rispondeva frequentemente –Lei non mi amerà mai, non accetterà mai la mia vera natura, quella ragazza, a volte, sembra di ghiaccio…-
E Buffy si dilungava nel dargli consigli per la sua situazione amorosa.
Spesso parlavano anche dei nuovi ragazzi di Buffy.
-Hai presente quell’idiota integrale? Parker?-
-Mhm… quello che ti scaricò…-
-Già… beh, non ci crederai, ma sta cercando di provarci di nuovo… Gliela farò pagare, non temere…-
E l’oggetto della loro ultima conversazione era stato Riley.
Buffy aveva chiamato a L.A. proprio il giorno prima.
-E’ carino, gentile, simpatico, intelligente… e sento di potermi fidare di lui…-
-Ehi, l’ultima volta che hai detto così, è finita male…-
Si stava riferendo a Scott.
Ricordava bene quel ragazzo, al liceo, che l’aveva lasciata accusandola di essere sempre triste e assente.
-Già, ma penso che questa volta andrà meglio… sono sicura che ti piacerebbe…-
-Beh, mi piacerebbe di sicuro! In fondo, sembra l’unico che fino a questo momento ti abbia fatto dimenticare Sp…-
-Ehm, a proposito di questo…- la ragazza aveva atteso per dirglielo, ma tanto valeva togliersi un peso dalla coscienza -…Spike è tornato-
A quel punto era sceso un pesante silenzio.
Poi Angel aveva mormorato –Quando…?-
-L’ho incontrato la settimana scorsa...-
-E… cosa ti ha detto… cosa gli hai detto…-
-Beh, c’è una cosa che ricordo molto bene: ha detto che avrebbe voluto spaccarti la faccia volentieri, quando ha saputo che, diciamo, “tu” avevi lasciato “me”…-
-Ah… e nient’altro?-
-Beh, ho notato che con lui non c’era Drusilla…-
-Lo ami ancora?-
Buffy pensò, in un attimo di confusione, di attaccare il telefono subito, per non rispondere.
-Certo che no, Angel!- (cercò di apparire il più naturale possibile)
-Ne sei sicura? Giuro che se quel bastardo ti fa soffrire ancora…-
-Angel, ehi, stai calmo… sarebbe inutile se vi massacraste entrambi per me… e poi non ce ne sarebbe neanche il motivo… certo che non lo amo!- (cercava di convincerne anche se stessa)
-E poi… adesso hai Riley, giusto?-
-Certo, adesso il mio ragazzo è Riley!-
-Buffy, ricordati che io sarò sempre qui, se avrai bisogno di me… mi dispiace, ma devo andare, Cordelia mi sta chiamando… ci sentiamo presto?-
-Certo! Ciao Angel, e salutami Cordy e Wes!-
Aveva abbassato la cornetta, sentendo che quel peso enorme era ancora all’altezza dello stomaco, e non accennava a togliersi.
A dir la verità, non sapeva quali erano i suoi sentimenti.
Anche se non aveva incontrato più Spike da quella notte, aveva sentito costantemente la sua presenza quando, calato il sole, si aggirava per il cimitero in cerca di vampiri.
Aveva avvertito più volte i suoi occhi azzurri scrutarla, osservarla.
Ma aveva preferito far finta di niente, cercando di convincersi ancora una volta che quello sguardo non avesse alcun effetto su di lei…
Cercando di convincersi che stavolta non avrebbe sofferto…
Cercando di convincersi che aveva Riley, che amava Riley, che Riley era l’unica persona che potesse renderla felice…
Cercava, appunto, ma forse il suo scopo non era stato raggiunto.
 
Spike entrò furtivo nella camera della ragazza.
Era sola, bene.
Willow si girò, e si immobilizzò quando lo vide.
-Ciao, rossa!- esclamò beffardo il biondo –E’ molto tempo che non ci vediamo, eh? Bah, lasciamo perdere i convenevoli… Se mi darai alcune informazioni, prometto di non farti alcun male…-
La ragazza era ancora immobile, ma sembrava non essere particolarmente preoccupata.
-Oh no, tu non mi toccherai… non potresti…-
-Allora è vero… sei stata tu… sporca strega… l’avevo immaginato… ma come potresti sapere se è ancora al suo posto…-
-Pensi che sia stata una sprovveduta? Vi controllo regolarmente… è tutto tranquillo…-
-E Buffy… ne sa qualcosa?-
-Mhm, no… sa che l’ho sperimentato solo su Angel…-
-Perfetto! Grazie, streghetta…- stava uscendo dalla stanza dalla finestra, quando si voltò –Volevo dirti che la tua ragazza è davvero carina…-
Will cercò di colpirlo con un oggetto appuntito, ma Spike fu più veloce, e subito si immerse nella notte.
La ragazza rimase a fissare la finestra, dove un attimo prima era sparito il vampiro.
Non l’aveva detto a Buffy, già, ma perché?
Si preoccupava che questa informazione avrebbe potuto farle cambiare idea su Spike?
Dopotutto, aveva lasciato Angel, perché avrebbe dovuto stare con Spike?
Rassicurata, cercò di pensare ad altro.
 
 
 
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13. INCONTRI E CHIARIMENTI
 
 
Buffy e Riley stavano camminando mano nella mano.
-Avevi promesso di portarmi al…- chiese la ragazza, curiosa.
-Ehm, avevo pensato a quel nuovo ristorantino fuori città…- si era fermato, e aveva osservato il viso della sua fidanzata allargarsi in uno splendido sorriso, -ma… diciamo che c’è stato un problema e, beh, è saltata la prenotazione!-
Buffy aveva fatto il broncio.
Già pregustava una serata romantica, lei e Riley soli finalmente, senza nessuno tra i piedi o problemi da risolvere.
E ora a quanto pare i suoi piani erano sfumati.
Rassegnata, sospirò: -Mi sa che anche stasera dovremo accontentarci del vecchio, caro Bronze!-
Riley annuì, e si avviarono verso il locale più frequentato di Sunnydayle.
L’atmosfera era la stessa.
Appena varcavi la soglia d’ingresso, venivi invaso da una miriade di luci, suoni, sensazioni differenti.
La musica era assordante.
Scelsero di sedersi in un tavolino appartato, ben distante dal palco.
Si sedettero l’uno di fronte all’altro, incrociando le dita.
La lampada sul loro tavolino emetteva una flebile luce, e i due erano quasi nella semi oscurità.
Il che rendeva tutto più romantico.
Si scambiarono un bacio.
Poi Riley si alzò. –Cosa desideri?-. Prese le ordinazioni, una Coca mista a rum per Buffy, e un boccale di birra per sé, si avviò verso il bar.
La Cacciatrice lo guardava mentre si allontanava,
Nonostante il progetto del ristorante non fosse andato in porto, era convinta che avrebbero ugualmente trascorso una serata romantica.
Aspettando il compagno, lasciò momentaneamente il tavolo, in cerca dei suoi amici.
Sperava di poter fare quattro chiacchiere con tutti loro, magari spettegolare un po’ con Willow di Parker, e ridere delle battute idiote di Xander.
Ma non trovò nessuno.
Si preoccupò. Vuoi vedere che era stata indetta un’assemblea generale senza avvertirla?
Si rassicurò. Se non l’avevano disturbata, vuol dire che la faccenda non era poi così grave.
Si incamminò di nuovo verso il tavolo.
La musica ad alto volume cominciava ad intontirla.
Accidentalmente, urtò una ragazza.
-Sta’ più attenta, stupida idiota!- sbottò lei.
Buffy conosceva un’altra sola persona che avrebbe potuto avere una reazione del genere: Cordelia.
Si girò a guardare la ragazza, e quasi cadde dalla sorpresa: Harmony!
-Ehi, Harmony… che ci fai qui?-
Certo, non era una domanda molto pertinente, se si pensa che il Bronze era l’unico locale decente della città, ma era almeno un modo per sciogliere il ghiaccio.
-Beh, suppongo tutto quello che fa la gente in questo posto: divertirsi e cercare di accalappiare un ragazzo… e possibilmente, cercare di non incontrare persone come te… il tuo vestito è fuori moda da almeno un decennio!…-
Buffy sospirò. Era abituata alle frecciatine dell’ex cheer-leader.
In un certo senso, è come se appartenessero ai suoi ricordi del liceo.
Che era andato distrutto quando avevano eliminato il sindaco.
-Vedo che non sei cambiata affatto… già… eh, sei riuscita ad accalappiarlo, il tuo ragazzo?-
Harmony la guardò con aria sprezzante. Con chi credeva di parlare?
-Certo che l’ho trovato… i ragazzi mi cadono letteralmente ai piedi… in questo momento è al bar che mi sta prendendo da bere…-
-Oh, fantastico! Anche il mio ragazzo è lì…-
Harmony la prese per un braccio. –Forza! Andiamo a raggiungerli!-
Mentalmente, la Cacciatrice pensò che adesso la serata era stata VERAMENTE rovinata.
Non poteva esserci niente di peggio…
O almeno lo credeva.
Mai cantar vittoria troppo presto! Già!
Si avvicinò al bar, e scorse Riley. Stava parlando con qualcuno, ma la folla lo copriva.
Raggiunse il suo fidanzato, e sbirciò verso Harmony, che aveva raggiunto anche lei il suo fantomatico accompagnatore.
E si accorse con terrore che si trattava di… Spike!
-Oh mio…-
-Buffy! Che bella sorpresa vederti qui!- esclamò il vampiro.
Rapidamente, il viso della ragazza impallidì.
-Buffy? Tesoro, ti senti bene?- domandò preoccupato Riley.
-Oh, sì, sì… ceeerto! Ehm, ciao Spike!-
Spike stava guardando con crescente interesse Riley.
Poteva sbagliarsi, ma il biondo guardava il suo ragazzo come fosse una specie di… preda.
Eh beh, in effetti, lo era.
-Sai, gli stavo giusto dicendo che stasera abbiamo dovuto accontentarci del Bronze come seconda scelta… e Spike ha chiesto di poter farci compagnia con la sua ragazza… ma non sapevo vi conosceste…-
Buffy lanciò un occhiata di fuoco al vampiro!
La sua ragazza? Erano già così intimi?
Candidamente, Spike aggiunse: -Beh, sempre che vada bene anche a te!-
La ragazza non poté far altro che annuire, e accompagnarli al tavolo.
Riley si sedette accanto a Buffy, e Spike di fronte a lei.
Solo allora, Riley poté finalmente porre una domanda: -Sono curioso di sapere… come vi siete conosciuti…-
Fu Spike a rispondere: -Diciamo che avevamo un “amico” in comune… Angel…-
-Ah sì, Angel… l’ex ragazzo di Buffy… me ne ha parlato, ma non ne so poi molto…- esclamò Riley, interessato.
Con calma, il vampiro riprese: -Quando ho lasciato Sunnydayle, ero convinto che Angel e Buffy fossero la coppia perfetta… che insieme riuscivano a completarsi totalmente… che insieme avrebbero passato, beh, il resto della loro vita… e quando sono tornato sono rimasto molto sorpreso…-
Aveva parlato fissando la Cacciatrice negli occhi.
La ragazza cercava di evitare quello sguardo così stranamente freddo, ma non vi riusciva: era attirata, come da una calamita.
E le sue parole… oh, l’avevano, ancora, dopo tanto tempo, ferita.
Lui… lui era stato solo un egoista.
Pensava… credeva… ma non poteva saperlo con certezza.
E la rabbia di quel giorno, quel giorno in cui l’aveva lasciata, riaffiorò nella ragazza.
Cercando di controllarsi, disse: -A quanto pare, Spike, come al solito non ci hai azzeccato… tra me e Angel è finita da tempo… ma, che strano, non ho ancora visto Drusilla…-
Una pugnalata. Dove sapeva di far più male.
Drusilla, per la quale l’aveva lasciata… dov’era adesso?
Spike se lo ripeteva molte volte.
Il loro era stato uno strano addio, certo, ma Drusilla rimaneva in ogni caso il suo Sire, e tra loro vi era un forte legame…
-Non è qui… penso sia a Los Angeles… mi ha mollato da poco…-
A Spike era sembrato di vedere negli occhi di Buffy, una luce, ma… non poteva, essere. A Buffy non importava più niente della sua vita, no? Perché avrebbe dovuto essere felice di quell’informazione?
E come ci erano arrivati, poi, a quell’informazione?
-Ehm, credo però che stiamo annoiando Riley e Harmony…-
-No, no, è interessante…- fece Riley –vorrei sapere il più possibile sul passato della mia Buffy…-
Le poggiò la mano sulla sua.
Il biondo notò quel piccolo gesto, e in lui si riaccese quella fiamma di poco prima, la prima volta che l’aveva vista con Riley.
Istintivamente, abbracciò stretta Harmony.
La ragazza sembrava sfacciatamente in visibilio.
-Cosa ti faceva pensare all’amore perfetto tra loro?- chiese Riley incuriosito.
-Beh, un motivo fondamentale c’era: nonostante Angel l’avesse tradita con un’altra donna, Buffy ha continuato ad amarlo…-
La Cacciatrice non si tenne più. Ruppe gli argini come un fiume in piena.
-Tu sai bene che Angel non era propriamente in sè! E sapevi benissimo che non ero innamorata della sua nuova versione…-
-Vedi, Buffy, lo difendi ancora…-
-Non ho bisogno di difenderlo, perché ti sto dicendo soltanto cose che già sai, cose che non hai voluto capire, o non hai voluto ammettere fossero vere, perché quello che realmente significavano… ti spaventava troppo…-
Era calato un silenzio imbarazzante.
Spike e Buffy non osavano guardarsi, ma entrambi avevano un’espressione omicida in volto.
La Cacciatrice si sentiva leggermente più sollevata.
Dopo tanto tempo, era riuscita finalmente a sfogarsi, a sparargli in faccia tutto il suo veleno…
Il vampiro era confuso, non voleva, non POTEVA credere a quelle parole…
Cosa, voleva dirle, Buffy? Cos’era, che si era rifiutato di vedere?
Meglio, molto meglio, non rispondersi, perché quelle risposte avrebbero portato altre domande.
All’improvviso il cerca-persone di Riley squillò.
Il ragazzo lo prese in mano con faccia seria, poi si alzò e disse: -Ragazzi, scusate, ma devo andare… i miei amici hanno urgente bisogno di me… non ti dispiace, vero Buffy?-
-Ehm, aspettami, vengo con te… sono molto stanca…-
Riley salutò gli altri due, e si avviò verso l’uscita.
Buffy disse un frettoloso –Ciao, Harmony!-, poi guardò per un breve attimo Spike, si voltò, e raggiunse il suo ragazzo.
 
 
 
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14. TELEFONATE
 
 
-Qui Angel Investigations. Chi parla?-
-A-Angel?-
-Buffy?-
B: -Si, sono io-
A: -Cos’è successo?-
B: -Niente, deve per forza essere successo qualcosa?-
A: -Buffy, non mi chiami mai due volte nella stessa settimana, se non è successo qualcosa di veramente grave!-
B: -Uhm… se ti dicessi che volevo soltanto sentire la tua voce?-
A: -Non attacca!-
B: -Già!-
A: -Come va con Riley?-
B: -Tutto… bene! Lo sai, lo adoro!-
A: -E con Spike? Immagino che sia lui la causa di questa telefonata!-
B: -Angel! Come ti viene in mente che io ti chiami per quello stupido idiota egoista…-
A: -Vi siete incontrati un’altra volta?-
B: -Beh… sì…-
A: -Quando?-
B: -Mhm… stasera…-
A: -Ora capisco… voglio che tu mi racconti tutto nei minimi particolari!-
B: -Va bene. Questa sera, Riley mi aveva promesso di portarmi ad un ristorante che ha aperto da poco, ma la nostra prenotazione è saltata… così siamo andati, come al solito, al Bronze. Mentre Riley prendeva da bere, ho fatto un giro nella sala, in cerca dei miei amici… a proposito, chissà dove si erano cacciati… e mentre tornavo al mio tavolo, ho spinto per caso una ragazza, che altri non era che Harmony!-
A: -Harmony? Questo nome non mi dice niente?-
B: -Ma sì, la copia esatta di Cordelia, se non fosse che lei è bionda… frequentava il nostro stesso corso…-
A: -Ah, credo di aver capito… un’oca giuliva, in pratica?-
B: -Colto nel segno! Mi ha praticamente trascinato a forza verso il bancone, convinta che volessi vedere il suo NUOVO ragazzo… e devo ammettere che è riuscita a sorprendermi… Angel, il nuovo ragazzo di Harmony era Spike!-
A: -Cosa?-
B: -Già, non dirlo a me! Ci sono rimasta stecchita! E non era finita lì! Pare che Spike avesse fatto amicizia con Riley, e il mio ragazzo li ha invitati entrambi al nostro tavolo!-
A: -Oh, come sarei voluto essere lì… una scena del genere non me la sarei persa per niente al mondo…-
B: -Mi dispiace, può sembrare divertente, ma non lo è stato! Anzi, è stato un disastro! Riley ha voluto che Spike gli raccontasse di te e me…-
A: -Ah, fammi indovinare… io e te eravamo fatti per stare insieme, niente e nessuno avrebbe potuto dividerci…-
B: -Già, li conosci i discorsi “alla Spike”! Quando è così convinto di una cosa finisce, nel 90% dei casi, col sbagliarla!-
A: -Non sapevo che anche tu conoscessi Spike così a fondo…-
B (ringraziò il cielo che Angel non potesse vederla in quel momento, perché era visibilmente arrossita): -Ehm, nel periodo della nostra alleanza, ricordi?-
A: -Come potrei scordarlo?-
B: -Già… mi dispiace…-
A: -Buffy, me l’avrai detto un centinaio di volte, che ti dispiace… non devi preoccuparti, è tutto a posto…-
B: -Sarà, ma ho come il sospetto che tu ce l’abbia ancora con me…-
A: -Non posso negare di essermi sentito molto ferito… io ti amavo Buffy, credo… di amarti ancora oggi, ma rispetto i tuoi sentimenti, e se non è con me che vuoi stare, io ti lascio libera per la tua strada…-
Silenzio.
Poi B: - Angel, credo che sia meglio smettere di chiamarci, cioè… se per te le nostre telefonate riaprono una vecchia ferita… vedi, io pensavo che ormai fossimo solo amici…-
A: -Buffy, amicizia è quella che tu provi per me, adesso, ma… riusciresti a dire la stessa cosa per Spike? Sinceramente…-
Silenzio.
A: -Lo immaginavo… e non ti porto rancore per questo, stai tranquilla…-
B: -Angel?-
A: -Sì?-
B: -Ti voglio bene!-
A: -Anch’io… ma ora sbrigati a raccontarmi, non sto più nella pelle…-
Buffy, sollevata, continuò: -Spike ha continuato dicendo che io continuai ad amarti, anche quando tu mi tradisti con Drusilla…-
A: -Ma non ero in me! Lo sapeva lui, come lo sai anche tu…!-
B: -Infatti! Sono andata in tua difesa, Spike mi ha rimbeccato dicendo che pensavo ancora a te, e io gli ho risposto dicendo che non c’era bisogno di difenderti, perché lui conosceva la situazione, sapeva che ti stavo dimenticando… sapeva che mi stavo innamorando di lui… ma ha voluto far finta di niente, troppo vigliacco per accettare cose più grandi di lui…-
A: -Uao! Che discorso!-
B: -Già… naturalmente, non ho accennato al fatto della mia cotta per lui… ho creduto che Riley non avrebbe avuto una reazione troppo felice…-
A: -Lo credo anch’io…-
B: -A quel punto, siamo rimasti in silenzio per un tempo interminabile… poi io e Riley siamo andati via… lui doveva sbrigare non so quale faccenda con i suoi amici, e io… ero troppo stanca  per continuare quella conversazione…-
A: -E Drusilla? Che fine ha fatto?-
Buffy rise: -Come siamo premurosi, nei riguardi della tua semi-figlia…-
A: -Aspetta, non equivocare… la mia era una semplice domanda, e poi, conosci lo stretto legame tra sire e discepolo, no?-
B: -Sai, non così tanto come vorrei…-
A: -Ehi, non scherzare su queste cose…-
B: -Certo, certo, scusa, non scaldarti!… Spike ha detto che si erano lasciati da poco… e che probabilmente ora è a Los Angeles…-
A: -Qui?-
B: -Già, Spike pensa sia lì…-
A: -Beh, spero di non incontrarla troppo presto… non voglio essere costretto ad ucciderla…-
-Buffy! Buffy!-
A: -… ehi, mi sa che Willow ti vuole a rapporto da te subito…-
B: -Già… come sai, si è trasferita qui quando la mamma…-
A: -Ehm, Buffy, credo di non avertelo mai detto apertamente, ma…sono rimasto molto dispiaciuto per tua madre, cioè… non riesco a trovare le parole adatte… era una persona così speciale, così forte… ed è stata una morte così orribile… quel maledetto demone… ricordati sempre che se hai bisogno di conforto, io sono qui… mi sembra di ripetertela ogni volta questa frase, vero?-
B: -Grazie, Angel… non so come farei senza di voi! Sapere che posso contare su di te è una gran consolazione… allora, ci sentiamo presto?-
A: -Certo! Ciao, Buffy!-
B: -Ciao, Angel!-
La Cacciatrice abbassò la cornetta. Parlare con Angel le faceva sempre bene. Riusciva sempre a tirarla su di morale.
“Bene” pensò, “Ora andiamo a vedere cosa bolle in pentola di là” e si avviò verso la cucina.
 
 
 
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15. DI ILLUSIONI E INGANNI
 
 
 
Con calma maniacale, Buffy si diresse verso la cucina.
Solitamente, Willow non la disturbava mai nelle sue settimanali telefonate ad Angel.
Incuriosita, si domandò mentalmente che cosa fosse successo di così grave.
Aveva a che fare con la loro scomparsa improvvisa al Bronze?
Il Bronze… le tornò in mente prepotente la serata appena passata.
“Un disastro!” l’aveva definita con Angel.
Ma in un certo qual modo era stato un bene chiarirsi.
Anche se quasi sicuramente i chiarimenti non erano finiti lì.
Non POTEVANO essersi conclusi già.
Varcò la soglia della cucina.
Willow era sola, e le dava le spalle, pensierosa.
La Cacciatrice le arrivò dietro e le appoggiò una mano sulla spalla.
La rossa sussultò visibilmente, poi si girò.
-Ah, B-Buffy… non ti avevo s-sentita arrivare…-
La sua voce tremava.
Strano, molto strano tutto ciò da parte di Willow!
-Mi hai chiamato, no? Eccomi qui?-
Buffy sperava che nella sua voce non si avvertisse tutta la sua curiosità.
-Già… c’è una cosa che devo dirti… riguardo una persona…-
Buffy era sempre più interessata.
-Beh, ecco… Spike è tornato qui a Sunnydale!- disse tutto d’un fiato.
La curiosità svanì all’istante dal volto della Cacciatrice, lasciando il posto alla delusione.
Si era aspettata l’arrivo di qualcosa o qualcuno di importante, ma Spike…
E poi, come se già non sapesse, dell’arrivo di Spike…
-Will, so già che è qui…-
-Cosa?- la domanda era uscita spontanea e insieme incredula.
-Beh, l’ho incontrato un paio di volte… ed era lui, già…-
-Ah, perfetto, non mi piaceva fossi io a doverti dare la notizia…-
-Perché dici così, Will?-
-Beh, perché pensavo… non che ne fossi convinta, naturalmente, ma poteva essere…-
-Cosa?- la voce di Buffy ora era spazientita.
-Beh, avevo il timore che tu provassi ancora qualcosa per lui…-
La rossa fissò in volto l’amica, per cercare di notare delle possibili reazioni a quella rivelazione.
Ma non vi lesse niente.
Solo assoluto distacco e freddezza.
-No che non provo più niente per lui, Will… è, passato così tanto tempo, e lui… si comportò così da egoista… e non devi preoccuparti per me!-
-E poi tu hai Riley, vero?-
Buffo, come anche Angel, qualche giorno prima le avesse fatto la stessa domanda.
“Tu ami Riley, giusto?”
La risposta, meccanica, quasi programmata, per nascondere ogni più piccola emozione.
-Certo, adesso Riley è il mio ragazzo!-
E continuare a guardarla negli occhi, come per confermare quelle parole.
Ma era tutta una maschera, solo una maschera per nascondere le sue più profonde paure.
Per nascondere la sua confusione.
Per nascondere la sua indecisione.
Per fortuna, Willow sembrava averla bevuta.
“Molto più facile del previsto” pensò tra sé la Cacciatrice.
Will si era girata, come per andarsene.
Poi ci aveva ripensato.
-Buffy, lo ucciderai?-
Strana domanda, chiedere ad una Cacciatrice se non farà fuori un vampiro.
Ma non si trattava di un vampiro qualunque.
E stavolta non se la sentiva di mentire.
Almeno, non completamente.
-Credo che per il momento non lo farò, cioè… non ho ancora letto di stragi, uccisioni, o quant’altro che portino la sua firma… finchè se ne starà buono, non mi porrò questo problema… sarebbe, inutile!-
La rossa la prese per un braccio.
-E se… non potesse…-
Ma non finì la frase.
Abbassò lo sguardo e la lasciò andare.
-Niente, lascia perdere…-
Silenzio.
A volte può essere molto confortante, il silenzio.
Altre volte, il silenzio può uccidere.
-Buffy, io… devo andare da Tara… ci vediamo più tardi, ok?-
Ed era letteralmente corsa fuori, come se fosse stata inseguita da una decina di demoni.
La Cacciatrice confermò la sua tesi iniziale.
“C’è qualcosa che brucia, qualcosa che non mi ha voluto dire…”
Non si spiegava, altrimenti, il comportamento dell’amica.
Strano, non tanto quando le aveva chiesto se provava ancora qualcosa per Spike.
No, forse, si aspettava una risposta del genere.
Strana, molto più strana, era stata quella ingenua domanda di poco prima.
“Buffy, lo ucciderai?”
Lei, che era sempre stata espressamente contraria ad una relazione con Spike.
Avrebbe dovuto semplicemente dire “Lo ucciderai, vero?”
Perché quella, sarebbe suonata più come un’affermazione.
Dunque, ciò voleva dire che Willow sapeva qualcosa più di lei.
Si sentì improvvisamente stanca.
Come se soltanto parlare di Spike fosse come avere un’accesa discussione con lui.
Si trascinò fino in soggiorno.
Poi si stese su un divano e chiuse gli occhi.
Pregò che al suo risveglio quell’incubo fosse finito, che tutto fosse tornato alla normalità.
Si addormentò, esausta.
Fuori, le tenebre stavano lasciando il posto all’alba.
 
…Un sogno…
Era passato molto, moltissimo tempo dall’ultima volta.
Le sembravano quasi, anni…
…Immagini, immagini di ogni tipo e di forma svariata le trapassavano la mente.
Erano tutte scene confuse, poco nitide, dai contorni sfumati.
“Willow? Cosa stai facendo?”
La rossa aveva davanti a sé due sfere luminose.
“Due sfere, due sfere… che significa?
Cosa stai dicendo? Non, riesco a sentirti… Will!”
E poi tutto era sfumato.
E si era materializzata una scena, che Buffy conosceva a memoria.
In ogni suo più piccolo particolare.
E ogni volta, cercava di carpirne qualche significato nascosto, ma… invano.
“Spike, e Angelus… cosa vi è successo…Angel?
Angel, sei proprio tu…?”
Un abbraccio.
Finalmente, di nuovo, tra le sue braccia, tra le braccia del suo grande amore.
Ma non era stato come se lo aspettava.
Sciogliersi da quell’abbraccio, per cercare conforto in quello di un altro vampiro.
Che è cambiato anche lui.
“Spike… ti prego, Spike… cos’hai? Cos’hanno i tuoi occhi?
Spike, non mi lasciare… io ti amo…”
Cercare di capire cosa, avesse cambiato quello sguardo…
Di solito, così freddo e arrogante… e ora…
… triste, quasi inconsolabile…
Un ultimo bacio, strappato al destino…
E poi, vederlo andare via… chissà per quanto… forse per sempre…
“Non lasciarmi, ti prego, non lasciarmi…”
Lacrime, stupide lacrime inutili…
Che almeno lo riportiate da me…
Ma è inutile, è tutto inutile…
Un altro ricordo…
Questo, è più vicino, più fresco nella sua memoria degli altri…
Aspettare Willow, nella sua stanza.
Intanto, aggirarsi, cercare, curiosare tra gli oggetti della sua amica.
E poi, trovare… che cosa?
Due sfere… che non luccicano più, strano…
Oggetti affascinanti…
Buffy li prende in mano per osservarli meglio e li avvicina al viso…
E si aggiungono altri ricordi…
Ricordi non suoi…
I ricordi di Angel…
… Romania, 1898…
Correre, scappare da un destino ormai inequivocabile…
E poi fermarsi, sconfitti, in silenzio, lacrime amare che solcano il viso…
E sentire dentro una nuova forza, diversa, accecante, incombente, dolorosa…
E un rimorso che mai avrebbe potuto immaginare, eccolo…
In quel momento i ricordi si annebbiano, Buffy lascia cadere le due sfere, corre via…
 
La Cacciatrice si alzò improvvisamente, gli occhi aperti e bagnati di lacrime.
Il trillo inconfondibile del telefono l’aveva svegliata.
In altre circostanze, l’avrebbe mandato al diavolo, ma ora…
Quel sogno, così tremendo, terribile, premonitore…
Quelle due sfere… erano…
No, non poteva essere così, Willow non le avrebbe tenuto nascosto una cosa del genere…
-Pronto?- la voce era ancora spaventata.
-Buffy? Stai bene?-
Angel, caro Angel, l’unico che adesso avrebbe voluto veramente sentire.
Per avere delle risposte.
-Sì, sto… bene. E’ successo qualcosa?-
E senza chiedere niente, aveva ottenuto ugualmente le sue risposte.
Drusilla aveva parlato con Angel, quella notte, poco prima…
E Angel, si era sentito in dovere, il cuore in una morsa, di riferirle tutto…
Ma non sapeva che Buffy ormai ne era già a conoscenza.
I suoi sogni, mai le avevano mentito. Mai.
Bisognava soltanto saperli interpretare.
 
 
 
~ * ~ * ~ 
 
 
 
16. LA VERA STORIA
 
 
Abbassò la cornetta, di nuovo senza forze.
Ne aveva parlato anche con Angel, che aveva convenuto con lei.
Andare a Los Angeles, ora, sarebbe stata la cosa migliore.
Si infilò un attimo in bagno, per bagnarsi il viso.
Che strano, improvvisamente non sembrava più quello di una ventenne.
Era il volto di una donna, adulta, piena di responsabilità e doveri.
Matura. Capace di decidere.
Se lo fosse stata anche tanti anni prima…
Ma era inutile rimuginare sul passato.
Si accorse con dispiacere che stava calando la notte.
Evidentemente, aveva dormito un bel po’.
Salì in camera sua.
Radunò alcuni vestiti, oggetti, accessori, i paletti, immancabili paletti.
La valigia era quasi pronta.
Ricordava che da piccola aveva sempre odiato preparare la sua roba.
Metteva il broncio, e correva da sua madre.
E lei, coccolandola, la viziava continuamente.
Questo naturalmente, prima che la madre morisse.
E soprattutto, prima che Buffy diventasse Cacciatrice.
Chiuse la valigia, e sentì la porta di casa aprirsi.
“Peccato!” pensò, “avrei preferito scomparire senza nessuno tra i piedi!”
Prese la sua giacca nera, il primo regalo che Angel le aveva fatto, e scese le scale.
Era Willow.
Sembrava piuttosto serena e allegra, molto diversa dalla ragazza del giorno prima.
La rossa si voltò e la vide.
Sbarrò gli occhi, assunse un’espressione severa, e aspettò che scendesse.
-Stai partendo?-
Non c’era stato bisogno di parole.
Will aveva capito dal volto dell’amica quello che era successo.
E si sentiva profondamente in colpa.
-Già, vado da Angel…-
Buffy cercava di mantenere un tono distaccato, ma era difficile.
Quella era la sua migliore amica.
E per tre lunghi anni le aveva nascosto tutto.
Non la odiava, certo, ma per il momento voleva essere lasciata sola.
-Ti fermerai a Los Angeles per molto?-
La Cacciatrice ficcò nella borsa un altro maglione.
-Credo di sì… un mese, se non di più… il tempo necessario per pensare…-
Will annuì lievemente.
La bionda imboccò la porta.
Non voleva scene lacrimose.
Non ne aveva la forza.
Aprì la porta, e stava per uscire, quando la sentì.
-Mi dispiace!-
Poi un singhiozzo, seguito da un lungo silenzio.
No, non poteva odiarla.
Probabilmente, aveva taciuto unicamente per il suo bene.
Ci pensò e rise.
Avrebbe voluto urlare al mondo: “Devo capire IO, da sola, cosa è per il mio bene, e cosa no!”
Voltò semplicemente la testa.
Sorrideva ancora, un sorriso forzato.
-Lascia perdere… non voglio spiegazioni…-
Poi chiuse la porta e si avviò verso il cimitero.
C’era un’ultima persona che doveva salutare prima di andar via.
Almeno questo glielo doveva.
I lampioni illuminavano già tutte le strade di Sunnydale.
Segno che i vampiri non avrebbero tardato molto a farsi vedere.
“Beh, per stasera, e per le prossime, ve la caverete senza di me!”
Si fermò davanti alla tomba di sua madre, e lasciò cadere a terra le borse.
Poi si inginocchiò vicino alla lapide.
Da quando non c’era più, era questo il modo per sentirla più vicina.
Sussurrò: -So che comprendi che per me è necessario partire… devo stare lontana da questa cittadina per un po’ di tempo… o sarà la volta buona che riesco ad ammazzarmi…-
Accarezzò il freddo marmo col dorso della mano.
Poi si alzò, ripulendosi della fanghiglia, e sorridendo.
E poi si bloccò di colpo al suono di quella voce.
-Sai, dopotutto, non era male, tua madre… anzi, mi era simpatica…-
Spike, sbucato dal nulla, le andò vicino, e le appoggiò una mano sulla spalla.
La classica goccia che fa traboccare il vaso.
Buffy lo scagliò lontano, mostrando la sua forza sovrumana.
Sperava che l’avvertimento fosse chiaro.
“Non. Avvicinarti. Più. A. Me.”
Ma a quanto pare il vampiro non era della stessa opinione.
-Che c’è, tesoro, stasera hai voglia di giocare?-
Iniziò a combattere con lui, quasi senza accorgersene.
Quasi senza rendersi conto che era lui, dopo tantissimo tempo di nuovo, il suo avversario.
Meccanica, ogni azione di lei era meccanica.
Ma alzò gli occhi.
E incrociò lo sguardo di Spike.
E ritornò l’angoscia e lo sgomento di poche ore prima.
Lo prese per un braccio, e lo mandò contro un albero lontano.
Velocemente, raccolse la sua roba, e corse verso la fermata dell’autobus.
Non si girò a vedere se il vampiro la stesse inseguendo o meno.
Salita sull’autobus chiuse gli occhi, ed ebbe la forza di aprirli solo quando fu sicura di essere partita.
 
Spike vide, impotente, l’autobus allontanarsi.
Alzandosi, si diede dello stupido.
Come aveva fatto a non capire che c’era qualcosa di diverso in lei?
Si avvicinò alla pensilina.
Vi era una donna.
-Mi scusi, non vorrei importunarla… potrebbe dirmi dov’era diretto quell’autobus?-
La donna era piuttosto scortese.
Non gli rivolse uno sguardo.
Sbuffò e guardò il suo orologetto da polso.
-A Los Angeles!-
Il vampiro ringraziò e si allontanò.
Los Angeles… Los Angeles…
Los Angeles significava Drusilla.
E se si fossero incontrate, e Buffy avesse saputo tutto?
Deciso, si avviò verso casa di Buffy.
E, sull’uscio di ingresso, vi trovò Willow.
Era seduta sui gradini, la testa tra le mani, e singhiozzava.
Era successo veramente qualcosa di grave!
Mormorò appena: -Ehi!-
La ragazza alzò il viso e lo vide.
Ma non disse una parola.
-Ehm- continuò il vampiro, -dov’è Buffy?-
La rossa non alzò la testa.
La sua voce, era simile a un sussurro.
-A Los Angeles! Da Angel!-
Per la seconda volta nella stessa sera, Spike si maledisse.
Ma certo, dove mai poteva andare se non da Angel?
Una rabbia crescente lo invase, ma cercò di trattenerla.
-Perché è andata da Angel?-
Lo chiese con il tono di voce più normale possibile.
La ragazza alzò di nuovo il viso, e lo guardò negli occhi, a lungo.
Poi abbassò la testa, e mormorò: -Non posso crederci… dopo tutto questo tempo provi ancora qualcosa per lei…-
Il vampiro non ribatté, ne aggiunse niente.
Voleva soltanto sapere ciò che era successo.
-Sei tu la causa, come sempre… prima la fai dannare, poi la fai innamorare, poi te ne vai e sembra averti dimenticato, e poi torni, e ti aspetti che sia tutto come prima!-
Aveva parlato senza prendere fiato.
Era stanca, stanca di tutta quella situazione.
Una situazione che era iniziata tre anni prima.
Una situazione in cui avrebbe fatto meglio a non immischiarsi.
-L’ha scoperto, Spike- disse solamente, -L’ho capito da come mi guardava… e non sono stata io a dirglielo… ha scoperto che tre anni fa praticai su di te un incantesimo per ridarti l’anima, ed andò a buon esito…-
E all’improvviso i pezzi del puzzle si unirono, e il sanguinario ricompose il quadro.
Ma certo, la valigia, e quel combattimento che non aveva alcun senso.
E la sua fuga.
Era fuggita lei, adesso.
La rabbia lo accecò.
Afferrò Willow per il collo, ringhiando.
-Non venirmi a dire che è colpa mia! Non osare dirlo… non sono stato io a fare quell’incantesimo… non sono stato io a volere indietro una stupida anima petulante…-
-M-Ma… tu… s-sei… st-stato un vigliacco…- la rossa cercava di parlare, -…se t-tu quella n-notte fossi rimasto con lei…-
Spike la lasciò, e la ragazza continuò: -Posso far finta di non capire, sai, posso, come dire, fare la parte della stupida, ma vedo, capisco, e deduco! E ho capito che quella di Buffy non era una semplice infatuazione, ma sai, mi ero illusa che con il mio sostegno, con il sostegno dei suoi amici, e soprattutto, con il sostegno di Angel, avrebbe dimenticato quella maledetta meteora che eri stato… contavo su di Angel, ma neanche il suo amore, è stato abbastanza…-
Era sfinita. Fisicamente e moralmente.
Era sicura che di lì a qualche minuto sarebbe svenuta.
Ma continuò, imperterrita.
-Non mi fidavo di te… l’avevo capito subito che eri un vigliacco, che l’avresti fatta soffrire… ma non potevo cancellare il suo amore per te… quello, purtroppo, era già ben radicato… così mi limitai ad aiutarlo, a dare fiducia a te e alla vostra relazione, che credevo più che mai impossibile… donarti un’anima… Angel, era completamente un’altra persona con l’anima, perché non saresti potuto esserlo anche tu? Non calcolai, però, che eri troppo stupido, troppo vigliacco, per accorgerti di quello che stavi perdendo… o forse semplicemente non l’amavi davvero…-
-Io la amo… la amo come tre anni fa… per me non è cambiato niente…- esclamò irato il vampiro, ringhiando. –E anch’io, non sono cambiato… non potevi pretendere che riuscissi ad orientarmi, dopo l’anima… ero sfiduciato, arrabbiato, e avevo un senso di colpa permanente… e ce l’ho tutt’ora… e ogni giorno che passava mi maledivo… perché dopo tutti i miei sforzi, mi ero ridotto allo stesso stato di Angel… l’ombra di me stesso… e perché avevo abbandonato Buffy… ogni giorno, è stato un tormento anche peggiore…-
Calò il silenzio tra i due.
Si erano sfogati, avevano ascoltato.
E si erano calmati.
Willow si alzò, decisa a rientrare in casa.
Sembrò ripensarci, ed esclamò: -Lasciala in pace! Non, farla soffrire più… non lo merita!-
Rientrò in casa, e sbatté la porta alle sue spalle.
Il vampiro fissò un’ultima volta l’uscio, poi si allontanò lentamente.
Cominciò a scendere una fitta pioggerellina, ma non vi fece caso.
Assorto nei suoi pensieri, senza accorgersene arrivò alla tomba di Joyce.
E, incredibilmente, lui, che non credeva in Dio, mormorò a bassa voce una preghiera per quella donna.
 
17. THE CITY OF ANGELS…
 
 
Buffy spalancò la porta dell’appartamento.
C’era già stata un paio di volte, e ormai le era familiare.
In silenzio, richiuse l’uscio e in punta di piedi entrò nella camera di Angel.
Apparentemente, il vampiro sembrava stesse riposando.
Gli si sedette vicino, per guardarlo.
Il suo angelo custode.
Con la mano, gli accarezzò il viso.
Finalmente il vampiro si svegliò.
Sorpreso da quel contatto improvviso, scattò subito in piedi.
Gli bastarono solo pochi secondi per abituarsi all’oscurità.
E poi la vide davanti a sé.
Buffy.
Bella come sempre.
Con un’espressione di amarezza e tristezza negli occhi.
Lentamente, le si avvicinò.
Senza fermarsi a riflettere, la ragazza lo abbracciò.
E cominciò a piangere.
A versare ancora lacrime, e lacrime.
Angel la strinse tra le sue braccia forti.
Adorava il suo profumo, e la morbidezza dei suoi capelli.
Cercava di consolarla, di calmarla.
Poi, con un enorme sforzo di volontà, si separò da lei.
La prese per mano e la portò in soggiorno.
Mise su una caffettiera in cucina, e quando il caffè fu pronto, tornò da lei.
Buffy si era raggomitolata sul divano.
Sembrava un pulcino bagnato, ora.
Un moto di tenerezza gli strinse il cuore.
Le si sedette accanto, porgendole la tazza calda.
-Va bene. Ora raccontami tutto-
E come un torrente in piena, la Cacciatrice raccontò per filo e per segno gli avvenimenti delle ultime 24 ore.
Delle strane domande di Willow a proposito di Spike.
Di quel sogno, che le era sembrato così stranamente reale.
Di come si fosse sentita sconvolta dopo la sua telefonata.
Del breve addio con Willow.
E dell’incontro con Spike.
E Angel era rimasto ad ascoltare in silenzio.
Era sempre stato un attento ascoltatore.
Buffy sospirò per l’ennesima volta.
Si accorse, finalmente, di non aver più voglia di piangere.
Si era sfogata. Con Angel ci riusciva sempre.
Gli strinse la mano e gli sussurrò: -Grazie. Per tutto quello che hai fatto in questi anni, per quello che stai facendo ora, per esserti offerto di ospitarmi… mi dispiace, cercherò di essere un perfetto ospite!-
Il vampiro non poté evitare di sorridere.
La sua dolce, piccola Buffy.
La abbracciò di nuovo.
Avrebbe tanto voluto non lasciarla più andare…
I suoi pensieri furono dissolti dal campanello.
Staccandosi dalla ragazza, andò ad aprire.
Buffy, seduta ancora in soggiorno, sentì distintamente una voce femminile.
La riconobbe immediatamente.
-Appena ho sentito che Buffy sarebbe venuta qui, mi sono preoccupata… è successo qualcosa? Dov’è, di là?…-
-Cordy, aspetta…-
Cordelia si era catapultata nella stanza.
La Cacciatrice sorrise.
A parte il taglio dei capelli, non era cambiata di una virgola.
Soprattutto caratterialmente. Sempre testarda e impulsiva.
Le due ragazze si abbracciarono.
Anche se al liceo non erano state proprio ottime amiche, provavano ugualmente grande affetto l’una per l’altra.
La mora sussurrò qualcosa all’orecchio dell’altra, ed entrambe scoppiarono a ridere.
“Incredibile” pensò Angel, “quanto la lontananza possa averle unite!”.
Tutti e tre si sedettero sul divano.
Ora sembravano un po’ più imbarazzati.
Fu Cordelia a rompere il ghiaccio.
-So che forse non sono la persona più indicata a cui raccontare quello che è successo, ma se avessi bisogno di me…-
-E’ una storia molto, molto lunga… sei pronta a sentirla?- la interruppe Buffy.
Cordy annuì, e la Cacciatrice iniziò la sua storia.
 
L’auto sfrecciava veloce lungo l’autostrada.
A Buffy venne da pensare: “Certo che non è da Angel una guida così spericolata!”.
Il vampiro, al volante, sembrava apparentemente non curante del fatto che anche le altre autovetture avessero diritto a passare.
Guardò fuori del finestrino.
Los Angeles era lontana, stavano viaggiando già da una mezz’ora.
Era felice. Si sentiva felice.
Aveva passato un mese spensierato, lontana da tutte le preoccupazioni di Sunnydayle.
Lontana dai vampiri di Sunnydayle, dai suoi amici, dal ricordo di sua madre, e… lontana da Spike.
I suoi unici problemi, erano stati scegliere quale vestito indossare per una festa, o per un’altra.
O decidere se avesse avuto abbastanza soldi per un abito stupendo.
Era andata spesso a fare shopping con Cordelia.
Aveva discusso in modo civile con Wesley, che non era poi così noioso.
Spesso era andata a caccia con Angel, ma anche solo passare dei momenti con lui l’aveva fatta sentire bene.
E, qualche volta, aveva preferito estraniarsi, e stare un po’ da sola.
In quei momenti, faceva lunghe passeggiate in riva al mare.
L’acqua salmastra aveva il potere di calmarla.
E quel suo continuo rullare, le onde che s’infrangevano contro la riva… era come se il mare le stesse dicendo che non era sola, che c’era qualcuno con lei.
Soprattutto, aveva chiarito i suoi sentimenti.
Era finalmente riuscita a sciogliere la sua personale matassa intricata.
Ed ora, che Sunnydayle non distava che un’altra ora di viaggio, continuava a ripetere nella mente ciò che avrebbe fatto non appena fosse arrivata.
Voltò il capo, e sorrise ad Angel.
-L’ho sempre saputo che sei un ottimo angelo custode!- gli disse dolcemente.
Il vampiro si voltò a guardarla.
Così felice e sorridente, sembrava essere tornata la Buffy di tanti anni prima…
Quanto, avrebbe voluto che quegli anni tornassero, anni preziosi…
Gli anni in cui si amavano ancora teneramente, e il futuro sembrava incerto, sì, ma pieno di aspettative…
 
Spike era appena uscito a caccia.
Da quando Buffy era andata a L. A., il compito di cacciare era stato affidato a lui.
Non che si lamentasse.
Eliminando demoni e vampiri, poteva sfogare tutta la sua rabbia repressa.
Un paio di volte aveva spiato dalla finestra della casa di Buffy, per sapere quando fosse tornata.
E così, aveva assistito alla scena in cui Willow cercava di convincere Riley che Buffy non era scappata a Los Angeles per colpa sua.
Oppure, a quella volta che Xander aveva parlato a telefono con Buffy, e aveva saputo tutto.
La cosa più divertente, era la sua faccia ogni volta che lo incontrava.
Xander lo guardava come fosse un fantasma.
E spesso aveva seguito Riley.
Solo per accertarsi che, in mancanza di Buffy, non la rimpiazzasse con altre.
Non che gli importasse, ma al momento opportuno avrebbe potuto rinfacciarlo alla Cacciatrice.
Ma quel ragazzo era completamente cotto, non l’avrebbe tradita neanche se l’avesse voluto.
Si fermò un attimo ad accendersi una sigaretta, poi riprese a camminare.
Ripensò ad Harmony.
Chissà perché, dopo quella sera, aveva deciso di continuare ad uscire con lei.
In fondo, era una ragazza carina, a volte divertente e buffa.
Certo, dava l’impressione di essere un’oca giuliva, ma Spike non la pensava in questo modo.
Era convinto che fosse solo una copertura per mascherare la sua fragilità interiore.
“Che pensieri profondi, stasera!” pensò, e rise.
Spense la sigaretta sotto la scarpa.
Poi la sua attenzione fu attirata dallo stridio di un auto che frenava rumorosamente.
Gli sportelli venivano aperti e richiusi.
E poi… delle voci, familiari, forse anche troppo…
Incuriosito, si avvicinò, mantenendosi nell’ombra.
Ora poteva vedere bene le due figure accanto all’auto, ferme sotto il lampione.
Non si era sbagliato. Buffy. Angel.
Era così strano rivederli ancora insieme dopo tanto tempo.
A prima vista, sembravano sul serio la stessa coppia di tanti anni prima.
E per l’ennesima volta, Spike sentì invadersi dalla gelosia.
Titubante, rimase ad ascoltare la conversazione dei due.
-Grazie Angel, sei stato un tesoro…- (era Buffy a parlare).
-Oh, sai che puoi contare su di me, qualsiasi problema tu abbia…- (mentre Angel parlava, il biondo sottovoce lo malediceva).
Poi erano rimasti a fissarsi le scarpe, quasi imbarazzati.
“Oh, che bella scenetta! Che teneri!” pensò Spike con rabbia crescente.
Poi li vide abbracciarsi.
Buffy, ancora nelle braccia di Angel.
Era sicuro, che da un momento all’altro non avrebbe retto più, e sarebbe uscito allo scoperto.
Per fortuna, i due si separarono.
Si scambiarono dei baci sulle guance, poi Angel risalì in macchina e ripartì.
Buffy lo seguì con lo sguardo finché le fu possibile.
Poi si girò, e incominciò ad incamminarsi nella direzione di Spike.
“Maledizione!” pensò il vampiro, “Che diavolo sta facendo?”
Ma la Cacciatrice superò il nascondiglio del biondo e continuò a camminare.
Di soppiatto, come un gatto, il sanguinario la seguì.
Era tornata alla tomba di sua madre.
La ragazza aveva lasciato dei fiori sulla lapide, e poi si era allontanata con lunghi passi decisi.
Spike uscì dall’ombra, e si avvicinò alla tomba di Joyce.
Buffy vi aveva sistemato con cura grandi gigli bianchi.
Il vampiro rivolse un ultimo sguardo, poi si allontanò anch’egli nella notte.
 
 
~ * ~ * ~
 
 
18. ANIME DANNATE
 
 
Buffy era immobile, appoggiata ad una lapide, persa nei suoi pensieri.
Eppure, avvertì ugualmente la sua presenza.
Si avvicinava con lunghe falcate decise.
Adesso li separava soltanto la lapide.
Passò qualche minuto.
La Cacciatrice sentiva il rumore di una fiammella, il suo accendino.
Probabilmente si era seduto.
Inspirò profondamente, pronta a cominciare una conversazione, ma Spike fu più veloce.
-Mi mancava la tua presenza qui. Girare tra le tombe, da solo, non è molto divertente-
Aveva spento la sigaretta che teneva in bocca.
-Non potevo restare-
-Non potevi, o… non volevi?-
-Ti ho ripagato con la tua stessa moneta. Me ne sono andata. Solo che tu sei stato via molto di più-
-Oh, tesoro, non puoi credere quanto sia stato lungo, questo mese! Molto più lungo dei miei tre anni, quasi!-
Si era fermato, come per trovare le parole giuste.
-Ah, tesoro, c’è una cosa per la quale sto impazzendo. E’ da molto che volevo chiedertelo. Ma non voglio bugie, d’accordo?-
La Cacciatrice annuì.
-Perché tu e Angel vi siete lasciati?-
Buffy gli lanciò un’occhiata al tempo stesso eloquente e dolorosa.
Si decise a rispondere subito.
-E’ stato poco dopo che tu te ne sei andato. Io… ho creduto, ho voluto, inconsciamente, credere di amare ancora Angel, ma non è stato così. E subito dopo è nata la storia del “voler pensare al mio futuro”! Beh, ho sempre saputo di essere una grande attrice…-
Spike non disse niente.
Quelle parole, le sue parole, al solito lo avevano acceso di speranza e insieme rimpianto.
-…Ho incontrato Drusilla!- aggiunse poi Buffy.
-Lo immaginavo-
-Mi ha detto la verità… dove sei stato dopo che vi siete separati?-
-Beh, un po’ qui, un po’ lì… Londra, Bucarest, Parigi, Roma… Non puoi immaginare quante cose ci siano ancora da vedere!-
-Sei fortunato!-
-Lo so-
-Perché sei libero, libero da obblighi morali e… sentimentali!-
-No, bellezza, quelli li avevo… avevo te, qui, in questa maledetta cittadina. TU, eri il mio obbligo!-
-Cosa, Spike, venire qui di nuovo, e spezzarmi il cuore? Credevo che avere un’anima ti rendesse diverso…-
-Buffy, niente potrebbe cambiarmi… perché io ero già cambiato… conoscendoti, innamorandomi di te… quel qualcosa che teneva a freno il mio istinto eri tu, il mio amore… per te…-
-Saresti… pronto a giurarmi che non hai ucciso nessuno?-
-Tesoro, non giurerò, non credo nei giuramenti. Se credi alla mia parola, beh, non ho ucciso nessuno da quando ho lasciato Sunnydayle…-
Pausa. E silenzio. Nessun suono che potesse rovinare quello stato di pace.
-Anche tu sei fortunata-
-Perché?-
-Hai tante persone intorno a te che ti amano… prendi Willow, Xander, Giles, Tara, Anya… e ci sono Angel e Riley, che ti amano e farebbero di tutto per te… e sai bene, che hai anche me…-
Buffy ebbe un fremito, un lungo brivido che le attraversò la spina dorsale.
Improvvisamente, le si era seccata la gola.
Si fece forza, e disse: -Tu… non fai parte della mia vita…-
Spike si alzò di scatto.
Anche la Cacciatrice si alzò in piedi, in posizione di difesa.
Lo guardò negli occhi. Aveva uno sguardo sprezzante e rassegnato.
-Mi piacerebbe, mi piacerebbe molto… ma io ne sono già dentro fino al collo… ci vediamo, Cacciatrice!-
Si girò e si incamminò.
Chissà per dove, Buffy non lo sapeva.
Ma rimase a guardarlo.
Conosceva a memoria quella camminata, e conosceva anche le sensazioni che le procurava vederla.
Non c’era più tempo, però, di pensare.
Si avviò nella direzione opposta.
 
-Buffy!-
La ragazza era ferma sulla porta d’ingresso, uno sguardo sorridente.
Riley fu sollevato. Ormai era un mese che era via.
-Posso entrare?- chiese lei timidamente.
Il ragazzo annuì, e la fece passare.
La osservò di nascosto.
Non sembrava cambiata. Beh, portava i capelli più corti, ma era sempre la solita Buffy.
Si sedettero entrambi sul letto.
Riley le prese una mano tra le sue.
-Non mi aspetto che tu mi dica dove sia stata. Non importa. L’importante è che tu ora sia qui-
La ragazza era tranquilla, e stringeva la mano del fidanzato.
-Voglio che tu lo sappia, perché non c’è niente di male in quello che ho fatto. Tu… ricordi cosa mi dicesti, quando morì mia madre?-
Riley la guardò confuso.
-Certo! Pensavo che ti avrebbe fatto bene una vacanza, per rilassarti un po’…-
-Già, e, beh, è quello che ho fatto. Mi sono presa una vacanza. Sono andata a Los Angeles, da Angel…-
Un’ombra sembrò attraversare il volto di Riley.
-…e non voglio che tu ne sia geloso. Angel è solo un amico. Nient’altro. Un amico che mi è stato vicino per molto tempo, che conosceva bene mia madre… e poi ho trascorso qualche giornata con Cordelia, col mio vecchio amico Wesley…-
Riley ora era più sereno. Le sue certezze non si erano insabbiate.
-…e credo che fosse la cosa più giusta da fare… voglio dire, tu hai molti esami da fare, e… lo so, avrei dovuto avvisare, ma Angel mi ha proposto questo viaggio all’improvviso, e non ho avuto il tempo… mi dispiace…-
La ragazza aveva abbassato lo sguardo, come una bambina trovata a rubare la marmellata.
-Sono perdonata?-
Riley le prese delicatamente il volto con le dita, e la guardò negli occhi.
-Non avevo bisogno di ulteriori informazioni… mi fido di te, e so che il tuo amore è sincero… certo che ti perdono…-
E la baciò.
Lentamente il bacio divenne più appassionato.
Buffy baciava il fidanzato con rabbia e forza crescente.
Perché era tutta una menzogna.
Perché le parole di Riley l’avevano fatta sentire in colpa ancora di più.
Spike aveva ragione.
Riley l’amava, e avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei.
Ma… viceversa? Anche lei avrebbe fatto qualsiasi cosa per Riley?
Il suo era davvero un amore “sincero”?
E le comparve nella mente un’immagine, così nitida eppure così sfuocata.
E la rabbia crebbe, crebbe ancora di più.
 
“Una bambina. Una innocente, piccola, bambina.
Un essere umano. Come te, Buffy.
Oh, lo scordavo. Tu non sei un essere umano.
Guardala. Che cosa sta facendo?
Gioca con delle sfere, la vedi?
Lo so che la vedi. Lo so che ti fa paura.
Non puoi attaccarla, Buffy. E’ solo una bambina indifesa.
Le si sta avvicinando qualcuno.
E’ un ragazzo, dai capelli castani e gli occhi intensamente blu.
Lo conosci, Buffy. Tu sai chi è.
Non avere paura, Buffy, non avere paura di lui.
Guarda, ora la bambina dà al ragazzo una sfera.
La sfera più luminosa. Le altre sono messe da parte, in un angolo.
Ad aspettare un destino che non arriverà mai.
Le vedi, Buffy? Vedi quelle sfere?
Sai perché la sfera che quel ragazzo tiene in mano brilla più delle altre?
Sì, tu lo sai, Buffy.
Confidati, puoi fidarti di me. Non ti sei fidata più di nessuno, da un giorno di molto tempo fa.
E’ sbagliato, Buffy. Bisogna sempre, fidarsi di qualcuno.
Oh, vedi? La sfera… non è più così luminosa…
La sua luce… la vedi, Buffy, quella sfera non brilla più.
Tu lo sai, Buffy, perché non brilla più.
Guarda, guarda in lontananza.
Lo senti, si sta avvicinando qualcuno.
No, non è un essere umano. E’ un’anima vagante.
Chissà, Buffy, forse tra poco anche lei vorrà aggiungersi alle altre.
Guarda, guarda quella piccola anima.
Cerca di tornare indietro, di sfuggire al suo destino.
Ma non può, Buffy, non può. Tu lo sai.
Ed è colpa tua. E’ tua la colpa, se lei ora si trova qui.
Vedi quell’anima dannata?
Tu farai la stessa fine… la stessa fine…”
 
-Eh!-
Buffy si svegliò, ansimante, nel letto di Riley.
Il ragazzo riposava placidamente accanto a lei.
Aveva sognato. Di nuovo.
E i suoi sogni si rivelavano sempre premonitori.
I suoi sogni non l’avevano mai tradita.
Ma c’era in lei il desiderio che, per una volta, anche i suoi sogni si sbagliassero.
 
 
 
~ * ~ * ~ 
 
 
 
19. PASSIONI
 
 
Com’era rilassante camminare tra le lapidi, a tarda notte.
Non una voce, non una persona, non un’anima.
Immerso in un silenzio quasi surreale.
Un silenzio palpabile, che può tagliarsi col coltello.
E pace, un infinito, immenso e meraviglioso senso di pace.
Come se nulla potesse più ferirti.
La pace…
Una risata, una risata femminile.
Buffy si girò di scatto.
Era fin troppo facile sentire anche il minimo rumore, in quel silenzio.
Guardinga, si avvicinò a passi veloci e silenziosi verso la ragazza.
Altre risate.
Adesso non più solo femminili.
C’era anche, una risata maschile.
E la Cacciatrice si ritrovò a pensare che era raro sentire quella risata.
Si avvicinò ancor di più.
Sì, ora li vedeva.
Erano fermi sotto un albero, a chiacchierare.
Spike teneva una mano tra i capelli di Harmony.
La ragazza, evidentemente, aveva detto qualcosa di davvero buffo.
Buffy si sistemò tra gli alberi, in modo da non farsi vedere.
E poi sentì Harmony dire: -Allora, cosa ne pensi della mia proposta?-
“Una, proposta?…” pensò la Cacciatrice. “Di che proposta si tratta?”
Il vampiro aveva sollevato lo sguardo, perso nei suoi pensieri.
-Ragazzina, non credi di star correndo troppo… potrei spaventarmi…-
-Oh, non fare lo stupido… è un’idea come un’altra!-
-Mhm, partire per andare chissà dove sarebbe un’idea come un’altra?-
La guardò con uno sguardo di rimprovero.
-Che vuoi farci… mi hai stregato… lo sai che sono, cotta di te…-
“Certo, come no!” pensò Buffy. “Lo diceva anche a tutti i ragazzi al liceo. Tempo dieci secondi e Spike le risponderà che…”
-Beh, non è una cattiva idea!-
La Cacciatrice dovette farsi forza per non urlare dalla sorpresa.
Cosa? Spike e Harmony?
Cos’era quella storia?
E perché si sentiva tremendamente tradita e messa da parte?
-Vorrei un po’ di tempo per pensarci… e in ogni caso avrei ancora delle faccende da sbrigare qui!-
Mentre continuava a spiarli di nascosto, la vista le si appannò.
Frettolosamente, si disse che qualche stupido insetto doveva esserle entrato nell’occhio.
Certo, era solo questo.
Lei, non stava piangendo.
No, errato, uno sbaglio madornale.
Prima di andare via, li vide che si stavano baciando.
Una morsa le strinse lo stomaco, e si sentì improvvisamente incapace di intendere e di agire.
Spike… non poteva essere innamorato di Harmony.
Nel loro ultimo incontro, lui le aveva detto di amarla ancora.
Le stava, mentendo?
Sembrava impossibile.
E così tragicamente incredibile, e doloroso.
Già, la cosa più orrenda, era che non le sarebbe dovuto interessare.
E invece, se ne sentiva coinvolta in prima persona.
 
Ripensando alle parole di Harmony, Spike non poté far altro che ridere.
Com’era semplice e ingenua, quella ragazzina.
Così innocente, ignara della sua vera natura, eppure inconsapevolmente attratta da essa.
E così dolce, e divertente.
Buffy non gli avrebbe rivolto più parole dolci.
Anche solo per orgoglio, avrebbe preferito mordersi la lingua.
Stupida Cacciatrice orgogliosa!
Com’era arrivato a torturarsi con Buffy?
Ah, già, Harmony.
E la sua proposta di andare via da Sunnydayle.
“Una bella idea, tesoro, se non fossi costretto a rimanere qui.”
Da cosa, poi, costretto, in questa cittadina dimenticata da Dio, non lo sapeva neanche.
Che motivo aveva, di restare, se Buffy era fermamente intenzionata nel rifiutarlo?
Si sarebbe arreso, di nuovo, senza combattere?
In fondo, era stanco di combattere.
Ma era pur vero, che sarebbe comunque tornato a Sunnydayle.
Già, in un modo o nell’altro, era convinto che sarebbe tornato.
“Per spezzarmi il cuore…” aveva detto Buffy.
“Beh, Cacciatrice, se tu non fossi innamorata di me, il tuo cuore non si spezzerebbe così facilmente.”
Sorrise. In fondo sapeva che sarebbe restato.
Si incamminò verso il suo vecchio palazzo.
Una bella dormita gli avrebbe schiarito le idee.
Non importava che la notte era appena scesa.
Avrebbe affrontato la situazione l’indomani.
Si affrettò, e in breve tempo giunse a quella che ormai definiva la sua “dimora”.
Si stupì molto, nel trovare la porta spalancata, all’ingresso.
Prima di andar via, la sprangava sempre.
Per un essere umano sarebbe stato impossibile scassinarla.
Che si trattasse di vampiri?
La sua curiosità si placò una volta arrivato in soggiorno.
Certo, come aveva fatto a non pensarci!
C’era anche qualcun altro che aveva la forza per aprire quella porta.
Buffy era seduta di spalle davanti al caminetto acceso.
Solo quando le si avvicinò, il vampiro notò accanto alla ragazza alcune sue bottiglie di whisky.
Che adesso erano vuote, ripulite fino all’ultima goccia.
Sconcertato, le andò di fronte e la guardò in viso.
E trovò che i suoi sospetti erano fondati.
La Cacciatrice era ubriaca.
Iniziò a parlare, senza dire nulla in realtà, di concreto: -… le ho trovate subito… le bottiglie… è buono… il whisky…-
Il biondo le si sedette accanto, e preoccupato, le prese una mano.
-…ho visto… anche quelle sfere… una brillava di più… e c’eri… c’eri anche tu…-
-Buffy… cosa stai farneticando?-
-…e ho visto… dell’altro… e non voglio… devo vomitare…-
-Aspetta, ti porto una bacinella…-
Spike corse in bagno, prese una bacinella e vari asciugamani.
La Cacciatrice rimesse anche l’anima.
Dopo si stese, e Spike, sempre vicino, le tamponava il viso con un asciugamano imbevuto d’acqua.
-Ora mi spieghi perché ti sei ridotta così? Caspita, non ti ho mai visto in questo stato…-
La ragazza chiuse gli occhi, e tacque.
-E’ colpa di Riley? Ha fatto qualcosa che…-
Buffy alzò un dito, e glielo mise sulle labbra per zittirlo.
-No, non è colpa di Riley…-
La Cacciatrice aprì gli occhi.
-Hai intenzione di andartene?-
-Cosa?- domandò lui stupito.
-Sì, Harmony… io vi ho sentito… per caso…-
Allora, era solo questo.
Era… gelosa.
Beh, avrebbe usato questa gelosia a suo vantaggio.
-Sì, è molto probabile che parta… in fondo, mi dicevo, cosa mi trattiene qui?-
La guardò fisso negli occhi.
Buffy fu costretta a distogliere lo sguardo.
Il vampiro le prese le mani, costringendola a guardarlo in viso.
-Se tu vuoi che io resti, devi solo chiedermelo-
Già, chiederlo.
Facile, per lui.
Molto, molto più difficile per Buffy.
Vincere l’orgoglio, e urlare al mondo i suoi veri sentimenti.
Ma no, non poteva.
-Tu… sei libero di fare quello che vuoi…-
Spike si alzò di scatto.
-Certo che sei proprio testarda, Cacciatrice!- cominciò a girare intorno nella stanza –Quando ti deciderai ad ammetterlo? Quando ti deciderai ad ammettere che mi ami?-
La ragazza fece appello alle sue ultime forze, per cercare di mostrarsi indifferente.
-Da quando… sei così presuntuoso, Spike? Io… amarti?-
-Benissimo!- esclamò il biondo –Se è questo che vuoi… credo che inizierò a preparare la mia roba da subito… sei pregata di uscire da qui, Cacciatrice!- sibilò a denti stretti.
Tremante, Buffy si alzò in piedi.
-A-Aspetta…-
Non poteva, farlo andare via un’altra volta.
No, non di nuovo.
-Io, non voglio che tu…-
-Che cosa, Cacciatrice?-
E all’improvviso le gambe di Buffy cedettero, e la ragazza sarebbe certamente caduta a terra, se non si fosse ritrovata tra le braccia forti e protettive di Spike.
Alzò il capo.
E si accorse, per l’ennesima volta, di essere troppo vicina al suo viso, davvero troppo, stavolta.
E Spike, continuava a fissarle le labbra.
Lentamente, avvicinò il suo viso a quello della ragazza.
Inutilmente lei sussurrò: -No, io…-
Ma Spike le mormorò sulle labbra –Ti prego…-
E finalmente le chiuse la bocca con un bacio.
Dapprima dolce, quasi timoroso.
Poi, sempre più appassionato, più forte.
Con una mano tra i corti capelli biondi, Buffy cercava di avvicinarlo di più.
Si spostarono nella camera da letto.
Il vampiro prese a baciarle il collo.
All’improvviso, però, la ragazza fu assalita dai rimorsi.
Riuscì a dire: -Spike, ti prego, smettila…-
Il biondo alzò il viso per guardarla.
-Vuoi veramente che io smetta?-
No, non era questo che voleva.
Senza rispondere, riprese a baciarlo, abbandonandosi completamente.
I suoi sensi di colpa sarebbero stati messi a tacere, per una volta.
Non le importava di fare qualcosa che non fosse corretto.
Perché era una Cacciatrice, o perché stava con Riley.
Era davvero quello che voleva da tanto tempo.
 
(“…Tu, fuoco che brucia, l’anima smania, tentazione pura…”
“R4” Raf )
 
-Cosa…?-
Willow sobbalzò.
Un bagliore improvviso l’aveva sottratta dai suoi sogni.
Controvoglia, si alzò per controllare la fonte della luce.
Entrò nella camera dove conservava tutti i libri di magia e gli ingredienti.
E restò a bocca aperta, spaventata.
Senza perdere neanche un minuto, corse al telefono.
-Pronto?-
-Angel?-
-Willow! Come mai mi chiami a quest’ora di notte? Problemi con demoni o altro?-
-Ehm, sei Angel, vero? Non, non sei Angelus?-
-Willow, cosa stai dicendo? Va tutto bene, la mia anima è al suo posto…-
Nella mente della rossa passò un pensiero, fulmineo ma fondamentale.
-Maledizione! Ma allora… Angel, ho bisogno che tu venga a Sunnydale. Subito! Ed è ora di avvertire anche Buffy!-
 
 
 
~ * ~ * ~ 
 
 
 
20. LIBERI
 
 
… piacevoli carezze su tutto il corpo…
Lentamente, aprì gli occhi.
E sorrise al suo compagno, steso su un fianco, uno sguardo tenero negli occhi.
Ancora non si capacitava, Buffy, di quello che era successo…
Tante volte, nei suoi sogni, aveva immaginato…
Ma era stato… perfetto.
E ora, il loro reciproco attirarsi, e poi respingersi, non le sembrava altro che un ballo…
… o una lotta, già, una lotta senza fine…
In cui non vi erano vincitori, nessuno dei due predominava sull’altro.
Era stato uno scambio equo…
L’amore, la passione, l’odio… sentimenti contrastanti…
Troppi sentimenti, per una notte sola…
Fusi in un unico momento sublime...
Quel, momento di puro piacere, a cui non avrebbero mai potuto rinunciare…
E ancora… amarsi, senza sosta, e finire, esausti, l’uno tra le braccia dell’altro…
Come se al mondo non vi fosse più nessuno, o nient’altro, di così importante…
Come se il tempo, in quella stanza, si fosse fermato, mentre fuori tutto procedeva senza intoppi…
Un intoppo, un errore di valutazione.
Già, si sarebbero potute dare molti significati quella notte…
Ma, mai, un errore, mai, qualcosa di sbagliato.
Almeno, non per i due amanti.
 
I ricordi di quella notte.
Bastavano solo quei ricordi, per farlo sorridere.
Eppure, lui ne aveva visto, di male nel mondo, di tragedie orribili…
Lui stesso, ne era stato spesso la causa…
…quando era senz’anima…
Pazzesco, come ti possa far sentire la persona che ami.
Finalmente felice, soddisfatto di una vita insoddisfacente…
Soprattutto, finalmente libero.
Libero da catene che lo tenevano imprigionato da quasi quattro anni.
Finalmente assaporare la libertà, senza rimorsi.
Se l’era dimenticata, la libertà.
E poi… come si poteva non sorridere, davanti a quello sguardo così innocente e disarmante?
Lo guardava spaventata, quasi timorosa, in attesa di qualcosa, un segno.
La strinse ancora tra le sue braccia, cercando avidamente le sue labbra.
Poi le loro labbra si separarono di nuovo, ancora abbracciati.
All’improvviso, la ragazza sussultò.
-Che ore sono?-
Il biondo si mise seduto anche lui.
-Mhm… dovrebbero essere le nove…-
-Le nove?-
Buffy si era alzata, e in un attimo si stava rivestendo.
-Devo andare all’Università… mi dispiace…-
Si sporse verso di lui, cercando di strappargli un ultimo bacio.
Ma il vampiro non era di questa intenzione.
-Perché non resti ancora un po’? Cosa perderesti se oggi mancassi?- la guardò maliziosamente –Ci sono tante cose che potremmo fare…-
-Mi dispiace…-
Lo baciò a lungo, poi, divincolandosi dal suo abbraccio, prese velocemente la porta, uscendo senza voltarsi.
“Ci vediamo più tardi, Cacciatrice!” pensò Spike, chiudendo gli occhi e assaporando ogni attimo, nella sua mente, della notte appena trascorsa.
 
La porta sbattè rumorosamente. Buffy era tornata.
Entrò nella stanza come un fulmine.
Willow si soffermò con attenzione a guardarla.
Aveva le gote arrossate, e un’espressione felice negli occhi…
Sembrava quasi una violenza distruggere, per l’ennesima volta, quell’attimo di felicità…
-Buffy!-
La Cacciatrice si voltò verso di lei, con un’aria così ingenuamente colpevole.
La rossa l’aveva chiamata con tono deciso, ma non duro.
-Ciao, Will!-
-Dove sei stata, stanotte?-
Buffy rimase in silenzio.
-Per favore, Buffy, devi dircelo…-
La ragazza alzò lo sguardo immediatamente, sentendo la voce di Angel.
Willow gli lanciò uno sguardo di disapprovazione.
Gli aveva ripetuto più volte che sarebbe stato meglio che lui rimanesse nascosto.
Testardo, cocciuto vampiro con l’anima!
-Angel… che ci fai qui? E’ successo qualcosa… Cordelia… Wesley…-
-No, non preoccuparti, stanno tutti bene…-
-E allora cosa…?-
-Perché non sei tornata a casa? Ti abbiamo cercata… avevamo bisogno di te…-
-Beh, io…-
Una quarta figura entrò nella stanza.
-Sì, Buffy, anch’io sarei molto curioso di sapere dove sei stata stanotte… Ti ho cercata, da Willow, da Xander… ma non c’eri… Ho provato a chiamare anche al Campus, ma non eri neanche lì…-
-Riley, io… ero… beh, non credo sia questo il momento di parlarne…-
-Oh, io invece credo che sia proprio il momento giusto… e per favore, vorrei tutta la verità!-
Buffy abbassò lo sguardo.
Rassegnata, mormorò –Will, Angel, lasciateci soli. Ne riparleremo dopo…-
La rossa guardò il vampiro, e insieme uscirono.
 
-Ora, quello che saprai… beh, potresti anche non crederci, ma, purtroppo, è tutto vero…-
Riley annuì. Era da tempo che voleva sapere qualcosa di più sul passato della sua ragazza.
-Tu, credi all’esistenza dei vampiri, Riley?-
Il ragazzo la guardò, canzonatorio.
-Perché, dovrei?-
La ragazza lo fissò negli occhi.
-Sì… i vampiri esistono… come i demoni e tutti i mostri orribili e disgustosi delle favole… Esistono, nella realtà di tutti i giorni, nella realtà che ci circonda, ed io… sono la Cacciatrice… una ragazza prescelta per combatterli e, distruggerli…-
Riley aveva assunto un’aria sconvolta.
Adesso, avrebbe preferito non sapere più nulla.
Restare all’oscuro di tutto sarebbe stato molto, molto più rassicurante.
Buffy continuò, incurante dei suoi sguardi supplichevoli.
-… e tutte le notti che non ero con te, che ti dicevo, passavo con Willow, o dovevo studiare… io, beh, ero in uno dei tanti cimiteri di questa dannata cittadina, a farmi massacrare da qualche demonio… a salvare il mondo da terribili minacce, e quant’altro… mentre il resto del pianeta dormiva sonni tranquilli, incurante di tutto ciò che si muoveva nell’ombra…-
Una pausa, per riprender fiato, perché questo era un discorso che avrebbe dovuto fargli molto, molto tempo fa, prima che lui si innamorasse di lei, e le donasse il suo cuore…
-…e Angel… anche Angel è un vampiro… è un vampiro buono, però, con l’anima, e io l’ho amato… molto… fino a che, un giorno, Angel ha perso la sua anima, la sua preziosa anima… per causa mia… e, come dire, è passato dalla parte dei cattivi…i cattivi che io combattevo ogni giorno, ogni notte… un buffo vampiro inglese e la sua donna vampira, la folle Drusilla… e quel buffo vampiro inglese, sai, chiese il mio aiuto… per allontanare Angel dalla sua amata Drusilla…mi propose un’alleanza… è strano come spesso il destino faccia incrociare le vite delle persone… accettai… non chiedermi perché… non ti saprei rispondere… forse era proprio volere del destino… e riuscimmo a sconfiggere Angel, o più che altro… Willow provò su di lui una magia… un’antica formula della Romania… che andò a buon esito… e Angel riebbe la sua anima… e quel buffo vampiro inglese era andato via, insieme a Drusilla… e tutto sarebbe potuto tornare alla normalità, o almeno, nei miei limiti di normalità…-
-Ma…- aggiunse Riley.
-Già, ma… mi ero innamorata… di quel buffo vampiro inglese… e sembra ridicolo, o impossibile… ma, proprio io, la Cacciatrice, mi ero innamorato non di un vampiro qualunque, ma di un assassino incallito, soprattutto, sprovvisto di un’anima…e poi, sai, possedeva più umanità
di molta gente che conosco… anche lui mi amava, credo… ma, qualcosa andò storto… non può mai andare tutto nel verso giusto… anche lui riebbe la sua anima… e, quella notte stessa, spaventato, o pentito, fuggì, andò via da Sunnydale… lasciandomi il cuore in pezzi… tanto in pezzi che, sembra strano, ma ho provato più volte a rimetterlo insieme, ma, è stato tutto inutile… anche con Angel, è finita presto, e lui è andato a Los Angeles… rimanendomi sempre accanto, consolandomi, offrendomi l’appoggio di cui avevo costantemente bisogno… in questi tre anni, le sue telefonate sono state le mie uniche consolazioni…-
All’improvviso, le venne un giramento.
Strano, l’effetto che a volte può fare un semplice racconto, anche se non era poi così semplice.
-Poi ho conosciuto te… e sembrava che tutto potesse ritornare a splendere di nuova luce… ma quel vampiro inglese, il mio amore segreto, è tornato… proprio qualche tempo dopo che ci eravamo incontrati… pronto a sconvolgere nuovamente la mia esistenza… e la cosa più ridicola sai qual è? Tu l’hai conosciuto, l’hai invitato a passare una serata con noi… ricordi quella sera, in cui mi avevi promesso che mi avresti portato in un ristorantino, a festeggiare? Fu tutto rimandato, e noi andammo al Bronze… e lì trascorremmo la serata con la mia amica Harmony, la biondina, e il suo, beh, ragazzo… Spike… il mio buffo vampiro inglese…-
Riley quasi non cadde dalla sedia.
-Sp-Spike? Quel… ragazzo con i capelli ossigenati?-
Buffy annuì. - …e il mese che sono stata a L. A., da Angel… non ero sconvolta per mia madre… credo che quella sia una ferita che non sanerò mai… ma perché avevo scoperto che Spike… anche lui aveva un’anima… e Will, me lo aveva nascosto, per tre, lunghi anni… mi sentivo tradita, così ho preferito andarmene… come aveva fatto lui… e ho messo ordine nei miei pensieri… e ho capito tante cose, che non ti piaceranno… Riley, io ti voglio molto bene… davvero, pensavo che finalmente tu mi avresti reso felice, ma…-
-Non è così…?-
La Cacciatrice abbassò lo sguardo.
-No. Io non ti amo, come tu ami me, e restarmi accanto ti farebbe solo soffrire…-
-E, perché hai aspettato così tanto, a dirmelo?-
-Mi, dispiace… ogni volta ne avevo l’intenzione, ma tu sembravi così indifeso… non avevo il coraggio…-
Silenzio. Un pesante silenzio.
L’aria si era rarefatta. Ogni suono sembrava attutito.
-Ora, rispondimi sinceramente… dove sei stata, stanotte?-
La ragazza abbassò lo sguardo, senza rispondere.
Non fu necessario. Riley aveva capito.
-Sei stata con lui, vero? Sei solo una p…-
Improvvisamente Angel irruppe nella stanza, scaraventando Riley contro la parete opposta.
Col volto trasfigurato, il vampiro ringhiò: -Mai. Offendere. Buffy.-
Terrorizzato, il ragazzo si allontanò il più velocemente possibile.
Il vampiro aveva ancora il suo aspetto demoniaco. Guardò Buffy.
La Cacciatrice era immobile, con lo sguardo perso nel vuoto.
Will entrò anche lei nella stanza, mentre Angel aveva ripreso il suo solito aspetto.
-So che questo non è il momento migliore per darti una notizia del genere, ma ritengo sia una cosa che devi sapere, e subito… non voglio che sorgano altri malintesi…-
La voce della rossa era bassa e grave.
Buffy si sforzò per dedicarle tutta l’attenzione che meritava.
-Sei stata con Spike stanotte, giusto?-
La Cacciatrice annuì soltanto.
-Beh, lo avevo immaginato… so che può sembrare, una maledizione, però… Spike non ha più la sua anima…-
-Cosa…- riuscì a pronunciare la bionda.
-Sì, beh, ho controllato… ho fatto venire qui Angel, e lui è a posto, quindi…-
-…Quindi, questa è una faccenda che devo sbrigare da sola…-
Come una furia, la ragazza si alzò dalla sedia e prese l’uscita.
 
21. …VIA…
 
 
Entrò come una furia nell’edificio.
Era davvero arrabbiata. E si sentiva tradita.
Come aveva potuto credergli, per l’ennesima volta? Come?
Era stata una stupida, e il suo comportamento…
Credeva di essere maturata, dopo tre anni, e invece… era rimasta la stessa…
…stupida, ragazzina, immatura e senza cervello.
Lo trovò nella camera da letto, dove l’aveva lasciato.
Stava dormendo.
E quanto più sembrava avere le fattezze di un angelo, tanto più Buffy cominciava a sentirsi venir meno coraggio per quello che stava per fare.
Sarebbe rimasta lì, ad osservarlo per ore, mentre lui, tranquillo, si sarebbe riposato prima di…
…tornare ad uccidere di nuovo, chissà, forse anche i suoi cari…
No, non poteva permetterglielo.
Senza pensarci su due volte, lo stordì con un bastone.
Un atto di vigliaccheria, colpirlo mentre dormiva, ma non voleva avere spiacevoli sorprese.
Presa una coperta di lana, lo coprì con attenzione, stando attenta a che neanche un raggio potesse bruciarlo.
Lo portò fuori della casa, e lo caricò sulla sua auto.
 
Aprì gli occhi lentamente, la testa che pulsava in un punto imprecisato sulla nuca.
Dovette aspettare qualche attimo per riuscire a vedere qualcosa.
Si trovava in un luogo ben illuminato.
Non ricordava come fosse finito lì.
L’aria era umida. Probabilmente si trattava di una cantina.
Cercò di muovere gli arti, ma si accorse di essere legato mani e piedi alla sedia su cui era seduto.
Finalmente sentì dei passi che scendevano.
Tirò un sospiro di sollievo quando la vide, ferma alla fine della scalinata.
Buffy.
Sembrava… strana, però.
Prima di tutto, il paletto. A cosa serviva quel paletto?
E poi, lo guardava in modo diverso… con uno sguardo, quasi, ostile.
-Buffy…- chiamò.
La ragazza si avvicinò lentamente. Non sembrava intenzionata a slegarlo.
-Perché, Spike? Perché di nuovo a me?-
La Cacciatrice aveva urlato quelle parole, e il vampiro vi aveva letto un dolore, che aveva tenuto nascosto per tanto tempo.
-Cosa ti tormenta, Buffy?-
La ragazza alzò il viso, per guardarlo fisso negli occhi.
-Tu, Spike, sei sempre tu che mi tormenti…-
Lui non capì.
-Buffy, se è per stanotte…-
-Già, vogliamo parlare di stanotte? Ok…- prese un’altra sedia, e vi si sistemò a cavalcioni, proprio davanti a lui. -…Perché, sai, sono stanca, di persone che mentono…-
Il vampiro continuava ad avere un’espressione vacua.
-Non ci arrivi, eh? O forse ti starai domandando: “Come ha fatto lei a sapere che… poof!… la mia anima non è più al suo posto?”-
Spike abbassò il capo.
La ragazza lo guardò.
Aveva un’espressione profondamente triste.
Non più adirata, adesso.
Delusa.
Perché nel profondo del suo cuore sperava che i suoi amici si fossero sbagliati.
Ma come potevano sbagliarsi…
…con un assassino di professione come lui?
-Bene, a quanto pare non c’è voluto molto per farti tornare la memoria…- esclamò lei, alzandosi.
Il vampiro alzò lo sguardo, guardandola nelle iridi verdi.
-Vuoi uccidermi?-
L’aveva appena mormorato, un filo di voce, la disperazione negli occhi.
Buffy gli diede le spalle.
Non sopportava essere proprio lei a farlo.
Odiava, vederlo in quello stato.
-Non lo farò… ma dovrai andartene… dovrai allontanarti da Sunnydayle, dai miei amici… e da me…-
Il vampiro diede uno strattone, cercando di liberarsi dalle corde.
-Non puoi costringermi…-
La Cacciatrice si girò verso di lui.
Aveva le guance rigate di lacrime.
Desiderava sempre la morte, piuttosto che vederla piangere.
-Ti ucciderò… se non andrai via… ti ucciderò…-
Prese un coltello, e tagliò le funi.
Spike si massaggiò lentamente i polsi.
Non poteva finire così. Non poteva.
-Tu sai, che non potrei uccidere nessuno, anche senz’anima… io ti amo, non potrei mai farlo…-
-Non mi importa!- urlò lei –Sono io che non ti amo… la tua presenza qui, non fa altro che infastidirmi… stanotte, è stato solo un errore, e ora ne pagheremo le conseguenze…-
Di lì a poco avrebbe iniziato a singhiozzare, e non poteva farlo, non davanti a lui.
-Sparisci, sparisci dalla mia vita…-
Il vampiro le rivolse uno sguardo pieno d’amore.
Salì le scale della cantina, e scomparve oltre la porta.
Buffy crollò.
Le gambe le cedettero, e si ritrovò in ginocchio per terra.
Scoppiò a piangere come una bambina.
Non era cambiata, da tre anni prima.
Ma neanche il suo destino, era cambiato.
L’unica persona che amava, continuava ad uscire dalla sua vita.
E stavolta, avrebbe davvero fatto meglio a non tornarci.
 
 
 
~ * ~ * ~
 
 
 
22. TRA FINZIONE E REALTA’
 
 
Bussò alla porta senza indugi.
Anche se era passata una settimana da quel giorno…
Non poteva arrendersi.
Non senza aver combattuto.
E per lei… avrebbe combattuto fino alla morte.
Bussò un’altra volta.
Forse Buffy non era in casa.
Forse era uscita con Tara, o era a casa di Willow…
Finalmente sentì dei rumori.
Passi che si avvicinavano.
La porta si aprì lentamente.
Un auto passò proprio in quel momento, illuminando l’uscio.
La Cacciatrice lo guardava meravigliata.
La porta era ancora semichiusa.
Aveva un’espressione… quasi imbarazzata.
Qualche attimo dopo, capì il perché.
Un ragazzo comparve dietro di lei, cingendole la schiena.
… Angel...
A dorso nudo, che sembrava avere molta, molta intimità con lei…
-Chi è, tesoro…-
E poi anche Angel si era accorto di lui.
Si erano scambiati uno sguardo di fuoco.
Degno di quelli che si vedono nei vecchi film sugli indiani prima di un duello.
Poi aveva solo avuto il coraggio di esclamare: -…Si vede che ho interrotto qualcosa… sarà meglio che torni più tardi…-
Di solito, nelle sue telenovelas, a questo punto la ragazza spiegava la situazione, confessando che non c’era stato niente tra lei e l’“altro”, che lei amava solo lui.
Maledetta finzione televisiva…
Buffy se ne stava lì impalata, senza rispondere.
Era stato Angel a parlare.
O per meglio dire a sibilare.
-Vedi di toglierti dai piedi, sotto specie di impiastro… e non farti trovare più da queste parti…-
Poi aveva messo un braccio intorno alle spalle di Buffy, spingendola gentilmente ad entrare.
E gli aveva chiuso la porta in faccia.
E Buffy… era rimasta tutto il tempo con lo sguardo basso…
…era colpevole…
…era tutto vero…
Non era solo un’invenzione di Angel.
Restò a fissare per qualche attimo ancora la porta.
Dove prima c’era la donna che amava.
Non avvertiva più niente, dentro di sé…
Sapeva solo, che sarebbe stato meglio allontanarsi…
 
Aveva aspettato che andasse via, per andare a sedersi.
Aveva visto, quello sguardo…
Il “suo” sguardo…
Due occhi di ghiaccio, pieni di amore, eppure capaci di perforarti l’anima…
Avrebbe dovuto dirgli qualcosa, magari spiegargli.
Ma non poteva raccontargli la verità.
Quella recita, altrimenti, sarebbe stata del tutto inutile.
Angel le ordinò: -Vieni a sederti-
La Cacciatrice si sentiva senza forze.
Come un’automa, raggiunse il vampiro.
Non disse niente, ma lo guardò a lungo negli occhi.
Fino a che lo costrinse ad abbassare lo sguardo.
-Non fissarmi a quel modo… non è colpa mia…-
Cercava di consolarla, rasserenarla.
Ma non ci riusciva più tanto bene.
-Buffy, devi fartene una ragione… se vuoi dimenticarlo, questa è la tattica migliore… se gli farai credere di non pensare più a lui, prima o poi si arrenderà…-
-No, Angel, sei tu che non capisci… quanto durerà questo prima o poi? Giorni, settimane, mesi… Non voglio continuare a soffrire… non è giusto…-
Il vampiro la abbracciò.
-Lo sai che ci sono io qui, se hai bisogno di me…-
Buffy si sciolse dall’abbraccio, alzandosi.
Angel aveva un’espressione corrucciata in viso.
-Sono stanca, vado a dormire… Buonanotte!…-
 
 
 
~ * ~ * ~
 
 
 
 
23. PENSIERI
 
 
…Dolore…
L’unica sensazione che provava, in quel momento, era un’acuta fitta di dolore.
Che dal petto si estendeva in tutto il corpo.
Senza tregua.
Mozzandogli il respiro.
Facendogli girare la testa.
Come se stesse per disintegrarsi…
Solo che non aveva paletti, nel cuore.
Solo dolore.
Un continuo, lancinante dolore.
Il momento giusto, perfetto, per riprendere qualche vecchia abitudine.
Abbandonata, accantonata in un angolo…
…Perché a lei non sarebbe piaciuto.
E ora cosa, gli aveva detto?
Che era stato un errore, certo, e che lo voleva lontana da sé.
Che ironia!
Quanto lontano…
Chilometri, città, uno stato, un continente…
Non avrebbe fatto nessuna differenza.
Non era successo in tre anni.
Perché sarebbe cambiato ora?
Solo perché ora lui era… senz’anima.
Già, maledetta anima.
Apparsa, scomparsa…
L’aveva fatta avvicinare a lui, per poi allontanarla di nuovo.
Stupida anima inutile…
Che dava rimpianti, e pene atroci, sì, ma che in definitiva…
Non avrebbe riportato in vita tutte quelle persone.
Il suo redimersi… nessuno se ne sarebbe rallegrato, o rattristato.
Perché a nessuno importava.
…Meglio, affogare i dispiaceri nell’alcool.
La sua, vecchia abitudine.
“Maniera alla Spike”.
Se hai problemi apparentemente insormontabili, beh, amico, la medicina migliore è una bella sbornia.
 
…Ma il dolore non passa…
E’ sempre lì, come un cane fedele.
Come la peste.
Quando sei triste, il tuo malumore si trasmette agli altri.
Loro sanno, che c’è qualcosa che non va.
Ma la loro, tristezza, nasce da altro.
Sapere che, in ogni caso, non riusciranno a consolarti.
Perché quello che hai dentro, non è un dolore che scompare subito.
No, si protrae nella tua anima, e ti lacera lentamente…
…Fino a che sei tu stessa, che cominci a pensare che…
Ma no, non puoi, non la Cacciatrice, non colei che ha il sacro dovere.
No, per colei che ogni giorno deve salvare l’umanità.
…Ma la sua salvezza…
…Arriverà un giorno, per lei, la vera salvezza…?
Qualcosa di così intoccabile e profondo, a temporale, privo di riferimenti spaziali…
Un posto, dove poter essere in pace con sé stessa e col mondo.
Chissà, poi, se esisterà veramente, un luogo del genere.
Si potrebbe stentare, a crederlo.
Ma forse… è necessario farlo, sperare che esista.
Perché… altrimenti non vi sarebbe più alcuna speranza, per lei.
Per lei, che il suo paradiso personale, sulla Terra, non potrà mai averlo.
 
…E adesso il meritato stato di euforia.
Perché, in fondo, è solo questo che importa.
Riuscire a sentirsi felici, anche se è un’illusione, anche se per poco…
Un attimo di felicità… ed era andata via.
Che strano…
La città, sembrava ancora più vuota del solito…
O forse è il suo cuore, che è vuoto…
La sua mente, i suoi pensieri…
Perché non gli appartengono più.
Per amore, si rinuncia ad ogni cosa, giusto?
Camminare per schiarirsi le idee.
I consigli…
A cosa serviranno, poi, i consigli.
Tanto, nella maggior parte dei casi, si fa di testa propria…
…Un miraggio…
Non può, essere lei.
Che viene verso di lui, con il suo sorriso sulle labbra.
E sembra, felice di vederlo.
-Spike… ti ho cercato dappertutto… non c’eri…-
Dolci parole, pronunciate dalla sua voce melodiosa.
-Ero un po’ in giro, dolcezza…-
Stringerla tra le braccia, per sentirla di nuovo sua…
-Ma… sei ubriaco…-
-E’ solo alcool, non preoccuparti…-
-Cos’hai, Spike…-
-Niente, principessa, niente… solo, banali pene d’amore…-
-Di chi sei innamorato?…-
-Non far finta di non saperlo… io, amo solo te…-
Un bacio, finalmente.
-Anch’io ti amo…-
Un altro bacio, più profondo, però.
-Ti va di fare un viaggio con me, tesoro?-
-Certo, Spike, dovunque tu vorrai…-
E l’ingenuità, di quelle parole.
Un viaggio… che parola ambigua.
Colma di significati.
Non avresti dovuto accettare, tesoro, ma ora è tardi…
Verrai con me…
 
 
 
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24. TORNANDO ALLA REALTA’
 
 
Aprì gli occhi di scatto, alzandosi.
Non, non poteva essere…
Sicuramente, aveva immaginato tutto… sognato tutto…
Non voleva crederci…
Semplicemente, non poteva essere così e basta.
…o meglio, non voleva credere di averlo fatto.
Cautamente, girò il volto.
E tutte le sue peggiori paure furono svelate.
Harmony…
Era davvero lì, al suo fianco.
I morsi sul collo ancora ben visibili…
Maledizione, era ubriaco…
E nella confusione del momento, aveva finito per scambiare le due ragazze…
L’aveva, uccisa…
Peggio… l’aveva fatta diventare…
Un mostro… come lui.
Con addosso soltanto i pantaloni, uscì dal palazzo.
Era giorno, ma pioveva senza sosta…
Cominciò a correre senza fiato, seguendo il sentiero verso una radura…
La radura dava direttamente su Sunnydale…
Un paesaggio, non indifferente.
Era completamente bagnato fradicio.
Ed ora, non distingueva neanche tanto bene le figure…
I suoi occhi, erano troppo offuscati dalle lacrime, per riuscire a distinguere qualcosa…
Il dolore, il senso di colpa, e tutti i rimorsi che lo avevano attanagliato in quei tre anni…
Erano come tornati al loro posto…
Ma non aveva più un’anima.
No, il cambiamento era stato più radicale.
Non, aveva bisogno di un’anima per provare disgusto…
Verso sé stesso…
Verso ciò che aveva fatto solo qualche ora prima…
Verso ciò che avrebbe potuto fare a Buffy…
Gli salì un conato di vomito alla bocca dello stomaco.
Pensare… che credeva non si potesse stare peggio del giorno prima…
Ricacciò indietro le lacrime.
Ormai non poteva più fare niente.
Non poteva, correggere il corso degli eventi.
Era, successo.
Ora se ne sarebbe preso la responsabilità.
Ma non doveva piangere.
Almeno non per Buffy.
Lei aveva scelto… di nuovo…
E aveva scelto Angel.
E lui avrebbe dovuto dimenticare… di nuovo…
Cercare, di dimenticare…
Perché non avrebbe potuto continuare a vivere col suo ricordo…
Eternamente presente tra i suoi pensieri…
E poi… adesso aveva qualcosa di più importante di cui occuparsi…
Aveva un childe a cui badare…
L’avrebbe fatto…
Fosse solo per il profondo senso di colpa che ancora lo stordiva, imperterrito.
L’avrebbe fatto…
Qualsiasi cosa ciò sarebbe significato.
 
Si svegliò sudata e ansimante.
L’aveva visto… e l’aveva sentito…
Non precisamente, certo, poteva sbagliarsi…
Ma era accaduto, qualcosa…
Qualcosa di inevitabile…
E qualcosa di sbagliato, che non sarebbe dovuto accadere.
Si concentrò completamente per cercare di ricordare ogni particolare…
Quel palazzo…
Quel dannato palazzo era sempre sede dei suoi sogni peggiori…
Ecco, ora ricordava meglio…
La stanza da letto…
Dove avevano dormito lei e Spike…
Solo che nel sogno…
Mio Dio, Harmony…
Non riusciva a vederla bene…
L’immagine era sfocata…
Stava, dormendo.
…allora perché sentiva che non si sarebbe più svegliata da quel sonno?
E poi un’altra immagina fugace…
Il promontorio accanto al palazzo…
E una figura si stagliava imponente, incurante della pioggia…
Spike…
Avrebbe dovuto raggiungerlo!
Immediatamente!
 
Era arrivata giusto in tempo per ascoltare.
Avrebbe fatto meglio, però, a non farlo…
-Mi dispiace, Harmony… mi dispiace così tanto…-
La ragazza bionda era calma, più calma del solito.
E aveva assunto una strana espressione seria.
Sembrava… inquietante…
-Non devi dispiacerti, Spike… Io, non ho mai assaporato una tale potenza…-
Istantaneamente, il suo volto perfetto si deformò.
Buffy credette di svenire.
Allora, aveva visto giusto!
Spike si voltò ancora a guardare il paesaggio.
-Anche se ora ti senti inebriata dall’oscurità che è in te, verrà un giorno in cui mi odierai…-
Nella sua voce non c’era più malinconia, o rammarico.
Solo, rassegnazione.
-No, se mi aiuterai ad amare la mia nuova natura…-
Il vampiro biondo si girò di scatto, afferrandola per le braccia.
-Cosa vuoi che faccia…? Cosa credi che cambierebbe…?-
-Vieni con me…-
Spike aveva uno sguardo completamente sorpreso.
-Partiamo… Andiamo via da Sunnydale… qui ci aspettano solo dolori e sofferenze… andremo in Europa… ho sempre desiderato, andare in Europa…-
Incredibile, come Harmony fosse cambiata.
Dov’era, la stupida ragazzina senza cervello, che cambiava ragazzi come le scarpe?
E chi era, ora, questa vampira, ansiosa di accedere al suo illimitato potere?
Spike non poté far altro che annuire.
-Ti seguirò… dovunque tu voglia andare…-
Gli occhi di Harmony si illuminarono di gioia…
Come quando, solo poco tempo prima, riusciva ad ottenere la carta di credito da suo padre.
Gli buttò le braccia al collo, sorridendo felice.
Il vampiro biondo aveva un’espressione svanita…
Sembrava assente, non partecipe…
Buffy si accorse, con timore, che il suo sguardo, improvvisamente, si era fermato proprio vicino ai cespugli dove si era nascosta.
Che l’avesse vista?
Forse sì…
-Verrò via con te… Non ho più legami con questa città…-
Buffy deglutì nervosamente.
Spike abbassò lo sguardo, la voce ora più triste.
-…Né voglio più averne…-
 
 
 
~ * ~ * ~
 
 
 
 
25. GUARDARE AVANTI
 
 
Aveva saputo tutti i particolari della partenza da Willy.
Conosceva a memoria il dove e il quando…
Ma non sarebbe andata a salutarlo.
Era passato un mese, dall’ultima volta che lo aveva visto…
Lo aveva incontrato al cimitero…
Sulla tomba di sua madre…
Aveva in mano dei fiori bianchi, il volto teso e intensamente serio…
Lui l’aveva sentita arrivare.
Le aveva rivolto solo uno sguardo, senza parlare.
Poi era andato via, il lungo spolverino nero agitato dal vento…
Allora avrebbe voluto fermarlo.
Parlargli.
Dirgli tutto quello che pensava.
…Che non le importava veramente che lui avesse perso l’anima…
…Che avrebbe potuto dimenticare quello che aveva fatto ad Harmony…
…Che tra lei e Angel non c’era più niente, da tanto tempo…
…Che lo amava ancora, irrazionalmente…
Ma non ebbe la forza di dichiararsi…
E quando cercò la sua figura nella notte, lui era già sparito…
E il giorno dopo sarebbe partito.
E stavolta, non sarebbe stato come prima.
Lo avvertiva chiaramente.
E ne soffriva in silenzio.
Non poteva far altro.
Non poteva più fare nient’altro…
 
-Sei pronto, Spike?-
“Torna sul promontorio… devo parlarti…”
Il vampiro biondo si fermò.
Era… era la voce di Buffy quella nella sua testa?
Mio Dio, stava dando di matto…
-Sì, Harm, metto le ultime cose in macchina…-
“Per favore, Spike…”
Era proprio Buffy.
Come diavolo…
-Scusa, Harm, ma voglio dare un ultimo addio a questa città… ti raggiungo tra poco…-
La bionda annuì, salendo nell’auto.
Intanto Spike si allontanò velocemente, e in un attimo si ritrovò sulla cima del promontorio, solo.
Cominciò a spazientirsi.
Non aveva la forza, di iniziare un’altra conversazione sfiancante con lei.
“Stai partendo…”
La voce risuonò ancora nella sua testa.
Confuso, Spike rimase immobile.
-Dove sei?- esclamò.
“Non sono accanto a te… sono lontana… è un altro dei trucchetti magici di Willow…”
-Ah, capisco…-
Si accese una sigaretta.
-Sai, Cacciatrice, non ho mai capito una cosa… cos’ha di tanto speciale, Angel?… ah, sì, forse la sua preziosa anima…-
La voce di Buffy era seccata.
“Non voglio parlare di Angel…”
-Cos’è, ha deciso di nuovo che Sunnydale era troppo piccola per voi?-
Irritante, doveva sembrare irritante.
E distaccato, freddo.
Come se la cosa non gli importasse.
“Io non amo Angel… sono quattro anni, che ho smesso di amarlo… e tu lo sai, dannazione…”
Spense la sigaretta sotto i suoi piedi.
Voleva sentire tutta la verità?
Sarebbe stata accontentata.
-Non potevo saperlo, tesoro… tu, non me lo hai mai dimostrato…-
“Maledizione, Spike, lo sapevi benissimo… è solo che avevi ancora troppa paura di ammetterlo… pensavi… temevi di, non meritare una ragazza che ti amasse…”
-Non avresti dovuto allontanarmi da te…-
“Lo so… mi dispiace… è stata, colpa mia…”
Rimasero in silenzio.
Spike fissò per un attimo il paesaggio sottostante, per l’ultima volta.
Inspirò profondamente l’aria pulita.
-Ti amerò per sempre, lo sai…-
“Non farlo… dovrò dimenticarti…”
-Non mi dimenticherai…-
“Dovrò farlo…”
Ora, la sua voce era rotta dai singhiozzi.
Era davvero, il momento degli addii.
-Sei stata… l’unica cosa meravigliosa in questa vita infernale, Cacciatrice!-
“Spike, io…”
-E so che mi odierai, ma…-
“Non potrei mai odiarti… non ho mai smesso, nemmeno per un secondo, di amarti…”
Ancora silenzio.
Il vento gentile scompigliava i suoi corti capelli.
Stava per piovere.
L’aria era intrisa di quel particolare odore, che precede la pioggia.
-Potrei restare…-
“Non farlo… lasciami vivere la vita normale che ho sempre desiderato…”
-Una vita senza amore?-
La voce di lui era sarcastica.
E incredula.
Lo stava allontanando, per l’ennesima volta.
“Una vita, senza amore… L’amore, non è necessario…”
-Lo è…-
“Ne farò a meno… e cambierò… e ora, credo sia il caso di dirti…”
-No, Cacciatrice, sarebbe inutile dirsi addio…-
“Non tornerai più… promettimi che non tornerai…”
-Non sono bravo, a mantenere le promesse…-
“Allora, ci vediamo, Spike…”
Il vampiro biondo si girò, diretto verso la sua DeSoto nera.
-Ci vediamo, Cacciatrice…-
Una sola lacrima rigava il suo viso perfetto…
O forse, era soltanto la prima goccia di pioggia…
 
26. EPILOGO
 
 
Spalancò la porta del locale.
Bastò uno sguardo, e tutti i clienti uscirono frettolosamente.
Soddisfatto della sua entrata teatrale, si avviò verso l’unico rimasto nella sala.
Era seduto ad un tavolino, da solo.
Ubriaco, come al solito.
Rigirava quel dannato bicchiere di Bourbon tra le mani, fissandolo ossessivamente.
Prese una sedia e gli si sedette di fronte.
Spike non parve nemmeno accorgersi della sua presenza.
Era ipnotizzato.
Guardava in modo maniacale la superficie liscia del bicchiere, nella quale non poteva specchiarsi.
-Sapevo di trovarti qui!-
Spike appoggiò il bicchiere sul tavolo, guardandolo con sfida.
-Tu sai sempre tutto di tutti, vero?-
Angel abbassò lo sguardo.
Erano giorni che lo cercava, senza sosta.
Non avrebbe neanche potuto chiedere l’aiuto di qualcuno.
Non avrebbero, potuto aiutarlo.
-A dirti tutta la verità, non pensavo che ti saresti ridotto a bere giorno e notte in una squallida bettola!-
Il vampiro biondo sorrise, ironico.
-Beh, che vuoi che ti dica… ne basta uno di vampiro dedito alla redenzione dei suoi peccati…-
Anche Angel ordinò qualcosa da bere.
Rimasero seduti per molto tempo, in silenzio.
Non erano mai andati d’accordo.
Mai.
C’era sempre stata, una sorta di rivalità tra i due.
Ora più che mai.
Ma entrambi, erano stanchi di farsi la guerra.
Non erano più giovani come un tempo…
Che ironia della sorte!
-Non ti interessa sapere perché sono qui?-
Spike non rispose.
-E’ per Buffy-
Il vampiro biondo rimase immobile.
Nessun movimento nel suo viso, certo.
Ma Angel, riusciva a scrutare i movimenti agitati della sua anima scomparsa…
-Quello, è un capitolo chiuso della mia vita… Ricordi? Ho vampirizzato Harmony, sono andato via con lei un anno fa, e ora- bevve una lunga sorsata dal bicchiere –ora sono qui-
-Buffy sta per sposarsi-
Ora aveva attirato la sua attenzione.
Lo guardava sorpreso, aveva abbandonato la maschera di disinteresse che portava normalmente.
Si rigirava nervosamente le mani.
-Si sta… sposando?-
Il vampiro bruno annuì.
-Quando?- riuscì solo a pronunciare.
-Oggi… esattamente tra due ore…-
-Cosa?-
Ora sembrava preoccupato, non più sconvolto.
-E perché diavolo sei venuto a dirmelo solo ora, maledizione!-
Si alzò bruscamente, gettando la sedia all’indietro.
Cautamente, anche Angel si alzò.
Adesso, doveva cercare di calmarlo.
-Ti ho cercato in questi giorni… tu non eri da nessuna parte… Alla fine, sono arrivato qui, e sorpresa… tu sei davvero in questo squallido locale di L.A.!-
Spike si morse le labbra.
-Dannazione, non importa… Andiamo, muoviti!-
Lasciarono dei soldi sul tavolo, poi uscirono di corsa.
 
Erano arrivati, troppo tardi.
La cerimonia in chiesa, era finita, chissà da quanto.
Spike abbassò lo sguardo.
Come… aveva potuto sposarsi, Buffy?
Soprattutto, chi, aveva sposato?
Chi, aveva amato così tanto da decidere di fare il grande passo?
…Naturalmente, non che avesse mai pensato di sposarla.
Sarebbe stato, tecnicamente impossibile.
E non solo, tecnicamente
Ma, al diavolo, quella era la sua Buffy!
…Erano fuori casa sua.
Dall’interno, si sentiva la musica ad alto volume.
Angel era appena dietro di lui.
Sembrava, malinconico.
Ma non, dispiaciuto.
Come se, non gli importasse del tutto.
E forse perché, lui era andato avanti.
…Ma erano solo supposizioni.
Entrarono dalla porta principale, l’invito ancora aperto a entrambi.
Il vampiro biondo si stupì nel trovare la casa alquanto cambiata.
Non erano, enormi cambiamenti, ma rilevanti.
Soprattutto, non erano cambiamenti da Buffy.
O forse lo erano, solo che lui non lo aveva mai scoperto.
Facendosi largo tra la folla, raggiunsero il soggiorno.
Angel gli fece cenno in una direzione.
Spike si voltò, lentamente…
E come in un video al rallentatore, la vide…
Bellissima, nel suo semplice abito bianco…
Raggiante, la felicità che la rendeva ancora più bella…
Anche lei lo aveva visto.
Gli aveva fatto l’occhiolino, i suoi occhi che si illuminavano come al solito quando lo guardavano.
Poi era andata a salutare altri invitati.
Si rivolse ad Angel, sottovoce.
-Dov’è lo… sposo?-
Non ci fu bisogno che glielo dicesse.
Lo vide entrare dalla porta, nel suo smoking nero.
Quasi cadde.
-Oh mio Dio…- mormorò.
Spaventato, si ritrasse, quasi fosse stato colpito da un raggio di sole, e scomparve nella mischia.
 
Angel lo ritrovò poco dopo, in giardino, che fumava.
Lo faceva ancora, e lo faceva sempre, quando era nervoso.
E ora lo era davvero.
Ai suoi piedi c’erano almeno una decina di mozziconi.
-Ora! Puoi spiegarmi cosa diavolo sta succedendo là dentro…-
Il vampiro bruno non riuscì a trattenere una risata.
Quella, situazione, era davvero ridicola.
Davvero.
E tragica.
Beh, era sempre stato un tipo tragicomico, Spike, no?
-Beh, quello che hai appena visto… è James… il, marito di Buffy!-
-Questo, lo avevo capito già da solo-
Si girò a guardarlo.
Voleva spiegazioni, e spiegazioni chiare.
-Dannazione, Angel, quel, quel tipo… James… assomiglia in maniera spiaccicata a me…-
Sul volto di Angel comparve un piccolo sorriso ironico.
-Sbagliato… quello, sei proprio tu… versione con l’anima… versione, umano!-
Spike era sempre più incredulo.
Possibile che quella giornata gli riservasse così tante sorprese tutte insieme?
-Ora ti spiego… vediamo, diciamo che ognuno di noi ha un clone, nel mondo, un tizio che gli assomiglia in modo spaventoso, anche a livello caratteriale… Non può succedere, naturalmente, che qualcuno di questi cloni si scontri con il suo gemello, o con, gli amici, del suo gemello, altrimenti accadrebbe una catastrofe… sai, il destino, e roba varia…-
Il vampiro biondo ascoltava con attenzione, e cominciava a capire.
-Buffy ha incontrato il tuo clone umano, James, circa due mesi dopo la tua partenza…-
-Ma tu… hai detto che i cloni non possono incontrarsi con gli amici del suo gemello…-
Angel annuì.
-Già, ma ci sono alcune condizioni… ad esempio, se uno dei due muore…-
-Stupendo! Sono due secoli, quasi, che sono morto, e all’improvviso spunta un mio gemello… fantastico! Ancora non capisco, come Buffy abbia potuto innamorarsi di lui…-
-Lui è identico a te, Spike, il ragazzo normale che Buffy non ha mai avuto… e poi, qualche giorno prima di incontrarlo, le, avevo accennato che tu eri… morto…-
-Cosa? Io, morto? Ma se, se… sono qui con te…-
-No, Spike… tu, sei davvero morto… è davvero così…Non, te lo ricordi, vero? E’ accaduto, due mesi dopo la tua partenza… me lo hanno raccontato… ti hanno visto combattere, combattere contro qualcosa di invisibile… e poi, sei caduto su un paletto… dritto nel cuore…-
Ora il vampiro biondo aveva lo sguardo nel vuoto, sembrava assente.
Era, tutta una menzogna…
Non, poteva essere vero…
-Ma, io…-
-Cielo, non ti sei mai accorto della completa indifferenza degli altri verso di te, come se tu non esistessi?-
-Beh, sono un tipo… mhm… silenzioso…-
-Sì, certo, raccontala a qualcuno che non ti conosce da più di cento anni… sei morto, Spike, mi dispiace…-
Avevano entrambi abbassato lo sguardo.
Quella conversazione non stava avendo luogo.
Non vicino a quella casa.
Non quel giorno.
Non con quella persona.
-E dunque… cosa sarei, adesso?-
-Uhm… secondo i libri di Wesley, la definizione più giusta sarebbe ‘ectoplasma’… o se vuoi, un fantasma, che ha ancora delle faccende in sospeso su questa terra…-
-Wow… faccende in sospeso… è un classico…-
Rimasero un momento in silenzio.
I sensi dei due demoni tesi al massimo.
Per ubriacarsi di quella musica assordante, e dimenticare tutto il resto.
-Ho, capito… e so, qual è questa faccenda… almeno credo… e ora… voglio solo guardarla… un’ultima volta…-
Entrarono di nuovo.
Ma ora, sembrava esserci meno gente.
Spike scorse in un angolo Willow, da sola.
Anche lei aveva uno sguardo triste.
Non vedeva Tara.
Chissà, forse tra loro le cose non erano andate così bene…
Un po’ più in là, c’era Xander, che ballava con una giovane ragazza mora.
…E vicino alla porta d’ingresso, Anya e Giles ridevano e scherzavano.
Guardandosi in modo, beh, un po’ troppo complice.
-Angel… una sola curiosità prima di morire… cosa diavolo è successo da quando sono andato via?-
Il vampiro bruno diede una rapida occhiata a quelli che, una volta, erano anche ‘suoi’, amici.
-Sono cambiati, Spike… tutti cambiano… Tara, è morta… qualche mese fa… e Xander e Anya, hanno rotto, e credo tu abbia capito chi siano i nuovi rispettivi compagni…-
E proprio in quel momento, mentre li guardava, apparve di nuovo Buffy, accanto a Willow.
…E Spike si fermò.
Mise bene a fuoco la scena…
Cercando di stampare quella foto, quelle persone, nella sua mente…
E sembrava tutto così strano e irreale…
Sembrava, tutto un incubo.
O un sogno.
Già, si sentiva…
… come in un sogno…
Solo che stavolta non si sarebbe svegliato…
 
Aveva aspettato che si allontanasse, da solo.
Doveva, stare da solo.
…Perché nessuno, avrebbe potuto capirlo.
Solo allora, le si avvicinò.
Senza dire una parola, la abbracciò.
Era tanto tempo, che non lo faceva, troppo.
E ora, chissà quanto altro tempo sarebbe passato…
Quando si staccarono, la guardò negli occhi commosso.
-Sono tanto felice che tu sia qui, Angel!-
Gli occhi di Angel emanavano letteralmente lampi di gioia.
-Complimenti, Buffy… spero che ti renda felice…-
-Lo farà, non temere…-
Prese al volo due bicchieri di champagne.
Ne porse uno al vampiro.
-Ti va di brindare?-
I due bicchieri si sfiorarono lievemente, producendo un acuto trillo.
-Ora che ci penso… dov’è Spike? Prima era vicino a te… Non dirmi che è già andato via…-
Angel la guardò stralunato.
-S-Spike?- sussurrò, visibilmente preoccupato.
-Sì, Angel, Spike, il vampiro che credevo morto…- sorrideva appena, la Cacciatrice -…E’ davvero,  immortale…-
-Buffy… cosa… tu, hai visto Spike?-
Lei sbuffò, spazientita.
-Certo che l’ho visto! Guarda che ci vedo ancora bene, Angel!-
Senza dir nulla, il vampiro bruno si voltò, uscendo di corsa in strada.
Continuava a imprecare.
-Maledizione… maledizione… maledizione…-
Perché ad un tratto tutto era stato chiaro.
Perché Buffy aveva visto veramente Spike.
Perché Buffy riusciva a vederlo perché lo amava ancora così tanto…
E Spike meritava di parlarle, prima di scomparire…
Doveva trovarlo…
Doveva trovarlo assolutamente…
E pensando questo, era arrivato inconsapevolmente al cimitero.
(“Che strano! Cercarlo proprio qui!”)
E naturalmente Spike era lì.
Chino sulla tomba della madre di Buffy, Joyce.
Per dare un ultimo saluto a lei almeno.
Per far sì che Joyce vegliasse su Buffy in sua assenza.
E allora… cambiò idea.
Non lo interruppe.
Non doveva farlo.
Quello era… l’ultimo momento di solitudine.
E sapeva che Spike, almeno allora, non era solo.
Il vampiro biondo continuò a fissare la fredda lapide ancora e ancora…
Come se stesse davvero parlando con Joyce, nella sua mente…
Quando ebbe preso commiato da lei, si girò verso Angel.
-Sai cosa pensavo?-
Angel lo guardò incuriosito.
-Non riesco ad immaginarlo-
-Beh, pensavo… mentre guardavo quel gruppo di persone felici, che nonostante tutto, nonostante le difficoltà, le sofferenze, le perdite…- guardò ancora la tomba -… sono andate avanti, senza fermarsi mai a compatirsi, beh, pensavo… che sono davvero fortunato-
Angel annuì.
-Intendo, sono stato fortunato ad averli conosciuti… Perché, sai, non si incontrano tutti i giorni ‘supereroi’ del loro calibro. Già, dei supereroi… Credi che si ricorderanno di me, un giorno?…-
Era celata una speranza, in quella ingenua domanda.
-Spike, lei ti ama ancora… ti ha visto… prima… accanto a me… e solo un amore così grande le ha permesso ciò…-
Tremava, parlando.
Forse perché lui stesso, Angel, era spaventato da quel sentimento.
Il sentimento di una strana ragazzina, forte e fragile nello stesso tempo.
Un sentimento che andava oltre la morte, ma che era pieno di vita…
-… Credo che dovresti parlarle… un’ultima volta…-
Spike era rimasto in silenzio.
Non sembrava essere tanto sorpreso.
Forse, sapeva già, che sarebbe stato così.
Beh, Spike era andato sempre oltre le apparenze.
Spike scavava nell’essenza delle cose.
Probabilmente, l’aveva fatto anche stavolta.
-Non occorre, Angel. Quel sorriso… quel piccolo timido sorriso che mi ha lanciato attraverso quella stanza straripante di gente… lo ricorderò per sempre… Non rimpiangerò niente…-
Incredibilmente, il suo corpo stava iniziando a scomparire.
A poco a poco, diveniva sempre più inconsistente.
Adesso, che aveva smesso di parlare, solo il suo viso appariva ancora.
Un volto senza corpo, che brillava quasi nel buio della notte.
-Goditi la libertà, Spike-
Era il suo ultimo saluto.
Lo sapevano entrambi.
Spike mormorò soltanto, guardandolo negli occhi nocciola –Lo farò…-
E poi scomparve completamente.
E nell’aria rimanevano dei frammenti di luce.
Segno che era successo qualcosa di stupefacente.
Davvero.
Un vampiro fantasma…
Non si era mai visto.
Ma Spike non era mai stato un tipo comune.
Anche dopo la morte.
Angel abbassò la testa, con fare ossequioso.
Poi si voltò, diretto a casa Summers.
 
 
 
FINE