.:: Tutto il mio mondo per te... ::.Parte 21 23 Sapore di casa 1 - La strada di un vampiro Avevano camminato molto per attraversare il tunnel di schiuma quantica e alla fine Sam si sentiva praticamente sfinita. Ogni qual volta riusciva ad intravederne l’uscita, questa pareva sfuggire via come un miraggio nel deserto. William le aveva spiegato di aver dovuto camminare molto per arrivare dall’altra parte, rischiando anche lui, alle volte, di perdere la speranza. L’effetto ottico dell’uscita arrivò a snervarla, fin quando esausta non si sedette a terra. La consistenza del pavimento la fece risollevare di scatto. Come sedersi nel centro di una palude melmosa, che però non lascia segni di fango. Spike: Sei stanca piccola??? – le si era avvicinato pizzicandole dolcemente una guancia S: No diciamo che ho voglia di mettermi a dormire – rise divertita dal suo sguardo incredulo – No Will, solo che sembra non debba finire mai!!! Lui le sorrise mettendosi a sedere, e tirandola giù con lui. Spike: Morbido qui eh??? – con la mano nivea tastò un po’ il terreno e sorrise S: Veramente fa quasi schifo – posò la gatta a terra, quando lo vide sollevare lo sguardo verso l’alto, come a guardare un cielo inesistente in quel lungo corridoio fatto di luce. Spike: Dio anche schizzinosa!!! E come farai quando dovrai avere a che fare con esseri putrescenti e luridi di terra??? S: E perché dovrei avere a che fare con schifezze del genere scusa??? – alzò le sopracciglia fingendo di non aver la ben che minima intenzione di immischiarsi in certe cose. Spike: Beh perché uno stai per tornare zampettando sulla bocca dell’inferno, due sei diventata la ragazza di uno che in teoria sa di morto da un bel po’ - ridacchiò La ragazza di uno che sa di morto da un bel po’.... Quelle parole le gelarono il sangue. Mille volte si era chiesta se solo lui si fosse ricordato il suo nome, ora invece, si ritrovava a sentirsi dire di essere la sua donna. In quel momento non riuscì a dire nulla, sgranando gli occhi sotto il pulsare impazzito del cuore e la valanga di pensieri confusi che la investirono rivivendo la sua vita, dal loro primo incontro fino ad ora. Lo sguardo accigliato del vampiro non riuscì a farla riprendere da quell’affermazione *Dio fa che non mi stia sbagliando di nuovo... Non anche con lei...* Socchiuse gli occhi e sospirò infinitamente stanco di tutti quei sogni fatti e disfatti. Poche volte nella vita aveva provato il disperato bisogno di avere con sé qualcuno... Tre volte... La prima era stata con Drusilla, la prima compagna della sua vita, quella che nella sua immortalità rivestiva bene i panni del primo amore che non muore mai... Dio quanto l’aveva adorata, quanto le aveva permesso e quanto le aveva dato, ma quell’amore aveva sempre avuto qualcosa di bestiale, qualcosa di talmente oscuro da avere poco o proprio niente a che fare con la purezza di un sentimento da dividere nel bene e nel male, anche solo nell’intensità di una carezza... La seconda volta aveva amato la donna di qualcun altro, cercando di ignorarlo, cercando di annientare la figura di un compagno, cercandone addirittura la morte... Volendola disperatamente per poterla avere tutta per sé... L’aveva amata fino a cambiare davvero per lei, l’aveva amata rinnegando sé stesso, e cercando di dimenticare tutti i lunghissimi secoli di gloria che lo avevano visto diventare finalmente un vincente agli occhi del mondo... Diventando il suo zerbino, diventando l’ombra di sé stesso per esserle accanto e cercare di farle capire il proprio amore. Forse quello sarebbe stato l’amore più grande che avrebbe mai provato, se solo non fosse arrivata una fanciulla speciale, a chiamarlo insistentemente nei sogni. Nel silenzio del suo cuore, rivisse il rumore assordante di quel vortice nel cielo, che gliel’aveva strappata via quasi un anno prima. Quel giorno aveva sofferto, vedendo svanire nel nulla una persona alla quale doveva qualcosa, un’amica speciale, la prima che davvero aveva provato ad ascoltarlo. In lei aveva riversato come mai con nessuno i propri sentimenti, aprendosi, lasciando spazio alle lacrime, lasciando spazio a tutto quel dolore troppo sopito. Quella notte aveva visto andare via l’unica amica mai avuta... L’unica persona capace di capirlo veramente, l’unica persona capace di parlare per lui, come se fosse davvero lui a farlo. Però non era riuscito veramente a capire a pieno l’importanza di tutto quello che gli era stato messo tra le mani e poi tolto inesorabilmente. Il senso di vuoto era giunto dopo, quando nella solitudine della sua cripta avvolta nell’oscurità, aveva capito finalmente cosa gli avesse sussurrato fra i singhiozzi. Forse non aveva voluto sentirlo, o forse lo sforzo nel trattenerla e la corsa furiosa dietro di lei erano riusciti ad annebbiargli i sensi così acuti. In tutto quel frastuono aveva perso una frase importantissima, che dopo però, rivivendo quel momento, era riuscito a leggere dalle sue labbra. Stringendo la fedele bottiglia di birra tra le mani, aveva socchiuso gli occhi, per concentrarsi sui suoi lineamenti straziati dalle lacrime. Come un film a ripetizione nella sua testa aveva osservato e riosservato la scena, rimanendo avvinghiato in modo particolare ad un movimento leggero delle labbra. Chiedendosi più volte il perché di tanta importanza, aveva chiuso gli occhi oscurando ogni bagliore, per capire bene... Aveva scosso la testa per un attimo, cercando di allontanare quella certezza così assurda costringendosi a concentrarsi di più. Quella ragazza aveva detto qualcosa di veramente importante, ma sicuramente non quello. Soprattutto i suoi occhi così chiari, avevano dato peso a quelle poche parole, nella profondità di quel lago montano brillava una luce sincera e disperata. Respirando lentamente aveva riassaporato le sue labbra vellutate muoversi per l’ultima volta davanti ai suoi occhi e alla fine, sgranando gli occhi per l’incredulità, aveva distrutto la bottiglia riducendola in pezzi tra le mani. Sam aveva detto di amarlo, gli aveva detto ti amo!!! Soprattutto gli aveva detto ti amo William... Solo lei riusciva a pronunciare il suo nome in quel modo... Se non fosse stato così inverosimile per una ragazza come lei, così bella, così dolce e piena di vita, se non fosse così assurdo che il sole potesse amare la notte, probabilmente avrebbe creduto ai suoi ricordi. Guardandosi la mano insanguinata aveva riso di sé... *Come al solito il buon vecchio poeta sognatore si fa sentire* aveva riso cercando di cancellare quel sussurro e sdraiandosi nel letto, aveva lottato contro la veglia per dimenticare. Per lui non c’era destino di luce, per lui nulla di bello, per lui niente amore... Per lui solo la sua buia solitudine di vampiro dannato. Riusciva perfettamente a ricordare tutti i particolari del giorno successivo... Gli ultimi mesi erano stati incisi a fuoco nella sua ritrovata anima, lasciandogli un concreto stato di tempo alterato. Non era necessario riflettere, sforzarsi di ricordare... Bastava chiudere le palpebre per avere ogni singolo istante davanti agli occhi. La sera successiva, si era recato al cimitero per la solita ronda, aveva incenerito qualche vampiro aspettando l’arrivo della cacciatrice, come ogni sera, come forse da sempre. Accendendo la solita sigaretta, compagna di solitudine in tutte le sue notti , si era adagiato sul tronco di un albero a guardare la luna. Pareva di vederla ancora, così nitida nel cielo terso della sera costellato di stelle luminose. L’aveva osservata rapito dal suo splendore, regina indiscussa delle tenebre, rispecchiava quello che lui era stato nella sua vita passata... Meravigliosi giorni di gloria, in cui si era sentito più vivo come mai nella sua vera vita. Giorni fantastici di potenza, sfumati per uno stupido gioco del destino, che l’aveva spinto a rinnegarsi senza un vero e proprio motivo. Finalmente l’aveva sentita arrivare, aveva sentito i suoi passi avanzare nella notte... Forse anche lei come la luna, sovrana della notte, arrivava per prendere possesso del suo regno oscuro e placare la sua sete di potere. Si era voltato per accoglierla con il suo solito sorriso strafottente, per cercare di far vedere che tutto andava bene nonostante i repentini cambiamenti. Si era voltato forse nell’ultimo barlume di speranza di vederla correre da lui e stringerlo di nuovo come aveva fatto mille volte, ma tutto quello che aveva incontrato era stato solo il volto bellissimo di Angel. A: Ciao Spike – gli aveva teso la mano in un probabile segno di tregua, ma lui non aveva contraccambiato il gesto, ritraendosi e infilando le mani nelle tasche dei jeans attillati. – Ok... Come va??? Spike: Si sopravvive – cercò in maniera stentata di non far notare la delusione A: Buffy sta sera non verrà... - si avvicinò a lui di qualche passo, facendo provare al vampiro biondo un senso di nausea e soffocamento – Down è ancora in lacrime per tutto l’accaduto e la partenza improvvisa di Samantha... Spike: E’ semplicemente tornata a casa! – stringendosi nelle spalle finse di non curarsi della cosa, soprattutto cercando di allontanare il pensiero che forse in quel momento Down stava provando le sue stesse emozioni... *Quando perdi qualcuno che ti ha dato più di quanto siano mai riusciti a darti gli altri è come perdere una parte di te stesso* A: Si, ma credo si fosse molto legata a quella ragazza... - prese il suo posto sul tronco, proprio a poca distanza dal punto in cui Spike ora gli voltava le spalle. Spike: Mmmm – Annuendo lentamente si allontanò ancora di qualche passo cercando di allontanarsi sempre di più da quel essere che non riusciva ad odiare... Nascondendo il volto triste nel buio dell’ombra rilasciata dall’albero, lottò contro l’impeto repentino di fuggire via, ma il suo solito bisogno di controllare sé stesso, il suo solito orgoglio lo trattennero vicino a lui.. A: Sono venuto a vedere se avevi bisogno di una mano... Buffy mi ha detto che ci avresti pensato tu, ma... - il volto livido si girò di scatto a guardarlo. Profonde ombre appesantivano i lineamenti eterei di quel vampiro dai capelli biondi, facendolo apparire forse invecchiato di dieci anni. Aveva sentito la rabbia pulsare nelle tempie, e non era riuscito a trattenere tutto quel tumulto dentro di sé. Aveva lasciato defluire le sensazioni, per non disintegrarsi sotto l’influsso dei suoi stessi errori, dando spazio soltanto alla sua anima... Spike: Ma cosa????? – aveva gridato facendo riecheggiare la sua voce nel buio della notte – Posso cavarmela!!! Ho fatto pulizia!!! L’abbiamo sempre fatta!!! IO e LEI!!! Insieme!!! Abbiamo affrontato ogni cosa spalla a spalla!!! Io ci sono sempre stato per lei!!! – gesticolando aveva avanzato minaccioso verso quello che una volta aveva considerato un amico, ma che ora era la causa di tutto lo sconvolgersi ulteriore della sua vita. Aveva sempre saputo che tutto era sbagliato, ogni cosa, ma forse nella sua maledetta necessità di continuare a credere in qualcosa di bello anche per lui, aveva finto di non sapere affatto. Gli occhi scuri sotto le ciocche nere ribelli, lo avevano osservato senza mai allontanare lo sguardo, ferendolo ancora nell’anima, con quell’espressione triste e compassionevole. Mordendosi il labbro a sangue, aveva taciuto ritornando sui suoi passi, e prendendo la strada della sua cripta. Solo, come sempre era stato, solo con sé stesso e con la montagna di sbagli fatti pronta a divorarlo, come ogni notte. A: Lo so – alzandosi aveva sospirato tristemente – Anche Buffy lo sa Il vampiro era scoppiato a ridere assalendo con uno sguardo crudele il vecchio compagno di scorribande. Spike: Da quando in qua tu sai cosa sa Buffy??? – rise ancora forse più deridendo sé stesso che l’altro... A: Voleva ringraziarti... - non un’espressione nella voce, non un battito di ciglia. Il vampiro aveva preso di nuovo a camminare verso quella che da tempo chiamava casa. Spike: Ok.. – con un cenno della mano diede il ben servito all’altro, cercando di allontanarlo per sempre, cercando di sfuggire alle lacrime e ad uno strano ricordo che pareva accarezzargli il cuore. A: Anche io volevo ringraziarti... - Ormai troppo lontano tra le lapidi, il diretto interessato non udì le ultime frasi di quell’uomo ritenuto molto più fortunato di lui – Grazie per esserle stato vicino, grazie per averla aiutata, grazie per averla ascoltata – scosse la testa capendo l’inutilità delle sue parole – Grazie per essere stato migliore di me... - ingoiò a fatica quella frase tanto amara... - Mi dispiace Spike... - si allontanò nella notte angelo delle tenebre, per raggiungere la sua fonte di luce... Buffy... Si era ritrovato di nuovo solo nel suo confortevole antro. La Tv accesa, la birra in mano, e gli occhi chiusi cercando di tenere i nervi saldi. Quel poco costruito con il sangue e il sudore della redenzione, era crollato davanti a lui, lasciando solo macerie fumanti, e grida di fantasmi del passato. Solo, a camminare per strade deserte, nel silenzio del suo cuore in tumulto, aveva cercato di continuare a vivere la sua disprezzata non vita. Rinnegando ancora sé stesso, aveva cercato di tornare almeno un po’, il vecchio William the Bloody, rinchiudendosi in locali malfamati, circondandosi della compagnia di gente simile a lui. Ma a ogni alba, quel senso di vuoto e di inadeguatezza tornava a ferirlo e a straziargli quell’anima, che ora avrebbe volentieri riperso per non essere costretto a sentire quella tempesta di sentimenti distruttivi. Nascosto tra cespugli e lapidi, nell’ombra di vicoli dimenticati, aveva seguito il tragitto notturno di quelle due persone che avevano ricominciato a vivere insieme, nell’invidia profonda di chi cerca qualcosa che qualcun altro ha, senza mai trovarla. Li aveva spiati, seguiti, come un segugio senza mai perdere le loro tracce, senza riuscire a smettere di farlo. Ogni sera, come da quando i suoi ricordi riuscivano a rammentargli, si ritrovava sotto casa della cacciatrice, a consumare centinaia di sigarette, raccolte con cura, poco prima dell’alba, per allontanare il rischio di essere scoperto, da quelle persone che parevano averlo dimenticato. Tornava lì per allontanare qualcosa di ancora più doloroso, per smettere di cercare qualcosa che era stato solo il breve sogno di un romantico poeta. Una notte, sotto il solito albero, sotto la solita casa, con la solita sigaretta fra le mani, assaporò i bei ricordi che lo legavano agli interni di quella che ormai era una vita preclusa. D’un tratto due persone uscirono sullo spiazzale e rintanandosi tra le fronde di un ramo, sfuggì ai loro sguardi. Li vide abbracciarsi e sorridere, li vide baciarsi e inconsciamente si vide baciare qualcun altro con lo stesso trasporto, senza voler sapere chi... Vide Angel salire in macchina, l’ultimo bacio prima di veder svanire l’auto nella notte. Per l’ennesima volta era andato via lasciandola sola. B: Spike??? – un brivido lungo la schiena gli chiuse lo stomaco lasciandolo immobile. Probabilmente se fosse rimasto fermo nell’ombra lei se ne sarebbe andata credendo di aver sbagliato – So che sei lì... Ogni sera... Sospirando scese dal ramo e avanzò verso di lei con lo sguardo basso e le mani nelle tasche profonde dello spolverino. La ragazza lo osservò... Così bello da mozzare il fiato, e così indifeso da rendere il solo ricordo di quello che era stato una storiella ridicola. Spike: Mi spiace... - non seppe dire altro B: Perché non sei più venuto??? Down ha sentito la tua mancanza – E anche io... - Questa è pur sempre casa tua... Spike: Ho preferito ricominciare da capo... B: Non rinnegare te stesso... Lei ti amava proprio per quello che sei sempre stato... - gli occhi chiarissimi incontrarono quelli sereni dell’altra... Quindi lei sapeva... Come sentendo i suoi pensieri la cacciatrice annuì silenziosamente e con un cenno della mano lo invitò ad entrare... Superò senza problemi la soglia, e forse un po’ stupidamente gioì di non essere stato bandito da casa sua... Lei lo osservò e con un gran sorriso lo condusse sul divano. B: Te l’ho detto... Questa è sempre casa tua... - si sedette poco distante da lui, e attese di veder apparire Down dalle scale. La ragazzina con un gridolino di gioia si tuffò fra le braccia del vampiro, immergendo il giovane viso nel suo torace. D: Mi sei mancato!!! Dove sei stato??? Quando non ti ho visto più, ho pensato che anche tu te ne fossi andato via!! – lo guardò con gli occhi pieni di lacrime, facendolo sentire finalmente di nuovo a casa. Spike: Ho cercato me stesso briciola... Ho solo cercato di capire... - socchiuse gli occhi per allontanare il viso serio di Buffy da se. D: So che ti manca... Manca anche a me... - I loro sguardi si incrociarono e vi fu di nuovo nel suo stomaco quella stretta terribile, che lo fece stare male.. Spike: D... Di chi stai parlando??? – finse di non capire, serrando la mascella in un gesto disperato. D: Di Sam... Un vortice di sensazioni gli attanagliò l’anima lasciandolo senza fiato. Tutti a parlargli di lei, tutti come se sapessero qualcosa. B: Io l’ho capito dal primo giorno... Da quando ho incontrato i vostri sguardi... - Avrei voluto ucciderla allora.. – C’era qualcosa che vi univa, qualcosa di forte e palpabile – Gli occhi increduli, si tinsero ancor di più di quell’azzurro profondo che li contraddistingueva. D: Lei è speciale... Tu lo sei... E’ giusto che ci sia qualcosa di così grande fra di voi... - ancora la morsa, il senso di vertigine... I suoi occhi, il suo viso, il suo profumo nelle narici, il suo abbraccio così caldo proveniente direttamente da quella notte di confessioni in un bagno, che aveva visto la parte peggiore di sé. Spike: I... Io non so di cosa stiate parlando.. – parlare fu difficile quasi come toccare un raggio di sole. La cacciatrice lo scrutò dal profondo di quel verde scaturito direttamente dalla sua anima. B: Stiamo parlando di quello che prova per te... - socchiuse gli occhi interrogandolo – E di quello che anche tu provi per lei, anche se fingi con te stesso e con gli altri che non sia così... Immobile, i muscoli tirati sotto la tensione spasmodica di una tormenta emozionale, rimase a guardare con lo sguardo vitreo le due sorelle Summers... L’aveva sognata... Ogni notte, aveva sognato la farsa di quel primo incontro che l’aveva vista riversa nella terra di un cimitero senza calzoni, ascoltando la sua voce quasi isterica chiamare il suo nome. Si era stretto a lei, sempre, cercando di aiutarla, di confortarla, infervorandosi della sua forza di volontà quando la rivedeva combattere. Quegli occhi carichi di energia distruttiva, così verdi da illuminare la notte, non erano paragonabili nemmeno a quelli della cacciatrice. Aveva rivissuto la sua ultima lotta, la sua potenza, non capendo e soprattutto non cercando di capire... Aveva attinto da lei e dai suoi sogni la forza per continuare in quelle settimane trascorse, stringendosi a lei, e confidandosi ancora con lei... Stretto tra le sue braccia, ogni notte da quando qualcosa gliel’aveva strappata, aveva reagito al vuoto che si dilagava a macchia d’olio dentro al suo corpo dannato. Nella sua follia di vampiro, aveva scelto lei come compagna del suo cammino, rinnegandone però il motivo. Spike: Credo che tu stia solo cercando di far tacere la tua coscienza cacciatrice – rise allontanando Down da sé e guadagnando la porta B: Probabilmente Spike – la osservò... lei non era mai riuscita a chiamarlo William, se non quando aveva dovuto ferirlo a morte – Ma so perfettamente che non mi sto sbagliando... - si alzò avanzando verso di lui con passo sicuro – Forse è ora che tu riprenda a vivere... Spike: Un vampiro non vive cacciatrice – abbozzò un sorriso strafottente, ma non ebbe il risultato voluto. Fu di nuovo l’ombra di sé stesso... B: La riporteremo qui, ci penserà Willow quando tornerà... - sospirò quando lo vide uscire dalla porta – Anche tu avrai la tua ricompensa amico mio.... Il giusto premio per il cammino seguito. Al fianco della sorella osservò la sagoma svanire nel buio. Fu terribile avere coscienza di non aver capito nulla. Fino all’ultimo minuto aveva cercato di allontanare anche solo il pensiero di una cosa del genere, così assurdo e così pericoloso da poterlo portare davvero alla rovina per sempre. Invece era venuto a conoscenza di tutto, proprio da quella che aveva considerato il suo vero amore per quasi una vita... C: Ciao Spike... - il suo sorriso rugoso gli diede un po’ di conforto. Il buon vecchio Clem, il demone buono, sempre pronto per una parola di conforto. Lo invitò ad entrare e gli porse una birra. – Non sei proprio in forma amico Spike scosse la testa, cercando di non rispondere. Il nodo alla gola continuava a graffiarlo e a fargli male. Probabilmente parlando si sarebbe sciolto e l’avrebbe reso nuovamente patetico... Lui, il grande sanguinario, si era coperto di ridicolo già molte volte oramai, e avrebbe fatto di tutto per evitarlo di nuovo. C: Vuoi parlarne??? – il vampiro scosse la testa – Come vuoi vecchio mio... Cominciarono a guardare la tv insieme, come sempre avevano fatto per tanto tempo, solo quella sera qualcosa stava cambiando per sempre. Passarono diverse ore in silenzio, con gli sguardi fissi sulle scene di un film in tv. Bevvero e si tennero compagnia. Spike: Come posso fare a farla tornare??? – fu un debole sussurro a sé stesso, ma venne immediatamente intercettato dal demone. C: Di chi parli??? – le rughe sulla fronte si aggrottarono ancora di più Spike: Nessuno – intimidito dall’essere scoperto si alzò dalla poltrona e guadagnò l’uscita. Il fresco della sera, gli diede subito refrigerio, ma risvegliò la sua indole poetica. Sfiorando lo stipite della porta, abbassò lo sguardo e cominciò a sussurrare. – Se il dolce respiro di questo vento portasse a te i miei sospiri, forse allora capiresti quanto sei dentro di me – sospirò chiudendo gli occhi – se potessi bere dal tuo calice forze troverei nuova forza, e tornerei a vivere... Bianca colomba dalle ali lucenti, vola da questa solitudine, affinché si lenisca questo dolore simile a brace, e questo cuore possa ricominciare a battere... C: Tutto a posto amico mio??? – la sua mano si posò sulla spalla muscolosa del vampiro che ritornò dal baratro dei suoi pensieri. Spike: No... Non va bene... C: Devi imparare a dimenticarla... Spike: Ma io non voglio dimenticarla... Lei ha giurato che non lo farà con me... C: Ma lei sta con un altro!!! – lo sguardo strabuzzato del demone incontrò quello divertito del vampiro Spike: Ma io non sto parlando di Buffy!!! – rise C: E di chi??? – portandosi una mano alla fronte capì di aver perso qualcosa in tutta quella storia già abbastanza strampalata. Spike: Di una persona speciale – abbracciò l’amico cominciando a raccogliere pochissime cose – io vado – lo guardò sorridente – non aspettarmi alzato ok??? C: Dove stai andando??? – sempre più turbato osservava il frenetico turbinio di quel corpo sospinto da nuova energia Spike: Dove so che potranno aiutarmi. Nessun’altra parola, solo una amichevole pacca sulla spalla e via verso la notte. Il rombo di una moto lo portò lontano da Sunnydale. Spike: Non ho più nulla da perdere, solo te... Era così che si era di nuovo diretto da quel demone lontano. Sicuro di poter essere finalmente aiutato. Aveva attraversato l’oceano, subendo i crampi della fame, e la stanchezza del viaggio. Camminando su una strada già percorsa, era arrivato di nuovo di fronte all’antro benedetto... Almeno per lui lo era stato, la prima volta, ma mai come allora... Sospirò... S: Allora si vede che la mia sinusite sarà provvidenziale – La sua risata arrivò da molto lontano, riportandolo al presente. – Al massimo eviterò di curarla – avvertì il peso del suo corpo su di lui, e come se fosse passato un secolo, la trovò tra le sue braccia. In pochissimi istanti era riuscito a rivivere tutto il tempo trascorso senza di lei. Tremante infilò una mano nei capelli morbidi e profumati, annidando il suo viso nella nicchia del collo dorato. Spike: Dio quanto ti ho cercata – la ragazza si strinse ancora di più a lui – Dimmi che mi ami ti prego... - tremò dicendo quelle poche parole S: Io ti amo William... Ti amo da quando ho incontrato i tuoi occhi... - si scostarono per guardarsi ancora – Non dubitarne mai... La strinse più forte, ringraziando di nuovo quel Dio che per una volta era stato buono anche con lui. Spike: Grazie... 2 – Riabbracciarsi Finalmente riuscirono a mettere i piedi sulla terra ferma, tutto perfettamente calcolato da una presenza superiore, tutto coincidente con l’arrivo del tramonto. Spike: Dici che sia stato fatto apposta??? – si grattò la testa osservando il viso stupito della compagna. S: Se è così giuro che mi incazzo – sbuffò spazientita – sarebbe bastato dirlo no??? Magari far apparire un cartello luminoso con su scritto Stop Sole Alto!!! – incrociò le braccia guardando in cagnesco il cielo sopra le loro teste. Spike sorrise divertito, riusciva sempre a spiazzarlo, anche nei suoi discorsi sconclusionati diretti alle potenze astrali. Spike: Meglio però... - ridacchiò – altrimenti avrei finito col diventare un bel tizzone ardente e addio sogni d’amore eterno!!! S: Si poi la vedevi la fine che faceva quel cornuto africano – risero insieme per la sfrontataggine della ragazza – comunque finalmente siamo a casa... Spike: Sei sicura di essere felice??? – la guardò ancora un po’ dubbioso S: Come potrebbe esserlo una che rischia di essere succhiata a sangue da un’orda di vampiri incazzati, che va saltellando incontro al primo male con la sicurezza di essere incenerita, come una che ha ritrovato l’uomo che ama – lo sguardo perplesso del ragazzo la fece ridere di nuovo – certo che sono felice amore!!! – la prima volta che qualcuno lo chiamava così con quel trasporto... Fu come rinascere. Raschiandosi la gola cercò di parlare. Spike: Sembra più una presa per il culo – ridacchiò cercando di allontanare il senso di timidezza S: Mmmm – alzò le spalle – Se lo dici tu... L’afferrò per un braccio proprio nel momento in cui la vide riprendere il cammino. Con ferocia, tramutandosi nel demone temuto da molti, la strattonò fino a sé, portando la sua bocca a pochi centimetri dal suo collo. Nulla, nemmeno un grido, nemmeno un tremito in quel piccolo corpo inerme sotto le sue mani. Osservò il sorriso delineato dalla leggera curvatura delle labbra, la testa reclinata, completamente abbandonata sotto i suoi canini aguzzi, che le sfioravano il collo sottile. Gli occhi verdi lo osservarono senza la benché minima traccia di paura. Sorrise... Proprio quello di cui aveva bisogno, l’ultima prova del suo amore. S: Io mi fido di te vampiro – rise socchiudendo le palpebre – mi fiderei anche se mi succhiassi tutto il sangue dalle vene – lasciò delicatamente la presa liberandola dalla morsa delle sue mani forti Spike: Potresti sbagliarti lo sai??? – scosse la testa divertito smentendosi da solo S: Ma non diciamo sciocchezze – lo prese per un braccio incamminandosi per il vialetto – Alle volte credo mi stessi più simpatico come demone sanguinario sai?? – La guardò ridere allibito da quella frase – Quando facevi una battuta sarcastica eri più credibile e divertente Affondò il viso niveo nella folta criniera bruna, assaporandone il dolce profumo. Non c’è cosa più bella dell’essere amati per quello che si è e che si è stati... Spike: Aspettami qui – con un cenno della mano le indicò di sedersi sul gradino della veranda – Voglio fargli una sorpresa Lo osservò adocchiare una finestra illuminata poco distante, dalla quale uscivano risa e chiacchiere di alcune persone. Come se tutto fosse stato scritto abilmente da qualcuno, la scooby si era riunita proprio quella sera nella villetta di Buffy. Osservò i suoi passi felini girare intorno alla casa, e lo vide sparire dietro l’angolo che delineava la parte dedicata alla cucina. Avrebbe voluto non dover aspettare, anche lei non stava più nella pelle per poterli riabbracciare, ma rassegnata, portò i pugni chiusi sotto il mento, appoggiando i gomiti sulle ginocchia ripiegate sotto di sé. S: E noi aspettiamo Tab – sospirò fremente T: Beh glielo devi no??? – lei annuì sorridendo – Se non fosse stato per lui, ora non saresti nemmeno qui... - sbadigliò acciambellandosi accanto a lei sulla scaletta. S: Eh si... Diamogli il suo momento di gloria – ridacchiò osservando il corpicino bianco completamente rilassato al suo fianco – Ma tu sei contenta di essere qui??? T: Vuoi la verità??? – la guardò schiudendo apaticamente un occhio S: Lascia perdere – sbuffò dandole una botta con una mano T: Io immagino solo le urla di qualcuno – senza emozioni tornò a poltrire Chiudendosi nelle spalle la ragazza capì di chi si stava parlando... Urla??? Ruggiti!!! Quando suo fratello sarebbe venuto a conoscenza di tutto, minimo l’avrebbe rinnegata di nuovo e avrebbe regalato l’anima al diavolo per farla a pezzi in qualunque posto si fosse trovata. Rabbrividì solo all’idea... Effettivamente era stata imperdonabile... In meno di un battito di ciglia aveva rinnegato la sua vita, lui compreso, per un uomo... Facendo una smorfia svenevole, ricordò il movimento sinuoso del corpo di William mentre attraversava la penombra della veranda *Ma che uomo!!!* Si era stata imperdonabile, ma lo aveva fatto per una giusta causa, il suo desiderio più grande era arrivato ad un passo da lei, e si era limitata ad afferrarlo senza titubare nemmeno un attimo. Anche un giudice l’avrebbe assolta di fronte a questi fatti!!! Ok, lui non avrebbe capito, non aveva capito allora, quattrocento anni prima, con Arial, figuriamoci se avrebbe capito ora... Soprattutto non essendo a conoscenza di nulla... L’avrebbe uccisa!!! Sgranò gli occhi ricordando il tono di voce che aveva usato la prima volta che l’aveva colta in fallo... Poi però James gli era andato a genio... Gli aveva detto più volte che lo avrebbe adorato come cognato... Ridacchiò silenziosamente per non farsi sentire dalla gente all’interno della casa... Suo fratello era arrivato vicino a capire tutto, ma alla fine non aveva capito proprio un bel niente. L’avrebbe uccisa... Sospirò rassegnata, ma un bagliore di vittoria sfavillò nei suoi occhi un istante dopo... L’avrebbe uccisa se solo fosse riuscito a raggiungerla, battè silenziosamente le mani estasiata. Non c’era riuscita lei, figuriamoci il Mister Master!!! Di sottecchi adocchiò la gatta che la osservava incuriosita. S: Nulla bambina, - ridacchiò – godiamoci la sorpresa... Dall’interno della casa di punto in bianco cominciarono ad uscire una marea di gridolini estatici. Un’aria festosa invase anche il punto dove lei rimaneva seduta ad aspettare, facendola tirare in piedi. Ascoltò qualche minuto immobile, la gioia che investì il suo vampiro, fin quando non si sentì troppo ansiosa per non guardare. Tenendosi distante dalla loro visuale si avvicinò alla finestra illuminata, e sentì il cuore scoppiarle nel petto, quando vide la piccola Down saltellare di gioia al collo del suo vampiro platinato. Con le lacrime agli occhi, accarezzò mentalmente la cascata di capelli bruni riversa su quel piccolo corpo ancora acerbo. Sembrava passata una vita dall’ultima volta che aveva osservato il viso celestiale di quella ragazzina stupenda. Era ancora più bella dell’ultima volta, forse era l’anno passato ad averla resa ancora più splendente ai suoi occhi, o forse era solo dovuto al fatto che anche lei era cresciuta, diventando semplicemente più donna. Scorse la stanza, e in disparte vide il viso scostante di Xander... Dio passavano gli anni per tutti, a lui era cresciuta la pancia, ma il suo solito fare del cazzo non era passato. Si ripromise di metterlo al suo posto alla prima occasione. Le cose erano cambiate, molto cambiate, e bisognava che tutti lo sapessero una volta per tutte. Anya poco distante sorrideva raggiante di fronte al vecchio amico, chiacchierando nel suo solito modo, come una macchinetta impazzita. Buffy e Angel pareva non ci fossero. Arricciando il naso si chiese che fine potessero aver fatto i piccioncini... Buffy avrebbe dovuto essere agli sgoccioli, quindi una ronda era del tutto improbabile. Alzò le spalle noncurante, visti i sorrisi felici degli altri, nulla di male era accaduto a nessuno, o perlomeno a nessun altro. Sospirò rivedendo il viso di Giles e Willow. Attese ancora un po’, attese che lui si ricordasse di lei con i piedi in costante movimento. Niente, addirittura si era seduto sul divano con la ragazzina tra le braccia, e aveva cominciato a battibeccare con Alex, completamente noncurante di lei. S: Cosa dovrei fare ora??? – sibilò in direzione della gatta che si strofinava ai suoi piedi T: Uccidilo... - sbadigliò S: Ahhhhh ma falla finita!!! Avrà i suoi buoni motivi!!! – con un calcetto l’allontanò da sè T: E allora cosa vuoi??? – tipicamente gatta si cominciò a leccare la zampina candida, facendo nascere in lei l’istinto primordiale di disintegrarla. S: Mai una volta che tu riesca ad essere meno stronza vero??? – ringhiò in sua direzione senza procurare il benché minimo cambiamento nel suo muso rilassato. T: Ufff – si voltò incamminandosi verso l’entrata secondaria della cucina – devo sempre dirti tutto io??? Ma quando è che riuscirai a prendere una decisione da sola??? – la ragazza sprezzante la scavalcò quasi calpestandola, e guadagnando per prima il secondo ingresso. S: E se ti lasciassi fuori??? – la scrutò con un lieve cenno di cattiveria nello sguardo incandescente T: Entrerei dalla finestra del piano di sopra – il suo ghigno la fece sorridere... Cosa avrebbe fatto senza di lei??? Socchiuse la porta silenziosamente e con piccoli passi leggeri si diresse verso l’entrata del salotto. Le voci arrivavano festanti poco distanti, dal punto in cui avrebbe voluto essere già da un bel pezzo anche lei. Strinse la mascella pregustando la punizione esemplare da riservare al suo fidanzatino congelato. Il rumore di un’auto nel vialetto, la immobilizzò facendola trasalire. Rimase ferma, con il fiato corto, ad attendere il nuovo arrivato. Udì dei sussurri e da uno spiraglio della basculante osservò William nascondersi dietro ad un divano. Anya divertita sogghignava in direzione della porta, accompagnata dalla risatina della ragazzina accorsa per dare il benvenuto ai nuovi arrivati. Quando l’uscio d’ingresso si socchiuse, il cuore della ragazza nascosta in cucina, cominciò a battere all’impazzata. Il volto sorridente di Angel entrò per primo, facendo strada ad una radiosa Buffy. La osservò per un attimo, rimanendo estasiata dal suo viso meraviglioso. Mai l’aveva vista così felice, mai come allora aveva visto i suoi occhi brillare. Si soffermò sul lungo impermeabile nero, che le ricadeva diritto su una dolcissima protuberanza. Con gli occhi pieni di lacrime osservò la piega del pancione, ringraziando il cielo per aver permesso che tutto questo avvenisse. Li vide entrare nel salone come una coppia di sposi, osservò il dolcissimo gesto di Angel nell’aiutarla con il cappotto e gioì di quel baciò così puro che li vide donarsi. B: Down hai una faccia strana... - strizzando gli occhi osservò il ghigno sul volto della sorellina – Hai combinato qualche cosa??? – No, sorrise, non era proprio cambiato niente in sua assenza... D: Ma ogni volta questa storia??? – sbuffò contrariata tornando a sedersi sul divano che celava la sorpresa della serata, o perlomeno quella di cui erano a conoscenza A: Buffy, la nostra Down è cresciuta – il suo sguardo paterno la fece ancora più infuriare D: Dio come siete snervanti – incrociò le braccia indignata – Spike salta fuori o sta sera li ammazzo. Lo sguardo di Buffy si illuminò cercando l’amico perso da tanto tempo. Angel seguì gli occhi della sua cacciatrice altrettanto ansioso di poter riabbracciare il suo vecchio compagno, fin quando non lo videro sollevarsi un po’ contrariato del mancato colpo di scena. Anya: Down!!! Hai rovinato tutto!!! – accigliandosi la rimbeccò facendola sentire stupida Spike: Tranquille, non credo che avrei potuto fare di meglio – il suo sorriso seguì una carezza sulla cascata di capelli bruni della ragazzina. Buffy rimase immobile con il sorriso stampato sulle labbra, a fissare il vecchio compagno di avventure. Poco dopo corse fra le sue braccia e lo strinse forte scoppiando a piangere. Spike: Cacciatrice!!! Non hai mai pianto per me – rise tendendo la mano ad un sorridente Angel B: perché non sei mancato mai per così tanto tempo... Dove sei stato??? – Portandosi le mani sui fianchi lo scrutò seria, trafiggendolo con le iridi verdissime. Spike: E’ un po’ lunga da spiegare – sorrise osservandola. Sgranò gli occhi quando finalmente riuscì a mettere a fuoco tutta la situazione – Buff!!!! Ma sei un pallone!!!! An/D/B/S: Spike!!!!! La porta della cucina si aprì di scatto facendo apparire finalmente la ragazza palesemente contrariata dall’uscita irriverente del vampiro. Il frastuono del colpo sul muro fece voltare tutti i presenti che rimasero con gli occhi sgranati a fissare la scena. Avanzò furente di qualche passo incenerendolo con lo sguardo, quando la molla della porta rilasciò la presa riscagliando indietro il pesante uscio di legno, proprio sul suo naso. S: Ahhhh!!! E che cazzo!!!!! – cadde all’indietro come un’idiota – William giuro che quando mi rialzo ti impaletto il sedere!!!! I passi trafelati di qualcuno la raggiunsero proprio nel momento in cui dolorante cercava di massaggiarsi il naso martoriato dalla botta. Spike: Amore tutto ok??? – a stento cercava di non ridere di fronte alla scena tragicomica che la vedeva riversa a terra S: Levati da mezzo o giuro che lo faccio!!! – afferrò la sua mano per tirarsi su ancora stordita e sbraitando con una matta all’interno della cucina e inveì ancora contro le risa divertite del vampiro. – Ma ti pare il modo di parlare ad una neo mamma??? Spike: Ma mica è colpa mia se è un pallone!!! – rise ancora cercando di aiutarla a muoversi S: E mica è colpa nostra se tu sei un coglione, ma non mi pare che te lo diciamo no??? – a quel punto non potè far a meno di ridere con lui. Spike: Ti sei fatta male??? – la guardava in preda ad un attacco di convulsioni dal troppo ridere, dimentico completamente degli altri rimasti in silenzio ad ascoltare il bisticcio dei due innamorati. S: Stavo sicuramente meglio prima – si massaggiò il naso con una smorfia di disappunto. – Dai un bacino sulla bua??? – le porse con un gesto infantile il naso e risero ancora baciandosi felici. L’una tra le braccia dell’altro varcarono la soglia ed entrarono nel salone, dove tutti attendevano ansiosi. La mora sfuggì dal raggio d’azione della porta, facendo ridere i presenti ancora stralunati, e con un sorriso smagliante aprì le braccia in direzione di Down. Le grida di gioia della ragazza invasero la sala, come il cinguettio festante di un uccellino, facendo affiorare nuove lacrime sugli occhi di Sam... Finalmente a casa... 3 - Gelido fuoco Aveva trascorso la serata, avvolta in una specie di sogno meraviglioso. Ascoltando i loro racconti, era riuscita a convincersi di non essere mai partita. Dettagliati come piccoli scrittori, uno ad uno, avevano parlato delle loro vite in quel tempo trascorso lontani. Aveva riso con la piccola Down per le sue conquiste di adolescente troppo soffocata dalla sorella iperprotettiva, e l’aveva difesa dalle occhiatacce di quella sorella ritenutasi offesa dai suoi continui lamenti. Aveva assaporato la ritrovata storia d’amore tra Xander e Anya, e soprattutto il dolce legame indissolubile che aveva legato finalmente per sempre Angel e Buffy... Felice era venuta a conoscenza della prossima nascita... In meno di una settimana, in quella casa sarebbero risuonati dolcissimi vagiti. A: Io alle volte ancora mi chiedo come – il vampiro abbassò lo sguardo ancora incredulo per quella benedizione divina, stringendosi ancora di più al corpo caldo della compagna. B: Vero... Rimarrà per sempre un mistero – scosse la testa Sam li osservò qualche istante, quando sentì il calore dello sguardo di William scorrerle sul corpo. Sorridendo incontrò i suoi occhi chiari in cerca di risposte e decise di svelare quel segreto che poi, non sarebbe stato affatto un segreto se qualcuno non l’avesse strappata da quel mondo magico. S: Auron... L’amuleto... – tacque sotto lo sguardo attento dei suoi interlocutori – Ha purificato le vostre anime – sorrise A: Di questo ce ne eravamo accorti – sorrise accarezzando maliziosamente il grembo della cacciatrice S: Deduco che mister Angelus non abbia fatto ritorno – rise divertita vedendo arrossire vistosamente le gote della ragazza bionda – Ma questo era ovvio no??? – Avvertì la presenza di Spike al suo fianco e facendo spazio sul divano accanto a lei, lo invitò a sedersi. – Ha purificato entrambi... E questo vi ha reso molto più umani... Tolto il residuo demoniaco che ancora appestava il vostro corpo, ha reso possibili tante cose... A: Si ma comunque rimaniamo morti no??? S: Si... Solo molto meno morti di prima – William si passò una mano tra i capelli cercando di capire – Nulla di così strano!!! Si chiama magia ragazzi – rise per i loro sguardi sconcertati B: Anche Willow è una maga, ma non ha mai nemmeno pensato di fare cose del genere!!! – gesticolò forsennatamente cercando una risposta. S: Qui la cosa è un po’ diversa Buff – abbassò lo sguardo cercando di allontanare il ricordo di quella strega, che l’aveva assalita per molto tempo, innescando in lei il rifiuto per la magia – Ci vorrebbe un bel po’ per spiegarvi, e forse non ne ho neanche tutta questa voglia – l’invasione di frasi che empì l’aria la fece sospirare sfinita – Vi basti sapere che è una magia molto diversa... Una magia ancestrale che si rifà a riti antichi e persi nel tempo... Spike: E tu come fai a saperli??? Non mi sembri tanto antica tesoro... - il suo sguardo strafottente la oltrepassò lasciandola ancora senza fiato... Probabilmente non sarebbe mai riuscita ad abituarsi a quegli occhi così carichi di energia... L’avrebbero turbata fino alla fine dei tempi... S: E chi lo sa – sorrise alzandosi dal divano ed evitando accuratamente il viso stralunato del suo vampiro – Comunque state tutti bene, e presto avremo visite – con un gesto della mano indicò il dolce fagottino in procinto di nascere – Non credo serva altro. Ringraziò il cielo perché le permise di non andare oltre. I suoi amici, evitarono di fare ulteriori domande, forse spinti dalla stanchezza della giornata trascorsa. B: Ok... - sospirò rassegnata – Comunque grazie – le sorrise dolcemente raggiungendola vicino alla libreria – Forse siamo tutti stanchi ed è ora di riposare... Sarai sfinita vero??? – la bruna annuì – Ti preparo la stanza al piano di sopra... Quella di Will – lo sguardo triste si posò su una fotografia poco distante, che vedeva le sorelle Summers sorridenti al fianco dei loro amici... Proprio nel mezzo il viso radioso di una rossa indimenticabile S: Non credo sia il caso... - osservò lo sguardo sconcertato di Spike, che si affrettò a raggiungerla e a prenderla per un lembo della camicia tirandola leggermente a sé – Willow tornerà!!! E non mi pare il caso di invadere le sue cose – strinse la mano dietro di se, quando sentì un lievissimo sospiro di sollievo. X: Noi saremo qui per accoglierla questo è certo – lo sguardo stanco del ragazzo si ricoprì di tristezza – In qualunque momento... Noi saremo qui ad accoglierla a braccia aperte... B: Non credo sarà così facile Xand – lo sguardo stanco cercò conferma negli occhi seri di Sam S: No... Ci sarà da ballare... - strinse ancor di più la mano nella sua, cercando il conforto dell’unica persona davvero importante nella sua vita – Ma ce la faremo no?? – sorrise – la riporteremo a casa, e se sono riuscita a tornare io, - si voltò un po’ per osservare il viso felice di William – Ci riuscirà anche lei... D: Si si – battè le mani facendo trasalire tutti - comunque tu sta notte dormirai qui – sorrise estasiata dall’avere di nuovo la sua migliore amica sotto il suo stesso tetto Spike: Hemmm S: Noi avremmo pensato di andare a casa di William... - quel noi fece sorridere il sire del vampiro dai capelli biondi Anya: Si ma a quest’ora credo che Clem e hemm... - ridacchiò – la sua compagna grinzosa stiano dormendo – con una smorfia divertita prese sotto braccio Xander. Spike: Clem ha una donna??? – non potè far a meno di ridere – Bloodyhell!!!!E com’è??? B: Mmmm – un po’ titubante cercò di evadere il discorso – magari domani la vedrai eh – chiuse una risata con un gemito sommesso S: Ok... - sogghignò all’idea di un altro shrapei per le vie di Sunnydale – Come non detto... Spike: Si ma è pur sempre la mia cripta no??? Non ho fatto nessun rogito!! D: Dai!!! Che fai lo svegli nel cuore della notte??? – lo rimproverò spazientita Anya: Soprattutto non vorrei che assisteste a cose che vi potrebbero segnare la vita!!! – rise tenendosi lo stomaco in un gesto disperato B: Anya!!! – la rimbrottò – Dai sta notte dormite qui no??? A: Spike, credo che nessuno abbia pensato di dividervi vero??? – osservò complice la compagna che divertita osservava tutta la scena – Mmmm... Se non sapessi che per uno come te è impossibile penserei che tu stia arrossendo – rise sferrando una forte pacca sulla sua spalla S: Questo è quello che intendo quando dico che siete diventati molto meno morti – la risata collettiva invase la stanza, lasciando l’antico sanguinario completamente impacciato. Anya: William The Bloody!!! Non sei più tu!!! D: Dio che bello!!!! Per la prima volta ho la mia famiglia tutta riunita!!! B: Credo che molte cose stiano cambiando – si avvicinò al suo uomo prendendolo sotto braccio e incamminandosi al piano di sopra A: Si... E in meglio In pochi minuti l’atrio fu deserto, lasciando un piccolo corpicino rilassato, a fare le fusa nel buio. I suoi occhi verdissimi avevano visto andar via una coppia felice, due persone stringersi in un amore consolidato nel tempo, una ragazza abbracciare le persone care e salire le scale al settimo cielo, ma soprattutto avevano assaporato il dolce tepore di un amore ritrovato... Si le cose stavano cambiando, chiuse gli occhi definitivamente, ci sarebbe voluto del tempo, ma ogni cosa sarebbe tornata al suo posto... Nel silenzio della stanza in penombra, si guardarono un po’ prima di decidersi sul da farsi. Come due adolescenti impacciati, si osservarono per molto tempo, rimanendo in silenzio, con sguardi dolcissimi, carichi di mille parole. Soli, finalmente insieme, uniti in un vincolo indissolubile, come due sposi la prima notte di nozze. Intimiditi si spogliarono senza guardarsi, probabilmente se qualcuno avesse potuto osservare quella scena, avrebbe visto la purezza di quell’amore ardere come il fuoco immortale di un cratere incandescente. In silenzio, ancora ad occhi bassi, con le gote arroventate dalla timidezza si distesero sul letto stringendosi l’uno tra le braccia dell’altro. Silenzio, solo il respiro delicato di un piccolo corpo in preda alla gioia più profonda. Chiusero gli occhi, lasciandosi cullare dal dolce tepore della notte... Buio... La mano leggera esplorò il suo torace scolpito, rabbrividendo al contatto della pelle gelata. Completa fino nel più profondo dell’anima, incise nella mente ogni più piccolo particolare di quella superficie così candida e marmorea. Si sollevò per osservarlo... Ci volle un po’ prima che i suoi occhi si adattassero alla poca luce, ma alla fine il suo viso rilassato apparve nella penombra della stanza avvolta nel più mistico silenzio. Accarezzando delicatamente ogni più piccola piega incisa nelle costole, assaporò quell’istante di pace infinita, lasciandosi andare ad occhi di nuovo chiusi, ai brividi di piacere che cominciavano a solleticarle la pelle imperlata dal sudore. Ogni muscolo, ogni più piccola piega del suo corpo fu sua... Completamente sua... Continuò il percorso sul suo corpo, immersa nel buio, fino ad arrivare alla curva del petto. Respirando più forte, sorrise mordendosi il labbro in un gesto malizioso e femminile. Il momento più bello, e quando si comincia a scoprire ogni cosa, quando da bambini si guarda il mondo sotto una nuova luce di conquista. Riprese a percorre il corpo statuario, inebriandosi del gelo di quella pelle levigata. Con un dito seguì la curva del collo, fino ad immergere la mano sottile nella folta massa di capelli. Lo accarezzò, baciandolo, ancora avvolta nel buio che da sola aveva cercato, come guidata da un istinto innato, proprio sulle labbra. Il dolce sapore la fece gemere lievemente. Con il cuore in completo tumulto aprì gli occhi, immergendosi in quelli chiarissimi di lui. Timidamente si ritrasse di scatto, sentendosi molto simile ad uno stupratore. S: S... Scusami – abbassò lo sguardo istintivamente, cercando di evadere dal senso di vertigine che ancora l’avvolgeva. Vide il suo corpo tirarsi a sedere proprio davanti a lei, e lottò contro la lieve pressione della sua mano fredda, che la costringeva a guardarlo. Incontrò un attimo i suoi occhi profondi, e di scatto voltò i suoi. Spike: Di cosa tesoro??? – la sua voce così calda la trascinò ancora di più nel profondo di quell’oblio ovattato che l’aveva assalita fino a toglierle il respiro. Rimase in silenzio facendosi trasportare tra le sue braccia. – Ti amo più di me stesso... Ho attraversato l’inferno per te... E sta volta l’ho fatto per rinascere davvero – si strinse a lui dando nuovamente spazio a lacrime silenziose – Ho solo paura di non essere quello che vuoi – lei scosse la testa – insegnami ad essere... In un gesto disperato chiuse le labbra del vampiro con un bacio. Un bacio pieno di passione che la travolse completamente, chiudendola tra le sue braccia e in lui. Stringendosi fino a farsi male, unirono le loro anime, fino a perdersi completamente nel buio di quella stamza lontana dal resto del mondo e priva di tempo. Avvertì il freddo della sua mano invaderle il corpo, la pelle rabbrividì al passaggio delicato ma profondamente ansioso di scoprire ogni suo più piccolo segreto. Rilasciò sé stessa, come se quella fosse non la prima volta, ma l’inizio dell’infinito. In breve si fece spogliare, rimanendo nuda sotto il suo sguardo adorante. Dimentica del mondo percorse la linea muscolosa della schiena, accarezzando la sua pelle bianchissima con le lunghe unghie smaltate, fino ad impazzire in un passionale abbraccio che li unì definitivamente. Il gelo... Il gelo dentro di lei, parve dilagare a macchia d’olio, togliendole il respiro. Sgranò gli occhi, nel momento preciso in cui si sentì finalmente violata. Gemendo all’unisono si fusero in un unico impasto di corpo anima e passione, chiudendosi definitivamente l’uno nell’altra fino quasi a morirne... Occhi negli occhi, si amarono davvero per la prima volta, rinnegando il passato definitivamente, consci della nuova alba, venuta a salutare la nuova era di luce nelle loro vite. In un movimento sinuoso, si sciolsero l’uno nell’altra stringendosi ancora, e ancora e ancora... Lo afferrò stringendolo a sé, infilando le unghie nella schiena nuda nell’ultimo bagliore di lucidità. S: Ti amo... - sussurrò prima di affondare i denti bianchissimi nel suo collo teso per lo spasmo. Il vampiro rabbrividì a quel tocco animale e finalmente si lasciò andare completamente. Finalmente diede spazio al suo vero io, diventando l’amante disperato che era sempre stato. Tramutandosi nel demone, si divincolò dalle labbra ansanti della ragazza, fissandola con la sua anima dannata riversa negli occhi vitrei. La vide sorridere estasiata... Ogni cosa al suo posto... Vinto dalla passione affondò le zanne nell’esile collo ansioso e cominciò a succhiare via la linfa vitale dalla compagna. Il dolce sapore del suo sangue cominciò ad affluire nella bocca, inebriandolo e rendendolo schiavo avido di potere. Con foga la strinse a sé affondando di più le fauci nella carne e rendendola sua fino in fondo. La mente annebbiata dalla cecità dell’estasi, dimenticò la ragione divenendo parte integrante di un mondo ormai troppo lontano. Solo quando avvertì il lento rallentare del cuore, si staccò inorridito. Sfilando il viso dall’intreccio dei boccoli riversi sul cuscino in maniera scomposta, riportò il volto demoniaco al suo stato di bellezza innaturale. Il lacrime l’afferrò stringendola a sé in un gesto straziante. Spike: Oddio amore cosa ti ho fatto!!! – una frase cantilenata all’infinito nella disperata ricerca di morire una volta e per sempre... Con una mano sulla ferita ancora pulsante, pianse tutte le lacrime del mondo, cullando l’esile corpo completamente rilasciato tra le sue braccia. Stupido demone dannato senza redenzione alcuna... Anima destinata alla solitudine per l’eternità... Inutile essere senza vita e ragione di esistere... S: Non pensare nemmeno per scherzo queste sciocchezze – la sua mano delicata asciugò la cascata di lacrime roventi che gli solcava il viso. Spike: Oddio oddio!!! – la strinse ancora di più – ti prego perdonami, ti supplico!!! S: William... Io amo anche questo di te... - cercò di sollevarsi sfinita, per portare i suoi occhi a pochi centimetri da quelli di lui Spike: Non so perché quel maledetto chip non abbia funzionato!!! – ancora in preda alle lacrime, scosse la testa singhiozzando ancor più disperatamente S: Perché non mi hai fatto del male – lo sguardo attonito del ragazzo la fece sorridere dolcemente – Mi hai amata fino in fondo – appoggiando la fronte sulla sua respirò piano deglutendo a fatica Spike: Non sono altri che un maledettissimo mostro – cercò di allontanarla, ma lei non lo permise asciugandogli le ultime lacrime lo trascinò di nuovo a sdraiarsi con lei sul cuscino. Stringendolo al cuore si sentì finalmente davvero in pace. S: Io mi fido di te... Io ti amo... L’ho voluto, e tu me l’hai dato – lui tentò di scuotere la testa ma senza risultato – Shhhhh – sorrise guardando le prime luci dell’alba apparire dal dietro la tenda chiusa – Le cose stanno cambiando... Non sarai mai più solo amore mio... Lo sentì finalmente rilassarsi sul suo cuore. Spike: Sei stupenda... - un lieve sospiro pieno di speranza S: No... Ti amo per quello che sei... Abituatici – ridacchiò osservandolo annuire divertito Spike: Ci starò più attento ok??? S: Se ci provi scappo con qualche neo sanguisuga – risero finalmente insieme Spike: Tu NON sei normale – scosse la testa sconcertato S: Ha parlato quello che se mi accompagna la mare deve mettere la protezione 2001 – fece una pernacchia – Ma finiscila!!! Spike: Comunque resta il fatto che non sei normale... S: Ok i giochetti sadomasochistici in tua presenza potrebbero anche piacermi, ma non credo ti dispiaccia visti i trascorsi a spaccare palazzi e case – rise di fronte al viso terrorizzato del ragazzo – Hai dimenticato che so tutto??? Spike: Dio che palle!!! – sbuffò infuriato – ma pure quello si è visto dalle tue parti??? S: Ehhhhhh!!! Quindi zitto e mosca – lo mise a tacere definitivamente con una linguaccia dispettosa – Io ti amo anche quando sei manesco Spike: Allora domani lo facciamo con la frusta e le manette!!! – la guardò mordendosi il labbro e ritornando vampiro S: Si e io ti incenerisco – ridacchiò socchiudendo le palpebre – Vedremo... Felici, uniti sotto la stessa emozione di pace, chiusero gli occhi salutando il nuovo giorno. Qualcosa da quella notte era cambiato veramente, socchiudendo porte nuove davanti al loro cammino insieme. -o- [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] [10] [11] [12] [13] [14] [15] [16] [17] [18] [19] [20] [21] [22] [23] [24] [25] [26] [27] [Fanfiction] [Home]
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