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Parte 3

7 La fine del sogno

La luce del giorno le accarezzò il viso, quando si svegliò.

Si sentiva sfinita, dolorante, e decise di rimanere ancora nel letto. Aveva sentito suonare una sveglia, probabilmente Buffy stava preparandosi per andare al lavoro, come al solito. Si chiedeva, come potesse riuscirci. Solo una notte di quelle, e lei avrebbe voluto dormire per una settimana.  Quante ne aveva passate, da un lato si disse che tutta quella situazione era assurda, ma ripensò a quello che aveva provato, quella sensazione di potenza, quelle emozioni che la avevano scossa. Rabbrividì quando si rivide cadere all’interno della buca, tra le fauci del vampiro. Ma anche se non sapeva come, era ancora viva, e qualcuno si era occupato di lei. Sentiva ancora l’odore della pelle di Spike nelle narici. Sorrise a quell’idea, e si raggomitolò nelle coperte. Il dolore al braccio la fece trasalire, e mugolando nascose la testa sotto le lenzuola. Anche il collo le faceva male, probabilmente la ferita che quel testa-di-cazzo-zanne-mosce le aveva inferto, era di una signora entità. Bene, la sua permanenza lì, l’avrebbe tramutata in una cartina geografica, ma almeno si sentiva felice. Rise piano sotto le coperte, e pensando agli occhi dolci di Spike, richiuse gli occhi serena e si riaddormentò.

Una mano le passò sopra i capelli, la sentì che la accarezzava delicatamente, mentre si svegliava in cuor suo sperava fosse la mano del vampiro, anche se, considerato il sole che la infastidiva, la cosa era palesemente impossibile. Si voltò lentamente in quella direzione e aprì pigramente un occhio… La luce le faceva male, ma di fronte a lei non vide nessuno. Guardò meglio e dopo pochi istanti, il musetto dispettoso della sua gatta le apparve chiaro come il sole

S: Tabata!!!!!! Cosa Cazzo ci fai qui???  - Scattò seduta prima di rendersi conto di dove fosse.

M: Perché dove dovrebbe essere??? È una vita che le permetti di dormire nel tuo letto!!! – disse una voce dietro di lei – E’ una schifezza! Io te lo ho sempre detto!!  Ma magari sta mattina sei rinsavita

Guardò la figura alle sue spalle, che si stava asciugando i capelli in boxer, come se fosse un alieno…

S: Tu cosa ci fai qui!!!! Cosa ci fate tutti e due qui!!!! – Urlò in preda al panico – Cosa ci faccio io quiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!! – si girò verso lo specchio e tutto quello che vide fu la solita Sam, senza ferite né lividi, con il suo pigiamino da idiota in dosso.

Non poteva essere stato un sogno!!! Lo aveva vissuto, le facevano male da morire le parti in cui era stata ferita!!! Il suo odore, il contatto con la sua pelle!!! Non poteva essere stato tutto un sogno.

Il ragazzo di fronte a lei, la guardava strabuzzando gli occhi, cercò di avvicinarsi al letto, ma lei lo allontanò con una cucinata, e scoppiò in lacrime.

M: Samantha… sei sicura di stare bene??? – le chiese ancora scioccato dal suo comportamento – Vuoi che chiami un medico tesoro???

S: Voglio che tu sparisca da davanti ai miei occhiiiiiiii!!! Devi andare a lavorare??? Beh … VAFFANCULO!!! – prese l’altro cuscino tra le mani e lo mise tra le sue ginocchia ed il viso, per coprirsi, mentre piangeva tutte le lacrime del mondo… Il suo era stato solo un sogno… Talmente vero da farla stare ancora male… Talmente vero da farle sentire ancora il suo odore nell’aria, talmente vero da farle chiedere a Dio di morire lì.

M: Tu sei pazza!!! – le gridò il ragazzo, mentre prendeva le sue cose – Capisco i brutti sogni! Sta notte hai fatto un casino! Ma non sono il tuo zerbino Sam!!!! – le disse furente – Io vado quando ti passa fammi uno squillo… - uscì dalla porta della stanza – Vaffanculo va… cretina!!!

Lo sentì attraversare la casa e sbattere la porta d’ingresso…

S: Non credo proprio che ti chiamerò – disse piano mentre sentiva i suoi passi allontanarsi.

Il mondo le era caduto a dosso tutto in una volta, e non ce la faceva nemmeno a respirare. Stringeva con tutte le forze il cuscino, e cercava di trovare una spiegazione a tutto quello che era accaduto. Quel sogno, così spaventosamente reale, da farle ancora provare dolore, era solamente un sogno che ora era sfumato, con le luci dell’alba. Lentamente si voltò a guardare l’ora, le sette e un quarto, le pareva fosse passata una vita da quando aveva guardato l’ultima volta la sveglia.

S: Dio!!! Non voglio crederci… - sussurrò

Lo aveva raggiunto in qualche modo, lo aveva toccato, aveva raggiunto un intesa con lui, per poi scoprire che era tutto frutto della sua fantasia da pazza.

S: Era tutto così reale… tu eri lì con me…

Gettò un occhio al calendario, e si rese conto che, addirittura era oggi martedì… Come avrebbe potuto guardare Buffy sta sera??? Le avrebbe fatto male, come una coltellata nel mezzo del cuore… Dio avrebbe tanto voluto ricominciare a dormire… ritornare lì, parlargli davvero questa volta, tanto se quello era un sogno avrebbe potuto farsi meno problemi…

S: Non è così che vanno le cose Samantha… Ti è stata data una possibilità e l’hai sciupata… sospirò piano.

Si voltò e vide la sua gatta, distante da lei, che la osservava un po’ spaventata. Come ogni mattina le aveva dato il buon giorno, e lei l’aveva cacciata come una pazza in malo modo. Quel batuffolo di pelo, era l’affetto più vero che aveva da quando i suoi erano morti, e le si strinse il cuore a vederla lì a terra, che la osservava turbata.

S: Tabby… piccola… vieni da me… - mentre le faceva il cenno di salire sul letto, le lacrime le rigavano ancora il viso.

La gatta la osservava a distanza, e non parve fidarsi della padrona.

S: Tabby tesoro… scusami… - scoppiò in singhiozzi – Ti prego vieni da me!!!

Si chiuse di nuovo nel suo cuscino, e non potè far a meno di maledire sé stessa ed i suoi sogni… Più che altro maledì quella vita vuota, che la aspettava come ogni giorno… Mentre rimaneva lì, immersa nei suoi pensieri, a piangere le lacrime più amare della sua vita, sentì un lieve movimento sul letto. Tabata l’aveva perdonata, e ora, come ogni volta quando piangeva, era andata a consolarla. La prese tra le braccia, e si strinse a lei, piangendo ancora più forte.

S: Come è ingiusto tutto questo!!! Ho vissuto gli attimi più belli della mia vita! Ho vissuto dei momenti terribili, ma che rivivrei ancora cento … mille volte ancora… e tutto questo solo in un sogno!!! – stringeva quel batuffolo di peli bianchi.

Tabata, pareva capisse, e si ricordò che in quel sogno, l’unica a mancarle era stata proprio lei. La sua piccola migliore amica… l’unica e insostituibile compagna della sua vita. Cercò di calmarsi, mentre la gatta faceva le fusa tra le sua braccia. L’accarezzò, e lentamente si infilarono entrambe, di nuovo, sotto le coperte. Si riappisolò.

Sentì delle voci in lontananza, assaporò di nuovo l’odore del suo Spike, e quando si svegliò era meno triste di pochi minuti prima. La sveglia stava suonando, e si alzò per prepararsi ed andare al lavoro. Continuava a sentirsi tutta indolenzita, e mentre andava in bagno a farsi la doccia, rise amaramente, per cercare di allontanare l’idea di quella notte, dalla sua testa. Si spogliò, ed entrò nella doccia. Tra l’acqua calda, caddero ancora copiose tante lacrime, la vita che l’aspettava era quella di sempre, ovvero la vita priva di significato e di colpi di scena che le faceva da sempre schifo. Andò in cucina a preparare la colazione, e pensò di prendere un giorno di ferie al lavoro… Poi scosse la testa, e si disse, che rimanendo a casa, probabilmente, sarebbe davvero impazzita.

S: Tabby toh… - le diede la sua ciotola di latte mattutina, e la osservò mentre mangiava estasiata – Che faresti senza di me gattaccia??? – rise un po’ mentre la sua compagna ronfando le rispondeva con un dolce Muao… poi si diresse in camera a prepararsi.

Quando entrò nella stanza, la prima cosa che fece, fu inserire il dvd di Once More With Feeling e di scorrere velocemente, come ogni volta, alla scena di Spike… Lo guardò per un po’ mentre parlava, e tra i pantaloni ed un paio di scarpe da mettersi, cantò con lui… Rest in peace…

Mentre cantava le si inumidirono gli occhi nuovamente, era stato tutto così reale… Si toccò la spalla, dove aveva sentito la sua mano fredda la sera prima… La sera prima… ancora pensava all’accaduto come se fosse successo davvero… chinò la testa e canticchiò nuovamente…

S: If my heart could beat, it would break my chest – si asciugò una lacrima e continuò a prepararsi.

Quelle parole erano vere anche per lei in quel momento… Ma si obbligò a non piangere e guardandosi allo specchio, rise di sé stessa e della sua voglia di fantasticare ancora.

Diede una carezza a Tabata, chiuse la porta d’ingresso e scese le scale.

S: Ok solita vita di tutti i giorni, sorridi, e fingi che vada bene… - non va bene… non è quello che vuoifiniscila e cammina!!!

Aprì l’auto, si sedette, inserì lo stereo, e ingranando la marcia si diresse in ufficio… Come ogni giorno… E come ogni giorno nel repit dello stereo lui cominciò a cantare… I died…

S: E no cazzo!!!! – si gettò sul tasto source e attivò la radio… tante cazzate, ma meno sofferenza… sicuro

Mica tanto… la radio parlava delle perdite in guerra, delle minacce di Saddam Hussein al mondo… parlava di armi chimiche e di bombe atomiche… si scoprì a rimpiangere il suo compagno di fossa del suo sogno e rise forte… Cambiò canale, e mentre percorreva le strade trafficate, cantò a squarcia gola ricacciando prepotentemente in dietro, le lacrime che ogni istante, si affacciavano ai suoi occhi.

S: Buon Giorno!!! – canticchiò alla sua collega impegnata al computer

Collega: Mica tanto buon giorno… sta notte sono stata malissimo con lo stomaco

Si obbligò a fingere che per lei la giornata fosse delle migliori, ma si sentì ancora peggio.

S: Ok giornata nera… lasciamo perdere…

Collega: Si appunto… lasciamo perdere… oggi è nera per tutti… anche il capo non è di buon umore… - disse con un cenno della testa ad indicare la porta del boss

Sam sbuffò si tolse la giacca, e si sedette alla sua scrivania… Accese il pc, e lui era lì a sorriderle dal desktop come ogni giorno… come se nulla fosse accaduto… Stremata si mise le mani fa i capelli, e appoggiò la testa.

S: Non voglio stare qui… - pensò, ma il telefono squillò forte, e la riportò alla realtà – vorrei volare lontano… Con lo sguardo perso negli occhi di James Marsters, cominciò a lavorare.

La giornata proseguì abbastanza velocemente… e quando arrivò l’ora di pranzo, ringraziò il cielo con tutta l’anima.

Mentre sbocconcellava il suo tramezzino, aprì explorer, e come ogni giorno si mise a fare ricerche su Buffy… Sapeva quasi tutto oramai, ma le piaceva rimanere informata, anche sulle piccolissime cose… foto nuove… News… nuove fanfiction… Quelle le piacevano particolarmente, facevano si che lei ogni giorno avesse una nuova puntata di Buffy da “vedere”, ne aveva scritta qualcuna anche lei, ma non era la stessa cosa… quelle degli altri la facevano sognare di più.

S: Anche se elle volte, molti si limitano a farli scopare come ricci – rise

Controllò se ci fosse qualche novità sul finale, ma come poteva già immaginare, tutto taceva di fronte alla fantomatica ultimissima puntata. Beh era da aspettarselo.. Che finale a sorpresa sarebbe se no???

In una delle sue Googhelate, si perse all’interno di un sito nuovo, un sito che probabilmente avevano messo on line da pochi giorni. Vide l’immagine strana di un amuleto a forma di croce, e tutto quello che ne seppe, fu che era la Croce mistica di Auron, e che sarebbe stata fondamentale nelle puntate a seguire.. Non ricordava nulla del genere nei siti ufficiali… Probabilmente quella era una super anteprima sul finale… qualche cosa che aveva a che fare con la fine del The First… Ma continuava, a non capirne l’attinenza con la storia che aveva letto fino a quel momento…

S: Auron?? – disse ad alta voce – io di Auron conosco solo quello del signore degli anelli!!! – Rise

Collega: Stai di nuovo facendo qualche lavoretto extra??? – le diede un’occhiata complice la ragazza – Quelli della serie mi faccio i cazzi miei ma sto in pausa e posso??? – rise

S: Ahahahaha si lo ammetto – le fece una smorfietta – ma sto in pausa e posso prrr

Proprio in quel momento passò di lì il capo ufficio e dovette chiudere l’applait. Finse di leggere un giornale che aveva davanti agli occhi, e gli sorrise.

Quando provò a cercare di nuovo il sito in questione, non lo trovò più, e si pentì di non averlo aggiunto ai preferiti. Google, con la stessa ricerca, non le tirava più fuori quello che cercava…

S: Che palle!!! – sbuffò

Collega: Che c’è??? – chiese da sotto i suoi occhiali

S: Nulla nulla… solo odio questi motori di ricerca…

Postò qualcosa sul forum di James Marsters e si mise a leggere il giornale. Questa volta davvero.

La giornata era finita, e si diresse in palestra. Nonostante ancora i dolori al braccio e al collo l’assillassero, si disse che l’unico modo per scaricare lo stress, era quello di dare un po’ di calci e pugni. Rise quando pensò al sogno della notte precedente… Ne aveva dati quanti mai nella sua vita. Poi riflettendo si disse che quella, era la prima volta nella sua vita, che in un sogno era riuscita a colpire qualcuno. Più volte aveva sognato di fare a botte, ma mai, era riuscita a scaricare colpi con tutta quella violenza… Il sogno più reale di tutta la sua vita. Sospirò.

Flavio le andò incontro con il suo solito sorriso gentile, le diede un bacio sulla guancia e la mandò di corsa a cambiarsi con una pacca sul sedere. Sam pensò a Marco e alla sua gelosia asfissiante…. Fosse stato per lui, lei avrebbe dovuto smettere anche di andare lì, avrebbe dovuto mollare tutto… Si ricordò che in tutta la giornata non si erano sentiti e sperò che fosse bastata l’uscita da matta della mattina per toglierselo da mezzo…

S: Ma quando mai!!! E chi se lo scrosta quello!!! – disse stizzita

F: Di cosa parli???

Flavio la aveva sentita mentre camminava verso lo spogliatoio, e curioso come al solito aveva voluto non farsi i cavoli propri. Lei si girò a guardarlo sorridente, presa un po’ alla sprovvista preferì non rispondere. Almeno per ora lo avrebbe lasciato a bocca asciutta.

Adorava parlare con lui, mentre prendeva a calci il sacco che lui le teneva… Lo vedeva un po’ come il Sig. Giles… ehehhehe era il suo osservatore personale… si e io la cacciatrice di zanzare tigre, sempre sangue succhiano ahahhahaha

Si cambiò e si diresse verso la sala attrezzi. Flavio stava facendo lezione alle matricole, e Luca, il ragazzo con il quale di solito boxava era intento a fare Stretching. La salutò con un sorriso e continuò. Le matricole la guardavano con ammirazione, la avevano vista boxare con gli uomini più di una volta, anche perché, lì, di donna c’era solo lei a quel livello… di solito le femminelle, come le chiamava Flavio – sorrise – mollavano presto. Praticamente era il maschiaccio della situazione, ma guardandosi allo specchio si disse che della femminilità di una donna, non le mancava proprio nulla. Si avvicinò alla sbarra e stirò una ad una le gambe.

Si stava allenando con Luca, quando il suo sguardo fu attirato da una figura biondo platino che la osservava fuori dalla porta. Il cuore le salì in gola, quando credette di vedere Spike. Il pugno del ragazzo la raggiunse diretto in faccia e la fece cadere a terra in malo modo. Urlò per il dolore al collo, e al braccio, e si stupì di quanto ancora le facessero male.

L: Oddio Sammy!!! – corse a tirarla su – Ti ho fatto male???

Lei nemmeno lo ascoltò, si tirò su con il suo aiuto e si diresse di corsa, un po’ barcollante per il dolore, lì dove pochi istanti prima aveva visto la figura scura. Quando arrivò, ovviamente non c’era nessuno. Scosse la testa e voltandosi tornò in dietro… Sei pazza - si disse

Luca e Flavio avevano seguito la scena un po’ perplessi, e quando tornò nella sala, la guardarono interrogativi.

S: Nulla, scusate, mi sembrava di aver visto qualcuno… - disse ad occhi bassi

F: Un corteggiatore??? – ridacchiò curioso

L: Spero no quel mammoletta del tuo futuro marito!! – l’antipatia dei ragazzi verso Marco era risaputa, e lei rise.

S: No speriamo di no, speriamo di non doverlo vedere più – fece una linguaccia

Luca palesemente colpito da quell’affermazione le chiese cosa volesse dire. Sam sapeva benissimo che il moretto aveva un debole per lei…

S: Diaciamo che sono giunta ad una conclusione drastica… - si fermò un’attimo e guardò le facce dei ragazzi che aspettavano – Ovvero mi ha rotto le palle – rise quando vide gli occhi del ragazzo illuminarsi, e si voltò per andare al sacco. Quello era il momento nel quale avrebbe parlato con Flavio… Quello era il momento che aspettava dalla mattina, lì riusciva a sfogarsi davvero.

Si aggiustò i guantoni, si mi se in posizione e cominciò a sferrare combo kick e combo box con una violenza e una precisione che lasciarono Flavio un po’ spiazzato. Il ragazzo la guardava fissa, mentre a fatica riusciva a reggere il sacco da cinquanta chili.

F: Sam?? – disse a fatica – Tutto a posto??? Ti vedo nervosa…

Cosa avrebbe potuto dirgli??? Certo non del sogno che le aveva irrimediabilmente rovinato la vita, certo non della sua mania psicotica verso un personaggio di una fiction… per di più vampiro… sicuramente la avrebbe presa per pazza, e avrebbe chiamato la neuro per farla portare via. Sorrise e si fermò a guardare le goccioline di sudore che gli imperlavano il viso. Era sotto sforzo, probabilmente questa volta aveva colpito davvero duro… Ho fatto sport sta notte ehehheheh

S: Nulla Fla… - disse la cosa più credibile e l’unica seria da dire – semplicemente mi sono rotta di Marco… non mi voglio sposare, e non so come levarmelo di torno.

F: Ahahahhaha – rise mentre lasciava il sacco e si scioglieva le braccia – finalmente!!! E’ una vita che aspetto che tu mi chieda di pistarlo di botte – continuò a ridere

S: Magari bastasse – proseguì sarcastica – allora basterei io per quello

F: Ah si… - disse serio – specialmente dopo l’allenamento di sta sera… credo proprio che gli faresti un bel po’ male…. – sorrise – La mia piccola macchina da botte hehehehhe

Le piaceva quando la chiamava così, era molto paterno, e a lei un padre mancava davvero.  Sorrise quando pensò che nel suo sogno la parte paterna era stata presa da Spike… Dio che ragazza incestuosa sei ahahahah… ricordava ogni particolare così bene… che rabbia!!!

Parlarono per un po’, come mille volte avevano fatto. Flavio era una delle cose belle della sua vita, un amico sicuro, il tipico scoglio di salvataggio… Sicuramente gli sarebbe mancato anche lui se quello che era successo fosse stato reale.

Cercarono di trovare una soluzione al problema secondario, ma la cosa, a parole era molto semplice, mentre a fatti sapevano entrambi, quanto fosse ardua… I preparativi erano stati già iniziati… soldi spesi…

S: Ma sti cazzi!!!! – si alzò – sai che c’è… me ne frego e vaffanculo!!!

Flavio la guardò un po’ perplesso, poi si alzò e la prese tra le braccia…

F: Se non ce la fai da sola chiama… se io ho da fare ti mando Luca…

Risero insieme, e in un abbraccio amichevole si diressero verso gli spogliatoi.

S: Se non ti vedo dopo ci vediamo domani…

F: Si ok… tu fa la brava mi raccomando

S: Promesso – gli diete un buffetto sulla spalla e proseguì.

Sotto la doccia sentì il cellulare squillare… ma se ne infischiò… chiunque fosse non le interessava.

Arrivò a casa verso le dieci meno un quarto di sera, mancava poco al suo momento di gloria… anche se sapeva che da quella sera in poi quel momento di gloria, si sarebbe tramutato in angoscia… Era come quando a Buffy avevano tolto il paradiso… Per lei quello che per Buffy era l’inferno… Era la cosa più vicina al paradiso che avrebbe voluto per sé. Sicuramente l’agelo c’era… sorrise… qui no… O meglio qui c’era, ma nulla aveva a che fare con la sua vita di tutti i giorni…

Preparò la cena per lei e Tabata, e si rannicchiò sul divano a mangiare, la sua gatta la raggiunse più tardi, quando ebbe finito la ciotola.

Non c’era nulla di bello alla tv, quindi posò il piatto vuoto sul tavolo e si diresse al suo pc… Avrebbe controllato la posta, e come al solito scaricato i nuovi video, e le nuove foto in rete.

Nulla di importante sulla posta, se non una mail di Marco che la rimproverava di non avergli risposto al cellulare dopo, non essersi sentiti tutto il giorno… Le sue paroline dolci, che la nauseavano oramai, e il suo ciao picioletta alla fine… Si limitò a cancellare e a chiudere il Browser.

Aprì Mozzilla, e le apparve davanti agli occhi il suo Google di fiducia, pronto per le ricerche… come al solito non mi tradisci mai… a parte oggi … e va beh – sorrise

Cominciò a navigare, quando le si parò davanti agli occhi, nuovamente la pagina con la croce di Auron… il solito sito sconosciuto… probabilmente in giornata c’erano stati dei problemi nel server.

Rilesse attentamente l’articolo, e controllò su di un sito americano se la cosa fosse riscontrata anche lì, ma non se ne parlava assolutamente… senza chiudere la pagina, si mise a fare ricerche su questo amuleto, e quello che trovò la lasciò senza fiato… La voce si trovava solo all’interno di siti satanisti e di occulto… Era un amuleto che secondo le leggende poteva evocare un’entità ancestrale capace di esaudire un desiderio… qualunque esso fosse..

Rise perché la cosa le ricordava il drago Shenron di Dragon Ball e si chiese se l’amuleto fosse spezzettato per il mondo in sette parti. Poi d’un tratto si accorse del percorso in rete del file… http://TheFirst.com/nonhaisognato/ilmaleavvolgeràanchete…

Si portò la mano davanti alla bocca senza respiro, quando la sigla di Buffy partì alla tv, chiuse immediatamente la sessione, e velocemente si gettò sul divano, convincendosi di non aver visto nulla… Stava impazzendo… ma era spaventata a morte. Prese Tabata sulle gambe, e finse che nulla fosse accaduto.

La puntata cominciò…  Buffy nel cimitero che conversava con Spike… cambio di scena… Willow e Down che accudivano qualcuno… sgranò gli occhi… Quella era lei!!!

S: Sono io!!!! – Gridò

Tabata si stiracchiò sulle sue gambe e fece per andarsene, quando lei la strinse forte, mentre il dolore al collo e al braccio crescevano a dismisura facendola svenire.

D: Credi che ce la farà??? – chiese la ragazzina preoccupata

W:  Sta guarendo… – annuì - il rituale sta facendo effetto

La ragazza nel letto si mosse lievemente, e quando aprì gli occhi, trovò i sorrisi delle ragazze ad aspettarla. Un movimento sotto le lenzuola attirò l’attenzione di Willow e Down… La sagoma si muoveva verso il cuscino e le ragazze si scostarono. Il muso di Tabata uscì e leccò il viso di Sam.

S: Allora ero solo venuta a prendere te –le sorrise stanca

Le ragazze guardarono la scena senza potersi dare una spiegazione, mentre Sam ricadeva in un sonno profondo. Questa volta il sogno era finito.

 

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