.:: Tutto il mio mondo per te... ::.

Parte 4

8 Risveglio

Una fresca brezza le sfiorò il viso, e lei riaffiorò dal suo lungo sonno.

Cercò, senza aprire gli occhi, di capire dove si trovasse. La testa le scoppiava ed aveva la sensazione di aver dormito per secoli. Lentamente aprì gli occhi, ma si limitò a guardare il soffitto. Non sapeva assolutamente dove fosse, ed aveva una paura folle, di voltarsi e vedere la faccia da scemo del suo ragazzo che le dormiva accanto… Con quel mal di testa a dosso non avrebbe sopportato una cosa del genere. Lentamente si voltò per controllare che lui non ci fosse. Qualunque fosse il posto dove si trovava ora, l’importante era che avesse messo a fine la sua storia strampalata. Si voltò e non vide nessuno accanto a lei, solo un comodino con dei fiori freschi all’interno di un vaso turchese. Sicuramente, quella non era casa sua… ma non le pareva nemmeno la casa di Buffy…

S: Oddio ora dove mi trovo??? – sussurrò tirandosi su a sedere nel letto – Ci manca solo qualche altra situazione strampalata!!! – disse alzando gli occhi al cielo in senso di supplica.

Il collo le faceva ancora male, per non parlare del braccio, ma il dolore si era molto affievolito… Era una dolore con il quale, almeno per un po’ ancora avrebbe potuto convivere… In quel momento era la testa che la faceva impazzire. Si guardò in torno, e vide che la finestra di fronte a lei era aperta… Di fuori la notte era silenziosa… Solo i grilli cantavano mestamente nel buio.

La luce della luna filtrava delicatamente dalle tende spostate ogni tanto, dal venticello fresco.

S: Probabilmente per la disperazione, mi sono ubriacata ed ora non ricordo nulla. – ridacchiò

Si passò una mano sulla fronte e si massaggiò le tempie martoriate dai battiti incessanti del mal di testa e, lievemente fece scendere la mano sul collo dolorante. Sgranò gli occhi quando si rese conto di essere stata bendata… Qualche cosa le diceva che era di nuovo a casa Summers… dove non lo sapeva, ma ringraziava Dio per averla riportata lì.  In quel momento il cuore le batteva forte… si sentiva felice nonostante tutto. Mal di testa e dolori vari compresi.

Adagio scese dal letto, e percorse a passi un po’ incerti, lo spazio che la divideva dalla specchiera. Quando si avvicinò, nello specchio vide sé stessa, ferita al collo e al braccio, con due occhiaie scurissime, paragonabili a due borse da viaggio intercontinentale, ma raggiante come una bambina al luna park… Si era rimessa a sognare, ed era riuscita a riprendere il sogno da dove lo aveva lasciato. Abbassò lo sguardo sul ripiano del mobile, e capì finalmente, dove si trovava in quel momento. Una foto di Tara le sorrideva dolcemente da un portaritratti d’argento. Accanto c’erano dei fiori freschi. Quella era la camera di Willow. Si sentì triste tutt’ad un tratto, la ragazza, doveva soffrire ancora tantissimo per la perdita della sua compagna…

Si voltò piano cercando di togliersi dalla mente il ricordo straziante della scena della morte della strega, e si diresse nuovamente al letto. Nella penombra vide qualche cosa muoversi sulla poltrona. Un bagliore di occhi alla luce della luna, la fece trasalire. Poi riconobbe la vocina di Tabata, che le andava in contro per darle il suo solito saluto. La osservò avvicinarsi, regale come al solito nella sua nuvola di peli candidi, e il cuore le scoppiò nel petto dalla felicità… Sogno o no, si era portata anche il suo fagottino dietro questa volta… la prese in braccio e lentamente si rimise e sedere sul letto.  Era a pezzi.

Mentre accarezzava la sua compagna, cercò di sentire se in casa ci fosse qualcuno, ma non riuscì a sentire nulla di particolare, se non il frinire incessante dei grilli nel giardino, e la piccola perdita di un rubinetto nel bagno di fianco. Probabilmente era sola in casa, a quell’ora erano tutti a caccia… guardò l’orologio e annuì… erano le ventitré… Chissà di quale giorno

Non ci capiva nulla, tutto le appariva reale, dalla lotta nel cimitero, all’allenamento con Flavio in palestra. Solo ricordava di avere dolori in giustificati nella sua vita “reale” , mentre qui, almeno, tutto aveva un senso… era bendata come una mummia!!! Fatto sta che continuava a non capire quale fosse la realtà… avrebbe tanto voluto credere, che fosse quella in cui si era risvegliata ora, ma sapeva molto bene, che la cosa più probabile era l’opposta.

S: Ovvero molto candidamente, sei nel tuo lettino e stai sognando ragazza mia…. Che palle…

Si rialzò, adagiando delicatamente la gatta sulla coperta, e andò a legarsi i capelli, si mise a dosso dei pantaloni che trovò su di una sedia, e cercò in un cassetto una maglietta. Sicuramente Willow non se la sarebbe presa… non poteva girare per la casa in mutande! Sorrise mentre si vestiva.

Lentamente ed in silenzio, aprì la porta. Quando mise fuori il naso si rese conto che davvero la casa era deserta, tutto taceva, e il buio regnava ovunque. Probabilmente nessuno di loro aveva immaginato che si sarebbe svegliata, almeno non per quella notte.

Scese in cucina, senza accendere le luci, a cercare qualche cosa da mettere sotto i denti… non sapeva da quanto non mangiasse, fatto sta che aveva una fame da lupi.

Attraversò la casa, cercando in ogni modo di evitare di far rumore, e lievemente, quasi come una ladra, entrò in cucina. Si voltò a guardare verso il salone e non vide nessuno. La avevano lasciata sola. Sperava che stessero tutti bene, e che non avesse dormito così tanto da essersi persa qualche sviluppo fico. Magari le slayer in prova erano arrivate…

S:Tu dormi sa!!! Grrrr – pensò tra sé rimproverandosi

Si preparò una tazza di latte, e si sedette a mangiare.

Nel silenzio avvertì un rumore nella casa che la fece trasalire. Qualcuno c’era… ne sentiva i passi ora… Sperò con tutta sé stessa che quel qualcuno fosse uno di loro, ma ne dubitava. Comunque sperò che non avesse cattive intenzioni. Non aveva assolutamente voglia di fare a botte, se non per i residui dei dolori delle ferite, per il mal di testa martellante, che fino ad ora non l’aveva abbandonata. Respirò piano, e si diresse verso l’uscita della stanza, i muscoli erano tesi come corde di violino. Era pronta a balzare a dosso a chiunque avesse voluto farle del male. Aprì la porta, e davanti a lei non vide nulla… solo il vuoto. Prese un fermacarte su di un mobiletto vicino a lei, e proseguì, senza togliere lo sguardo dal buio che la circondava…

S: Perché cazzo non hai acceso la luce cretina!!! – si sibilò piano, in collera con sé stessa.

Camminava lentissima, il respiro corto, e l’adrenalina che le scorreva con una furia cieca nelle vene, quasi a farle male. Sentiva i brividi percorrerle il corpo e la sensazione le provocava dolore sulle ferite ancora aperte. Si sentiva attraversare la pelle lacerata da tanti spilli acuminati. La testa le ronzava e le tempie, battevano senza sosta a seguire il ritmo elettrico del suo cuore. Era terrorizzata, aveva sentito qualcuno, ne era sicura, ma non sapeva chi fosse e quali fossero le sue intenzioni. Nemmeno si era svegliata che già si ricominciava da capo. Era a casa della cacciatrice, solo Dio poteva sapere quanti al mondo, ce l’avevano con lei, e avrebbero voluto farle del male. Solo che ora la cacciatrice non c’era…

S: E nella situazione di merda mi ci trovo io… - sbuffò piano

Proseguì nel buio a stento, i suoi occhi per quanto cercassero di abituarsi alla pochissima luce, in alcuni punti non riuscivano a mettere a fuoco nulla, e più di una volta rischiò di cadere a faccia a terra. Poi di nuovo il rumore… La fece sobbalzare e scattare all’indietro. Proveniva dalle sue spalle.

S: Tabby??? – disse con un filo di voce, ma non ebbe nessuna risposta. Cercò di mettere a fuoco lo spazio di fronte a lei, e finalmente intravide una sagoma che cercava di allontanarsi furtivamente. Il cuore le saltò in gola, e le sue gambe, senza nemmeno pensare, spiccarono un salto. Come nulla si trovò sulla schiena dell’intruso che cercò di divincolarsi. Lo afferrò con tutte e due le mani, lasciando cadere il fermacarte a terra… non le serviva più. Quando cercò di colpirlo, la persona sotto di lei cominciò a piagnucolare ed a supplicare di non fargli del male. Senza lasciarlo, Si sollevò tirandolo con sé. Le faceva male tutto, ma lo trascinò a quello che nella penombra le sembrava un interruttore della luce.

Quando la accese non potè far a meno di dare uno strattone violento a quello scemo che teneva tra le mani.  Una fittà le lacerò la testa e la fece barcollare, mentre malediva il giorno che quel maledetto produttore aveva messo quel personaggio all’interno del serial.

S: E io che pensavo che almeno nei sogni mi ti avessero risparmiato – ringhiò lei con la mano alla testa che le scoppiava.

Andrew la guardava terrorizzato, non aveva la più pallida idea di chi fosse quella ragazza, fino a pochi minuti prima, era convinto che casa Sunders fosse deserta. Invece, quando meno se l’aspettava, era stato atterrato e brutalmente strattonato da una sconosciuta, che oltretutto gli parlava come se lo conoscesse.

A: Chi… Chi sei??? – le chiese balbettando. Era stato scoperto, e ora davvero non sapeva cosa fare, doveva solo cercare informazioni, e andare via, mentre ora si sentiva un topo in gabbia.

S: No dimmi tu che ci fai qui nerd dei miei coglioni!!!! - la ragazza avanzava minacciosa. Nonostante fosse sfinita, non voleva perdere l’occasione di dare una bella strapazzata a quel deficiente. Mentre avanzava ricordava che fino a quel momento del suo pseudo sogno, quella figura irritante non era stata presente. Voleva che sparisse anche in quel momento… Lo avrebbe fatto sparire lei.

A: T..Ti prego non farmi del male – piagnucolava arretrando insicuro – volevo …

X: Cosa volevi??? – disse con tono sprezzante Xander, mentre chiudeva la porta alle sue spalle.

Sam non si era accorta dell’arrivo del ragazzo, e un po’ si spaventò al suono della sua voce.

Xander avanzava minaccioso, e Sam continuò, a sua volta, a diminuire la distanza che la separava dal ragazzo che si era introdotto in casa. Lo aveva sempre detestato, avrebbe voluto dargliele di santa ragione. Andrew si gettò a terra in lacrime e balbettò qualche cosa che entrambi non capirono. Sam non riusciva a farsi una ragione del perchè stessero ancora a quel punto della storia, da dove era partita lei, Andrew, praticamente, doveva già essere in casa Sunders legato ed imbavagliato. Cominciava a non capire davvero nulla. La cosa stava diventando sempre più aggrovigliata ed irragionevole.

S: Mi scoppia la testa… Dio ti ammazzo coglioncello… - disse preparandosi a dargli uno di quei calci che avrebbe ricordato per tutta la vita. Ma Xander la fermò appena in tempo… probabilmente se avesse potuto lo avrebbe completamente eliminato dalla serie.

X: Dimmi cosa ci fai qui, o la lascio fare, e ti assicuro che ne vedremo delle belle… - gli disse il ragazzo mentre si avvicinava. Sam li osservava attentamente, rabbiosa, più che altro aspettava con ansia un cenno per poterlo fare a pezzi. Barcollò un attimo sotto una fitta devastante e cadde a sedere sulla prima sedia che trovò.

X: Sam stai bene??? Non dovresti essere in giro… se non fosse per te – gli diede uno schiaffo

Il ragazzo continuava a piagnucolare incessantemente e Sam si violentò per non alzarsi, metterselo sotto le gambe e ucciderlo a pugni.

S: Ti prego stai zitto o ti uccido sta sera… ammetto che alle volte capita anche a me di non essere in serata – sospirò nervosa

Andrew continuò imperterrito il suo lamento, fin quando Xander non lo azzittò con un ceffone ancora più forte. Era bello vedere Xand così fermo nei suoi modi… sorrise un po’… Solo nella settima serie, era diventato così pieno di energia e sicurezza in queste situazioni . Le piaceva molto di più così…

X: Hai sentito cosa ha detto la signorina??? – Gli disse sarcastico – Sarà il caso che eviti di aumentarle il fastidio.

Sam osservò la scena mentre Xander lo sollevava da terra e con forza lo obbligava a sedersi su di una sedia nel salotto.

S: Cosa ci fai qui Xand??? – gli chiese mentre si massaggiava le tempie con entrambe le mani – Pensavo foste tutti fuori per la caccia grossa – gli sorrise a stento mentre il dolore la frastornava.

X: Sta sera, stranamente, la situazione è abbastanza calma, così hanno preferito che io venissi a casa a controllare come stessi. – la guardò preoccupato – e sinceramente da quello che posso costatare non sei fresca come una rosa – le sorrise dolcemente mentre legava stretto l’intruso.

S: No in effetti – guardò Andrew – ma credo che le forze mi siano tornate, vero…??? - si morse la lingua per evitare di chiamarlo per nome.

Il ragazzo singhiozzò un’altra volta, ma un’occhiata di Xander gli bastò per capire che era il caso di farla finire lì.

 X: Adesso prima che ti imbavaglio… idiota – lo scosse forte – Mi racconterai perché ti sei introdotto in casa di Buffy.. – lo strise forte ad un braccio fino a farlo gridare dal dolore quando vide che continuava a tacere – Sto aspettando!!! – gli urlò ad un palmo dal naso.

A: I… Io – balbettò – ero venuto a raccogliere informazioni per … - tacque ancora un po’ fin quando il suo sguardo si riempì di terrore… la sagoma di Warren era apparsa davanti alla finestra.

Sam si voltò di scatto seguendo lo sguardo di Andrew ed urlò alla vista del fantasma del capo dei Troika.

S: O mio Dio!!! – si portò le mani alla bocca terrorizzata

X: T… Tu sei morto!!! – gridò il ragazzo quando lo vide

W: La morte mi ha dato un’altra occasione si vede… - rise forte – Sono tornato per fare pulizia – avanzò lentamente verso i tre che lo guardavano atterriti.

A: Warren ti prego… - squittì il nerd – non sapevo che ci fosse qualcuno

W: Tu non sai mai nulla And… - avanzava inesorabile – diciamo che non ci si può fidare di te… - gli sorrise crudelmente.

Xander si gettò sul fermacarte che precedentemente era stato nelle mani di Sam, mentre la ragazza si alzava terrorizzata e cercava disperatamente una soluzione a tutta quella storia assurda.

S: Il The First!!!! – Urlò forte mentre cercava invano nella sua mente, qualche modo per eliminarlo.

Xander la guardò terrorizzato all’idea che quello potesse essere il The Fisrt. In quel caso non avrebbe davvero saputo cosa fare. Il ragazzo coraggiosamente la cinse con un braccio e la tirò dietro di sé per proteggerla, ma con un movimento della mano Warren/TheFirst scaraventò Xander lontano. Sam guardava il ragazzo giacere a terra svenuto, e non sapeva più cosa fare. Sentiva Andrew piangere forte alle sue spalle… Dio come ti ammazzerei volentieri Stronzetto!!!

S: Sei tu che lo hai portato qui!!!! – gridò con tutta la rabbia ed il terrore che aveva in corpo verso il ragazzo legato alle sue spalle.

W/TF: Non è lui… sei tu!!! – rise e la casa tremò

Quella frase la fece sussultare, e quando la casa cominciò a tremare quasi non svenne.

Lei lo guardava paralizzata, non capiva più nulla. Cosa poteva entrarci lei, in tutta quella storia??? Poi una barlume le passò davanti agli occhi.

S: Questo è il mio sogno!!! – rise forte – Ho capito finalmente… - inclinò la testa sorridente e avanzò verso il fantasma che si era fermato al centro della stanza.

Lui la guardava divertito, e questo sguardo fece vacillare la sua sicurezza.

W/TF: Tu sei sicura Sammy??? – le parlò sarcastico – sei davvero sicura che tutto questo sia davvero un sogno???

Lo guardava di nuovo in preda allo smarrimento, Stava succedendo qualche cosa di terrificante. Lo guardò atterrita mentre prendeva le sembianze di Spike.

S: Noooooooooooooooo!!!! – Gridò – Lascialo stare!!!!!! – cadde in ginocchio.

Aveva lui davanti agli occhi, se non lo avesse conosciuto così bene, avrebbe potuto corrergli incontro e buttargli le braccia al collo. Stava inclinando la testa come solo Spike sapeva fare. La stava facendo tremare, come solo il suo assurdo amore riusciva a fare… Persino da uno schermo tv.

Tremava in ginocchio, per terra, mentre lui avanzava verso di lei, imitando alla perfezione il passo sicuro di Spike…

S: Non mi inganni bastardo!!!! – lo guardò piena d’odio – Io non sono Buffy… - disse piano – Conosco i suoi occhi…

Le lacrime le rigavano il volto… aveva capito finalmente che quello non era un sogno, per qualche strana ragione era stata buttata in una dimensione parallela alla sua, una dimensione nella quale, quello che da lei era solo finzione cinematografica, era vita reale.

Il The First la guardava divertito, e attendeva davanti a lei.

Spike/TF: Brava la mia ragazza… vedo che sei riuscita a capire finalmente – le si avvicinò ancora un po’.

Sam osservava la scena disperata, sentiva Andrew piangere sommessamente, e guardava Xander, a terra in un angolo, privo di sensi… Era sola…

Spike/TF: Questo non è il tuo filmetto preferito – rise prendendo le sembianze di Spike demone – qui quello che vedi è reale

Davanti a quel volto demoniaco rabbrividì, e tra le lacrime gemette per i dolori delle ferite.

Spike/TF: Ti ho fatto un regalo… ma a tutto questo c’è un prezzo mia cara…

S: Cosa vuoi da me!!!!! – gridò forte in preda alla rabbia. Tutto quello che lei aveva sempre sognato era stato un regalo del male…. – Cosa vuoi da meeeeee!!!!! – ripetè gridando ancora più forte.

Lui rise e tutto di nuovo cominciò a muoversi freneticamente intorno a lei.

Spike/TF: Ogni cosa a suo tempo… tu mi aiuterai… - le sorrise - Non è la tua immaginazione cara… - disse tornando ad essere Spike – come vedi io posso realizzare i tuoi sogni

S: Non così… - disse sommessamente continuando a piangere

Quel sorriso tremendo, sul viso di Spike, le diede la forza necessaria per ribellarsi. Si alzò e con le energie che rimanevano in corpo, si gettò sul corpo del suo interlocutore. Si avventò con tutta la rabbia che mai nella sua vita aveva provato, ma fu inutile, vi passò attraverso e cadde violentemente a terra.

Lui rise di nuovo quando lei urlò dal dolore

S: Non ti aiuterò maiii!!!! – lo guardò furente – Non ti permetterò di far del male a qualcuno, e sicuramente non lo farai per mano mia…. – abbassò lo sguardo – io amo queste persone… le amo più di quanto ami qualcun altro al mondo… - disse piano

Spike/TF: I personaggi di un filmetto di serie B??? – rise di nuovo prendendo le sembianze di Buffy

Lo odiava con tutta sé stessa. Ora era davanti a lei con le braccia sui fianchi, utilizzando spavaldo il sorriso sicuro della sua adorata cacciatrice. Avrebbe voluto strappargli quel ghigno vincente dal viso, fosse stata l’ultima cosa al mondo che avrebbe potuto fare. Ma sapeva che non aveva nessuna possibilità…

S: Lascia stare il corpo di Buffy bastardo!!! – gli disse velenosa – non vali nemmeno il tacco di suoi stivali di moda!!! – rise

Buffy/TF: Ma tu odi Buffy Sam… - la guardò cattivo – lei ha ciò che tu avresti sempre voluto avere… - sogghignò malefico – l’amore del bel vampro biondo

Quelle parole l’avevano raggiunta come una lancia… diritte al cuore

S: Non è vero!!! – sorrise. Lei sapeva la verità – Io adoro la mia eroina… anche quando fa la stronza – ridacchiò tra le lacrime – e se lui la ama sicuramente lo merita!!! – proseguì sprezzante

Buffy/TF: Sei ridicola Sam – la guardò avanzando verso di lei palesemente contrariato dalla sua risposta… Lei se ne compiacque.

S: Sarò anche ridicola, ma ti assicuro che tu non farai del male a nessuno… - sibilò – fosse l’ultima cosa che…

Sgranò gli occhi quando vide Il The First ringhiare, qualche cosa lo stava mettendo in difficoltà, lo vide voltarsi e avanzare nella direzione da dove, questo qualcosa, lo stava in qualche modo attaccando. Non riusciva a vedere cosa stesse accadendo, la sagoma del demone le copriva la visuale. Una luce accecante le ferì gli occhi, e quando li riaprì vide il corpo del The First decomporsi lentamente. Lo sentiva urlare, e terrorizzata cercò di rimettersi in piedi.

S: Cosa sta succedendo!!!

La casa tremò e l’ultima cosa che vide prima di svenire fu il muso di Tabata, che le si avvicinava osservandola dolcemente, attraverso i suoi occhioni di cristallo.

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